[Story Mode Forzata] C'è un luogo e tempo per ogni cosa, ma non ora.

Per Inohana Yamanaka

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    Pioveva, quel giorno, a Kusa. Una giornata effettivamente triste, pesante ed uggiosa come poche. Il villaggio era apparentemente tranquillo da quando Zero aveva completato e compiuto la sua invasione, forse perchè la gente aveva paura di uscire dalle proprie case, o forse perchè la parte centrale dello stesso fosse praticamente inagibile. Eh sì, insomma, il cielo si stava sfogando ben benino, effettivamente.
    Non si poteva dire, tuttavia, che nei nuovi edifici adibiti ad uffici della gestione del villaggio non ci fosse movimento, anzi. Le missioni continuavano - in particolare cacce - ed anche riunioni ed eventi simili erano praticamente all'ordine del giorno. Sicuramente non era delle più pacfiche, la situazione, e difatti ogni tanto non era difficile che si incappasse in risse e veri e propri duelli che se ogni tanto finivano col buonsenso dei duellanti, ogni tanto finivano anche nel sangue... Come in tutte le migliori anarchie-strambo-qualcosa che i pazzi istituiscono quando vanno al potere.
    Pioveva, pioveva fortissimo, ma una donna camminava per strada, silenziosa, con una busta poggiata sotto il braccio e le guance rigate dalle lacrime salate. Sì, le lacrime si distinguevano dall'acqua del cielo. Sono amare, quelle, e sono salate. E tristi, dannatamente tristi. Passo dopo passo si avvicina alla piccola casetta di Inohana, sperando che sia lì. Ogni tanto, come fossero degli spasmi, dei sussulti le fanno stringere il foglio con forza nella destra.
    Arrivata davanti alla porta della ragazza bussa, bussa con forza e lascia che l'acqua scivoli addosso e cada per terra, bagnando il terreno. In caso la giovane avesse aperto avrebbe potuto finalmente vederla: la mamma di Ban, davanti alla sua porta, con una lettera scritta su un foglio sgualcito e rovinato in mano.

    INOHANA!

    E le abbraccerebbe il collo, cominciando a piangere disperata come non mai, bagnandola delle su lacrime, della sua sofferenza e della sua momentanea e forse duratura carenza d'affetto. Tiene una lettera in mano, e l'altra sarà libera di prenderla e leggerla tranquillamente.
    Tranquillamente... beh, sì fa per dire.


    Qualche giorno prima...


    La ragazza si risvegliò per qualche istante e guardò il giovane, confusa. Erano entrambi lì, per terra, ridotti come stracci.

    B..Ban... Che s-succede?

    Abbiamo sconfitto quell'infame ed hai fatto nascere le piccole Salamandre. Ora sono libere, Consuelo, sei stata brava.
    Ora... o dimmi come portarti a casa o trova un modo di contattare gli altri, sei messa male.
    Poi riposati, ma senza mollare la presa sulla realtà.


    E detto questo, il giovane parve infilare rapidamente una mano nella tasca della ragazza, tirandone fuori un uccelletto metallico un pochino danneggiato, ma funzionante, nella schiena del quale c'era conficcato un foglio pulito. Il ragazzo si morse la punta del dito, facendone venire fuori un po' di sangue e cominciando a scrivere alla bell è meglio, rapido, come poteva.
    Fu proprio dopo aver caricato e lanciato l'uccelletto che arrivarono le esplosioni e... Nient'altro. Il silenzio.


    CITAZIONE
    Non cercatemi.
    Vi prego. Sto cercando di salvarvi.
    Forse non mi riconoscerete più.
    Addio... vi amo.
    B...an

    Penso che sia tutto fin troppo eloquente.
    HA!
    [tag: »Nico«]
     
