[Allenamento] Chapter One ~: C'è alchimia con queste acque

Cloud S. Chinoike

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    Il sole quel giorno era particolarmente alto nel cielo, faceva senza dubbio un gran caldo, cosa che favoriva un vestiario leggero e poco elaborato, seppur il trasher non sembrava di questa stessa idea. Cloud infatti vestiva di una maglietta estremamente oversize dalle maniche però di diversa lunghezza: una -quella sinistra- copriva per intero il braccio e l'altra -quella di destra- restava a tre quarti, tutta nera come la notte più oscura nonostante il colore attirasse maggiormente il caldo sul suo figuro, cosa che comunque non pareva dargli fastidio. Nemmeno una goccia di sudore bagnava la sua fronte e/o il suo volto, dall'espressione pacata ed impassibile come sempre. Non dimentichiamoci poi dei bracciali e delle borchie varie ai polsi, mentre i Jeans strappati alle ginocchia concludevano il look odierno assieme a degli stivaletti da punk. S'aggirava per il villaggio esattamente vestito così, degli sguardi della gente dopotutto se ne fregava, figuriamoci se un egocentrico del genere potesse dar peso a cose del genere, gironzolando per le vie delle acque calde a testa non alta, di più. Lo sguardo cremisi viaggiava di passante in passante, di certo anche i vari piercing e tatuaggi non aiutavano a renderlo più sobrio, ma lui sembrava godere di quella fama che l'aveva etichettato come soggetto "strano e pericoloso". Perché si sa, uno così può solo essere strano e pericoloso per i tempi che correvano. Seppur Yugakure si diceva essere un paese neutro, negli anni a seguire dalla scomparsa di Zero, non era diventato altro che un luogo di preghiera per chiunque si professasse essere un discepolo del culto di Jashin. Esatto, proprio quel deficiente lì. Il trasher nemmeno s'interessava a certe cose, aveva semplicemente mostrato quella bella faccia che tanto piaceva solo per ottenere un grado che gli avrebbe permesso una vita più indipendente e sfrenata, figuriamoci se un paese teocratico com'era quello delle acque calde poteva rappresentarlo a dovere. Al solo pensiero gli salivano diversi brividi lungo la schiena. D'istinto sputò persino a terra, come ad infangare quel luogo ritenuto profano dai Jashinisti.

    MMMMMerdacce venite a prendermi, col cavolo che pulisco lo sputacchio.

    E via di gestacci ed imprecazioni che non staremo di certo qui ad elencare. Iniziava ad incedere nuovamente solo dopo essersi assicurato un'ammonizione, sia dai cittadini, sia da quelle poche autorità che vigilavano sul luogo. Dopotutto era un villaggio di poco conto, chi se lo cagava? Suvvia, se Jashinisti e company potevano fare ciò che più gli aggradava, anche il figlio dello scemo del villaggio sarebbe arrivato alla conclusione a cui Cloud era giunto da tempo. Non è che se ne voleva andare, sia chiaro, semplicemente voleva cambiare le cose. Di certo non credeva in cose come il dio Jashin o cazzate simili, se proprio doveva utilizzare del sangue avrebbe trovato sicuramente un modo differente di usarlo. In questo il cognome che portava lo avrebbe aiutato, seppur dei suoi genitori ad oggi ne abbia perso le tracce. Nemmeno si chiedeva dove fossero, d'altronde con un padre mercante cosa ci si può aspettare? Se poi è l'unico del clan che è riuscito a non sviluppare i poteri, figuriamoci.

    Che deficiente.

    Pensieri che fluivano sottoforma di parolacce. Manco se ne accorgeva, troppo concentrato a scaricare il nervoso nelle mani ben strette a pugno. In tutto questo tempo s'era persino già quasi dimenticato dell'ultimo compito che il sensei dell'accademia gli aveva lasciato. A testimoniare quanto realmente gli fregava di quel posto, c'era il fatto che nemmeno si ricordava del nome del ninja che gli aveva insegnato quel poco che c'era da sapere per diventare un semplice e banale genin. Però, senza ombra di dubbio, quell'ultimo compito era qualcosa d'importante. A far da promemoria, il trasher aveva ricevuto da quest'ultimo un particolare foglietto bianco panna, il quale non riusciva però a categorizzare come quadrato o rettangolo. Della serie: "mica ho sbatti di misurarlo, eh." Su questo, c'era scritto..

