[51°23′22.39″N 30°05′56.93″E] Regressione

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    Cosa mi aveva insegnato essere una Shinobi? Lottare per un mondo migliore, combattere le ingiustizie a favore degli oppressi. Nami sama me lo aveva dimostrato fino alla fine, finché aveva potuto farlo con le sue forze. Il motivo per cui ero arrivata fino a quel punto e continuavo imperterrita ad avanzare nonostante tutto era proprio quello, sapere di star facendo la cosa più giusta. E da allora stringevo i denti, combattendo contro gli altri e contro me stessa. Convinta interiormente di stare dalla parte giusta, sempre pronta a scommettere qualunque cosa sul mio "credo", sulla retta via. Ma ora che le parole di Nonubu mi colpirono e trafissero come lame avvelenate, sentii il cuore vacillare. Rinchiusa nei bui antri del mio intimo, si annidò la consapevolezza che forse ero io ad essere in torto. Non ci pensai, non potevo pensarci in quel momento. Ma se avesse avuto ragione? Yuka Satetsu, io, una pedina di un sistema che non mi elogiava e proteggeva per ciò che ero ma che mi sfruttava e allontanava... per ciò che avrei potuto essere. Quei pensieri, quelle parole, si radicarono in me e cominciarono a piantare i semi. Il terreno era fertile e insicuro, avrebbe dato i suoi frutti, prima o poi. Il cuore vacilla poiché crede, e il mio si stava agitando come in preda al delirio, come si trovasse su alte montagne russe. Da quel momento in poi la figura di Nonubu Senju mi apparve decisamente diversa, non aveva più nulla del giovane che conobbi anni fa. L'incarnazione del mistero, impossibile da prevedere, spaventoso e magnetico al contempo. A guardarci quasi sembravamo due forze in contrapposizione, le più antiche mai esistiti. Da due semplici persone qualunque, Nonubu si era lasciato andare al fascino del caos mentre io avevo ricercato l'ordine. Ordine e Caos. L'equilibrio tra queste due forze era ciò che mancava ad entrambe. Ma non potevo saperlo allora, poiché per me esisteva solo la luce. Ma furono quelle parole a creare un'ombra proveniente da tutta quella luminosità interiore. Ordine e disordine.

    STA' ZITTO!

    Perché lottare disperatamente? Cosa mi spingeva a rispondere e continuare? La rabbia? Il sentirmi offesa, sotto accusa, imbarazzata? Continuai ad attaccare finché non ne ebbi abbastanza, finché il polverone che avevo scatenato non si diradò. Ero certa di esserci riuscita tant'è che abbozzai un sorriso. Fin troppo sicura del potere condiviso con Shukaku, ero cieca e fin troppo stupida. Solo quando vidi qualcosa di veloce, dannatamente veloce, comparire davanti alla mia figura, capii di aver sbagliato ogni cosa.
    Il mio corpo si irrigidì sotto lo sguardo di quegli occhi color ghiaccio che non mi guardavano ma scavavano sotto la mia pelle, violentavano i miei pensieri. Percepivo i suoi sensi ghermire i miei pensieri con fin troppa facilità, mentre io non potevo farci nulla. Non potevo che mantenere lo sguardo e rendermi conto di star fissando un muro. Non c'era nulla in quegli occhi. Non un barlume di emozione. Solo la più completa oscurità. E per la prima volta dopo tanto tempo sentii l'adrenalina scorrermi in corpo non per brama di battaglia. Le gambe rigide, il fiato mozzo. Un lieve tremolio alle labbra e un brivido lento, gelido, soffiarmi dietro la schiena. Provai il terrore più puro che potesse scuotere il mio animo. La paura per quel singolo individuo che non alzò un dito contro di me. Si chinò raccogliendo il grosso Shuriken. Persino il lieve spostamento d'aria che provocò sembrò incitare ad una tempesta imminente. Rimase immobile senza poter pensare a nulla, paralizzata. Quando l'arma sparì nel rotolo che il giovane stringeva tra le mani, i suoi occhi si fecero due fessure.

    I tempi non sono ancora maturi per te, ma ci sarà un giorno in cui lo saranno. Ci rincontreremo e concluderemo lo scontro. Io, te, quel mostro "che non fa parte di te" ed il ragazzo laggiù.

    Sparì all'improvviso, lasciandosi dietro solo silenzio. Attesi in mobile quasi una dozzina di secondi prima di respirare. Abbassai lo sguardo e strinsi le braccia tremanti attorno al corpo. Non ricordavo di aver provato paura più grande in vita mia.


    Nonubu lasciò dietro di se solo un grande silenzio. Tutto, persino il tempo, sembrava essersi fermato dopo che sparì, così come era arrivato, senza alcun motivo. Quanto tempo era passato? Neanche dieci minuti erano bastati per sconvolgere ogni cosa. Il torneo era finito, il mio scontro, terminato. Yudai si avvicinò a me confuso e al contempo preoccupato per me. Io ero distante, non lo ascoltavo davvero, così come non ascoltai lo strano tipo che aveva messo in piedi tutto quello. Ignorai gli applausi ritrovati del pubblico, ignorai ogni cosa. Avevo vinto? Scossi la testa, tentando di tornare in me. Mi veniva in mente il torneo vinto cinque anni prima. L'atmosfera era la stessa eppure le mie emozioni del tutto differenti. Meccanicamente afferrai il mio premio, un rotolo che conteneva una tecnica segreta che scelsi forse con poca cura. Ma non mi interessava. C'era qualcosa di sbagliato, non riuscivo a non pensare a Nonubu. Mi sentivo marchiata. "Ci rincontreremo e concluderemo lo scontro" aveva detto Nonubu. D'improvviso la mia presenza in quel luogo era del tutto sbagliata. Chiesi improvvisamente a Yudai di prendersi cura della mia sorellina, ancora sugli spalti, di riportarla a casa. Cosa avrebbe potuto fare? Era confuso, cercò di farsi spiegare cosa stesse succedendo ma mi aiutò. Mossi i miei passi verso il paese del vento senza guardarmi indietro. Il paesaggio sembrava infischiarsene di ciò che era accaduto. Non riuscivo neanche a capire io stessa i miei pensieri e le mie emozioni. Sapevo solo che qualcosa di grande era accaduto quel giorno. Terribile, ma grande. Stavo giusto per concentrarmi, impegnarmi per capire cosa diavolo fosse successo quando mi sentii chiamare. Non era la mia immaginazione, voltai lo sguardo e la figura di un giovane dai capelli scuri che avanzava nella mia direzione mi saltò subito all'occhio. Non sapevo il perché mi stesse seguendo ma almeno non era uno conosciuto. Conoscevo quel tipo.

    Sarakube..?
     
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    Lo ammetto. Non mi ero aspettato che Yuka e Yudai cominciassero in maniera così aggressiva l'incontro. Come non mi ero aspettato che il mio sigillo non fosse abbastanza rapido. Un errore di valutazione immenso che aveva trasformato un incontro potenzialmente interessante in una sconfitta totale. Non ricordavo neppure l'ultima volta che ero stato messo KO in maniera così devastante. In effetti, poteva essere la prima volta in assoluto che qualcuno mi metteva KO. Certo, era stato un incontro squilibrato perchè il mio compagno non aveva avuto nessuna intenzione o opportunità di aiutarmi, mentre Yuka e Yudai erano un'accoppiata devastante. Ad ogni modo, grazie alla mia salute di ferro e alle mie capacità mediche, non ci avevo messo molto a rimettermi in sesto. In effetti mi ero ripreso così in fretta da potermmi guardare l'incontro tra Yuka e Nonubu. Giusto per essere sicuro di non perdermi nemmeno un istante, avevo attivato la Modalità Eremitica.

    Come previsto, l'incontro fu emozionate. In senso buono. Per circa dieci secondi. Poi Nonubu, apparentemente impazzito, decise di trasformarsi nella sua forma demonica completa, costringendo Yuka a fare altrettanto. Anche se non avevo un Bijuu, ne sapevo abbastanza da sapere che, per fare una cosa simile, occorreva completa padronandanza sul demone. Lo stadio si congelò dal terrore quando i due chakra esplosero nell'arena, ma nonostante Yuka e Yudai avessero provato a usare le loro mosse migliori, Nonubu semplicemente ignorò i loro attacchi. Sfruttando la tecnica della Dislocazione che sapevo poteva usare e utilizzava spesso e volentieri tramite sigilli apposti sulle armi, si materializzò accanto a Yuka, e le disse qualcosa che probabilmente solo io e pochi altri, dotati di un udito superiore, avremmo potuto cogliere. Qualcosa sul rivedersi e terminare la battaglia.

