[Meeting dei Kage] La non-belligeranza

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    Dalla carcassa fumante della Kusakage portata in braccio dal ninja mascherato, un prepotente sentimento di agonia diede la forza al suo occhio spento di guardare per un'ultima volta alla folla che tanto aveva amato e per la quale era morta. Adesso lo sapeva: lei, Kuroi Yume, stava per morire, e nel farlo capiva di essere caduta vittima di un complotto meticolosamente organizzato per scopi più elevati. I polmoni non avevano la forza di contrarsi, di prendere aria; le vene non pulsavano più, impedendo al cervello di ossigenarsi per muovere il resto del corpo. Ciononostante il risentimento le permetteva di tenere la vista vigile per un momento ancora, l'attimo in cui gli ultimi dei fuorilegge che avevano invaso la sua terra, morivano sotto la fulgida passione distruttiva dei suoi abitanti. Non una sola lacrima. Puro odio. Il resto passò alla storia come il più grande massacro di Kusa. Fatto ai suoi abitanti, per i suoi abitanti, ma soprattutto dai suoi abitanti. L'occasione rende l'uomo ladro. Sempre.

    - Con questo, Zero, ho saldato il mio debito verso te. Sono pronto a dichiarartelo apertamente, difronte a tutti. Poi ti volterò le spalle... Hiraishin no Jutsu! -

    [...]
    Qualche chilometro avanti, la folla aveva smesso di acclamare il suo protettore e liberatore Zero da una manciata di minuti, permettendo lui di varcare la soglia che un tempo attraversava Nube per prendere il posto in comando. Il corpo del mukenin non nascondeva nemmeno una delle cicatrici riportate nell'ultimo mese, facendo del suo volto tumefatto il giusto aspetto di un martire, la cui però vita non era stata stroncata. Questo perchè non si può cantare il dolore dei deboli col profumo dell'invulnerabilità sul petto. Non era una recita. Con il supporto di Natan e Jacque in braccio, percorreva le vie regali del palazzo di potere, con la ferma consapevolezza che d'ora in avanti non sarebbe stato lui a governare, ma il popolo. Niente etica, niente morale, nessuna filosofia di vita. Ogni singolo abitante di Konoha avrebbe scelto impunemente il suo ruolo all'interno di una politica strettamente autarchica e basata sulla mera convinzione che a qualunque azione sarebbe potuta corrisponderne una uguale e contraria. Ma non dall'alto, bensì dal basso. Anzi, dal bassissimo.
    Quindi quale sarebbe stato il suo ruolo d'ora in avanti? Un semplice protettore dei confini. Nessun altro popolo avrebbe dovuto osare intromettersi nella vita dei Konohani.
    Diede in braccio a Natan la ragazzina prodigio, dopodichè barcollò fino alla poltrona del kage, chiedendo che i cancelli della residenza venissero sbarrati. In preda a una fitta si gettò alle spalle la casacca, scoprendo ai suoi occhi e a quelli del suo complice delle spoglie nude e decadenti, nel vero senso della parola: le sue clavicole parevano bucare l'epiderma, l'avambraccio si riempiva di macchie a vista d'occhio, mentre il dorso della mano risultava squamato. Per quanto la visione d'impatto destò una reazione nel bambinaio, altrettanto non fece per il suo accusatore, che intavolò una precisa discussione con un preciso epilogo:


    - [...] Procedi e cucimi


    L'operazione fu un vero disastro. Superfluo descrivere le ore di spasmi e convulsioni involontarie provate da Zero sul lettino delle sue camere, invece è più importante parlare di un dettaglio che continuava a vibrare e lampeggiare sul girello d'acciaio. L'aveva estratta Natan direttamente dal sistema vascocircolatorio del "paziente", descrivendone le dimensioni come "meno di una capocchia di spillo", una lucciola in una città se vogliamo usare una metafora. Eppure splendeva, con un vigore tutto proprio.
    Zero si sforzò tra un fiatone e un altro di prenderlo sul polpastrello, e intimò al compagno di verificarne la natura attraverso un micoscopio. Non c'erano dubbi: un segnalatore di posizione.


    - Una cosa così piccola e insignificante. Chi può avercela messa dentro di te?

    Il mukenin parve non rifletterci molto, eppure continuava a tacere la risposta. Lo fissava dalla lente del microscopio come a volerne captare i segreti dell'universo. Ingoiò la saliva e rispose per metà alla domanda, voltandosi sugli arti metallici:

    - Un'idea ce l'avrei. Anche due in effetti. -

    - Fosse questo il problema più grande..(!)
    Ci servirebbe qualcuno di più esperto per stabilire un vero referto. Io ti posso solamente dire che non ho mai visto nulla del genere. Ho preso un campione del DNA delle tue parti in decomposizione. -


    - ..E? -

    Pronunciò Zero con il maggior disinteresse possibile.

    - Niente. Nessun virus. Nessun batterio. Nessun parassita. Nessuna metastasi. Sono solo cellule in via di decomposizione estremamente naturale.
    Magari approfondendo le analisi sarebbe possibile trovare l'origine della degenerazione in altre parti del corpo, ma ora come ora non sono in grado di darti più ragguagli.
    Potrebbe essere stata colpa di quel dispositivo? -


    Accennò Natan con la testa al localizzatore sul girello, di contro l'interlocutore trovò un curioso modo di reagire alla cosa: riprese posto sul lettino operatorio mettendosi comodo. Solo dopo aver trovato la giusta posizione della cervice, la ruotò in direzione del mulatto e proseguì con le avventatezze.

    - Le cose sono connesse, naturalmente, ma non nel modo in cui credi.
    Risolverò la cosa, la caducità della mia vita non ti riguarda.
    Piuttosto, sono tornati i tuoi bambini da Kusa? -


    L'espressione del bambinaio mutò, e ci fu un motivo. Non era solamente la vita di Zero a non interessare a Natan, anche di tutto il resto non gli importava. Però gli era debitore in un certo senso. I Les Enfants erano divenuti dei mostri. TUTTI. Nessuno escluso. Nessuno avrebbe potuto ucciderli d'ora in avanti, inoltre il mukenin aveva dato loro una casa, un "rifugio" entro il quale non dover sopravvivere, ma "vivere". Ciò che davvero lo preoccupava era il sentiero che volenti o nolenti avrebbero dovuto seguire per opera di Zero. Un sentiero che li aveva appena fatti rientrare da Kusa con buone nuove:

    - Sì, sono tornati. Ufficialmente i mukenin non hanno più un numero tale da poter rappresentare una minaccia per noi.
    La kusakage è morta, e Kusa, tradita dalla loro leader, non sembra intenzionata a nominare un nuovo capo. -


    - Un'autogestione insomma. -

    No, un tuo protettorato.

    - Solo ufficiosamente.
    Tra un mese esatto, trenta giorni precisi, verrà convocato il Meeting del dopoguerra per stabilire i nuovi equilibri di potere. Si terrà a Kiri, e saranno davvero in molti a battersi per questa pace.
    E' ironico, no? I pacifisti attaccano verbalmente gli egemoni, i terroristi, gli invasori, persino i singoli guerriglieri. Eppure solamente attraverso la guerra riescono a conseguire il loro obbiettivo. Spesso e volentieri scagliando la prima pietra. Mi domando se piuttosto che "pacifisti" siano "ipocriti".
    Tu che ne pensi, "bambinaio"? -


    - Penso che se non è la guerra a distruggere i popoli, lo fa qualcos'altro. Nel migliore dei casi loro stessi.
    Adesso tocca a te: ti fidi sul serio di "lui"? Prima ti da la caccia, poi ti libera e infine gioca dalla tua parte. Non da l'idea di un encomiabile "idealista". -


    - E' per questo che mi piace. Di lui non ci si può fidare. Ma del resto tu non ti fidi di me. Nè io di te. Eppure eccoci qui, a collaborare per scopi diversi, uno più egoistico ed egocentrico dell'altro.
    Possiamo dire che la nostra fiducia si basa paradossalmente sul fatto che non ci fidiamo l'uno dell'altro. Non abbiamo bisogno di falsi ideali che ci accomunano, perchè ciascuno sa cosa vuole l'altro. Non ha ritorno dal calpestargli i piedi.
    E' sufficientemente esaustiva come risposta? -


    - Ne esiste un'altra da "Zero"?

    - Quella è la risposta che ti avrei dato normalmente e in altre circostanze.
    Ma il nostro "paladino", ahimè è più "idealista" di quel che lascia a vedere. Mi domando solamente quanto tempo ci metterà a capirlo e a distruggere questo Impero di Carta. -


    - Di cosa sei convinto di preciso? -

    - Di niente al momento. L'unica certezza è il meeting che si terrà tra un mese, dobbiamo essere pronti. -

    - Zero, noi NON abbiamo la forza necessaria per difenderci. I bambini non raggiungono nemmeno le cinquanta unità. Gli eserciti dei villaggi contano migliaia di professionisti. Dalla nostra abbiamo solo Pseudo-Jinchuuriki. E francamente non li manderò a morire per la tua crociata. -

    Gli occhi di Zero divennero arcigni, cupi, focalizzati su un ricordo preciso, una reminiscenza che risolveva il problema del numero. Da disteso nel lettino, si torse il busto fino a cercare nella giubba il diario di Sasuke Uchiha, quando realizzò l'assenza dei suoi effetti personali nei paraggi. Socchiuse lo sguardo ed emise uno sbuffo contenuto, quindi rinunciò all'impresa, prediligendo le parole:

    - Hai mai sentito parlare di Shin Uchiha? -

    Chi al sentir pronunciare quel nome non aberrava emozioni e accapponava la pelle?!
    Un uomo, anzi un esperimento inumano, che aveva sfruttato conoscenze mediche dimenticate per fare innumerevoli cloni di sè, "pezzi di ricambio" per il suo corpo, in caso di bisogno. La storia insegnava che il pazzo venne sconfitto, e i sosia avevano deciso di loro sponte di integrarsi nella società del Fuoco, ma l'incognita su cui di certo puntava Zero era la formula perduta di replicazione umana.
    Natan nel ripetersi la vicenda tra sè e sè ci mise una manciata di secondi a tirar giù il cappello fino agli occhi e a ricomporsi.


    - Non clonerò i bambini. E anche se volessi la formula è stata perduta nei decenni. -

    - Non è affatto andata perduta. Sasuke Uchiha fino all'ultimo giorno della sua vita appuntò ogni dettaglio, ogni storia vissuta nel suo diario. Compreso quel processo.
    Portami il diario e avrò l'esercito necessario. E' ancora nelle carceri, tra gli effetti dei prigionieri. -


    - Odio ripetermi: non clonerò i bambini. -

    - Non cloneremo i bambini, ma i migliori guerrieri in cui ci imbatteremo. Basta un loro capello, una loro unghia. Cominceremo dai cittadini di Konoha.
    La clonazione genera un individuo allo stato di infante e ne accelera la crescita. Passeranno per Les Enfants Terribiles. Instilleremo in loro il potere dei Falsi Cercoteri, e lasceremo i tuoi "figli" nelle retrovie, in modo tale che non rischino la vita.
    Pensaci Natan, è una mano che accontenta tutti! A te i bambini, a me la forza dell'Impero del Fuoco! -


    - Avevi già pensato a tutto, non è vero? -

    - Per quale altro motivo mi sarei già rimesso comodo sul lettino? Dobbiamo pur cominciare da qualcuno, no? -

    - Dimmi, Zero: quali sono i tuoi limiti?! -

    - E' questo il punto: non ne ho.




