Io vengo dalla luna che il cielo vi attraversa e trovo innopportuna la paura per una cultura diversa
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Da dove comincia un'indagine? E su cosa si dovrebbero basare dei ninja non tanto esperti per determinare la verità? Purtroppo per loro, probabilmente, le indagini non portano sempre qualcosa di buono.
CITAZIONE
Hanno abboccato perfettamente. Ora non resta che l'atto finale. Devo prepararmi...
Il trio di ninja decise di dividersi per la piccola cittadina in cerca di indizi sull'origine di quei macabri gesti. Ran e Kenji da una parte, sostenuti da un'eventuale comunicazione a distanza con il loro leader, Prompto, il quale si recò dritto alla locanda della Tea-vern. Il Chunin varcò la soglia del luogo facendo un cenno educato, gesto che non venne considerato minimamente se non che gli unici presenti, il cameriere e la locandiera non notarono il suo coprifronte.
OH! Lei è qui per la faccenda delle mani, vero? Guardi, finalmente! Spero che lei sia più competente dell'ultimo idiota che è stato qui.
La donna era molto attraente, sicuramente sulla trentina. Pelle scura, magari proveniva da Kumo, occhi verde smeraldo e capelli neri.
Mi chieda pure quello che vuole, anche se ho già detto tutto quello che potevo. Voglio solo che questo scempio non si ripeta. Ho perso tanti clienti, molti che erano abituali mercanti di passaggio. Nessuno vuole più avere a che fare con Degarashi e il Tea-vern era il luogo più affollato di tutti. Ora è solo mattina, ma le assicuro che non è tanto diverso a pranzo e a cena...
La donna guardò sconsolata il pavimento in legno prima di appoggiarsi a una delle sedie dei tanti tavoli aspettando che Prompto potesse dire qualcosa.
Ah! Che sbadata! Mi chiamo Eshia! Lei è?
[...]
Intanto la coppia di Genin si avviò verso il banco del pesce. Già in lontananza si potevano vedere tutti gli altri mercanti iniziare a esporre le merci. L'unico problema è che Hun Huryu non c'era al suo posto. Il bancone però aveva i pesci già in bella vista, segno evidente che il padrone della postazione era stato là, ma si era assentato. Come se non bastasse, gli shinobi erano seguiti da qualcuno, proprio da quando varcarono l'entrata del villaggio e questa sinistra presenza non era così idiota da farsi notare. Il mistero di Degarashi s'infittiva sempre di più. Ran e Kenji potevano notare che sulla bancarella c'era del sangue e continuava a esserci anche sulla sedia che era solito usare Hun Huryu durante le compravendite quotidiane. Erano gocce fresche, non potevano appartenere alle mani che erano state trovate precedentemente nè tantomeno ai pesci. Le gocce continuavano dietro il bancone proseguendo verso la foresta dietro la via del mercato...
Decise le destinazioni, io e Ran ci dividemmo da Prompto, mentre lui andava a parlare dalla locandiera noi andavamo ad interrogare Hun Huryu, dopo un pò di strada, camminando per la via che andava verso il mercato, finalmente scorgemmo i banconi che componevano quest' ultimo. Piano piano camminavamo tra i mercanti che erano occupati ad allestire i propri banconi, esponevano le merci, le appendevano sulle travi di legno, chi esponeva frutta, chi esponeva ceramiche tipiche del luogo, c' era di tutto, anche i soliti mercanti che cercano di rifilarti cianfrusaglie senza valore ad un prezzo esorbitante. I truffatori nei mercati non erano cosa nuova, ma quello le batteva tutte, così, indignato da tanta stupidità, voltai lo sguardo verso un' altra parte. Camminavamo, ancora non si riusciva a trovare il bancone del pesce, così chiesi ad uno dei mercanti:
Salve, sto cercando il bamcone di Hun Huryu!
L' uomo, indispettito forse dal fatto che invece di comprare qualcosa da lui cercassi un altro mercante, non mi rispose a parole, puntò il dito verso il fondo del mercato ed io ricambiai il silenzio senza ringraziarlo e proseguì assieme a Ran nella direzione avuta. Dopo un paio di minuti arrivammo finalmente al bancone del pesce, era tutto già ben allestito, Hun doveva aver iniziato presto, però di lui non vi era nessuna traccia, così girai dietro al bancone, magari era calato a prendere qualcosa da sotto. Una volta dietro, non solo non c'era il mercante, ma sulla sedia dell' uomo vi era del sangue, ancora fresco; questo sangue non si limitava alla sedia, ve ne erano molte tracce che portavano verso la foresta più avanti. Mi presi qualche secondo per analizzare la situazione e poi, avvicinandomi a Ran, le sussurrai piano all' orecchio:
Ran, queste tracce di sangue non mi convincono, sono troppo fresche, è chiaro che qualcuno vuole farci cadere in qualche trappola nella foresta, ma per essere sicuro che noi le trovassimo doveva vederci arrivare; fingiamo di essere caduti nella trappola, così forse commetterà qualche sbaglio!
Dopo essermi riallontanato, le feci un occhiolino e le dissi:
Ran, contatta Prompto e digli delle tracce di sangue che abbiamo trovato, informalo che andiamo a perlustrare la foresta e che ci vediamo lì!
A quel punto, attesi che la conversazione tra i due finisse e poi con Ran mi sarei diretto alla foresta, seguendo le tracce di sangue, ma camminando con cautela e controllando tutto intorno a noi.
