Esame Genin Jun Akihori

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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Accademia di Suna, aula 15, 1° piano, ore 8:00



    Quel giorno era atteso da tantissimi ragazzi. Chi con l'ansia e chi con l'euforia si preparava ad affrontare l'esame Genin. Il primo scalino della gerarchia militare degli Shinobi. Il primo esame ufficiale oltre il quale gli studenti avrebbero abbandonato l'accademia per affrontare la nuda e cruda realtà della vita.
    Il sensei era già in classe da tempo, gli piaceva squadrare i giovani da capo a piedi, infatti cominciava ad osservarli dal momento in cui varcavano la soglia dell'aula. L'appuntamento era uguale per tutti. Sado-sensei avrebbe esaminato tutti e venti gli alunni della sua classe lo stesso giorno e allo stesso tempo.
    Diede tempo a tutti di sedersi con comodo mentre lui faceva finta di leggere il giornale, seduto dietro la sua cattedra. Le gambe accavallate una sopra l'altra, occhiali leggermente caduti e volto cupo, abbronzato. Portava i capelli raccolti in una lunga treccia che arrivava quasi all'osso sacro, gli occhi semi-spenti in un castano scuro. Nonostante fosse severo e freddo, gli alunni che col tempo aveva forgiato riuscivano a far breccia nel suo animo, rivelandosi comprensivo e disponibile coi meritevoli e gli educati.


    - Bene, ci siete tutti! -

    Chiuse il giornale e si alzò dalla cattedra, evitando perfino di fare l'appello. Grazie al suo intelletto e alla memoria di ferro non ne aveva più il bisogno, gli bastava qualche giorno per memorizzare da cima a fondo un intera classe, figuriamoci dopo anni.

    - Adesso scendiamo giù al campo d'allenamento, faremo lì l'esame. -

    Si mise a capofila e condusse gli alunni al piano di sotto, in uno spiazzale all'aperto, sabbioso e grande. Proprio al centro di tutta l'accademia. V'erano alcuni tronchi usati per i tiri al bersaglio, qualche masso e una rete metallica che circondava tutto il campo. Gli studenti si accumularono in un gruppo e il sensei arrivato al centro del campo si girò verso di loro, ponendogli una domanda:


    - Che vi aspettate da questo esame? -
    CyberpunkUnicorn
    Eccoci qua! Descrivi tutto, hai carta bianca su tutto! Arrivate al campo e sei libero di scegliere come agire, se vuoi rispondere o meno. Puoi muovere anche alcuni tuoi compagni di corso se la cosa ti fa comodo. Per qualsiasi dubbio mi puoi contattare per MP.
     
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    È uno dei primi ad arrivare, come sempre, era così nelle lezioni ed è così anche oggi, il giorno dell'esame. Il corpo completamente coperto, da testa a piedi, da un parka leggero, lungo e di colore nero, troppo grande per lui,
    tanto che le maniche coprivano completamente le mani. Arriva con queste dentro le grandi tasche e si butta immediatamente su uno dei banconi dietro, piegandosi in una posizione non troppo corretta, con la testa appoggiata al muro, il cappuccio alzato, una sciarpa bianca a coprire buona metà del viso, il sensei noterà che proprio oggi non porta una borsa o alto con gli oggetti che gli servivano per studiare, oggi è arrivato solo con i propri vestiti. Rimane in silenzio, non è mai stato un chiacchierone, e questo è conosciuto dal sensei e dai compagni, ogni tanto un cenno con la testa per salutare qualcuno ma niente di più. Attende e basta, fino a che il sensei non chiede loro di seguirlo al campo, la sua compagna di banco, da anni, lo guarda e gli chiede se è agitato,
    e di tutta risposta alza le spalle