    E come anticipato trascorsero nè più nè meno di trenta giorni prima che le porte di Kiri si aprissero completamente alla presenza dei funzionari più importanti nella gestione dei nove villaggi ninja: i Kage. Ciascuno di loro doveva essere accompagnato da non più di un membro onorario a protezione dello stesso, e Zero aveva già scelto il suo "secondino". Non era Natan. Non era Jacque. Non era Nonubu. Ma un vecchio anziano rachitico, con lunghe vesti strascicanti nere. Pelato sul capo, eppure con lunghe e folte sopracciglia a coprirgli persino gli occhi, che dall'esterno sembravano in costante chiusura. Sempre a viso chino e a mani riposte nelle manicone, seguiva il passo del suo condottiero alla stregua di un Gran Visir orientale pieno di cicatrici di guerra, segno del suo essere veterano. Al contrario suo a distanza di un mese Zero aveva abbandonato le sue spoglie da "prigioniero" in virtù di un aspetto decisamente più regale: tunica lunghissima e candida a copertura del calzare, motivi aurei sparsi per il panneggio abbondante, corona di alloro a cingergli parzialmente il resto del capo, ma soprattutto capelli mossi e fluenti fino al petto. Sotto, una semplice cotta di maglia invisibile a occhio esterno per l'abbondanza delle sopravesti.
    Con una tale maestà si presentava alle guardie di Kiri, dando come prova del suo titolo il cappello tradizionale da Kage posto sul dorso. Nel tragitto avrebbero potuto incontrare chissà quanti male intenzionati, ma la pulizia di 30 giorni prima aveva lasciato un segno tangibile tra le terre ninja. I criminali erano stati ridotti all'osso, e non si aveva più traccia di briganti se non negli interni dei villaggi. La minoranza di questi ultimi temeva fin troppo le ripercussioni del mondo "organizzato".
    Il "Guerriero" esordì:


    - Io e il mio generale siamo giunti da Konoha in qualità di rappresentanti dell'Impero del Fuoco, che al suo interno racchiude anche il Paese dell'Erba. Esigo di partecipare al Congresso.



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    Postino i rispettivi Kage dei luoghi o chi ne fa le veci.
    Per quanto mi riguarda esporrò narrativamente gli esiti di Konoha e Kusa degli ultimi 30 giorni on-gdr.
    Naturalmente me li inventerò e sarò più verosimile possibile. Ognuno dovrà fare altrettanto, perciò i contesti dei villaggi li riscriviamo ora. Gli utenti dovranno attenersi a queste "modifiche".


    Edited by Zérø - 16/10/2015, 19:25
     
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    Qualche giorno prima...

    E' come ti dicevo... I criminali di tutto il mondo sono stati decimati, non come in una battaglia, ma come formiche schiacciate da un bambino!

    Colui che parlava era Rizer, uno della nuova task force del Villaggio della Nebbia: la "Suicide Mist"
    A seguito di alcuni eventi in cui era stato di fondamentale aiuto il tempestivo ritorno di Shaku Hoozuki, Kiri aveva ottenuto molto più prestigio e molto più denaro di quanto non ne avesse mai avuto e questo grazie al fatto di essere riuscito a sistemare una delle grandi croci del villaggio: la criminalità organizzata. Essa era nelle mie mani, non v'erano più delinquenti che potevano fare quello che volevano, i loro guadagni sporchi erano entrate nella cassa dell'amministrazione e avevo fatto in modo che fossero destinati alla popolazione per riuscire ad ottenere più cibo e acqua, senza contare che si poté finire la riqualificazione del territorio con nuovi edifici e con l'innalzamento della superficie di Kiri dal livello del mare, in modo da renderlo più sicuro e meno attaccabile dalla forza dell'oceano o da chi volesse sfruttarlo per abbatterci.
    Tornando al mio discorso. Rizer mi parlò di qualcosa di cui avevo avuto alcune sfuggenti notizie: l'attacco a Konoha da parte dei Mukenin e la loro incredibile disfatta, senza contare che sembrava essere successa la stessa cosa a Kusa.

    Questo è un gran problema. Eliminare un numero spropositato di persone, Mukenin o non, è qualcosa che non rende degli eroi, ma dei criminali tanto quanto loro... Senza offesa per voi della Suicide Mist, si capisce.

    Ehm... Si... Nessuna offesa... Comunque ora Konoha e Kusa sono avvolte da più nebbia di quanto ce ne sia qui, non si riesce a trapelare nulla dai due villaggi. Alcune storie raccontano di cose orribili che sono capitate alla Kusakage...

    Ovvero?

    Molti dicono che sia impazzita e abbia iniziato a sacrificare al suo Dio anche i propri cittadini insieme ai Mukenin...

    In effetti sia Konoha che Kusa sono stati gli unici villaggi a non aver risposto al mio invito con un messaggio e se le storie sul loro destino sono anche in parte fondate, ho paura che al summit dei Kage avremo un altro punto in agenda...


    Dopo le mie parole, ogni presente restò in silenzio. La situazione era cambiata.
    Il meeting doveva servire per portare ad una collaborazione totale tra i Villaggi dopo la guerra degli anni precedenti, invece era probabile che le discussioni da intavolare avrebbero potuto creare più tensioni di prima... Anche perché, c'era sempre la questione "Haru Kamigawa".
    Alzai lo sguardo verso i membri della squadra.

    Siete congedati. Potete andare tutti, ma Shaku resta.

    E così fu. Shaku Hoozuki ricopriva il ruolo di Capitano della Suicide Mist, ma anche di mio braccio destro nell'incontro con i Kage, ruolo che serviva per "insegnargli", cosa che lui stesso mi aveva chiesto di fare.
    Mi guardò come se fosse impaziente di sapere cosa gli avrei ordinato di fare, anche se in cuor suo sapeva che i preparativi per il meeting dovevano essere ultimati. Bisognava sistemare la sala della riunione in modo che nessuno dall'esterno potesse entrare, giusto per evitare ogni bella sorpresa.

    Fai allestire i sistemi di sicurezza a livello massimo, io vado da Hoshi e poi facciamo in giro per i quartieri a vedere se il flusso del progresso sta dando i suoi frutti...
    Non voglio più vedere nessuno qui a Kiri che muore di fame o riversato in condizioni inumane. Oramai manca poco...


    Il progresso era diventato più che semplice utilizzo di Ryo per il miglioramento di Kiri, era parte di un processo di arricchimento e di miglioramento di condizioni. Stavo eliminando la corruzione con ogni mezzo necessario. Le sostanze stupefacenti erano completamente sparite dai bassifondi e il contrabbando di prodotti era pressoché impossibile da praticare.
    I poveri erano diminuiti drasticamente, grazie anche alla creazione degli alberghi di sostegno, dove, con ogni mezzo, anche tecniche o abilità ninja, si dava il necessario per le vittime della guerra e per coloro i quali vivevano in disgrazia. Tutto per migliorare le loro condizioni.
    Avevo fatto ampliare l'accademia ninja, in modo da invogliare più popolazione a parteciparvi, anche senza necessariamente aspirare a combattere in prima linea, istituendo la possibilità di far carriera come ronda del Villaggio.
    Ma il progetto più ambizioso tra questi era la costruzione di impianti che sfruttassero la corrente dell'acqua che abbondava nel Paese per creare energia, non solo per le abitazioni, ma anche per sistemi di difesa.
    Tutto procedeva come previsto, anche se a volte con molta fatica, ma ero soddisfatto dell'andazzo delle cose.
    La zona d'ombra della luce di questi progetti erano comunque considerevoli: dovevo mantenere col pugno di ferro l'ex criminalità di Kiri, cosa che mi ha portato anche a sporcarmi ancora di più le mani di sangue...
    Stavo sfruttando la nuova Suicide Mist sia per controllare la situazione del resto del mondo sia per trovare la locazione di Mukuro e altri responsabili del Piano Athena, dopo che una buona parte erano finiti nelle carceri a vita o peggio.
    In più progettavo qualcosa che sarebbe dipeso dall'andamento del meeting in programma, qualcosa che poteva cambiare le carte in tavola nell'assetto mondiale e quindi dei vari Paesi...




    Giorno del meeting... Mattino.

    Ero già pronto ad accogliere gli invitati alle porte del palazzo governativo, che appariva molto più spoglio dei tempi passati.
    Indossavo una nuova veste che si adattava perfettamente al mio ruolo, ma senza essere troppo fastosa. Il mantello personalizzato era nel guardaroba e lì volevo che restasse.
    La veste era a mo' di tuta completamente blu con rifiniture dorate e il simbolo di Kiri cucito in pieno petto e sulla schiena. Il cappello da Mizukage era anch'esso legato alla schiena. In più, anche se di poco conto, avevo deciso di dare un taglio netto a qualcosa che cresceva da troppo tempo: i miei capelli!
    Il mio nuovo look comunque non era tanto importante quanto il primo evento principale di quella lunga giornata.
    Percepì chiaramente qualcosa di inaspettato. Una potente fonte di chakra che non avevo ancora avuto modo di incontrare, che si accompagnava ad un'altra fonte meno forte, ma comunque ben impostata.
    Volendo ottenere sempre informazioni, m'inginocchiai e toccai con la mano destra il terreno. Chi calpestava il suolo alle porte del villaggio?
    Rabbrivdii...
    Mi rialzai e Shaku mi guardò preoccupato dalla mia espressione...

    Il nuovo arrivato... possiede lo Sharingan e controlla anche il potere del Mokuton...

    Solo un uomo era abbastanza conosciuto proprio perché possessore del potere dell'occhio rosso.
    Scattai velocemente sulla mura della città per vedere io stesso e ciò che mi si presentò proprio sotto di me era quello a cui avevo pensato: Zero, il Mukenin, presunto Sefiro Mitarashi, nonché uomo che il mio defunto amico Hisao voleva che cercassi...

    Io e il mio generale siamo giunti da Konoha in qualità di rappresentanti dell'Impero del Fuoco, che al suo interno racchiude anche il Paese dell'Erba. Esigo di partecipare al Congresso.

    Le sue vesti erano regali, in più aveva dietro di sè il cappello onorifico dell'Hokage... Le sue parole diedero la definitiva conclusione a molti dei miei dubbi. In più avevo una gran voglia di scendere da lì per stenderlo e catturarlo una volta per tutte, ma avevo due ragioni che mi fermavano: la prima per il rispetto che nutrivo per Hisao e la seconda era legata all'intervento di quell'uomo e nella sua parte per il salvataggio di Konoha contro l'arpia Tristania Uchiha.
    Così giocai la mia parte.

    Benvenuto. Come devo chiamarti? Zero? Eroe di Konoha? O suo criminale? La tua presenza qui mi lascia perplesso, ma devo subito risponderti che non so cosa sia l'Impero del Fuoco nè cosa sia successo a Konoha e Kusa nè perché tu detieni le vesti di Hokage pur non essendolo. Colma i miei dubbi e poi parleremo del tuo ingresso all'incontro di oggi. In ogni caso non spetterà a me soltanto la decisione. Dovrai aspettare che arrivino gli altri Kage e convincere anche loro con le tue parole... Per il momento sarai sotto il mio sguardo ben attento e sarai ascoltato dalle mie orecchie, Uchiha.