Il mercato non era troppo grande, ma io e Kenji ci misimo un po' a trovare il banco del pesce, poiché ci guardavamo intorno con attenzione: provavamo a scorgere qualsiasi dettaglio sospetto, senza successo però. Tutto appariva normale, le persone ripetevano le loro meccaniche azioni probabilmente da quando erano nate, e nessuno sembrava preoccuparsi troppo di noi. Fu proprio questo ad apparirmi strano.
Ad un certo punto Kenji si rivolse ad un commerciante, probabilmente fremente di parlare col pescivendolo.
CITAZIONE
~Salve, sto cercando il bancone di Hun Huryu!
Fu così che ci venne indicata la direzione da seguire. Un banco del pesce che non si trovava sulla via principale, ma leggermente nascosto, in un vicoletto. Lontano dagli occhi di tutti gli altri commercianti, soprattutto.
Pochi passi, e quello che ci saltò subito all'occhio fu: sangue, macchie di sangue sparse un po' ovunque ma che avevano l'intenzione chiara di dirigere la nostra attenzione verso la fitta foresta. Si trattava di una trappola, anche un po' banale, in realtà.
Kenji ci mise poco ad intuire i miei pensieri, e mi sussurrò all'orecchio di far finta di cadere nel tranello e approfittarne per indagare un po'. La cosa non era esattamente il mio intento, ma mi limitai ad asserire con un cenno della testa e a comunicare a Prompto le nostre intenzioni.
~ Ehi, Prompto? Spero tu mi stia ricevendo. Abbiamo trovato delle tracce molto sospette e ci dirigiamo nella foresta. Raggiungici, stiamo andando dalla nostra attuale posizione verso Sud-Est. Fai in fretta.
Mi sforzai di far apparire la mia voce tranquilla, ma più possibile seria. Parlai forte, affinché sia Prompto sia un possibile audience occultato potesse sentirmi. A dire la verità, mi sentivo vagamente osservata, ed era più di un'impressione...
Kenji aveva atteso pazientemente la fine della nostra conversazione: nonappena smisi di trasmettere, ci incamminammo cauti verso l'ingresso della foresta. Speravo soltanto che Prompto riuscisse ad arrivare per tempo: io e Kenji non eravamo certo i ninja con più esperienza che c'erano a disposizione e un chunin avrebbe di certo fatto la differenza... La situazione metteva paura, e più ci avvicinavamo alla foresta, più sentivo l'ansia salire e crescere.
~Kenji, andrà tutto bene.
L'ombra delle fronde ci ricopriva quasi, e quella frase che dissi era più per rincuorare me che lui...
Spero che le mie conoscenze popolari/linguistiche ed il mio incredibile charme mi aiuti ad avere qualche informazione in più da Eshia. Come minimo di scroccarle qualcosa da bere gratis
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CITAZIONE
Mi dia del tu..piacere, sono Prompto Argentum.. Prima di cominciare: qual è la specialità della casa? Cosa mi consiglia - posso darle anche io del tu? - di bere? Da quanto tempo gestisci questa locanda? Immagino che mai niente di simile sia successo in passato, dico bene? Purtroppo chi mi ha affidato l'indagine non ha saputo dirmi molto, quindi mi vedo costretto a chiederti di raccontarmi ancora cosa è successo, ogni dettaglio è cruciale. So che le prime vittime di questo incidente siete stati te e il pescivendolo.. Siete legati da qualche rapporto? So che sembra stupido, ma devo chiedertelo: hai qualche nemico, sospetti qualcuno che possa volerti danneggiare in qualche modo? Hai notato qualcosa di strano, nelle gente del locale, per le strade della città?
Ora che mi ci fai pensare... Mh. C'era qualcuno, uno straniero che si è aggirato per giorni qui vicino, ha preso pure una camera qui alla Tea-vern, ma non lo vedo da tre giorni. Giusto, Junko?
Si voltò verso il cameriere che era di spalle con una scopa in mano, fermo, immobile. Sembrava una statua e così rimase nonostante la chiamata della padrona della locanda. Nemmeno il tempo di dire qualcosa che Prompto fu interrotto da una cosa improvvisa. Eshia lo osservava indagatrice per capire cosa avesse attirato la sua attenzione. Forse quello doveva essere il segnale per partire col piano prestabilito.
CITAZIONE
Scusami, Eshia, ma devo andare, la mia squadra potrebbe aver trovato una pista
.
La ragazza sembrò quasi scocciata dal nuovo evolversi degli eventi. Poi ci fu un grande boato. Un'esplosione di certo da quel che sembrava. Proveniva proprio dalla posizione di Ran e Kenji!
Non puoi andartene così presto, ancora non hai bevuto nulla... Abbiamo la birra migliore del Paese e non vorrei che tu non possa assaggiarne il grandioso contenuto di malto.
Sembrava improvvisamente spiritata e Prompto non avrebbe fatto in tempo a reagire agli avvenimenti successivi. Si sentì un click, la donna si spostò leggermente sedendosi sul bancone, mentre il pavimento letteralmente si mosse aprendosi in due grosse ante. Sotto vi era il vuoto e l'oscurità. Vuoto che Prompto avrebbe sentito sotto i suoi piedi.
Buon viaggio, Prompto Argentum! AHAHAHAHAHAH!
