[Story Mode]Un credo infangato dalla menzogna.

Tradimento Kote

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    Il nome della spada e dell’onore era stato infangato dalla menzogna, questo fu il pensiero unico e solo del freddo e austero Date Masamune. Colui che aveva afferrato l’inafferrabile in battaglia, si sentiva adirato da quella storia. Lui era stato “tradito” da un uomo, da un “suo” uomo, che al momento girovagava ancora per le terre del ferro con i suoi bei attrezzi nuovi. Sentiva di dover fare qualcosa per risolvere la situazione e sentiva di doverlo fare con le sue mani. Al tempo stesso però sentiva di star valutando la situazione un po’ troppo frettolosamente e pensandoci meglio non sarebbe stato un problema per altri occuparsi della situazione. Prese tra le mani l’occhio di un suo nemico e lo guardò. Era un oggetto fantastico e un trofeo di guerra perfetto, che riportava alla mente l’ultimo sguardo dell’uomo a cui era appartenuto. Ci si rispecchiava meravigliosamente e sarebbe rimasto in quello stato per l’eternità: tutte le volte che uno dei suoi uomini osava mancargli di rispetto, lui mostrava quel “souvenir” puntando la sua lunghissima lama spettrale.

    “Solo una parola in più.”



    Quello era il suo motto. Bastavano quelle poche parole a zittire qualsiasi uomo, persino i Kage lo temevano. Non era un qualcuno a cui mancare di rispetto, sia in battaglia che tra le sue mura. E LUI questo l’aveva fatto. Violare una sola regola implicava una punizione, violarne due era eguagliabile alla morte.
    Imbracciò la sua spada e come ogni mattina scese da palazzo, recandosi all’esterno, verso est. Da lì giungevano merci di ogni tipo: oro, pelli, spezie, e soprattutto materiali per l’esercito. Poi vi era la questione degli schiavi, dei fuggitivi e di quei miseri pezzenti che ogni giorno tradivano il villaggio. Era lui stesso, o al massimo uno dei Colonnelli, a eseguire le punizioni. Nel caso degli schiavi vi era una cernita dove alcuni venivano selezionati per entrare tra le fila dell’esercito, altri invece venivano relegati ad altri lavori di più basso rango. Nel caso di traditori e fuggitivi vi era una sola punizione, risolta con la sua spada: la pena capitale. Era il filo della sua lunga lama a tagliare le teste dei vili, vibrava nell’aria prima di impattare sulla pelle. Un solo lampo nella neve e tutto si estingueva, e questo avveniva con una frequenza diversa. Le carcasse dei senza-testa venivano bruciate senza la pelle, che poteva tornare utile per chissà quale motivo. Era una visione raccapricciante ma in quella porzione di mondo era diventata una pratica comune, che pochi conoscevano.

    -Masamune-Sama, eccovi il rapporto dettagliato di oggi.-

    Lo lesse dal retro della sua maschera bianca e spettrale. La lista conteneva il numero dettagliato delle merci, il numero dei carichi, la provenienza. Non occupandosi di economia lasciò fare tutto al suo uomo di fiducia che aveva il ruolo di mantenere alta l’economia del villaggio, cosa in cui lui era negato.

    Dammi la lista dei prigionieri e dei traditori.
    -S-subito!-

    Lesse anche quella, dopo che uno dei collaboratori gliela porse. Vi erano abbastanza disertori da poter riempiere cinque celle, un motivo più che valido per attuare un’epurazione.
    Sentendo il rumore di un’armatura cozzargli nell’orecchio non poté far altro se non girarsi. Alle sue spalle una figura umana, ripiegata sulle sue stesse gambe, si prostrava già ai piedi del “re”. Non era un samurai qualunque vista l’armatura laminata, ma non sembrava nemmeno spiccare tra gli altri. Restò in quella posizione tendendo subito la spada in orizzontale sui palmi, quasi a volerla cedere come dono, la testa chinata verso il suolo.
    Accettò il dono e sollevò l’arma, rimirando il filo seghettato e sporco. La fece vibrare.. zac.
    Fu un taglio netto e senza precedenti. La testa cadde al terreno e ciò portò alcuni a chiudere gli occhi, mentre la stessa rotolò fino ai piedi di uno schiavo. Non fiatò nemmeno, sapeva il senso di quella punizione e aveva paura di fare la stessa fine, se si fosse lamentato.
    Tuonò e scosse il villaggio dalle fondamenta.

    TUTTI VOI SIETE QUI PERCHE' AVETE GIURATO FEDELTA' AL VILLAGGIO, ALLA VIA DELLA SPADA, A ME! LA VIA DELLA SPADA è IL NOSTRO CREDO, è LA REGOLA CHE GOVERNA LE NOSTRE VITE. Tradire questa strada e ripresentarsi con la spada del giuramento, ai miei occhi, nascondendo la verità è un offesa non solo a me ma a chi ha versato il proprio sangue per costruire questo posto. E ora. Se c’è qualcuno che pensa che questa punizione sia ingiusta o che la MIA via della spada sia errata, si faccia avanti e lo dica chiaramente. Sarò pronto a dare la mia testa, ma non esiterò a prendermene mille.

    Lo sentirono in tanti tra la neve, il sangue colava tessendo decorazioni di rosso sbiadito che tutti potevano ammirare. Gettò la spada per terra e diede ordine di levare quella carcassa dai suoi occhi, sciogliere quell’armatura e la lama per eliminare l’onta del disonore tramite le fiamme. Avrebbe bruciato persino il suo corpo ma non ne ebbe il tempo materiale perché decise, dopo essersi calmato, di tornare immediatamente ai suoi alloggi. Lì ad aspettarlo vi era un unico individuo, spoglio della sua attrezzatura.

    Che cosa vuoi Cane, se non sei qui per quella cosa ti consiglio di sloggiare.
    Ho solo pensato di presentarmi al vostro cospetto ma attendevo la vostra punizione verso quel traditore.
    Stai parlando di punizione? Tu? Non sei stanco? Sei fortunato a non avermi mentito a tua volta, altrimenti non staresti qui a commentare con quella tua lingua. Forse avrei dovuto toglierti la voce invece della vista.
    Sono profondamente dispiaciuto per l’accaduto, me lo son meritato. Senza quella punizione non sarei mai arrivato a comprendere l’essenza della spada, lei mi ha fatto un grande regalo. Sono qui per ricambiare il favore, se me lo permetterà.
    Allora sei qui per la caccia.
    Chul-Moo Lee, è esatto?
    Si, è lui. Dal rapporto di due uomini ho saputo tutti i retroscena della sua ultima missione, dei suoi spostamenti e di tutto il resto, e a quanto pare ha nascosto gran parte dei fatti. Sai perfettamente che esigo rispetto da parte di qualsiasi uomo mi giuri lealtà, quindi voglio sapere da lui stesso le motivazioni delle sue menzogne. Trovalo, recuperalo e portalo qui affinchè lo punisca come merita.
    Sarà fatto. Col suo permesso.

    Scomparve a piedi, niente nuvole di fumo o roba simile, solo piedi lenti in un paio di sandali invecchiati. Quel nome, Cane, gli era stato affibbiato per via dei sensi che era stato costretto ad affinare dopo la perdita della vista e ora tramite quella capacità inumana di percepire i nemici, era già giunto nei pressi del suo obbiettivo.

    Chul-Moo Lee, non penso di doverti spiegare il perché della mia visita.

