Lezioni Accademiche di Naofumi

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    Non che ci sia un granchè da dire su quel che succede nell'Accademia di Hekisui. Le sessioni delle ultime lezioni si stanno divulgando anche in questo momento, in quella che è la primavera. Ormai il mese di Mezuki sta volgendo velocemente al termine e mancano ancora pochi giorni alla prossima festività e per qualcuno chiudere l'anno Accademico con una promozione. O evitare di dover rifare gli interi corsi e finire soltanto a dover ripetere l'esame per quel qualcuno che non riuscirà a superare in questo momento.
    L'Accademia, in questa strano pomeriggio, è ben diverso dall'essere vuota. Insomma, le personcine popolano quella che è l'ingresso, l'androne e tutto ciò che si avvicina a quella che è l'integrità della struttura. No, non ci sono lezioni, ma è periodo di Esami, ed i ragazzini di tutte le età sono presenti e pullulano tra banchi vuoti e quella bacheca su cui sono segnati, con Kanji immensamente ordinati, tutti i presenti e papabili alle prove di cui sottoporsi, con indicata l'aula dove recarsi.
    Il cielo pomeridiano è uno di quelli sgombri di nuvole, con una giornata dalla frescura piacevole che si avventura nell'Accademia e per tutti i locali del nuovo polo di attrattiva nato dalla fusione dell'Erba e della Cascata, sotto la nuova guida della pazzerella Inohana Yamanaka. Un cielo stupendo ed un bel po' di tranquillità è diffusa in quel del villaggio. Al momento non succede un granché, se non, appunto, il fermento in quel della struttura.
    Tutti sono invitati dai cartelli a spostarsi nei luoghi a loro destinati, incluso "Naofumi". Un nome piuttosto strano, che però compare con paio di bei Kanji ordinati segnati in rosso. Che sia un ultimo appello o semplicemente una condanna a morte ancora più violenta di quella degli altri studentelli? Rimane soltanto il fatto che accanto al nome c'è un'aula: AH-27.


    L'aula AH-27, come ovvio, si presenta al secondo piano, ala destra, superata la 26 ed un paio di banchi lasciati in disparte, in attesa che qualcuno li occupi per rilassarsi o per ripassare dai propri appunti o da qualche libro raccattato in giro. Insomma, a disposizione di tutti. Si spera che qualcuno sia stato diligente a sufficienza da usarli.
    L'ingresso è un grosso portone in legno rifinito e ricamato in maniera perfetta, quasi come volere della Hekisuikage. Sì, insomma, l'esteta per eccellenza ha dato qualche linea guida di troppo anche nella costruzione degli edifici principali della sua amministrazione e dove verranno forgiati i nuovi membri di quel corpo militare. Passando oltre, anche gli stipiti di legno sono rifiniti in maniera eccelsa, se solo non ci fossero dei graffi qui e lì.
    All'interno appare praticamente come una delle tipiche Aule Accademiche: file di un singolo banco con diversi sgabelli per lungo, tagliate nel centro da degli scalini ed un'apertura concessa agli studenti per passare e sedersi così in una delle sette file ben disposte verso il lungo. L'aula si solleva di qualche gradino, giusto un paio di centimetri.
    Al centro una enorme lavagna nera, con un bel bancone di legno ed una persona. Un uomo, più o meno sulla trentina, con inforcati un paio di occhialini che legge attentamente un volume immensamente grande relativo ad un qualche cosa che non è ben noto sapere. Mingherlino, dai capelli neri e brizzolati, con due bei fondi di bottiglia agli occhi. Nonostante l'aria da nerd, sembra comunque piuttosto carino come ragazzo. La magrezza non è affatto eccessiva, anzi, è contornata da una muscolatura eccelsa e ben definita. Insomma, il secchione allenato.

    - Mh? -

    Mugugna, non ancora chiudendo le pagine dell'enorme libro. Continua la sua lettura con una certa rapidità, permettendosi soltanto di dare una fulminea occhiata prima ad un foglio alle sue spalle e poi direttamente alla porta. Dovrebbero essersi radunate alcune persone, proprio di fronte a quell'aula.

    - C'è Naofumi? Se c'è che entri, se non c'è il prossimo. -

    Eneruzz che ho da dirti figliolo, è la tua Accademia. Posta seguendo le linee guida e se mi deludi ti ammazzo tante brutte cose :si2:
     
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    E' finalemente giunto il momento del mio esame. Se andrà tutto bene, e dovrebbe andare tutto bene, presto sarò un genin di Hekisui. Era il primo passo per diventare un ninja e proseguire con il mio sogno. Era anche un passo fondamentale, e non potevo permettermi di sbagliare. Per questa occasione avevo riletto i rotoli, mi ero preparato fisicamente e mentalmente alle varie prove che dovevo superare e adesso non restava altro che mettere in pratica il mio allenamento.

    Quando arrivai all'Accademia, quella mattina, era pieno di persone come me: studenti in attesa di fare l'esame. niente lezione oggi, quindi le aule erano relativamente vuote, mentre i corridoi e gli esterni erano pieni. Avevo velocemente cercato il mio nome sul grosso tabellone e l'avevo trovato... scritto in rosso. Perchè era rosso? Di solito i nomi erano in nero.

    Innervosito dal non sapere che diavolo volesse significare quella cosa (sempre che avesse un significato), controllai l'aula in cui dovevo tenere l'esame. Aula AH-27. Feci mente locale. AH-27... secondo piano? Mi pareva di si. Secondo piano, ala destra. Meglio andare lì velocemente. Arrivare in ritardo sarebbe stato imperdonabile.

    Arrivai in fretta davanti all'aula. Non era la prima volta che lo notavo, ma le porte delle aule sembravano essere state costruite allo scopo di soddisfare la vista. In quanto artigiano apprezzo sempre un'opera ben fatta, ma mi pareva uno spreco fare una cosa del genere per delle normalissime porte. Avevo imparato che la bellezza di un'oggetto non sempre dipendeva dalla sua estetica. Un'arma, o un qualsiasi oggetto di natura pratica, era bello se era funzionale al suo scopo. Una spada ornata che non è in grado di tagliare era orribile, e una porta decorata senza motivo non riusciva a farmi impressione. Al contrario, i piccoli graffi sulla superficie del legno mi infastidivano. Non sarebbe stato meglio fare una porta semplice, invece che una così decorata, solo perchè questa bellezza venisse rovinata? C'erano modi per rendere bello un oggetto senza doverlo decorare. Il legno in particolare era dotato di una bellezza unica conferita dalle sue venature. Un bravo artigiano avrebbe tratto da una semplice tavola una meraviglia.

