Un deserto di sentimenti

P.Q. Nabune Muzai

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  1. Haruy
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    CITAZIONE
    Parlato Utagai
    Pensato Utagai
    Parlato Nabune

    Ormai eravamo lontani da Kusa e dall'immensa prateria in cui, questa stupida ragazzina che mi porto sulle spalle da giorni, aveva deciso di tentare di morire. Non riesco ancora a spiegarmi come le sia potuto venire in mente di sfidare una ragazza come Alessa, la differenza di forza fisica tra loro era palese e per quanto Nabune non sia chissà che genio pensavo non avrebbe mai fatto una cosa tanto avventata.

    Per l'ennesima volta uno dei suoi ciuffi rossi fece capolino nella mia visuale interrompendo il mio cammino. Nonostante le facessi più di un'iniezione al giorno per farla tornare in forze e le medicassi quotidianamente le ferite, continuava a dormire sulla mia schiena. Devo essere sincero, ad un certo punto sono addirittura arrivato a pensare che lo facesse apposta, magari per evitare la fatica di quel lungo viaggio o per avere un trattamento privilegiato dato il clima insopportabile. Ma conosco questa nanerottola e credo che stavolta fosse arrivata definitivamente allo stremo delle forze, consumandone fino all'ultima goccia.

    Continuai a portarla in spalla fino al terzo giorno di cammino, in cui, avendo capito che probabilmente si sarebbe svegliata alla fine del viaggio, avevo deciso di usare uno di quegli affari composti da diverse fasce. Di quelli che di solito si usano per portare dietro la schiena dei grossi vasi o cose del genere. Ne avevo uno nello zaino perchè contavo di comprare cose abbastanza ingombranti una volta arrivati a Suna e fare l'intera traversata del deserto con quella roba tra i piedi non sarebbe stato molto comodo.

    Chi avrebbe mai immaginato che, in realtà, il carico sarebbe stato quella scema Nabune?

    Comunque, ogni mattina la adagiavo in questa sorta di "sedia" fatta di fasce che la faceva rimanere ben salda alla mia schiena e mi permetteva di procedere verso la nostra meta molto più velocemente, oltre al fatto che in questo modo riuscivo anche ad avere la mani libere, che probabilmente era la parte più vantaggiosa della cosa. Questa mia scelta aveva un piccolo lato negativo però, non sapevo che la pelle di Nabune fosse così delicata e...a lungo andare a forza di rimanere stretta in quella specie di imbragatura, nelle zone in cui la sue pelle era a contatto con le fasce erano apparsi degli arrossamenti che seguivano quella forma. - "Sei fin troppo delicata maledetta nanerottola...spero non se ne accorga nessuno, potrebbero pensare io ti abbia legata per giorni mentre eri incosciente!" Quel pensiero mi faceva rabbrividire, non tanto per il fatto che gli abitanti di Kumo mi avrebbero potuto etichettare come: "Maniaco", "Stupratore" e robe del genere. Avevo il fottuto terrore della reazione di quella Nabbona! Come minimo mi avrebbe fatto esiliare per sempre dal villaggio - Ed io che mi sto ammazzando per portarti fino a Suna!. Per fortuna quei segni si erano formati solo intorno alle cosce e Nabune era solita indossare dei pantaloni lunghi almeno fino al ginocchio, io li avevo notati solo quando le avevo cambiato i vestiti. Già.

    Dato che doveva incontrare qualcuno, mi ero preso la libertà di rovistare nel suo zaino, non volevo lasciarla con i vestiti insanguinati e sporchi. Le avevo scelto una canotta a righe bianche e rosse che le facevo tenere durante le ore calde della giornata, senza contare che in quel modo non avevo neanche bisogno di spogliarla per cambiarle le bende, mentre la sera le mettevo su una felpa color verde smeraldo. Aveva attirato subito la mia attenzione, forse perchè mi ricordava il colore dei suoi occhi, o forse perchè in mezzo a tutto quel deserto mi sarebbe piaciuto trovare un albero sotto cui poter riposare e godere della sua fresca ombra. Non saprei dirlo per certo. Mentre per la parte inferiore le avevo semplicemente messo dei pantaloni puliti, neri e molto simili a quelli che già aveva. Speravo non si accorgesse almeno della parte inferiore, io volevo fare una buona azione ma sapevo che Nabune avrebbe pensato solo al lato negativo della cosa.