    Il vento spirò e il suo suono conteneva tutte parole che servivano al Capitano per identificare il pericolo imminente. Chissà se avrebbe accettato la punizione della lama o l’avrebbe spezzata come un ramoscello.
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    Mi hai detto di volere una cosa semplice, corposa e indolore. Bene, eccoti accontentato :tada!:
    Voglio dirti subito che sarà un evento molto in stile "killami o ti killo" senza mezzi termini, mi è sempre piaciuta la cosa dell'onore e del rigore dei samurai e vorrei portarla ai massimi estremi. Puoi ruolare come vuoi, quello che vuoi, ma sappi che tutto ciò che hai nascosto a Date è il motivo per il quale è incazzato a morte con te e vuole, tipo, decapitarti (?) :si2:
    Mai violare le regole del bushido :sob:
     
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  2. Kote
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    •Chapter I
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    Tetsu. Cosa diavolo ci facevo ancora tra le mura di quel villaggio maledetto? Quel villaggio perennemente innevato come anche macchiato dal sangue di molte persone? Un villaggio dove il semplice violare le regole imposte dal suo "re", Date Masamune, equivaleva ad auto condannarsi a morte?
    Lo stesso Date che non molto tempo addietro mi aveva promosso a Capitano per i miei risultati in missione, ma che comunque non avevo di certo ringraziato per questo. In un certo senso un pò di gratitudine gliela dovevo in quanto mi aveva fatto aprire gli occhi su quel marciosissimo e ripugnante sistema che governava il paese e per il quale fino ad ora avevo dedicato tutta la mia vita. Per far questo, però, avevo pagato un grande prezzo. Avevo perso quello di più caro avevo al mondo... avevo perso la mia famiglia. Così come ero stato anche costretto a porre fine alla vita di un compagno con le mie stesse mani.
    Non l'avrei mai perdonato per questo... sia lui e coloro insieme a lui avevano permesso che tutto questo accadesse. Nessuno avrebbe più dovuto passare quel che io e Siwang avevamo passato. Nessuno avrebbe dovuto soffrire nella maniera in cui noi due avevamo sofferto.
    Come avrei fatto a realizzare questo obiettivo? Il modo più "giusto" sarebbe stato cercare di cambiare il sistema dall'interno, scalare la gerarchia militare ed acquisire il potere necessario a far valere la mia parola e le mie idee. Questa via, tuttavia, necessitava di una determinazione e di una fede che io purtroppo non avevo.
    Il mio desiderio di vendetta, il mio bisogno di far provare quello che avevo provato io, o anche peggio, a coloro che lo avevano fatto provare a me mi impedivano di far questo. Accecato dalla vendetta l'unica cosa a cui potevo pensare era semplicemente porre fine alla vita di coloro che governavano Testu.
    Un'idea folle, vero? Bramare la vita di uno dei guerrieri più forti al mondo... Date Masamune in persona. Il solo pensare questo sicuramente poteva essere considerato atto di tradimento e questo lo sapevo bene. Come anche sapevo che presto o tardi ciò che avevo omesso dal rapporto della mia ultima missione sarebbe venuto a galla.
    Continuare a rimanere tra le mura di Tetsu era molto pericoloso, ma se volevo anche solo pensare di poter affrontare ad armi pari colui che era in grado di far tremare addirittura i capi di stato degli altri paesi dovevo far crescere il mio potere. Dovevo acquisire maggiori conoscenze in modo da diventare più forte. Essere un Capitano mi permetteva di avere diversi privilegi e fin tanto che potevo sfruttarli per il mio scopo dovevo farlo; anche se questo comprometteva la mia incolumità.
    Sempre più spesso un brutto presentimento mi accompagnava la mattina quando mi alzavo e la sera prima di andare a letto. Ogni qual volta uscivo dai miei alloggi girovagando per il villaggio avevo quasi l'impressione che qualcuno mi spiasse come se se fossi nel mirino di qualche male intenzionato.
    Cose del genere erano all'ordine del giorno nel caotico Paese del Ferro, tuttavia qualcosa mi diceva che non era così. Se nonostante tutte le problematiche relative ad i giochi di potere nel villaggio continuava ad esserci una benevola pace era per merito della dittatura del suo Generale. Il suo pugno di ferro si abbatteva su chiunque osasse andare contro i suoi principi e per far questo aveva bisogno di collaboratori che indagassero per trovare questi individui da punire. Il terrore di essere preso di mira da quel tiranno era certamente un buon deterrente ed infatti era il motivo per cui pensavo che fosse uno di questi a spiarmi. Presentimento che si rivelò fondato quando uno strano tizio dall'aria inquietante sopraggiunse dinnanzi a me.
    Era un normalissimo giorno come un altro nel Paese del Ferro: grigi nuvoloni carichi di tempesta oscuravano il cielo ed una fredda aria proveniente da nord, precisamente dai picchi dei Tre Lupi, portava con se piccoli fiocchi di neve.
    Un giorno che per me, però, avrebbe portato una significativa svolta nella mia vita.
    Un vento carico di pericolo ed istinto omicida aveva portato con se quella strana persona che era comparsa improvvisamente sulla strada di ritorno dalla fucina di Liang e che una volta pronunciate le seguenti parole.

    - Chul-Moo Lee, non penso di doverti spiegare il perché della mia visita. -

    Riconobbi come uno dei subordinati del Generale. Quello schifosissimo tiranno amava tanto dare dimostrazione della sua autorità giustiziando pubblicamente samurai che osavano andare contro il suo volere ed ogni tanto mi era sembrato di notare quell'individuo al suo seguito.

    - No, non ne ho bisogno. -

    Mi limitai a dire con tono cupo e levandomi gli occhiali riponendoli all'interno dei miei abiti per poi adoperandomi a levare i pesi che avevo addosso.
    A giudicare da come si era posto non sembrava aver intenzione di scambiare due chiacchiere, ma se anche lo avesse voluto di certo non sarebbe stata mia intenzione farlo.
    Se come presumevo si trattava di un subordinato del Generale allora non c'era più posto per me a Tetsu e se volevo continuare a vivere per portare a termine la mia vendetta dovevo andarmene.
    Il problema, però, era che quel tale sicuramente non me lo avrebbe permesso così facilmente.


    •Updates

    - Chul-Moo -


    Stato Fisico: illeso
    Stato Psicologico: serio

    Resistenza : 500/500
    Stamina: 400/400

    Azioni:
    - Mi levo i pesi

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    - +20 riuscita e +10 danno nelle azioni per via dei pesi


    NOTE: Più diretti di così si muore... però spero che sia il Cane a farlo
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    Cane, un nomignolo semplice quello, ma azzeccatissimo sul samurai. In realtà quell’uomo aveva diversi nomignoli, con cui era riconosciuto a Tetsu. Il Nudo, il Cieco, la Spada corrosa, il Quasi ronin. Ogni nome affibbiatogli aveva un significato diverso: era stato denudato della sua armatura, la spada con cui era stato promosso gli era stata portata via nel momento in cui osò ambire alla carica di consigliere presso una casata nemica. Inoltre, proprio per via della troppa curiosità e ambizione, fu punito con la perdita della vista. In quel caso, e con lui, Date era stato misericordioso per via di un semplice filo di amicizia e onore che lo legava al samurai. A detta del suo popolo era un uomo di cui ci si poteva fidare ciecamente, e fu proprio con la perdita della vista che costui lo capì. Era fortemente convinto e non aveva mai provato rimorso o odio verso il Generale, anzi il contrario. Perdere la vista per comprendere la vera essenza del bushido, uno scambio equo (almeno per lui).

    CITAZIONE
    - No, non ne ho bisogno. –

    Era esattamente come lui pensava che fosse. Pur non potendolo vedere per l’ovvia mancanza ormai compresa, riuscì comunque a farsi un’idea quantomeno superficiale del ragazzo. Dico superficiale proprio perché, a differenza di altri, non conosceva minimamente il ragazzo e mai sarebbe arrivato a comprendere a pieno le sue motivazioni. Lì lui aveva un solo compito: portare Chul da Date, e sentiva di averne le capacità. Ovviamente era anche conscio del fatto che sarebbe potuto anche morire, proprio perché sapeva che in uno scontro, erano le spade a decidere la sorte dei loro utilizzatori. Strano vero? Seppur siano armi manovrate dagli umani, erano quelle a governare sulla vita e la morte in quel villaggio. Dalla spada dipendeva l’orgoglio, l’indipendenza monetaria, il valore, e altre virtù. Forse Chul non aveva compreso davvero il significato di quella vita: era solo accecato dalla vendetta, dal potere e sicuramente il suo destino non sarebbe stato mai quello di cambiare la situazione. Senza comprendere il funzionamento del sistema, come avrebbe fatto ad arrivare alla vetta per cambiare il sistema stesso? Lui stesso aveva dato origine ad un paradosso, che sicuramente avrebbe inciso su tutta la sua vita da quel momento in poi. Cane non aveva l’armatura da samurai, ma aveva continuato a preferire l’abbigliamento tipico: le sue gambe erano avvolte in un hakama nero, le cui pieghe simboleggiano le sette virtù del bushido, dalla vita in su era totalmente nudo. Come facesse ad essere così tranquillo in quell’outfit era davvero un mistero, ma tutti avrebbero provato disagio a contatto con quella gelante temperatura.