    Nonubu era sempre stato un tipo strano, anche se la sua stranezza era aumentata con il tempo. Quella frase, detta a Yuka, pareva una minaccia. E per quanto Yuka fosse potente grazie al Tasso e alla sua esperienza enorme, sapevo già che non era una minaccia per Nonubu. Semmai il contrario. Lei stessa sembrava rendersene conto perchè, con una faccia da funerale, prese il premio, chiese a Yudai di accompagnare a casa sua sorella e cominciò ad avviarsi con un passo che non faceva altro che sottolineare quanto la sua testa fosse concentrata su tutt'altro.

    Ora, non credo di essere la persona più buona del mondo, ma in un certo senso, mi sentivo responsabile per Yuka. Ero stato io a sigillare il Tasso al suo interno, anche se ero stato costretto dalle circostanze. Questo l'aveva resa un bersaglio. Mentre prima ero abbastanza sicuro che potesse cavarsela da sola (in fondo, era stata a un passo dallo sconfiggermi e non aveva ancora accesso al pieno potere del Bijuu), adesso quella certezza veniva meno. Dovevo fare qualcosa per aiutarla. Purtroppo non ero esattamente la persona più indicata per aiutare Yuka. Però, mentre pensavo a cosa fare, mi venne in mente un'idea. C'era qualcosa che potevo dare a Yuka. Poteva non essere abbastanza, ma era l'unica cosa che potevo fare in poco tempo.

    Deciso il corso d'azione, non restava che metterlo in atto. La seguii con passo rapido e la chiamai. Lei ci mise un po' ad accorgersene, ma quando alla fine si girò, parve riconoscermi anche attraverso l'evidente stato confusionale in cui versava.

    Sarakube..?

    Con un ultimo passo, le fui praticamente davanti e mi sorpresi di notare che, nonostante tutto, era sempre bassa. Misteri della crescita, immagino.

    Ciao Yuka. Nonostante la batosta che mi hai dato, sono riuscito a vedere il tuo incontro. Quello che ha fatto Nonubu...

    Scossi la testa. Non sapevo cosa pensare. Una volta, pensavo di conoscere Nonubu. Pensavo che, anche se non eravamo proprio amici, potevamo almeno considerarci buoni compagni. Non ero più sicuro nemmeno di quello.

    Non mi piace quello che è diventato Nonubu. C'è qualcosa che non va nella sua testa, e temo che quello che quello che ha detto possa essere pericoloso. Spero di sbagliarmi, ma se non è così... Beh, taglio corto. Voglio aiutarti in caso Nonubu faccia davvero quello che ha detto. Ho un rotolo a Konoha che potrebbe esserti utile. E' una tecnica proibita che ho vinto fortunatamente a un torneo non dissimile da questo. E' la Tecnica della Moltiplicazione Superiore del Corpo. Immagino tu sappia che cosa fa, e considerando l'attuale situazione, è meglio che la tenga tu. Konoha non è proprio un posto sicuro, di questi tempi.

    La Tecnica della Moltiplicazione Superiore del Corpo era una tecnica potentissima, anche se rischiosa, e più volte mi aveva permesso di tenere testa ad aversari ben più potenti di me. Bastava avere tanto chakra, un minimo di fantasia, e diventava la tecnica più versatile del mondo. Una piccola parte della mia mente non voleva cedere il rotolo. Quella tecnica era uno dei pochi vantaggi di cui disponevo su avversari pericolosi come le Forze Portanti. Era una paura irrazionale, perchè non avevo nulla da temere da Yuka, ma non di meno, in un piccolo angolo della mia testa, l'idea mi spaventava.Tuttavia, ero molto più preoccupato per quello che poteva farle Nonubu. Presi un pezzo di carta che per qualche motivo ancora tenevo in tasca e che era miracolosamente sopravvissutu all'attacco di Yuka e ci scrissi sopra delle coordinate. Era un luogo appartato appena oltre i confini del Paese del Fuoco, praticamente sul confine con Suna. Sarei stato tecnicamente in terra non nemica ma... diciamo potenzialmente ostile, ma era Yuka. Non mi passò nemmeno per l'anticamera del cervello che potesse organizzare un agguato.

    Troviamoci qui tra tre giorni. Dovrebbe essere abbastanza da permettermi di arrivare a casa, riposare un attimo e prendere il rotolo. Ti consiglio di fare altrettanto. Intendo, andare a casa e riposare. Senza offesa, hai un aspetto terribile.

    Le lasciai il biglietto in mano e mi girai verso Konoha. Prima di partire, voltai un attimo la testa verso la kunochi di Suna, feci un segno di saluto.

    Mi raccomando, puntuale.

    E detto questo, scattai verso casa. Era meglio se mi sbrigavo.

     
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    Perché Sarakube mi stesse seguendo non ne avevo la minima idea, anche sforzandomi il motivo non riuscivo a trovarlo ma forse non mi stavo sforzando abbastanza. Del resto scossi la testa, perché sforzarsi quando il ragazzo mi raggiunse pochi secondi dopo? Mi aveva seguita per tutto il tempo e sembrò contento che finalmente mi fossi girata ad aspettarlo. Era solo e sembrava davvero di fretta, anzi, sembrava non volere essere visto. Era difficile da spiegare ma avevo davvero l'impressione che non morisse dalla voglia di farsi vedere da qualcuno lì con me. Che fosse a causa mia era da escludere ma forse... non so, ma mi incuriosiva la cosa. Per un attimo scordai persino Nonubu e ciò che era successo.

    Ciao Yuka. Nonostante la batosta che mi hai dato, sono riuscito a vedere il tuo incontro. Quello che ha fatto Nonubu...

    Fece una pausa, scuotendo la testa. Anche io distolsi lo sguardo e ci ripensai. Il manto blu che lo ricopriva, la potenza che emanava il suo chakra.. Un brivido mi percorse la schiena e non aveva nulla a che fare con il freddo. Poi Sarakube mi fissò improvvisamente. I suoi occhi erano determinati e capii che stava per dire qualcosa di importante. Un po' confusa lo fissai, in silenzio.

    Non mi piace quello che è diventato Nonubu. C'è qualcosa che non va nella sua testa, e temo che quello che quello che ha detto possa essere pericoloso. Spero di sbagliarmi, ma se non è così... Beh, taglio corto. Voglio aiutarti in caso Nonubu faccia davvero quello che ha detto. Ho un rotolo a Konoha che potrebbe esserti utile. E' una tecnica proibita che ho vinto fortunatamente a un torneo non dissimile da questo. E' la Tecnica della Moltiplicazione Superiore del Corpo. Immagino tu sappia che cosa fa, e considerando l'attuale situazione, è meglio che la tenga tu. Konoha non è proprio un posto sicuro, di questi tempi.

    Ci restai completamente di sasso. Conoscevo quella tecnica, l'avevo vista con i miei occhi ed era stato lui in persona ad usarla. Ma perché dare a me quel rotolo? Forse Nonubu era davvero così pericoloso...? Lui lo conosceva meglio di me ed era sinceramente preoccupato. Per quel poco che sapevo di lui, Nonubu non era il tipo che scherza. Forse aveva davvero intenzione di.. uccidermi. Deglutii e cercai di dire qualcosa. Ero praticamente sconvolta. Stava accadendo tutto troppo velocemente.

    Sarakube.. ti ringrazio ma.. Nonubu...

    Non mi ascoltò nemmeno. Trasse un pezzo di carta dalla tasca e ci scrisse sopra qualcosa, dandomelo. Una sequenza di numeri, delle coordinate.

    Troviamoci qui tra tre giorni. Dovrebbe essere abbastanza da permettermi di arrivare a casa, riposare un attimo e prendere il rotolo. Ti consiglio di fare altrettanto. Intendo, andare a casa e riposare. Senza offesa, hai un aspetto terribile.

    Probabilmente lo avevo davvero. Gli risposi che sì, ci saremmo rivisti tra tre giorni, in quel luogo. Ci salutammo e il ragazzo dagli occhi verdi cambiò direzione, avanzando rapidamente verso il paese del fuoco. Rimasi ferma, lì in mezzo al nulla, con quel pezzo di carta strappata in mano, scossa dal vento.

    Konoha..

    [...]