    Passò un'altra notte e la mia "compagna" ancora non si decideva a riprende i sensi - Buongiorno Maledetta Nanerottola! - mi ero ridotto a scherzare da solo, quel viaggio non era certo uno dei più piacevoli: caldo, sudore, sete e a volte allucinazioni. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che avessi un peso morto sulle spalle e che ero solo come un cane, penso sia abbastanza chiara la mia condizione mentale ed il perchè mi mettevo a parlare con una ragazzina svenuta. Ma ciò che in realtà mi rendeva il viaggio più difficile era il momento in cui dovevo cambiare le fasciature a Nabune, non che la cosa mi mettesse in imbarazzo, anche se ancora non mi spiego come faccia questa ragazzina a nascondere sotto i suoi vestiti quella quantità di... "grazie". Ma per la remota possibilità che proprio mentre la stavo per toccare, quella pazza di svegliasse iniziando ad urlarmi contro chissà cosa.

    Quella mattina non era diversa dalle altre. Mi ero alzato di buon ora per rimettermi in viaggio, ero distrutto e tenere Nabune attaccata alla schiena mi faceva soffrire ancora di più il caldo costringendomi a fermarmi molte più volte del previsto

    Mi chiedo per quanto tempo tu abbia ancora intenzione di dormire. - era una frase che dicevo almeno una volta al giorno, speravo si svegliasse anche perchè da quando era svenuta, nonostante la maledicessi per farmi fare tutta quella faticaccia, non ho mai smesso di preoccuparmi per lei - "Sarà stata la scelta giusta farle affrontare questo viaggio nonostante le sue condizioni fisiche?...Forse sarebbe stato meglio se l'avessi portata in infermeria..." - mi ero lasciato trasportare dalle emozioni, non mi capita spesso di farlo, ma quella ragazzina aveva qualcosa che mi spingeva a fare cose che di norma non avrei neanche pensato e quindi volevo aiutarla a realizzare un suo desiderio - Spero che almeno ne valga la pena, per incontrare questo "Kuroda Akasuna"... - ero riuscito a scoprire l'identità di quel tizio a forza di rovistare nello zaino di Nabune alla ricerca di vestiti e qualche provvista, stavo facendo il doppio della fatica quindi era suo dovere condividere con me le sue vivande!

    Fatto sta che avevo trovato il biglietto di un concerto che avevano fatto tempo fa a Kumo. Nabune non mi da l'impressione di essere una persona che si interessa a questo genere di cose e quindi aveva attirato particolarmente la mia attenzione. Subito dopo il titolo dello spettacolo c'era una riga che diceva: "Con la partecipazione speciale di: Kuroda Akasuna, Jonin di Suna ed esperto marionettista!", non mi ci volle molto per fare due più due, anche se non riesco ancora a capire come Nabune sia riuscita a conoscerlo e soprattutto ad affezionarcisi, dopotutto si erano visti una volta sola - Valla a capire questa Nabbona... - le scostai delicatamente una ciocca dal viso - A quanto pare nessuno riesce a resistere alla sua graziosità - le feci un sorrisetto, queste cose non gliele avrei mai dette se fosse stata cosciente, ma per fortuna continuava a dormire come un ghiro.

    Dopo diverse ore di cammino era arrivato di nuovo il momento più odiato della giornata: "Il cambio della medicazione". L'ansia mi divorava ogni volta che dovevo appartarmi con lei per evitare che la sabbia le infettasse le ferite, ma se volevo che guarisse non avevo altra scelta, era mio dovere curarla, così, non appena avvistai una specie di grotta rocciosa mi ci fiondai, l'ombra diede un po' di sollievo alla mia pelle arrossata, tirai fuori il futon e ci adagliai sopra la ragazza, per iniziare la procedura.

    Mi voltai verso il mio zaino per prendere il necessario per la medicazione, ignaro del fatto che il mio incubo peggiore stava per diventare realtà.

    DESERTO! - "E' la fine..."
     