    CaptainViral



    Bene, direi che abbiamo un bel primo punto da discutere fin da ora. Chi posta dopo di me dovrà tenere conto di dare la sua opinione sulla faccenda e poi andremo a sederci nelle sedie comode della sala riunioni che avrà anche una bella sorpresa per evitare casini.
     
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  3. Anselmo
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    • Legenda:

      Zero, Imperatore del Fuoco

      Viraru Hoozuki, Mizukage

      Rogue, Takage

      Karasu Yotsuki, Raikage

      Andras, Anziano d'Ishivar

      Sherama Geknu, Tsuchikage

      Oceania, Takikage

      Nami Drakeito, Kazekage



    Io e il mio generale siamo giunti da Konoha in qualità di rappresentanti dell'Impero del Fuoco, che al suo interno racchiude anche il Paese dell'Erba. Esigo di partecipare al Congresso.

    Benvenuto. Come devo chiamarti? Zero? Eroe di Konoha? O suo criminale? La tua presenza qui mi lascia perplesso, ma devo subito risponderti che non so cosa sia l'Impero del Fuoco nè cosa sia successo a Konoha e Kusa nè perché tu detieni le vesti di Hokage pur non essendolo. Colma i miei dubbi e poi parleremo del tuo ingresso all'incontro di oggi. In ogni caso non spetterà a me soltanto la decisione. Dovrai aspettare che arrivino gli altri Kage e convincere anche loro con le tue parole... Per il momento sarai sotto il mio sguardo ben attento e sarai ascoltato dalle mie orecchie, Uchiha.

    A proposito di Konoha, ho un piccolo indovinello per voi!

    La voce che parlò pareva quella di un ragazzo. Un ragazzo molto sfacciato, a giudicare dalla solenne situazioni in cui si stava introducendo senza essere stato invitato. Ed apparentemente fu proprio un ragazzo colui che si presentò, come fosse comparso dal nulla, accanto ai due interlocutori. Un giovane uomo dai lineamenti affilati, con vesti ordinarie ed uno spadone dall'aspetto massiccio legato dietro la schiena. Con un sorriso accattivante stampato in volto, continuò la sua recita:

    E' da solo sul palco, con migliaia di sguardi che lo controllano. Sono tutti scettici, nessuno gli crede davvero. Eppure a lui basta pronunciare qualche parola ammaliante, muovere abilmente qualche dito e... la folla lo acclama convinta! Bravo! BRAVO!

    Gridò applaudendo in maniera eccessivamente convinta.

    Bene, signori, chi è costui?

    Domandò con aria interrogativa, scrutando eloquentemente nei dintorni ed enfatizzando il quesito con ampi gesti.

    Lui è...

    Sollevò la mano con l'indice teso, e la fece vagare tra i presenti. L'indice puntò prima il Mizukage, e senza indugiare un'istante si spostò lentamente sull'Imperatore del Fuoco. Qui rimase ad indicare per qualche attimo, ma incredibilmente riprese a vagare, ed infine il dito del ragazzo si arrestò indicando il suo stesso volto, o meglio, i propri occhi.

    ...l'illusionista!

    Scoppiò in una prorompente risata, ma accorgendosi dello sguardo serio degli altri due, imitò un afflizione profonda.

    L'illusionista signori, l'illusionista!

    Cercò di spiegare in maniera poco credibile.

    Quello che inganna con le illusioni, l'illusionista!

    Continuò indicandosi insistentemente gli occhi. Ma la pessima battuta non pareva aver attecchito. Lo sconosciuto assunse un espressione triste, che mutò immediatamente in pura sorpresa.

    Aaaaha! Perdonatemi, forse prima dovevo presentarvi.

    Le successive parole vennero pronunciate con volto serio e voce ferma. Fu come assistere ad una sorta di metamorfosi impercettibile. Il ragazzo idiota non parve più tanto un ragazzo, e nemmeno un'idiota.

    Karasu Yotsuki, il settimo a portare il titolo di Raikage, successore del potente Juan-sama! Piacere di fare la vostra conoscenza.

    A guardarlo ora, non pareva il tipo capace di battute squallide. Non v'era più traccia di divertimento sul suo volto. Dava l'intima impressione di sapere il fatto suo. Sembrava fosse addirittura divenuto più alto...

    E gli altri colleghi?

    Proprio qui.

    La risposta giunse da un rosso dall'aspetto estremamente curato, che indossava un giubbotto imbottito, tipico di chi suole trascorrere le giornate sul campo, ma così finemente decorato da dargli comunque un nobile aspetto, specie per la pelliccia che circondava il colletto. Avanzava però con le mani in tasca, perfettamente a suo agio e con un ghigno saccente stampato in volto. Era affiancato da altri quattro individui, ognuno distinto per la raffinata scelta di vestiti. Portavano tutti e cinque il copricapo simbolo del loro titolo, il quale non lasciava molti dubbi su chi potessero essere. Alle loro spalle li accompagnavano altrettante guardie del corpo, alcune dall'aspetto innocuo come la ragazzina che spingeva una donna in sedia a rotelle, altre invece parevano reduci di mille battaglie.

    Rogue, Yondaime Takage, piacere.

    Fece il rosso quando raggiunse il gruppo, passando lo sguardo annoiato su tutti i presenti e soffermandosi solo per un istante, con una misteriosa scintilla d'interesse, sul Raikage.

    Sherama Geknu, Nanadaime Tsuchikage. Sono sinceramente onorato di poter fare la vostra conoscenza.

    Parlò quello che per modi di fare pareva il meno stravagante tra tutti i presenti, con la sua camminata perfetta, la sua parlata perfetta, la sua espressione perfetta... Un uomo certamente abituato a primeggiare, che però tradì un lampo d'incertezza quando lanciò un occhiata al Takage. Impossibile interpretare quel gesto per i presenti. A generarlo fu semplicemente il fatto che a Sherama parve di aver sentito pronunciare il nome di una persona a lui cara. Rogue... Rouge... non poté evitare di figurarsi il volto del suo amico e, con un moto di nostalgia, anche quello di Hisao.

    Oceania, Takikage.

    Disse torva la ragazza che tra tutti pareva la meno adatta al proprio ruolo, e doveva esserne consapevole; teneva il capo leggermente chino -comportamento istintivo assimilabile a quello di un'animale posto sulla difensiva che tenta di proteggere il proprio punto debole, il collo-, e lanciava occhiate sfuggenti ai presenti, come dovesse dimostrare a contemporaneamente all'intero gruppo che non aveva problemi a sostenere il loro sguardo. Probabilmente nessuno notò però che la maggior parte del tempo, i suoi occhi incontravano quelli dell'Imperatore, la cui immagine lei ricordava bene, troppo bene.
    E dopo che si presentò anche colei che si scoprì essere una Kazekage ridotta ad una creatura tremendamente mancante, tutti volsero all'unisono lo sguardo sull'ultimo de "Gli Otto".

    Il mio nome è Andras. Sono qui per rappresentare il Paese della Speranza, e solo per questo giorno sarò la voce del mio popolo.

    Persino lui, un individuo che per natura era gioviale e che, qualsiasi fosse la situazione, riusciva a ricavarne un sorriso, parlò con grave contegno. Una delle sue caratteristiche era l'estrema empatia, tale da permettergli di percepire fin troppo distintamente la tensione che aleggiava nell'aria. Identificò al primo sguardo la superbia che animava l'animo del Raikage, un uomo forse troppo giovane ed impulsivo per poter governare un Villaggio, e si trovava per le mani il più potente Paese dell'Alleanza. Percepì poi il dubbio che affliggeva la donna in sedia a rotelle. Andras non poteva sapere che pochi giorni prima, a Suna, era giunto un uomo con un messaggio. Non poteva saperlo, ma era sensibile all'effetto che questo messaggio aveva avuto sulla Kazekage. Avvertì inoltre il turbamento provato dalla giovane Takikage, e sapeva che la fonte di tale turbamento altri non era che quello strano individuo... l'Imperatore del Fuoco. Si ricordava di lui, come dimenticarselo. Andras aveva persino sentito qualcosa nell'uomo tutto d'un pezzo di nome Sherama, qualcosa di negativo che egli provava nei confronti del Mizukage. Ed infine vedeva chiaramente la pesante aura di dannazione che ammantava Zero.
    Da queste conclusioni, l'Anziano d'Ishivar non potè trarre altro che preoccupazione per la propria patria. Era stato invitato con l'idea di costruire una nuova pace, ma i suoi sensi gli comunicavano che quei sette uomini erano già sul piede di guerra. Qualsiasi pace sarebbe stata raggiunta quel giorno, sarebbe stata una pace fragile e fittizia. Un'idea che Andras odiava, ma che non poteva scacciare.
    Vide il Mizukage che stava per prendere parola, ma la mano perentoriamente sollevata dello Tsuchikage lo zittì.

    Non c'è bisogno, Mizukage-sama: ho già sentito tutto e, mentre venivamo qui, ho riferito. Vuoi sapere se riconosciamo e accettiamo la presenza di questo uomo al Meeting quale "Imperatore del Fuoco", come lui stesso si definisce.

    Sherama lasciò che una breve pausa indirizzassela mente di tutti su quella questione.

    La mia risposta è si, accetto che egli prenda parte a questo incontro. I miei informatori...

    E nel pronunciare l'ultima parola, si volse verso Zero per confermare che si, aveva degli informatori all'interno del suo impero.

    ...i miei informatori mi hanno detto che la maggior parte delle voci che girano sono delle fandonie. Non c'è stata alcuna presa di potere entro le mura della Foglia. E' avvenuta una lecita, seppur non molto ortodossa, elezione da parte del popolo. E' così che si elegge un Kage, quando il precedente non ha potuto scegliere il suo successore. Nube-sama non ha potuto scegliere... l'ha fatto il popolo. Quindi non ho nulla contro quest'uomo e la sua presenza qui. Se è mai stato davvero un criminale, ha scontato la sua pena ed è stato giudicato innocente da milioni di voci. Ma evidentemente il mio concetto di "criminale" e di "giustizia" non coincide con il tuo, Viraru-sama.

    Avrebbe potuto aggiungere come lo stesso discorso valesse per il Paese dell'Erba. Avrebbe potuto aggiungere come il tasso di criminalità in tutto il mondo Ninja fosse drasticamente crollato dopo il massacro di fuorilegge avvenuto nell'Impero del Fuoco. Avrebbe potuto aggiungere che per lui, Zero rappresentava il futuro. Ma non lo fece, non ancora. Per il momento preferiva che quell'ultima frase pronunciata arrivasse bene alle orecchie del Mizukage. Perchè c'era un certo Shinobi, uno dei migliori tra le fila dello Tsuchikage che, dopo essersi recato in un Paese che credeva alleato, non aveva più fatto ritorno... assassinato a sangue freddo da lui, Viraru! Sherama strinse il pugno, un pugno capace di polverizzare tutti i presenti in un'istante. Ma poi rilassò i muscoli, e cedette la parola.

    Bhé! He he he he he. Calma signori, non siamo ancora entrati nel palazzo.

    Intervenne il Raikage ponendosi idealmente tra i due combattenti per dividerli. Ma evidentemente non riuscì ad alleggerire l'atmosfera, come avrebbe desiderato per trovarsi più a suo agio. Quindi si schiarì la voce e riprese parola con tono meno confidenziale.

    Comunque ho intenzione di ascoltare ciò che lui ha da proporre. Non vedo qui nessun altro in rappresentanza di Konoha e Kusa, qualcuno che gli competa. Quindi...