    Sei davvero un tipo bizzarro.

    Sguainando due lame, forse le uniche due armi a sua disposizione, Chul potè subito accorgersi del loro aspetto, identico a quello di un bokken. L’assenza della guardia annullava la possibilità di difendere gli arti, ma rendeva più insidioso e rapido il proprio colpo. Quella lama rappresentava l’unicità del suo spirito: lineare e senza fronzoli, una sola linea con un’unica curva.
    Convogliò il "chakra" nelle lame e sfrecciò nella neve, con l’intenzione di affondarle nella carne del ragazzo. Aveva sentito il rapporto sul ragazzo, gli era stato praticamente fornito tutto da Date. Anche non potendo vedere la sagoma avversaria, era abbastanza bravo nel riuscire a “sentire” la sua presenza, e non solo con l’udito. Le sue due peculiarità si erano fuse ottimalmente, nessuno era dotato di sensi affinati quanto lui. Cercò di colpirlo in contemporanea con le due lame, con un affondo nudo e crudo. Benchè sapesse dell’armatura non esitò a mirare ad essa. Fu davvero troppo veloce nell’esecuzione, ma non fu possibile stabilire se quell’agilità fosse abbastanza per superare Chul. Anzi, forse il suo obbiettivo non era seccarlo subito, in quanto si allontanò roteando su se stesso. Quasi pareva che quelle due spade fossero il prolungamento dei suoi arti; si muovevano veloci e silenziose, e la loro rotazione sollevò da terra molta neve, un po’ come avviene con la normale polvere.
    La nuvola bianca fu un buon diversivo per nascondere un numero notevole di lame sottili, originate tramite una mossa chiamata “Taglio dell’onda d’urto”, eseguibile solo dai più esperti samurai. Sollevando più neve del previsto, ed offuscando quindi la zona per una buona decina di metri, nel caos più totale della tormenta si sarebbe avvalso di una velocità elevata per scattare in direzione di Chul e colpirlo in una zona accessibile tramite lo Yojinbo. Si sarebbe dimostrato così sicuro e silenzioso per un semplice motivo: il primo attacco. Indipendentemente dai colpi successivi, il vero potenziale dell’offensiva stava in quella mossa: quel chakra particolare avrebbe “denudato” Chul della sua armatura, in quanto in grado di respingere qualsiasi oggetto da un corpo umano, con un funzionamento simile a quello di una calamita.
    Nel caso dell’armatura da samurai, l’effetto sarebbe stato più fastidioso in quanto le stesse parti, collegate assieme, avrebbero reso i movimenti di Chul così tanto ostici dal rallentare i suoi movimenti in modo notevole. Si sarebbe voltato indietro immediatamente dopo la chiusura dello Yojinbo, voltandosi su se stesso a mezz’aria, con una sorta di piroetta. Avrebbe inciso una linea semicircolare sulla neve, poi si sarebbe ricomposto nell’assoluta quiete del suo spirito, avvalendosi dell’illusione della tormenta per “sdoppiarsi” attraverso una rotazione lesta e silenziosa del braccio destro.

    Stai commettendo l’errore più grande della tua vita, ma non posso giudicarti. Posso solo riportarti sulla via della spada. Oborozukiyo!


    *SLASH!*

    Illusioni, proprio come la vita e il potere che Chul pensava di poter ottenere fuori dalle mura di Tetsu. Un errore secondo Cane, la cui intenzione era quella di riportare il capitano sulla retta via, avvalendosi degli unici mezzi che gli restavano per farlo. Si scostò ancora dopo quel taglio finale diretto ai tendini, cercando di farsi un’idea della situazione tramite la reazione avversaria. Era davvero convinto che se si fosse ricreduto, Date magari lo avrebbe risparmiato. Punendolo, ma pur sempre l’avrebbe lasciato vivere e sarebbe stato il ragazzo stesso ad imparare la lezione.

    Conta che ai fini dell'attacco, tutte le cose che sottolineo o evidenzio sono abilità di cui è dotato, o tecniche. Come avrai capito hai un malus, nel caso in cui la cosa dovesse funzionare, di circa 20 punti sulle azioni fisiche che è dato dalla forza di repulsione dell'armatura. A meno che tu non te la tolga (e dovrai sprecare uno slot per farlo), lo avrai fino a quando lui vorrà :cipo:
    Inoltre tieni conto che anche le armi e roba varia hanno lo stesso effetto.
    Hai inoltre un malus di 5 punti per via della nuvola di neve sollevata dall'avversario (è come una nebbia, solo che scompare a fine turno, a meno che non la alzi nuovamente nel prossimo :si2:)
    Le katane sono quelle comuni, se fossero state quelle da samurai saresti già morto :tada!:


    Edited by Yama™ - 31/3/2016, 10:24
     
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    •Chapter II
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -

    - Sei davvero un tipo bizzarro. -

    *Parla uno che se ne va in giro con gli occhi chiusi ed a petto nudo in mezzo a questo freddo come se nulla fosse...*

    Pensai un pò seccato dalla risposta che ebbi dal mio interlocutore. Per quanto riguardasse il suo abbigliamento un pò scarno non potevo esprimermi, ma per i suoi occhi era facile dedurre il motivo per cui li portava chiusi. Semplicemente non ci vedeva.
    Una persona normale non se ne sarebbe andata in giro con così tanta nonchalance mantenendo le palpebre serrate se non avesse modo di ovviare al senso della vista con altri mezzi. Io stesso molte volte facevo affidamento sul mio fine udito per muovermi in ambienti in cui non non potevo fare affidamento al 100% sulla vista, ma comunque non potevo permettermi di farlo 24 ore su 24. Non ero così pratico nello sfruttare l'udito come invece una persona con una mancanza del genere sarebbe in grado di fare con il dovuto esercizio.
    Cosa che ebbi modo di constare quando non appena i convenevoli erano giunti al termine ed il subordinato del Generale si apprestò ad estrarre le sue due spade caricandomi frontalmente come un razzo.
    Quelle spoglie e semplici Katane prive di tsuba non davano l'impressione di essere particolarmente minacciose, ma l'aura di chakra a me molto familiare che le ricoprì interamente sì. Probabilmente doveva trattarsi della Diramazione del Chakra... in fin dei conti era pur sempre un samurai quello che sarei andato ad affrontare.
    Le cose, dunque, si stavano per complicare e senz'altro ciò non mi faceva impazzire dalla gioia.
    Bramavo sì vendetta verso il capo del governo del mio paese ed i suoi seguaci, ma ritrovarsi così di punto in bianco a doverne affrontare uno di cui non sapevo neanche il nome di certo non era il massimo. Meno male che avevo con me tutto il mio equipaggiamento e non avevo lasciato a casa nulla. Senza conoscere un H del mio avversario anche il più piccolo pezzo di equipaggiamento in mio possesso avrebbe potuto fare la differenza, motivo per cui decisi di contrattaccare al suo doppio affondo simultaneo nella maniera più potente che potevo.
    Non potevo permettermi di risparmiarmi, neanche un pò, perchè a questo giro colui che più di tutti ci avrebbe rimesso l'osso del collo era il sottoscritto. I ruoli si erano invertiti ed adesso quello braccato dalle forze dell'ordine di Tetsu ero io di conseguenza se mi fossi permesso di prendere sotto gamba il mio avversario non ci sarebbe stato nessuno che avrebbe potuto correre in mio aiuto o scappare da qualche parte per avere protezione. L'unico modo per riuscire a batterlo era contare esclusivamente sulle mie forze e sul mio equipaggiamento di cui andavo piuttosto fiero.
    Lama Scattante, questo era il nomignolo che mi era stato dato da alcuni dei miei colleghi per via del mio stile di combattimento basato sull'incrementare esponenzialmente la velocità e la potenza dei miei colpi in maniera improvvisa. Ed era per l'appunto la cosa che avrei fatto usando un Konoha Gouriki Senpuu alla massima potenza per contrastare l'assalto imminente.
    Sfruttando al chiodatura dei sandali conficcati per bene nel terreno sotto i miei piedi avrei cercato di usare la maggior stabilità per sferrare la doppia spazzata potenziata da una propulsione massima dei sandali stessi. Il primo colpo avrebbe avuto come obiettivo quello di contrastare le lame non andando a colpire direttamente esse, bensì le mani che le impugnavano. Il singolo colpo portato dalla mia sinistra verso destra per forza di cose avrebbe avuto modo di contrastare ambedue le armi dato che si trattava di un colpo simultaneo. Sempre se la mia velocità era sufficiente, chiaro. Con il secondo invece avrei cercato di colpirlo alle caviglie per farlo ruzzolare via.
    Speravo molto di riuscire a colpirlo perchè in questo modo avrei reso più difficile a lui continuare a muoversi agilmente, come del resto ero sempre solito fare ad inizio di uno scontro, ciononostante appena percepii arrivarmi addosso una moltitudine di lame di chakra non potei fare altro che allontanarmi il più possibile con uno scatto laterale supportato ancora una volta dai miei sandali chiodati a reazione.