    Successivamente mi resi conto che le coordinate sul foglio strappato datomi da Sarakube non corrispondevano al territorio di Konoha. Un luogo a me sconosciuto, poco lontano dal confine del paese del fuoco. Forse lo shinobi aveva pensato fosse sicura come zona, probabilmente voleva tenere la faccenda lontana da occhi indiscreti. Pensavo di conoscere il motivo. Stando sempre con Nami sama sapevo che qualcosa si stava smuovendo a Konoha. Chissaà dove avrebbe portato tutto ciò. In ogni caso ero a più di metà strada dal luogo in questione. Proprio come aveva previsto Sarakube, avevo avuto il tempo di tornare a casa, prepararmi e rimettermi in viaggio; nonostante mi fossi ritagliata due orette tutte per me. Le avrei recuperate durante il cammino in ogni caso, perché davvero non potevo farne a meno. Il rotolo che avevo ottenuto meritava di essere letto e studiato attentamente, per prima cosa. Impiegai quelle due ore circa prima di ritenermi soddisfatta del mio operato. In quel modo potevo subito partire per andare da Sarakube. Raggiungere il paese del fuoco partendo da quello del vento non era una passeggiata, ben tre giorni di viaggio quasi ininterrotto. Indossavo abiti leggeri per via della bella stagione e per il fatto che nel mio paese non regnava un filo d'ombra. Una volta tornata a casa mi ero sorbita le lamentele di Yomi, la mia sorellina, che evidentemente non aveva preso bene il fatto di essere stata abbandonata, anche se mi aveva rivelato che Yudai era stato davvero gentile con lei. Non mi stupiva come cosa, sapevo che sotto sotto era un bravo ragazzo, magari solo un po' burbero. In ogni caso, avevo afferrato una grossa sacca color verde militare, l'avevo riempita con tutto ciò di cui avrei avuto bisogno ed ero partita. Per prima cosa mi ero recata al palazzo della Kazekage, spiegando per filo e per segno cosa era successo a Nami sama. Era la Kazekage, avrei dovuto avere il timore di rivelarle certe cose e un po' l'avevo, ma da quando trascorrevamo la nostra vita insieme, potevo permettermi di parlarle come avrei potuto fare con una madre. Accetto di lasciarmi partire a patto che stessi attenta ad ogni mia mossa e fossi tornata in tempo da lei. Non mi faceva impazzire l'idea di lasciarla. C'erano altre persone fidate a prendersi cura di lei in mia assenza ma non era lo stesso per me, forse neanche per lei. Per questo stavo incrementando il passo di marcia, scattando da un albero all'altro della grande foresta che, tra circa una dozzina di miglia, sarebbe diventata territorio di Konoha. "Dovremmo esserci.." pensai, tirando fuori una bussola piuttosto vecchia dal taschino. La direzione era quella giusta, mi toccava solo proseguire di un chilometro e mezzo all'incirca. Il clima era mite, i raggi del sole quasi pallidi dietro un cielo nuvoloso ma dall'aspetto comunque sereno. La sacca ballava dietro la mia schiena, sentivo tintinnare le borracce, il rumore della carta con la quale avevo incartato i vivere. E i due rotoli che avevo portato con me. Come leggendomi nel pensiero, Shukaku prese la parola. Avevamo parlato spesso durante il viaggio, ovviamente di Nonubu. Non c'erano buone notizie dal Tasso: era certo che, prima o poi, il "pazzo" si sarebbe fatto vivo. L'eventualità mi agghiacciava. *Sei sicura che sia una buona idea darglieli?*
    *Sì. Alla fine non ne ho bisogno e.. non so, sai che non mi piace non ricambiare la cortesia altrui.*
    *Su questo non sono riuscito a cambiarti, eh?* Ridacchiai. Per fortuna c'era quel bestione sempre con me, altrimenti chissà dove sarei a quest'ora. Quando giunsi a destinazione era pomeriggio inoltrato ma il sole era ancora alto nel cielo poiché il tramonto era ancora lontano. Come pattuito, notai Sarakube. Non se ne stava certo nel bel mezzo della foresta ma aveva celato la sua presenza, ma individuai nell'immediato il suo campo magnetico, poiché non poteva nasconderlo in alcun modo. Lo salutai e mi venne incontro. Eravamo completamente soli ed io avevo controllato per bene di non essere seguita. Prima che il ragazzo potesse anche solo aprire bocca, tirai fuori dalla sacca che avevo portato due rotoli di discrete dimensioni. Uno era nuovo di zecca e l'altro l'avrebbe riconosciuto all'istante, l'altro era in buone condizioni ma era palese che fosse stato letto e riletto molte volte.

    Sarakube, voglio che accetti questi rotoli. Esordii, porgendoglieli con due mani. Sono contenta che tu voglia aiutarmi, non hai alcun dovere nei miei confronti eppure ti sei preoccupato, grazie davvero! So che Nonubu è.. impazzito, forse. Non ti nascondo che ho quasi paura di lui.. Ma se mi aiuti non posso non essere preoccupata per te. Vi conoscete, potrebbe non gradire il tuo gesto, non so.. Chiamami ansiosa ma non posso non sdebitarmi con te. Per cui accetta questi rotoli, tanto ormai non mi servono più.

    Conclusi inchinando leggermente la testa. Shukaku non gradì il gesto ma lo ignorai, del resto non ero orgogliosa quanto lui.

    *Sarà quello che vuoi ma a me 'sto tipo continua a non piacermi.*
    *Che brontolone che sei, Shu!*

    Brontolò di nuovo e ridacchiai mentalmente. Se il Tasso non era molto d'accordo, probabilmente stavo facendo la cosa giusta, o almeno quella meno sbagliata.
     
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    Come avevo previsto, il viaggio era stato rapido e avevo fatto in tempo a tornare a casa, farmi un bagno veloce, riposare e anche mangiare qualcosa. Poi avevo fatto un po' di zapping in giro con le Ancore e avevo recuperato il rotolo, che ovviamente avevo nascosto in uno dei rifugi del clan. Riposato, ripartii alla volta del luogo dell'incontro.

    La zona era una piccola zona poco fuori dal confini di Konoha, poco prima di dove iniziava il deserto vero e proprio, a poche centinai di metri da un fiumiciattolo che spariva nel terreno arido. Lì, alcune rocce portate chissà quando formavano una piccola zona riparata dalle intemperie e dagli sguardi di passanti occasionali. Un luogo perfetto per fare il nostro piccolo scambio. Mi sedetti all'ombra di uno dei massi e aspettai. non mi stavo proprio nascondendo, ma sicuramente a qualcuno sarebbe parso così. In ogni caso, rimasi fermo ad aspettare.

    Qualche minuto e un'abbondante sudorazione dopo, Yuka apparve. Me ne accorsi perchè, involontariamente, avevo attivato la modalità Eremitica, quindi l'avevo percepita arrivare. Tornai alla mia solita forma e mi avvicinai. Yuka sembrava tollerare meglio di me il caldo, ma in fondo era normale. Feci per salutarla ma non appena aprii la bocca estrasse velocemente due rotoli dallo zaino che si portava appresso.

    Sarakube, voglio che accetti questi rotoli. Esordii, porgendoglieli con due mani. Sono contenta che tu voglia aiutarmi, non hai alcun dovere nei miei confronti eppure ti sei preoccupato, grazie davvero! So che Nonubu è.. impazzito, forse. Non ti nascondo che ho quasi paura di lui.. Ma se mi aiuti non posso non essere preoccupata per te. Vi conoscete, potrebbe non gradire il tuo gesto, non so.. Chiamami ansiosa ma non posso non sdebitarmi con te. Per cui accetta questi rotoli, tanto ormai non mi servono più.

    Per un secondo rimasi immobile. Yuka aveva portato quei rotoli per me? Perchè pensava che Nonubu potesse vendicarsi per via del fatto che le avevo dato quel rotolo? Mi pareva una scemenza. Nonubu non sembrava ancora andato completamente fuori di zucca. Non avevo avvertito in lui intenzioni omicide, per tutta la durata dello scontro. Solo un desiderio smanioso e malato di combattere. Rendere più forte il suo "bersaglio" poteva fargli solo che piacere. Ma in effetti, non potevo essere sicuro che succedesse davvero quello. Nonubu poteva essere davvero un maniaco omicida. Ma in ogni caso, sarebbe stata Yuka il suo primo bersaglio, e io ero abbastanza inavvicinabile mentre ero a Konoha.

    Ad ogni modo, perchè rifiutare? Se lei si sentiva in debito ed era preoccupata, prendere i rotoli poteva solo che darle sollievo. Non sapevo che cosa fossero, anche se uno dei rotoli assomigliava in maniera sospetta a quello che aveva preso al torneo, ma qualsiasi cosa fossero, erano un regalo.

    Afferrai i rotoli con delicatezza. Grazie, Yuka. Non dovevi... Ma apprezzo il pensiero.

    Infilai i due rotoli nel borsello e ne estrassi quello della Moltiplicazione Superiore del Corpo. Ecco a te il rotolo. Prima che tu lo prenda, ti do un consiglio: attenta a come usi questa tecnica. E' potente, si, ma suddivide il tuo chakra in tutte le copie che evochi. Tu mi hai visto evocarne una o due al massimo, e c'è una ragione: anche con tutto il chakra che posso avere, combattere con più cloni ti lascia rapidamente senza forze, e contro avversati molto potenti può essere una lama a doppio taglio. In più i cloni normali esplodono appena toccati. Usali solo se sei sicura di quello che fai.