    Battè le mani una volta, per scandire il concetto.

    Nulla in contrario.

    Aggiunse secca Oceania. C'era da chiedersi chi avesse parlato: la Takikage, o l'Uchiha che vi si nascondeva dietro? Il tempo, forse, avrebbe chiarito ogni dubbio. Mentre Andras compiva un passo indietro, per comunicare che non aveva un opinione in merito, Rogue invece accondiscendeva con un semplice cenno del capo, accodandosi ai responsi positivi appena espressi. V'era ancora una sola voce da ascoltare, quella della Kazekage, ma era oramai chiaro che Viraru non avrebbe potuto ergersi all'entrata del palazzo ancora a lungo. Gli otto erano ansiosi di dedicarsi a questioni ben più serie.


    Ragazzi, rispettate i colori per piacere. Se Zero parla con il testo non colorato, tu Fury non mettergli il rosso scuro per prenderti te il testo non colorato. Devo gestire più personaggi, se svarionate così intenzionalmente, non si capisce più nulla. Mi faresti un favore se usassi il blu, lasciando a Zero il testo non colorato. Ti ho lasciato il blu, si. Kiri, acqua, blu, ti becchi il blu :tada!:

    Ad ogni post aggiungerò in cima una legenda dei colori. Rispettate quella, grazie :soso:
     
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    Il battello solcava le acque cristalline con incredibile velocità. Il sole splendeva opaco e silenzioso mentre il cielo si tingeva sempre più di grigio e l'aria si faceva più pungente. Con la fronte corrugata scrutai l'orizzonte in lontananza, immaginando il momento in cui saremmo giunti a terra. La destinazione era Kiri, il Paese dell'Acqua. Il viaggio era durato alcuni giorni, infernali per me per via del mal di mare, ma, finalmente, avremmo visto la fine. L'alba era sorta da poco e le sue chiare e delicate tinte rosate erano già scomparse. Era ancora presto, la Kazekage stava sicuramente riposando nella sua stanza e avrei dovuto essere lì fuori, come sempre, ma una strana sensazione mi aveva spinto fino a quel posto. Mi poggiai distrattamente sul ponte dell'imbarcazione, sospirando tra me e me. Alzai lo sguardo seguendo il richiamo di due gabbiani che passavano di lì. Proseguirono per un po' ma poi si separarono, prendendo due direzioni opposte. Il mio stomaco gorgogliò e alzai lo sguardo, affannata. Maledetto mare, pensai. Secondo il Comandante della nave, l'arrivo sarebbe stato previsto per la prima mattinata, ovvero da lì a poche ore. Avevo quindi un po' di tempo per starmene da sola con i miei pensieri, tutti rivolti a quella giornata. Non ero mai stata una cima per quanto riguarda la politica ma una cosa l'avevo capita bene: il Meeting odierno, con presenti tutti i Kage in carica, avrebbe deciso cosa ne sarebbe stato del mondo dei Ninja. Al solo pensarci mi veniva la nausea. Cosa ci facevo ad un evento così importante? L'accompagnatrice, ovviamente, ma non riuscivo a vedermi nel contesto. Mi atterriva l'idea di partecipare ad un evento così importante, per di più ero preoccupata per Nami sama. Durante tutto il viaggio si era rivelata più dura e silenziosa del solito, quasi insofferente. Qualcosa la turbava profondamente e pensavo di sapere cosa fosse. Mi sfregai gli occhi, ancora un po' assonnata, respirando l'aria marina e fingendo di trovarmi da un'altra parte. Non avevo idea di cosa sarebbe successo e non smaniavo per saperlo. Più ci pensavo più mi convincevo di non c'entrarci nulla in quella storia. Lo avrei fatto per Nami sama e basta, sarei stata solo un'accompagnatrice. Sospirai di nuovo e girai i tacchi verso la mia cabina. Tutta quell'acqua mi aveva stufata.


    Qualche ora dopo mi fissavo allo specchio, dandomi un'ultima pettinata ai capelli. Il cerchietto con il fiocco nero li teneva lisci e in ordine per fortuna, mi ero sistemata al meglio per l'occasione. Il Kimono che indossavo era uno dei più belli che avessi mai visto: color verde acqua con una fantasia di fiori bianchi e dorati sul fondo e sulle spalle. Mi ricadeva fino ai piedi, stretto dalla cintura color oro. La katana stretta alla vita stonava un po' in effetti. Sentii bussare alla porta e uno dei marinai fece capolino non appena lo invitai ad entrare.

    È ora, Satetsu san. Il porto di Kiri è vicino.

    Va bene, arrivo tra un attimo.

    Si congedò con un cenno del capo, richiudendo la porta. La morsa allo stomaco tornò all'attacco e buttai fuori l'aria per calmarmi. Inspirai e uscii dalla porta, risalendo le scale verso il ponte della nave. Mi tremavano leggermente le gambe e nonostante il kimono caldo non potevo ignorare la pelle d'oca. Giunsi a prua, osservando meravigliata la grande isola che era Kiri. Il porto era incredibilmente vicino e l'imbarcazione cominciò quindi a rallentare. Con sguardo duro, Nami sama osservava l'orizzonte con occhi opachi e indecifrabili. Nonostante la sedia a rotelle, appariva bellissima e piena d'orgoglio. I capelli ramati erano legati in uno chignon elegante, il suo volto era truccato soavemente, rendendola curata e appariscente senza sembrava volgare o fuori luogo. Indossava una lunga e candida veste dai colori cangianti, un misto tra oro e arancio, che ricordava molto le dune del deserto. Il copricapo con il simbolo di Suna ricamato sopra cucito minuziosamente alla veste stessa. Non potevo vederlo al momento ma ne avevo avuto l'occasione giorni prima: sapevo bene che sul retro della tunica c'era scritto "Hachidaime Kazekage". La figura della donna risplendeva, donandole un'aurea quasi trascendentale. Osservai la sedia a rotelle, come le braccia di Nami fossero ancorate ai braccioli senza nervosismo. Sapevo bene quanto soffrisse in quelle condizioni, quanto potesse infiammarla l'idea di mostrarsi costretta e dipendente da un oggetto, persino da me. La menomazione l'aveva addolcita e resa più fredda al contempo. Per una persona abituata al comando e all'essere una guida, non avrebbe potuto esserci sorte peggiore. Mi avvicinai a lei senza dire una parola, scrutando l'orizzonte assieme a lei, in silenzio. Percepivo la tensione nell'aria, nonostante fosse abitudine della donna dissimulare ogni emozione, mantenere un costante contegno in qualunque situazione.

    Fa più freddo di quanto ricordassi.

    Come credevo, la sua voce era inespressiva, del tutto calma e contenuta. La vidi sfregarsi le dita sinuose della mano destra con il pollice e inspirare, muovendo leggermente il capo. La voce di un marinaio annunciò che stavamo per attraccare al porto di Kiri. Grandi nave ancorate alle lunghe banchine di legno che si estendevano per tutto il bacino che era il porto. C'erano delle persone ad aspettarci, fissavano la nostra nave candida come la neve schermandosi gli occhi con le mani. Una leggera nebbia si innalzava dal mare e ricopriva ogni cosa. L'aria era fresca ma non tirava vento. Il mare si fece più chiaro e la nostra imbarcazione si dispose lungo una banchina. Una lunga e ampia trave di legno venne posizionata appositamente per lasciar scendere i passeggeri. Tutto l'equipaggio sembrava darsi un gran daffare per l'arrivo della Kazekage. Quando la nave si fermò definitivamente, fu proprio la sua voce a raggiungermi.

    È arrivato il momento, Yuka. Stammi vicina, sii i miei occhi e non parlare se non sei interpellata. Spero di darci un taglio in fretta.

    Aggiunse l'ultima frase quasi parlando a se stessa più che a me. Afferrai sicura la sedia a rotelle, ruotandola verso l'uscita mentre l'equipaggio se ne stava immobile accanto al passaggio. Presi a spingere il mezzo senza fretta né lentamente.

    Sì, Nami sama.

    Giungemmo a terra, dritte verso il palazzo governativo. Il Meeting ci aspettava.

    [...]


    I miei sandali calpestavano la strada come le ruote della sedia a rotelle, procedevamo dritte per una lunga via poco affollata. Le strade mi sembravano tranquille così come l'aria che si respirava nel posto. Mi trasmetteva una bella sensazione stare lì, nonostante fossi agitata come non mai. Cercai di seguire l'esempio della Kazekage, nascondendo le emozioni dentro di me, apparendo del tutto indecifrabile, ma per me era una bella sfida. Più ci avvicinavamo al grande palazzo più il mio stomaco gorgogliava. Sperai che Nami sama non mi sentisse o che almeno avesse pietà di me e non mi sgridasse. All'idea di farmi sentire dai sommi kage arrossii istantaneamente, scuotendo la testa per riprendermi. Non doveva succedere, sarei stata impeccabile. Inspirai e continuai a spingere finché un edificio diverso dagli altri si parò infondo alla strada che stavamo percorrendo. Non avevo mai avuto occasione di vederlo prima ma mi dava l'idea di essere stato ancora più imponente in passato. Lo fissai comunque, interessata sinceramente all'architettura dello stesso. Nel mio villaggio gli edifici erano, per la stragrande maggioranza, di sabbia, persino il grande palazzo del Kage. Le forme erano diverse alla base, e, seppure trovavo il palazzo di Suna incredibilmente sublime, non potei non apprezzare la bellezza architettonica di quello di Kiri. Abbassai lo sguardo ed ebbi un tuffo al cuore quando vidi che c'erano altre persone. Abbassai un po' lo sguardo e mi bagnai le labbra che si stavano seccando per il nervosismo, come mi succedeva sempre. Anche da quella distanza, i capi dei paesi stranieri emanavano un'aura di potenza e rispetto capace di farmi sentire davvero a disagio. Venni distratta da delle voci che riuscivo a percepire probabilmente grazie al mio udito più sviluppato del normale. La voce di un uomo che chiedeva di essere ammesso al meeting. Poi un'altra voce che rispondeva. Smisi di ascoltare quasi subito, non appena sentii un nome a me familiare. Zero. Un brontolio da parte del Tasso mi confermò che, nonostante al momento non riuscissi a connettere bene il cervello, quel nome era legato a qualcosa. Accelerai impercettibilmente il passo, proprio mentre un'altra voce si faceva largo tra i miei pensieri. Lanciai un'occhiata a Nami ma sembrava perfettamente immobile, forse anche lei in ascolto. Vidi solo le dita delle mani irrigidirsi. Assieme a noi giungevano molte altre persone, così che quando fummo vicine, potemmo sentire solo una frase appartenente ad un discorso precedente. La voce mi era familiare, sembrava quella di un ragazzo. Probabilmente Nami sama l'aveva già riconosciuta ma io dovetti osservare per un attimo il giovane dai folti capelli neri per rendermi conto di averlo già visto una volta.

    Quello che inganna con le illusioni, l'illusionista!

    Si indicava gli occhi fissando le due figure poco distanti da lui. Sembrava quasi sperare che capissero prima di mettere su un'espressione prima triste, poi sorpresa.

    Aaaaha! Perdonatemi, forse prima dovevo presentarvi. Karasu Yotsuki, il settimo a portare il titolo di Raikage, successore del potente Juan-sama! Piacere di fare la vostra conoscenza. E gli altri colleghi?

