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Per Perceptio

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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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    Chizuru Yoshimoto, è stato richiesto il suo intervento nei sobborghi di Ame. Da qualche giorno ci è giunta notizia che la quiete delle tende è stata turbata da un manipolo di tizi di poco conto, l'unico problema è che continuano a sfuggirci. Il tuo compito è individuarli ed informare subito le autorità competenti, potresti iniziare le tue ricerche dal Distretto 19 se preferisci.

    Concilio di Ame

     
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  2. Perceptio
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    Fury voleva fare un nuovo PG, se si può, vorrei aspettare lui e condividere la missione.


    Erano circa le 5 del pomeriggio. Giravo per il mercato di Ame, dirigendomi un po' di quà e un po' di là curiosando tra le spezie e i profumi del mercato, che uniti all'odore della pioggia che sempre caratterizza il mio villaggio, risultava per me una fragranza simile all'ambrosia degli dei. Mentre mi trovavo al banco della signora Miyako, che quel giorno era pervaso di zenzero, cannella e, seppur delicata, di camomilla, pensavo che quella doveva essere proprio una bella giornata. La pioggia era leggera e quasi t'accarezzava, e intravidi qualche sorriso persino tra i mendicanti, che raramente ricevevano qualcosa per sfamarsi in quel crogiolo di miseria che era oramai Ame. Ad un tratto, sentii una musica provenire da un angolino del mercato un po' isolato, dove si trovava un vecchio dagli occhi di vetro, cieco, che suonava uno strumento simile ad un flauto traverso. La sua melodia era molto dolce, leggiadra e sicuramente ipnotica, e fu per questo che, senza accorgermene, mi ritrovai attirata a bocca aperta verso quella melodia. Erano passi lenti, ma a me sembrarono un'istante. Per una decina di minuti, o forse di più, non mi accorsi del tempo che passava.
    Ad interrompermi dal mio splendido miraggio, fu un ragazzino dai capelli lunghi ed intrecciati, che mi tirò per un braccio, probabilmente dopo avermi chiamato numerose volte, e non avendo ricevuto alcuna risposta, imbambolata com'ero.
    Scrollai la testa, e finalmente risposi.
    Cosa posso fare per te, giovanotto?
    Sono un messaggero dell'Alleanza, mi hanno mandato a cercare una genin di nome Chizuru. Sei tu? O, forse, la conosci e sai dove posso trovarla?
    Appena sentita la parola "Alleanza" storsi la bocca. Per un momento ebbi il forte impulso di rispondere che no, io non ero una genine non mi chiamavo Chizuru. Ma non sarebbe stato un atteggiamento da vigliacchi, forse? L'idea abbandonò immediatamente la mia mente. Sì, sono io. Di che si tratta?
    In realtà, non ne ho idea! Sono qui solo perché mi hanno promesso una trottola di legno.
    La mia bocca storta si tramutò in un espressione di vero disgusto. Una trottola. Di legno. S'erano proprio sprecati... Non eravamo mica nella preistoria! Che vergogna.
    Presi la missiva e il ragazzino si dileguò immediatamente. Prima di leggerla, mi ricordai che il vecchio flautista proseguiva nell'intonare la sua melodia angelica. Tirai fuori dalla tasca qualche moneta, e la misi nel pentolino di lamiera che il signore utilizzava per chiedere compenso della sua arte, lo ringraziai, ed egli fece lo stesso con me. Mi disse che gli faceva piacere che una giovane ragazza dagli occhi di ghiaccio come me avesse ancora interesse ad ascoltare una vecchia melodia come la sua, e per così tanto tempo. Ci pensai un po', e a quel punto mi bloccai. Come faceva a conoscere il colore dei miei occhi? Glielo chiesi, ed egli sorrise. Ricominciò a suonare, senza darmi una risposta, un motivetto più allegro e ritmato. Perplessa, mi allontanai di qualche passo, e finalmente lessi la missiva:

    CITAZIONE
    Chizuru Yoshimoto, è stato richiesto il suo intervento nei sobborghi di Ame. Da qualche giorno ci è giunta notizia che la quiete delle tende è stata turbata da un manipolo di tizi di poco conto, l'unico problema è che continuano a sfuggirci. Il tuo compito è individuarli ed informare subito le autorità competenti, potresti iniziare le tue ricerche dal Distretto 19 se preferisci.

