Io non prendo ordini da te.

P.Q. Nabune Muzai

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  1. Haruy
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    CITAZIONE
    Parlato
    Pensato

    Nozomi

    C'erano zolle di terra sparse ovunque, fiori calpestati o recisi di netto. Ciò che prima appariva come un soffice cuscino di erbetta curata ora aveva le sembianze di un vecchio straccio malandato, tutto ciò che i miei genitori avevano coltivato con tanta cura e dedizione in quegli anni era andato completamente distrutto, come se qualcuno si fosse divertito a prendere un aratro ed a fare avanti e indietro per tutto il perimetro della casa

    Sei contenta adesso?

    E' colpa mia se non sei abbastanza forte per sollevarmi?!

    E' colpa mia se tu mi costringi a fare questi allenamenti nonostante sia palese io non abbia la forza necessaria?!

    Magari è proprio per questo motivo che devi allenarti?

    Magari potresti semplicemente accettare il fatto che IO non sia in grado di brandirti?

    Nabune...tu sei una Muzai è inammissibile che tu...

    E' inammissibile che io non riesca a farlo?! BEH, BENVENUTA NELLA CERCHIA DEI DELUSI! No, Nozomi. Non è ammissibile che io non riesca a brandirti pur essendo una Muzai, ma penso tu ti sia resa conto che IO non sono una Muzai come il resto della mia famiglia, generazione o qualsiasi cosa ci sia dietro, ok?!

    Nabune è solo questione di allenamento, puoi farcela te lo garant...

    ME LO GARANTISCI?! NOZOMI TU SEI UNA SPADA! E per giunta la tua voce è frutto della mia immaginazione! Come puoi pensare di potermi dare garanzie?!

    Nabune io...

    No. Niente Nabune. Basta, mi sono rotta di questa situazione. Mi sono rotta di farmi sgridare su queste cose. Mi sono rotta di dovermi allenare per non concludere niente di nuovo e soprattutto: MI SONO ROTTA DI PRENDERE ORDINI DA TE!

    Senti signorinella non ti permettere di...

    Sta zitta Nozomi. Tu fai solo parte della mia immaginazione, quindi da oggi in poi smetterò di darti una voce, non ho bisogno di te.


    Quelle furono le ultime parole che ci scambiammo io e la mia spada, se così si può dire.

    Per colpa sua avevo ridotto il mio giardino ad un rudere e probabilmente mi ci sarebbero voluti giorni prima di riuscire a riportarlo alla decenza. Salii le scale di corsa per andare a prendere la stoffa nera dentro la quale avevo trovato Nozomi la prima volta. Ve la avvolsi, facendo attenzione che non rimanesse scoperto neanche un centimetro della sua struttura e, senza neanche togliermi i vestiti, la trascinai con me sul fondo del lago, depositandola nello stesso punto in cui ci eravamo "incontrate" - "Inutile tenerti con me. Mio padre si sbagliava, non c'è nessuna speranza." .

    Riemersi dall'acqua, non era una giornata particolarmente fredda ma c'era un leggero venticello che bastò a farmi rabbrividire - "Ci manca solo che mi ammalo adesso." - mi avvolsi le braccia intorno al corpo, come in una specie di abbraccio, e mi avviai verso l'ingresso di casa. La terrà si scioglieva ad ogni mio passo, mescolandosi con l'acqua che avevo addosso e trasformandosi in fango, facendomi affondare leggermente ad ogni passo - "Ci metterò una vita a sistemare questo disastro...tutto per dare retta alla mia immaginazione."