    Le porsi il rotolo, sicuro che avrebbe fatto saggio uso della tecnica che le stavo dando. Con quel gesto, una piccola parte dei miei timori si dissolse. C'era solo da sperare che non le succedesse niente. Da parte mia, ero curioso di sapere che tecniche erano scritte nei rotoli che mi aveva dato. Yuka conosceva molte tecniche segrete. Ero abbastanza curioso, lo ammetto.

    Bene, ora sono un po' più tranquillo. Buon ritorno a casa, Yuka. Spero che ci rivedremo presto.

    Con quest'ultima frase, mi apprestai ad andarmene. Un po' perchè ero curioso di leggere i rotoli, un po' perchè stavo morendo di caldo e un po' perchè nonostante tutto preferivo essere a Konoha per tenere d'occhio la situazione. Era meglio se non stavo distante troppo a lungo.

    E' un po' shittoso come post ma sticazzi :asd: Kerbe, ricordati che ci manca ancora un post a testa prima di iniziare l'insegnamento. Te lo dico giusto per essere sicuri, una PQ da cinque post non è proprio bella a vedersi.
     
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    Sarakube restò in silenzio, interdetto. Non si aspettava certo un gesto del genere da parte mia, ne ero completamente consapevole. Osservavo il suo sguardo tra lo stupito e il desideroso di tenere per se i due rotoli. Gli occhi smeraldini si spostavano dal mio volto ai rotoli, per poi tornare a me e infine di nuovo a loro. Il motivo per il quale fosse entrato improvvisamente in crisi mi era sonosciuto, forse c'era qualcosa che non sapevo e che però non volevo sapere, poiché non mi riguardava. Fatto sta che, dopo pochi secondi di quel silenzio, sentii il modesto peso dei rotoli venire meno. Gentilmente furono afferrati dal ragazzo che li portò a se, osservandoli con attenzione. A prima vista sembravano identici ma non lo erano affatto, per di più si poteva notare come uno fosse praticamente nuovo di zecca mentre l'altro era stato consultato più volte, ma comunque tenuto in buone condizioni. Mi ringraziò non proprio con la stessa enfasi di chi normalmente accetta un reagalo, ma andava bene così. Sorrisi gentilmente, di rimando. Ora mi sentivo decisamente meglio. Mi ero tolta un peso, che fosse inutile ancora non lo sapevo ma purtroppo avevo assunto certi comportamenti temprata dalla vita da shinobi. Non volevo avere rimpianti o rimorsi. Sentivo di aver fatto la cosa migliore e l'avevo fatta, senza preoccuparmi di come terzi eventuali avrebbero interpretato il mio gesto. Il ragazzo ripose i rotoli che aveva appena ottenuto e, frugando nel borsello, ne tirò fuori un terzo. Per un attimo mi si seccò la gola. A primavista ero niente di meno che un rotolo, avrebbe potuto essere vuoto o pieno di scritte senza senso, ma sapevo che non lo era. Per questo mi sentivo agitata. Sarakube si avvicino a me, porgendomi il rotolo in questione. Non appena mossi il braccio per prenderlo, la sua voce mi fermò. Lo ritrassi e lo ascoltai, era serio, forse fin troppo. Si rendeva conto di cosa stesse facendo e, inun certo senso, non lo biasimavo. Non avevo mai visto neanche da vicino un rotolo come quello prima di allora, ma doveva esserci un motivo se rientrava tra le tecniche proibite. Tecniche non neanche gli Shinobi più forti avrebbero dovuto conoscere.

    Ecco a te il rotolo. Prima che tu lo prenda, ti do un consiglio: attenta a come usi questa tecnica. E' potente, si, ma suddivide il tuo chakra in tutte le copie che evochi. Tu mi hai visto evocarne una o due al massimo, e c'è una ragione: anche con tutto il chakra che posso avere, combattere con più cloni ti lascia rapidamente senza forze, e contro avversati molto potenti può essere una lama a doppio taglio. In più i cloni normali esplodono appena toccati. Usali solo se sei sicura di quello che fai.
    Ho capito. Farò come dici.

    Replicai. Solo allora il ragazzo mi concesse di avere il rotolo. Ne toccai la superficie, stringendolo nella mia mano con delicatezza. Mi sembrava quasi fosse una bomba ad orologeria pronta per esplodere. A rafforzare l'idea, c'era il peso esagerato dell'oggetto, che però non corrispondeva alla sua reale dimensione. Era per me che pesava così tanto perché sapevo che significato avessero le parole scritte al suo interno. Non potendo reggerlo ancora, né in senso fisico né in senso mentale, lo riposi con cura nella sacca, chiudendola con la dovuta cura. Mi rialzai in piedi, ritrovando gli occhi di Sarakube. Ci fissammo per qualche istante, in silenzio. Mi metteva a disagio il fatto di non riuscire a capire cosa passasse per la testa di quel tipo. In un certo senso era come la sensazione provata nei confronti di Nonubu. Forse non erano loro ad essere indecifrabile, mi dissi, forse ero io a non saper cogliere le emozioni altrui. Ci stavo proprio pensando quando la situazione si sbloccò improvvisamente.

    Bene, ora sono un po' più tranquillo. Buon ritorno a casa, Yuka. Spero che ci rivedremo presto.
    Aspetta!

    Esclamai senza pensare. Vidi Sarakube voltarsi e fissarmi. Perché diavolo lo stavo chiamando? Nel momento stesso in cui i nostri sguardi si incrociarono di nuovo, la mia mente si svuotò. Era fatta. Il motivo del nostro incontro era stato risolto. Lui aveva i suoi rotoli ed io avevo il mio. E allora perché qualcosa mi aveva suggerito di non lasciarlo andare via?

    Nonubu...

    Il suo nome affiorò dalle mie labbra senza neanche volerlo e, allora, capii. C'era un motivo per il quale avevo richiamato Sarakube ed era Nonubu. Konoha.. non sapevo che tipo di posto sarebbe diventato ma il villaggio della Foglia era quello della forza portante della seconda coda. Forse temevo per i sui abitanti o non saprei spiegarmi cosa, ma non potevo smetterla di pensarci. Ero preoccupata anche per me stessa e capii che in quel momento, l'unico a potermi rassicurare era il ragazzo che avevo davanti agli occhi. Forse era questo il motivo per cui non volevo lasciarlo andare.

    Dove pensi che andrà, adesso? Sinceramente.. non riesco a capire cosa gli passi per la testa. Forse il suo Bijuu deve avergli fatto il lavaggio del cervello, però.. durante il torneo non sembrava assecondare le sue idee. Sembrava quasi come se anche lui ne fosse spaventato. Non so come abbia fatto ma Nonubu non ha trovato l'armonia con il demone, l'ha semplicemente sottomesso.. Come non lo so ma è spaventoso..
    Non so che intenzioni abbia ma penso fosse serio, allora. Tornerà. Mi chiedo solo dove si nasconderà fino ad allora..


    Uno sfogo tipico di chi si è tenuto qualcosa dentro. Da tre giorni il pensiero degli occhi di Nonubu non mi lasciava in pace. Il suo tono minaccioso, dannatamente serio, mi faceva venire i brividi. Tutte le sue parole che neanche comprendevo nella loro pienezza. Perché? Perché ero io il suo obbiettivo? Nessuno avrebbe potuto capire come mi sentissi in quel momento. Ero sola contro qualcuno che sapevo non poter battere, che probabilmente mi avrebbe uccisa. E la cosa peggiore era che non sapevo quando la sua ombra sarebbe calata sulla mia. Mi sentivo in trappola, come se Nonubu mi stesse osservando persino in quel momento, aspettando solo il momento buono per saltare fuori. Per questo mis fogai con Sarakube. Speravo che, dall'alto della sua esperienza, potesse dirmi qualcosa per rasserenarmi, magari convincermi che Nonubu non aveva nacora del tutto perso la testa. E infatti l'altro parlò. Lo ascoltai ma non seppi se ciò riuscì a calmarmi. In ogni caso, il ragazzo si stava dimostrando davvero gentile nei miei confronti. Buffo, avrei pensato che dopo il nostro incontro mi avrebbe detestata o magari avesse provato una sorta di ostilità nei miei confronti. Invece sembra tutto il contrario. Oh, mi tornò in mente proprio il nostro incontro al torneo, seguito dal nostro scontro nella foresta, più o meno un anno prima. E mi venne un'idea.

    Prima che tu vada ho una propostsa da farti! Ti ricordi il nostro primo duello? E ovviamente quello del torneo. Ecco, mi sono resa conto di una cosa. In entrambi sono riuscita a metterti alle strette con una tecnica che non hai mai saputo contrastare, lo Squalo Missile Gigante! Te lo ricordi, vero? Non è una normale tecnica, si tratta di un Hijutsu! E beh.. forse il mio ti sembrerà un eccesso di cortesia, ma tu usi il suiton, giusto? Potrei insegnartela, se vuoi! Anche adesso! Non ci vuole molto, in realtà, e potrebbe esserti utile! Che ne dici?