    *Non solo riveste le sue lame di chakra, ma riesce pure a menare fendenti a distanza con esso...*

    Pensai piuttosto agitato sul da farsi. Se era in grado di padroneggiare così bene l'Arte del Guerriero non era di certo un samurai comune. In effetti dovevo aspettarmelo se si era presentato tutto da solo con l'intento di prelevarmi e portarmi dal Generale. Non mi ritenevo di certo un abilissimo combattente, ma di certo neanche una mezza sega come tanti.
    Eseguito il secondo attacco, però, le cose iniziarono a peggiorare. La moltitudine di lame di chakra che quel tale aveva scagliato in ogni direzione avevano impattato sul terreno sollevando un pò di quella candida neve che lo ricopriva. Risultato? Una fastidiosissima nuvola di nevischio piuttosto ampia che rendeva difficile orientarsi tramite la vista. Se solamente il tempo non fosse stato così brutto e quel vento che era arrivato con il misterioso samurai non avesse portato con se una tempesta avrei putto fare affidamento sul mio udito. Le cose purtroppo non erano così.
    Impossibilitato a muovermi agilmente rimasi fermo sul posto cercando di fare affidamento più che potevo su vista ed udito per cercare di scorgere la sagoma del mio avversario. Del resto la maschera che indossavo insieme alla mia armatura mi permetteva di ovviare in parte a cose fastidiose come nebbie o robe simili.

    *Ma dove cazz... eccolo!!!*

    Esclamai nella mia testa con fare piuttosto allarmato quando notai un'ombra avvicinarsi verso di me frontalmente. Era estremamente difficile cogliere perfettamente i contorni di quella cosa in rapido avvicinamento, ma, come si dice, non sapendo ne leggere ne scrivere (?) decisi di adoperare una controffensiva perfetta per occasioni come questa: con già la mano sinistra in concomitanza dei manici delle mie spade estrassi una delle Katane con l'intenzione di eseguire un Mikazukigiri davanti a me da destra verso sinistra. Combinandolo con la mia maestria nell'arte della spada, una propulsione massima sita nel meccanismo applicato sullo tsuba e la Diramazione del Chakra in modo che il colpo avesse la giusta potenza, sperai di riuscire a contrastare la cosa che mi stava arrivando addosso.
    Eseguito il fendente neanche una manciata di secondi dopo, ecco che chiaramente le parole del samurai arrivarono alle mie orecchie provenendo dalle mie spalle. Parole cariche di tranquillità e fermezza; parole di un uomo convinto di fare la cosa giusta.

    - Stai commettendo l’errore più grande della tua vita, ma non posso giudicarti. Posso solo riportarti sulla via della spada. Oborozukiyo! -

    Parole di un uomo che sicuramente troppo sicuro di se non sa quando stare zitto.
    Bloccandomi dal girarmi per voltarmi nella direzione da cui proveniva la sua voce chiusi gli occhi e cercando di concentrarmi più che potevo sul mio udito provai a captare il rumore dei suoi passi sul terreno. Non era certamente facile a causa del rumore di sottofondo della tempesta, ma sperando anche solo di percepirli lievemente non appena pensai che fosse a portata di tiro estrassi la Katana ancora rinfoderata con la mano destra per eseguire un Uragiri verso le mie spalle. Supportato nella stessa maniera del fendente precedente, più o meno, avevo deciso di comportarmi in quel modo proprio a causa delle parole dette da quel tale. Oborozukiyo, una tecnica che anche io conoscevo e che per questo sapevo come contrastarla.

    - Anche tu però non ti rendi conto degli errori che fai. Dire il nome della tecnica che stai per utilizzare? Anche un principiante sa di non dover fare certe cazzate... -

    Dissi con fare arrogante una volta eseguito il singolo e secco fendente, noncurante che probabilmente aver agito in quel modo non potesse essere sufficiente a salvarmi dall'attacco nemcio. Quella tecnica poteva certamente fare la differenza in uno scontro tra due spadaccini, ma trattandosi di un'illusione visiva bastava non guardare lo spadaccino per non venir ingannati.
    Parlando di illusioni visive... sarebbe stato davvero un problema colpirlo dato che a causa della sua cecità non potevo fare affidamento su tecniche come la Mikazuki no Mae e la stessa Oborozukiyo. Io del resto non è che potessi fare altrettanto a causa della tormenta intorno a noi.

    *Che rottura...*


    •Updates

    - Chul-Moo -


    Stato Fisico: illeso
    Stato Psicologico: serio

    Resistenza : 500-85-1-12-20= 382/500
    Stamina: 400-56-15-80-40= 209/400

    Azioni:
    - Tifone della Foglia supportato da Luce Intermittente del Corpo, sandali (propulsione max con implemento danno standard) e sforzo extra (+10) come da post [85 Rst e 56 Stm]
    - Schivata supportata da Luce Intermittente del Corpo e sandali (propulsione normale) come da post [1 Rst e 15 Stm]
    - Decapitazione della Luna Crescente supportata da Luce Intermittente del Corpo, meccanismo a reazione (propulsione max), Kenjutsu e Diramazione del Chakra come da post [12 Rst e 80 Stm]
    - Decapitazione Inversa supportata da Luce Intermittente del Corpo, meccanismo a reazione (propulsione normale), Kenjutsu e Diramazione del Chakra come da post [20 Rst e 40 Stm]

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    - +20 riuscita e +10 danno nelle azioni per via dei pesi


    NOTE: Che figlio di un cane che è 'sto png :cereal: battute di merda per momenti di merda
    Non ho parlato della cosa repulsiva dei tuoi attacchi sui miei oggetti metallici perchè appunto non so se mi prendi o comunque riesco a contrastare i colpi con le spade.
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    ■ Controllo del Chakra: 100/250
    ■ Potenza Magica: 10/250
    ■ Forza Fisica: 90/250
    ■ Agilità: 120/250
    ■ Resistenza: 70/100
    ■ Stamina: 50/100

    ■ Ninjutsu: 50/250
    ■ Taijutsu: 100/250
    ■ Genjutsu: --/250



    Abilità e tecniche rivelate:
    Magnetismo
    Wushu
    Kenjutsu
    Yojinbo
    Nebbiosa Notte Lunare (Oborozukiyo)
    Taglio dell'Onda d'Urto

    CITAZIONE

    Responso nr. 1



    Cane:
    #Affondo di spade+ Bonus Kenjutsu+ Bonus Wushu: 100+120+15+15+6=256
    #Taglio dell’onda d’urto+ Bonus Kenjutsu: 100+120+15+16+4=255-20=235
    #Yojinbo+ Bonus Kenjutsu: 100+120+15+18+3=256-20=236
    #Oborozukiyo+ Bonus Kenjutsu+ Bonus Wushu In supporto al taglio ai tendini: 100+120+15+15+9+10+15=284-20=264