    Entrai in casa lasciando tante piccole impronte fangose, avrei dovuto ripulire anche tutto quello schifo dopo essermi asciugata. Sbuffai - "Ancora mi domando come sia stato possibile farmi influenzare a tal punto, da piccola mi capitava spesso di immaginare le voci degli oggetti, ma difficilmente ci litigavo...voglio dire, se le inventavo io era scontato fossero gentili ed amichevoli con me..." - portai in avanti la manopola della doccia ed una leggera e calda pioggerellina cominciò a scendere dall'alto - "Forse ho immaginato Nozomi con un carattere così scontroso perchè ero ancora traumatizzata dalla morte della mia famiglia..?" - feci un passo in avanti e lasciai che l'acqua mi accarezzasse la testa. Adoravo sentire l'acqua scendermi giù per i capelli, mi dava la sensazione che insieme ad essa scorressero via anche i miei pensieri - "Deve essere così...quella sera..." - abbassai lo sguardo, lentamente il fango si stava staccando dalla mia pelle riducendosi ad una piccola spirale di acqua sporca che aveva il suo centro in corrispondenza con lo scarico - "Tutto quel sangue..." - nella mia mente apparsero come delle fotografie le scene più raccapriccianti della notte in cui avevo perso la mia quotidianità - "Basta così Nabu" - mi diedi due buffetti sulle guance con entrambe le mani - "devi andare avanti".

    Quella doccia durò parecchio tempo, quando decisi di essere pronta ad uscire notai che il bagno era invaso da una leggera nebbiolina di vapore acqueo che aveva fatto appannare completamente lo specchio. Mi avvolsi un asciugamano intorno al corpo, facendolo passare sotto le braccia e me ne arrotolai un'altro intorno alla testa, a mo' di turbante.

    Feci qualche passo verso lo specchio fino a trovarmici esattamente davanti. La mia immagine riflessa si riduceva ad una sagoma dalla forma ed i colori non definiti, su uno sfondo dalle forme piatte ed indistinte - "Ora però... sono di nuovo sola..." - passai la mano sul vetro appannato rivelando la gemella che vi era intrappolata - "Beh..." - fissai gli occhi nei suoi - "Possiamo cavarcela!".

    Non avevo davvero voglia di deprimermi, Nozomi era solo un oggetto, avrei potuto sostituirla facilmente con un peluche o qualcosa di simile, stavolta assicurandomi di creargli un carattere più amichevole e soprattutto divertente. Annuii a me stessa accennando un sorriso
    - Tanto per cominciare andiamo a dare una pulita al piano di sotto.

    Quella sera sarei andata a dormire molto tardi e completamente distrutta, ma con la consapevolezza che al mio risveglio avrei potuto iniziare una nuova vita.

    Edited by Haruy - 11/11/2015, 20:56
     
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  2. Haruy
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    Il giorno successivo mi svegliai piena di energie e buone intenzioni.

    Saltai giù dal letto e mi stiracchiai -
    Mnph! Oggi sarà una grande giornata! - spalancai la finestra e scesi le scale saltellando e canticchiando qualche canzoncina di cui non ricordo il titolo - Mmm... da dove potrei cominciare..? - nell’elaborare quel pensiero mi ero già procurata una tazza di latte e qualche biscotto per la colazione. Studiai con interesse tutto ciò che mi circodanva, in cerca dell’ispirazione, ma il mio sguardo si fermò bruscamente quando incrociò la finestra della cucina che si affaccia sul giardino - Ma...che....cavolo... - il giardino era ridotto peggio di quanto ricordassi. La lama di Nozomi aveva creato dei solchi profondissimi, e se prima era raro riuscire ad incappare in zolle di terra mancanti o con dell’erbetta diradata, ora era raro riuscire ad trovare una parte di terreno assestata o che avesse le sembianze di un giardino.

    Quella visione fece cambiare repentinamente il mio umore. Mio padre era una maniaco della perfezione e per questo aveva sempre tenuto il giardino perfettamente curato. Mia madre, invece, era un’amante dei fiori e di tutto ciò che fosse colorato. Adorava rientrare a casa circondata da quelle cromie che sprigionavano un profumo quasi nauseabondo.