    Scacciai questi pensieri dalla mia testa. Ero qui per l'esame, non in veste di artigiano. Anche se fosse stato il caso, ero ancora troppo inesperto per potermi permettere di mettere bocca nel lavoro altrui. Dovevo concentrarmi sul test, adesso. Mi sedetti su un tavolo lasciato fuori dall'aula per qualche motivo e cominciai a ripassare un rotolo. Non credevo che servisse a qualcosa, ma mi rilassava. Forse perchè mi faceva sentire come se stessi facendo qualcosa.

    Rimasi così per un po', finchè non sentii una voce dall'interno della stanza. C'è Naofumi? Se c'è che entri, se non c'è il prossimo.

    Mi gettai giù dal banco esclamando abbastanza forte da farmi sentire: Presente!

    Mi fiondai all'interno e mi misi davanti all'insegnante. Questi era un tizio di trentanni, dai capelli leggermente brizzolati e con due spessi occhiali calati sugli occhi, che stava leggendo un librone gigantesco. Nonostante l'aspetto da vecchio topo di biblioteca, sembrava piuttosto in forma. Che fosse un ninja?

    Naofumi Itawaka presente, signore.

    Ecco, l'esame cominciava. Dovevo mettercela tutta.
     
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    - Sembri vestito come mio zio. -

    Anche se non si capisce poi così tanto bene come sia vestito tale Naofumi. Insomma, almeno da come trilla sembra uno di quei tanti ragazzini che vogliono acquisire il titolo di Genin per andare in Missione, credersi forti e finire in ospedale mentre salvano il gattino di un'anziana appollaiato su un albero.
    L'esaminatore non può fare altro che lanciargli giusto una o due occhiate di sbieco, attraverso i suoi bei occhialotti grossi e rotondi. Si sfiora appena il naso mettendo in questo modo a posto quei grossi vetroni che si ritrova sul nasino. Giusto un paio di secondi per prendersi il suo tempo - è tanto - ed eccolo che finalmente dovrebbe essere pronto ad accogliere quello che è lo studente.

    - Sai perché il tuo Kanji è rosso? Qualcuno dice cose decenti su di te. Devi sperare che sia così... Anche perché oggi è quel giorno. -

    Con "Quel giorno" intende l'uscita di un popolare fumetto in quel del Villaggio. Nulla di più, nulla di meno. Ai mal pensanti solo tante botte. Si alza, egli stesso, dirigendosi verso la porta con un passo estremamente lento e modesto. Una lentezza quasi inaudita, al limite dello scherno, con passi così tanto tranquilli e sereni che lo portano davanti alla porta realmente in quasi un minuto di orologio.
    Una tranquillità al limite dell'inverosimile, mentre volge ancora le spalle allo studente. La sua intenzione è semplicissima. Continuare a dargli le spalle, mentre con una calma immensa da un piccolissimo calcetto al portone in legno, splendido e perfetto. Una creazione ai limiti della perfezione.

    - Abbiamo le porte più belle di tutte le Accademie... Se scopro chi ha graffiato gli stipiti lo boccio all'istante. Nessuno mi rovina la porta. -

    La AH-27 è, appunto, l'aula dove soltanto lui sostiene gli esami. Una volta chiusa la porta, nel giro realmente di pochi istanti, ecco che succede la cosa più semplice e - probabilmente - comprensibile di tutto quel periodo orario. Insomma. Il ragazzo, vestito praticamente molto alla moda con una felpina con cappuccio nera e dei pantaloni di jeans immensamente larghi e con una cinturona enorme, semplicemente si mette a comporre dei sigilli con la velocità del fulmine.
    Si tratta di qualcosa di molto semplice, ma che l'altro ragazzo non può assolutamente vedere. Essendo voltato di spalle, nemmeno si accorge di quanto veloce possa essere il giovane sulla trentina in quella che è l'esecuzione. Il flusso di energie dovrebbe anche essere di una rapidità a dir poco fantastica, permettendogli così di sviluppare una piccola nuvolettina bianca all'interno della stanza, totalmente atossica e priva di effetti negativi sul corpo umano.
    Come da ovvio, da copione, ecco che dovrebbero apparire qualche cosa come tre copie accanto al Sensei, perfettamente identiche a lui, con tanto di bel booty che a momenti finisce esposto per colpa dei pantaloni che continuano a scivolare inesorabili verso il terreno.

    - Sai che cos'è questa, vero? Parlamene, eseguila a tua volta e poi colpisci tutte le copie di me con quello là. - Indica un Kunai con un filo adagiato con immensa cura sul tavolino. - Io sono quello vero. - Si fa notare alzando la mano e volandosi. E' quello al centro, mentre ha due cloni sulla destra ed uno sulla sinistra che sono fermi immobili. Nemmeno sembrano respirare. - Non. Colpire. I tavoli. Ed i muri. E la porta. E tutto. Se lo fai ti boccio. - Finta aggressività: non può bocciarlo per un muro graffiato!
     
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    La prima frase del professore... o dell'esaminatore, o quello che era, non era quella che mi aspettavo.

    - Sembri vestito come mio zio. -

    Sul momento non mi venne da rispondere che era un commento assai poco professionale, anche se sarebbe stato appropriato. Il mio primo istinto fu guardare i miei vestiti. Non avevano nulla di strano. Pantaloni, maglia a mezze maniche, tutto marrone o verde. Sembrava un abbigliamento assolutamente normale. Magari intendeva proprio quello... boh. Ignorai il commento e attesi che mi spiegasse cosa fare.

    - Sai perché il tuo Kanji è rosso? Qualcuno dice cose decenti su di te. Devi sperare che sia così... Anche perché oggi è quel giorno. -

    Il giorno del mio esame? Grazie per l'informazione, non ci ero arrivato. E se intendeva altro... beh, non avevo voglia di scervellarmi su frasi criptiche. Continuai ad attendere che mi spiegasse che accidenti dovevo fare.
    Il sensei, sempre mostrandosi estremamente professionale, decise di metterci un minuto per alzarsi dalla sedia e camminare fino a trovarsi davanti alla porta dell'aula.

    - Abbiamo le porte più belle di tutte le Accademie... Se scopro chi ha graffiato gli stipiti lo boccio all'istante. Nessuno mi rovina la porta. -

    La porta era sua? Comunque non ebbi il tempo di rifletterci perchè improvvisamente mosse le mani, troppo in fretta perchè potessi distinguere il movimento, e improvvisamente apparvero ai suoi fianchi tre copie identiche del professore/esaminatore. Ah, ecco qualcosa che era facile da capire, per una volta.

    - Sai che cos'è questa, vero? Parlamene, eseguila a tua volta e poi colpisci tutte le copie di me con quello là. Mi disse indicandomi un kunai appoggiato su un tavolo.

    Io sono quello vero. Non. Colpire. I tavoli. Ed i muri. E la porta. E tutto. Se lo fai ti boccio. -

    Poteva davvero farlo? Non credevo, ma non mi fidavo abbastanza da rischiare una cosa del genere. Comunque, meglio partire alla spiegazione teorica.