    -Miko cosa vuoi che ti dica, bhò, no, non tantissimo, andiamo dai

    E sospirando si alza seguendo i compagni, ciondolando e dondolando come al solito mentre cammina, guardandosi intorno, con attenzione, le occhiaie sono ben visibili e cavolo, tutti han sempre pensato che è un tipo un po' paranoico per come controlla ogni cosa intorno a lui, e lo sta facendo anche in questo momento. Arriva al campo di allenamento, insieme agli altri compagni, guarda i tronchi che ha usato come tiro al bersaglio per anni,
    ci sono ancora i segni, si ricorda anche quando è riuscito una delle poche volte a colpire il punto giusto, è famoso per essere una schiappa nel combattimento con armi e a mani nude, ma in generale proprio nel combattimento,
    le sue specialità sono altre, in quegli anni si è fatto valere per una spiccata intelligenza e curiosità, per un ottimo controllo del chakra, per essere uno studente, e per una buona capacità e conoscenza nel ninjutsu e nelle prime pratiche di genjutsu, ma il combattimento, quello proprio no. Si mette nella seconda fila, dietro ad alcuni suoi compagni, che però si spostano alla domanda del sensei, guardandolo, come per chiedere solo a lui di rispondere,
    fa una leggera smorfia e sbuffa.


    -Principalmente dimostrare ciò che abbiamo imparato, nella parte pratica, Sado-Sensei, lo sai già, se mi chiedi di lanciare armi come lo fa Mirai io me ne vado e torno al prossimo esame, mi considero già bocciato-

    Dà del "tu" al sensei, lo ha sempre fatto, per qualche motivo, ma senza mancanza di rispetto o strafottenza nei suoi confronti. Rimane immobile, nella sua posizione, non dice nient'altro, sembra impassibile, dondola ogni tanto e sembra giocherellare con qualcuno che ha in tasca, ma è sempre stato così Jun, ormai ci dovrebbero aver fatto l'abitudine.
     
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    Fortunatamente la sabbia del campo non era ancora bollente in quelle ore della mattinata, ma lo stava diventando poco a poco, intrufolandosi nei sandali delle persone che la calpestavano. Le finestre alte dell'accademia permettevano a qualche spettatore di godersi l'esame, se non fosse che nessuno quel giorno gironzolava tra i corridoi per sbirciare la situazione. D'altronde era inutile prendere spunto da un esame in corso per prepararsi a quello successivo. Gli esami Genin erano sempre diversi e vari, sia tra gli insegnanti che tra le classi. Questo per far sì che i giovani studenti si preparassero sempre su tutti gli argomenti.
    Gli alunni ammutolirono alla domanda del maestro, tant'è che si tirarono indietro per la paura di essere chiamati singolarmente alla domanda. L'esame poteva già essere cominciato per quel che si poteva dedurre, e tutti avevano paura di sbagliare. Uno di loro restò fermo, avanti rispetto i suoi coetani. Jun Akihori non era il solito bulletto che faceva di tutto per stare al centro dell'attenzione, anzi, cercava sempre di stare dietro le quinte per farsi i fatti suoi nonostante avesse l'intelligenza e le capacità per diventare un ottimo shinobi. Il sensei questo lo sapeva, sapeva i suoi pregi e i suoi difetti, come conosceva quelli di tutti gli altri suoi alunni. Non avrebbe messo in difficoltà nessuno dei presenti, per lui l'esame era ogni giorno, dietro i banchi. Quella era solo una prova superflua di tutto l'ambaradam.
    Jun fu l'unico a rispondere al sensei, riservandosi il posto per il primo esaminando.


    - La risposta è in parte giusta. Io non pretendo da voi l'eccellenza in tutte le arti, nessuno può eccellere in tutto. Ognuno di noi è più abile in una cosa e carente in un altra, ma pretendo almeno le basi anche su ciò che non vi piace. Jun, quando qualcuno come Mirai ti lancerà uno shuriken dritto in faccia, dovrai sapere come funziona il tiro per riuscire a deviarlo, o a pararlo. Come funziona per bloccarlo affinché non te ne lanci altri.
    Detto questo, sali su quella colonna e moltiplicati lì stesso. -


    Indicò una delle tante colonne in cemento che sorreggevano l'accademia attorno a loro mentre lui si accomodò a braccia conserte, aspettando le mosse del ragazzo.
    La prova non era facile, ma tarata su misura per le capacità del giovane studente. Doveva riuscire a mantenere la concentrazione del chakra sui piedi per restare appiccicato alla colonna mentre usava ed eseguiva correttamente la tecnica della moltiplicazione. Ce l'avrebbe fatta?

    Bene, cerca di non essere autoconclusivo per la tecnica della moltiplicazione. Deciderò io in base al tuo post se riesce o meno. Per il resto, se hai qualche dubbio non esitare a contattarmi.
     