    Mamma… nonostante Papà ti dicesse di smetterla di spendere soldi su questa roba tu non hai mai smesso di farlo… - un sorriso malinconico si fece spazio sul mio viso mentre dalla finestra osservavo quei petali calpestati e strappati che seguivano l’andamento dei solchi creati dal ferro affilato. Sembrava quasi che qualcuno si fosse divertito a seguirmi e lanciarli in giro mentre io arrancavo cercando di sollevare Nozomi Distrutto...anche questo distrutto... – strinsi tra le dita la tazza – Da oggi non prenderò più ordini da nessuno. Soprattutto dalle spade o dagli oggetti in genelare! .

    Finii di fare colazione mangiando avidamente un paio di biscotti e trangugiando il resto del latte presente nella tazza. Avevo preso la mia decisione, quel giardino sarebbe dovuto tornare più simile possibile a come era stato lasciato.

    Avendo trovato lo scopo della mia giornata mi rimboccai le maniche. Indossai dei vestiti vecchiotti, così da non dovermi preoccupare se si fossero sporcati o strappati e mi recai nel seminterrato, era lì che di solito la mamma riponeva i vari attrezzi per pulire oltre che alle cose ormai vecchie e inutilizzate. Rovistai per un po’ di tempo tra quella roba polverosa in cerca di una pala, un rastrello e magari qualche sacchetto di semi, così da poter ripiantare almeno una parte di quei fiori che avevo distrutto. Mia madre era solita tenere questo genere di oggetti all’interno di un piccolo bauletto di legno, su cui vi erano diversi decori floreali ed anche un po’ troppo pacchiani a parer mio. Fu proprio grazie a quei colori sgargianti che riuscii a trovarlo, se ne vedeva un lato fuoriuscire da una catasta di oggetti ammassati lì da chissà quanti anni – “Non sarà per niente facile recuperalo…” – sospirai tirandomi su le maniche e accucciandomi in mezzo a tutta quella polvere.

    Ad ogni oggetto che muovevo, o per semplicemente muovendomi, la stanza si riempiva di una nebbiolina bianca che mi faceva bruciare gli occhi o mi causava una scarica di starnuti che non facevano altro che farmi affogare ancora di più in quel polverone – ”Che cavolo mamma! Non potevi tenerli in qualche posto in giardino come fanno tutte le persone normali?!” – continuavo a lamentarmi mentalmente, dato che il solo aprire la bocca mi avrebbe provocato una sensazione simile a quella di affogare. Così, spostando un oggetto dopo l’altro, riuscii a riportare a galla quel piccolo cofanetto e dopo averci passato la mano sopra per togliere la polvere in eccesso, lo portai al piano di sopra insieme agli altri oggetti che ero riuscita a recuperare, non volevo rimanere neanche un minuto di più in quel covo di acari e muffe.


    Speriamo che dopo tutta questa fatica dentro ci sia qualcosa di bello, tipo un fiore super raro o che so io... - nonostante la mia curiosità, non avevo mai rovistato nella roba dei miei genitori, nè da vivi né da morti… nel primo caso perché, se lo avessi fatto, solo dio sa in mezzo a che casino mi sarei andata a cacciare. Nel secondo, invece, era perché sarebbe stato come andare a scavare nei ricordi e probabilmente non ero ancora pronta per affrontarli a viso aperto.

    Esitai ad aprire quella piccola scatolina di legno, sapevo che alla fine ci avrei trovato solo qualche seme o strumento per il cucito, ma… era dannatamente difficile farlo.

    Presi fiato e distogliendo lo sguardo lo aprii, neanche ci fosse stata una bomba pronta ad esplodere lì dentro, e cavolo all'inizio ho pensato di avere ragione! Non appena alzai il coperchio ne fuoriuscì un suono che a primo impatto mi sembrò raccapricciante, tant'è che sobbalzai e lasciai cadere a terra il cofanetto -
    Che cavolo! Dovevo lasciarlo dov'era! - mi portai una mano dietro la testa, per colpa dello spavento avevo tirato una testata contro uno stipo della cucina.