    Evitai di nominare nuovamente Nonubu, ma ovviamente il mio pensiero andava anche a lui. Ricordavo bene come aveva contrastato il jutsu devastante creato da Yudai e me. Forse noi non eravamo stati abbastanza forti ma Sarakube lo era. Avrebbe potuto difendersi e difendere il villaggio, forse anche me, se ce ne fosse stato il bisogno. Cercai di abbozzare un sorriso nonostante fosse palese quanto fossi tesa. Magari ciò mi avrebbe anche momentaneamente distratta dall'idea di essere appena divenuta il bersaglio dell'unica persona che non riuscivo in alcun modo a scalfire neanche usando tutte le mie forze.
     
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    Quando spiegai a Yuka i problemi della Kage Bushin, mi ascoltò attentamente. Pareva capire perfettamente i rischi. Quando ebbi finito, annuì.

    Ho capito. Farò come dici.

    Bene, lavoro finito. Adesso potevo tornare a casa. Tuttavia, poco prima che potessi partire, Yuka lanciò un urlo per bloccarmi.

    Aspetta!

    Mi fermai, lanciandole un'occhiata curiosa. Cosa voleva adesso? Avevamo finito. No?

    Nonubu...

    Ah, voleva parlare di Nonubu. Comprensibile. Era forse l'unico nemico che non poteva sperare di sconfiggere facilmente. O forse c'era altro sotto. Forse era qualcosa legato più strettamente all'ideologia che Nonubu sembrava aver fatto sua. Non dissi nulla, lasciando che fosse lei a parlare, a sfogarsi.

    Dove pensi che andrà, adesso? Sinceramente.. non riesco a capire cosa gli passi per la testa. Forse il suo Bijuu deve avergli fatto il lavaggio del cervello, però.. durante il torneo non sembrava assecondare le sue idee. Sembrava quasi come se anche lui ne fosse spaventato. Non so come abbia fatto ma Nonubu non ha trovato l'armonia con il demone, l'ha semplicemente sottomesso.. Come non lo so ma è spaventoso..
    Non so che intenzioni abbia ma penso fosse serio, allora. Tornerà. Mi chiedo solo dove si nasconderà fino ad allora..


    Difficile dirlo, Yuka. Nonubu... credo che stia affrontando una qualche crisi d'identità. Posso solo ipotizzare cosa gli sia successo... un qualche tipo di trauma. Al nostro primo incontro, durante il torneo Chunin, aveva un braccio meccanico, me lo ricordo bene. Forse... forse qualcosa lo ha spinto sul lato oscuro del desiderio del potere. Non che possa affermare con certezza che esista un lato luminoso del desiderio di potere, o che esista una differenza tra i due. Ma Nonubu... vuole qualcosa, credo. Qualcosa che non ha ancora ottenuto. P forse l'ha ottenuto, ma ormai è talmente soffocato dall'oscurità che non gli basta.

    Può darsi che il suo viaggio lo porterà a liberarsi dei suoi fantasmi. Lo spero, per lui. La sua è una vita vuota, Yuka. Va avanti per inerzia, un certo senso. Spero che riesca a trovare uno scopo che lo porti a vivere per qualcosa che non sia il desiderio di onnipotenza, perchè... beh, è un desidero che non si può realizzare. Se non succederà... qualcuno dovà affrontarlo, e io non ho la forza per combattere lui e il Due Code insieme.


    Era un fardello pesante, la consapevoleza che qualcuno poteva arrivare in qualsiasi momento per combatterti, probabilmente con l'intenzione di ucciderti. Per fortuna, avevo esperienza in questo campo. Cercai di darle un buon consiglio.

    Posso solo dirti questo. Preparati allo scontro, ma non rinunciare a ciò che ami e non lasciare che la paura inghiotta tutto quello per cui combatti. Non lasciarti sopraffare. Vivi la tua vita come al solito. Nonubu forse verrà... e allora? Potresti morire in qualsiasi momento, in missione o in un banale incidente. Non ha senso preoccuparsi del quando. Preoccupati del come. Solitamente, quella è la parte più importante.

    Non avevo la minima idea di come il mio discorso potesse averla influenzata. si sentiva meglio? Peggio? Non avrei saputo dirlo. Sicuramente appariva pensierosa. Ad un certo punto, di punto in bianco, saltò fuori un nuovo discorso.

    Prima che tu vada ho una propostsa da farti! Ti ricordi il nostro primo duello? E ovviamente quello del torneo. Ecco, mi sono resa conto di una cosa. In entrambi sono riuscita a metterti alle strette con una tecnica che non hai mai saputo contrastare, lo Squalo Missile Gigante! Te lo ricordi, vero? Non è una normale tecnica, si tratta di un Hijutsu! E beh.. forse il mio ti sembrerà un eccesso di cortesia, ma tu usi il suiton, giusto? Potrei insegnartela, se vuoi! Anche adesso! Non ci vuole molto, in realtà, e potrebbe esserti utile! Che ne dici?

    Rimasi per un secondo in silenzio, proprio come quando mi aveva offerto i due rotoli. Poi scoppiai a ridere.

    Yuka. In questo preciso momento sono il ninja più anziano, più esperto e probabilmente più responsabile tra i due. Dovrei essere io ad aiutarti, non il contrario!

    Sorrisi, scuotendo la testa. Che personaggio. Era stata minacciata da una Forza Portante completa che pareva avere tutta l'intenzione di farle la caccia, e le veniva pure in mente di condividere un'altro Hijutsu con qualcuno che, per la gran parte, era uno sconosciuto. Avrei dovuto rifiutare la sua offerta.

    Tuttavia... prima avevo parlato del lato oscuro e del lato chiaro del desiderio di potere. Il desiderio oscuro era quello insaziabile: la ricerca del potere fine solo al potere stesso. Quello luminoso si basava su altro: il potere per proteggere gli altri. Il problema era che il lato chiaro non era meno insaziabile, casomai il contrario: più vedevi quanti pericoli esistevano nel mondo, più volevi avere la forza per proteggere quello che amavi. Ormai io ero caduto da lungo tempo nella spirale: più andavo avanti, più volevo potere. Non ero mai abbastanza forte. E lo Squalo Missile Gigante... era una tecnica infida. Un Jutsu Suiton potentissimo che aveva la fastdiosa capacità di assorbire il chakra degli attacchi in arrivo per potenziarsi, rivoltando la forza dell'attacco contro il suo proprietario. Sarebbe stato un'asso nella manica e la chiusura di una mia possibile debolezza. Il mio stile di basava più che altro su superare la potenza dei jutsu nemici per sopraffarli. Non ero estraneo a tattiche elaborate, ma quando era il momento, la cara vecchia violenza funzionava sempre. E quella tenica...

    Sarò sincero, Yuka. So che dovrei rifiutare. Hai già fatto abbastanza con i due rotoli che mi hai dato. Tuttavia, viviamo in tempi pericolosi. Probabilmente pensi che io sia forte, e forse hai ragione, ma non lo sono abbastanza, soprattutto in paragone ai coloro che detengono i poteri dei demoni. Come Nonubu. Per quanto la mia coscienza si rifiuti, so che devo poter approfittare di qualsiasi vantaggio che posso accumulare per difendere me e i miei cari. Perciò, accetto la tua offerta. E un giorno, se riuscirò, ti ripagherò per questa gentilezza.

    A quel punto feci una cosa che non facevo dai tempi in cui ancora il Villaggio era gestito dal vecchio Nube, l'unico Kage che avevo mai considerato degno. Mi chinai. Leggermente, ovviamente. Non mi genuflessi ne cose del genere. Mi limitai a un cenno del capo unito a una flessione della schiena in avanti di pochi gradi. Era più di quanto avessero ottenuto la maggior parte di quello che incontravo. Sperai che Yuka capisse il significato di quel gesto. Ero in debito, e non me lo sarei dimenticato.

    Scusa il ritardissimo ma ho avuto problemi :sigh:
     
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    Difficile dirlo, Yuka. Nonubu... credo che stia affrontando una qualche crisi d'identità. Posso solo ipotizzare cosa gli sia successo... un qualche tipo di trauma. Al nostro primo incontro, durante il torneo Chunin, aveva un braccio meccanico, me lo ricordo bene. Forse... forse qualcosa lo ha spinto sul lato oscuro del desiderio del potere. Non che possa affermare con certezza che esista un lato luminoso del desiderio di potere, o che esista una differenza tra i due. Ma Nonubu... vuole qualcosa, credo. Qualcosa che non ha ancora ottenuto. E forse l'ha ottenuto, ma ormai è talmente soffocato dall'oscurità che non gli basta.
    Può darsi che il suo viaggio lo porterà a liberarsi dei suoi fantasmi. Lo spero, per lui. La sua è una vita vuota, Yuka. Va avanti per inerzia, un certo senso. Spero che riesca a trovare uno scopo che lo porti a vivere per qualcosa che non sia il desiderio di onnipotenza, perchè... beh, è un desidero che non si può realizzare. Se non succederà... qualcuno dovrà affrontarlo, e io non ho la forza per combattere lui e il Due Code insieme.