    Cambiò totalmente tono, atteggiamento e figura. Improvvisamente emanava la stessa maestosità di tutti gli altri. Mi guardai intorno: c'erano tutti. Mi fermai, emozionata come non mai, osservando la scena che avevo difronte. Ogni Kage aveva un accompagnatore, alcuni anche di più, tutti fermi in quella specie di circolo che si era formato. Il loro aspetto era sorprendente, tutti eleganti o comunque risaltanti tra tutti gli altri. Tra tutti loro, parlò un giovane di bell'aspetto, con i capelli lisci e rosso fuoco. Era accompagnato da altre quattro persone e non sembrava per niente teso. Io lo ero eccome invece.

    Proprio qui. Rogue, Yondaime Takage, piacere.

    Lo osservai incuriosita e non mi sfuggì il lampo d'interesse che lo colpì solamente quando posò lo sguardo sul Raikage. Il prossimo a parlare fu un uomo alto e dall'aria impeccabile e fiera, come quella di un guerriero. L'aspetto era praticamente quello e anche la voce profonda.

    Sherama Geknu, Nanadaime Tsuchikage. Sono sinceramente onorato di poter fare la vostra conoscenza.

    Oceania, Takikage.

    Disse semplicemente una giovane donna, un po' in disparte rispetto agli altri. Era di bell'aspetto ma si comportava come se l'idea di essere lì la mettesse a disagio. La capivo benissimo e mi venne spontaneo provare una sorta di simpatia nei suoi confronti. Mi distrassi un attimo, ricomponendomi solo quando udii la voce della Kazekage. Parlò a voce alta ma senza urlare, in modo naturale ma senza alcuna emozione.

    Nami Drakeito, Hachidaime Kazekage. Lieta di conoscervi.

    Per il resto rimase immobile ma ebbi una strana sensazione. Probabilmente conoscevo la donna meglio di tutti gli altri, tanto da accorgermi di qualcosa di impercettibile al resto dei presenti. Sentivo che c'era qualcosa che la turbava. Forse riguardava ciò che era accaduto qualche giorno fa e il dubbio che si era instillato in lei. Cercai comunque di non mostrarmi preoccupata e continuai a respirare regolarmente e concentrarmi sul presente per non rischiare di distrarmi come al mio solito. Sarebbe stata una figuraccia più per Nami sama che per me. All'appello dei nuovi arrivati, come notai dagli sguardi di tutti i presenti, mancava solo un singolo individuo: un uomo dalla carnagione scura e tatuato anche sul volto, aveva capelli scuri e occhi color oro. Il suo aspetto mi incuriosii, era estremamente esotico, come se non appartenesse neanche al nostro mondo.

    Il mio nome è Andras. Sono qui per rappresentare il Paese della Speranza, e solo per questo giorno sarò la voce del mio popolo.

    Parlò con voce grave e non appena ebbe finito mi diede l'impressione di capire molto bene la tensione seppur sottile che aleggiava tra tutti noi. Per un po' non riuscii a staccargli gli occhi di dosso, forse per il suo aspetto così singolare, forse per la strana sensazione che mi dava fissarlo, ma mi ripresi solo quando mi resi conto che l'uomo alto con i capelli castani pettinati all'indietro stava parlando. Mentre voltai lo sguardo, mi fermai per la prima volta su quello che era il Mizukage: un uomo alto dai capelli biondi e dallo sguardo non molto affabile, ma forse era solo una mia impressione.

    Non c'è bisogno, Mizukage-sama: ho già sentito tutto e, mentre venivamo qui, ho riferito. Vuoi sapere se riconosciamo e accettiamo la presenza di questo uomo al Meeting quale "Imperatore del Fuoco", come lui stesso si definisce.

    Asserì lo Tsuchikage. Quelle parole ebbero una sorta di ripercussione più o meno visibile su quasi tutti i presenti. Notai la Takikage alzare lo sguardo davanti a lei, come mi era sembrato di notare poco prima. Notai come la Kazekage voltò di pochissimo il collo nella stessa direzione in cui guardava la giovane dai capelli scuri. Nami mosse la schiena inarcandola impercettibilmente in avanti, come se ad un tratto fosse curiosa. Lo notai solo perché reggevo ancora la sedia a rotelle, notando il cambio di distribuzione di peso. Infine, guardai l'unica persona che mi mancava. La sua tunica era lunga e pulita, come i lunghi e mossi capelli corvini, sopra i quali era poggiata una delicata corona d'alloro. Raggiunsi il suo sguardo e Shukaku sembrò agitarsi alla vista degli occhi scuri. Mi sentii immediatamente a disagio, quasi infastidita a quella vista. Doveva essere l'empatia con il Cercoterio a farmi quell'effetto. Non avevo mai visto Zero, il nuovo Imperatore del Fuoco, da vicino. Ricordai quel lontano giorno ad Ame dove gli occhi dell'Ichibi splendevano di rosso. Ricordai un nome che quasi avevo scordato, avvolto da un'aurea di mistero. Sharingan. Distolsi lo sguardo e subito mi sentii meglio, anche se la sola presenza di quell'uomo quasi mi irritava.

    La mia risposta è si, accetto che egli prenda parte a questo incontro. I miei informatori...

    Di nuovo le parole dello Tsuchikage mi riportarono alla realtà dei fatti. Mi voltai verso di lui e notai che anch'egli rivolse uno sguardo verso Zero.

    ...i miei informatori mi hanno detto che la maggior parte delle voci che girano sono delle fandonie. Non c'è stata alcuna presa di potere entro le mura della Foglia. E' avvenuta una lecita, seppur non molto ortodossa, elezione da parte del popolo. E' così che si elegge un Kage, quando il precedente non ha potuto scegliere il suo successore. Nube-sama non ha potuto scegliere... l'ha fatto il popolo. Quindi non ho nulla contro quest'uomo e la sua presenza qui. Se è mai stato davvero un criminale, ha scontato la sua pena ed è stato giudicato innocente da milioni di voci. Ma evidentemente il mio concetto di "criminale" e di "giustizia" non coincide con il tuo, Viraru-sama.

    Bhé! He he he he he. Calma signori, non siamo ancora entrati nel palazzo.

    Pronunciò le ultime parole stringendo il pugno e sembrò quasi trattenersi, come notò il Raikage. Evidentemente c'erano molti fatti che mi sfuggivano ma non erano neanche di mia competenza per cui non stessi troppo a pensarci. Capii solamente che tutti i Kage presenti stavano per decidere se ammettere il nuovo "Hokage" al meeting. Ora capii che avrei dovuto interessarmi di più alla politica estera perché non sapere cosa stesse accadendo mi faceva sentire una stupida. Pensai scioccamente che fosse colpa di Nami sama il non avermi raccontato ciò che accade all'infuori di Suna ma mi rimproverai immediatamente per il mio pensiero. Non era una sua preoccupazione il mio sapere o non sapere, riguardava me e basta.

    Comunque ho intenzione di ascoltare ciò che lui ha da proporre. Non vedo qui nessun altro in rappresentanza di Konoha e Kusa, qualcuno che gli competa. Quindi...

    Sempre il giovane uomo batté le mani. Toccò alla Takikage che disse chiaro e tondo di non avere nulla in contrario. Continuava a tenere lo sguardo chino. Di nuovo sembrò evitare lo sguardo dei presenti, in primis quello di Zero. Andras indietreggiò, come a comunicare che una sua decisione fosse del tutto inappropriata. Il Takge si limitò ad un cenno di assenso. Si voltarono tutti verso la Kazekage che percepì i loro sguardi senza bisogno di vedere. Arrossii senza pensarci perché alcuni sguardi si posarono anche su di me. Trattenni il fiato mentre Nami lo buttava fuori silenziosamente. Qualcosa non andava, mi sembrava quasi agitata. Era nella sua natura non mostrarsi mai debole o incerta, ma sia io che Shukaku sapevamo che era la presenza di Zero a farle quell'effetto. Non glielo avevo mai chiesto ma sapevo di per certo che i due si conoscevano in passato. Senza pensarci, fissai nuovamente l'Imperatore e di nuovo sentii la stretta allo stomaco.

    *Smettila di fissarlo.*

    Distolsi automaticamente lo sguardo, soffermandomi sul vecchietto al suo fianco. Poi abbassai lo sguardo e lo rialzai subito dritta davanti a me, un po' smarrita. Shukaku non sembrava gradire Zero, così come la Kazekage. Eppure la sua presenza mi metteva a disagio e mi catturava al contempo.

    *Scusami.*

    *Lo dico per te, preferisco che stai lontana da quei occhi.*

    Non risposi, lasciando che il silenzio riempisse i miei pensieri. Sentii il corpo della Kazekage poggiarsi sullo schienale, ritirandosi dalla sua posizione leggermente chinata in avanti. Non aveva più il dono della vista ma sentiva chiaramente la presenza di Zero, il motivo per il quale tutti i presenti non stavano attualmente presenziando dentro al palazzo governativo. Il suo volto divenne duro e impassibile, eppure la sua adesione stupì anche me.

    Non sarò io ad oppormi.

    "Per ora."

    Pensai. Nami sama non aggiunse altro e questo sembrò comunque bastare come risposta affermativa. Sembrava la Kage di un tempo con il mento alto e l'espressione seria, di chi aveva tutto sotto controllo. Mi chiedevo solo cosa sarebbe successo durante il meeting vero e proprio, sembrava esserci tensione nell'aria. Una volta che tutti i Kage espressero i loro pareri, il verdetto fu unanime, quindi toccò al Mizukage fare gli onori di casa, dando il via al meeting vero e proprio.

    Scusate il ritardo. È più impegnativo di quanto pensassi, spero di non aver sbagliato nulla!
     
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    La figura di Zero, da lassù, mi pareva così piccola e insignificante che mi riusciva difficile pensare che fosse quella gran minaccia di cui tutti avevano parlato durante la guerra.
    Molti avrebbero voluto vedere la sua testa rotolare sul terreno, ma sicuramente non era un impresa facile. Gli Uchiha sono sempre stati temibili e ancora tutti vivevamo il terrore del potere di Tristania.

    Poco dopo la mia "calorosa" accoglienza, giunsero anche gli altri governanti, il primo di tutti fu il Raikage, che avevo avuto modo d'incontrare altre due volte dopo il giorno in cui mi macchiai del sangue del suo predecessore.
    La sua entrata in scena fu tipica, rispecchiava in pieno i suoi atteggiamenti infantili.
    Poi fu il turno di Rogue, compagno d'armi nella disastrosa "battaglia delle Onde", il suo cambio di rotta fu fondamentale per risistemare gli schieramenti contro Sakkaku, anche se era tutto nei piani del dittatore, o meglio di Tristania. Lui era diverso.
    Sentivo benissimo un chakra potentissimo al suo interno... Mi era familiare, l'avevo già sentito ad Ame ed era quello dei Bijuu che stavano causando la fine del villaggio e la nostra.
    Lo avevano reso Jinchuuriki e nonostante lo sapessi per le notizie e per le informzioni, sentirlo sulla mia pelle fu un altro discorso. Capii veramente quanto potesse essere forte un uomo che poteva usare il potere demoniaco
    Il terzo ad arrivare fu Sherama, il Settimo Tsuchikage, successore di colui che fu ucciso dal sacrificio del mio amico Hisao. Lui l'avevo incontrato già una volta quando andai a trovare la tomba del Bakusame.
    In successione arrivò la nuova Takikage dopo la fine della dittatura di Jin Akame: Oceania, un nome singolare quanto la semplicità della sua presentazione. La ragazza sembrava esser in un'altra dimensione o più semplicemente sentiva il peso della sua responsabilità.
    Dopo averla osservata ancora, posai il mio sguardo su qualcun altro...
    Ciò che avvertii in lei era simile al potere che albergava in Rogue. La ragazza aveva i capelli argentei e spingeva una sedia a rotelle su cui poggiava Nami Drakeito, la Kazekage la cui fama era pari solo all'ormai defunto Nube. Il capo della Sabbia era sicuramente diversa da come me l'avevano descritta, si vedeva benissimo che aveva subito danni ingenti da qualcosa o da qualcuno, tuttavia la sua figura sembrava emanare la giusta imponenza di un leader.
    L'ultimo arrivato fu il nostro invitato speciale, il giovane Andras d'Ishivar, anche lui come gli altri era un salvatore di Konoha nella battaglia finale. Mi parse essere un ragazzo singolare, il suo aspetto e il suo portamento erano completamente oltre le mie aspettative.