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  2. Haruy
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    CITAZIONE
    Parlato
    Pensato
    Utagai

    Ripresi i sensi - "Di nuovo in ospedale immagino...chissà se avrò di nuovo ulrlato come una pazza..." - quel pensiero mi fece avere qualche ripensamento sull'aprire gli occhi o sul dire qualsiasi parola, se fossi stata fortunata e avessi finto di dormire magari mi avrebbero dimessa senza constringermi ad affrontare dei medici indispettiti dalla mia follia.

    "Sicuramente Utagai verrà a prendermi fra poco" - avevo i muscoli intorpiditi, probabilmente ero rimasta nel letto per parecchio tempo, anche se l'ultima volta che ero stata in ospedale non avevo avuto quella sensazione - "Avranno dovuto fare qualche strana procedura per tenermi ferma..? Oppure non faceva effetto l'anestesia come l'ultima volta...?" - mossi leggermente la mano, ero appoggiata su qualcosa di morbido, sicuramente un futon, però non ricordavo che negli ospedali li usassero - "Mi avranno dovuta chiudere in isolamento? O cose del genere?" - man mano che riprendevo possesso del mio corpo mi resi conto che in quella stanza faceva più caldo del solito, un caldo che non avevo mai sentito fino a quel momento - "Soffriranno il freddo da queste parti? Sembra quasi di stare nel deserto!"

    Sgranai gli occhi - DESERTO! - mi alzai di scatto e le ferite sul petto risposero a quel mio movimento con un dolore acuto che mi fece ricadere sul futon. Mi toccai le ferite, erano state fasciate e qualcuno mi aveva cambiato i vestiti e quel qualcuno poteva essere solo una persona - UTAGAI! - mi voltai verso il mio senpai che stava rovistando nel suo zaino.

    Ch-che cosa cavolo vuoi farmi?! - Utagai aveva in mano delle bende e delle strane siringhe - Per quanto tempo sono rimasta incosciente?! CHI MI HA CAMBIATO I VESTITI?!

    Nabune. Vuoi smetterla? - il ragazzo si avvicinò, probabilmente troppo dato il mio stato di allerta di quel momento - No! NON TOCCARMI! - mi alzai barcollando leggermente, il solo pensiero che il mio senpai mi avesse cambiato i vestiti mi faceva sentire in imbarazzo e faceva aumentare vertiginostamente il mio odio nei suoi confronti - "Come se la situazione non fosse già precipitata dopo che sei intervenuto nel mio allenamento..."

    Utagai aveva l'aria stanchissima e grondava di sudore - Nabune, lascia che ti cambi la fasciatura. Siamo quasi arrivati a Suna, una volta lì potrai evitarmi per tutto il tempo che ritieni opportuno.

    Come sarebbe a dire che siamo quasi a Suna?

    Allora avevo ragione, eravamo davvero nel deserto - "Perchè mi ha portata in un posto simile?!" - iniziai a rendermi conto di ciò che ci circondava, il caldo era insopportabile e man mano che il mio organismo riprendeva le sue normali funzioni la sete diventava sempre più forte

    Come siamo arrivati fino a qui? - mi voltai verso il ragazzo dalla barba ed i capelli spettinati, sembrava veramente distrutto, era possibile che mi avesse portata in spalla per tutto quel tempo? - Come siamo arrivati fino a qui Utagai..? - in realtà facevo fatica anche a sostenere il suo sguardo, un misto tra odio ed imbarazzo stavano facendo capolino nel mio animo e da esso fino al mio viso, fortunatamente avevo la pelle arrossata dal caldo e non penso che Utagai si potesse rendere conto della cosa

    Secondo te come ci siamo arrivati? Genio. - si lasciò cadere a terra mentre trangugiava avidamente una borraccia d'acqua - Hai dormito per giorni, ti ho dovuta portare in spalla fino a qui. Guarda. - mi invitò a guardare fuori dal nostro "riparo", si intravedeva un gigantesco muro dello stesso colore della sabbia - "Q...quella è Suna?"