La caduta sembrava poter durare a lungo, ma in realtà era un'altezza di una ventina di metri. Con lui cadde anche il povero cameriere Junko, che non era di certo vivo da quel che avrebbe potuto constatare Prompto all'impatto con il pavimento. L'atterraggio fu morbido perché sotto di loro vi erano dei cadaveri in putrefazione e a tutti mancavano delle mani. Un mistero era di certo risolto e sembrava esserne l'artefice Eshia. Junko si rivelò essere un pupazzo rudimentale costruito con bottiglie saldate insieme e pezzi di legno che andarono in frantumi vicino il Chunin di Kiri. Il pavimento della locanda stava per richiudersi e l'ultima cosa che avrebbe visto Prompto prima dell'oscurità sarebbe stata la faccia compiaciuta di Eshia.
Ti pongo un piccolo... indovinello... Puzzo quando non esisto più e non esistendo più cambio, CHI. SONO? AHAHAHAH!
[...]
Kenji e Ran decisero così di seguire le tracce di sangue avventurandosi in quella che molto probabilmente era una trappola. E fu così. Seguirono le tracce di sangue fino alla sua origine. Un'orribile visione di quello che probabilmente era il pescatore Hun Huryu: il suo cadavere era cosparso di mani ben saldate al suo corpo nudo e ustionato ed era privo di occhi. Quella visione non durò molto, perché i ragazzi avevano tagliato un filo sottilissimo avvicinandosi. Non importava chi fosse l'autore di quell'errore, forse Kenji, forse Ran, ma si azionò un meccanismo che fece cadere un foglio di carta da un ramo di un albero. Sul foglio c'era scritto:
"Vivo per un istante, ma rimango a lungo. Chi sono!?"
I due avrebbero potuto leggere chiaramente l'indovinello e poi un'esplosione sarebbe partita dal cadavere del pescatore!
Allora. Dan. La tua caduta in quel porcile è inevitabile, ma prima che si chiudano le porte lasciandoti lì a marcire puoi fare qualcosa, mi raccomando ingegnati per riuscire a impedire di rimanere intrappolato e vediamo come te la cavi.
Incursio e Perceptio. Potreste anche evitare danni dall'esplosione del cadavere, ma solo se postate bene come capite la risposta dell'indovinello e come vi allontanate da quella posizione. Il resto poi potete decidere voi che fare. Se cercare di contattare Prompto o andare direttamente da lui o cercare altri indizi. Mi raccomando logica e voglio vedere descrizioni dettagliate.
Non avevamo ricevuto alcuna risposta da parte di Prompto, che fosse occupato a parlare con la locandiera o fosse in pericolo?! Non sapevamo la risposta, ma ciò che importava in quel momento era far sapere dei nostri spostamenti a Prompto muoverci prima di finire in un' imboscata in mezzo al mercato, col rischio di coinvolgere le altre persone. Iniziammo a seguire quelle tracce di sangue sul terreno roccioso della strada, lo scopo di tale percorso era palesemente farci finire in una trappola, ma continuammo lo stesso, pur di fargli credere di averci ingannato e fargli fare un passo falso. Il terreno, dopo qualche metro mutò, passando dall' umana strada di pietra al verde della natura, vi erano fili d' erba macchiati di sangue che a lungo andare si inoltrarono nella fitta foresta davanti la quale ci fermammo.
Siamo arrivati ad un punto di non ritorno! Ran, stammi vicino ed occhi aperti! Troviamo Hun Huryu!
Naturalmente le mie parole sarebbero state " realmente " comprese dalla mia compagna di missione, in realtà ciò che intendevo dire era di stare attenti e cercare di scovare l' artefice di quel sentiero di sangue. Camminammo all' interno della foresta, passando da un albero ad un altro, tutti uguali tra loro, il sentiero ben definito all' esterno della foresta lì non esisteva, era una semplice indagine nel bel mezzo della natura incontaminata. Quando guardavo la forza che mostrava la natura nel fronteggiare e resistere ai soprusi dell' uomo, non potevo che esserne invidioso, volevo essere come la natura, potente, indomabile, inarrestabile. Più guardavo il paesaggio che ci circondava e più mi sentivo a mio agio, però vedere come quell' habitat veniva inquinato dal sangue che ci faceva da guida, la rabbia in me non faceva che crescere ed il desiderio di mettere le mani addosso al responsabile di tutto per fargliela pagare cresceva di pari passo.
" Giuro che anche a costo di rimetterci la vita, gliela farò pagare! Quando avrò finito, di lui non rimarranno neanche le ossa! "
Dopo qualche decina di metri percorsi, tra gli alberi, inoltrandoci sempre di più all' interno della foresta, scorgemmo un piccolo laghetto, sulla cui riva però vi era uno strano riflesso, non aveva una forma chiara, così ci avvicinammo e scorgemmo ad un paio di metri da esso il corpo che, inutilmente, speravamo di non trovare. Il povero Hun Huryu, morto, denudato, senza occhi e orribilmente mutilato, aveva mani attaccate su tutto il corpo...
Chi ha fatto questo deve avere il cervello guasto!
" Io sono a favore dell' uccidere, ma non del prendersela anche con i cadaveri di coloro che si uccide, questo invece sembra si sia divertito nel farlo, dal modo in cui l' ha lasciato in bella vista! "
Feci qualche passo avanti, purtroppo fu un errore madornale, poichè mi accorsi, troppo tardi, di aver azionato col piede un filo appostato a terra, così prima guardai in basso il filo e poi alzando gli occhi vidi un foglietto cadere al suolo con scritta una frase:
CITAZIONE
"Vivo per un istante, ma rimango a lungo. Chi sono!?"