    I presenti c'erano tutti, quindi decisi d'informarli dell'arrivo del bastardo che avevano al loro fianco il quale era sicuramente rinomato anche per loro.

    Benvenuti a tutti! Int...

    Non c'è bisogno, Mizukage-sama: ho già sentito tutto e, mentre venivamo qui, ho riferito. Vuoi sapere se riconosciamo e accettiamo la presenza di questo uomo al Meeting quale "Imperatore del Fuoco", come lui stesso si definisce.

    Sherama interruppe il mio discorso sul nascere, però la sua risposta sarebbe stata la prima di una serie di esiti determinanti.

    La mia risposta è si, accetto che egli prenda parte a questo incontro. I miei informatori...

    Gh... Sherama-sama! E' una follia, ti consiglio di ripensarci...

    ...i miei informatori mi hanno detto che la maggior parte delle voci che girano sono delle fandonie. Non c'è stata alcuna presa di potere entro le mura della Foglia. E' avvenuta una lecita, seppur non molto ortodossa, elezione da parte del popolo. E' così che si elegge un Kage, quando il precedente non ha potuto scegliere il suo successore. Nube-sama non ha potuto scegliere... l'ha fatto il popolo. Quindi non ho nulla contro quest'uomo e la sua presenza qui. Se è mai stato davvero un criminale, ha scontato la sua pena ed è stato giudicato innocente da milioni di voci. Ma evidentemente il mio concetto di "criminale" e di "giustizia" non coincide con il tuo, Viraru-sama.

    Iniziarono i primi colpi bassi e quindi i primi problemi, tuttavia ero preparato a quell'evenienza.

    Già. Decisamente abbiamo due punti di vista differenti che non dovrebbero comunque pregiudicare questa giornata importante.

    Potei sentire perfettamente il carico di rabbia che invadeva lo Tsuchikage. Avrebbe voluto voglia di farmela pagare lì davanti a tutti, però non ero uno stolto qualunque. Non mi pentivo per niente di aver ucciso uno come Haru Kamigawa e non mi sarei pentito di uccidere anche Zero o chi come lui. Ne avevo viste decisamente troppe per tenere la mia mano ferma.
    Per il bene di Kiri e del suo futuro senza guerre preferii non dire o fare nulla di sconsiderato.

    Bhé! He he he he he. Calma signori, non siamo ancora entrati nel palazzo.
    Comunque ho intenzione di ascoltare ciò che lui ha da proporre. Non vedo qui nessun altro in rappresentanza di Konoha e Kusa, qualcuno che gli competa. Quindi...


    Karasu! Anche tu? Stai parlando dell'uomo che ha attaccato il tuo villaggio e si è portato via un tuo braccio!

    La considerazione del Raikage mi stupii non poco ad essere sincero, ma un fondo di verità c'era nella sue parole. Konoha e Kusa avevano lui come rappresentante, anche se la cosa non la consideravo legittima.

    Nulla in contrario.

    Un altro consenso, da parte della Takikage. Anche Rogue fece un cenno, ma la sua intenzione sembrava più per curiosità per ciò che avesse da dire il nuovo capo della Foglia e dell'Erba.
    Andras decise di astenersi e fu quella l'unica reazione che apprezzai per la sua dignità.
    L'ultima ad esprimersi fu la Kazekage e...

    Non sarò io ad oppormi.

    ...anche lei mi remò contro.
    Quell'inizio in mattinata non fu di certo uno degli scenari che rientrava nelle mie più rosee aspettative, ma comunque accettai ciò che era stato deciso, feci un cenno alle guardie che aprirono le porte del villaggio, a quel punto scesi giù al loro livello.

    Bene... Una questione sembra risolta, perciò vi invito a seguirmi a Palazzo.

    Molta gente si era radunata per osservare tutte quelle grandi personalità che sfilavano per il villaggio fino ad arrivare al centro della città, avevo fatto allestire delle transenne e ogni 100 metri c'erano guardie che monitoravano la situazione. Un raduno simile non poteva rimanere segreto troppo a lungo e raggruppati in un unico luogo potevamo essere un'ottima preda, anche se solamente dei pazzi potevano pensare di fare qualcosa contro di noi.
    Arrivammo a destinazione e guidai gli ospiti all'interno del Palazzo, li feci accomodare all'interno di una specie di ascensore grande abbastanza da contenere tutti noi più le nostre guardie personali
    Esso portava alla sala dove ci saremmo seduti a discutere, una sala soprastante il mio ufficio.
    Dentro l'ascensore sembrava che la tensione si potesse toccare con mano e la cosa mi preoccupava non poco...
    Poi sentimmo un segnale acustico che c'informava dell'arrivo a destinazione. Le porte si aprirono e davanti a noi era chiaramente distinguibile un'altra porta blindata e a fare la guardia ad essa c'erano i Suicide Mist, che, nonostante la loro poco eleganza, cercarono di sembrare più presentabili possibili. Si fecero da parte e si misero in fila nei lati del corridoio per dare modo a me di aprire la porta particolare.
    Poggiai la mano su di essa e come se fosse magicamente animata, si aprì.

    Se per voi non è un problema, questa porta si apre esclusivamente dall'esterno con il mio chakra e quello degli uomini che vedete qui a fianco che sono una forza d'élite del Villaggio esattamente come lo erano i famosi Spadaccini. Metterò una trasmittente e sarò in contatto con loro per dirgli quando aprire le porte, ovviamente quando vorrete o quando finiremo.

    Entrai nella sala senza finestre e ben illuminata.

    shinra_conference_room_by_noengaruth

    Prego, accomodatevi.

    La sala era anche attrezzata, in più vi erano cibi e bevande per tutti i gusti. Avevo pensato a tutto. Ma il pezzo forte era un altro.

    Dimenticavo di dirvi che da ora non è possibile per nessuno di noi effettuare alcun atto ostile di forza. La stanza è attrezzata con sigilli di contenimento che colpiranno chiunque utilizzi il chakra. I sigilli si attiveranno e verrete paralizzati. Quindi vi consiglio di non pensare ad alcun offesa fisica, d'altronde dobbiamo parlare di pace e la forza non rientra nella comunicazione adatta.
    Detto questo, direi di iniziare con interpellare Zero sulla sua presenza qui... O meglio, quale sono le tue intenzioni com Leader della Foglia e dell'Erba?
    E... Non appena finisce di illuminarci, direi di pensare al destino di Ame. E' stata senza una guida per troppo tempo e le nostre forze sono viste come degli invasori, indi propongo di pensare ad un nuovo Amekage.




    Dunque, ho dato un input meno scottante, però siete liberi di poter partire da ogni altra questione o di fare interventi di altra natura. Qui si entra in una sfera politica decisionale, ogni cosa ha conseguenze, positive o negative che siano.


    Edited by F u r y - 7/12/2015, 14:13
     
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    Benvenuto. Come devo chiamarti? Zero? Eroe di Konoha? O suo criminale? La tua presenza qui mi lascia perplesso, ma devo subito risponderti che non so cosa sia l'Impero del Fuoco nè cosa sia successo a Konoha e Kusa nè perché tu detieni le vesti di Hokage pur non essendolo. Colma i miei dubbi e poi parleremo del tuo ingresso all'incontro di oggi. In ogni caso non spetterà a me soltanto la decisione. Dovrai aspettare che arrivino gli altri Kage e convincere anche loro con le tue parole... Per il momento sarai sotto il mio sguardo ben attento e sarai ascoltato dalle mie orecchie, Uchiha.

    L'imponenza delle due figure dal Fuoco intimidì all'istante le guardie al territorio della Nebbia, le quali si sbloccarono soltanto al repentino ingresso in scena dell'enorme Viraru Hoozuki, conosciutissimo dall'intero mondo ninja benchè in carica da poco tempo. Le voci avevano valicato i confini dei villaggi, martellando una vasta fetta dell'opinione pubblica: da solo aveva rimesso in piedi una terra logorata dalla malavita, ma soprattutto dalla cattiva reputazione che aveva attirato su di sè il governo dopo la faccenda "Sakkaku". Si diceva inoltre che avesse emulato l'utopia di ogni sistema di gestione politica: la reale equità degli abitanti dal punto di vista economico. Niente guerre, nessuno scandalo, alcuna povertà. Questo ed altro era divenuta Kiri, sotto il suo comando. Immaginarlo differente d'aspetto sarebbe stato impossibile. L'occhio di Zero si posò con inattaccabile ammirazione sulla figura del Mizukage, lasciandosi tuttavia la libertà di giudicare da sè.
    Che dire? Non l'aveva di certo accolto nel migliore dei modi, ma cos'altro aspettarsi da un leader tanto severo e zelante? Il rappresentante del Fuoco si lasciò scappare una smorfia di disapprovazione, che venne rafforzata dal terzo governatore: Karasu, il Raikage:


    A proposito di Konoha, ho un piccolo indovinello per voi!
    E' da solo sul palco, con migliaia di sguardi che lo controllano. Sono tutti scettici, nessuno gli crede davvero. Eppure a lui basta pronunciare qualche parola ammaliante, muovere abilmente qualche dito e... la folla lo acclama convinta! Bravo! BRAVO!
    Bene, signori, chi è costui?
    Lui è...
    ...l'illusionista!
    L'illusionista signori, l'illusionista!
    Quello che inganna con le illusioni, l'illusionista!
    Aaaaha! Perdonatemi, forse prima dovevo presentarvi.
    Karasu Yotsuki, il settimo a portare il titolo di Raikage, successore del potente Juan-sama! Piacere di fare la vostra conoscenza.


    - Un comico, davvero. Non applaudisco solo per rispetto alla tua condizione... -

    Accennò con la testa in direzione del braccio mancante, di cui egli stesso era stato causa. Prontamente ne approfittò:

    - A proposito: spero che quel "piccolo incidente" non crei dissapori tra di noi in un epoca voltata alla pace. Senza rancori?

    Neanche il tempo di rispondere che uno ad uno le massime teste del mondo ninja circondassero la situazione, gettandosi sguardi perplessi l'un l'altro un pò per imbarazzo un pò per difesa psicologica. Alcune di esse erano vivide nei ricordi dell'"Hokage", reminiscenze che arcuarono il lato destro delle sue labbra, senza mai permettergli di riassestarsi. Specialmente perchè, benchè con discrezione, tutti meno Viraru e qualche novizio, cercavano il più possibile di evitare il suo sguardo. Paura, eh?
    A riprendere le redini del meeting non fu Viraru, bensì il suo collega direttamente dal Paese della Terra: lo Tsuchikage. Un uomo il cui carattere, pensieri e parole venivano fuori dall'immensità dei toni adottati e dalle innumerevoli ferite sul suo corpo testimoni di altrettanto inquantificabili guerre vissute.


