Accetta il mio sacrificio, Dio della Morte!

accademia per Vecordio

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    Con estrema attenzione, le dita sottili del monaco accarezzavano la seta nera del proprio abito, ripiegato accuratamente sul tavolo davanti ad esso. Una splendida tunica di un nero così intenso da poter quasi inghiottire qualsiasi altro colore sulla terra, così scuro da risplendere paradossalmente, in una brillantezza fuori dal comune. Gli occhi dell'uomo, grigi e sottili, osservarono compiaciuti come la tunica venisse dispiegata e accarezzata. In brevi gesti eleganti, il corpo nudo di lui venne ricoperto dal lungo abito nero che accarezzerò la superficie della sua pelle dolcemente, facendogli venire i brividi. Dopo un secondo di meditazione l'uomo si voltò bruscamente, uscendo dalla sua stanza e diretto alla sala grande dell'Accademia dei Monaci. I piedi nudi poggiavano sul marmo freddo mentre le arcate e le volte in marmo lucido e nero risplendevano in ogni dove. L'accademia altro non era che una gigantesca chiesa nera, fatta di volte e finestre ad arco, sopra le quali fregi neri come la notte riportavano effigi inneggianti al Dio della Morte. L'aula magna consisteva in una sala dal soffitto molto alto, aperto da un lucernari di vetro che lasciava passare tutta la luce del sole. Ai lati più lunghi della pianta della sala, due grosse statue di marmo raffiguranti una creatura dalle fattezze orribili. Modellata e cresciuta in base a legge diverse da quelle umano, una creatura proveniente dalle melliflue profondità del tartaro, scolpita secondo la mente umana. Perché ciò che in realta è, l'uomo sano non sa percepire né la sua mente trattenere.

    Lode a Jashin!


    Pronunciò il monaco una volta sistematosi in piedi, immobile, sull'altarino, posizionato al centro della sala. Davanti a lui, neanche una dozzina di ragazzi e ragazze dalle età più disparate, che pronunciarono la stessa preghiara all'unisono. Il monaco dalla pelle completamente tauata di rune e lingue antiche, dall'inchiostro nero, fissò con occhi che non avevano tempo i suoi adepti. Non c'era bisogno di spiegare chi fosse o cosa stesse facendo lì. Tutti i presenti sapevano che quello era il giorno. Avrebbero affrontato Jashin con Jashin e per Jashin. L'esame che avrebbe sancito il loro essere divenuti dei veri adepti al culto sacro del dio del male. Eppure, nessuno sapeva in cosa consistesse tale prova, e l'uomo dalla tunica nera era decisamente di poche parole. Estrasse un pugnale sacro da sotto la veste, impugnandolo con la destra. Stese il braccio sinistro in modo che tutti potessero vederlo. Senza proferire parola alcuna, si incise la pelle in un unico, lungo, taglio. La carne fu tagliata immediatamente e il sangue prese a colare fino a terra.

    Che il primo si faccia avanti.

    Ordinò con voce dura, scrutando uno ad uno i volti dei giovani adepti. E il primo si fece coraggio, con un passo avanti.

    Io, maestro!

    Esclamò. Riponendo il coltello sotto la veste, il monaco superò l'altarino, dirigendosi verso il ragazzo e posandogli una mano sulla spalla.

    Vieni, ragazzo mio. Che Jashin possa proteggerti.

    Proferì con aria lugubre, guidando il ragazzo verso una porta nera come la pece, dietro di se. Tutti sapevano che conduceva ad una specie di piccolo sacrario ma nessuno dei presenti c'era mai stato. Chi poi aveva varcato quella soglia, non raccontava ciò che era avvenuto al suo interno. Il monaco e il ragazzo sparirono dietro la stanza, lasciando i presenti nel silenzio.


    Venti minuti dopo, già tre adepti avevano varcato la soglia. Nessuno di loro era uscito, e i tagli sulle braccia del monaco aumentavano. Ripeteva il rituale ad ogni nuovo studente. Ormai si erano messi in fila e il prossimo era un ragazzo dagli occhi scarlatti che l'adulto fissò negli occhi. Impugnata la lama sacra, si tagliò ancora, per l'ennesima volta, per poi riporla sotto la veste e dirigersi verso l'altro, di poco più basso di lui. Posò delicatamente una mano sulla spalla del ragazzo.

    Vieni, ragazzo mio. Che Jashin possa proteggerti.