    Quella che ha appena usato si chiama Tecnica della Moltiplicazione del Corpo. E' una delle tre tecniche basilari dei ninja e consiste nel generare delle immagini illusorie. Le copie sono immateriali, infatti non generano nemmeno ombra e non possono interagire con l'ambiente circostante o con esseri viventi, tanto che il minimo contatto è in grado di distruggerle, facendole sparire in una nuvola di fumo. Quindi non hanno alcuna capacità offensiva, e anche in difesa al massimo possono prendere un colpo al posto dell'originale prima di sparire, anche se vengono utilizzate per lo più allo scopo di confondere il nemico.

    Beh, sperai che quello fosse sufficiente. Non era una tecnica particolarmente complessa, alla fine, e il suo funzionamento era abbastanza basilare. Composi i sigilli della Pecora, del Serpente e della Tigre, concentrando il chakra all'interno del mio corpo per dare forma alle copie, che dovevano essere identiche a me, ma non solo. Dovevo essere sicuro che fossero ben formate e in grado di muoversi. Ovviamente il loro movimento era fasullo, visto che non avevano fisicità, ma era sufficiente per quel tipo di tecnica. Mi concentrai e provai a replicare il numero di copie del sensei. Forse potevo farne di più, ma non era il caso di strafare. Non stavo cercando di impressionarlo, solo di passare l'esame, magari con un buon voto, ma non ci tenevo così tanto da rischiare di esagerare e fallire.
    Con uno sbuffo di fumo, alcune copie, quattro o cinque, apparvero attorno a me. Le guardai. Mi sembravano ok, ma solo il sensei poteva guidicare. A questo punto, afferrai il kunai. Il sensei aveva detto che non dovevo colpire i muri, o i tavoli, o qualsiasi altra cosa, e che dovevo distruggere tutte le copie. Mentre lo prendevo, notai che c'era un filo attaccato al kunai.

    Ora, io sapevo che c'era una tecnica in grado di far muovere i kunai e gli shuriken attraverso un filo d'acciaio in modo da fargli compiere traiettorie impossibili normalmente, ma... io non conoscevo quella tecnica. Non mi era mai interessata in maniera particolare e non volevo rischiare di usare qualcosa che non conoscevo in un esame. Per di più, il sensei aveva detto che dovevo distruggere le copie, non mi aveva detto come fare per farlo.

    Perciò mi concentrai sulle copie. Volevo essere sicuro che il sensei fosse quello che mi dava le spalle. Il suo atteggiamento mi spingeva a pensare che si stesse divertendo a mettermi in difficoltà, quindi controllai che dove fosse l'ombra. Ragionevolmente sicuro di sapere dove si trovava l'originale, invece di lanciare il kunai e provare a deviarlo con una tecnica che non conoscevo, colpii tutte e tre le copie con dei veloci fendenti che portai personalmente a segno, spostandomi più velocemente che potevo da una all'altra. Le copie erano immateriali e bastava un taglietto minuscolo a farle sparire, quindi non ci misi molta forza, cercai solo di fare in fretta. Se tutto andava come doveva, le copie sarebbero esplose in una nuvola di fumo e il sensei avrebbe mi avrebbe detto cosa dovevo fare subito dopo.
     
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    I primi avvenimenti in quel dell'Esame sostenuto da quel ragazzo non è che sono tra i più piacevoli. Assolutamente. L'esaminatore, che dopo aver eseguito quelle sue belle - quanto precise - copie olografiche, si è voltato ed ora porge quei due enormi occhiali diretto verso il ragazzo, assottigliando sempre di più gli occhietti nocciola.
    La spiegazione è convincente quanto basta per fare comprendere che, tutto sommato, il libro almeno lo aveva preso in mano, così come le copie dei rotoli base che sono fornite assieme alle spiegazioni più che elementari che quei militari smerciano al loro stesso futuro.
    Il resto dell'esecuzione, però, serve per lasciare ben più che perplesso il giovane. Evidentemente c'è stato qualcke "lack" nell'esecuzione e nell'infusione del Chakra nel sistema circolatorio dell'altro ragazzo, compromettendo quella che dovrebbe essere l'esecuzione intera della Tecnica. Quel che si verifica è poco o nulla, ad essere sinceri. Una sghemba nuvoletta di fumo che somiglia di più ad una puzzetta - scusate (?) - di una qualche puzzola ben nascosta in quel dei tavolini.
    Tentare di replicare il numero di cloni. E' andato male anche quello, dando vita a cinque cloni quando lui ne ha fatti solo ed esclusivamente tre. E' il secondo grosso fallimento degno di nota, dopo il primo. I cloni non sono uguali. Tutti hanno dei problemi, dei difetti, ottenuti a seguito della Tecnica compromessa per via dell'erroneo flusso. Oltre che, beh, all'idea di base della creazione. Deve esserci stato qualche problema sia nel flusso, che nel set mentale per non dire addirittura di quel rischio su uno dei tre Sigilli.
    E no, non sono Ok. Not at all.

    - Wow. Emozione? Hai studiato il teorico...? Ed io che pensavo di non perdere tempo. -

    Eh, beh, a quanto pare c'è molto da lavorare al momento. Lascia comunque che l'altro cerchi di concludere il tutto prima di commentare realmente quello che dovrebbe essere una failure ai limiti della pietà artistica. Roba che Inohana Yamanaka avrebbe lanciato un paio di fulmini per la rabbia dritti sul ragazzo, spedendolo in ospedale o comunque a casa.
    L'idea del ragazzo ha comunque senso. L'esecuzione però è a dir poco penosa. Sì, insomma, l'idea di non lasciare che il Kunai colpisca in circolo - cosa che avrebbe più senso in combattimento e sarebbe anche più pericolosa non tanto per la riuscita quanto per i muri (?) - tutte le copie e si vada a chiudere nel mezzo stritolando in una morsa poteva anche essere efficace.
    Ma l'esecuzione è addirittura pericolosa nei confronti dello studente stesso. Ogni volta che prova a spostarsi deve ritirare indietro il Kunai, rischiando spesso e volentieri di ritrovarselo piantato dritto in una costola o in punti ancora peggiori. Alla fine della fiera deve fare i conti con l'aver mancato due copie su tre ed aver pure rischiato di farsi molto male.

    - Wow. Non ci siamo proprio. -

    Storce di molto il viso, cominciando ad avvicinarsi a quella che è la porta più che il ragazzo. Sembra quasi intenzionato a sbatterlo fuori in tempo zero ed andarsene immediatamente a comprarsi il fumetto. Ma forse la stessa spiegazione che ha sparato con la lingua che si ritrova potrebbe pensare di salvarlo. Notare che, in tutto ciò, i cloni sono ancora immobili, nello spot di prima. La distanza del sensei si è estesa, rispetto allo Studente, ma non quella delle copie.

