* Dew on rotting leaves

Sblocco elementale - Elemento #1 (Acqua)

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  1. Perceptio
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    Oggi era il giorno in cui io e mamma andavamo a raccogliere parti delle piante di loto accanto al laghetto della cascata, poiché si avvicinava la stagione calda e, al vivaio, i decotti contro la bruciature solari sarebbero presto andati a ruba. Era un'incombenza delle volte faticosa e non certo piacevole: bisognava immergersi in acqua e camminare nel fango, con la conseguenza ovvia che saremmo tornate a casa quali mostri della palude.
    Tutto ciò, però, non mi impediva di amare questo giorno. Passare molto tempo con mamma era certo una delle cose belle della giornata, ma non la mia preferita: adoravo passeggiare tra la foresta, e il suono fragoroso della cascata aveva in me un effetto calmante, quasi ipnotico. Mi faceva sentire come una ninfa in perfetta sintonia con ogni creatura intorno a me.

    Ogni aspetto di questa giornata era migliorato dai piccoli piaceri sensuali che non esitavo a concedermi: sfiorare le foglie più lisce, ancora ricoperte di rugiada, soffiare via i semi ai denti di leone e vederli disperdere nel vento, ascoltare il suono fradicio dei miei stivali di gomma sulle foglie bagnate dall'umidità del mattino. Erano tutti piccoli elementi che mi stampavano un sorriso enorme sul viso che non sarebbe mai e poi mai potuto sparire.

    Quella mattina ci svegliammo molto presto, come al solito, all'alba. Mi vestii, mia mamma fece lo stesso, con tuta impermeabile e cappello di paglia, per proteggerci dal sole. Mio padre ci preparò la colazione (polpette di riso dolce e marmellata di mirtilli, le mie preferite!), e la mangiammo tutti insieme.
    ~ Quando partiamo? Sono impaziente!
    ~ Tesoro mio, tra poco! Aspetta almeno che sia l'alba...
    Ero così eccitata che non mi ero neanche accorta che fuori dalla finestra fosse buio.
    Mio padre si avvicinò a me, mi diede un bacio sulla guancia e mi abbracciò forte.
    ~ Tieni, questo è per te.
    Era una piccola ampolla, con un piccolo foglietto al suo interno, richiusa da un tappo di sughero.
    ~ E' un... ehm... portafortuna. Adesso che hai concluso la tua accademia ninja, arriverà il momento in cui ti servirà.
    ~ Ahm... davvero? E a cosa?
    ~ Sei sempre curiosa tu! Prendilo, lo capirai da sola.
    Quando l'ebbi in mano notai che al collo dell'ampolla era stata applicata una cordicella, per fare in modo che potesse essere indossata come collana. La misi al collo e ringraziai mio padre con un bacio.

    Fu l'ora di andare. Salutammo papà con la mano e iniziammo a dirigerci verso la foresta. Lì inizio il mio rituale: rugiada, denti di leone e foglie marce. Canticchiavo ridendo e mia madre mi seguiva nel motivetto. Quel giorno era una giornata particolare: notai che le lucciole non erano ancora andate a dormire e la foresta aveva un che di magico e misterioso.

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    Arrivammo alla cascata, dove le piante di loto erano tantissime: il laghetto brulicava di libellule e girini, che insieme sembravano danzassero come in uno specchio: da un lato le libellule in aria, dall'altro i girini dall'altra parte del "vetro", in acqua. Il profumo di fiori era talmente forte da essere inebriante, e non c'era assolutamente nulla che non fosse perfetto così com'era. Mi avvicinai alla riva del laghetto, mosso da leggere onde date dalla maestosa cascata: vi appoggiai una mano sopra, e mi venne in mente l'immensa potenza di questo elemento della natura. Corrode pietre, metalli, uccide persino, e con la sola forza della pazienza e della perseveranza. L'umanità avrebbe molto da imparare dalle cose semplici come questa.

    La raccoltà fu estenuante e faticosissima: affondavamo spesso nella fanghiglia nella quale i loti erano ben ancorati, e non fu facile estrapolare anche le radici, fonte preziosa per ogni esperto di piante officinali. Quando io e mamma fummo soddisfatte della quantità raccolta, decidemmo di ritornare: si era già fatto pomeriggio, e noi ci eravamo dimenticate di pranzare (ma non il nostro stomaco!) Mia madre uscì dal fango per prima, e mi porse la mano per facilitare a me l'impresa. Ci riuscii, ma nel farlo, la cordicella del mio portafortuna si impigliò in un ramo e si ruppe, scaraventando l'ampollina contro una roccia vicina. Il vetro di cui era composta l'ampolla si frammentò in mille parti, e così terminò la breve vita del mio regalo. Mi tolsi i guanti bagnati, e raccolsi ciò che rimaneva tra i pezzi: il piccolo foglio di carta, che aprii delicatamente.
    Nonappena terminai di srotolarlo la carta si inzuppò istantaneamente, suscitando in me incredulità.
    ~ MA... MA CHE VUOL DIRE?! AVEVO LE MANI ASCIUTTE E POI... ERA INTATTO!
    Scorsi mia madre sorridente.
    ~ Non credevamo fosse così presto. E' il tuo elemento che ha fatto questo.
    ~ EH? Ma che significa?
    ~ Ran, quello è un foglio di carta speciale. Reagisce al chakra elementale. A seconda della natura del chakra di chi lo tocca, ha una reazione differente. Nel tuo caso si è inzuppato: ciò vuol dire che l'elemento prevalente nel tuo tipo di energia è l'acqua, amore mio.

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    La notizia fu così sbalorditiva che non riuscii più a proferire parola per tutta la durata del viaggio di ritorno a casa. Non sapevo se essere emozionata o impaurita per avere un tale potenziale dentro di me... chissà cosa avrei potuto farci! Ne sarebbero stati felici i miei fiori? E se avessi fatto del male... a qualcuno? Le domande si susseguivano rapidamente nella mia testa.

    Arrivati a casa, mia madre quasi saltellava dall'entusiasmo.
    ~ Matsuda, è l'acqua! Come il tuo, l'acqua!
    ~ Mido... ah! L'elemento! Il mio piccolo fiorellino ha preso tutto dal papà!
    Ci misero un po' a rendersi conto che non mi sentivo esattamente bene e che ero più pallida di quanto non fossi normalmente.
    ~ Tesoro, hai paura, non è vero? Non preoccuparti, è tutto normale. Imparerai presto ad usare il tuo potere, t'insegnerò io.
    ~ Perché non ti ho mai visto utilizzare questo potere, se ce l'hai anche tu?
    ~ Ti ricordi quando eri piccola e il sole ti bruciava la pelle, amore? E ti dicevo di contare fino a dieci con gli occhi chiusi, che le mie mani avrebbero fatto passare tutto?
    ~ Da... DAVVERO? Credevo fosse solo la mia immaginazione!
    Sorrise e mi strinse a sé.
    ~ Vieni qui.
    Mi avvicinò una pianta che stava potando, con numerose foglie bruciate dalla troppa luce del sole d'estate.
    ~ Chiudi gli occhi, conta fino a dieci e metti la mano su questa foglia bruciata. Pensa intensamente al suo bene e alla sua guarigione.
    ~ Pensi... che io... che possa davvero riuscirci?
    ~ Non lo sapremo fino a quando non proverai, piccola.

    Beh, lo feci. Non so come, ma la foglia tornò viva e quello fu uno dei giorni più incredibili della mia vita.







     
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    Un sblocco molto piacevole da leggere, non c'è che dire. Approvato!
     
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