    Di nuovo, guidò il giovane adpeto verso la porta nera che si aprì al suo passaggio, richiudendosi subito dopo. Jashin reclamava un' altra vittima.

    Vecordio
    Cominciamo con l'introduzione, visto che sei nuovo, il bello arriverà col prossimo post. Sei liberissimo di descrivere tutto, ciò che fai prima, che fai nel mentre, tutto.
    Per qualsiasi dubbio o problema mandami un MP.
     
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  2. Vecordio
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    Narrato
    Parlato
    Pensato



    Uno dei tanti ragazzi presenti, uno dei tanti corpi che compongono questo mare di carne e sangue che trepidando, fremono in attesa di poter struggersi e lacerarsi nel nome dell'unico Dio che vale la pena pregare e rispettare. Si, proprio li in mezzo giace quell'anima piu aggrovigliata e contorta del solito, l'anima di Daemon. Si presenta per quello che è: un sedicenne abbastanza precoce che con tutta probabilità sarà anche tra i piu grandi di questi bambini. Ma lui non è piu bambino, il suo corpo è già sviluppato come si deve facendolo ergere in tutta la sua altezza e muscolatura lievemente accentuata dalla sua attività fisica costante. Indumenti semplici, ha scelto di indossare le classiche vesti di chi sta per sottoporsi ad un rituale religioso. Una veste in seta bianca che gli copre il petto scendendo fino a poco sotto la vita dove sarebbe legata da un semplice nastro rosso ben legato e stretto. Motivi cremisi sparsi qua e là proprio per rimandare al concetto di sangue cremisi, lo stesso colore che portano le sue iridi maledette. Dello stesso materiale sono fatti i pantaloni neri che arrivano quasi a nascondere i piedi scalzi e nudi. L'unico indumento "atipico" che potrebbe distinguerlo è quella sciarpa leggera viola munita del simbolo di Jashin alle due estremità. E' lunga e praticamente se la porta con se da sempre, un tessuto che ben si adatta alle stagioni che teatralmente lo avvolge due volte al collo per poi svolazzare alle proprie ad ogni movimento troppo accentuato.Mento e labbra dovrebbero essere coperte in parte da questo tessuto lasciando che lo sguardo serio e truce possa riversarsi su tutti i presenti e sulle statue presenti con non poco interesse. La chioma bicromatica è sempre li a coprire leggermente il volto e a palesare la sua eccentricità, la sua follia scenica.

    Mphf, un degno preambolo.

    Si lasciò scappare lanciando occhiate nei propri dintorni e tenendo le braccia serrate sotto il petto lievemente scoperto.

    Quindi è veramente il giorno, Uh? C'è da domandarsi se sia l'atto di apertura o di chiusura della mia vera esistenza.

    Le dita ticchettavano lievemente sui propri avambracci nell'attesa che lo spettacolo avesse inizio. Sussultò appena nel vedere arrivare quel monaco in tutto il suo splendere, lentamente un ghigno di sicurezza si instaurò sul volto divertito nel vederlo ferirsi in malo modo come se nulla fosse. Si, esattamente questo. Non esitò dunque a mettersi in fila tenendo gli occhi puntati sul monaco e sui pargoli antistanti sviando di tanto in tanto l'attenzione sul sacrario coperto. Una attesa che lo eccitò dentro ma che non esternò al di fuori del corpo in particolari effusioni emotive. Chiuse gli occhi e placò l'animo aspettando il proprio turno a braccia consette senza degnare di uno sguardo tutto il resto del mondo.

    E poi toccò a lui.

    Gli occhi si riaprirono sentendosi chiamato in causa, a quel macabro appello che di certo non lo avrebbe fermato dal proseguire la sua tetra strada del male. Le iridi fissarono intensamente quelle del monaco senza paura e senza rancore, una determinazione e consapevolezza uniche del suo genere, come se stesse recitando anche in quel momento. Districò le braccia tenendole vicino ai fianchi ed osservando l'ennesimo taglio compiuto proprio davanti a se, si soffermo con lo sguardo proprio su quel sangue che per quanto uscisse non procurava la morte dell'uomo.

    Che si compia uno spettacolo degno di Jashin dunque, mh!

    Una sicumera invidiabile la sua, un mezzo sorrisetto di arrogante sicurezza e accettò l'invito del monaco a farsi avanti, seguendo fin dove necessario senza esitare e senza fare casino, fiero della propria persona.
     
