Ma cosa sto facendo?

P.Q. Aya Shiawase

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    Piove. Non che la cosa debba sorprendermi in alcun modo, ma per qualche strana ragione una parte di me pensava che in una giornata come questa il cielo si sarebbe aperto e ci avrebbe omaggiato di calore solare e un azzurro vivace.
    Invece no, piove e noi ci ritroviamo tutti riuniti nella Sala delle Cerimonie.
    Saremo una trentina di persone, sedute su delle fatiscenti sedie troppo piccole per degli adulti (sospetto provengano dalla mia scuola elementare), di fronte a quello che dovrebbe essere un palco e invece sono delle cassette della frutta accatastate ricoperte da un tappeto.
    La maestosa Sala delle Cerimonie altro non è che una vecchia palestra con la porta scardinata e i vetri rotti grazie ai quali mi arrivano di tanto in tanto delle gocce di pioggia, penso che siano la versione del nostro villaggio dei coriandoli. Noto come qualcuno abbia cercato di addobbare per l'occasione la palestra appendendo dei nastri che pendono dal soffitto, ma la visione della stoffa consumata e scolorita rende il tutto ancora più deprimente.
    Mi sto distraendo troppo nell'analizzare lo scempio dell'accademia, dovrei porre attenzione all'anziano signore che nonostante la sua scarsa stabilità e il precario equilibrio delle cassette, è salito sul palco e sta parlando da non so più quanto tempo.
    Sta parlando e parlando e parlando e non capisco come si aspetti che qualcuno possa mantenere l'attenzione per così tanto tempo, ha esordito raccontando la nascita dei ninja per poi arrivare ai valori, all'importanza e all'onore dell'essere un ninja e ora non ho idea di che altro stia dicendo e non capisco come ci possano essere così tante cose da dire sui ninja e non capisco perché la stiano facendo tanto lunga! Abbiamo finito l'accademia, siamo diventati ninja, dateci quella cavolo di fascia che avete impilato sul banco e facciamola finita.
    Inizio a sospettare che la vera prova sia arrivare alla fine della cerimonia e io ammetto di star cedendo.
    Osservando la platea mi compiaccio nel vedere che il mio Sensei si è addormentato, forse non sono l'unica ad essere esausta e annoiata.
    Nel vortice della noia cerco un qualunque spunto per non cedere alle mie palpebre e rimanere con gli occhi aperti, vago ancora con lo sguardo e voltandomi a destra rimango impietrita.
    Mio padre è concentratissimo, sta ascoltando ogni singola parola pronunciata dal vecchio saggio ninja che ci sta onorando con la sua voce monocorde, è completamente assorbito e annuisce con fare solenne all'ascolto delle parole.
    Questa visione è come uno schiaffo in pieno viso, sono io colei che sta per diventare un ninja, sono io che sto per entrare in questo mondo ma è lui che ascolta avido ogni parola e ha un luccichio negli occhi; in tutto questo c'è qualcosa di sbagliato, mi sento come se avessimo invertito i ruoli, io sono la madre annoiata a cui non frega nulla e che sopporta tutto per amore del figlio e lui è la giovane leva elettrizzata ed entusiasta per la nuova vita che sta per intraprendere.
    Questa nuova consapevolezza mi fa male, mi punge dentro e ho bisogno di distogliere lo sguardo per poter calmare l'inquietudine che mi ha assalito. Volgo la sguardo dall'altra parte, quasi in segno di rifiuto, e quello che vedo è forse ancora più sconvolgente, mia madre che osserva mio padre con una dolcezza nello sguardo che mi scioglie, sembra quasi in apprensione e io non capisco.
    E' tutto sbagliato, quello sguardo mamma dovrebbe rivolgerlo a me e io ad un tratto mi sento in colpa, mi rendo conto che accettando passivamente questa situazione ho illuso mio padre senza rendermi conto di quanto lui ci credesse e delle conseguenze che tutto questo avrà sulla mia famiglia.
    Mi sento annientata e sfinita, vorrei scappare per non dover affrontare tutto questo ed ecco che il rumore della pioggia enfatizza nella mia testa il mio tormento, forse è tutta colpa della pioggia, quando piove non possono esserci momenti felici perchè altrimenti stonerebbe come un verme in un mazzo di fiori.
    All'improvviso diventa tutto veloce, si alzano tutti ad applaudire e poi nel giro di pochi minuti ci consegnano le nostre fasce. Tutti ci applaudono e ce ne torniamo a casa, forse anche gli altri erano stanchi e volevano chiuderla presto questa pietosa cerimonia.