    Era la mia prima missione. Non seppi mai perché scelsero me e non un qualunque altro genin che, come me, era appena uscito dall'accademia. Forse erano già tutti occupati, ad Ame? Probabile, ma comunque non diedi troppo peso alla faccenda.
    Passai in ricognizione mentale tutte le strade per raggiungere, dal mercato, il Distretto 19. Era un luogo che non frequentavo molto, essendo una zona tra le più inquiete e ormai desolate della città. In circa 5 minuti di cammino, raggiunsi la piazza del distretto. Mi sembrava un buon posto per iniziare a fare domande e trovare informazioni, ma evidentemente il mio giudizio fu troppo avventato. La gente era alquanto schiva, e, sebbene mi ponessi nella maniera più gentile e cordiale che conoscevo, nessuno mi prestava molta attenzione. Al che, decisi di passare a metodi più decisi.
    Mi nascosi dietro un angolo di un vicoletto, il quale dava sulla strada principale, e aspettai che passasse qualcuno abbastanza vicino da poter afferrarlo, e abbastanza debole da fargli paura. Il caso volle che a passare di lì fosse una ragazzina magrissima e bassina, dai capelli color senape, che dimostrava l'età di 17 o 18 anni.

    Dimmi tutto quello che sai a proposito delle rapine alle tende. So che sai qualcosa, non fare scherzi.
    Probabilmente non sapeva completamente nulla, ma tentare non mi costava nulla, no? E poi: suvvia, facevo un po' paura. O almeno credo. In ogni caso l'espressione spaventata che scorsi sul viso della ragazza mi sembrò abbastanza sincera da avere una risposta veritiera. Non volevo farle del male, ma volevo solo un po' di considerazione.




    Edited by Perceptio - 12/11/2015, 20:04
     
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    Io vengo dalla luna che il cielo vi attraversa e trovo innopportuna la paura per una cultura diversa

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    "Quando il mondo non ti sembra più reale..."
    Lo feci scrivere sulla lapide dedicata a mia madre, immaginavo che avrebbe apprezzato la dedica. L'ultima cosa che ricordava era come il mondo fose improvvisamente cambiato per lei e per me.
    Dopo aver fatto la spesa per la mia famiglia, la mia nuova famiglia, presi un po' di fiori dal campo delle vecchie ville del Villaggio e mi recai come ogni Domenica al cimitero.
    E quindi ero lì. A osservare la tomba di mia madre, le donai i gigli che tanto amava e uno di essi lo poggiai dove "riposava" il mio fratellino.
    Mi mancavano?
    A volte. Ed è questa consapevolezza a spaventarmi, mi stavo abituando a non averli più accanto?
    Tirai un sospiro rassegnato e mi rialzai dalla posizione inginocchiata.
    Dovevo spostarmi qualche metro più in là per andare a salutare tutti gli altri. Che allegria, vero? La guerra e la violenza di Ame si erano portati metà della mia vita e l'altra metà cercava di tirare avanti come ogni ragazzo non vorrebbe fare alla mia età, cercando di essere un uomo prima del tempo, cercando di non far preoccupare la famiglia che lo ha adottato per sfamarlo, cercando di non essere dipendente da nessuno per non causare altri problemi e preoccupazioni.
    Lasciai quel luogo solo dopo aver lasciato anche la solita rosa rossa sulla terra in cui era sepolta la mia amata Mera, a cui Ame non ha dedicato nemmeno un misero loculo del vecchio cimitero oramai frequentato dai nostalgici.

    E che possiamo farci? La vita continua no?

    L'unica cazzata che mi faceva continuare ancora a respirare.
    Passai finalmente a casa e mi venne una gran voglia di allenarmi, giusto per non rendere la giornata completamente improduttiva. Varcai la soglia di casa e trovai Jiro e Yumi seduti sul tatami della stanza principale che si rilassavano godendosi una buona tisana fumante.

    Arumin-kun, perché non ti unisci a noi? Tra poco facciamo una bella partita a Shogi!

    Disse Jiro con i suoi soliti modi di fare gentili.

    Non lo assillare! Non può mica stare in casa con noi tutto il giorno! Anzi, sono sicura che vorrà uscire di nuovo, infatti ti ho preparato la tuta e ho messo le tue cose sul letto di là!

    E lei era nonna Yumi, una delle donne più generose e buone del mondo, aveva anche un bel caratterino, ma di certo non oscurava la sua luce.
    Volte come quella mi facevano pensare che Yumi potesse leggermi tranquillamente nel pensiero...

    Eh... Si, infatti volevo proprio andare ad allenarmi, grazie dell'offerta nonno Jiro e grazie a te per la cortesia, nonna!

    Ci scambiammo tutti dei bei sorrisi.

    Sono veramente eccezionali...

    Pensai prima di recarmi in camera mia per cambiarmi. Li chiamavo nonni, ma non avevano alcun legame di sangue con me. Nonostante questo loro e Sonoko, la loro nipote, erano tutto ciò che mi restava a livello affettivo.
    Avevo ancora mio padre, ma era in giro da qualche parte nel mondo a scoparsi una delle meretrici della borgata. Forse persino ignaro di aver perso tutta la sua vecchia famiglia a causa della battaglia conclusiva della guerra.

    Quel bastardo... Se lo avessi tra le mani...