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    La porta nera e pesante si chiuse alle loro spalle con un cigolio sinistro. In un attimo l'aula magna si fece distante anni luce, quasi come appartenente ad un'altra dimensione, impossibile da raggiungere. La luce che illuminava il nuovo ambiente non aveva nulla a che vedere con il lucernario sul soffitto, in grado di illuminare il lucido pavimento nero, le colonne e le volte. Una luce fioca di una particolare parvenza verdastra, riempiva ogni cosa. Una semplice stanza spartana. Il tetto era decisamente più basso ma la cupola era un mosaico che narrava qualcosa di antico e dannato. Figure che ricreavano esseri proveniente dal più cupo e sgraziato dei mondi. Demoni degli abissi del tartaro nascosti tra le stelle che raccontavano una storia che gli umani non possono conoscere ma che temono nel profondo, alla sua sola visione. Non c'erano altre porte nè finestre. Un semplice pavimento nero, ricoperto quasi interamente di un tatami in tinta. In fondo, un altro altare. Scorreva sangue su di esso, sangue appena versato. Il silenzio era rotto solo da un rantolio agonizzante: in un angolo, tre corpi giacevano al suolo. Due inermi, immobili e freddi. Gli occhi come ghiaccio aperti dal terrore, i volti inorriditi dalla paura. Uno ancora boccheggiava, fissando qualcosa di invisibile. L'altro era completamente immobile (almeno per il momento). Il terzo, rivoltato in mezzo a loro, senza la forza di piangere o scappare. Coperto di sangue, egli poteva solamente gemere di dolore in un basso e roco rantolio senza fine.

    Credi tu nel Dio della Morte?

    Il monaco dalla pelle pallida, completamente tatuata, si trovava al centro della stanza, immobile. Fissava il ragazzo davanti a lui senza espressione, vuoto e senz'anima. La sua lunga tunica nera era pulita, perfettamente candida nonostante la sfumatura. I piedi nudi senza segno di impurità o sporcizia. Gli occhi cupi non trasmettevano alcuna emozione se non un vuoto imperscrutabile. Dopo aver atteso e ricevuto risposta, di qualsiasi natura fosse mai stata, l'uomo dalla notevole altezza si mosse verso l'altare, protraendo in avanti il braccio per afferrare qualcosa che era rimasto su di esso. Diede le spalle a Daemon mentre recitava qualcosa in una lingua a lui sconosciuta, come un cantico molto antico. Raccolse quindi ció che sull'altare era rimasto, calzandoselo in testa. Quando si voltó, indossava una maschera del tutto particolare. Non era modellata in alcun modo ma rendeva il suo viso più largo e malvagio, di un grigio misto a sangue. Un piccolo cappuccio terminava in una punta mentre gli occhi erano oscurati da una patina nera come la pece. Aveva l'aria di un grottesco boia. Senza proferire altro, fece scivolare via qualcosa dalla lunga tunica.

    Questa, ragazzo, sarà la tua occasione.

    La lunga frusta nera accarezzó un secondo soltanto il tatami, prima di venire brandita dal monaco.

    Sopravvivi per il tuo Dio o sacrificati per lui.

    E fece schioccare la frusta con così tanta forza che una sottile brezza d'aria arrivò fino all'altro. Senza pensarci due volte, il monaco ripetè il gesto, ma questa volta la frusta puntava verso il ragazzo, per colpirlo.

    Sia fatta la tua volontà, mio signore!

    Per il combattimento non preoccuparti, ovviamente non devi vincere, sarebbe impossibile. Tuttavia vorrei che sfruttassi le tre tecniche base che possiedi nel migliore nei modi. Siccome il ciclo di studi in accademia in realtà è durato anni, puoi giocarti che il il tuo pg conosce le tre tecniche base (moltiplicazione, sostituzione e trasformazione). Ovviamente non calcolerò nulla in riuscita, sarà un combattimento descrittivo :asd: Per questo turno dovrai solo difenderti. Dal prossimo potrai anche attaccare :soso: Mi raccomando, per qualsiasi dubbio riempimi pure di MP :asd: Ricordati lo specchietto con il resoconto delle azioni e il consumo di stamina/resistenza sotto spoiler, a fine post.
     