    Ascoltai attentamente le parole di Sarakube. Ovviamente ne sapeva più di me nonostante non ci fosse alcuna sicurezza nella sua breve spiegazione. Solo teoria e supposizione, nessuna delle quali poteva dirsi veritiera in qualche modo. Ciò che sicuramente aveva un fondamento, era la sicurezza che Nonubu, almeno per ora, era praticamente imbattibile. Il potere del Matatabi l'aveva trasformato in un vero mostro. Ero speranzosa nei confronti di Sarakube, pensavo che lui potesse batterlo o che almeno stesse al suo livello, ma sentirlo affermare di non esserne in grado.. mi impauriva ancora di più. Nami sama non era più in grado di combattere, ormai. E che io sapessi non c'era nessuno dei miei conoscenti potenzialmente più forte di me, forse solo Kuroda, a questo punto. Ma il tempo aveva logorato persino il nostro rapporto. Un muro si era interposto tra di noi e forse, era troppo tardi per buttarlo giù. E anche il marionettista era una forza portante. Mi chiesi se fossi l'unica a non essere stata cambiata dal proprio cercoterio.. Forse lo ero ma non riuscivo ad accorgermene e questo valeva anche per Nonubu e Kuroda. Scossi la testa, abbattuta.

    Capisco.. sembra non ci sia soluzione per ora..
    Posso solo dirti questo. Preparati allo scontro, ma non rinunciare a ciò che ami e non lasciare che la paura inghiotta tutto quello per cui combatti. Non lasciarti sopraffare. Vivi la tua vita come al solito. Nonubu forse verrà... e allora? Potresti morire in qualsiasi momento, in missione o in un banale incidente. Non ha senso preoccuparsi del quando. Preoccupati del come. Solitamente, quella è la parte più importante.

    Mi stupirono le sue parole, non avrei mai pensato che un ragazzo così apparentemente serio e distaccato potesse fornirmi un consiglio del genere. Un po' mi rincuorò, forse proprio per il peso nello stomaco che mi si era appena alleggerito, riuscii a non pensare a quella storia. E così mi venne in mente ciò che proposi al ragazzo circa pochi secondi dopo. Gli proposi qualcosa che evidentemente lo lasciò sorpreso. In effetti quando capitava che una mocciosa come me, per di più di grado inferiore, si proponesse di insegnare una tecnica importante come un Jutsu ad un superiore? Dopo avergli dato due rotoli segreti, per giunta? Non c'era da stupirsi che il ragazzo castano mi fissò per un attimo, pensieroso. Scoppiò a ridere un attimo dopo e adesso fui io ad essere stupita. Non l'avevo mai visto ridere.

    Yuka. In questo preciso momento sono il ninja più anziano, più esperto e probabilmente più responsabile tra i due. Dovrei essere io ad aiutarti, non il contrario!

    Non me lo disse con rimprovero, anzi, il sorriso perdurò sul suo volto e mi rilassai. Ed io che per un attimo ebbi paura mi urlasse contro! Non risposi perché Sarakube ci stava probabilmente pensando, le sue risa servivano solo per dissimulare il contrasto interiore. Chissà cosa stava pensando. Poi parlò, ridiventando abbastanza serio ma gli angoli delle labbra erano ancora all'insù.

    Sarò sincero, Yuka. So che dovrei rifiutare. Hai già fatto abbastanza con i due rotoli che mi hai dato. Tuttavia, viviamo in tempi pericolosi. Probabilmente pensi che io sia forte, e forse hai ragione, ma non lo sono abbastanza, soprattutto in paragone ai coloro che detengono i poteri dei demoni. Come Nonubu. Per quanto la mia coscienza si rifiuti, so che devo poter approfittare di qualsiasi vantaggio che posso accumulare per difendere me e i miei cari. Perciò, accetto la tua offerta. E un giorno, se riuscirò, ti ripagherò per questa gentilezza.

    Si inchinò leggermente e subito mi irrigidii, inchinandomi a mia volta, più profondamente. Mi era stato insegnato quando fosse quasi "sbagliato" che un superiore si inchinasse ad un sottoposto. Così rimediai inchinandomi a mia volta ma capii il suo gesto e ne fui lieta.

    Grazie a te per quello che hai fatto per me. Spero che tu possa perseguire i tuoi obbiettivi!

    Gli sorrisi e feci un bel respiro. Non avevo mai insegnato nulla a nessuno ma avrei fatto del mio meglio! "Cominciamo!"


    Sperai di non metterci troppo, alla fine di tecniche complesse Sarakube ne conosceva, non avrebbe dovuto avere troppa difficoltà con quella. Mi stiracchiai le braccia e le gambe, leggermente intorpidite. Era da un bel po' che non facevo esercizio e il corpo ne risentiva.

    I sigilli da fare sono semplici. Per prima cosa unisci i palmi, stendendoli in questo modo. Poi formi il sigillo del serpente e concludi con il sigillo peculiare, ti faccio vedere...

    Farglielo vedere una volta sarebbe bastato. Eseguii la breve sequenza di sigilli, mostrandoli al ragazzo, sicura che li avrebbe memorizzati in un battibaleno. La sequenza era semplice, manovrare la tecnica un po' meno poiché chiedeva molto dispendio di chakra e una discreta padronanza di esso. Nulla di impossibile per Sarakube, anzi, probabilmente non avrebbe neanche faticato così tanto. Comunque sia, lasciai che si esercitasse o che mi desse un segno di poter proseguire, dopodiché andai avanti. Decisi di dare qualche informazione base sulla tecnica, magari poteva servirgli.

    Sicuramente sai che lo Squalo Missile è classificata come una tecnica di livello S. Credo che sia così perché quando la usi sprechi un bel po' di chakra.. Forse per me e te è poco perché, con l'allenamento, la nostra riserva si è ampliata un sacco! Ma penso che neanche un chunin medio potrebbe usarla perché probabilmente sprecherebbe buona parte del suo chakra..
    Ah! Una cosa importante! Anche se la tecnica è gigante, insomma, l'hai vista anche tu, no? Ecco, la portata è incredibile, può inglobare qualsiasi cosa! Però ha un difetto, infatti il suo raggio è limitato. Per questo non puoi superare, mmm.. circa venti metri di distanza con l'avversario! Altrimenti non arriva a destinazione! Diciamo che la sua grandezza fa sembrare che abbia chissà quale raggio d'azione, invece non è così, è un inganno! Perché l'avversario non lo penserebbe mai vedendosi arrivare contro un coso così gigantesco!


    Spiegai, annuendo ogni tanto a me stessa, come per concretizzare ciò che stavo dicendo. Aggiunsi anche che, ovviamente e come lui ben sapeva essendosela ritrovata contro un bel po' di volte, la tecnica poteva assorbire qualunque cosa, senza eccezione. Forse l'unica era stata la tecnica di Nonubu. Il ricordo del suo braccio steso e fumante era indelebile nella mia mente. Ancora non mi spiegavo come fosse riuscito a neutralizzare un attacco del genere. Se non l'avesse fatto forse a quest'ora... Scossi la testa. "Basta, adesso non è il momento! Non devo assolutamente pensarci!" mi imposi, cercando di mantenere la concentrazione.

    Se non hai domande direi che possiamo provare ad utilizzarla!

    Proposi, cominciando ad impastare il chakra. Ora arrivava il bello.
     
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    Finiti i convenevoli, Yuka cominciò a insegnarmi lo Squalo Missile Gigante. L'avevo visto più volte in azione, ma non mi ero mai potuto soffermare più di tanto sulla sua esecuzione, visto e considerato che avevo sempre cercato di evitarlo.

    I sigilli da fare sono semplici. Per prima cosa unisci i palmi, stendendoli in questo modo. Poi formi il sigillo del serpente e concludi con il sigillo peculiare, ti faccio vedere...

    Yuka eseguì rapidamente i sigilli richiesti. Non erano niente di complicato. L'Esplosione Acquatica era molto, molto peggio di quello.

    Beh, direi che non è niente di che.

    Imitai velocemente i sigilli adatti. Una scemenza, per una tecnica così potente. Yuka annuì e continuò.

    Sicuramente sai che lo Squalo Missile è classificata come una tecnica di livello S. Credo che sia così perché quando la usi sprechi un bel po' di chakra.. Forse per me e te è poco perché, con l'allenamento, la nostra riserva si è ampliata un sacco! Ma penso che neanche un chunin medio potrebbe usarla perché probabilmente sprecherebbe buona parte del suo chakra..
    Ah! Una cosa importante! Anche se la tecnica è gigante, insomma, l'hai vista anche tu, no? Ecco, la portata è incredibile, può inglobare qualsiasi cosa! Però ha un difetto, infatti il suo raggio è limitato. Per questo non puoi superare, mmm.. circa venti metri di distanza con l'avversario! Altrimenti non arriva a destinazione! Diciamo che la sua grandezza fa sembrare che abbia chissà quale raggio d'azione, invece non è così, è un inganno! Perché l'avversario non lo penserebbe mai vedendosi arrivare contro un coso così gigantesco!