Rimasi qualche millesimo di secondo a riflettere su quella frase...
" Che razza di trappola è?! Appare in un istante, ma rimane a lungo... che sia qualcosa che avviene solo per un attimo e poi rimangono solo i resti... ma certo! è... "
E poi urlai:
UNA BOMBA! ATTENTA RAN! FUGGI!
A quel punto, avendo avvertito la mia compagna del pericolo, il mio istinto di sopravvivenza ebbe la meglio, proprio in contemporanea alla luce che veniva generato dal corpo di Hun, tentai, avvolgendomi col chakra Doton, di correre al riparo sotto terra, con l' uso della tecnica:
" Dochuu Eigyo no jutsu! "
Se avessi avuto successo, mi sarei rifugiato sotto il terreno, lì dove ero sarei stato al sicuro, ma il mio pensiero andava alla ma compagna, così dopo aver fatto qualche metro sottoterra, sarei ricomparso completamente in superficie, nascosto dietro un albero, osservando se intorno a dove era avvenuta l' esplosione ci fosse stato qualcuno appostato, in caso contrario sarei andato in soccorso di Ran, per vedere come stava e decidere con lei cosa potevamo fare adesso: Prompto non aveva risposto prima alla trasmittente ed ora ci avevano preparato una bella trappola.
Ran, parla con Prompto, digli tutto quello che è successo e chiedigli in che situazione si trova!
Avendo adesso maggiori informazioni riguardo la situazione generale, avrei avuto la possibilità di ideare la strategia migliore da utilizzare in quel momento.
R: 150 S: 150-10= 140 A&J: - Tecnica del Pesce Sotteraneo - Mi sposto di qualche metro e salgo completamente in superficie nascosto dietro un albero Maestria Attiva: -Smottamento
Chissà quanto doveva spassarsela Eshia, nel fingere di collaborare con lo sciocco Prompto Argentum nella risoluzione del caso che da tempo insidiava il Villaggio di Degarashi: quella sinistra e malata sensazione di divertimento e di ilarità a scapito di vittime ignare del reale corso degli eventi. Conoscere la realtà e sentire gli altri arrampicarsi sugli specchi, al fine di raggiungerla goffamente suscitava nelle persone un qualcosa, una sensazione difficilmente definibile, un malsano divertimento riconducibile al così detto "mors tua, vita mea", dato che poi lì si sarebbe andati a parare, ad una rivalsa del primo sul secondo, un mettere le carte in tavola e quindi smascherare l'impostore, con le dovute conseguenze. In quel gioco delle parti, il Chuunin della Nebbia era il beffato, lo schernito, la vittima di quel sadico scherzo che ben presto lo avrebbe visto rischiare la pelle, se non avesse reagito di conseguenza.
Ora che mi ci fai pensare... Mh. C'era qualcuno, uno straniero che si è aggirato per giorni qui vicino, ha preso pure una camera qui alla Tea-vern, ma non lo vedo da tre giorni. Giusto, Junko?
L'attraente e sorridente locandiera si rivolse al cameriere alle sue spalle che, nonostante avesse la scopa in mano e polvere e briciole si accumulavano sul pavimento, non sembrava dare segni di vita, pareva quasi un fantoccio, uno stanco lavoratore che, stremato dai propri turni massacranti, era addirittura riuscito ad addormentarsi in piedi, sul posto di lavoro. Lei non sembrò farci parecchio caso, chissà che quella situazione non fosse che la normalità e magari quel Junko altri non era che un povero ebete, un sempliciotto non particolarmente brillante, in termini di Qi e capacità cognitive e di ragionamento, ma che, con i suoi tempi, era in grado di assolvere a quella più semplice mansione. La coppia non ebbe comunque modo di lasciargli altro tempo per elaborare una risposta, che dalla trasmittente indossata in precedenza emerse la voce di Ran, la quale, con un tono non del tutto naturale, comunicò lui della pista sospetta e della loro intenzione di seguirla: in teoria la voce della Genin doveva essere udita solamente da lui, in questo modo erano state progettate quelle trasmittenti, eppure la donna sembrò farsi improvvisamente più seria e attenta alle sue espressioni, mostrando un viso ben meno aggraziato e dolce di prima. L'imperativo morale era dunque ovvio: doveva raggiungere i propri sottoposti, probabilmente sarebbero caduti in una trappola e non era per niente sicuro se fossero in grado di cavarsela con le sole proprie forze. Quanto poteva essere cieco, per non capire che era lui quello in trappola? Fece per congedarsi, ma la padrona di casa sembrò subito agitarsi, farneticando di come non potesse abbandonare la Tae-vern senza assaggiare la loro gustosa birra o senza apprezzare alcuna delle sue vivande: il CHuunin fece per voltarsi, ma sentì un sinistro click, dunque guardò la donna, che si era poggiata sul bancone, lo sguardo oramai rivelatore della sua reale natura.
Buon viaggio, Prompto Argentum! AHAHAHAHAHAH! Ti pongo un piccolo... indovinello... Puzzo quando non esisto più e non esistendo più cambio, CHI. SONO? AHAHAHAH!