    Cazzo, sono nato proprio in un villaggio di coglioni. Poteva almeno scriverci sopra cosa avrei dovuto farci.

    Esatto, non c'era scritto niente di niente e le super volgarità ne erano la prova. Faceva spallucce di continuo, un vero e proprio menefreghista. Aveva, tra le altre cose, appena recuperato il celebre foglietto da una della tasche di quei Jeans strappati (ci mancava solo che lo perdesse -ndr-.), giocandoci come giocherebbe con un semplice insettucolo qualunque. In tutto questo s'era fatta però l'ora del pisolino pomeridiano, dopotutto mica poteva scervellarsi senza aver ricevuto la propria meritata dose di sonno, no? Una mente brillante com'era quella di Cloud aveva bisogno di riposo per meglio elaborare un piano. Dopotutto andare a chiedere era per scemi, non credete? Si, certo. Insomma, in quel di Yugakure c'era chi pregava Jashin e chi lo imprecava... proprio come il Trasher.

    TO BE CONTINUED.
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    Continua nel prossimo post.
     
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    Come decise esattamente poco prima, Cloud si stava dirigendo oltre le vie principali del villaggio. Non ci volle poi molto a scavalcare la staccionata da parte sua, la quale lo avrebbe finalmente portato in una delle poche aree verdeggianti che il posto presentava, oltre quel ammasso di culti e luoghi addetti alla preghiera. Si teneva alla larga da quei cosiddetti "luoghi da visitare" sin da quando era stato costretto a vivere per strada. I suoi dopotutto come detto prima erano sempre in viaggio, abbandonandolo il più delle volte a sé stesso. Non li odiava per questo, ma tutto ciò aveva favorito a far accrescere in lui un carattere fin troppo forte e ribelle, decisamente in contrasto con le leggi vigenti in quel di Yugakure. A momenti si scordava pure il volto dei propri cari, ma lui non se ne preoccupava affatto, aveva solo poche vie da percorrere, e quella del ninja solitario e fatto da sé di certo lo aggradava e non poco. Senza contare che da sempre, gli adepti del culto di Jashin, avevano sempre cercato di reclutarlo. Probabilmente vedevano in lui qualcuno di estremamente interessante, ma da persona interessante che era, aveva preferito scontrarsi con quest'ultimi sin dal principio. Ma questa era un'altra storia e non sono qui per raccontarla, non ancora almeno. Avanzava lento tra l'erba alta che ne accarezzava stivaletti e buona parte dei jeans, fortunatamente questo non limitava i movimenti al trasher, ma poco ci mancava che i filamenti erbosi superassero il ginocchio dello stesso. Le scarlatte fissavano oltre l'orizzonte, per l'esattezza si soffermarono pure qualche istante più del dovuto su di un vecchio centenario arbusto, con tutta probabilità sua meta ed obbiettivo. Sembrava conoscerlo bene dal risolino che presto spuntò tra le proprie labbra sottili, anche se non era difficile giungere al perché di tale contentezza ben celata. Senza dubbio gli avrebbe fornito un'ottima riparazione da quel sole che a poco a poco si faceva sempre più cocente. Le prime goccioline di sudore iniziavano a solcarne la fronte priva dell'oggetto che -superata l'accademia ninja- dovrebbe pendere su di essa, ma alternativo com'è, aveva preferito legarselo alla coscia destra { il coprifronte ndr}. La luce veniva ovviamente ben riflessa dall'oggetto metallico, smettendo di brillare solo quando l'ombra dell'albero vinse sul resto. Era un ciliegio. Nonostante la stagione già qualche fogliolina rosea giaceva ai suoi piedi, le quali avrebbero senza dubbio fornito un favoloso letto naturale. Si sedette con la schiena proprio contro il legno, percependo per la prima volta nel corso della giornata una lieve ventata d'aria. Calda, ovviamente, ma pur sempre corrente. Era ormai da mezz'ora che non apriva bocca, girandosi e rigirandosi tra le mani quel foglietto di carta che, sicuramente, sarebbe servito a dargli delle risposte per il futuro? Ma quali? A questo non aveva risposta. Se poi però aggiungeva il solito pizzico di fortuna e la sua solita attitudine a recare danni alle cose preziose o meno, si sarebbe ottenuta un'ottima combo.