    Chul:
    - Tifone della Foglia supportato da Luce Intermittente del Corpo, sandali (propulsione max con implemento danno standard) e sforzo extra (+10) come da post [85 Rst e 56 Stm]: 100+85+20+20+5+10+12+5+5=262
    - Schivata supportata da Luce Intermittente del Corpo e sandali (propulsione normale) come da post [1 Rst e 15 Stm]: 100+85+20+5+10+5+5-5=225
    - Decapitazione della Luna Crescente supportata da Luce Intermittente del Corpo, meccanismo a reazione (propulsione max), Kenjutsu e Diramazione del Chakra come da post [12 Rst e 80 Stm]: 100+85+20+5+20+15+20+5+8-5=273
    - Decapitazione Inversa supportata da Luce Intermittente del Corpo, meccanismo a reazione (propulsione normale), Kenjutsu e Diramazione del Chakra come da post [20 Rst e 40 Stm]: 100+85+20+10+5+15+15+5+8-5=258


    Danni:
    Chul:
    Affondo: //
    Taglio dell’onda: 45+40+4+50=139
    Yojinbo: //
    Taglio ai tendini: 45+25=70 Lesione ai tendini, impossibilità a muoversi sulle gambe fino a cura in infermeria.
    Cane:
    Tifone: 38+40+3+10(Pesi)+10(Sandalo)=101



    Narrazione Turno:
    Appaiono subito chiare le conseguenze dell’atto di Chul e della sua menzogna nei confronti del generale, Date Masamune. Quest’ultimo, su tutte le furie, decide di punire il Capitano incaricando uno dei suoi “mastini” di punirlo. Ma riportarlo alla base non pare essere abbastanza facile, soprattutto per via dell’handicap del punitore e della capacità spropositata di Chul di potenziare il proprio corpo. Forse per la paura o per semplice sicurezza, il giovane parte letteralmente in quarta per rispondere all’attacco nemico. L’affondo di Cane viene vanificato da un tifone della foglia; quest’ultimo, scaraventato a circa sei metri di distanza, non perde un attimo di tempo e sfodera l’artiglieria pesante utilizzando la diramazione del chakra in combinazione alle sue due lame per emettere una pioggia di mezzelune. Sollevando una bufera, Chul non è in grado di vedere quelle saette, una rappresentazione dell’ira di Date. Colpito da quelle emissioni di chakra, deve prontamente far attenzione ad uno spaventoso assalto che miracolosamente para frapponendo la katana a quella avversaria. Commette l’errore di non allontanarsi in tempo, e purtroppo viene sopraffatto da un ultimo assalto del cieco, che munendosi di immagini residue spazza via il suo avversario incidendo un taglio netto ai tendini. Un colpo che inciderà pesantemente sulla situazione, rendendolo estremamente più debole. <i>


    Situazione Finale:
    Veniamo al resoconto.
    Ci ho pensato molto, ho ricevuto anche pareri da chi ha nozioni di medicina (non scherzo). Prima di tutto, ci tengo a sottolineare che l’armatura non ha una protezione completa (posso linkarti quante immagini vuoi, ma potrai vedere chiaramente che i tendini sono scoperti. Un taglio di 90 punti forza ai tendini è, purtroppo, troppo potente e un capirai anche tu che un taglio simile fa molto male. Quindi si, a meno di cure immediate, quello è il malus. Non so se hai letto il post, ma fossi stato in te mi sarei difeso proprio da quell’ultima mossa nel modo migliore.
    Situazione definitiva: sei senza l’uso delle gambe, decidi cosa fare.
    Cane a 6 metri di distanza da Chul, nebbia di neve scomparsa, Chul dolorante e impossibilitato a tenersi in piedi.


    Commenti Arbitro:
    Hai avuto culo nei dadi ma non tanto sull’ultima azione, non so quale sia la cosa migliore. :asd:


    Edited by Yama™ - 5/5/2016, 09:05
     
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    •Chapter III
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -

    Ed io che questa mattina mi ero svegliato abbastanza tranquillo nonostante tutte le fisse mentali che negli ultimi tempi mi riempivano la mente logorandomi anima e corpo. Non proprio spensierato, ma comunque abbastanza preso dalle mie solite lezioni di artigianato con Liang e le ricerche di materiali che quest'ultimo mi commissionava per fare pratica nella costruzione e manutenzione dei più svariati aggeggi. Avevo imparato a costruire e riparare abbastanza bene le mie armi in maniera completamente autonoma, come anche costruirne di nuove. Nonostante non fossi questo pozzo di inventiva come lo era quel vecchiaccio maledetto, cercavo sempre di dare vita a roba innovativa e pratica sia nel combattimento ravvicinato che dalla distanza. "La versatilità è tutto" mi ripeteva in continuazione Liang, per tanto limitarsi a costruire oggetti utili ad un singolo impiego era solo uno spreco di energie secondo lui. Io stesso condividevo questo pensiero e per ciò ben presto avrei dovuto allenarmi per migliorare nell'uso delle armi da lancio e simili dato che non potevo continuare a fare sempre e solo affidamento sul combattimento ravvicinato.
    Allenamenti che, però, molto probabilmente non sarei mai andato a fare. Già, perchè come detto poc'anzi il ritrovarmi con le gambe inutilizzabili, tutte le mie protezioni seriamente danneggiate, molto affaticato sia fisicamente che mentalmente e con un pericoloso samurai davanti a me con la ferrea intenzione di farmi fuori o comunque portarmi da chi lo avrebbe fatto non era proprio una cosa che quest'oggi mi sarei aspettato. Sapevo che presto o tardi avrei dovuto affrontare una situazione simile, ma non mi aspettavo che arrivasse così presto.
    Il mio tentativo di difesa nei confronti dell'incalzante assalto nemico non era stato dei migliori ed infatti nonostante fossi riuscito a contrastare due attacchi su quattro quelli che incassai furono sufficienti per mettermi con le spalle al muro. La potente raffica di lame di chakra non riuscii ad evitarla, ma grazie alle mie protezioni non ne risentì minimamente; anche se appunto data la potenza del colpo non avrei avuto modo di incassarne un altro.
    Quello, però, che veramente mi fece cadere a terra senza possibilità di reagire fu l'ultimo fendente del samurai che con velocità esorbitante e precisione chirurgica era andato a recidermi i tendini di ambedue i talloni. Un colpo da vero maestro che mise in luce la sfavillante tecnica ed astuzia nemica. Io che puntavo sempre tutto sulla forza bruta e sul mio equipaggiamento avevo fatto troppo affidamento sulla protezione della mia armatura non tenendo in considerazione che anche quella aveva i suoi punti deboli. Punti non propriamente facili da individuare per chi non è pratico di certi armamenti, ma per chi appunto fa parte della casta dei samurai sa bene come individuare.
    Lasciatomi sfuggire un lamento di dolore straziante non potei che cadere a terra in posizione prona non appena la fredda ed affilata lama nemica penetrò nelle mie carni rendendomi impossibile continuare a reggermi sui piedi. Lo shock del colpo subito e quello che ne conseguì mi impedì di continuare a mantenere la Diramazione del Chakra attiva sulle mie spade nonostante durante la caduta cercai di non perdere la presa su di esse.
    La fastidiosa nebbiolina di nevischio che mi impediva la visuale era finalmente stata diradata dall'incessante vento della bufera che riempiva il luogo, insieme a quel dannato ronzio che mi impediva di seguire efficacemente i movimenti del nemico parzialmente celato dagli agenti atmosferici.
    Non solo la morte aveva appena bussato alla mia porta chiedendomi di entrare, ma pure la sfiga quest'oggi aveva intenzione di entrare di soppiatto dalla finestra. Una bella accoppiata, non c'è che dire.
    Rigirandomi su me stesso ebbi modo di vedere ancora una volta il viso dell'uomo che senza alcun timore o incertezza nel suo animo e nel suo volto mi aveva completamente in pugno. Nonostante fossi partito in quarta non avevo ancora mostrato tutte le mie carte, ma con i tendini in quello stato non c'era veramente più nulla che potessi fare. Le mie conoscenze nell'arte medica da poco apprese lo confermavano: con le dovute cure sarei sicuramente riuscito a ristabilirmi completamente, ma nel bel mezzo di un combattimento neanche affidandomi a Tonici Coagulanti e Palmi Mistici sarei riuscito a risanare talmente bene quelle lesioni per permettermi di camminare ancora. Forse zoppicare aiutandomi con le spade a mo' di bastoni se ci aggiungevo anche una bella fasciatura d'emergenza, ma di certo quel tale non se ne sarebbe stato con le mani in mano se mi fossi apprestato a far ciò.
    Ero dunque arrivato al capo linea? Non vi era più nulla che potessi fare per ribaltare la situazione? Un mix di eventi sfortunati ed erronea valutazione delle situazioni avevano decretato la fine della mia carriera come samurai e molto probabilmente anche della mia vita? Non era certo che una volta al cospetto di Date questi mi avrebbe condannato a morte, ma di certo se per evitare questo avrei dovuto chiedere perdono pentendomi delle mie azioni allora ero già un uomo morto che camminava.