    Che ci facciamo qui? - ero indispettita, non avrei mai voluto incontrare Kuroda dopo quello che era successo con Alessa, senza contare che la mia sconfitta era palese grazie alle fantastiche fasciature che avevo sul petto e che la canotta che mi ero ritrovata addosso mostrava generosamente.

    Era qui che dovevamo venire sin dall'inizio. Ma sei scema? - Utagai aveva l'aria seria, ma era fin troppo evidente che fosse felice del mio risveglio, posso solo immaginare che fatica abbia fatto a farsi tutto questo viaggio da solo, ma io non volevo più andare a Suna

    Ma come ti è venuto in mente di portarmi fino a qui nonostante fossi ferita?!

    Ci tenevi tanto a venire q...

    CI TENEVO! Esatto! Nel passato, quindi ora voglio andarmene. Voglio tornare a Kumo e riposare, sono stanca e ferita. - mi posai una mano sul petto, in corrispondenza delle ferite. Mi dispiaceva per il mio senpai, ma lui non sa che genere di persona è

    E Kuroda?

    Che cosa hai detto..?!

    Kuroda. Kuroda Akasuna. Il tizio che volevi incontrare, non si chiama così?

    E tu come fai a sapere il suo nome?! E soprattutto il suo cognome! - ero esterrefatta, Utagai conosceva Kuroda?
    Questa cosa era quasi più grave della sconfitta che avevo subito pochi giorni prima

    Nabune...ma sei veramente così stupida? - tirò fuori dalla tasca il biglietto del concerto di Kuroda

    Ci sei andato anche tu? - "Ma che cavolo sta succedendo? Non mi sembrava di aver visto Utagai in quel posto e soprattutto non credo possa piacergli il genere.."

    Siii....certo...c'ero anche io! Oppure, molto più semplicemente, l'ho trovato nel tuo zaino. - me lo fece penzolare davanti il naso mentre lo teneva in alto sorreggendolo con un dito.

    Chi ti ha dato il permesso di rovistare nel mio...! - mi tornò tutto alla mente, mi aveva cambiato i vestiti - "Lì dentro ci sono anche le mie mutande e....e..." - saltai sopra a quella borsa arancione, appendendomici, e rischiando di rompergli un dito - "Non so se sia più imbarazzante il fatto che questo tizio mi abbia vista mezza nuda, o il fatto che io non abbia mai pensato che su quel biglietto potesse esserci scritto il nome di Kuroda."

    Ma vuoi dartela una calmata?!

    Non toccare mai più la mia roba! - arrossii pesantemente - E non toccare mai più me!

    Lo sapevo che avresti detto questa cosa. - sbuffò - Possiamo evitare le scene di follia e andare semplicemente avanti? Ho bisogno di farmi una doccia.

    Io a Suna non ci metto piede.

    Nabune, non costringermi ad usare le maniere forti. Ormai siamo qui, quindi andrai ad incontrare questo tizio ed io potrò comprare tutto ciò che ho scritto nella mia lista. Mi hai costretto a fare questo viaggio ed ora lo porti a termine.

    Mi strinsi lo zainetto al petto, facendo attenzione a non farmi male - No!

    Nabune. - mi prese per un polso - Ora ti fai cambiare le fasciature e poi andiamo verso quel maledetto portone. - Utagai era veramente seccato dal mio atteggiamento, mi faceva paura

    No! - mi divincolai facendomi non poco male - Lasciami!

    L'hai voluto tu. - mi prese di forza cercando di mettermi una strana imbragatura intorno alle gambe

    Cos'è sta roba?!

    La "COSA" che mi ha permesso ti portarti fino qui. - mi aveva davvero portata in spalla fino a lì, assurdo.

    Utagai...

    COSA?!

    Posso camminare...

    Il mio senpai si fermò all'improvviso e fissò i suoi occhi nei miei - Bene allora. Andiamo.
     
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  3. Haruy
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    CITAZIONE
    Parlato
    Pensato
    Utagai
    Altri

    Durante il resto del viaggio rimasi piuttosto silenziosa per colpa di un’agitazione che non riuscivo a gestire. Avevo ritrovato la collana nello zaino e la tenevo lasciando roteare quell’ago smussato fra le dita. Guardandolo mi tornavano in mente tutti i momenti passati con il ragazzo marionetta, i suoi capelli bronzei e quegli occhi di vetro in cui io riuscivo a vedere qualcosa di “vivo”.