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    Una orribile giornata in un posto che è diventato un po' più brutto nel giro di qualche giorno. E' passato chissà quanto tempo dall'ultima volta che ha mosso le sue chiappe dal letto e dal divano in attesa del suo BOYFRIENZ chissà dove. Beh, è partito da un po' oramai.
    Piazza gli occhi nocciola armati di ciglia finte ed eyeliner appena accennato al di fuori della finestra, ad osservare quella che è la tipica giornata di feci che piovono dall'alto, più di preciso dalle chiappe di una nuvola. Piove, sì, piove ed anche un bel po'.
    Uno di quei giorni in cui puoi abbandonare la casa soltanto con un ombrello sembra più affaccendata del solito: tipiche pulizie di cambio stagione? No, voglia, finalmente, di evitare che la cellulite si impadronisca di quelle fantastiche chiappette che si ritrova. Ed è forse per quello che si è come rintanata in un angolino di quella sottospecie di palestra che ha nello scantinato dell'enorme villa bianca.
    Lì, dove soleva giocare coi pesi assieme alla sua amica, sparita chissà dove. E forse è anche giunto il momento di ritrovarla, no? Magari giusto per ricordarsi che le guerre si fanno per evitare che tutto ciò in cui si creda finisca nel nulla più totale, un po' come Kusa ora?
    Ed è per questo, magari, che si è appena dilettata in quello. Ed ha concluso un allenamento di poco conto, che però l'ha sfiancata quanto basta, da brava abusatrice di polmoni inesistenti. Si è anche messa a fumare, un po' come le donne adulte che hanno dato vita a tipo sette figli e son stressate dalla vita di famiglia.
    Ed osserva un angolino da quella finestra, con uno sguardo quasi malinconico. Ma poi, che diavolo fa palestra truccata, questa? Nah, in realtà si è già persino lavata e profuma più del sederino di un bambino avvolto nell'odore del borotalco. Un odore roseo, etereo, incredibilmente sensuale.
    Un po' come quel corpicino che comunque si ritrova, anche se si è quasi abbandonata dopo che alcuni carissimi amici sono rinvenuti da chissà dove ed hanno deciso amorevolmente di invadere random Kusa e di fare cose che non sembrano troppo felici.
    SEMBRA che tutto sia apparentemente tranquillo, in realtà alla prima rissa che scatta parte l'omicidio colposo e tutto all'anarchia. Insomma, robe non troppo carine e coccolose. Ed in un contesto del genere, unito pure alla pioggia, la combinazione è perfetta. Ed Inohana, ovviamente, ha un solo sentimento.
    Sola come una particella di Sodio.
    Solitudine.
    Vuoto totale.

    - Awwwwww... Mi manca. -

    Eh, chissà chi. Davvero, chissà chi può mancare a lei ed alla sua attività sessuale. Ovviamente, essendo Inohana una rara porcellina, ovvio che le manchi anche l'altra cosa. Ma in sostanza le manca l'intero essere di Ban.
    Gli manca, ogni tanto, prendersi qualche insultino stupidino. Le mancano le sue paroline, gli scherni di tanto in tanto, quei suoi sorrisi, persino la sua cicatrice sul volto. Tutto quanto gli manca di lui. Ormai non interessa quasi più l'aspetto del letto e della vita di coppia.
    No, gli manca e basta stavolta. Vuole avere quella persona che ama ed è addirittura un amico, anzi, più che un amico in una giornata del genere. Che magari le coccoli le spalle, che magari le dia un tenero e piccolo bacio sulla guancia. Un volto che anche lei vorrebbe coccolare.
    Un volto che lei vorrebbe avere accanto, giusto per fargli quella carezza e dire che anche lei lì c'è. Anche lei è presente. E che vuol stare con lui per sempre. Pensare che le era saltellata in mente un'idea, ed uno di questi giorni, quando tornava, voleva generarla, quell'idea.
    Cosa? Un anello. Inohana voleva il fidanzamento ufficiale. Un'idea che le saltellava in testa da un paio di settimane, oramai. E quell'anello doveva essere il più bello esistente, anche al costo di vendere la villa bianca. Un anello per una vita insieme. Per sempre.
    Con l'unica persona che abbia mai compreso la sua necessità di una persona che la sostenga.
    Con l'amore della sua vita.
    Ma una giornata del genere deve fare la combinazione eterna di sfighe più totali che mai possa esistere. Ed appunto si accorge di una cosa, la ragazza mora, mentre cammina per un corridoio della casa, si rende conto che qualcuno urla il suo nome. E sono urla che non hanno il sapore degli ammiratori della divin bellezza e gnoccaggine.
    Si avvia, al portone, e ciò di cui i suoi occhietti “godono” la vista è una madre. Una donna che lei conosce bene.

    - Signora Yos... Mh? Che succede? -

    Da brava ignara, l'unica cosa che fa è farsi letteralmente stringere il collo. E sulla spalla al momento nuda – indossa si e no un tank top da allenamento ed una gonnella di colore nero per entrambe i capi – avverte qualcosa che da lungo tempo non avvertiva. Lacrime.
    Un pianto. Ed immediatamente una fitta al cuore. Il petto che comincia a farle male, il cuore prende a batterle come un missile, senza avere più un ritmo regolare. Comincia a perdere il senso di esistere, inizia a sprofondare in un oblio di pensieri orribili.
    Prende quel foglio. Ne legge il sangue. Ne legge il nome. Ne legge le ceneri che rimarrebbero di lì a poco se il Chakra di Raiton viene correttamente incanalato in quel fogliettino macchiato del vermiglio colore.

    - Quando, come è arrivato. -

    Sono parole stentate verso una donna distrutta da una donna altrettanto demolita. Ad Inohana già crolla la prima lacrima. Amara. Triste. Furibonda. Chi ha intenzione di fare del male al SUO uomo? Beh, sia certo che è un tantino troppo morto!
    Rabbia più totale negli occhi nocciola della ragazza. Lacrime di amore e di amarezza negli occhi gonfi. Un petto privo di un ritmo reale. E la paura della peggiore notizia.