    *No. Dannazione, non può finire così!*

    Continuavo a ripetermi con un'espressione infuriata dipinta sul volto cercando, inutilmente, di muovere i piedi nonostante il dolore che provavo nel tentare di far questo. Per quanto mi sforzassi non c'era proprio modo che potessi continuare a combattere e questo, purtroppo, era un qualcosa che non potevo ignorare anche se non lo volevo accettare. Io non volevo morire lì in quel luogo, non desideravo che le cose finissero in maniera così misera, ma non volevo neanche ritornare sui miei passi nella speranza di salvarmi la vita. Mi ero ripromesso più e più volte che avrei fatto di tutto per vendicarmi nei confronti del carnefice della mia famiglia e, per questo, più che aver timore di perdere la vita era proprio la consapevolezza di non poter più appagare tale desiderio a farmi arrabbiare. Nonostante tutti questi sentimenti, però, non trovavo una soluzione per uscire dal quella disperata situazione. A quanto pare era giunto il momento di fare i conti con la realtà dei fatti.
    In un impeto di rabbia mista a rassegnazione strinsi forte i manici delle mie spade lanciandole lontane. Successivamente, alzando il busto in modo da mettermi seduto, afferrai l'elmo e sfilandolo lo buttai da una parte. Un pezzo alla volta mi liberai di ogni ammaccata protezione che ricopriva il mio corpo dalla vita in su, così come anche dell'altra spada in mio possesso e della cintura a cui erano legati i miei porta-oggetti. Le uniche parti del mio equipaggiamento di cui non mi disfai erano i sandali e le protezioni degli arti inferiori in quanto, con i tendini in quello stato, sarebbe stato un pò problematico sfilarmi quella roba.
    Completamente disarmato e con indosso solamente una maglietta di cotone nero a maniche lunghe che ero solito portare sotto l'armatura rimasi qualche secondo in silenzio nell'osservare la reazione del samurai. Che potesse vedermi o meno, era sicuro che grazie alle capacità sensoriali che aveva mostrato di avere avrebbe sicuramente capito cosa avessi fatto.

    - Mi hai fregato Samurai. Ho sottovalutato le tue capacità e questo mi è costato caro. -

    Dissi con tono abbastanza alto da farmi sentire bene nel brusio della tempesta che ci avvolgeva, nonostante non stessi urlando in preda a rabbia o a qualche sentimento ostile. Dal mio tono di voce era intuibile quanto fosse vero ciò che usciva dalla mia bocca e quanto tutto questo mi rattristava. D'altronde era la verità.
    Chinando il capo osservando il terreno ricoperto da uno strato di candida neve che poco a poco si faceva sempre più spesso a causa del brutto tempo feci un lungo e lento sospiro prendendo il coraggio di cui avevo bisogno per pronunciare le seguenti parole.

    - Ammetto la mia sconfitta... portami pure dal Generale. -

    Esponendo le mie intenzioni in maniera secca e concisa. Non aggiunsi altro, con un'espressione delusa, l'orgoglio ferito e rassegnato allo svolgersi degli eventi mi limitai ad unire le mani portando i polsi vicini ed alzarle davanti a me, sopra la mia testa, aspettando che il sottoposto di Date mi raggiunse per fare quello che era venuto a fare. Ammanettarmi, legarmi con della corda o che altro, non avevo idea di come si sarebbe comportato, ma a giudicare da come mi aveva conciato se voleva riportarmi al villaggio doveva almeno caricarmi in spalla oppure legarmi e trascinarmi come un sacco di patate.
    Ecco come la mia carriera di samurai e probabilmente la mia esistenza era, dunque, giunta al termine... sì come no, col cazzo che le cose finisco qui!
    Avevo sì accettato la situazione ed il fatto che non potessi più combattere, come rassegnarmi all'idea di non poter più competere con quel tale. Ero veramente deluso di come erano andate le cose e ferito nell'orgoglio per, come un idiota, aver confidato troppo nelle mie capacità commettendo errori da dilettante, tuttavia mai e poi mai mi sarei arreso al mio destino. Ed allora perchè avevo agito in quel modo? Ma semplicemente per indurre quel tale ad avvicinarsi e fare quello che speravo che facesse, cioè afferrare le mie mani per ammanettarmi o legarmi. D'altronde era pur sempre un samurai fedele al Bushidō e come tale come avrebbe potuto reagire dinnanzi ad un nemico completamente disarmato che dichiara la sua sconfitta se non rinfoderando le sue armi ed apprestarsi a far ciò? Ormai erano anni che facevo questo mestiere, bene o male sapevo com'era il modus operandi dei miei colleghi in certe situazioni e come mia ultima chance per ribaltare le mie sorti non potevo fare altrimenti. Commettere un atto che andando contro tutti i principi fondamentali del Codice dei Samurai mi avrebbe potuto permettere di ingannare il mio nemico. Un atto talmente deplorevole che solamente questo poteva condannare a morte un militare di Tetsu. Ero consapevole della cosa, ma, come si dice, ho fatto 30? Facciamo 31.
    Le mie reali intenzioni erano molto semplici: una volta che il sottoposto del Generale si sarebbe trovato su di me toccandomi con un rapido movimento di mani avrei cercato di afferrare le sue tirandolo verso il basso con tutta l'energia che avevo in corpo. Contemporaneamente avrei attivato i sandali a reazione alla massima potenza per permettere al ginocchio destro di alzarsi e mirare alla gola nemica. Un ultimo e disperato tentativo di far fuori quel tale con un secco e preciso colpo di ginocchio, supportato da un'estrazione improvvisa della lama celata sita nella protezione della gamba stessa.
    Una mossa dannatamente azzardata, ma era l'unica cosa che in quella disperata situazione ero riuscito ad elaborare. Nelle pietose condizioni in cui mi trovavo non avrei certamente avuto modo di continuare a tenergli testa, quindi non potevo fare altro che tentare di ingannarlo e farlo fuori con un singolo e subdolo attacco a sorpresa. Una mossa decisamente sleale e scorretta. Una mossa che mai un samurai avrebbe fatto; cosa che io ero disposto a fare in quanto era già da un pezzo che non mi consideravo più un vero samurai nonostante continuassi a spacciarmi per tale. Cosa che, però, nessuno poteva sapere, figuriamoci un perfetto sconosciuto. Dovevo solo sperare che cascasse nel mio piccolo teatrino, motivo per cui durante tutto il tempo cercai con tutto me stesso di controllare sia mente che corpo non dandogli modo di captare qualche segnale fuori posto. In fin dei conti non era molto difficile considerando lo stato emotivo in cui mi trovavo e la situazione disperata in cui ero. Palpitazioni accelerate? Eccessiva sudorazione? Respiro affannato? Tutti sintomi di una persona che mente, ovvio, ma come anche di uno consapevole di star andando incontro alla sua fine e per quanto si potesse dire visto come mi aveva ridotto era plausibile che dal mio corpo potessero trapelare certi segnali.