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  4. Vecordio
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    Uno sguardo carico di tensione il suo, iridi cremisi che si posano funeste e spietate sull'ambiente circostante respirando a pieni polmoni questa sana atmosfera malvagia e pregna di dolore. Negatività insomma, si compiace di come le stanze siano oscure e desolate anche a livello estetico, il suo senso della teatralità è decisamente appagata e la cosa gli farebbe comparire sorriso macabro celato soltanto dal tessuto violaceo della sua sciarpa. Passi rumorosi i suoi, i piedi scalzi che camminano nelle tenebre di questo pavimento nero mentre le braccia si divaricano un poco come per andare ad afferrare e portarsi appresso l'oscurità del male. La respirazione si fa piu profonda, la lingua si agita nella cavità orale come se fosse in attesa di assaporare gusti malsani e inusuali come quelle del sangue che - alla fine - non è piu cosi strano. Una creatura delle ombre nata nella luce, cosi come si nasce eroi si può nascere anche demoni.

    Questa è la porta degli Inferi, qui è dove la mia stirpe atavica ha avuto origine. Sangue nero, nerissimo come una notte senza stelle.

    La sua testa si fa leggera, le sue preoccupazioni e affanni diverrebbero come fumo etereo ora che si trova qui dentro in questa scatola torpida e opaca. Gli occhi dovrebbero abituarsi a questa oscurità, dovrebbe riuscire a scorgere l'altare in fondo alla stanza intinto di sangue appena sgorgato. Immediatamente le sopracciglia si aggrottano a quel macabro spettacolo, non lo schifa ne lo spaventa ma lo mette sull'erta. I muscoli si fanno tesi, le braccia incrociate sul petto si stringono lasciando solo che sia lo sguardo truce a comunicare le sue emozioni al mondo esterno. Un piccolo sussulto dunque nel vedere le tre anime atterrate, il passo si fermerebbe per qualche secondo cosi' che possa mettersi in guardia istintivamente con le braccia che si districano per irrigidirsi davanti al petto di Deamon.

    ...Mhpf. Queste anime ignave hanno fallito la loro prova.

    Deve farsi forte per prendere sicurezza, un tono secco e arrogante nel tornare piu calmo nei movimenti che cercherebbe di eseguire di nuovo in modo fluido. Braccia che si adagiano sui relativi fianchi e sguardo che dall'alto sprezza quei volti dannati. Un minimo di compassione in fondo la prova, ma proprio in fondo di quel baratro nero che confà la sua vera esistenza.

    Evidentemente non tutti sono degni di diventare portatori dell'apocalisse.



    Segue ancora il monaco, il suo probabile mentore con passi lenti ma inesorabili che probabilmente lo condurranno verso macabri fini. Una qualche distanza di sicurezza mentre riporta lo sguardo sulla figura ante stante con occhi scrutatori e subdoli, carichi di malizia e di perfidia ma al contempo di rispetto. Si fermerebbe a guardarlo dritto negli occhi, una postura fiera ed eretta che al contrario della vacuità altrui dovrebbe esprimere una forte determinazione. Ma non una di quelle dei bambini che vogliono diventare Hokage, piuttosto una di quelle che vogliono fare del male a qualcuno.

    Credo nell'Inferno, credo nella morte e nel male. Credo nella bellezza del sangue versato, credo nella magnificenza della carne squartata e nell'opulenza del dolore. Credo nel forte appagamento di diventare l'emissario di cotanto splendore maligno e macabro. E credo infine in colui che rappresenta tutto questo nel ruolo perfetto.

    Risposta secca e spirituale sotto certi sensi, la sua fedeltà al Dio è sicuramente forte e salda ma forse un poco piu personale di quanto si possa pensare. Lui, il demone che aspira a diventare di piu, le labbra che si muovono e le corde vocali che vibrano per impartire al monaco la sua risposta piu intima e sincera senza peli sulla lingua e compiacendosi con piccoli e sporadici gesti con le mani. Terminato il suo piccolo discorsetto rimarrebbe li in piedi a guardare le movenze del monaco, le labbra serrate e le iridi puntate su quella figura con enorme cautela. Stringerebbe i denti, quella maschera è davvero un enorme gioia per gli occhi quanto un dolore per il suo cuore intimidito. Solleverebbe leggermente il mento per mettere finalmente in mostra l'intero volto giovanile ma maturo nei suoi tratti definiti, gli arti che cominciano ad accumulare energia fisica per prepararsi ad un qualcosa di spiacevole.
    Lo guarderebbe un altra volta in faccia, il volto pregno di spavalda arroganza e di burbanza.