I piedi persero la presa sul solido e fermo pavimento in legno, che poi tanto stabile non era, dato che si aprì sotto di lui, facendolo cadere in un baratro oscuro, accompagnato dalle risate stridule della criminale e dal verso di sorpresa emanato dal militare. Lo sguardò cadde sul fondo del precipizio: a parte notare la ridotta altezza di quel salto, il cui atterraggio avrebbe potuto egregiamente gestire grazie alla propria capacità di concentrare il Chakra, notò con enorme disgusto una serie di cadaveri in stato di putrfazione, chi più, chi meno, tutti comunque ampliamente ricoperti da vermi di ogni sorta, circondati da un nuvola ronzante di mosche e moscerini, diretta evoluzione dei primi. Represse un conato di vomito, non aveva il lusso né il tempo per lasciar sfogare il proprio organismo per la tremenda visione: il problema non era cedere, in quel frangente, bensì rimanere intrappolato in quello schifo. Accanto lui vi era Junko, il cameriere che, ancora assurdamente immobile, cadeva accanto lui, con la sua scopa ancora in mano: l'impatto al suolo fu, però estremamente differente: se il Chuunin ammortizzò il colpo grazie al proprio fisico e alle sue competenze magiche, l'altro si infranse in un'esplosione di vetro e legna, svelandosi esattamente per quello che era, un fantoccio.
E questa è la fine del povero Junko.. Poco male, quel posto faceva schifo...
La luce che aveva inondato quel cimitero tutt'altro che dignitoso stava progressivamente scemando, segno che il meccanismo della botola si stava disattivando, celando nuovamente quella scena dell'horror a buio e all'oblio che le spettava. Ma se i cadaveri privi delle proprie mani non avrebbero fatto tanto caso a quel tipo di trattamento, il Kiriano non poteva che non condividere quell'atteggiamento passivo e vittimista. Avrebbe continuato a sfruttare l'energia sotto i propri piedi per guadagnare dei preziosi metri, mentre legava un'estremità del proprio filo ad uno Shuriken, così da lanciarlo contro il soffitto, in modo da avere un appiglio sicuro cui reggersi, una corda da scalare fino alla cima, fino al proprio obiettivo. Purtroppo per lui, sembrava proprio che non avrebbe fatto in tempo, se si fosse basato esclusivamente sul proprio fisico, quindi, nel mentre della sua ascesa, avrebbe emanato due Impulsi lineari, volti contro le "ante" che costituivano la porta della botola, con la speranza che il duplice attacco, combinato, potesse almeno creare un pertugio cui sgattaiolare, se non infrangerle completamente in mille pezzi. Se fosse riuscito nella sua impresa, avrebbe raggiunto la superficie, preparandosi a difendersi da un quanto mai scontato agguato, essendo i suoi avversari in una posizione di vantaggio rispetto a lui.
Puzzo quando non esisto più e non esistendo più cambio.. Ma che ne so, questo posto di merda? Tranquilla che adesso lo rado al suolo..
Puzzo quando non esisto più e non esistendo più cambio.. Deve essere la vita! I nuovi amici di Junko sono la dimostrazione del primo punto, perdendo la vita, e lasciati così, nell'incuria, il corpo comincia a puzzare, e quest'ultimo, senza la prima, comincia a decomporsi, cambiando il proprio aspetto, perdendo le proprie funzioni... Questa non ci sta con la testa!
Quella era l'ennesima, se ancora ce ne fosse bisogno, dimostrazione della natura di Prompto, non riusciva a non parlare prima di pensare. Probabilmente era arrivato alla soluzione dell'indovinello, eppure non aveva avuto modo di esprimersi, dato il suo logorroico ciarlare, trattando tutto e niente nel medesimo momento. Non che rispondere correttamente avesse una valenza, in quel posto, non era un gioco a premi, non si trovava di fronte alla sfida finale, il cui esito lo avrebbe arricchito e lasciato nelle medesime condizioni. Qui in gioco c'era probabilmente la sua vita, e solamente le sua abilità militari avrebbero potuto decretarlo vincitore e perdente.
[...]
Bip. Ancora una volta la trasmittente prese vita, ancora una volta la voce di Ran ne emerse, distorta in parte dalla tecnologia. Una domanda semplice, la sua, a cui rispose ancor più semplicemente e sinteticamente.
Le querce ed i cipressi ci coprivano oramai completamente e nell'aria si sentiva quel tipico odore di umido della vegetazione fitta. Quei cipressi e querce erano certamente la casa di un qualche animale che, da lontano, sentivamo parlare la propria lingua fatta di versi a noi incomprensibili. Era un ambiente che di solito non mi avrebbe fatto paura e che, forse, mi avrebbe accolto come fosse casa mia... ma non quella volta. Le gocce di sangue di un rosso intensissimo risaltavano come rubini sfaccettati sul verde dell'erba, e noi ci limitavamo a seguirle, facendo crescere intorno a noi un reticolo di paura oramai vivida e tangibile.
Chissà se Prompto ci avrebbe mai trovati, e chissà se si trovava in difficoltà. La sua mancata risposta al messaggio che gli comunicai mi diede due possibili preoccupazioni: la prima, si trovava già in pericolo; la seconda, per qualche strano motivo il mio messaggio non era stato correttamente ricevuto... Pazienza. Oramai ci eravamo dentro fino al collo e non c'era altro che era possibile fare.
CITAZIONE
~ Siamo arrivati ad un punto di non ritorno! Ran, stammi vicino ed occhi aperti! Troviamo Hun Huryu!