    "Ti odio Utagai. Se non avessi mosso il mio senso di colpa con tutta questa storia del "viaggio faticoso" a quest'ora starei a casa mia a dormire!"

    Il mio senpai faceva fatica anche ad alzare i piedi, quel viaggio lo doveva aver stremato più di una delle sue missioni più difficili. Effettivamente io mi trovavo nelle sue stesse condizioni, nonostante ne stessi affrontando solo l'ultima parte: avevo la faccia arrossata dal caldo e grondavo di sudore, avevo il fiatore ed ogni dieci minuti ero costretta a prendere una sorsata d'acqua dalla borraccia, che per giunta era anche l'ultima - "Che io lo volessi o meno, non avremmo mai potuto rifare il viaggio al contrario con queste poche provviste..."


    Il caldo era insopportabile e le mura di Suna si facevano sempre più vicine, non volevo vedere Kuroda, sarebbe stato troppo imbarazzante.

    "Che cosa cavolo dovrei dirgli? Come potrei giustificare la mia presenza qui? Che pensarà di me?...Non potrei mai presentarmi a casa sua così, senza una motivazione valida! Che poi io non lo so neanche dove abiata! MA CHE CAVOLO STO FACENDO?!"

    Tutte quelle domande vennero interrotte da due parole dette da Utagai che mi tolsero il fiato

    Siamo arrivati. - afferrai il polso del mio senpai fermandolo a pochi passi dall'ingresso ed entrai in uno stato di totale panico

    Se una ragazzina che ha fatto la pazza per poi lasciarti andare via ti venisse a trovare, facendosi un viaggio lunghissimo…tu…vorresti rivederla..? - quella domanda mi venì fuori senza che io potessi controllarla.

    Non credo fosse una grande idea chiedere un consiglio simile ad Utagai dopo avergli urlato contro qualsiasi cosa

    …mmmmh…

    No, vero? Sarebbe una cosa stupida e assurda… - non gli lasciai il tempo di rispondere

    Già! Allora tu entra pure, io ti aspetto qui. - mi guardai intorno, ero circondata solo da sabbia - Insomma troverò un posto dove stare. - sfoderai uno dei sorrisi più falsi che avessi fatto in tutta la mia vita, mentre il sudore continuava a gocciolarmi dalla fronte.

    Come mi era venuto in mente di andare a trovare Kuroda se lui mi aveva detto chiaramente che non sarebbe voluto essere mio amico? O comunque… se ne era andato senza pensarci su neanche un secondo, mi aveva già fatto come regalo quelle due tecniche e soprattutto aveva già sopportato il mio assurdo modo di fare, perché avrei dovuto infastidirlo anche a Suna?

    Si penso che sia un'ottima idea! - mi voltai - Buona permanenza Utag-...

    Mi sentii sollevare da terra, Utagai mi aveva presa all’altezza dello stomaco. Mi ritrovai a fissare il pavimento che si muoveva parallelamente sotto di me

    Ma anche no, Nabune Muzai. Tu entrerai in questo dannato villaggio ed andrai a trovare quel dannato tizio!

    Non voglioooooooo!!!! - iniziai a dimenarmi, cercando di liberarmi da quella presa, ma eravamo già arrivati al cospetto delle guardie del villaggio.

    Salve, sono Kozuno Utagai Jonin di Kumo e lei è Nabune Muzai, una mia allieva - a quelle parole mi mollò a terra - Saluta Nabune.

    Salve. - misi il broncio, ormai mi aveva incastrata, non potevo mettermi a frignare davanti alle guardie del villaggio.

    Il mio senpai gli porse alcune carte - Siamo qui per visitare il villaggio e salutare un nostro vecchio amico. - mi rivolse uno sguardo di intesa intimidatorio

    Già. - sorrisi - Ma principalmente per visitare il villaggio. - incrociai le braccia scocciata ed Utagai mi diede una piccola spinta - Nabune! - mi riprese a bassa voce

    Ha un bel caratterino la signorina, eh? - uno dei due uomini mi rivolse uno sguardo divertito ed amichevole, non sembrava cattivo

    Eh...per fortuna durante il viaggio ha dormito per tutto il tempo, non è così, Nabune? - Utagai aveva ritrovato il suo atteggiamento dispettoso e fece scoppiare in una risata l'uomo al dilà del bancone

    Non volevo dormire per tutto quel tempo! E' che mi sono stancata durante l'allenamento con Alessa!