    Mh! Fuahahaha! Molto bene! Io, Daemon Bàlor mi priverò delle mie mortali spoglie per diventare il demone che sono!

    Ci sta ovviamente qualche parola profonda e scenica, l'inizio di questo copione per l'opera cruenta in atto. Sorride ora, un poco forzato per mostrarsi pronto a questa prova fisica e mentale. Un colpo di frusta eh? Poco può fare se non tentare di adocchiare per bene la traiettoria di quell'arma per tentare di sottrarsi alle funeste conseguenze. Non conosce altre difese se non la semplice schivata, opterebbe per via della distanza di arretrare velocemente cosi' da uscire dal range di attacco nemico. In che modo? Un salto all'indietro, le gambe già posizionate e tese dovrebbero essere un ottimi inizio per calibrare l'energia fisica nelle giunture per poi liberarle tutta in una volta e generare il moto. Niente di eccezionale ovviamente, solo una rapida ritirata all'indietro per arretrare di qualche metro quel tanto che basta per non farsi male. Attenzione ovviamente al piccolo atterraggio curandosi di mantenere saldo l'equilibrio tramite le mani teatralmente socchiuse con solamente indice e medio innalzati davanti al petto.
     
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    Lo schiocco della frusta tagliò il silenzio carico di tensione che si era creato nella stanza nera, pregna di sangue e paura. I muscoli del monaco erano tesi, il braccio che reggeva la leggera arma era sinuoso, contratto e contornato di un innaturale pallore nonostante i più svariati simboli fossero incisi con ichiostro nero sulla pelle. La maschera da boia non lasciava intravedere nulla ma donava al volto dell'uomo un innaturale e inquietante sorriso, mentre gli occhi si erano fatti maligni. Ad occhio esperto, quella frusta e il modo in cui veniva brandita era palesemente mesto. Sopraffare l'avversario era cosa giusta, ma la sete di sangue bramava un reale avversario, degno di tale nome. Del resto, neanche i monaci dell'accademia erano così malvagi da fare seriamente male ai proprio studenti. Salvo casi eccezionali. E il ragazzo messo peggio tra quei tre a terra, aveva rischiato grosso. Ciò che era a lui mancato, quel ragazzo così spavaldo lo aveva. Quella specie di coraggio misto a follia capace di salvarti la pelle quando più ne hai bisogno.

    E allora... Combatti!

    Adrenalina pura scatenata nell'adulto dalla voce del ragazzo mentre la frusta schioccava di nuovo, questa volta diretta verso l'altro. Tagliò l'aria con un sibilo ma, invero, si trattava di un colpo lento e pesante, decisamente forzato. Non rappresentava le reali abilità del monaco, ma avrebbe dovuto essere abbastanza per il giovane. Egli non chiuse gli occhi. Come un guerriero esperto, tenne gli occhi fissi sul suo avversario, tentando di scartare all'ultimo momento. I muscoli delle gambe, dapprima piegati, si stesero velocemente, permettendo al giovane Daemon di balzare all'indietro. Unica pecca: quel sibilo caldo sulla sua guancia sinistra. Un rivolo di sangue che lento scese fino al mento. Era stato colpito, seppur non del tutto.

    Una goccia.

    La frusta a terra, il manico saldamente stretto tra le mani del monaco che fissò il ragazzo, parlando con voce seria, senza emozioni. Osservava come incantato quel rivolo di sangue come desiderasse farlo suo, lasciarlo scorrere ancora e ancora.

    Basta una sola goccia per decretare la tua morte.

    Non era un rimprovero ma una semplice constatazione. Per un attimo fu di nuovo il silenzio ma il monaco, improvvisamente, scaraventò la sua arma di lato, lasciando che cadesse fuori dal nero tatami. Entrambe le braccia aperte lateralmente, scivolando fuori dalla tunica nera. Il volto alto, gli occhi verso il cielo.

    Attaccami, ragazzo. Non avere paura di reclamare il mio sangue!

    Chiese quasi implorante, pronto per misurarsi e scoprire quanto dolore potesse infliggere il giovane adepto.