    Tornati a casa scopro che mia madre ha passato tutta la notte a cucinare e creare un pranzo degno di un re!
    Non possiamo permetterci tante cose ma quello di oggi è davvero unico e di nuovo sento il senso di colpa che mi trafigge il petto come gli eroi romantici di cui ho sempre letto nei romanzi.
    Papà è l'incarnazione della felicità, è talmente raggiante che illumina la stanza facendosi beffa della pioggia scosciante che sta accompagnando tutta la giornata senza momenti di tregua, un pò come il mio dolore. Mia madre asseconda mio padre e cerca di contribuire con altrettanta eccitazione, ma oggi il brio di mio padre è inarrivabile.
    Passiamo la giornata chiacchierando sulla cerimonia, scherzando sulle mie lezioni, analizzando nei mini dettagli la mia fascia e mangiando tutte le squisitezze preparate da mia madre. Riesco a mantenere una facciata felice e rilassata e se non fosse per il mio umore, sarebbe davvero la giornata più bella della mai vita.
    Se solo io non fossi una truffatrice, una ninja fasulla.
     
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  2. Rõbs
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    Pensato
    Parlato Aya
    Parlato madre



    Finalmente sola nella mia stanza mi butto sul letto e scoppio in lacrime, cerco di soffocare i singhiozzi nel cuscino per quanto sia possibile. Caccio fuori tutto il tormento della giornata e forse grazie ai tuoni e al rumore intenso della pioggia, nessuno mi sente.
    Non so per quanto tempo me ne sto stesa sul letto a piangere con la faccia immersa nel cuscino, so solo che ad un tratto smetto di piangere ma continuo a non prendere sonno a causa dei mille pensieri che mi attraversano la mente.

    Ho ingannato mio padre, mia madre, forse persino me stessa. Parchè ho fatto tutto questo? Perche ho accettato di frequentare l'accademia e diventare un ninja se in fondo non lo volevo? Adesso cosa dovrò fare? E quando deciderò sul da farsi, quali conseguenze avrà sulla mia vita?

    Mentre sono dilaniata dai miei pensieri, sento bussare alla porta e prima che possa fingere di dormire, entra mia madre che nota subito gli occhi lucidi e il viso arrossato, per non parlare della montagna di fazzoletti sparsi per terra.
    Entra in stanza, chiude la porta e con passo calmo si avvicina al letto e si siede.

    < Che ti succede Aya? E' tutto il giorno che sei strana e ora ti trovo in camera a piangere?>

    mi dice dopo avermi osservato per qualche secondo e la sua voce dolce e preoccupata mi procura una nuova ondata di pianto.
    Mai come oggi mi sento vicina alle condizioni climatiche del nostro villaggio.
    Mentre piango mia madre mi abbraccia e mi accarezza la schiena e quando finalmente riesco a recuperare l'uso della parola, mi sorprendo nel sentire quanto avessi bisogno di parlare e sfogarmi.

    < Cosa ho fatto? Cosa farò ora? Cosa sono? Sono un ninja, ma non mi sento tale. Sono una figlia, ma mi sono comportato da truffatrice ingannando papà e lasciandogli credere che riuscissi ad accettare tutto questo! Perchè lui vuole tutto questo? Io non capisco. Non pensavo fosse così importante per lui. Non capisco perchè lo sia e perchè non è diventato lui ninja se ama questo mondo e vuole cambiare le cose nel villaggio! Io cosa centro? Non so cosa devo fare. Non so cosa sono e non capisco come sia potuta diventare ninja! Per quale assurdo motivo sono riuscita a superare le prove e ad arrivare alla fine di questa accademia? A me non mi è mai fregato nulla! Tutto questo non ha alcun senso!>

    Rimaniamo in silenzio per qualche secondo durante i quali io e mamma ci guardiamo negli occhi, poi lei sospira e prima di parlare sorride, un sorriso triste e malinconico.

    < Era il sogno di tuo padre. Ma per capire perchè sognava essere un ninja, devo raccontarti una storia.

    Tanti tanti anni fa, ma proprio tanti, esisteva un uomo chiamato Eiko No Okurimono.
    Eiko No Okurimono era forte, invincibile, rispettato da tutto il villaggio e conosciuto perfino fuori dal villaggio perchè aveva delle abilità speciali. Era temuto perchè queste sue abilità provenivano da un potere che risiedeva dentro il suo essere e come lui esistevano pochissime persone.
    Lui non era un semplice uomo, era un ninja. Visse una vita piena e felice, scolpita dalle sue vittorie in battaglia e quando morì gloriosamente durante uno scontro, i figli promisero sulla sua tomba che avrebbero onorato il suo nome.
    Purtroppo ben presto scoprirono che il potere del padre non risiedeva in loro e per quanto si sforzassero e si allenassero, non avevano le abilità del padre. Le generazioni si susseguirono ma nessuno riuscì a trovare dentro di sè il potere del grande Eiko No Okurimono.
    Eiko No Okurimono è un antenato di tuo padre che è cresciuto con i racconti delle sue avvincenti gesta.

