"Le mani di Mida?"

Per chiunque

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  1. Perceptio
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    Ero appena arrivata nella posizione che mi sembrava più consona: composi i sigilli della Gorgone e raggiunsi il mio obiettivo. Dalla posizione in cui ero, riuscivo a vedere chiaramente le labbra di Kenji muoversi, e altrettanto percepivo il suono della sua voce squillante, ma non riuscivo a distinguere chiaramente le parole che pronunciava. Lo sentivo farfugliare qualcosa a proposito della scorrettezza di Jengo Todoro e di una giusta punizione... Ad un certo punto, però, nonappena mi assicurai dell'avvenuto svenimento del ninja traditore, un boato mi travolse, CI travolse. Il corpo di quello stupido ninja era una bomba! Istintivamente, alzai il mio braccio a pararmi il viso, ma fui sbalzata indietro e sbattei la schiena.

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    La conta dei miei danni fu: qualche livido, un po' di giramento di testa e delle bruciature sparse e più che sopportabili. Il mio pensiero andò immediatamente al mio compagno.

    ~ Kenji!

    Il mio amico era ridotto peggio di me, aveva di certo bisogno di cure mediche.

    ~ Tranquillo amico, va tutto bene. Ti aiuto io, dobbiamo arrivare nel posto più vicino in cui dei medici si prenderanno cura di te.

    Proprio mentre provvedevo ad aiutare Kenji ad alzarsi, un essere strano, mascherato, che sembrava più un cencio o un demone bianco si materializzò di fronte a noi.
    Con una mano tenevo in piedi Kenji, con l'altra puntavo dritto il mio falcetto.

    ~ E tu ora chi diamine saresti?! Anzi, non me ne frega un cazzo di chi sei, levati dai cogl...

    Mi interruppe bruscamente.

    CITAZIONE
    ~ Ooooh. Poveri piccini. Mi dispiace avervi fatto sporcare ripetutamente di sangue di maiale e di avervi sporcato i vestiti. Però siete tutti interi! Il che renderà divertente un giorno quello di farvi a pezzi a poco a poco mentre vi sorrido in faccia.
    Non vi scomodate ad attaccarmi, non ne avreste nè la forza nè la rapidità. Perciò rilassatevi, non voglio farvi niente per adesso. Volevo congratularmi con voi per aver fermato quella cosa al cui posto vi è una macchia di sangue e interiora sparse. Jengo Todoro era un codardo. Inutile al fine di voi ninja di proteggere il mondo come eroi e bla bla bla...
    Come avete potuto notare, la forza legittima non è legittimata da alcunché. Vi siete presi il diritto di controllare il mondo con i vostri numeri di magia e ora pensate che indossare un coprifronte vi permetta di giocare a fare gli dèi o a sentirvi in qualche maniera superiori e al sicuro dalla fatalità della vita. Bene. Ora sapete di non essere al sicuro. Perché c'è gente come me che decide di farvi saltare in aria come palloncini alle festicciole.

    A quel punto, mi sentii osservata.

    CITAZIONE
    ~ Ran. Ran Senju. Il tuo è un cognome importante. Dovresti esserne fiera e un po' lo sei, anche se non sai nemmeno di cosa. Il tuo carattere ti fa apparire come perfettina e pensi che per la pace comune bastino quattro sorrisetti a destra e a manca e le scaramucce con il capitano della missione, ma penso che dentro di te nascondi una stronza maledetta che vorrebbe vedere il mondo bruciare in qualche modo che ancora non comprendo, ma che comprenderò. E tu...

    Guardò Kenji con uno sguardo di disprezzo. Un disprezzo che Kenji evidentemente contraccambiava pienamente. Il ninja al mio fianco non disse una parola, ma i suoi occhi fecero un gigantesco monologo.

    CITAZIONE
    ~ Tu invece sei un gran cazzone, lo sai? Ti ho sentito per tutto il tempo. Sei uno che si crede grande quando non ha niente di speciale. Ti piacerebbe essere forte, vero? Per sbandierarlo ai quattro venti, eh? Ti fanno schifo le regole e un giorno molto probabilmente te ne stancherai e andrai in giro a sfogare la tua ribollente lava in faccia a chi non ti sta a genio solo per il piacere di dimostrare che hai le palle, ma io so bene che sei una barzelletta vivente e uno dei cliché peggiori del secolo.

    in un lampo fulmineo, si avvicinò a Kenji e gli lasciò un ustione a forma di mano vicino al viso. Di scatto, cercai di colpirlo, ma a quel punto, sparì. Come se avesse trovato un portale per un'altra dimensione. Il suo corpo era invisibile, ma la sua voce era pienamente percepibile: me la sentivo vicino all'orecchio, dietro le spalle, tutto intorno a me.

    CITAZIONE
    ~ Guardatevi le spalle sempre. Il caos verrà a cambiarvi o ad uccidervi se non siete forti abbastanza per sopportarlo.
    Prompto forse l'ha capito e fareste meglio a raggiungerlo. Avete finito qui. Caso chiuso, cari miei investigatori da quattro soldi.
    Buon rientro a casa! AHAHAHAHAHAH!

    In quel momento lo stress, le ferite, e la rabbia che evidentemente il mio compagno di missione provava lo fecero tremare talmente forte che svenne.

    ~ Kenji?! Ti senti bene? Non mi abbandonare!

    Sentii che respirava normalmente, il che mi fece temere meno. Me lo misi con difficoltà sulle spalle, per rendere più agevole il mio cammino verso il più vicino centro medico. Fu proprio in quel momento che mi resi conto di essere rimasta sola.

    Avrei dovuto avere paura? Sì. Ebbi paura? No.
    Ripensai al cencio parlante che si era appena volatilizzato: sentivo ancora la sua presenza intorno.

    ~ Sei solo, non è vero? Sei solo al mondo, ti hanno trattato come se avessi la rogna da quando sei nato, e adesso la tua rogna la devi attaccare agli altri perché il mondo è ingiusto e tutti sono cattivi, gne gne gne, povero fantasmino mascherato? Beh, la verità è che non puoi fare niente. NIENTE. Vuoi essere il portatore della tua personale idea di giustizia? O vuoi passare per la personificazione del male? A nessuno importerà. A nessuno fregherà niente. Sarai solo un problema, una gramigna da estirpare, e per quanto profonde siano le tue radici qualcuno ti estirperà e si dimenticherà che sei mai esistito.

    Divertiti alla tua festa. La tua festa di compleanno a cui hai invitato tutti e alla quale resterai a giocare da solo.
    Cencio: noi ce ne andiamo.


    Raggiungemmo Prompto, era solo molto scosso, ma non aveva ferite. Ci raccontammo l'accaduto. Si prese la responsabilità di fare rapporto e andammo insieme all'infermeria.

    Era finita. Forse.


     
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