    - E perché, amore. P-Perché... -

    L'unica domanda che può esprimere.
    OVVIAMENTE andrà a cercare il suo ragazzo, manco fosse l'ultimo uomo del mondo. Esticazzi?

    No, non lo è. Ah, l'incendio del bigliettino è meritatissimo, vero? ICSDI
    Ah. Fammi venire voglia di giocare per bene ed a lungo Inohana.
    O SI RINTANA DA YUKA E NABUNE! :tada!:
     
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    La rabbia e la frustrazione della ragazza sono comprensibilissime, così come la sofferenza di quella povera donna che si è vista sottrarre il figlio con così tanta veemenza e nessun'anticipazione. La mamma di Ban continua a piangere, in silenzio, mentre anche la ragazza si sfoga, con la rabbia impressa nei suoi occhi e l'impotenza che scivola dalle sue mani con quel foglietto bruciato.
    Solamente adesso l'altra sì siede, lì per terra, allungando una mano verso la porta e richiudendola alle sue spalle. Con il braccio si asciuga le lacrime, mentre con la sola forza delle mani prova a buttarsi nuovamente in piedi, puntando lo sguardo triste in quello della ragazza. Le poggia una mano sulla spalla, sorride in maniera tristissima.

    Lo dobbiamo trovare... Costi quel che costi.

    Decisa nelle parole e, come se fosse a casa sua, ecco che comincia a camminare verso la cucina della ragazza, tranquilla e silenziosa, nonostante qualche lacrima continui comunque a rigarle il viso. Prende un pentolino e due tazze. Poggia queste due sul tavolo, poi riempie il pentolino d'acqua e lo poggia sui fornelli, accendendolo. Lascia così l'acqua a bollire.

    Vieni qua, facciamoci un thé.
    Quello che è successo a Kusa era inimmaginabile e lo è ancora. Eppure adesso tutto è un casino. E' così confuso e senza ordine. A quanto pare i Kage si riuniranno per un Meeting - quelli rimasti - per decidere chissà cosa... Ma non si può andare avanti così.
    E soprattutto... Ban ci teneva a questo posto, e sono sicura che qualsiasi cosa abbia fatto l'abbia fatto in buona fede, per Kusa e per noi. Probabilmente neanche ha saputo di cosa diavolo è successo.


    E l'acqua comincia a bollire lentamente, così la donna si avvicina nuovamente ai fornelli e tira fuori dalla tasca due bustine di thé, quelle che porta sempre con sé per qualsiasi evenienza. Le getta tranquillamente nell'acqua calda, e subito si diffonde in aria un piacevolissimo odore di menta e liquirizia, per niente forte e molto più delicato di quanto ci si potrebbe aspettare.

    Il problema è che ci controlleranno fin troppo, adesso, e cercare Ban potrebbe essere una cosa pressoché impossibile. Tra l'altro il paese versa in una condizione così disastrosa dal punto di vista amministrativo che dire che c'è bordello è parlare ad eufemismi. Abbiamo due scelte, tesoro: o ci diamo da fare per ristabilire l'ordine a Kusa... Oppure chiediamo asilo ad un altro villaggio. La seconda opzione, però, è decisamente più rischiosa, per quanto potrebbe permetterci di agire più "liberamente".

    Spiega la donna senza problemi, adesso allungando un cucchiaino verso il pentolino per recuperare le due bustine e buttarle nel primo cestino disponibile, e nel frattempo spegne il fuoco, avvicinandosi alle tazze per versare il contenuto in esse. Lancia uno sguardo dolce verso Inohana che, dopo tempo, è riuscita a dare una svolta alla vita del suo "bambino", ed è come se fosse sua figlia.

    Avremmo una terza opzione che ci concederebbe ancora più libertà... Ma il rischio è triplo. Sarebbe quella di andar via dal villaggio ed agire per conto nostro... Ma questo ci porterebbe ad essere... Beh, traditrici. E non so quanto ci convenga avere gli anbu alle calcagna. Non al tuo livello, piccina mia.
    Adesso, metti da parte il tuo istinto, e ragioniamoci su. Cosa preferisci fare, Ino-chan? Sono tre opzioni valide, ma che hanno tre gradi di pericolosità diversi, dobbiamo pensarci bene. Penso tu abbia capito come preferirei agire ma... vorrei prima sentire quello che pensi tu.


    E detto questo ecco che prende a bere il suo thé, con lo sguardo rivolto verso il terreno ed una tristezza infinita negli occhi, eppure, eppure quelli sono dipinti di una strana consapevolezza.