    Informazione interessante. Considerando che, di fatto, era impossibile difendersi da uno Squalo Missile Gigante cercando di sbattergli contro un Ninjutsu più potente, sapere che quel mostro enorme aveva una portata così limitata permetteva di aggirarlo in altre maniere. Posto, ovviamente, che si fosse abbastanza rapidi.
    Quanto al fatto che consumasse molto chakra... tante tecniche di alto livello lo facevano. Non credevo che potesse essere più stancante di un Mille Squali Famelici, quindi non mi preoccupai molto della cosa.

    Grazie dell'avviso, lo terrò a mente.

    Yuka annuì, anche se sembra cercare più di convincersi di quello che stava dicendo che approvando quello che stavo facendo.

    Se non hai domande direi che possiamo provare ad utilizzarla!

    Perchè no?

    La zona era abbastanza piatta da far vedere le tecniche a chiunque passasse nei paraggi, ma pochi passavano da quelle parti. Non era il posto migliore per fare una pausa. I confini con Suna erano pieni di posti in cui fare una sosta prima di affrontare i rigori del deserto, con acqua e cibo a disposizione. Una dimostrazione pratica, poi, valeva mille spiegazioni.

    Fammi vedere quello che sai fare.

    Analizzare la quantità e il modo in cui Yuka utilizzava il chakra per evocare la tecnica mi avrebbe permesso di intuire meglio come eseguire il jutsu. E la kunochi non si fece pregare, iniziando ad impastare chakra. Il suo chakra era diventato più forte dall'ultima volta che ci eravamo incontrati. Forse, avendo il patto con le serpi...

    Lasciai perdere quel pensiero per il momento. Dovevo concentrarmi sulla tecnica.
     
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    Sarakube ascoltò attentamente tutto ciò che avevo da dirgli, annuendo ogni tanto con qualche breve commento d'intesa o anche solo dei cenni. Mi faceva strano fargli da insegnante, avrebbe dovuto essere l'esatto contrario e invece! Al ragazzo bastò vedere la sequenza i sigilli una sola volta per ripeterla istantaneamente, come volevasi dimostrare, era un mio superiore di grado, non gli stavo praticamente insegnando nulla. In effetti era come se semplicemente, stessi conversando con lui. Niente di più. Il suo livello di apprendimento non era certo quello che avrebbe potuto avere un Genin, li separava un vero e proprio abisso. Per questo ero decisamente in soggezione durante la mia spiegazione. Quasi mi sembrava di essere tornata in accademia e che Sarakube fosse il mio Sensei ed io gli stessi semplicemente ripetendo una lezione a memoria, con tanto si spiegazione pratica. Quando ebbi finito con le nozioni basilari, chiesi se non fosse il caso di cominciare con la "prova pratica". Del resto una tecnica andava capita e poi provata. Il luogo nel quale ci trovavamo era praticamente ottimale. Un grosso spiazzo erboso, al riparo da occhi indiscreti grazie agli alti alberi dalle fitte chiome.

    Fammi vedere quello che sai fare.
    Farò del mio meglio!

    Ci dicemmo e presi ad impastare il mio chakra. Il ragazzo dagli occhi smeraldini mi osservava con attenzione, cercando tra l'altro di capire come usassi il chakra. Era molto importante usarne la giusta quantità e impastarlo a dovere vista la complessità e la portata del jutsu. Impastai il chakra, richiamando tra l'altro quello presente nell'aria grazie ad un'abilità che avevo sviluppato e migliorato nel tempo. Di questo avvertii Sarakube visto che, forse, avrebbe potuto non averla ancora affinata.

    Per usare la tecnica uso l'acqua presente nell'atmosfera, solitamente. Non so se è un qualcosa che anche tu riesci a fare.. Diciamo che come elemento sono molto affine al suiton, per cui ho imparato a farlo dopo un bel po' di allenamento. Se non ne sei capace devi per forza sfruttare l'acqua circostante di un lago o qualsiasi altra fonte. Non puoi usare i liquidi interni come per le altre tecniche, moriresti disidratato all'istante!

    Gli spiegai, concentrando quindi il chakra davanti a me. Una sfera invisibile che avrebbe dato vita al tremendo jutsu acquatico. Battei i palmi tra di loro, eseguendo i restanti sigilli per poi rilasciare la tecnica. Modellai il chakra in modo che ne venisse fuori la bocca di uno squalo gigantesco, capace di inghiottire buona parte di quella foresta.

    Daikodan no jutsu!

    Esclamai e rilasciai del tutto la tecnica che mangiò il terreno e scosse gli alberi per venti metri esatti, in linea retta davanti a se. Ed ecco che la dimostrazione era terminata. Avevo consumato molto chakra ma non sentivo la fatica, ormai, abituata com'ero ad usarne in quantità industriali. Con un sorriso, mi asciugai la fronte, leggermente sudata, voltandomi verso Sarakube.

    Ecco fatto! Può bastarti come dimostrazione?

    Chiesi con un sorriso. Ovviamente conoscevo già la risposta! Non avrebbe avuto problemi, ne ero certa.

    Prova tu adesso! Starò qui a guardarti!

    Spiegai, mettendomi comoda, seduta per terra, a qualche metro da lui. Ero curiosa di vedere cosa ne sarebbe uscito fuori.

    Scusa il ritardo e il post di cacca!
     
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    Yuka pareva non vedere l'ora di insegnarmi quella tecnica. Chissà da dove prendeva quell'entusiasmo per una cosa così semplice. Beh, se lei si divertiva, meglio.

    Farò del mio meglio!

    Yuka prese a impastare il chakra e io osservai con attenzione la quantità e il modo in cui veniva plasmato il chakra. Era la parte più cruciale della lezione. Yuka si premurò di avvisarmi di una cosa.

    Per usare la tecnica uso l'acqua presente nell'atmosfera, solitamente. Non so se è un qualcosa che anche tu riesci a fare.. Diciamo che come elemento sono molto affine al suiton, per cui ho imparato a farlo dopo un bel po' di allenamento. Se non ne sei capace devi per forza sfruttare l'acqua circostante di un lago o qualsiasi altra fonte. Non puoi usare i liquidi interni come per le altre tecniche, moriresti disidratato all'istante!

    Annuii. Il Suiton è il primo elemento che ho padroneggiato, Yuka.Ho dovuto imparare abbastanza in fretta come attingere all'acqua nell'atmosfera, o non sarei riuscito a combatterci decentemente.

    Ovviamente Yuka non mi aveva mai visto utilizzare un Jutsu Suiton senza l'utilizzo di acqua nelle vicinanze. Durante il nostro precedente scontro non avevo fatto uso di quelle mie capacità, quindi non poteva saperlo.

    Daikodan no jutsu!

    Yuka finì di impastare il chakra nello Squalo. L'enorme massa d'acqua emerse dal nulla, fece una ventina di metri in linea retta. Distrusse qualsiasi cosa sulla sua traiettoria, poi si schiantò contro il primo ostacolo naturale che si trovò davanti facendo tremare il terreno e tutti gli alberi nelle vicinanze. Una tecnica sicuramente potente, anche se, in quanto a pura potenza, mi sembrava inferiore ai Mille Squali Famelici. Ovviamente, il suo punto di forza era l'assorbimento dei Jutsu, più che la potenza grezza, quindi questo non avrebbe dovuto sorprendermi.

    Ecco fatto! Può bastarti come dimostrazione?

    Anuii di nuovo. Si, Yuka, è sufficiente. Vediamo cosa riesco a fare.

    Prova tu adesso! Starò qui a guardarti!

    Annuii per la terza volta. Non servivano grandi parole per questo. Iniziai prima di tutto a impastare il chakra nellaquantità utilizzata da Yuka. Non ne serviva di più e preferivo farlo prima di comporre i sigilli. Poi composi i sigilli richiesti. I teoria, questo mi avrebbe aiutato a dare forma alla tecnica, facilitandomi il passo succiessivo, ossia la trasformazione del puro chakra che avevo accumulato in Suiton e, successivamente, nello Squalo. Formai nella mia mente l'immagine dello Squalo e condensai il mio chakra attorno quella figura, dandogli forma e sostanza. Quando fui sicuro che era pronto, lo scagliai in avanti, lasciandogli percorrere tutta la strada che poteva fare, per vedere l'effetto che aveva.

    Quando lo Squalo finì il suo percorso, mi voltai verso Yuka. Come sono andato?
     