    Tuo nonno ha sempre detto che il gene dell'innata di Eiko No Okurimono non è andata perduta, ma risiede dormiente in ognuno dei suoi discendenti in attesta che nasca colui che sarà degno di poterla usare.
    Tuo padre avrebbe tanto voluto essere lui il discendente prescelto e quando compì quattordici anni si iscrisse all'accademia ninja. Studiò come un pazzo, si eserciò giorno e notte ma non riuscì mai a diventare un ninja.
    Sconfitto da se stesso si arrese e disse addio a quel sogno di bambino.
    Si era rassegnato e aveva messo un punto a tutta questa storia, ma quando rimasi incinta qualcosa in lui si riaccese.
    Avrebbe tanto voluto un figlio maschio, perchè sperava che almeno suo figlio sarebbe potuto diventare il ninja degno di poter sbloccare il potere di Eiko No Okurimono.
    Invece arrivasti tu, forte, intelligente e femmina. Inizialmente non prese bene la notizia, vide i suoi sogni sgretolarsi per la seconda volta e forse la seconda volta fu ancora più dolorosa della prima.
    Quando però negli anni vide la tua passione per i libri, si riaccese in lui la speranza che tu potessi essere la prescelta e sperò fino all'ultimo di innescare in te il desiderio di diventare un ninja con i suoi racconti. Alla fine ha pensato che se ti fossi iscritta e avessi frequentato l'accademia, avresti imparato ad amare il suo sogno.
    Essere riuscita a finire ed essere diventata un ninja è il più grande regalo che gli potessi fare.>


    Sono sconvolta.
    Perchè nessuno mi ha mai raccontato questa storia?
    Non ho parole, sono solo profondamente sconvolta.
    Sconvolta di avere un antenato tanto importante.
    Sconvolta da mio padre e il suo sogno di essere il discendente prescelto.
    Sconvolta nuovamente da mio padre che ha creduto a questa storia.
    Sconvolta dal fatto che mio padre non è riuscito a diventare un ninja.
    E sconvolta che mio padre pensi che IO possa essere la prescelta.
    Eh? Cosa? Io? E perchè mai?


    Fisso mia madre in silenzio per mettere in ordine i pensieri e metabolizzare tutte le nuove informazioni.
    Poi una domanda mi nasce spontanea

    < Per quale assurdo motivo si è accesa in papà la speranza che io possa essere la prescelta?>
     
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  3. Rõbs
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    Pensato
    Parlato Aya
    Parlato madre



    La pioggia scroscia fuori dalla finestra, la stanza buia viene illuminata sporadicamente da qualche fulmine lontano, io sono seduta sul letto di fronte mia madre. Una persone dall'esterno potrebbe pensare che io la stia fissando, ma in realtà non la riesco a vedere.
    Si susseguono nella mia mente le immagini di mio padre bambino pieno di sogni e speranze, di mio padre ragazzo che si ritira perdente dall'accademia e poi l'uomo che mi ha letteralmente trascinato per strada il giorno dell'iscrizione. E' vivido il ricordo di lui che saltella per strada emozionato quel fatidico giorno e i sorrisi smaglianti che ha regalato a me e mia madre nei giorni a seguire, l'apprensione nei miei confronti quando tornavo da lezione e il sorrisetto tronfio quando gli raccontavo che ero riuscita ad eseguire la tecnica.
    Cerco di immaginare come potesse essere questo leggendario antenato, con i suoi irreplicabili poteri e mi rendo conto che molto probabilmente si tratta di un'avvincente storiella che mio nonno raccontava a mio padre da piccolo per farlo addormentare e alla quale mio padre ha creduto un pò troppo.

    Ma cosa centro io in tutto questo?
    Come può pensare che io sia la prescelta?


    Fisso mia madre che cerca di mantenere una facciata di apparente serenità, ma capisco subito quanto i suoi occhi siano tristi e preoccupati.
    Per papà? Per me? Per se stessa che si trova incastrata nel mezzo di questa strana situazione? Dovrei distruggere i sogni e le speranze di mio padre? Cosa ne sarebbe poi di lui? E di me? Toccherebbe a lei raccogliere i cocci della nostra famiglia, ed ecco che mi rendo conto di quanto sia terribile la situazione di mia madre.
    Lei comunque vada ne uscirà distrutta, sia che io accetti a malincuore questa farsa, sia che mi ribelli.
    Respiro profondamente e mi rendo conto che devo capire meglio questa situazione.
    La vista ritorna a focalizzarsi su mia madre che ha aspettato in silenzio che i miei pensieri si schiarissero, mi sembra una donna diversa rispetto alla madre e moglie con cui ho festeggiato questa sera, la guardo e le domando:

    < Per quale assurdo motivo si è accesa in papà la speranza che io possa essere la prescelta?>


    Mi sorprendo nel sentire il mio tono di voce, esausto e leggermente stridulo. Avrei preferito riuscire a parlare con un tono più sereno o noncurante. Mia madre si morde il labbro e distogliendo per la prima volta lo sguardo da me, sembra cercare la risposta nell'aria.