    •Updates

    - Chul-Moo -


    Stato Fisico: gravi ferite ad i talloni con tendini lesionati
    Stato Psicologico: disperato

    Resistenza : 382-70-51= 261/500
    Stamina: 209-50= 159/400

    Azioni:
    - Ginocchiata con Lama Retrattile supportata dai sandali (propulsione max) e sforzo extra (+10) come da post [51 Rst e 50 Stm]

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    - +20 riuscita e +10 danno nelle azioni per via dei pesi


    NOTE: Scusa per il ritardo :sob:
    Il motivo per cui non ho segnato i danni del taglio dell'onda è perchè io con armatura completa e guanti ho ben 7 protezioni addosso di conseguenza ogni protezione subisce circa 20 danni (139/7) ed io nulla. Non che conti qualcosa dato che comunque suppongo che questo sia l'ultimo giro di post. O la va o la spacca, onestamente non avrei saputo come reagire in maniera diversa nella situazione in cui mi trovo. Chul è fatto così, attaccato alla sua vita e disposto a tutto per preservarla, ma al contempo ossessionato dalla sua vendetta.
    Non mi frega un tubo della riuscita, sandali e sforzo extra sono usati semplicemente a scopo narrativo per aiutare il ginocchio ad alzarsi visto le condizioni pietose dei tendini. Potrò pur non riuscire a stare in piedi, ma grazie a ciò almeno un ultimo e disperato colpo di ginocchio dovrei riuscire a darlo. Sta a te decidere se la cosa è sufficiente a salvarmi oppure no. Sono nelle tue mani
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    Il fantasma della neve mostrò quanto freddo potesse essere il suo respiro. La sua leggiadria emerse dalla tormenta come una freccia scoccata da un arco ben teso, una freccia silente la cui punta era imbevuta di morte. Perforò la tormenta in linea retta, senza farsi udire, conficcandosi nella zampa dell’alce che crollò per terra. Dimenandosi dal dolore pareva quasi implorare pietà, e nuvole di alito caldo fungevano da accompagnamento ai lamenti. Tutto il corpo della “bestia” si contrasse innumerevoli volte, le palpitazioni, le respirazioni e i movimenti istintivi accelerarono. Una nuova freccia ne perforò l’addome, il sangue scorreva inarrestabile drappeggiando la terra di ghirigori. La bestia esalò l’ultimo respiro con un violento urlo di disperazione: scacciò merli e animali vicini, dimostrando il suo dominio delle nevi anche da morta. Poi nei suoi occhi di carcassa, venne a riflettersi l’immagine del cacciatore dalle frecce di morte. Sembrò fissarlo nell’operazione di scuoiatura, non ebbe nulla da obiettare. La sua pelle, le sue carni, le sue corna, persino la sua anima gli venne sottratta. I resti, se ce ne fossero rimasti alcuni, avrebbero sfamato altri uomini o altri animali il cui destino, più o meno, sarebbe stato lo stesso. Un ciclo perpetuo che durava ormai da tempi immemori, e per molti era l’unico modo per sopravvivere alle avversità del freddo. Quello era anche il modo di fare di Cane. Una cosa più o meno simile accadeva a Tetsu, con una preda impossibilitata a muoversi e il suo cacciatore pronto a deciderne le sorti. Cane si dimostrò da subito molto più abile, nel suo handicap, rispetto a Chul. Capace di sovvertire la cecità e sfruttare a suo vantaggio il rumore della natura, non fece altro che farsi guidare dall’istinto e dalla sua maestria. Nudo e senza rimorsi, emerse dalla neve con una grazia glaciale e con la punta della lama incise la parola “fine” alle gambe dell’avversario. Le sue spade rappresentavano il prolungamento del suo corpo, e appariva ben chiaro quanto fosse esperto nel controllarlo. Era nato da genitori dotati di capacità ninja straordinarie, uomini in grado di controllare il metallo attraverso un chakra magnetico, e geneticamente ottenne lo stesso dono. Dopo aver tradito Date, fu punito per la sua presunzione: innamorarsi della bellezza della figlia di un suo avversario, Say’ri, che all’epoca era ancora una bambina. Perdere la vista per aver osservato troppo ed essersi fatto tradire dai suoi occhi iniziò a forgiarlo, e lo portò a meditare a lungo sui suoi errori. Si rispecchiò in tutti i nomignoli che la gente gli affibbiò, diventandone un tutt’uno, fino a dimenticare il suo nome di battesimo. Forse più di Date stesso era arrivato a comprendere realmente la saggezza del bushido, ed era questa sua fissa a renderlo così devoto alle regole. Preso sottogamba si dimostrò essere ben oltre le reali potenzialità del neo capitano, che adesso doveva fare i conti col suo destino. Se ne stava a terra, a farfugliare qualcosa di indecifrabile, a lamentarsi per il dolore, a cercare di far qualcosa per diminuirlo. Una lesione così profonda ai tendini era incurabile anche per un neo medico, un’altra cosa di cui Cane era a conoscenza.

    CITAZIONE
    - Mi hai fregato Samurai. Ho sottovalutato le tue capacità e questo mi è costato caro. –


    ”Per tutto il tempo della sua vita il samurai non deve mai permettersi di allontanarsi da coloro verso i quali è spiritualmente debitore.”


    Chul non sarebbe stato in grado di apprendere quell’insegnamento. Molto probabilmente era così accecato dalla rabbia per il suo passato e per il suo futuro che si sarebbe rifiutato anche solo di ricordarlo. La rabbia l’aveva portato a tradire la prima strada da lui intrapresa, ma la menzogna nelle sue gesta gli giunse dritta sui tendini. Per quanto ancora si sarebbe immedesimato nella figura del samurai? Era diventato un Capitano per cosa, il potere? Ma in realtà, quanto potere avrebbe mai potuto avere come Capitano? Nulla, perché la grandezza della sua carica nei confronti di un sergente non era niente in rapporto a quella di un Maggiore. E lì non si trattava più si ranghi ma di saggezza interiore, di capacità mentali, di freddezza nell’assimilare i colpi e resistere. Troppo immaturo, troppo inesperto: Chul era un bambino che non sarebbe stato in grado di perseguire nel suo obbiettivo, e purtroppo la colpa era soltanto la sua. Chissà se fosse conscio di questo, ma non ve n’era la minima traccia, data la situazione in cui era.

    CITAZIONE
    - Ammetto la mia sconfitta... portami pure dal Generale. –

    C’era qualcosa di strano in quelle parole. Certo, demordere così facilmente vista la situazione era logico, ma possibile che tutta la foga di prima fosse solo un’illusione? Lui che ci era andato pesante ma alla cieca, cercando di esprimere con quel tipo di lotta la sua determinazione mista ad un pizzico di collera, adesso se ne stava lì steso al suolo. Tolse praticamente tutta l’armatura indossata, e la gettò lontano assieme alle armi quasi a volersi denudare del suo onore stesso. Aveva davvero gettato la spugna in quel modo? Cane sospirò, era dotato di un timbro vocale molto basso e molto spesso era impossibile udirlo. Inspirò il freddo pungente dalle narici e contrasse la cassa toracica, per poi buttare fuori l’aria in eccesso e rilassare spalle e il resto del corpo.

    Ho sempre ritenuto che un uomo debba vivere e morire con onore, ma non credo che il Generale ti darebbe una punizione abbastanza degna. Sono stato mandato qui per ucciderti, ma non posso privare la vita ad un uomo senza una dimostrazione di onore e verità. Se ammetti la tua sconfitta…


    Chinò il capo di qualche grado, rinfoderando una lama. Poi, con la stessa mano ormai libera, sfilò dalla cintola un rotolo che portò tra i denti. Lo sfilò con garbò e con una buona dose di chakra lasciò fuoriuscire dal sigillo una spada cerimoniale, di pregiata fattura ma con una lama ben più corta di quella di una katana. L’artefatto mostrava, sull’elsa, il marchio di Tetsu ed era rinchiusa ancora nel suo fodero nero. L’uomo non la sfilò, ma con tutta calma la lanciò verso Chul o almeno verso colui su cui manteneva il “controllo”.

    …non avrai alcun rimpianto nel dimostrarlo. Il seppuku è la massima espressione di devozione e la punizione migliore, per chi vuole evitare una fine meno dignitosa. Il ventre è la sede dell’anima, dimostra che la tua non ha colpe.