    Beeeeene, patato, è arrivato il momento di decidere cosa fare. Pensaci bene e non fare il pirla come al tuo solito, have fun
     
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    Un piccolo cumulo di macerie era rimasto solitario tra le dita della giovane Kunoichi. Non esiste più quel suo sangue. Non esiste più, quel pezzo di carta inscritto di quel liquido. Non esiste più quello che dovrebbe essere l'ultimo ricordo di Ban.
    Non esiste più se non nei loro cuori. Nelle loro menti.
    Ban è scomparso.
    Temporaneamente.
    Ma lo ritroverà. Lo ritroveranno, anzi, entrambe le donne principali della vita di quel ragazzo svanito chissà dove. E ci crede, almeno per ora, quella povera morettina piena di collera nelle braccia, nelle gambe, nel petto e nello sguardo.
    Le lacrime scivolano lente, sul suo viso, rigandolo in maniera estremamente dannosa e rischiosa. Ed in tutto ciò la porta è ancora aperta: verranno prese in giro, ma che gliene importa ad Inohana.
    Ma no. Non importa più nulla ad Inohana. Non importa di quel che succede fuori, non importa di quel che succede dentro, non importa più nemmeno del suo totale estetismo e della sua bellezza che lei desidera sia idolatrata da chiunque al mondo – marionette escluse.
    No. Ora ad Inohana interessa solo ed esclusivamente di ritrovare il suo ragazzo. Solo Ban. Le interessa solo di quel tipetto acquamarina bello da morire. Del suo ragazzo. SUO! Solo ed esclusivamente suo, quasi come se fosse una piccola proprietà privata. La prima ed unica che abbia mai avuto. Sì. Perché è la prima ed unica persona che abbia mai capito la Yamanaka.
    Avere sua madre, o sua zia se non ricorda molto male, che le piange sulla spalla le mette una tristezza ed una rabbia prive di senso nel corpo. Che ha la necessità di sfogare in qualche modo, oltre alla necessità di ritrovare il suo uomo. Sì. Quello a cui voleva dare l'anello di fidanzamento.
    La lascia sedersi, asciugare le lacrime e cercare di riprendersi. Al contrario, la mora rimane immobile. Ferma. Fissa. Con lo sguardo che punta nel nulla e le lacrime che hanno il sapore del sangue rabbioso ed amaro.
    Sguardi che si incrociano. Pianti che possono essere colmati soltanto da un ritrovamento. Sguardi che son colmi di tristezza. Ma in quello di Inohana vi è anche quel vivido rosso e ci sono anche quelle piccole palpebre taglienti e piene di collera.
    In una parola: furiosa.
    Non fa altro che rispondere con un piccolissimo cenno di assenso, appena visibile, all'idea di ritrovarlo. E' sicuramente il suo obiettivo. E morirà pur di farlo. Tanto, ha un cervello piuttosto limitato, la ragazza. Ed anche se è in collera lo sa benissimo che finirà per farsi molto male o per morirci, nella missione di ritrovare l'uomo che un giorno avrebbe sposato e con cui avrebbe, finalmente, avuto una bella famiglia!
    Fissa il vuoto. E' ferma, immobile. Morta dentro. Letteralmente morta dentro. Non si muove, è come pietrificata in quel piccolo istante, dopo la “stupenda” notizia ricevuta. Ed essendo quello bruciato sangue, magari può essere anche successo il peggio.
    Ed è appunto quello di cui è terrorizzata. Il peggio. Quello che la fa rimanere immobile e rischia di farle vivere chissà quanti incubi.
    Terrorizzata è il minimo. E' proprio paralizzata.
    Che la madre di Ban si sia letteralmente appropriata di ciò che spesso e volentieri rapisce il suo ragaz... Rapiva, il suo ragazzo, non se ne interessa praticamente di nulla. Lei è ferma immobile a fissare quella porta che si è chiusa pochi istanti prima. Ed a biascicare in una lingua che teoricamente non ha alcun senso.
    Biascica bestemmie, da brava non-credente. Bestemmia. A più non posso, con ogni tanto in mezzo delle semplici paroline:

    - Io ti amo Ban. Io ti ritroverò Ban. -

    Ogni tanto, in mezzo ad un conglomerato di bestemmie che non sono ripetibili. Almeno fino a quando non sente quel pentolino e quell'acqua. E le torna in mente lui, che ogni tanto cucinava per lei e finalmente poteva dedicarsi ad un pranzo decente e migliore.
    Giustamente, Inohana non sa cucinare. Ma stava cercando di imparare, con il suo ragazzo. Fare qualcosa al di là delle cose che fanno di solito: imparare a cucinare. Ed ora non potrà più.
    Ricordi sbiaditi e felici che rimbalzano nella mente di una ragazza mentalmente a pezzi e fisicamente pietrificata da quell'odore di bruciato che si va a mescolare con quello del sangue che ha preso fuoco (?) per colpa del Chakra
    Le parole della donna, anche se non sembra, vengono recepite ed ascoltate in tutta calma da quella che è una Inohana fatta di marmo ed incomprensioni.

