■ Resistenza: 200/200
■ Chakra: 200/200
■ Controllo del Chakra: 40
■ Forza Fisica: 10
■ Potenza Magica: 20
■ Agilità: 10
■ Ninjutsu: 30
■ Taijutsu: 10
■ Genjutsu: 10
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Ayumu HimuraLa cosa divertente, e anche fondamentalmente inevitabile, è che l'anonimato più totale deve finire, prima o poi. E se la gente non può, non ha realmente modo, di notare in alcun modo la giovane Genin, il Chunin assegnatole per scoprire, più o meno finalmente, la proprietà elementale del suo Chakra deve, per forza di cose, rivolgersi a lei, addirittura conoscerla e farla uscire dall'anonimato. Chiariamo: non che le crei problemi, in nessuno dei due casi, semplicemente è sempre stata abituata a essere una delle tante. Una delle tante con cui i giocatori non giocano, una delle tante che studia da sola, una delle tante che dopo la tragica disfatta di Kumokagure ha iniziato una vita completamente diversa. Anche perché, lei, di quello che è successo prima, non ne sa assolutamente nulla.
«Madre» Una voce femminile, tranquilla e con un tono tutt'altro che imponente irrompe nel silenzio della casa
«ricordi che oggi ho l'allenamento con quello lì?» figuriamoci, ricordare i nomi è una qualità che non è affatto propria di Ayumu, anzi. Diciamo che è più solita chiamare la gente con “coso”, “tizia”, “quella”. Non lo fa apposta, non lo fa con cattiveria, è che proprio non riesce a memorizzare subito i nomi della gente. E probabilmente “quello lì” avrebbe dovuto ripetere il nome almeno cinque o sei volte prima di farlo entrare nella testolina della Genin.
«Certo, Ayumu, ti ho già preparato il pranzo. Non fare tardi.» la risposta della madre, puntuale quanto banale, tanto che Ayumu, dall'altra parte della casa, le stava fondamentalmente facendo il verso, aspettandosi una risposta del genere.
«Sì, no, non mi serve il pranzo!» con tanto di sbuffo, impossibile da sentire per la madre.
«Tu portalo lo stesso, non si sa mai.». La domanda sorge piuttosto spontanea e, ovviamente, a tirarla fuori è Ayumu:
«Non si sa cosa? Ma', devo andare lì, scoprire l'elemento e me ne torno a casa, giuro che è facile!» e sì, effettivamente non è affatto difficile come compito, non è una missione chissà quanto pericolosa. Le parole della madre le sente appena, essendo la Genin indaffarata a raccattare i suoi attrezzi: Shuriken, Kunai e fil di ferro, comodamente intrecciato attorno al braccio destro, perché portarlo in una sacchetta come tutti è scomodo e poco professionale. O forse perché le interessa poco e, ovviamente, si trova molto più comoda così.
«Ciao Ma'!» così, all'improvviso. Un salto fuori dalla finestra, senza neanche passare dal via. Ehm, dalla porta.
E quindi via, verso il campo d'addestramento, quello solitamente più deserto. Coincidenze? Chi lo sa, qualcuno non ne sarebbe felice, ma a lei poco importa. Deve andare lì e sbrigarsi, perché ha altro da fare. Cosa? Non è dato saperlo, decisamente. Il campo d'allenamento non è distante e arrivare lì non è difficile. Nel giro di dieci minuti, tra un saltello e l'altro, è davanti al Chunin, che la guarda con aria annoiata.
«La signorina Himura?» sì, un modo decisamente particolare di chiamarla. Si sarebbe aspettata il classico “Ayumu, la solita Genin”, ma così non è stato. Annuisce, la ragazza, facendo appena spallucce.
«E lei deve essere...» la interrompe, come se fosse normale.
«Non ha importanza. Su, prendi questo e sbrigati, non posso aspettare tutto il giorno!» palesemente stupita da quella reazione, la bionda alza un sopracciglio, afferrando il classico fogliettino utilizzato per capire l'alterazione del Chakra.
«Quindi, infondo il Chakra e...» il gioco è fatto, il foglietto si bagna, tantissimo. Sia chiaro: è il foglietto a bagnarsi.
«Quindi il mio elemento è l'acqua...» mormora tranquillamente, abbandonando il foglietto e osservando il ragazzo davanti a lei.
«Posso andare?» decisamente di fretta, impossibile non notarlo.
«Vai pure, Ayumu, e sì, imparerai a padroneggiare l'acqua.» serenamente, la bionda saluta il ragazzo con un cenno della mano, per poi allontanarsi con discreta velocità verso chissà dove.