    - Come prima cosa. Dov'è la tua concentrazione? Sei meno concentrato di... Di... Di... Un sasso. Sì! Un sasso. Insomma. Stavi anche sbagliando i sigilli, per dire. Guardati, concentrati e fallo meglio. Pure il tiro, devi tenere saldamente il filo e tirarlo verso il basso, senza che ti arrivi addosso di punta. Hai rischiato di farti del male per nulla. Ed hai anche mancato i cloni, tieni d'occhio quella mira... Rifai tutto e bene o ti sbatto fuori sul serio. -

    Mistakes were made e sono anche tanti. Ah, sappi che io vado pure nel dettaglio più insinuante alle volte:

    1. Leggere attentamente la role. Io ho specificato che il sensei è voltato di spalle e non si vede che compone i sigilli, quando tu hai lasciato intuire che almeno potevi vederlo o comunque avere un occhio di riguardo sulle sue mani. Lo hai fatto un'altra volta, quando hai dichiarato che il sensei è di spalle quando lui si era girato ed aveva alzato la mano per farsi notare e tu hai detto che era girato. Leggi molto attentamente, sempre.
    2. Autoconclusivo in maniera molto esplicita sulla composizione dei sigilli e la concentrazione. Non si deve fare per alcun modo, mai nella vita. E' un errore molto grave.
    3. Il numero. Hai detto "Quatto o cinque", che è una cosa inguardabile. Specialmente in combattimento, un errore davvero enorme. Specificare SEMPRE il numero di cloni quando si effettua una moltiplicazione.
    4. Il "Sembrarti Ok" può andare, ma occhio.
    5. Lo sbuffo di fumo è autoconclusivo anche quello. Non sei sicuro della riuscita delle Tecniche, anche se sei in Accademia, quindi dichiarare che "Riesce" - Lo sbuffo segnala spesso e volentieri la riuscita reale di una mossa - è autoconclusività anche quella.
    6. L'azione. E' un disastro totale. Mancano tutti i condizionali/indicativi di condizione, mancano i movimenti principali che il tuo PG esegue, l'autoconclusività è ai massimi storici e non hai idnicato neppure come provavi ad eseguire realmente l'attacco. Praticamente hai dato per scontato la riuscita di tutto.

    Ti tocca rifare. Devi non essere autoconclusivo, essere sempre incerto sulla riuscita delle tue azioni e soprattutto devi spiegarle in modo pressoché perfetto, essendo specifico ovunque, nei movimenti e nelle mosse che esegui, oltre a riportare i vari costi e le azioni nello spoiler. Questa è più burocrazia che altro, quel che conta sono i grossi errori di autoconclusività e totale assenza/superficialità nelle descrizioni delle attività del PG.
     
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    Sapete qual è la cosa che spesso fa sbagliare agli esami? L’ansia. Non vale pare tutti, ma quando si è ansiosi spesso si fanno errori. Proverò sempre ammirazione per coloro che riescono, in situazioni di simili, a mantenere una calma glaciale o addirittura sono più concentrati. Questo perché la mia testa, quando mi trovavo in queste condizioni, partiva a mille, cercando qualsiasi possibile soluzione. Il che potrebbe anche andare bene (forse) in battaglia, ma sicuramente non funzionava ad un esame, dove ci si aspetta una risposta sola, e quella giusta, non una soluzione che può andare bene.

    Di conseguenza il mio primo tentativo era stato un disastro. Ad una seconda occhiata, le mie copie non erano affatto perfette. L’idea di usare il kunai in quella maniera era buona ma non eseguita correttamente. Ansia e fretta avevano rovinato l’esecuzione e il sensei me lo fece notare in modo piuttosto brutale. Concentrazione aveva detto, e aveva ragione. Dovevo concentrarmi, focalizzarmi totalmente su quello che dovevo fare e non pensare al fatto che potessi fallire. Se fallivo, avrei semplicemente ritentato.

    Perciò feci un profondo respiro e poi espirai, cercando di eliminare tutta la tensione che avevo accumulato.
    Per prima cosa, iniziai ad accumulare tutto il chakra che mi serviva per effettuare la Tecnica delle Moltiplicazione del Corpo. Era una quantità irrisoria di chakra, ma per me che non ne avevo tantissimo, era comunque una spesa non indifferente. Senza fretta composi i sigilli per effettuare la tecnica: Pecora, Serpente, Tigre. Concentrandomi intensamente sulla tecnica e fissandomi nella testa la mia immagine, sperai che questa volta le copie venissero bene. Incanalai tutto il chakra che serviva nella tecnica, plasmandolo tramite i sigilli che avevo formato e cercando di renderlo più solido e reale possibile. Ovviamente le copie non potevano essere solide e reali, ma quantomeno dovevano dare l’impressione di esserlo. Lasciai che il chakra esplodesse fuori dal mio corpo e desse vita alle immagini di me stesso, sperando che questa volta fossero quantomeno decenti.

    Fatto questo, ripresi in mano il kunai. La mia precedente idea non era stata del tutto sbagliata, quindi pensai a un modo per sfruttarla. Ovviamente avrei fatto meglio ad avvicinarmi alle copie e farle esplodere impugnando saldamente il kunai in una mano, ma il filo stava lì per un motivo. Pensandoci un attimo, elaborai un sistema che poteva funziona senza essere rischioso.

    Cominciai afferrando il filo d’acciaio legato al kunai. Poi, lentamente, comincia a far roteare il pezzo di metallo, sempre tenendo solo il filo. Il kunai cominciò a roteare al mio fianco sempre più velocemente. Ma non potevo tenerlo al mio fianco o attaccare da quella posizione, non solo perché rischiavo di farlo scontrare con il pavimento, ma anche perché era meno efficiente. Infatti alzai il braccio che stava facendo roteare il kunai, sempre mantenendolo in movimento costante. Bene… ora era il caso di fare due conti. C’era il rischio che roteandolo in quella maniera colpisse i banchi? Non mi pareva, ero troppo distante e se lo tenevo perfettamente orizzontale non c’erano rischi che potesse colpire qualcosa. Era il momento di agire.

    Lentamente, cominciai ad allargare la lunghezza della rotazione del kunai, tenendo tra due dita il filo d’acciaio nel punto in cui lo facevo ruotare e la mano sul resto. Un po’ alla volta rilasciai il filo, facendolo scorrere verso l’alto. Ogni giro, il circolo diventava sempre più grande finchè non giudicai che le dimensioni fossero sufficienti. A quel punto feci un veloce passo avanti. Il mio piano era il seguente: il kunai, attaccato al filo, avrebbe continuato la sua traiettoria curva fino a impattare con le due copie alla destra del professore. Se i miei calcoli erano corretti, avrebbe colpito entrambe senza sfiorare il professore, facendole esplodere. A quel punto mi sarebbe bastato spostarmi leggermente di lato per far si che il kunai, sempre attaccato al filo, colpisse l’ultima copia del professore, quella alla sua sinistra, facendola esplodere e ovviamente senza toccare l’originale. A quel punto mi sarebbe bastato usare la mano che teneva il filo per farlo rientrare, riducendo gradualmente la distanza percorsa dal kunai fino a che non sarebbe rimasto così poso filo da poterlo impugnare senza problemi.