Capii perfettamente il messaggio. Anche il mio compagno aveva capito che fingere di essere ingenui poteva essere una tattica vincente. Così mi voltai verso di lui, gli feci un occhilino avendo cura di non esser vista e asserì con una voce abbastanza decisa e forte da essere sentita chiaramente intorno a me. Poi proseguimmo a seguire il percorso fatto di fili d'erba macchiati di rosso.
Le macchie si interruppero. Pochi passi più avanti di me, uno strano scintillio tra l'erba, al quale purtoppo Kenji finì addosso prima che potessi avvisarlo: si rivelò il marchingegno di attivazione di una trappola. Fulmineamente alzai gli occhi: le cose che ebbi appena il tempo di visualizzare furono: un laghetto, che rifletteva un'immagine funesta. Appeso ad un albero un uomo di mezza età, denudato e deturpato nel viso e nel corpo da un sadico essere disturbato nell'animo che lo aveva privato degli occhi ed in compenso lo aveva munito di molte più mani...
CITAZIONE
~ Chi ha fatto questo deve avere il cervello guasto! Io sono a favore dell' uccidere, ma non del prendersela anche con i cadaveri di coloro che si uccide, questo invece sembra si sia divertito nel farlo, dal modo in cui l' ha lasciato in bella vista!
Com'era prevedibile dal suo essere, l'emozione che primeggiò in Kenji alla vista di un tale macabro spettacolo fu quella della rabbia. Beh... la mia fu ben più strana. Non avevo mai visto la morte di un essere umano. L'avevo vista certamente di molte piante, animali, ma mai di un mio simile. Come reagivo alle morti di un germoglio di mangrovia? Con rabbia e frustrazione, così come il mio amico Kenji reagiva per la morte di un altro uomo. Una reazione esagerata per una "stupida" pianta? Può darsi.
Beh quando vidi quel povero cadavere senza vita, con tutte quelle mani attaccate, a me venne... da ridere. Trovai il tutto quasi artistico, in realtà, ma sicuramente esilarante. Stavo per scoppiare in una fragorosa risata ma riuscii a contenermi per non apparire assolutamente pazza... mi limitai ad un sogghigno, che riuscii immediatamente a ricomporre in un espressione seria e fintamente preoccupata riassunta in delle epigrafiche parole.
~Già. E' terribile.
Un candido foglio di carta di riso ci piovve addosso, distraendo la nostra attenzione da quel quadro tinto di colori lividi. Era un foglio con su una breve scritta, che Kenji prese in mano e lesse, scandendo bene le parole.
CITAZIONE
Vivo per un istante, ma rimango a lungo. Chi sono!?
Ci fu un momento di esitazione, ma dopo qualche istante la risposta fu chiara per entrambi.
CITAZIONE
~ UNA BOMBA! ATTENTA RAN! FUGGI!
Mentre Kenji pronunciava queste parole, istintivamente composi i sigilli dell'ultima tecnica che avevo imparato: la tecnica della Gorgone, con la quale avrei dovuto evitare l'espansione orizzontale di un qualsiasi ordigno, limitando i danni da subire. Kenji scelse la via inversa: quale migliore scudo se non la terra sotto di noi?
✽ ❁✽ ❁ ✽❁ ✽ ❁ ✽
L'esplosione cessò. Il mio primo pensiero fu quello di recuperare la trasmittente, premere il tasto e comunicare con Prompto.
~E' chiaro che qualcuno vuole ucciderci, Prompto. C'è stata una bomba, ma sono ancora qui a parlarti. Ti è successo qualcosa? Stai attento, per favore. Dove ti trovi?
Io vengo dalla luna che il cielo vi attraversa e trovo innopportuna la paura per una cultura diversa
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La piega che presero gli eventi non era nei piani che si erano prefissati i committenti della missione e nemmeno chi vi partecipava. Il pauroso pericolo della morte, della fine di tutto, stava attraversando i cuori dei poveri ragazzi capitati in quella che sembrava uno dei peggiori film dell'orrore. Lo sapeva Prompto, il Chunin di Kiri con l'arte degli impulsi che aveva appena scoperto la responsabile di quegli atroci avvenimenti e lo sapevano anche Kenji e Ran che avevano sfiorato la fine per un soffio grazie a un formidabile intuito e un meno formidabile meccanismo di difesa che li ha spinti ad allontanarsi dall'esplosione in maniera individuale, decisamente poco consono alla situazione, ma sicuramente efficace. La Senju aveva subito comunicato l'evolversi della situazione al loro capitano che purtroppo aveva altro a cui pensare. Eshia, la locandiera del Tea-vern, l'aveva messo in trappola. Una trappola da cui era uscito con maestria e con un buon uso delle sue abilità particolari.
Oooh. Non posso dire che sei bravo con gli indovinelli, ma almeno la tua kekkei genkai la sau usare bene. Impulsi, vero? Decisamente interessante, quasi eccitante a dire il vero. Però non è sufficiente...
La donna rise di fronte al Chunin appena tornato in superficie e si preparò a mostrare le sue carte.
Attendevo con ansia questo momento... Sei PROMPTO!? AHAHAHAHAH!
Compose il sigillo della Tigre e caricò una grande quantità di chakra nei polmoni e poi lo sputò fuori sotto forma di un drago di fuoco!
E così che fate voi ninja, vero? "Katon: Gouryuuka no jutsu!" AHAHAHAHAH!
Beffarda e contenta di prendere in giro i cliché sugli shinobi, come se i suoi poteri fossero diversi. Un clown con una bellezza stupefacente, o almeno così sembrava...