    Perdi 2 punti resistenza. Ottimo post, adesso l'attacco sta a te :soso: Ricordati che hai 4 slot per azioni offensive, non di supporto. Trovi tutto nei regolamenti e, se hai dubbi, chiedi pure :hat:

    L'unica cosa, hai dimenticato lo specchietto ma ti mostro come si fa. Sotto spoiler, per prima cosa linki la tua scheda, in modo che si possa consultare senza andarla a cercare, per rendere tutto più rapido. Secondo poi, devi sintetizzare ciò che sono state tutte le tue azioni, tipo:
    CITAZIONE
    Azioni:
    - Schivata

    (Ovviamente il quote è solo per mettere in evidenza il tutto, non devi usarlo). Oltre alle azioni, devi tenere il conto della stamina e della resistenza del tuo personaggio, proprio come su. In questo caso, una schivata è un'azione fisica semplice che costa 1 punto resistenza, per cui ricordati di scalare questo singolo punto più i danni assegnati, nel prossimo post :soso:
     
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  6. Vecordio
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    http://narutogdr-laviadelninja.forumcommun...net/?t=59213845 <---- Scheda pg

    Azioni

    - Attacco (Pugno)
    - Attacco (Pugno)
    - Attacco (Pugno)
    - Attacco (Calcio)


    Resistenza = 100 - 1 - 1 -1 -1 -1= 95
    Stamina = 100

    Farei uso delle tecniche ma ora come ora non ne vedo il motivo (?), la sostituzione l'avrei usata prima gli studenti a terra non sono "Oggetti" ma esseri viventi, e copie illusorie servono ben poco contro un nemico che ti accoglie a braccia aperte C_C


    Uno sbuffo, un ringhio quasi animale nell'esternare al mondo il proprio dolore fisico ad occhi socchiusi e sprezzanti. E' stato colpito alla guancia, la mano destra andrebbe proprio a sfiorare appena la superficie del gote come per controllarla e verificare l'entità di questa ferita indesiderata. Rimarrebbe sul posto, piedi soldi e ginocchia leggermente divaricate per assumere una posa da combattimento forse piu scenica che pratica ma si è capito come ci siano priorità e priorità per il nostro studente.

    Tsk, una sola sola goccia non disseterebbe neanche il piu patetico degli assassini.


    Una risposta secca e superba la sua, una arroganza e un coraggio che forse non è poi cosi normale da trovare nei 16enni qualunque. Ma lui non è di certo un normale adolescente, quel corpo e quell'anima che si ritrova sono molto piu che semplici concezioni rientranti in specifici canoni o altro, nono è ben altro. Lo guarderebbe ora con maggiore rabbia e atrocità, uno sguardo carico di vero e proprio rancore ora che è stato ferito, avete mai provato a trattare con una bestia che ha perso sangue? Eppure in quel suo dolore troverebbe la follia e la forza di sorridere, divertito da questo tetro spettacolo e dalle azioni del monaco che diamine se lo garbano dal punto di vista scenico e maligno. Un degno attore non c'è che dire, quel ruolo apprezzato che lo invoglia a sfoderare ancora una volta la sua parlantina a braccia ben posizionate davanti al petto per assumere una guardia scenica.


    Ah! Molto bene, banchettiamo con la nostra carne e sangue allora, in congiunzione e condivisione Fuahah!


    Adora ridere, adora far riecheggiare nell'aria quei suoni nitidi e cristallini che altro non fanno se non evincere in modo pulito la sua malattia. Chi riderebbe ora come ora? Un' anima oscura, alcune persone vogliono nascondere certi segreti al mondo e altre invece le sbattono in mostra davanti a tutti.
    Cosa fare ora dunque? Vedendolo cosi' preparato ad accettare il dolore sarebbe ben lieto di usare di nuovo le proprie gambe al meglio per scattare in sua direzione con passi rapidi e ferali. Una carica bestiale dunque, al diavolo i movimenti eleganti e impacciati mossi dalla ragione, qui è l'istinto a comandare. Istinto animalesco di fare del male come un cacciatore farebbe alla propria preda, vuole vedere il sangue scorrere e pertanto non esiterebbe a sfruttare il massimo delle proprie capacità fisiche per portarsi proprio davanti al monaco con sguardo divertito ed estasiato.
    Qualora vi riuscisse allora tenterebbe di sfruttare il moto della propria corsa per scaricare l'energia cinetica sul brutto muso del suo maestro, del suo tutore. Il braccio destro si alzerebbe un poco ritirandosi leggermente indietro alle scapole cosi' da diventare una molla di carne ed ossa pronta a volare contro il viso del tutore. Le dita chiuse a pugno in modo e aspro, non vuole usare il palmo bensi le nocche. Si, un chiaro colpo di pugno sui connotati che ripeterebbe subitamente dopo con il braccio sinistro praticamente in ombra e in parallelo al destro, una alla volta. Stessi muscoli e stessi movimenti, qualora ci riuscisse allora lo farebbe una terza volta nuovamente con il braccio di destra che si sarebbe ritirato durante l'azione di quello mancino. E non si da limiti eh! Massima potenza fisica la sua, voglia di fargli tanto male e di magari rompergli il naso per far uscire il sangue che tanto brama.