    - C-Certamente... C'è... L-Lui mi... Lui ci ama... E noi... Noi lo amiamo... L-Lo avrà fatto p-per noi. -

    Parole che escono miracolosamente e piene di magone dalla bocca di una giovane distrutta. Cerca di riprendersi un minimo, di fare in modo che finalmente il suo cervello si sbarazzi di quelle sensazioni orribili che circondano la polvere nera del bigliettino.
    A dare una mano alla povera ragazza ci pensa quell'aria di menta e liquirizia. Quell'odore così forte che è in grado di abbattere quello della lacrima e del bruciato – beh, il bigliettino puzza! - che ristagnavano attorno alla figura della donnina che presto supererà quello scoglio dei diciotto anni.
    Ci pensano quei due singoli odori. A ricordarle un po' anche lui e quello che era, forse, il thé che le preparava spesso e volentieri. Non sembra, ma la mora è un'amante di quel liquido spesso e volentieri ne vuole un po'. E' utilissimo a calmare le terga. La mente. I nervi tesi. E forse in questa situazione è uno dei migliori calmanti.
    Glielo preparava sempre, il suo ragazzo. E lei ne era immensamente contenta. Ma ora? Dovrà imparare a farsi il thé da sola come minimo.
    Il suo petto sembra riprendere vita, colpa di un respiro estremamente lungo e quasi atletico, come dire. Ritmato. Non ha comunque una gran forza di muoversi. I movimenti son piccolissimi, lenti, estremamente rallentati, come se fosse improvvisamente diventata “robotica”. Movimenti lentissimi mentre si gira.

    - Oh. E' il... Suo... Nostro... Thé. -

    Sì, quello che Ban spesso e volentieri le preparava. Forse perché rubava le bustine direttamente dalle tasche della madre, il furbo. Ma che problema c'è. A lei importava solo di ricevere la sua dose di teina dal suo fidanzato tenero e bellissimo.
    Comunque. Le parole della donna arrivano, piano e forte, lente e veloci. Di quanto difficile dovrebbe essere cercare il suo ragazzo con questo status nel suo stesso Villaggio. L'invasione. Ma che le importa che è stata invasa. Lei in questo momento non ci tiene a Kusa – lei è di Konoha – ma tiene solo ed esclusivamente al suo uomo.
    Eppure tutte le frasi della donna vengono registrate, assieme al profumo di quella thé. Velocità di movimento che piano piano si fa incredibilmente più alta, così come i movimenti. Negli occhi sempre tristezza, sempre collera.
    Ma questa volta alimentano di nuova forza Inohana.
    La forza della rabbia.

    - Q-Quindi. Dovremmo lasciare il Villaggio? La casa? Le nostre vecchie vite? Dovremmo chiedere ospitalità da qualche parte? Eppure... -

    Ragionamenti che si fanno più nitidi. Velocità che aumenta. Muscoli contratti inesistenti che si avventurano sempre di più verso la donna. Mentre Inohana pare ritrovare la forma perduta, sospinta ben nuova alimentazione che appare come pupille taglienti ed occhi apparentemente spenti.
    L'alimentazione della rabbia. E dell'unica cosa che può permettersi di fare nella sua vita, ora: ritrovare un fidanzato. Ritrovare un figlio. Ritrovare quel ragazzo. O anche il suo solo corpo esanime e privo di vita – anche se in questo caso probabilmente lei si toglierà la vita esattamente accanto a quel corpo e morirà stringendo una mano fredda e baciando delle labbra spente per l'ultima volta nella sua vita.
    Si avvicina ad un tavolo, raccattando a stento una sedia e provando a spingerla, priva di forza apparentemente, verso la madre di Ban, come per darle da sedere. Anche se sembra stare molto peggio proprio la Yamanaka.

    - Tradire l'intero mondo Ninja mi sembra una soluzione fin troppo radicale e che non ci porterà praticamente a nulla. Verremmo praticamente cacciati da tutti quanti solo per ritrovare il nostro ragazzo...
    Potremmo affidarci agli altri Villaggi, no? A-Anche se. Tradiremmo casa nostra...
    -

    Prende un profondo respiro e si sposta un pochino, andando ad appoggiarsi a quello che dovrebbe essere il tavolo. Distorce appena le labbra e si limita ad osservare la donna.