    TO BE CONTINUED.
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    L'albero di ciliegio sembrava quasi danzare alla mercé di quel leggero vento passeggero, lasciando che quei rosei petali potessero ricoprire l'area nei dintorni. Il pezzo di carta continuava ad essere passato di mano in mano, prima nella sinistra, poi nella destra, e così via per un numero infinito di volte. L'utilità era ancora sconosciuta, sfortuna inoltre voleva che la pazienza del trasher non era nemmeno tra le più ferree e forti. Dettagli, solo semplici dettagli. Il silenzio regnava palesemente sovrano sul luogo che, a differenza di tutti quei punti culturali che la città presentava, quest'ultimo era l'unico considerato arcano da Cloud. Sapeva che qui avrebbe potuto trovare delle risposte, l'attesa ahimè faceva solo parte del rituale. Quest'ultimo non lo compiva affatto solo, dopotutto seppur avesse intenzione di riposarsi gli occhi, qui era solito venire a trovare un personaggio in particolare. Come avrete intuito, l'albero era la tana di un soggetto che il Trasher conosceva molto bene, un'amicizia nata nel principio anni addietro e coltivata col tempo. Tra le radici e il terreno, nascosto da quel cumulo di foglioline rosee, si poteva appena intravedere una fessura che, a insaputa dei più, altro non era che un passaggio segreto per un nascondiglio altrettanto sconosciuto. Un leggero sorrisetto sornione si palesò tra le labbra dell'illusionista di Yugakure, mentre la mano destra andò celere a sistemarsi una ciocca di capelli.

    { Esci fuori, Tahiti. Inizio ad annoiarmi da solo. }

    Sembrava abbastanza certo di aver raggiunto l'orecchio di questo tale, tanto da portare or ora lo sguardo cremisi ben saldo sull'entrata al nascondiglio, mentre attendeva dunque che quest'ultimo si palesasse. Le foglioline che nascondevano il tutto subirono un leggero tremolio alle parole del trasher, sopracciglio che per un attimo si inarcò, lasciando che il tempo possa mostrare cosa realmente celasse alle autorità di Yugakure quell'imperioso albero di ciliegio. D'un tratto, proprio dalle foglie menzionate più e più volte, uscì lentamente una figura snella ma formosa nei punti giusti, dai lunghi capelli viola e con degli occhiali graziosi che celavano uno sguardo furbo e particolarmente spaventoso per certi versi. Era vestita con un lungo vestito nero e, probabilmente, nient'altro. Portava giusto delle buffe infradito (stile Jiraya per intenderci) ai piedi, mentre la biancheria intima non era affatto il suo forte, ma il vestito ovviamente nascondeva tutto. click. Si, una donzella.

    { Hai davvero svegliato la tua cugina preferita? Spero tu abbia un buon motivo, Cloud. }

    Lo sguardo cremisi si scontrò da subito con quello della cugina, perché si, seppur si parlava di amicizia poco prima, il legame di sangue non era un fattore da poter tralasciare. Tahiti presentava occhi simili a quelli del trasher, eppure nonostante l'appartenenza al clan aveva sviluppato un altro potere nel corso del tempo. Era senza dubbio più grande di almeno dieci anni rispetto a Cloud, lo si vedeva anche solo dal portamento elegante che mostrava, stessa cosa per l'attitudine. Probabilmente ne aveva di strada da percorrere il Chinoike più piccolo. Eppure non sembrava per nulla spaventato, anzi, pareva essere maggiormente più sicuro di sé ora che l'aveva di fronte.

    { Tsk } sbuffò arrogantemente, mentre il sorriso ancora non accennava a sparire. { Sai qualcosa sull'utilità di questo stupido foglietto? }

    Ovviamente non tardò a passare il foglio all'altra, la quale lo prese senza indugiare, girandoselo a sua volta tra le mani come se quelle gesta fossero un mero vizio di famiglia. Sorrise, di gusto oltretutto, come a voler far capire quanto realmente possa essere stupido il nostro giovane trasher. Ovviamente non mancherà di farglielo notare. Prima cosa lo additò chinando il capo, gonfiò persino il petto nel tentativo di farsi maggiormente grossa e spessa agli occhi del suo pupillo perché, seppur lo nascondesse, questo era per lei il nostro Cloud.