    Finirebbe cosi' la sua offensiva? No, un ultimo attacco fisico e teatrale per terminare la combo: un calcio diretto al fianco destro del monaco ad altezza addome. Non sarà un monaco esperto in taijutsu ma alla fin fine un calcio è un calcio, posando il proprio peso sul piede sinistro rimarrebbe in equilibrio su quest'ultimo cosi' da distendere per bene la gambe sinistra e lasciare libera di muovere la destra. Mani e braccia che tornerebbe al petto per aumentare l'equilibrio, la gamba destra si alzerebbe in volo per qualche attimo cosi' da salire obliqua per tentare di colpirlo proprio sotto l'ascella a massima forza e sperando di impattare esattamente con l'osso della tibia bello duro.
     
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    Il ragazzo è carico di una follia che il Monaco riconosce eccome, la scintilla che mancava alle tre povere anime lì per terra. Riconobbe nei suoi occhi una volontà animata da Jashin e se ne compiacque. Un po' meno quando il giovane volle caricarlo a testa bassa, senza un minimo di strategia o di ragionamento. Eppure rimase immobile, a braccia spalancate ad attenderlo. E così lui venne. Il monaco tenne gli occhi fissi sull'altro, seguendo i suoi movimenti che lenti giungevano in concomitanza con la sua risposta. Il primo pugno fu schivato semplicemente spostando l'anca e di conseguenza il busto all'interno dell'asse di battaglia. Lo stesso per il secondo pugno, dal lato opposto. Il terzo fu leggermente più veloce e per questo il monaco fletté i muscoli della gambe, abbassandosi con semplice fluidità. Si rialzò un attimo dopo, bloccando il calcio del giovane con una presa solida, per mezzo di una sola mano.

    Essere così lento dovrebbe farti capire che hai sbagliato completamente strategia, ragazzo.

    Dichiarò serafico l'uomo, allontanando Darmon con una facilità inaudita. Eppure non si trattava certo di un peso piuma. Le braccia infilate nelle maniche della lunga tunica nera mentre una mano si avvicinava alla propria testa, sfilandosi il cappuccio con facilità. E di nuovo il volto del monaco, calvo e pallido ma ricoperto di tatuaggi, venne alla luce. Scrutava silenziosamente l'altro finché non dischiuse le labbra.

    Daemon Bàlor, può tornare di là.

    Sempplicemente, senza alcun sorriso, senza alcuna sfumatura nella voce che lasciasse intendere qualcosa. Semplicemente, avevano concluso.

    Accademia terminata, questi ultimi post sono solo conclusivi, non vanno contati per l'exp. Dunque, ti sei mosso bene nonostante questo sia il tuo primo gdr by forum (o almeno così ricordo). Sulla narrativa nulla da dire, va benissimo. Certo, dovresti giusto darti un'occhiata alle tecniche perché, nonostante il monaco sia fermo, quando usi la moltiplicazione del corpo ti confondi automaticamente con le copie, quindi serve eccome anche in questi casi :asd: Ma sono sottigliezze. Ti consiglio di spostare lo specchietto non all'inizio ma a fine post, però anche quello va bene, hai messo tutto. Volendo puoi non mettere "attacco (pugno)" ma direttamente "pugno", ma ripeto, sottigliezze che importano giusto a me in questo momento :asd: Per il resto, sei stato promosso. Per terminare, ti invio un mp con un breve questionario a cui rispondere, dopo il quale sarai promosso ufficialmente. Prima però fai qui il post conclusivo. Intanto, ricevi 31 punti exp.
     
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    Liquido la nana coi brufoli - She Knows - con 30 exp. Se non ricordo male u.u


    Edited by Kerberotte - 11/10/2016, 11:11
     
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