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    Per Sarakube la mia dimostrazione era stata più che sufficiente e me ne compiacqui. L'allenamento si sarebbe dimostrato più veloce rispetto a qualsiasi mia aspettativa. Quando mi accomodai, non dovette fare altro che aspettare di vedere il ragazzo in azione. Era concentrato. Il sorriso di poco prima era stato rimpiazzato dalla tipica espressione seria, di chi si sta impegnando per terminare un qualcosa. La quiete era di nuovo calata su quel posto al confine con Sunagakure e Konohagakure. Il mio squalo gigante aveva scosso ogni cosa ma, adesso, c'era di nuovo silenzio. Un po' come lo scontro di tre giorni prima. Era iniziato con un profondo silenzio, nell'intramezzo, invece, c'era stato così baccano che quasi sentivo ancora fischiare le orecchie. E si era concluso con silenzio, solo tanto silenzio. "Nonubu.. come vorrei sapere le tue ragioni.. Cosa ti è successo..?" mi chiesi, distraendomi. Mi persi la sequenza dei sigilli di Sarakube ma non fu un problema perché, qualche secondo dopo, la gigantesca bocca del pesce si stava già formando. Il giovane stava impastando bene il chakra, usandone la giusta quantità. Una velocità d'apprendimento notevole, superiore alla mia, ovviamente. Questa gigantesca massa azzurra, baciata dai raggi del sole, prese vita e venne scagliata lontano, più velocemente del precedente e l'impatto con l'ambiente circostante fu persino più potente. Il terreno venne scosso, gli alberi piegati alla potenza del jutsu. Quella si che si poteva dire una tecnica assestata per bene. Mi lasciai scappare un mormorio di stupore e battei le mani. Mi alzai in piedi, fissando il ragazzo con un sorriso. Non lo dava molto a vedere ma avevo l'impressione che fosse vagamente soddisfatto di se. E come dargli torto, del resto? Quella era una tecnica di un certo calibro, non tutti riuscivano ad usarla come aveva fatto lui.

    Come sono andato?
    Alla grande! Era persino migliore del mio!

    Commentai, lanciando un'occhiata al terreno scavato per quella ventina di metri. Non era bello a vedersi ma, piano piano, si sarebbe risanato. Sarebber ricresciuta l'erba e il paesaggio sarebbe sembrato più bello di prima. Mi abbassai, piegando le ginocchia, sporgendomi verso quel canale. Presi un bel respiro, modificando il mio chakra in modo che assumesse la forma acquatica. Vomitai (fa schifo dello così!) dentro il torrente quanta più acqua riuscii. Così avrei semplificato il processo di ricrescita, visto che non mi piaceva aver danneggiato in quel modo quel bel paesaggio. Mi alzai poi in piedi, rivolta verso Sarakube. Era molto più alto di me ma non lo trovavo affatto minaccioso.

    Beh, direi che qui abbiamo finito! Grazie per il rotolo e per tutto.. sei stato davvero premuroso nei miei confronti, grazie! Spero di incontrarti di nuovo e che tu possa proteggere le persone a te care!

    Gli sorrisi, raccogliendo la mia sacca verde militare, portandomela dietro la schiena, reggendola con la mano sinistra. Era arrivato davvero il momento di separarci. Qui le nostre strade si dividevano ma ancora non sapevo come si sarebbe diviso tutto il resto. Il mondo stava per cambiare, Konoha non sarebbe più stato un luogo sicuro e Sarakube, volente o nolente, c'era dentro. Ma gli sorrisi, agitando la mano, non curante di nulla. Ancora spensierata, per quel poco che mi era concesso.

    Alla prossima, buona fortuna, Sarakube!

    E sparii alla sua vista, saltando sull'albero più vicino e cominciando la mia corsa verso casa. Cosa mi aspettava d'ora in poi? La consapevolezza di essere un bersaglio, braccata ovunque mi muovessi. Cosa avrei fatto, allora? Diventare più forte, combattere, non arrendermi mai. Non era la vita che volevo, non avevo scelto di superare i miei limiti per proteggere me stessa. Ma la questione era diversa. Io non ero più sola. Avevo qualcuno da proteggere, qualcuno da amare. Per me non l'avrei fatto, non lo desideravo. Ma per loro, per tutti loro.. sarei stata capace di impegnarmi. Volevo la pace più di ogni cosa, per me e per tutti gli altri. Nonubu e chissà chi altro rappresentava la controparte oscura. Il caos, il disordine, la voglia di sradicare questo mondo per un motivo che non comprendevo fino in fondo ma che non accettavo. Li avrei affrontati, tutti loro, senza esitazione. Sarei stata pronta a diventare il simbolo della pace, anche se ero solamente una ragazzina troppo cresciuta, paurosa e così ingenua da sembrare stupida. Ma era il mio cuore a guidarmi e non potevo non dargli retta! Così mi lasciai indietro il ragazzo, il piccolo torrente che sorgeva dove il terreno era stato distrutto. Baciato dai raggi del sole, sperai che potesse risanarsi, che magari sarebbe diventata una terra fertile, quella lì. Magari sarebbero potuti nascere anche dei fiori. Lo speravo. Anche in quel terreno difficile e rovinato, poteva nascere un fiore. E il fiore che sboccia nelle avversità è il più raro e il più bello di tutti.

    Ecco fatto, il post di Shape è la conclusione ma ho ruolato che me ne tornavo a casa, tanto abbiamo concluso!
     
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  12. Shapechanger
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    Come avevo previsto, non era stato difficile replicare lo Squalo di Yuka e, a occhio e croce, il mio era venuto meglio del suo. Lo Squalo si abbattè sul territoruio con la forza di un'uragano, piegando gli alberi con la pura potenza dell'urto. Dentro di me, presi mentalmente nota. Yuka era sicuramente più potente di me con il Tasso, ma senza, ero nettamente avvantaggiato. Beh, me lo aspettavo. Yuka era ancora giovane. Anche io, in realtà, ma Yuka di più, e aveva tanto da imparare. Sarebbe diventata una grande Kunochi.
    Lei stessa parve pensarla in questo modo.

    Alla grande! Era persino migliore del mio!

    La giovane della Sabbia allora fece qualcosa che non mi ero aspettato. Si chinò e vmonitò dentro il solco lasciato dalle nostre due tecniche una valanga d'acqua, probabilmente nel tentativo di coprire il danno fatto. Finito di lanciare un quantità notevole di acqua nel terreno, Yuka si raddrizò e mi guardò negli occhi.

    Beh, direi che qui abbiamo finito! Grazie per il rotolo e per tutto.. sei stato davvero premuroso nei miei confronti, grazie! Spero di incontrarti di nuovo e che tu possa proteggere le persone a te care!

    Si, quest volta era davvero il momento di lasciarci. Buon ritorno a casa, Yuka.

    Lei sorrise, afferrò la borsa che aveva portato con la sinistra e mi fece un cenno di saluto con la mano libera.

    Alla prossima, buona fortuna, Sarakube!

    Anche a te.

    E subito dopo si allontanò, ancora sorridente. La guardai andare via, sperando che continuasse a sorridere ancora molto, molto a lungo, nonostante le prove che doveva affrontare e i pericoli che sicuramente si sarebbe trovata davanti. Era una Forza Portante e, anche se in questo periodo, subito dopo la battaglia di Ame, ancora non si era sentito parlare delle Forza Portanti usate in ambito bellico, sicuramente prima o poi si sarebbe tornati a quel punto. Se le Grandi Nazioni Ninja non lo facevano, ci avrebbe pensato qualcun'altro. La storia dell'Akatsuki lo dimostrava. Tutti volevano il potere dei Bijuu.

    Avrai bisogno di tutta la fortuna possibile, temo. Mormorai, sommessamente.

    Mi voltai in direzione del villaggio. Anche io avevo bisogno della fortuna. Konoha era ancora minacciata, sia dall'interno che dall'esterno. La mia stessa gente poteva portare la distruzione sul villaggio, per non parlare dell'altra. Per fortuna, adesso sapevo che, qualsiasi cosa accadesse, avevo ancora almeno un'amico fuori dalle mura del villaggio. Era una bella sensazione. Chissà, forse ne avrei trovati altri. Per il momento, però, dovevo solo pensare a Konoha. Toccai i rotoli nel borsello che avevo alla cintura. Avevo dei compiti da fare.

    E' un post un po' così ma non mi sembrava ci fosse molto da dire. Un tizio a caso ci dia l'exp che poi andiamo a segnarci exp e tecniche :asd:
     
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  13. Kote
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    Il tizio a caso vi da 116 a Sarakube e 120 a Yuka

    EDIT: dimenticavo. Vi ricordo che questo evento conta come 2 PQ per l'achi delle PQ :si2: non scordatevelo nell'aggiornamento delle schede
     
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12 replies since 11/4/2016, 17:05   219 views
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