Arumin's Chronicles - Quando l'amore si prende ogni cosa

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    Io vengo dalla luna che il cielo vi attraversa e trovo innopportuna la paura per una cultura diversa

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    Mia madre mi ha detto che ha quella faccia perché é un mostro!

    Quale mostro?

    Io so invece che é così perché sua madre gli ha versato l'acqua bollente in faccia perché é pazza! Sicuramente lo é anche lui!

    Perché dovrei esserlo?

    Un primo sasso venne lanciato verso l'inquadratura che era il punto focale dei miei occhi.
    Stavo registrando quei momenti per ricordarmi come mai fossi così tanto discriminato.
    La roccia si schiantò contro la mia fronte e fece male, molto male. Il secondo sasso non lo sentì, ma i medici dissero ai miei che mi aveva lacerato il labbro inferiore.
    Ricordo perfettamente che il peggio non fu il dolore fisico, ma quello provocato dall'ennesimo litigio di mamma e papà.
    Cosa avevano da discutere mentre il loro primogenito se ne stava sul lettino di un ospedale con una commozione cerebrale?
    Mio padre dava sempre la colpa di tutto agli altri, mai che si assumesse la responsabilità di qualcosa. Per lui l'importante era portare i soldi a casa, il suo unico ruolo terminava lì. Diceva sempre che il resto delle mansioni spettava a mia madre e ciò comportava automaticamente che lei avesse la colpa di ogni cosa negativa che potesse capitare a me e mio fratello, quando effettivamente, in quel caso, la colpa era della crudeltà e della maleducazione di due o tre marmocchi aizzati contro tutto ciò che é "diverso".
    La mia diversità risiede in una malformazione della pelle. Sono per metà albino e per metà ho un'irritazione causata da un eccesso di melanina. In più possedevo occhi affetti da eterocromia avanzata, probabilmente causata dalla stessa malformazione.
    A me sinceramente non mi diede mai fastidio. Che dire, mi piaceva quell'aspetto. Ero come un ibrido e m'innamorai di tutto ciò che la natura aveva offerto simile a me.
    L'amore per quello però non era condiviso da nessuno, forse solo da mia madre che come tale mi dava tutto l'affetto che un genitore dovrebbe dare e dal mio fratellino che nella sua innocenza mi vedeva come un essere magico.
    La verità?
    Mi sentivo tremendamente solo anche se effettivamente non lo ero.
    Fortunatamente non sono mai stato il tipo che se ne sta con le mani in mano se una situazione non é buona.
    Da quell'incidente capì l'importanza di essere accettati per evitare di essere divorati, ma se non vieni accettato cosa fai?
    Combatti.
    Così iniziai ad imparare a difendermi. Mia madre e mio padre erano ex-shinobi, non particolarmente dotati, ma sicuramente abbastanza abili da poter insegnarmi le basi.
    Mio padre, però, era come un fantasma, riuscivo a parlargli e ad incontrarlo solamente quando tornava a casa per la cena, ma il suo unico interesse era poter sfoggiare apparenza. Per lui era importante soltanto che si parlasse bene di noi.
    Il demone della superficialità lo divorava da sempre e lui stava lì a non accorgersene. Prima mi faceva soffrire che le cose andassero in quel modo, ma col tempo non ci badai più. C'era mia madre e Manuro, perché preoccuparmi di un essere che aveva scelto altre priorità all'amore per la sua famiglia?
    Mia madre mi crebbe meglio che poté e nel quartiere di Ame dove vivevamo tutto era una palestra e ogni giorno serviva come lezione. Se non impari a sopravvivere, la pioggia del nostro Paese diventa acida.

    La prima scazzottata vera avvenne quando compì 11 anni. Buttai per terra uno molto più grosso di me in un modo veramente banale.
    Imparò che essere una cinquantina di chili oltre il limite di obesità non era un fattore necessariamente favorevole per imporsi con la forza e io imparai che più grossi sono più si fanno male cadendo.
    I sobborghi di Ame significavano solo una cosa: sporcati nel fango e sotto la pioggia, ingoia amaro e combatti duramente. Lo feci con sempre più frequenza e questi mi portò anche le prime amicizie, sapete quelle che non sono esattamente le più affidabili? Quel tipo di amicizie che si basano molto sulla mera compagnia e non tanto sulla fiducia e l'affetto.
    Tuttavia fui grato a quella svolta, perché quella notorietà mi portò altre rogne e quelle rogne mi portarono al cospetto di occhi che potevano appartenere solo a uno di quegli angeli di cui mia madre mi raccontava nelle bellissime storie che ascoltavo avidamente prima di andare a dormire.
    Quell'angelo si chiamava Mera...


    Continua...


    Edited by F u r y - 7/5/2016, 09:27
     
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