    Dovevo anche stare attento a non avvicinarmi troppo al sensei, perchè in caso contrario non solo rischiavo di colpirlo con il kunai o con il filo d'acciaio, ma rischiavo anche la punta metallica dell'arma sfiorasse il muro o la porta, perdendo velocità e graffiando il legno. Quindi ogni colpo doveva essere appena sufficiente a colpire le copie. Sarebbe stato difficile, e ovviamente non era affatto detto che sarei riuscito a fare una cosa del genere, ma come sistema non pareva male. Ovviamente, senza quel filo, avrei semplicemente pugnalato ogni copia, ma siccome c'era era il caso di usarlo.

    Resistenza: 100 - 2 = 98
    Stamina: 100 - 5 = 95

    Azioni: Tecnica della Moltiplicazione del Corpo.
    Attacco due volte le copie come da descrizione.

    Dimmi se devo aggiungere i costi delle azioni precedenti. E perdona il ritardo ma la scuola ha richiesto la mia attenzione in questo periodo.
     
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    Osserva, quell'uomo, quello che viene svolto dal ragazzino. E' uno studente piuttosto decente, se ne accorge da quello che comincia a compiere in quell'aula subito dopo essere stato ripreso in maniera anche quasi brusca dal ragazzo nerd stesso.
    I sigilli vengono composti or ora in maniera piuttosto decente, non lasciandosi evidentemente condizionare da quello che dovrebbe essere uno status comune pressoché a tutti gli Studenti che si affacciano per la prima volta in quello che è un esame: la pressione.
    I cloni che raggiungono la classe nei pressi del ragazzo non sono affatto male. Ma ci sono ancora delle rifiniture da svolgere: ad esempio sono due - quando dovevano essere tre - e qualche piccolissimo problema di natura strana spunta, del tipo alcune ciocche di capelli molto fuori posto.

    - Ci siamo quasi, ricordati del numero e più attento col Chakra... -

    L'esaminatore tira fuori una cartelletta, spuntata da chissà dove. A quanto pare lì si segnano i voti dati agli Studenti riguardo agli esercizi da loro svolti. Pare esserci una scaletta, in qualche modo. Ma di sicuro Naofumi non può notarlo, ritrovandosi una specie di tavolettina davanti ad impedirgli di osservare cosa scrivacchia l'occhialuto quanto attraente ragazzotto.
    Si passa poi al piccolo esercizio sull'assalto che va anche esso in maniera decente, con il giovine che intende utilizzare il Kunai in maniera molto particolare. Stile stiletto che rotea, qualcosa del genere. Diversa dall'intenzione di quello che è il Sensei, ma con uno sforzo mentale piuttosto decente.
    L'idea la ha applicata bene e tutto il resto. Non che ci siano tantissime cose da dire, se non alcune leggere sbavature in quella che è l'esecuzione, ma per il resto è andato molto meglio rispetto a prima. Si da un piccolo scossone, recuperando gli occhiali e pulendone le lenti. Lo sguardo è dannatamente carino. Giusto un istante e rieccolo praticamente nello stesso status di prima, con tanto di grattatina di naso.

    - Non è troppo male, sì. Facciamo un altro esercizio. -

    Il giovane si sposta dalla porta, dirigendosi in questo stesso istante verso la finestra, con semplici passi. Sfiora il ragazzo, evitandolo di giusto un paio di millimetri ed avvicinando una mano a lui, quasi in segno di tranquillità e sicurezza. Per dirgli "smettila di essere così terrorizzato dal nulla".
    A questo punto, una volta riuscito a raggiungere la finestra, una semplice mossa con la mancina si limita ad aprire quella stessa. La destra apre la seconda parte di questa e dopo di che, con un semplice saltello, ecco che si ritrova in piedi sul bordo. Che voglia buttarsi dal secondo piano?

    - Ti è stato insegnato a salire e scendere da superfici verticali, no? Scendiamo al pian terreno. -

    Diciamo che lui ama anche farsi figo, in un certo senso. Oltre ad esserlo (?). Cerca di concentrarsi per un tempo infinitesimale, tentando di fare aderire per bene i piedi sulla superficie verticale. A quel punto, dopo un rapido afflusso del Chakra verso i suoi piedi, comincia a muovere passi molto svelti. Dovrebbe ritrovarsi giù nel giro di qualche piccolo istante, pronto ad attendere il suo esaminando.

    Allora, meglio. Lo Spoiler possiamo anche evitare, era formale per vedere se ancora sapevi come si faceva.
    Ti ripeto. Sempre specifica il numero di copie sia nel post, sia nello specchietto. Potevo dartene una, come cinque, come addirittura invalidarti tutto perché potevi voler creare tipo 19 cloni e non si può. Per il resto, usa ancora di più condizionali ed indicativi di condizione anche su cose che potrebbero essere intese come ovvie - letteralmente - tipo i sigilli. Per quanto riguarda l'attacco era comprensibile, quindi tutto ok. Sarò sincero, potevi giocartela ancora più semplice, usando il filo ed il Kunai tipo stiletto, provando a lanciare il coltellino e poi riprenderlo con il filo per tre volte, ma anche così andava più che bene!
     
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    La seconda volta le copie mi vennero meglio. Erano meno di quello che avrei voluto e un po' più spettinate, ma all'esaminatore parve bastare.

    - Ci siamo quasi, ricordati del numero e più attento col Chakra... -

    Dal nulla tirò fuori una cartelletta su cui cominciò a scribacchiare qualcosa. Non riuscii a vedere cosa, ma immaginai che fosse la valutazione della mia prova... che ovviamente non era affatto finita.

    - Non è troppo male, sì. Facciamo un altro esercizio. -

    Mi passa a fianco facendomi un gesto che pare rassicurante. Probabilmente vuole dirmi di essere meno stressato. Ci sto provando, ma non è così facile stare tranquilli ad un esame.

    Il professore avanza, apre una finestra e sale sul bordo con calma. Siccome non mi pare un depresso con manie di suicidio, immagino voglia fare qualcosa da quella posizione. Ma cosa?

    - Ti è stato insegnato a salire e scendere da superfici verticali, no? Scendiamo al pian terreno. -

    Detto questo, passa meno di una frazione di secondo, poi si butta. Ovviamente mi getto in avanti per verificare che vada tutto bene. Apparentemente è così. Il maestro è semplicemente incollato al muro e sta scendendo con calma lungo la parete, come se stesse facendo una passeggiata.