[...]
Intanto dopo l'esplosione del cadavere-bomba, l'area di Ran e Kenji era diventata un macabro spettacolo di rosso e bordeaux ovunque. Colori danzanti con la morte in quella natura contaminata dalla violenza della deflagrazione. I due Genin l'avevano scampata bella, ma i problemi non finivano lì. Della nebbia fittissima iniziò ad invadere la zona, per di più esplosero dei fumogeni Molto probabilmente chiunque abbia preparato la trappola, si era assicurato di non far vedere nulla alle sue vittime nel caso fossero sopravvissute all'esplosione. Ran e Kenji non avevano modo di vedersi in quella condizione, era peggio di essere inghiottiti in una normale nebbia, non si poteva avere percezione della propria posizione. Poi improvvisamente parlò... Kenji!?
Dannazione... Ehi! Ran! Mi senti? Sono proprio dritto davanti a te!
La voce di Kenji rieccheggiò in quell'inferno della cecità ed effettivamente si trovava nella posizione da cui era uscito prima dal terreno. Però ovviamente qualcosa non tornava... Un'altra voce di Kenji, stavolta a pochi millimetri dall'orecchio di Ran sembrava sussurrarle qualcosa che sembrava più vero.
Aspetta Ran, sono io il vero Kenji. Il nemico deve aver usato qualche trucco per confonderci! Seguimi, andiamo per di qua e usciamo da qui!
Le sfiorò il polso come fosse un cenno delle sue intenzioni, ma il problema è che l'impostore stava giocando molto d'astuzia e capire chi potesse mai dire la verità era quasi impossibile. Prompto aveva bisogno di supporto, ma loro dovevano prima di tutto eludere una nuova trappola che colpiva la mente e non necessariamente il corpo.
Allora, vi rimprovero il fatto di essere stati un po' auto-conclusivi. Avete deciso deliberatamente che ciò che vi accadeva lo superavate con successo. In ogni caso adesso Ran e Kenji vivono questa situazione di nebbia e fumo in cui c'è un altro Kenji o forse due. Prompto si deve difendere dall'attacco di Eshia
Un fascio di luce ed io, prontamente, dopo aver avvertito la mia compagna Ran del pericolo, riuscì a rifugiarmi nel sottosuolo. Immerso in quell' oscurità i miei sensi si affinarono, riuscivo a percepire ogni minimo spostamento del terreno, infatti riuscì a sentire quel tremore dell' esplosione che mi convinse di aver fatto la deduzione corretta. Non volendo cadere in qualche imboscata mi allontanai di qualche metro per riemergere in superficie nascosto dietro un albero, però una volta emerso mi ritrovai perso in una coltre di nebbia fitta, a tal punto da non riuscire a vedere ad un palmo del mio naso.
" Doveva esserci una seconda carica però fumogena, in questo modo, in caso ci salvassimo, ci avrebbe potuti distrarre ed attaccare di soppiatto nascosto in questo spesso manto bianco. "
Non riuscendo a vedere niente non potevo che camminare nella speranza di trovare la strada giusta, ma neanche dopo aver fatto un passo, sentì una voce parlare nella nebbia, c'era solo un problema... era la mia!
Dannazione... Ehi! Ran! Mi senti? Sono proprio dritto davanti a te!
A quel punto capì la strategia del nostro nemico, dividerci, ingannarci con questi strataggemmi e poi eliminarci nell' ombra, ma non glielo permetterò!
RAN! NON SONO IO QUELLO CHE TI HA PARLATO UN ATTIMO FA! IL NEMICO CI VUOLE SOLO INGANNARE! NON FIDARTI DI NESSUNO CON LA MIA VOCE! IN UNA SITUAZIONE COME QUESTA PUOI FARE SOLO UNA COSA...
Presi un attimo il fiato e poi continuai dicendo:
ATTACCA CHIUNQUE SI TROVI ATTORNO A TE CON LA MIA VOCE! IO SONO ABBASTANZA FORTE DA RESISTERE MA IL NOSTRO NEMICO INVECE NO!
Feci altri due passi in avanti per cercare di avvicinarmi, ma al secondo passo stavo per perdere l' equilibrio, avevo scivolato su qualcosa, così calai la mano al suolo e toccai qualcosa dalla consistenza strana per essere un terreno erboso; avvicinai la mano al viso e vidi che era ricoperta di sangue...
SANGUE?! AVETE OSATO INQUINARE QUESTO POSTO CON QUESTO SCHIFO?! ADESSO PURIFICHERÒ DI NUOVO QUESTO LUOGO E VI TRAVOLGERÒ CON LA MIA IRA!
Le mie parole sarebbero state sentite anche da Ran che, avvertendo il pericolo imminente, avrei composto velocemente i sigilli e impastando a dovere il chakra avrei tentato di utilizzare la tecnica Yoton:
" Yoton Geyser no Jutsu! "
Se fossi riuscito nel mio intento avrei utilizzato la tecnica sotto i miei piedi, in questo modo l' avrei usata come propulsore per saltare in cima all' albero più alto che avevo vicino, circa 3 metri, e da lì avrei potuto vedere tutto l' ambiente che veniva ricoperto di lava e chiunque fosse nascosto dentro la nebbia sarebbe dovuto uscire allo scoperto se non voleva finire sciolto come gelato al sole.