    - Permetta la volgarità.
    Ma non me ne frega proprio un cazzo se per ritrovare Ban devo tradire casa mia. Possiamo anche rimanere qui... Ma siamo limitati e difficilmente potremmo abbandonare il villaggio in cerca di indizi. O addirittura pensare ciò. Invece, se ci ritroviamo in un altro Villaggio potrebbe essere più semplice... E potremmo anche fornire delle informazioni riguardo Kusa e cosa è successo. Dai. Ci ha invaso, quel maiale. Q-Quindi lei che cosa suggerisce, signora Yosei?
    A me non interessa nulla, se non ritrovare il mio fidanzato e... C-C-Colui che avrei voluto sposare.
    M-Mi aiuti a ritrovarlo. P-Per favore... Mamma di Ban.
    -
     
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    Quella situazione divenne, tutta d'un tratto, in un certo qual senso piccante. La donna continuava a guardare Inohana con uno strano misto di tristezza e determinazione negli occhi, mentre il Thè che suo figlio era solito preparargli gli scendeva lento e bollente giù per la gola, facendole venire un'immensa voglia di scoppiare nuovamente a piangere. Doveva essere forte, per lui, per lei. Per tutti loro, insomma.
    In fin dei conti quella ragazza era praticamente diventata la sua seconda figlia in quel breve periodo di tempo, e l'amore della donna nei suoi confronti non si sarebbe esaurito così facilmente: non prima di spirare, non prima di aver salvato suo figlio, o comunque essere sicura che qualcun'altro potesse farlo per lei. E quel qualcuno poteva semplicemente essere la giovane, bella ed aitante Yamanaka.

    - Permetta la volgarità.
    Ma non me ne frega proprio un cazzo se per ritrovare Ban devo tradire casa mia. Possiamo anche rimanere qui... Ma siamo limitati e difficilmente potremmo abbandonare il villaggio in cerca di indizi. O addirittura pensare ciò. Invece, se ci ritroviamo in un altro Villaggio potrebbe essere più semplice... E potremmo anche fornire delle informazioni riguardo Kusa e cosa è successo. Dai. Ci ha invaso, quel maiale. Q-Quindi lei che cosa suggerisce, signora Yosei?
    A me non interessa nulla, se non ritrovare il mio fidanzato e... C-C-Colui che avrei voluto sposare.
    M-Mi aiuti a ritrovarlo. P-Per favore... Mamma di Ban. -


    ODDIO COSA.
    Volevi sposare Ban. Oddio, devo riprendere di nuovo a piangere ora. MannaggiaaKusa.
    Ok, no allora. Dobbiamo ritrovarlo. E vi dovete sposare. E avere bimbi belli, e vivere felice.


    Ed ovviamente non poteva dirlo senza che le lacrime esplodessero nuovamente fuori dai suoi occhi, rigandole violentemente le guance. Terminò il suo thè con rapidi sorsi, asciugandosi il volto con la manica destra della maglietta. Un leggero sorriso era disegnato sul suo volto, ma era più sofferente che altro. Si trattava di suo figlio, in fin dei conti. E di tutto quello che intorno a lui era venuto a crearsi.

    Comunque chiamami Elise. Ed adesso... beh, vediamo di levare le tende, allora. Se hai qualcosa da prendere prendila adesso, preparati. Sarà un viaggio lungo, e probabilmente pericoloso. Vai, su!

    E le diede una pacca sul sedere, lasciando che la ragazza potesse prepararsi e decidere immediatamente di partire. Dire probabilmente addio alla sua casa, al suo villaggio, a quella che era stata fino in quel momento la sua vita. Sembrava decisa a farlo, e per la donna questa era solamente un motivo in più per seguirla, sostenerla, aiutarla. Alla fine condividevano affetti ed obiettivi, e due teste forse son sempre meglio di una.
    L'avrebbe aspettata proprio sul ciglio della finestra, appollaiata come un gufo nella notte a scrutare il sole che ormai era quasi completamente sparito all'orizzonte, dietro le nuvole grigie e cariche di pioggia. Quelle goccioline sottili continuavano a cadere sui tetti ed infangare il terreno. Piangeva, il cielo, piangeva insieme a lei, insieme al suo cuore. Aspettava solamente il momento per andare via.
    Aveva il suo zaino con sé, mancava solamente la compagna di viaggio.
    In caso Inohana si fosse finalmente decisa, semplicemente la donna sarebbe saltata dalla finestra, atterrando sul tetto in silenzio, come solo i ninja sanno fare, ed avrebbe cominciato a camminare, lentamente, lasciando che la pioggia bagnasse ancora i capelli di velluto e la pelle martoriata dalla sofferenza. Qualche passo, ed un kunai volò proprio accanto al suo orecchio, tagliando via una piccolissima ciocca di capelli che si disperse nella pioggia.

    E dove vanno queste due signorine? Oooh, volete andar via? No no, signor Zero non permette certe cose. Che facciamo, Akagai?

    Beh, le portiamo in carcere o... le ammazziamo.


    Due tizi vestiti completamente di un colore scarlatto, con solamente gli occhi rispettivamente azzurri e verdi visibili. Era la nuova squadra temporanea istituita per controllare uscite ed entrate, come una sorta di spionaggio. Elise rimase ferma, sussurrando solamente qualche parola ad Inohana, rapida.