    Ok Naofumi... ce la puoi fare.

    Ma potevo davvero? Si, la teoria mi era stata insegnata, ma non ero sicuro di poterla eseguire perfettamente. In caso si insuccesso, il risultato sarebbe stato una caduta rovinosa lungo il fianco dell'edificio. Probabilmente il professore mi avrebbe afferrato al volo, ma non sarebbe stata comunque una bella figura.

    Mi issai sul bordo della finestra e attinsi al mio chakra. La teoria era che, applicando uno strato di chakra alla pianta del piede, questa avrebbe aderito alla superficie come un magnete si attacca a un pezzo di metallo, permettendomi di camminarci sopra. Il problema era che, se usavo troppo chakra, i piedi sarebbe stati respinti dalla parete, facendomi scivolare e cadere.

    Mi concentrai componendo il sigillo della Tigre. Non c'era veramente motivo di farlo, serviva solo a permettermi di focalizzare la mente su quello che dovevo fare. Avevo già fatto qualche esercizio, quindi conoscevo la quantità di chakra che dovevo utilizzare... più o meno. Il problema era riuscire a concentrarlo e mantenere il flusso di chakra costante, perchè se non ci riuscivo e il flusso si riduceva, perdevo la presa. Perciò feci attenzione nel concentrare una modesta quantità di chakra nella pianta dei piedi. Ne troppo ne troppo poco. Tastati un po' il bordo per verificare che ci fosse un minimo di presa. Giusto per sicurezza, usai appena un po' più chakra di quello che era necessario. In teoria la quantità precisa poteva variare, doveva solo essere sufficiente per aderire alla parete ma non troppo da essere respinti. In teoria, almeno.

    Feci un profondo respiro e, sempre stando attento a mantenere il flusso di chakra costante, feci un passo avanti. O, in questo caso, in basso, sperando che avessi concentrato abbastanza chakra da stare attaccato alla parete e non precipitare. In caso di successo, avrei camminato fino in fondo, per atterrare vicino al sensei e attendere la prossima prova.

    Edited by Eneruzz - 13/10/2016, 12:10
     
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    Un proseguo che dovrebbe essere quasi semplice. Infondo, sta solo constatando se il suo studente ha il minimo di capacità necessarie per morire in pace per la sua patria. Tanto è così che va, lui lo sa pure troppo bene che le paci durano meno di quanto una persona ci si aspetti. Ed inoltre Inohana è una bella fulminata. La paura che combini qualcosa di grosso troppo presto si alberga spesso e volentieri nell'animo dei Ninja, specialmente i più sapienti. Appunto, come quel ragazzetto diventato Sensei pure troppo presto.
    Naofumi probabilmente ha quel successo minimo nel lasciare confluire le sue energie in Chakra all'interno del corpo alla meglio che può, trasferendone nei piedi quella quantità necessaria per incollarsi alla superficie e scendere. Sarà che forse non si fa tutti i giorni, ma gli pare di vederlo un po' titubante comunque. Specialmente all'affacciarsi ed all'eseguire quel sigillo - già nei primi giorni si insegna che per confluire quella peculiare energia è sufficiente una buona concentrazione - e nel proseguo, quasi incerto. Dovrebbe comunque riuscire a discendere quel muro senza enormi problemi, garantendosi così un minimo di decenza in più rispetto alla pessima figura dei cloni.

    - Mh. -

    Mugola il signorino Sensei, prendendo mano alla sua cartellina marroncina e cominciando a segnare delle cose. Altre cose. Sempre illegibili agli occhi del suo studente. La man destra si libera dell'impedimento della piuma utilizzata per scrivere e si aggiusta gli occhiali, infilando i due fondi di bottiglia al posto loro spettante. Giusto sopra il naso.
    In quella cartellettina pare figurare un qualcosa che lascia giusto un minimo perplesso quel bel giovane. La riprende sempre nella mancina ed osserva giusto per un paio di istanti, quasi stranito. Che si sia dimenticato qualcosa? Probabile - o improbabile, eventually - ma sembra anche avere una qualche soluzione.

    - Sai che avrai l'esame teorico, dopo il pratico, vero? -

    Da lì si nota se, oltre a sapere come si diventa un sasso completamente inutile, gli studenti sanno anche qualche cosa di altro che va ben al di fuori delle competenze sul campo. Saranno un branco di adolescenti, ma l'Accademia Ninja intende formare per la vita. Oltre ad insegnare a leggere e scrivere - rigorosamente bene ed in modo "bello" perché se no Inohana ti prende a bocciate nei denti (?) - insegna anche qualcosina di molto teorico da applicare eventualmente al di fuori della semplice vita odierna. Anche, appunto, al "lavoro".
    Ma a quanto pare non è già il momento di quell'esame. Anzi, tutt'altro, probabilmente c'è ancora della pratica su cui lavorare. Da quanto ne sa, gli studenti hanno tra le mani diversi strumenti, non soltanto la Moltiplicazione, per scassare in qualche modo le scatolette durante le loro Missioni e cercare di combinare qualche cosa in generale.

    - Dimmi un po'. Perché vuoi diventare Ninja. -

    E' più una domanda personale che, tutto sommato, si pone praticamente a qualsiasi genere di studente esistente. Ci vuole capire qualche cosa.

    - Dopo... Trasformati in qualcosa. Qualsiasi cosa. Basta che sia qui attorno. -

    Si tratta di un piccolo giardinetto. Giusto un paio di alberi piuttosto alti e carini, una montagna di erbetta sotto i vostri piedi (?) e qualche sasso, giusto due o tre. Niente di così ecclatante ma immensamente bello ed estetico, in un certo senso. La sua semplicità è pressoché perfetta.

    Allora, cominciamo ad esserci già di più. Ti devo dire che, secondo me, se ci infili tranquillamente congiuntivi (mi ero sbagliato prima, my bad)/indicativo di condizione in praticamente tutte le mosse e le operazioni più grosse - specialmente se richiedono movimenti corporei e/o flussi di chakra - per andarci ancora più sul sereno e tranquillo e non finire in eventuali casini/autoconclusività. Il condizionale puoi usarlo in caso di condizioni - ma va Nico? :asd: - ma l'enfasi sui congiuntivi. Per il resto non mi sembra di notare cose troppo esose.
    Ma, questa parte è fondamentale, se hai un dubbio qualsiasi sul Regolamento in generale o su parti di esso, scrivimelo qui in spoiler o per MP. Qualsiasi cosa, anche come si fa il KAFFEEEE senza tazzina (?). Tutto quel che vuoi!
    Fammi un favore poi! Metti lo specchietto spoiler azioni eccetera anche in questo post :rosa:. Scalandoti tutto quel che avevi già speso e che spendi in Res e Stm.