    Benvenuti a tutti! Int...

    Non c'è bisogno, Mizukage-sama: ho già sentito tutto e, mentre venivamo qui, ho riferito. Vuoi sapere se riconosciamo e accettiamo la presenza di questo uomo al Meeting quale "Imperatore del Fuoco", come lui stesso si definisce.
    La mia risposta è si, accetto che egli prenda parte a questo incontro. I miei informatori...
    ...i miei informatori mi hanno detto che la maggior parte delle voci che girano sono delle fandonie. Non c'è stata alcuna presa di potere entro le mura della Foglia. E' avvenuta una lecita, seppur non molto ortodossa, elezione da parte del popolo. E' così che si elegge un Kage, quando il precedente non ha potuto scegliere il suo successore. Nube-sama non ha potuto scegliere... l'ha fatto il popolo. Quindi non ho nulla contro quest'uomo e la sua presenza qui. Se è mai stato davvero un criminale, ha scontato la sua pena ed è stato giudicato innocente da milioni di voci. Ma evidentemente il mio concetto di "criminale" e di "giustizia" non coincide con il tuo, Viraru-sama.


    Già. Decisamente abbiamo due punti di vista differenti che non dovrebbero comunque pregiudicare questa giornata importante.

    Il fuoco emanato da Sherama fu come un catalizzatore delle opinioni: tutti, chi più chi meno, in nome di una pace da creare, diedero il loro consenso a far accedere alla riunione il rappresentante del Fuoco. E in effetti così fu. Ulteriori resoconti sono fuffa, se non per il velato interesse che quest'ultimo riversò nei confronti della figura tatuata e scura di pelle. Ma ciò lo tenne per sè.
    Le porte di Kiri si sottomisero al passo delle reggenze, ma non gli innumerevoli militari che giustapposti a mò di colonnato seguirono passo dopo passo il cammino verso il luogo designato per il meeting, una struttura totalmente in antitesi alla nuova e ricca Konoha.
    Una popolazione piuttosto omogenea si fece testimone del loro percorso, descrivendo di sè e del loro leader: da ciascuno secondo le proprie capacità a ciascuno secondo i propri bisogni. O giù di lì.
    Il cigolìo della sedia a rotelle della Kazekage innestò in Zero la necessità puerile di emulare il rumore con la bocca, ma per evitare inutili dissapori annegò l'idea nell'analogo disturbo emesso dalle gambe sotto la veste. In tutto ciò il vecchio - sua spalla - seguiva la Mecca con distaccato interesse.


    - E' veramente emozionante, Mizukage Viraru. Mi riferisco a tutta la baracca che hai messo in piedi.
    Statisti, filantropi...filosofi: ciascuno ha interpretato la reale equità economica di massa a suo modo, includendo in essa qualità "ideali". Ma tu e il tuo bell'aspetto state riuscendo a traslarla nella vita quotidiana.
    Certo però che un dubbio mi assale: "se per uno essere ricco, dieci devono essere poveri, nel tuo mondo chi è che riempie le tasche dei più abbienti?" -


    Un'intimazione? Un avvertimento? Una massima? Il semplice delirio di un fumo antropomorfo che cammina? Chi può dirlo. Viraru si lasciò scivolare la cosa come fosse acqua si pelle, senza però considerare che le gocce restano.
    Infine l'ascensore si spalancò e l'ascesa all'inferno o al paradiso cominciò.
    Doveva essere uno scenario colmo di speranza e di serenità, ma allora perchè persino le gambe di un'inferma come la Kazekage tremavano?

    *DIIIIIIIIIIIN!*



    Se per voi non è un problema, questa porta si apre esclusivamente dall'esterno con il mio chakra e quello degli uomini che vedete qui a fianco che sono una forza d'élite del Villaggio esattamente come lo erano i famosi Spadaccini. Metterò una trasmittente e sarò in contatto con loro per dirgli quando aprire le porte, ovviamente quando vorrete o quando finiremo.

    Nessuno osò obiettare a una tale equa decisione: casa sua, regole sue. Con meticoloso ordine ciascuno raggiunse un posto preciso contrassegnato dal simbolo dei villaggi e prese a sedere. I copricapi vennero deposti sul tavolo, ben piazzati di fronte alla persona in modo tale da non creare fraintendimenti rispetto alla terra rappresentata, e le guardie del corpo presero a supervisionare la cosa da dietro i sedili dei rispettivi leader. Il fomento durò davvero poco prima che il silenzio tombale riprendesse le redini dell'atmosfera. Cupa, opprimente e noiosa. Esattamente alla stregua di un raduno politico. Nè più, nè meno, questo finchè il "Visir" dell'imperatore picchiettò con l'unghia sul suo schienale, dandogli una sorta di "segnale".

    - Non c'è che dire: a giudicare dalla pochezza di questa sala, vi siete veramente svuotati le tasche in nome di un ideale. Alla faccia di chi nella storia si è giustificato chiamandola "utopia".-

    Dimenticavo di dirvi che da ora non è possibile per nessuno di noi effettuare alcun atto ostile di forza. La stanza è attrezzata con sigilli di contenimento che colpiranno chiunque utilizzi il chakra. I sigilli si attiveranno e verrete paralizzati. Quindi vi consiglio di non pensare ad alcun offesa fisica, d'altronde dobbiamo parlare di pace e la forza non rientra nella comunicazione adatta.
    Detto questo, direi di iniziare con interpellare Zero sulla sua presenza qui... O meglio, quale sono le tue intenzioni com Leader della Foglia e dell'Erba?
    E... Non appena finisce di illuminarci, direi di pensare al destino di Ame. E' stata senza una guida per troppo tempo e le nostre forze sono viste come degli invasori, indi propongo di pensare ad un nuovo Amekage.


    Fin qui niente di strano. Il controllo era nelle mani del Mizukage. La domanda era: "per quanto ancora?"
    Zero portò le dita all'ugola e si schiarì la voce premendo sulla giugulare, quindi si tolse i capelli dagli occhi e si sollevò rumorosamente dal sedile, abbandonando la presa sul cappello. Captarne le intenzioni fu interesse comune, specialmente perchè l'ex-mukenin fece un giro della tavola nel silenzio più totale. Si limitava a strofinarsi il mente e ad alzare e chinare il capo come alla ricerca delle giuste parole al fine di non sollevare polveroni. Ci riuscì?


    - Adesso che siamo tutti chiusi qui, posso domandarvi scusa. Il punto è: "per cosa?".
    Vedete, "Kage indiscussi dei vari villaggi", la questione è semplice: io non sono uno di voi. Ed infondo se ci pensi bene, Mizukage, io e il mio generale lì presente, abbiamo bussato alla tua porta in qualità di "rappresentanti dell'Impero del Fuoco". L'hai detto tu stesso: chiunque potrebbe indossare delle spoglie che non gli appartengono. L'abito non fa il monaco, dico bene?


    Di fronte a una tale presunzione non fu una sorpresa che gli animi cominciarono a scaldarsi, così come l'ugola di Viraru pronta a decantare i più inflessibili ordini a suoi soldati, ma...

    - Non fraintendete le mie intenzioni. Benchè non sono qui in veste di Kage, vengo nel massimo del rispetto e abnegazione. La verità è che non esiste più nessun leader nè del Villaggio della Foglia, nè di quello dell'Erba. Il motivo? I loro abitanti hanno così stabilito. Quindi chi siete voi per giudicare i popoli? Ciascuno di noi non è forse lo straniero dell'altro?

    La spettacolarità della scena e dei suoi gesti colpirono di certo il complesso dei capi, ma difficile dire se in un senso o nell'altro.

    - Chiarito ciò, se l'onorevole Mizukage mi concede di poter ricoprire il ruolo affidatomi dai due villaggi, risponderei al suo appello. -

    Dicendo ciò si prostrò in una riverenza e non mosse ciglio finquando Viraru non glielo permise, quindi proseguì:

    - Molto bene. Inizierei con una domanda da porvi, con estrema sincerità: ditemi per piacere uno ad uno cosa significa per voi essere un Kage. -

    Spiazzati da una così banale domanda, i presenti ci misero un pò per apprendere si trattasse di un reale quesito non retorico, quindi uno ad uno espressero un parere. Ciononostante nelle loro risposte si lesse anche chi erano, come amministravano i loro territori e del perchè fossero stati scelti proprio loro. Viraru fu l'ultimo a parlare, dopodichè la fiaccola ritornò nelle mani del rappresentante di Konoha.

    - Sono tutte delle nobilissime risposte, che traboccano di esperienza e dedizione nei confronti della vostra terra, pertanto non me ne vogliate se adesso esprimerò un parere differente dal vostro.
    Cos'è una forma di governo se non il mezzo di un singolo o di pochi di imporre alla maggior parte di essere come loro e soprattutto sotto di loro?".
    Vi chiedo anche stavolta di non fraintendermi: non giudico nè nel bene e nel male la cosa, ne faccio una personale analisi. Tenete presente che quando io parlo faccio le veci di ben due popoli, che hanno deciso di essere trattati come singoli individui piuttosto che come massa di persone.
    Il mio ruolo, signori, è essere il protettore della loro volontà, il preservatore della reale libertà di chi è stato costretto ad una gabbia invisibile, che poi sarebbe la società moderna.
    Questo è l'Impero del Fuoco. -


    Sullo scandire l'ultima frase il suo tono divenne caldo e persuasivo, frutto di un processo politico volto all'inimmaginabile. Concluse:

    - D'ora in avanti Konoha e Kusa sono fuori dal mondo, da qualunque giro economico o politico. Ciascun abitante è un leone in gabbia che è stato liberato nella sua savana. Chiunque dei qui presenti tenterà di violare quel ritaglio di natura, verrà respinto con la relativa forza coercitiva.

    Un ideale alone oscuro gli velò lo sguardo accompagnato da un tono trionfale. Poi la luce ritornò:

    - Ad ogni modo lungi da me venir qui a minacciarvi, al contrario: come rappresentante della libertà del mio popolo, sottoscriverò qualunque tipo di accordo voltato alla pace e all'equilibrio fra le nostre terre!

    Innalzò le braccia in senso di accoglienza. In ultimo terminò:

    - In quanto ad Ame....è un nome che cercate, no?
    Ne ho uno: Hei Nanju, un ribelle dei tempi di Sakkaku che ha collaborato in modo esemplare nella lotta alla Pioggia. Abbiamo liberato i civili grazie a lui. Su chi fare maggiore affidamento? Specialmente ora che il popolo ha bisogno di chi più ne conosce le necessità. -
     
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  7. Anselmo
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    • Legenda:

      Zero, Imperatore del Fuoco

      Viraru Hoozuki, Mizukage

      Rogue, Takage

      Karasu Yotsuki, Raikage

      Andras, Anziano d'Ishivar

      Sherama Geknu, Tsuchikage

      Oceania, Takikage

      Nami Drakeito, Kazekage



    Se per voi non è un problema, questa porta si apre esclusivamente dall'esterno con il mio chakra e quello degli uomini che vedete qui a fianco che sono una forza d'élite del Villaggio esattamente come lo erano i famosi Spadaccini. Metterò una trasmittente e sarò in contatto con loro per dirgli quando aprire le porte, ovviamente quando vorrete o quando finiremo.
    Dimenticavo di dirvi che da ora non è possibile per nessuno di noi effettuare alcun atto ostile di forza. La stanza è attrezzata con sigilli di contenimento che colpiranno chiunque utilizzi il chakra. I sigilli si attiveranno e verrete paralizzati. Quindi vi consiglio di non pensare ad alcun offesa fisica, d'altronde dobbiamo parlare di pace e la forza non rientra nella comunicazione adatta.