    Per un momento presi seriamente in considerazione l'idea di aprire la porta dello scantinato e di lanciare quel maledetto oggetto lì sotto, per non rivederlo mai più. Ma proprio mentre lo stavo afferando con tutta la violenza e la rabbia che avevo in corpo mi pietrificai. Un foglietto cadde leggero ai miei piedi, mostrandomi qualcosa che avevo dimenticato...forse l'unico ricordo felice che mi rimaneva della mia famiglia.
    Rimasi a fissare quel viso sorridente mentre le lacrime avevano già iniziato a rigare le mie guance -
    Nonnino... - quelle parole uscirono come un sospiro dalla mia bocca. Mi mossi come una marionetta nelle mani del proprio marionettista, raccolsi la foto e la posai sul tavolo della cucina insieme al piccolo scrigno, con una mano cercai qualcosa dietro di esso. Un ingranaggio, che ruotando emetteva un rumore simile a quello di una piccola rana...posai i gomiti sul tavolo e mi portai le mani sotto il mento, piegando leggermente la testa di lato.

    Un ultimo sospiro e poi sollevai di nuovo il coperchio. Una melodia avvolse la stanza ed io mi lasciai cullare da quelle note leggere che accompagnate all'immagine del mio nonnino riempivano la casa e contemporaneamente... il mio cuore.


    CITAZIONE


    Edited by Haruy - 14/12/2015, 17:51
     
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    La melodia continuò a ripetersi per diverso tempo, non mi sarei mai stancata di ascoltarla, era l'ultimo ricordo che ci era rimasto del nonno. Io in realtà non lo avevo mai conosciuto, o meglio, di lui mi erano rimasti solo dei ricordi sbiaditi dal tempo.
    La mia memoria riusciva a trattenere a stento quei pochi anni che ero riuscita a passare insieme a lui, era venuto a mancare quando ne avevo solo sei, ma una cosa che non mi sarei mai dimenticata era proprio il suo sorriso... probabilmente l'unico sincero che mi era stato rivolto nel corso della mia vita.

    Shōmei, si chiamava così, era il padre di mia madre ed era completamente diverso dal mio. In effetti il loro rapporto non è mai stato dei migliori, il nonno non era una persona "normale" o almeno così lo definivano i miei genitori. Aveva un modo di fare molto particolare ed eccentrico, infatti crescendo, tutta la mia famiglia cominciò a prendere l'abitudine di paragonarmi a lui. Pensavano che io mi arrabbiassi perchè considerassi il nonno al loro stesso modo: "un vecchio eccentrico e poco affidabile", ma la verità era che io mi arrabbiavo perchè non volevo associassero i miei sbagli alla figura dell'unica persona che mi faceva sentire accettata e... in un certo senso, speciale.