    Edited by »Nico« - 13/10/2016, 12:24
     
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    In qualche modo riesco ad arrivare al cortile senza danni. Il professore comunque non sembra entusiasta.

    - Mh. -

    Scrive qualcosa sulla cartelletta, poi si ferma un secondo, come se non gli tornasse qualcosa. Guarda stranito qualcosa, poi mi chiede:

    - Sai che avrai l'esame teorico, dopo il pratico, vero? -

    Si, signore.

    Non ho ben capito quella domanda, onestamente. E' ovvio che ogni esame deve avere una parte teorica e una pratica. Cosa aveva letto il sensei sulla cartella per fare una domanda del genere? Boh.
    Ad ogni modo, le domande non sono finite.

    - Dimmi un po'. Perché vuoi diventare Ninja. Dopo... Trasformati in qualcosa. Qualsiasi cosa. Basta che sia qui attorno. -

    La prima richiesta mi lasciò interdetto per qualche secondo. Nessuno mi aveva mai chiesto perchè volevo diventare un ninja.

    Perchè voglio diventare un Ninja? In realtà il mio sogno non è proprio diventare un Ninja, ma un grande artigiano. Voglio creare qualcosa che rimarrà nella storia... qualcosa che possa rivaleggiare le potenti spade di Kiri e i tesori del passato. Diventando un ninja potrò padroneggiare l'uso del chakra e magari scoprire come vennero create quei tesori. Mi rendo conto che non è molto patriottico come sogno, ma voglio che mio padre sia orgoglioso di me e voglio portare avanti la tradizione del mio clan e... è tutto, credo.

    La domanda mi ha un po' agitato, ma non credo possa influenzare molto l'esame... spero, almeno. Adesso era meglio se mi concentravo sulla tecnica che dovevo eseguire.

    La Tecnica della Trasformazione era la tecnica più complessa tra le tre tecniche accademiche che venivano insegnate a noi giovani studenti. Si trattava di una tecnica che permetteva di trasformarsi in qualsiasi cosa avesse più o meno le nostre dimensioni. A quanto avevo capito, serviva più che altro a nascondersi nel mezzo della battaglia per prendere fiato e prepararsi a un'azione a sorpresa.

    I sigilli per la tecnica erano quelli del Cane, del Cinghiale e della Pecora, ma non erano la mia preoccupazione principale. Il problema era mantenere la giusta quantità di chakra necessaria a mantenere la forma dell'oggetto che si voleva assumere. Avevo già eseguito qualche volta quella tecnica quindi ero abbastanza sicuro di potermi muovere con sicurezza, ma dovevo rimanere concentrato. E sopra ogni cosa, dovevo fissare bene l'immagine dell'oggetto in cui mi volevo trasformare in modo che fosse una copia quanto più convincente possibile. Per fortuna il sensi aveva richiesto qualcosa in quel giardino e non la sua immagine, quindi potevo scegliere il mio bersaglio in maniera indipendente.

    Mi guardai un po' intorno. Non era un giardino particolarmente florito, ma era ben tenuto. C'erano degli alberi, qualche sasso, una collinetta erbosa, e basta. Avevo sperato in qualche cespuglio, ma non era quello il caso. Beh, ripiegare su uno dei sassi lì presenti pareva la scelta migliore. Decisi di trasformarmi in un masso di medie dimensioni, di granito a giudicare dalla trama della roccia. Cercai di fissare l'immagine del masso nella mia mente per essere sicuro di effettuare una trasformazione perfetta.

    Ok, ora veniva la parte pratica: cercai di comporre i tre sigilli necessari alla trasformazione con la massima precisione possibile. Se sbagliavo un sigillo la tecnica andava a rotoli. Quindi, con calma e in ordine: Cane, Cinghiale, Pecora. Con calma. Non era necessario andare di fretta.

    Poi dovevo espellere il chakra in modo che coprisse la mia forma con quella del masso che avevo selezionato. Mi concentrai più che potevo sull'immagine mentale che avevo del mio bersaglio e lasciai che il chakra fuoriussisse, sperando di riuscire a manipolarlo come si doveva. Se tutto andava bene, avrei assunto l'aspetto del masso. Feci attenzione, cercando di rilasciare solo la quantità di chakra strettamente necessaria per la tecnica. Non potevo permettermi di sprecarne troppo in battaglia, e anche se quella non era una battaglia, era meglio cominciare subito con la pratica. Anche perchè la Tecnica della Trasformazione era l'unica tecnica delle tre tecniche accademiche a richiedere un continuo mantenimento per funzionare.

    Sentii il chakra cominciare a prendere forma e pregai che tutto andasse liscio.

    Resistenza: 98
    Stamina: 95 - 5 = 90

    Azioni: scendo usando la Concentrazione del Chakra per rimanere aggrappato alla parete.
    Tecnica della Trasformazione come da post

    Tranquillo Nico, non ho domande sui regolamenti. Anche se non postavo spesso ero comunque presente nel vecchio forum, quindi mi ricordo come funzionano le cose.
     
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    Questa volta la speranza che è racchiusa in quel tale Naofumi non finisce per deludere poi così tanto. Insomma, quel che si diletta a svolgere il giovane raccoglie un minimo le grazie del giovane dai due fondi di bottiglia posti sul suo bel nasino. Osserva, quello che dovrebbe aver dato vita quello Studente che, dopo l'immenso svarione iniziale, sembra incominciare a convincere in via sempre progressiva.
    Dopo la discesa piuttosto semplice dalla parete, la sua Trasformazione raggiunge limiti anche accettabili. Rimangono quelle filamentose imperfezioni su cui si può soltanto lavorare con progressiva tecnica ed abilità anche nello svolgimento di altre composizioni in Chakra. Lasciano intendere come ancora sia un minerale grezzo su cui c'è molto bisogno di lavorare. E la carriera Ninja serve proprio a lavorare sui minerali.

    - Ok... -

    Altri appunti che andranno ad infilarsi sulla cartellina di quel giovane, mentre si lascia andare ad un piccolo sbuffetto quasi divertito all'idea di cosa sta per succedere. Sulla parte pratica, da quel che immagina, non manca poi così tanto, ci si dovrà così portare su quella che è la parte pratica.
    Mentre il giovane compie qualche piccolo passo verso quello che dovrebbe essere l'ingresso - per inciso, dal sasso trasformato (Lo studente) disterà si o no cinque, sei metri, nulla di più - si volta anche, dando un piccolo cenno con il capo di assenso diretto verso il buon Naofumi che delude sempre di meno.