    Certo Nabune. Certo, hai assolutamente ragione - mi diede due buffetti sulla testa, non facendomi finire di parlare

    Ahahahaha ve le siete date di santa ragione tu e quell'altra ragazza, eh? Per fortuna il tuo senpai ti ha rimessa in sesto - mi fece l'occhiolino - fino ad ora ho visto pochissimi ninja avere un rapporto studente-insegnante come il vostro. Sei fortunata ad avere un senpai così amichevole, piccola Nabune...- Quel signore doveva di sicuro avere dei figli, perchè il suo atteggiamento era molto parteno. La cosa non poteva che farmi piacere, dopotutto sentivo molto la mancanza dei miei genitori e ricevere quel tipo di "attenzioni" una volta ogni tanto riuscì a mettermi di buon umore

    E' vero signore... - gli feci un sorriso - Le prometto che la prossima volta che verremo a Suna non sentirà più una lamentela da parte sua. Sarò bravissima! - rivolsi il mio sguardo ad Utagai che sembrava abbastanza soddisfatto della mia risposta.

    Mentre noi continuavamo a perderci in quella piacevole chiacchierata, l'altra guardia aveva eseguito tutti i controlli necessari a farci entrare nel villaggio e ci diede il via libera.

    Grazie mille, siete stati gentilissimi!

    Arrivederci signore! - lo salutai con un cenno della mano

    Ciao ciao Nabune. - lui fece lo stesso rivolgendomi un grosso sorriso.

    Mi voltai. Davanti a noi si ergeva l’entrata di Suna: delle enormi pareti di roccia e sabbia scavate a gradoni, al cui centro era presente un’enorme fessura che ci avrebbe condotti all’interno del villaggio.

    E se lo incontrassi davvero?

    Kuroda dici?

    Si...

    Eeeh.... - Utagai sbuffò e mi tolse la collana dalle mani - togli il "se", lo incontrerai. - iniziò a correre, probabilmente utilizzando le ultime forze che gli erano rimaste.

    UTAGAIIII! - io feci lo stesso, in modo molto più goffo e malandato - "Maledetti allenamenti! Quando torno a casa devo dirglielo a Nozomi: Ecco cosa comporta allenarsi!"

    Le forze mi abbandonarono subito, un po' per colpa del caldo, un po' per colpa delle mie condizioni fisiche e fui costretta a rallentare quando ormai eravamo arrivati al centro della piazza.

    Tutto qui Nabune? - Utagai si fermò a sua volta, rimanendo molto distante da me

    Tutto qui cosa?! Cosa ti aspettavi che facessi?! LASCIA QUELLA MALEDETTISSIMA COLLANA! - mi misi a sedere a terra, tentando di riprendere fiato. Utagai stava per aggiungere qualcos'altro, ma non gli lasciai il tempo di farlo

    Anzi, sai che ti dico? Non importa. Non me ne frega niente... TIENITELA. Sai perche? Perche tanto a lui non sarebbe importato nulla di quella roba, anzi , probabilmente mi avrebbe pure preso per pazza. Che diamine sono venuta a fare qui? PERCHE’ HO DECISO DI VENIRE A TROVARTI?! MALEDETTO KURODAAAAA!

    A quell’urlo piombò il silenzio su tutta la piazza e tutti mi fissavano come se fossi una pazza appena uscita dal manicomio - "Fico, mi sembra quasi di essere tornata a Kumo..." - anche Utagai era rimasto a bocca aperta con la collana che gli penzolava da una mano

    “Perfetto! Voglio dire…non poteva andare meglio di così, no?!”

    Questa finisce qui :fifi: la seconda parte la faccio insieme a Lord in un'altra discussione, che aprirà lui appena sarà libero :D Grazie a chiunque assegnerà l'exp
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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