    Non possiamo combattere qui, attireremmo troppa attenzione.
    Scappa, vieni!


    E beh, che l'inseguimento avesse inizio fra i tetti della città e le fronde degli alberi, no?

    Beh Nico... FUGGIH! Oppure combattili... al centro del villaggio.
     
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    Non sta molto bene Inohana. Prova un certo senso strano quando sorseggia quel thé. Glielo si nota dal viso, che sembra assumere un'espressione piuttosto tenera, ma anche avvolta in una tristezza extra-corporea. Le sue piccole labbrette abbastanza carnose sembrano assumere una traiettoria curvilinea, non apparire proprio come prima.
    Sembra abbastanza sconvolta e sicuramente diversa rispetto a prima. Non sta assolutamente bene, visto che il volto appare ancora più tirato, decisamente sconvolto. Sì. Sconvolto. E' una continua ripetizione, ma è così che si sente al momento la morettina Ninja di Kusa. Anzi, sarà ancora Ninja di Kusa? Apparentemente no, visto che probabilmente il piano si sta per svelare alle due donne che finiranno da qualche parte entro breve.
    Kusa non da più libertà, non fa più niente, è praticamente un Villaggio alla mercé di qualcuno che se lo è preso perché ne aveva voglia. A Kusa non può più fare nulla. E quel bigliettino a cui ha dato fuoco forse testimoniava proprio quella cosa: io sono dovuto andare via per proteggervi da un Villaggio che non vi merita.
    Qualcosa del genere? Nella mente della Yamanaka ci sono domande infinite con un'unica risposta. "Non lo so". L'avarizia di risposte la amareggia ancora di più, corrompendone l'animo in qualche modo, corrodendola dentro. Per il suo ragazzo improvvisamente diventa disposta a sbarazzarsi di quella casa, di tutto quel che aveva, solo per un uomo. Lei. E la madre dell'uomo. Uomo, oddio.
    Le parole della ragazza non fanno altro che trasformare una valle di lacrime in una valle di commozione, allo svelare quali erano i suoi piani. Certo, il matrimonio sarebbe giunto almeno dopo un altro paio di anni, anche perché per ora sono davvero molto piccoli entrambe. Però erano una coppia molto felice, nel dubbio poteva anche proporlo.
    Almeno rendere il suo fidanzamento ufficiale.
    Ed è forse per quello che si accorge di come la "Signora Mamma di Ban" si mette a piangere. Ancora una volta le lacrime si affacciano alla prateria delle sue belle e liscie guance che le danno l'esatta idea dell'amore che prova per il suo bel figliolo ora finito chissà dove. Oh, lo ritroveranno, ed Inohana non si azzarderà di certo a lasciare in vita chi le ha portato via anche per poco tempo il suo fidanzato.

    - Ehn... S-Sì, mi piacerebbe, ecco... P-Però v-v-volevo aspettare un po' di tempo, ecco... S-Siamo una coppia da un po' ma avevo paura mi dicesse di no, ecco... E poi. Figli? Mi rovinerebbero la pancina... -

    Tutto sommato, un po' si sta riprendendo, e lo da a vedere sia fisicamente che mentalmente. Sicuramente i gesti del corpo paiono farsi leggermente più sicuri di se, più accentuati. La postura della ragazza pare diventare sempre più simile a quella dei giorni normali. Corporalmente pare essere nuovamente tornata in se, o comunque apparire in forma quasi come al solito.
    Mentalmente no. Mentalmente è sfasciata come poche cose al mondo, è totalmente distrutta, è un puzzle di brandelli di facoltà mentali abbandonati da qualche parte. Un rimasuglio di quello che era Inohana Yamanaka, con un obiettivo principale e tanti secondari. Ed ora, dal dover ritrovare la sua famiglia finita chissà dove, è invece caracollata nel dover ritrovare il suo ragazzo.
    Ascolta ancora una volta le parole della madre del ragazzo più sexy che abbia mai conosciuto - opinione di Inohana - e ne recepisce il nome, infilandolo nella sua memoria e bloccandolo lì, come unico attuale riferimento nella sua vita. Vita non solo da Ninja, ma in generale. Praticamente è l'unica persona che le è rimasta accanto, da quando anche il suo ragazzo è finito chissà dove. Si spera vivo.
    Perché se dovesse scoprire che è morto, se è morto, sarebbe la fine.
    La pacca sul sedere la incassa senza problemi, lasciando che la carne si muova come se avesse una forma ad onda. Sorride, appena, finendo anche lei il thè concessole dalla signora e muovendosi verso la sua camera. Non è di certo intenzionata ad abbandonare la sua vasta gamma di reggiseni, abiti succinti e mutandine da collezione estiva.
    Perché lei veste così: mezza nuda praticamente in ogni possibile situazione. All'interno della sua valigia infatti infilerà soltanto un gran pugno di reggiseni taglia quinta, tanga di sorta abbinati ed alcuni vestiti un po' più lunghi e succinti. Due felpe appena, qualche paio di leggins attillati e qualcosa come magliettine scollatissime. Riempita allegramente una valigia dalle dimensioni anche abbastanza grandi colorata di un certo tipo di argento.
    Ci è voluto ben più di qualche minuto per preparare quella grossa valigia che trascina con la destrosa. Grazie alle rotelline che essa ha dovrebbe permettere un trasporto più semplice all'interno delle viuzze del Villaggio. Anche se, a quanto pare, le intenzioni di Elise son quelle di sfruttare le vie più alte dell'Erba, quelle dei tetti, per riuscire a raggiungere le porte allegramente.
    Cerca di saltare anche la morettina, provando a raggiungere pure lei il tetto dove Elise sosta momentaneamente, in attesa proprio della Yamanaka. Il peso della valigia non è poco - trattandosi per la maggior parte di molti capi di vestiario piccoli messi assieme, aumentandone il peso ma non di tanto il volume (?) - ma non sembra complicare più di tanto le movenze della splendida creatura.