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  4. CyberpunkUnicorn
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    Rimane fermo nella sua posizione, dondolandosi un poco sui talloni, la sabbia non gli dà così fastidio, ci è nato lì,
    ormai ci si è abituato, discorso diverso sarebbe se ci fosse l'acqua. Non sorride, non si vede almeno data quella sciarpa che copre parte del suo volto, ma dagli occhi si vede che non ha tantissima emozione per ora. Annuisce alle sue parole, e un sorriso compare, sui suoi occhi ovviamente. Annuisce ancora e quindi tira fuori le mani dalle tasche e si alza le maniche della felpa per mostrare le dita, le unghie sono pitturate di nero e ci sono dei segni e dei tagli sulle mani, sono quelli che si fa quando lavora con i meccanismi e il legno della marionetta di sua madre, per cercare di capire come ripararla e renderla propria, non è un segreto per i suoi compagni o il sensei questo. Annuisce ancora e comincia ad avvicinarsi alla colonna, correndo appena, in modo non troppo veloce, come suo solito. Ecco, se c'era qualcosa in cui lui è bravo è proprio il controllo del chakra, concentra immediatamente le energie fisiche e psichiche all'interno del suo corpo, le impasta in modo da creare quell'energia magica che velocemente, almeno per essere uno studente, viene portata ai piedi oltre che a tutto il corpo, così da creare una leggera patina azzurrina sotto le piante dei sandali, salta quando si trova a circa un metro dalla colonna per andare a mettere i piedi su questa, dovrebbe riuscire grazie alla sua capacità nel controllo [Controllo Chakra 30/250], così da permettergli di rimanere attaccato alla colonna a circa un metro e mezzo da terra, correre ancora e poi balzare verso l'alto sul finale in modo da andare sulla cima di questa. Guarda il sensei arrivato lì sopra, annuisce e si schiarisce la voce


    -Va bene-

    Annuisce ancora e quindi alza le mani, ancora scoperta, per compiere i sigilli della tecnica mentre il chakra rimane in parte sui suoi piedi, in piccolissima parte, quello che basta, e in parte si va a formare dentro tutto il suo corpo e leggermente fuori. Unisce le mani e velocemente compie quei sigilli che ha ripetuto per decine se non centinaia di volte: Pecora, Serpente e Tigre. I sigilli vengono composti abbastanza velocemente, socchiude appena gli occhi e apre la bocca per esprimere la tecnica

    -Bunshin no Jutsu!-

    Urla tentando di far "esplodere" il chakra fuori dal suo corpo in modo da creare una nuvoletta di fumo intorno a lui e far comparire, sulle altre colonne della zona di allenamento, in cima a loro, ben cinque copie [Controllo chakra 30/250] identiche a lui, ferme al momento, che dondolano un poco proprio come fa lui, andrà a sfruttare ovviamente proprio il fumo creato dalla tecnica per compiere una delle sostituzioni "randomiche" tipiche del jutu che ha appena compiuto, quale sarà lui? In fondo già è silenzioso di suo, figuriamoci che pure le sue copie lo sono al momento, che poi è uno dei modi che solitamente usa proprio per evitare che Mirai gli tiri libri e penne in classe ogni tanto. Rimane in silenzio, il chakra sotto la pianta dei piedi continua a scorrere in modo da tenerlo ben fermo in equilibrio in cima di una delle colonne presenti, guardando verso il basso, verso i compagni e il sensei, tutti con le mani che sono già finite di nuovo dentro le tasche della felpa. Quella sì che è una cosa in cui è "specializzato" e bravo alla fine, la conoscenza delle arti magiche e il controllo del chakra... dopo un paio di secondi torna a sorridere,
    con gli occhi che si allargano appena, e con lui tutte le copie che lo imitano, prima o dopo.
     