    Cacciai quel pensiero scuotendo la testa. Avrei sfogato la mia ira sul campo d'addestramento che si trovava a pochi passi da casa, nel Distretto 19.
    Nella strada verso la mia meta m'imbattei in una scena singolare: una ragazza ne stava aggredendo un'altra. Cosa c'era di singolare in effetti? Nulla probabilmente, considerando che ad Ame era tutto possibile e le aggressioni erano pane quotidiano.
    La cosa singolare stava nel fatto che non conoscevo minimamente l'aggressore al contrario della vittima che era un'amica di Sonoko. Non ci pensai due volte e corsi verso di loro prendendo in mano il mio kunai.

    Dimmi tutto quello che sai a proposito delle rapine alle tende. So che sai qualcosa, non fare scherzi.

    Avvicinandomi riuscii a sentire bene quello che disse alla spaventata Ryoko. Aveva il coprifronte del Villaggio, così arrestai la mia corsa con intenti offensivi, presi il mio coprifronte dalla tasca e lo legai in fronte per entrare in scena e cercare di capirci qualcosa nella maniera meno violenta possibile, anche se non posai al suo posto il kunai, non si poteva sapere mai.

    Ehi tu! Lasciala andare. Non ne sa nulla degli attacchi alla tendopoli e anche volendo non potrebbe dirti nulla. E' muta.

    A passi lenti arrivai proprio a pochi centimetri dalle ragazze.

    Vai Ryoko, tranquilla, non hai fatto niente. Va da Sonoko.

    Aspettai che l'amica di mia sorella si allontanasse per rivolgermi di nuovo alla mia interlocutrice.

    Anch'io sto cercando di capire a cosa sono dovute queste aggressioni continue. Non c'è bisogno di andare a in giro a spaventare al gente che già ha così paura da guardarsi le spalle ogni tre secondi. Ti aiuto io, sempre se ti va. La tendopoli è Ovest, saranno circa 500 metri, ci metteremo poco tempo. Che ne dici di iniziare ad indagare lì?

    In fondo mi sarei dovuto allenare, quindi "lavorare" era lo stesso e poi volevo davvero capirci anche io qualcosa della faccenda. Solitamente si sa sempre chi sono i malintenzionati del posto, questi invece sparivano subito.
    La osservai meglio, era una ragazza strana, ma i suoi occhi sembravano comunicare una gran nostalgia, non saprei ben descrivere la sensazione. Era un misto tra tristezza e felicità di rivedere una persona cara perduta.
    Dall'abbigliamento non sembrava nemmeno una shinobi e non particolarmente offensiva.

    Ah! Scusa. Mi presento. Sono Arumin, sono un Genin della Pioggia, tu sei?


    Arumin Nikoru

    Se Lord è d'accordo entro in scena anch'io
     
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    La signora guardò i due, loro parlavano, ma lei non poteva capire nulla, l'unica cosa abbastanza chiara era che la kunoichi fosse una pazza, quindi scrollò le spalle e se ne andò a gambe levate. Un'ombra si mosse tra le tende, una scura figura dai tratti fuggiaschi avvolti in una mantella nera. Doppiò velocemente la scattante donna e si frappose tra i due ragazzi. L'atmosfera cupa di Ame sembrò pesare come il piombo.

    -Salve signori, vi ho sentiti da... non che stessi origliando ovviamente.-

    Rise, il suo mantello si piegava fra i rimasugli fangosi senza lasciare impronta o sporcarsi quasi fosse etereo.

    -Passavo e casualmente ho ascoltato questa signorina. Se volete potrei aiutarvi, il benessere di Ame vien prima di tutto!-

    Si ritrasse leggermente di qualche metro, accostandosi alle altre tende e spaventò ben più di una persona con la sua figura spettrale.

    -Va da sé che aiutare Ame voglia dire aiutare i suoi cittadini, ed io ne faccio parte. Non starei qua a dare informazioni a chiunque, ma voi mi state particolarmente simpatici. Diciamo che 300 ryo possono essere un buon accordo, che ne pensate?-

    Attraverso lo scuro cappuccio, brillò un sorriso bianco largo quanto la sua faccia.
    ...


    -Abbiamo un accordo. Sono alcuni signori di dubbia fama proveniente dalle "fognature" di Ame, se capite cosa intendo. Non sono ben visti da nessuno, sono solo un drappello di sconosicuti a cui piace far la parte dei gradassi, se li trovate potete pure farmi un fischio. Ci penserei io.-

    Soffocò una risata, sparendo attraverso le tende quasi fosse fatto di fumo.
    Soldi. I soldi fanno girare il Congo. Potreste sempre convincerlo in altri modi, ma sarò io al prossimo giro di post a decidere se l'abbiate convinto o meno.
     
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    Perceptio si tira fuori dalla missione, continuo da solo appena posso, sempre se sei disponibile
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
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    Chiedo la chiusura della missione. Non credo di poter continuarla.
     
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