    < Non l'ho capito bene, ha provato a spiegarmelo quando gliel' ho chiesto. A quanto pare ha a che fare con la tua passione per la lettura, perchè questo potere genetico riguarda i libri se ho ben capito, i fogli... forse più in generale la carta. Comunque quando ha notato che passavi il tempo non solo a leggere, ma ad accarezzare, annusare i fogli e studiare il tipo di carta con cui venivano stampati i libri, ha avuto una specie di illuminazione. Me lo ricordo ancora quando entrò quella sera in camera con gli occhi indemoniati e mi disse che era la passione per i libri che gli era sempre mancata, la passione con la quale eri nata tu. Continuava a blaterare di quanto fosse raro trovare nel villaggio persone appassionate come te di libri e di quanto amore tu donassi loro con mille attenzioni per non rovinarli. Iniziò a dire che l'innata del suo antenato si basava sulla carta o cose del genere e che solo una persona che rispetta e ama questo materiale, può domarlo. Quella sera non capii molto e continuo a ritenere che non abbia senso un potere sui libri, ma non mi sono posta troppi problemi perchè ero convinta che la cosa si sarebbe smorzata con il tempo. Invece un bel giorno arrivò a casa con l'idea di iscriverti all'accademia e poi, com'è continuata la storia... lo sai.>

    Un potere sui libri? Sulla carta? Ok, ammetto la cosa sarebbe figa e inizia ad interessarmi.
    Non ho ben capito come possa esserci un potere ninja sui libri, ma se esiste devo dare atto a mio padre che sarebbe parecchio bello averlo. Forse potrei leggere più in fretta o essendo qualcosa che riguarda i ninja, potrei lanciare in testa i libri agli avversari.


    Sorrido divertita all'idea di lanciare enciclopedie in testa al mio Sensei e inizio ad essere incuriosita da questa storia dell'antenato. Nonostante questo colpo di scena sia riuscito a fare breccia nel mio scudo di scetticismo, non devo dimenticare che non sono una vera ninja e quindi non potrei mai avere questo potere. Sono solo una lettrice cronica, non ci vedo nulla di speciale in questo.

    <mamma io non sono una vera ninja, non mi sento tale e non sono quello che papà si è convinto che sia. Sempre se è vero che esista questo potere libresco e questo antenato non sia solo il personaggio di una favola ninja>
    dico di getto a mia madre, sperando che lei capisca e mi dia il permesso di tirarmi indietro da tutto questo.

    <aya io non credo che abbia importanza la veridicità di questa leggenda o la reale esistenza di questo potere, ti stai concentrando sulle cose sbagliate. Tu non ti sei mai interessata a questo mondo, nonostante tuo padre abbia cercato di coinvolgerti da quando eri piccola, nonostante la tua indifferenza e il tuo scarso interesse sei riuscita a frequentare con successo le lezioni. Hai finito l'accademia ninja Aya! Tuo padre nonostante si sia impegnato molto più di te, non c'è mai riuscito. Vorrà pur dire qualcosa, non credi? Se tu non fossi stata tagliata per questa vita, non saresti riuscita ad eseguire tutte le tecniche richieste e ora non avresti questa fascia. Hai sempre sognato di andar via e i ninja hanno questa possibilità, possono viaggiare. Forse non pensavi che la tua vita avrebbe preso questa piega, ma io ritengo che la tua vera natura stia piano piano uscendo fuori e ti stia sconvolgendo la vita e le aspettative. Non limitarti a ciò che è sicuro, leggi da anni di guerrieri e viaggi avventurosi, non credi sia il caso di smettere di leggere e iniziare a vivere queste avventure?>


    Cavolo, mia madre ha ragione.
    E' stata brutale, ma ha ragione.
    Ho passato la vita nascondendomi dietro i libri, sognando di scappare e lamentandomi di questo villaggio, senza capire che mi stavo solo lamentando della mia noiosa e inutile vita.
    Forse dentro di me c'è davvero un guerriero pronto ad esplodere e io lo sto tenendo prigioniero da anni.
    Forse questa è la mia occasione per scoprire il mondo e sopratutto scoprire chi sono.
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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