    - Non è come sembra, ho anche la collezione invernale eh! Devo o non devo apparire sempre splendida e desiderabile per illudere chiunque di avermi e poi invece piazzargli un "Ma io son fidanzata, razza di porco"? -

    Filosofeggia relativamente ai suoi abiti, quando al momento non indossa altro che un due pezzi di colore azzurro acquamarina ed il Giubbotto Ninja che le copre appena il petto. Si tratta anche di una versione che ella, con le sue non-troppo-decenti abilità di sartoria, ha deciso di modificare per mettere ancora più in risalto il florido seno di cui la donna dispone.
    La pioggia bagna appena i corpi delle due, quegli abiti di cui dispongono, i capelli che lentamente sembrano prendere la forma che aveva il pianto precedentemente. Anche il cielo piange Ban, come lo piangono le due donne in fuga. Ma giusto pochi centimetri ed ecco che vengono bloccate da due vocine e da un Kunai.
    Le voci son chiare, in mezzo alla pioggia le stanno bloccando. Vogliono impedire loro di andarsene dal Villaggio. Si trovano anche quasi in centro, comunque, quindi forse è meglio disinteressarsi di quelle persone. Almeno, questo crede Inohana. Anche se appaiono abbastanza insistenti, dovendo comunque eseguire il loro lavoro.

    - Oh ma ammazzati la sorella! Guarda, io pensavo foste venuti solo per sostenere l'ascesa della Divina verso un luogo migliore dove diffondere la propria indefinita e magistrale bellezza! Ehi! Smettetela di guardarmi il culo! -

    E' definitivamente tornata la stessa. O forse è anche peggio, solo il tempo lo dirà. Anche perché nel suo sguardo vi è la vaga intenzione di girarsi e fulminare quei due, rei di impedirle di conseguire il suo obiettivo primario nel più breve tempo possibile.

    - Se volevate un autografo bastava chiederlo... Per le palpate ed i bacetti a stampo è più difficile, vi servono i Ryo... Ma a quanto pare la mia manager ha detto che dobbiamo andare. Spiacente, lo spettacolo della mia magnificenza è rimandato! E non provate a seguirci, o io ammazzo voi, le vostre sorelle e vostra madre e pure vostro zio! -

    Ovviamente le seguiranno. Ma questo non fa altro che far ideare una piccola strategia alla mora. Cominciando a muoversi verso i tetti e le alte fronde di Kusa, intende lasciare alle sue spalle - grazie al borsello porta-armi che ha piazzato sulla natica sinistra in modo molto strategico - del Filo d'Acciaio.
    Cercando di far confluire parte del proprio Chakra verso prima il borsello e poi verso il filo che dovrebbe stazionare all'interno di esso, intende fare in modo che esso prenda letteralmente vita nel giro di qualche istante. A quel punto, sfruttando la propria energia spirituale, nel caso abbia avuto successo nel "recuperare" il Filo, proverà a mettere in atto la sua mossa strategica.
    Cercherà di esporre una trentina di quei metri di cui dispone - sono ottanta - circa in modo tale che essi finiscano per andare ad intrecciarsi attorno alle caviglie di chiunque segua le due meravigliose donne attraverso la pioggia che scende a spron battuto in quel luogo. In questo modo, chi le segue dovrebbe finire per inciampare rovinosamente su un tetto. Sempre che tutto vada a buon fine!


    Resistenza: 300/300
    Stamina: 400-5/400


    - CORREREMALISSIMO
    - Stretta d'Acciaio come descritto nel post per far inciampare LIKEANIDIOT chiunque segua Elise ed Inohana.


    Tu sai il perché di quella Trollface piccola fochetta xD
     
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5 replies since 16/4/2016, 17:21   1365 views
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