    Un samurai tradizionalista, il cui onorevole gesto avrebbe impedito al Capitano una punizione ben più macabra e senza pudore.


    Scusa il ritardo :si2:
     
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    •Chapter IV
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -

    Alè, proprio il miglior scenario che potessi desiderare. C'era in effetti una piccola falla nella mia strategia, un modesto problemino che avevo tralasciato e che avrebbe potuto mandare totalmente in fumo il mio tentativo di ribaltare le sorti del breve scontro: il ritrovarmi faccia a faccia con il "peggiore" dei samurai, il classico tradizionalista fissato con quelle fregnacce quali onore, gloria e minchiate del genere.
    Non appena osservando la mia resa il samurai rinfoderò una delle sue Katane cercai di mantenere i nervi saldi e non farmi fregare dallo svolgersi degli eventi, in pratica cercai di mantenere il sangue freddo e non dare segnali strani. L'idea che si avvicinasse e potessi ucciderlo nella maniera più subdola e meschina che si potesse immaginare non doeva in alcun modo sconvolgere il mio status psico-fisico per dare modo al "boia" di capire le mie reali intenzioni, ma non appena aprì bocca rivelando le sue di intenzioni ci rimasi decisamente di merda. Conoscete l'espressione "mi cadono le braccia"? Beh, in quell'esatto momento fu proprio quello che accadde. Appena quel tizio tirò fuori una piccola spada ricca di ornamenti e me la lanciò dicendomi di fare seppuku per dare peso alla mia resa la mandibola non resse e rimasi letteralmente a bocca aperta con un'espressione inebetita in faccia. A quel punto non ci vidi più.
    Un sentimento di rabbia mi salì dal profondo dello stomaco ed anche se cercai con tutto me stesso di trattenerlo una evidente vena pulsante posta sulla mia fronte plaesava tutto lo sconcerto, il disprezzo ed il giramento di coglioni che quel gesto e quelle parole mi facevano provare.

    - Ma sei scemo? -

    Sì, non propriamente il miglior modo per reagire ma che ci volete fare, in momenti del genere era difficilme per me mantenere i nervi saldi e tenere a freno la lingua. Mi ritrovavo in una situazione disperata ed in completa balia del mio avversario, ma avendo davanti ad i miei occhi la perfetta impersonificazione dell'esatto modello di persona per cui trovavo il maggior ribrezzo possibile non potevo non rispondere a quella maniera.

    - Ho semplicemente detto che mi arrendo, mica che mi voglio togliere la vita. Anche un bambino ritardato può capire che nelle mie attuali condizioni non ha modo di reagire ed anzichè prolungare questa farsa ancora per molto mi sono arreso; tutto qui. So che una volta al cospetto del Generale è probabile che la mia punizione sia la morte, ma se ti aspetti che sia io stesso a togliermi la vita ti sei fumato il cervello. -

    Avrei voluto con tutto me stesso alzarmi e andare verso di lui per prenderlo a schiaffi e fargli rimangiare le stupide parole che erano uscite da quella fogna puzzolente che si ritrovava al posto della bocca, ma per sua fortuna non ero neanche in grado di alzarmi dalla posizione in cui mi ritrovavo.

    - Indosserò ancora le vesti di un samurai, ma non mi ritengo più uno di essi. Anzi, a dir la verità fin dall'inizio ho sempre avuto dei dubbi a riguardo e finalmente ho aperto gli occhi capendo che solamente un idiota può dedicare la sua intera vita agli ideali ed i codici del Bushidō.
    Non fraintendere le mie parole, non dico che tutti i principi fondamentali siano stupidi o sbagliati, ma che il seguirli ognuno in maniera insindacabile sia veramente una fesseria.
    Cosa c'è di onorevole nel servire come dei meri cani senza cervello gli ordini di persone con un grado più in alto del proprio?
    Cosa c'è di giusto nel costringere una coppia di anziani gestori di un orfanotrofio a cedere con ricatto e prepotenza dei piccoli ed innocenti ragazzini al fine di farli diventare macchine di morte?
    Non è forse un dovere di noi guerrieri del ferro proteggere i più deboli e gli innocenti ed onorare dimostrando la propria lealtà le morti di quelli che non siamo riusciti a proteggere? -


    Feci una piccola pausa riprendendo fiato a causa di tutta la foga con la quale mi stavo esprimendo, ma soprattutto perchè dentro di me desideravo che quel tale potesse osservare l'espressione seria ed incazzata che avevo dipinto in volto. Sì, ok, pensavo che fosse cieco, ma anche io in quel momento da un certo punto di vista potevo essere considerato un cieco... cieco di rabbia per l'esattezza.

    - E' proprio questo quello che sto cercando di fare, cercare di portare giustizia punendo gli artefici dello sterminio della mia famiglia e di innumerevoli innocenti.
    Sarà pure stato per mano di un giovane ed immatturo ragazzo incapace di controllarsi che sono morte tutte quelle persone, ma sono state le azioni di altri a spingerlo a fare ciò. La pressione ed i modi di fare dittatoriali ed ingiusti del governo e di quel fottuto Generale egocentrista che voi samurai tanto ammirate a causare tutto ciò.
    Seriamente... ma chi cazzo si crede di essere nel decidere della vita e della morte di ogni singolo abitante del Villaggio? Ma per piacere... se qualcuno deve essere punito per andare in contro al code Bushidō non sono di certo io ma quell'ipocrita del Generale! -


    Urlai a pieni polomi dando maggior voce all'ultima frase. Ormai erano palesi le mie intenzioni ed anche se tutto questo avrebbe portato quel samurai ad essere decisamente più cauto nei miei riguardi non potevo continuare a tenermi tutto dentro.

    - In sintesi io non me la tolgo la vita, o vieni tu a prenderla o mi porti da quel tuo caro Generale che veneri tanto e ci penserà lui a farlo. Perchè dici? Perchè io non ho alcuna colpa da espiare... se non aver buttato via anni ed anni della mia vita al servizio di uomini ipocriti ed accecati dal potere al punto da credersi degli dei capaci di decidere chi deve morire e chi no basandosi sul proprio giudizio personale. Seriamente... dov'è la giustizia in tutto questo? -

    Conclusi assumendo un'espressione imbronciata e incrociando le braccia sul petto, come ad aspettare una eventuale risposta dal mio interlocutore. Non che la desiderassi, ma in quel momento mi giravano fin troppo le palle per mettermi nella posizione di sottomissione di prima. Probabilmente il mio era solo fiato sprecato, parole prive di significato per uno stupido samurai tradizionalista. D'altronde si sa: non c'è persoan più cocciuta e dalla mentalità chiusa se non quella legata insidacabilmente alle vecchie tradizioni.
    Rimane il fatto che comunque le mie intenzioni non fossero cambiate. Nel caso si fosse avvicinato per fare quel che doveva fare, cioè uccidermi o impacchettarmi per portarmi dal Generale, avrei cercato di agire come da programma ed impalarlo a morte con la lama celata in mio possesso.
    Sì perchè così come non avevo alcuna intenzione di togliermi la vita, non avevo alcuna reale intenzione di arrendermi. Almeno non per il momento.


    NOTE: Sì lo so, ci ho messo un'eternità a postare ma non fraintendere la cosa. Non è che non ho voluto postare fino ad ora perchè tutte le cose fanno pensare che questa sia la fine del mio Pg, ma perchè, scusa se sono sincero, per come si sta svolgendo l'evento la mia voglia di postare rasenta lo 0.
    Semplicemente non mi sta affatto piacendo come hai deciso di portarlo avanti e se non trovo interesse in una ruolata faccio davvero una fatica immane a portarla avanti. Come del resto chiunque farebbe; immagino. Avrei decisamente preferito che mi ammazzassi nel turno precedente che fare questo post.
    Cmq come prima: nel caso ti avvicini e vi sia l'occasione Chul tenerà di ammazzare il Cane come aveva intenzione di fare nel turno precedente, altrimenti niente.
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7 replies since 23/3/2016, 17:08   1501 views
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