R: 150 S: 140-18= 122 A&J: - Tecnica del Geyser di Lava sotto i miei piedi per farmi lanciare sulla cima di un albero alto 3 metri ed per inondare tutto l' ambiente di lava
L'ascesa del giovane Prompto si risolse in un successo, la combinazione di arti magiche ed utilizzo dei suoi attrezzi Ninja aveva avuto la meglio sul diabolico trabocchetto, che l'aveva visto sprofondare nelle viscere della terra, un salto meno profondo e pericoloso di quanto non apparisse all'esterno, o forse così apparve agli occhi del Chuunin, in base all'esperienza che stava lentamente accumulando, giorno dopo giorno, incarico dopo incarico, mostrando sempre più talenti, ma evidenziando anche delle profonde lacune, cui avrebbe posto rimedio nel tempo: d'altronde il suo percorso era solo agli inizi, e all'età di 16 anni poteva già vantare quell'ambito titolo, forse la promozione più difficile da conseguire, ed una volta scavallata la vetta non poteva che essere tutto in discesa. Facendo forza sulle sue braccia, il giovane era riemerso da quella che doveva essere la sua indegna sepoltura, passando attraverso il varco creato sfruttando la sua particolare abilità Innata, la peculiare capacità di combinare il Raiton ed il Fuuton in una maniera del tutto inedita ed originale, con il risultato di creare degli Impulsi: non aveva mai compreso interamente la natura di quell'arte, non aveva trovato tracce di essa nei vari tomi della biblioteca del Villaggio né aveva mai incontrato nessuno forte del medesimo potere, con cui condividerne i segreti.
Oooh. Non posso dire che sei bravo con gli indovinelli, ma almeno la tua kekkei genkai la sai usare bene. Impulsi, vero? Decisamente interessante, quasi eccitante a dire il vero. Però non è sufficiente...
Rimase sorpreso dell'esternazione dell'Eshia, la bella quanto crudele locandiera, rivelatasi autrice degli atroci smembramenti, i cui resti giacevano mestamente nelle viscere della terra, nelle cantine di quella macelleria di essere umani. Ma non era quella la parte che lo aveva colpito realmente: nella sua breve esternazione, la donna aveva citato la sua Innata, come se avesse già acuto modo di osservarla e oramai ne avesse una certa familiarità, tanto da poterla riconoscere anche in quella circostanza, il cui utilizzo era passato un po' in sordina, sviluppandosi nel sottosuolo e manifestando solamente i suoi effetti, l'esplosione del legno della botola, in superficie.
Come fai a conoscerla? Hai incontrato qualcuno con lo stesso potere? Chi? Parla!
La donna esplose in una fragorosa risata, ignorando, almeno per il momento, le domande del Ninja che aveva ben altro da fare che indagare su quel mistero, cui era rimasto tale sin dallo scaturire di quell'arte, poiché non era riuscito ad incontrare nessun suo simile, con cui condividerne i segreti. La locandiera dalla pelle scura unì le mani nel sigillo della Tigre, cosa alquanto sorprendente, segno che ella fosse in grado di impastare il Chakra e di incanalarlo per l'attivazione di specifici Justu: inspirando profondamente e riempiendo i gas la sua cavità toracica, gonfiando enormemente le sue dimensioni e deformandone e linee, la criminale innescò quell'energia che, come una scintilla, fece deflagrare quell'alto contenuto di ossigeno, incanalandolo però nelle sue cavità anatomiche ed espirandolo sotto forma di un drago infuocato, le cui fauci pericolosamente insidiavano il Kiriano, divorando e inglobando tutto ciò che gli si parava davanti. Colto di sorpresa e in assenza del necessario tempo, data la ridotta distanza fra i due, per elaborare delle strategie elusive complesse, il Chuunin d'istinto avrebbe risposto alla Tigre con il Coniglio - scelta che, secondo i rapporti di preda e predatore, pareva fallimentare in partenza - concentrando anche lui il Chakra a livello dello stomaco, per poi convertirlo sotto forma di Raiton, e quindi emetterlo sotto forma di un fascio di luce, di un pericoloso fulmine, come una lancia scagliata contro la belva feroce, con l'obiettivo di infilzarla ed abbatterla. Se fosse stata una mossa efficace, l'imminente scontro fra i due Justu lo avrebbe presto evidenziato. Sicuramente era una mossa azzardata, sia per la salute di Eshia che per la sua: l'entità del colpo avrebbe potuto facilmente generare un'onda d'urto tale da generare un'esplosione di importante entità, capace di eradicare il legno e la pietra di cui era costituito il locale, figuriamoci gli effetti nefasti che il contraccolpo avrebbe potuto suscitare sul ragazzo.
E' chiaro che qualcuno vuole ucciderci, Prompto. C'è stata una bomba, ma sono ancora qui a parlarti. Ti è successo qualcosa? Stai attento, per favore. Dove ti trovi?
Una bomba? State tutti bene? Io sono. bloccato, in questo momento.. Dovete cavarvela da soli, cercate di capire chi c'è dietro all'agguato, io cerco di fermare l'artefice di tutto questo casino..
Interruppe rapidamente la comunicazione con i propri sottoposti, doveva rimanere concentrato e concludere ciò che aveva promesso loro, ovvero quello di neutralizzarla o, meglio, catturarla in modo da poterla interrogare in un momento successivo, in un posto sicuro e lontano da qualsiasi tipo di trappole o pericoli. E per fare questo, i due Genin dovevano fare la loro parte, in primis difendendosi da soli dal loro misterioso assalitore.