    { Ma che sei scemo? }

    Si, ovviamente stava proprio cercando di imitarlo, sia nelle movenze, sia nel tono di voce, per questo tutto quel gesticolare, senza dubbio tipico di lui. Sputò persino a terra, mettendo così la ciliegina sulla torta. L'illusionista potette solo stare a guardare, in silenzio, assottigliando lo sguardo solo a farle capire quanto in realtà gli desse fastidio essere preso in giro.
    Prese un bel respiro a pieni polmoni che, seppur forzato, lo aiutò a mantenere la calma. O almeno questo si sperava. Sorrise persino d'istinto, chinando il capo e additandola di sua iniziativa, proprio come ella aveva fatto in precedenza.

    { La prossima volta che mi prendi per il culo } breve pausa, giusto il tempo necessario per portarsi le dita della mano destra alla bocca. Se le leccò pure con una qual certa enfasi, un gesto disgustoso che, però, rese senza dubbio l'idea. { ti uccido. }

    Nulla, non avete sentito o visto niente, semplici screzi tra cugini di campagna(?). In ogni caso, a quelle parole, Tahiti sembrava furiosa, motivo per cui, senza spiegare e senza attendere oltre, con una semplice quanto passeggera concentrazione, fece bruciare il foglietto con il proprio flusso di chakra. Apparteneva alla categoria del Fuoco, si. La pecora nera della famiglia probabilmente, questa era Tahiti. Trasher che comunque rimase abbastanza impassibile alla vista di quello era appena accaduto, sorridendo però per farle capire che, ovviamente, non servivano ulteriori parole. Aveva capito. Sapeva cosa fare ora.

    { Spero tu ne abbia un altro, ho una certa fretta. Devo diventare un ninja più forte di te, lo hai forse scordato IDIOTA di una cugina? }

    Ah, la famiglia.

    { Certo, brutto rincoglionito. E' qui che il mercato nero si rifornisce di questi stupidi foglietti, non a caso è possibile ricavarli persino da questo ciliegio. IDIOTA. Tieni, sono curiosa di vedere se potrai davvero diventare l'illusionista che voglio. }

    Un altro nuovo foglietto era appena tornato tra le sue mani. Lo fissò per secondi che sembravano interminabili, sole che superando i rami fece brillare tutti i piercing che il suo corpo potesse mostrare, dandogli l'input che serviva a far accendere la scintilla. S'era concentrato, questo era senza dubbio un dato di fatto, dando così sfogo al proprio chakra che, per un istante solo, fece tremare quello speciale foglietto che racchiudeva nella mano destra. Quest'ultimo, all'improvviso, si bagnò, creando una leggera fuoriuscita d'acqua che cadde sul terreno sotto forma di gocce. Si, avete letto bene, acqua. La cugina rise ancora, avvicinandosi poi.

    { Interessante, veramente interessante. Allora sei diverso da quel demente di tuo padre.. magari potresti davvero far tornare il nostro clan allo splendore d'un tempo. Io ho perso i miei poteri in questa missione e sono dovuta scappare, tu che farai eh? Ne sarai in grado? No, ovviamente non ancora. Cresci ragazzino, ora come ora sei giusto pronto ad iniziare il tuo percorso. Il tuo chakra come vedi è ancora instabile, hai bisogno d'allenamento per usare il tuo elemento. Viaggia, e quando avrai bisogno rifornisciti da me. Dobbiamo riprenderci Yugakure, lo sai, ed io ho bisogno che tu cresca. }

    Un nuovo sipario a quanto pare sembrava aprirsi sulla strada di Cloud, il quale ora era decisamente pronto ad iniziare la propria primaria missione. Sotto la luce di quel sole cocente era pronto ad apprendere di più sul suo elemento, così com'era pronto ad espandere i propri poteri, pronto a risvegliare la sua innata abilità, pronto a fare tutto ciò che poteva essere in suo potere per adempire a quello che sin da piccolo aveva sognato con la cugina. Prendersi il mondo, con tutto quello che c'era dentro. Assetati di sapere più che di potere, ma quanto poteva essere sottile la linea che divideva questi due concetti? Chissà, in ogni caso il trasher avrebbe avuto il suo gran da fare.

    { Come sei tragica. Mi pare di averti fatto una promessa tempo fa. Ci riprenderemo ciò che ci spetta, quest'idioti Jashinisti hanno i giorni contati. }

    Poi si mise a ridere, un'eco assordante susseguito dal ghigno della cugina, lasciando calare il buio su questa prima avventura.

    THE END FIRST CHAPTER



    my soul ; my dream ; my blood
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    Nonostante la fatica cosmica per riuscire a leggere il code, niente male. 32 exp e sblocco approvato
     
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