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    E proprio mentre il giovane Jun cominciò la scalata verso la cima della colonna, un uomo entrò nel campo d'allenamento dalla porta principale, con una valigetta tra le mani. Portava il classico giubbotto Chunin ed era uno dei tanti Shinobi addetti all'accademia. Si avvicinò a Sado sensei e gli sussurrò qualcosa all'orecchio prima di lasciargli la valigetta e tornare da dove era venuto.
    Gli alunni bisbigliavano tra di loro, creando un minimo di mormorio come sottofondo per la prova del compagno. Quest'ultimo nel frattempo era già arrivato alla cima, compiendo i soliti sigilli per la tecnica della moltiplicazione.
    Il fumo lo avvolse e dei cloni illusori comparvero. Un sorrisetto compiaciuto si formò sul volto del sensei che dava le spalle al resto degli alunni, non era sorpreso del suo studente, ma soddisfatto. L'allievo non l'aveva deluso, proprio come si aspettava.
    Nonostante si fosse camuffato tra i suoi cloni e avesse cambiato posizione, Sado sensei fissava l'originale, come sapesse già a priori l'identità del vero utilizzatore.


    - Va bene così, vieni pure. -

    Nel frattempo aprì la valigetta che aveva recentemente ricevuto, rivelandone il contenuto. Venti coprifronte nuovi e luccicanti, simboleggianti il segno del villaggio della sabbia. Aspettò che l'Akasuna fosse abbastanza vicino per porgergli il vessillo che distingueva i militari dai civili. Da quel momento in poi, Jun Akihori era ufficialmente un Genin del paese del vento, al servizio della Kazekage Yuka Satetsu.

    - Complimenti e auguri! Da oggi sei un Genin di Sunakagure. Non dimenticarti di firmare al bancone delle promozioni. -

    Lo congedò con un sorriso per poi continuare gli esami degli altri allievi. A Jun non restava che andare a firmare per poi cominciare ufficialmente la sua via del ninja, mentre per qualcun'altro veniva il turno della prova..


    - Miko Yutai, avvicinati. -
    Ultimo post. Non c'è bisogno che metti il valore del controllo del chakra nella narrazione.
     
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  6. CyberpunkUnicorn
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    Non è che si aspettava di meno da Sado-sensei, si gira verso l'uomo mentre questo se ne va, e lo fa solo l'originale, le copie scompaiono pochissimi secondi dopo che il suo maestro gli sorride, sta per chiedere qualcosa,
    lo osserva e salta giù, per lui quei cinque metri non sono nulla, sempre grazie al controllo del chakra che viene mandato lungo le gambe, la colonna vertebrale e sotto i piedi per creare un cuscinetto per attutire la caduta. Arrivato per terra si piega leggermente in avanti, lasciando che la nuvoletta di sabbia che ha creato si abbassi da sola, avvicinandosi poi lentamente al sensei, più curioso di vedere cosa c'è nella valigetta che altro a dirla tutta. Appena arriva vede il sensei aprire, sono i coprifronte, lo sospettava in fondo. Allunga la mano verso il coprifronte quando gli viene offerto, ma si blocca, un attimo, alza gli occhi sul volto del sensei, quasi stesse cercando di capie se è una fregatura o meno, un attimo di esitazione prima di prenderlo o annuire, non sembra felice negli occhi, sembra... normale, come suo solito.


    -Grazie mille-

    Sospira quando sente che deve firmare al bancone delle registrazioni alla segreteria, annuisce, come per dire che ha capito e alza il coprifronte per farlo vedere ai suoi compagni, si è allenato per anni con loro, e continuerà,
    essendo quella una nuova generazione per i ninja di Suna. Si avvicina e si ferma solo un attimo, per annuire, in silenzio, a qualcuno dei loro complimenti, poi continua e va avanti, sente il nome di Miko, la sua compagna di banco, si gira e le mostra il coprifronte di nuovo.


    -Rilassati, che come dai certi pugni te non li dà nessuno qui!-

    Le dice quello, per cercare di farla rilassare e darle un po' di sostegno morale, sospirando ancora appena lui dà le spalle ai suoi compagni, infilandosi il coprifronte in tasca, insieme alle mani, per andare verso la segreteria, mogio mogio, lentamente, non è cambiato per nulla, nemmeno con quel coprifronte, Jun sarà sempe Jun, fino alla fine... in ogni senso.
     
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    Ricevi 30 exp e tutto ciò che riguarda la promozione a Genin, puoi richiedere gli aggiornamenti nella sezione domande! Sei stato bravo.
     
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    Puoi prenderti 28, Akito.
     
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