    Il nonno era un grande guerriero, riconosciuto in tutta Kumo per il suo particolare stile di combattimento. A quanto pare era in possesso di qualche tecnica speciale o qualcosa di simile, ma non era mai stato un'amante del combattimento e cercava sempre di svignarsela appena possibile
    - Come posso capirti nonnino... - passai la mano sul legno invecchiato e logorato dalla polvere quasi come ad accarezzarlo - Anche io provo sempre quella sensazione... combattere è davvero qualcosa di inutile... - la mia mano superò il piccolo contenitore di legno, andandosi a posare sulla fotografia ingiallita - La mamma non ha mai voluto raccontarmi nulla di te... ma io ho ancora qualche ricordo - sorrisi mentre con un dito ridisegnavo i lineamenti di quel viso immortalato chissà quanti anni prima - Mi ricordo che eri sempre gentile e che ogni volta che sbagliavo qualcosa durante gli allenamenti o che cadevo a terra, venivi sempre ad aiutarmi... - feci una piccola pausa - Mi porgevi la mano e mi asciugavi le lacrime dalle guance dicendomi: "Sei proprio la mia nipotina, vedrai sarai la migliore della famiglia Muzai". E poi mi rivolgevi un sorriso... - passai il pollice sulla foto per liberarla completamente dalla polvere - Era un sorriso molto simile a questo - feci una risatina - Ed io non potevo fare a meno di smettere di piangere, anche se non riuscivo a capire quelle tue parole.. e a dirla tutta nonnino... non ci riesco neanche adesso... - abbassai lo sguardo fissando le tavole di legno che componevano il tavolo della mia cucina - Perchè pensavi questo di me..? - la musica continuava a farmi naufragare in quei ricordi - Mi ricordo persino che dopo tutti quegli allenamenti andati male, mi portavi fuori con te per comprarmi un lecca lecca o qualche dolcetto... "Il premio dopo tutti quegli allenamenti faticosi"...sono diventata golosa per colpa tua - sorrisi alla fotografia neanche quest'ultima potesse rispondermi - Da quando sei andato via ho continuato a comprarmi quella roba da sola, ogni volta che finivo un allenamento o ogni volta che qualcuno mi disprezzava e trattava male, ho sempre cercato di starti vicina e pensavo che quella roba potesse aiutarmi... - appoggiai la fronte sul tavolo, le lacrime cominciarono a gocciolare sul pavimento - Se ho continuato ad allenarmi è stato solo per te nonnino, è stato solo perchè tu hai sempre creduto in me...perchè tu non mi hai mai abbandonata...e sono certa che saresti rimasto qui se avessi potuto - strinsi i pugni battendoli sul tavolo - ma la vita è così ingiusta con me! - afferrai la foto fissando i miei occhi in quelli del ritratto - Non ci sto riuscendo nonno... non sto diventando brava... non sto vincendo un bel niente...anzi...sto solo collezionando fallimenti... - ormai avevo iniziato a singhiozzare pesantemente, le parole mi uscivano a malapena e quella musica iniziava a farmi del male più che a darmi conforto. Così in preda alla disperazione cercai di chiudere il coperchio, che però mi ricadde sulle dita facendomi parecchio male e costringendomi a tirare la mano indietro di scatto.

    Quel movimento fece risollevare il coperchio che, a sua volta, faceva continuare la melodia del carillon...quasi come se fosse posseduto. Ma quel piccolo evento mi fece tornare in mente una cosa, una cosa che mio nonno mi aveva ripetuto così tante volte che era rimasto impresso a fuoco nella mia mente -
    Devi smetterla di cercare di essere qualcun altro. Riuscirai a fare tutto ciò che vuoi solo quando inizierai ad essere te stessa, senza limitazioni e senza paura... - mi massaggiai le dita arrossate da quel colpo inaspettato - Nonno... - raccolsi la foto che avevo fatto cadere a terra con la folata di vento causata dal mio gesto con la mano - E' così che tu sei riuscito a diventare un ninja..? - il carillon smise di suonare proprio in quel momento, probabilmente era semplicemente finita la carica, ma per me fu un segno inequivocabile che il mio nonnino stava cercando di inviarmi - Lo farò allora. Non per i miei genitori, nè per i miei fratelli... lo farò per te. Perchè tu hai sempre creduto nelle mie capacità... ed io riuscirò a dimostrare a tutti che avevi ragione. - mi asciugai le lacrime e riposi la fotografia all'interno del cofanetto.

    Decisa a portare a termine ciò che avevo stabilito sin dall'inizio, portai il piccolo carillon fiorato nella mia camera e passai il resto del pomeriggio a sistemare il prato fuori casa, ma con una piccola variazione.
    Le parole del nonno mi avevano ispirata, capii che sarebbe stato inutile far tornare quel giardino come una volta, così come sarebbe stato inutile cercare di far sembrare quella casa così com'era quando ci vivevo con i miei genitori. Ormai ero sola, e quella casa era mia, così come la mia vita.
    Per questo tutto ciò che avrei ricostruito o comprato da quel momento in poi sarebbe stato a mio gusto personale, per farmi sentire più a mio agio in quella casa e soprattutto con me stessa.

    Decisi che non avrei recuperato Nozomi almeno per un po' di tempo, quello necessario a ritrovare un'equilibrio mentale e soprattutto il mio personale stile di essere ninja.
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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