    - Manca solo qualcosa. Aspetta lì e torna pure normale! -

    Esclama, cominciando a muoversi con un passo immensamente calmo verso quello che è l'ingresso e, successivamente, l'aula precedentemente citata. Nel giro di qualche istante, forse un bel minutino, ecco che dovrebbe apparire piuttosto vicino alla finestra con quella che è una sedia, che appare.
    Questa stessa sedia si trova in un punto sicuro ma contemporaneamente visibile, grazie ad un paio di banchi presi dagli esterni dell'aula e disposti per bene in modo da evitare che qualcuno possa ammazzarsi. Tra finestra e sedia ci sono una trentina/quarantina di centimetri in linea d'aria che offrono molta sicurezza. La sola perdita palese dell'equilibrio potrebbe causare problemi, ma vi è un Ninja allenato ed addestrato lì. C'è comunque la sicurezza sufficiente.

    - Sostituisciti con la sedia! -

    Alza la voce un po' di più rispetto a prima, indicando la sedia stessa presente sul loco. E' l'ultimo esercizio, forse, basta solo che a Naofumi vada tutto per il sicuro.

    Il regolamento stesso è cambiato eccome. E' l'ultima occasione, eh, perché alla prossima ti sparo il test :rosa:

    Per il resto. Ci siamo, direi. Ti rimane solo da affinare i congiuntivi/condizionali/indicativo di condizione ma quello verrà da se. Che poi io finisca per pretendere (?) tutti i dettagli conditi di congiuntivi è un altro dettaglio :asd:!
     
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    La mia trasformazione doveva essere andata benino, perchè il professore scribacchiò qualcosa sulla sua tabella e disse:

    - Ok... -

    Mi rilassai un secondo. A quanto pareva, dopo la bruttissima figura iniziale, stavo recuperando terreno. Mi fa un cenno del capo, come di assenso.

    - Manca solo qualcosa. Aspetta lì e torna pure normale! -

    Con un sospiro di sollievo, rilasciai la tecnica, tornando ad essere me stesso. Non che pensassi di non poter mantenere la tecnica più a lungo, ma era stancante rimanere Trasformati a lungo, e non ero molto contento di farlo. Quindi tornai normale, mentre il professore, si incamminava, sempre con calma infinita, verso l'edificio. Cosa volesse fare, non lo sapevo. Ma visto che era spesso lento, già che c'ero mi stiracchiai per essere pronto a qualsiasi prova potesse propormi. Ormai non mancava molto per la parte pratica... in teoria, solo la Tecnica dela Sostituzione.

    E infatti, forse un minuto dopo, apparve il sensei da una delle finestre, indicandomi una sedia che spuntava dalla vetrata.

    - Sostituisciti con la sedia! -

    Non sapevo bene come avesse sistemato la sedia in modo che si vedesse dalla finestra. Probabilmente l'aveva piazzata su due banchi per farla stare bene in equilibrio. Non era importante. L'importante era riuscire a sostituirsi con quella sedia.

    La Tecnica della Sostituzione richiedeva di agganciare velocemente un oggetto con dei sottilissimi e invisibili fili di chakra per poi scambiarsi di posto con uno sbuffo di fumo. Era una tecnica particolarmente utile per difendersi da un attacco improvviso e avevo sentito che ne esistevano numerosissime varianti, ma io conoscevo solo quella versione e me la sarei dovuta far bastare.

    Per prima cosa, mi chinai su un ginocchio. Non sapevo come il sensei avesse allestito il supporto per la sedia, ma nel dubbio meglio mettersi in una posa un po' più stabile. In caso di problemi, potevo appoggiare le mani per tenermi dritto. Poi mi accinsi a comporre i sigilli che formavano la tecnica. La Tecnica della Sostituzione aveva la più lunga sequenza di sigilli che conoscessi: Pecora, Cinghiale, Bue, Cane e Serpente. Senza fretta particolare, cercai di comporre i sigilli in modo perfetto. Il minimo errore poteva essere fatale.

    Mentre le mie mani si muovevano, accumulai il chakra che mi serviva per la tecnica e cercai di dargli la forma necessaria: fili lunghi e sottili, sostanzialmente invisibili. Il problema maggiore sarebbe stato sicuramete la parte relativa alla visibilità: probabilmente li avrei fatti troppo grossi, perchè non volevo rischiare che si spezzassero a causa dello sforzo. Cercai comunque di farli il più sottili possibile. Era una parte importante della tecnica: fili troppo grossi facevano perdere alla sostituzione l'effetto sorpresa.

    Quando i fili si fossero formati, qualunque fosse il loro stato, avrei cercato di usarli per afferrare la sedia ed effettuare la Sostituzione. La coltre di fumo serviva principalmente a nascondere l'azione in se, quindi cercai di farne una bella corposa. Se tutto andava bene, mi sarei trovato al posto della sedia e la sedia al posto mio, e il professore avrebbe annuito e tutto sarebbe andato per il verso giusto.

    Resistenza: 98
    Stamina: 90 - 5 = 85

    Azioni: rilascio Tecnica della Trasformazione del Corpo
    Tecnica della Sostituzione

    Non preoccuparti per il test Nico, li ho letti i regolamenti :asd: Non è che ho fatto la scheda senza sapere come fare il personaggio: prima mi leggo tutto quello che c'è da sapere e poi elaboro.
     
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    Non serve più molto altro, se non quel che arriva laggiù con una Sostituzione. L'idea del ragazzo di chinarsi su un ginocchio un minimo di supporto glielo fornisce, anche se l'esecuzione della Tecnica non è assolutamente perfetta. Un paio di errori, come al solito, ci sono.
    Tutto sommato, però, quel che avviene dovrebbe essere un minimo accettabile. Il giovane Naofumi si ritrova quindi sì sul banco, ma leggermente sbilanciato in avanti e quindi pericolosamente incrine a perdere l'equilibrio. Fortunatamente, il Sensei è lì e con una veloce presa evita che qualcuno finisca un po' troppo male durante un esame.

    - Poteva andarti meglio. -

    Ammette. Il nome in rosso, in realtà, coincideva con l'unica praticità. Anche perché quel ragazzo era l'unico a dover sostenere l'esame pratico. Infatti, semplicemente aprendo una porta, ecco che una stregua di almeno una trentina - circa - di ragazzi entra in aula. Sui banchi già sono disposti - IN TEMPO ZERO?! - i compiti. Ed in questo momento ora bisogna solo pensare a scrivere un po' su quei fogli!

    Chiudo l'Accademia! Allora, con i post non c'è male, ma hai ancora da lavorare. Cercati l'angolo di tempo libero ed eventualmente non puntare a scrivere tanto. Poi, occhio, frasi come "mi chinai su un ginocchio" o "accumulai il chakra che mi serviva per la tecnica" non le considero tanto valide, perché è meglio scriverle così "cercai di chinarmi su un ginocchio". Insomma, cose così! Per il resto, quanto ad exp penso di poterti dare 26 e 29 punti! Il test te lo invio domani, che le notifiche sono belle e mi sono accorto ora che è arrivata la roba :sigh:
    Attendo la mia exp! :rosa:
     
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    Prendi anche tu 26 e 29 :si2:
     
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