    Disse Viraru mentre faceva accomodare tutti i presenti nella sala. Andras, che fu il primo a varcare la soglia, non poté trattenersi dal far roteare gli occhi spalancati, facendo correre lo sguardo per tutto l'ambiente, profondamente sorpreso dall'aspetto del luogo così atipico rispetto a quanto lui era abituato. Provò meraviglia, ma non per la bellezza dei marmi o per la morbidezza del velluto che ricopriva il pavimento. Ciò che lo sorprese, incutendo nel suo animo una disagevole soggezione, fu l'austerità del luogo. Si sentiva come se fosse appena precipitato tra un soffitto, un pavimento e quattro pareti di impenetrabile e gelido acciaio, e che l'unica via d'uscita fosse stata sbarrata alle sue spalle con un fragore assordante. Capì immediatamente che tutti gli ornamenti della sala altro non erano che futili addobbi atti unicamente a mascherare la vera natura del luogo. Se fosse la stanza in sé, o se fossero le parole di Viraru a gelargli le viscere, non sapeva dirlo. Però sorrise, un sorriso solo leggermente meno spontaneo del solito, ma comunque un bel sorriso disinvolto, perché era con il sorriso che era solito affrontare le situazioni.

    I vostri libri di storia allora mentono. Quando ho letto del leggendario Summit dei Cinque in cui i primi Kage del vostro mondo si riunirono per suggellare la pace tra le giovani nazioni, ricordo di aver provato il forte desiderio di assistere in prima persona ad un evento così emozionante. Sapete, le riunioni con gli anziani del mio popolo sono spesso di una noia mortale. Quella riunione invece... così ricca di colpi di scena, la forte volontà di chi vi partecipava, quelle personalità di ferro, che però riuscivano anche a ridere, a mostrarsi amichevoli con il prossimo. Leggendo quelle parole ho sentito che volevano trasmettermi la potente volontà che legava quegli uomini verso un obbiettivo comune.

    Disse guardando radioso gli altri membri che prendevano posto dinanzi a lui, decisamente più a loro agio con l'atmosfera che gli avvertimenti del Mizukage avevano creato. Lentamente però il sorriso sparì, lasciando posto ad un espressione assorta:

    Ma non veniva menzionata alcuna misura di sicurezza, sembrava che non ce ne fosse bisogno, come nel mio Paese. Quindi i vostri manoscritti storici mentono: questo Meeting è molto diverso da come i vostri libri vogliono far credere...

    Terminò condendo lo spegnersi delle sue parole con una punta di rammarico. Pura e semplice sincerità, nient'altro. Andras si era limitato a mettere a nudo la sensazione che aveva provato varcando quel luogo, senza tentativi di lusingare o volontà d'offendere. Perchè l'aveva fatto? Forse desiderava rimediare a quello che riteneva un pessimo errore del Mizukage. Infatti nessun membro del Paese della Speranza, nemmeno il più vecchio e scorbutico zoppo senza famiglia, avrebbe accolto in casa propria qualcuno in tal maniera. O forse aveva solo voglia di farlo.
    Nessuno però parve colpito dalle parole del giovane dalla pelle scura. Loro probabilmente non avevano scovato alcuna traccia di scortesia nell'accoglienza di Viraru. D'altronde venivano dalle più diverse nazioni, certo, ma pur sempre dallo stesso mondo, a differenza dell'Ishivariano. Un mondo che non aveva molto da offrire; erano abituati a simili trattamenti, vi avevano a che fare quotidianamente ed avevano scoperto che il modo più semplice per affrontare la cosa era serbare lo stesso trattamento a chiunque, in qualunque momento. Concetti incomprensibili per Andras.
    A conferma di ciò ci fu l'intervento di Sherama, che non ebbe nulla da obbiettare all'atteggiamento del Mizukage, ma piuttosto alle sue scelte:

    Perdonami Viraru-sama, forse ho frainteso...

    Proruppe bloccandosi nell'istante prima di piazzare il suo regale culo sulla morbida sedia.

    Quindi mi stai dicendo che noi tutti siamo rinchiusi in una stanza che solo TU puoi aprire. Al di fuori della stanza sono presenti esclusivamente TUOI uomini, i quali ovviamente rispondono unicamente ai TUOI ordini. Ah, e dimenticavo: ovviamente i sigilli che ci paralizzeranno se solo tenteremo di difenderci, per esempio da te. Si perchè, in poche parole, ci chiedi di fidarci di te sbattendoci immediatamente in faccia che invece tu non hai nessuna intenzione di fidarti di noi. Questa è una prigione, una... una trappola! E' assolutamente ridicolo.

    Sbatté il palmo sul tavolo e si sedette, piantando fisso uno sguardo tempestoso contro Viraru, senza distoglierlo per almeno una dozzina di secondi.

    Hm! Hm!

    Come leoni che odono il ruggito di un intruso nel loro territorio, le teste della maggior parte dei presenti ruotarono in direzione della presenza femminile che si era appena schiarita la voce. Fu decisamente una sorpresa per tutti constatare che intendeva intervenire. Nell'aspetto e nelle maniere, Oceania aveva dato d'intendere di essere la prima a ritenersi una figura troppo debole all'interno di quella cerchia. Quel che non sapevano era che solo uno di loro la turbava; tutti gli altri li riteneva suoi pari senza indugi. Fu con disinvoltura e conciliante preminenza che si espresse:

    Effettivamente Mizukage-sama, dovremmo essere protetti dall'esterno, più che essere protetti da noi stessi. Otto capi di stato nello stesso posto... una preda ambita per qualsiasi forma di potenziale terrorismo, ne converrete tutti. Quindi chiuderci in una gabbia da cui nessuno di noi può uscire ma in cui chiunque può entrare, non è stato molto saggio. Mi auguro che le migliori misure di sicurezza tu le abbia serbate per impedire intrusioni all'interno dell'intero Villaggio della Nebbia.

    Concluse con un eloquente sventolio della mano, come a chiarire che comunque riteneva la questione di ben poca importanza. Quel che evitò di dire è che si riteneva abbastanza abile da poter affrontare qualsiasi minaccia... o quasi. Lo sguardo cadde ancora una volta, fuggevolmente, su Zero.

    A me invece non dispiace affatto.

    Esordì il Raikage scrutando il soffitto con fare insensibile, già comodamente spaparanzato sulla sua poltrona, tamburellando con le dita di una mano sul tavolo. Poi pose lo sguardo accattivante sui presenti e continuò:

    Viraru-sama sa quel che fa. Anch'io, come lui, credo che non tutti qui potrebbero avere le migliori intenzioni. Come il nostro buon vecchio amico...

    A-Andras!

    Rispose immediatamente l'Ishivariano al gesto della mano di Karasu.

    Come il nostro buon vecchio amico Andras-sama ci ha ricordato prima, i tempi sono cambiati. Una volta a questo tavolo si accettavano solo i più potenti, saggi e stimati leader. Ora sinceramente non mi sorprenderei se fossi costretto ad avere a che fare con tagliaborse, assassini, stupratori, MUTILATORI...

    E nel pronunciare quest'ultima parola scaraventò la sua mancanza sul tavolo assicurandosi con margine d'errore inesistente che tutti ponessero la loro attenzione su di essa.

    ...e gentaglia di questo tipo. Quindi ben fatto collega. Oggi ci limiteremo a parlare... poi si vedrà. Ad ogni lama il sangue che merita. Prego, Mizukage.

    Detto questo, direi di iniziare con interpellare Zero sulla sua presenza qui... O meglio, quale sono le tue intenzioni com Leader della Foglia e dell'Erba?
    E... Non appena finisce di illuminarci, direi di pensare al destino di Ame. E' stata senza una guida per troppo tempo e le nostre forze sono viste come degli invasori, indi propongo di pensare ad un nuovo Amekage.


    Chiacchiere. Le mura di quella stanza avevano udito solo chiacchiere, fino a quel momento. Le ultime parole del discusso Viraru però ricordarono a tutti che dispute e bisticci non avevano spazio quando si trattava di discutere il futuro del mondo. La concentrazione di ognuno dei presenti venne richiamata, e fu proprio l'Imperatore del Fuoco a dare il via alle danze. Si alzò dal suo scranno e prese a misurare la stanza a lunghi passi. In pochi rimasero impassibili: Oceania piantò lo sguardo sulle mani che teneva adagiate in grembo, Sherama seguì i movimento dell'atipico individuo con un espressione di composta curiosità, Rogue parve non dar peso alla cosa, adagiato com'era con le dita intrecciate dietro il capo, mentre Karasu sfoggiò un espressione di puro astio.

    Tsk.

    - Adesso che siamo tutti chiusi qui, posso domandarvi scusa. Il punto è: "per cosa?".
    Vedete, "Kage indiscussi dei vari villaggi", la questione è semplice: io non sono uno di voi. -


    Già.

    - Ed infondo se ci pensi bene, Mizukage, io e il mio generale lì presente, abbiamo bussato alla tua porta in qualità di "rappresentanti dell'Impero del Fuoco". L'hai detto tu stesso: chiunque potrebbe indossare delle spoglie che non gli appartengono. L'abito non fa il monaco, dico bene? -

    Si, l'ho sentito dire. Il punto sarebbe? Ti ricordo che abbiamo già accettato la tua rappresentanza in questo incontro. Non è necessario che tu ti giustifichi ulteriormente, stai sprecando il tuo tempo. Già sappiamo che anche un Ex-Mukenin può aspirare al posto di leader di una nazione. I crimini, una volta cancellati, perdono il loro peso. Ed a quanto ho potuto udire, il popolo di Konoha e Kusa ha ritenuto i tuoi acqua passata. Quindi, di grazia, rispondi alle domande di Viraru-sama, non profonderti in altre chiacchiere inutili.

    - Non fraintendete le mie intenzioni. Benchè non sono qui in veste di Kage, vengo nel massimo del rispetto e abnegazione. La verità è che non esiste più nessun leader nè del Villaggio della Foglia, nè di quello dell'Erba. Il motivo? I loro abitanti hanno così stabilito. Quindi chi siete voi per giudicare i popoli? Ciascuno di noi non è forse lo straniero dell'altro?
    Chiarito ciò, se l'onorevole Mizukage mi concede di poter ricoprire il ruolo affidatomi dai due villaggi, risponderei al suo appello.
    Molto bene. Inizierei con una domanda da porvi, con estrema sincerità: ditemi per piacere uno ad uno cosa significa per voi essere un Kage. -


    Sono Kage perchè le mie doti di condottiero sono state riconosciute dall'intero Villaggio della Roccia. Mi è stato chiesto di porle al servizio del popolo, ed io non ho esitato. Farei di tutto per preservare il benessere, l'integrità e la vita di Iwagakure. I miei pensieri vanno costantemente agli abitanti del mio Villaggio, specialmente a quelli che hanno deciso di servirmi dedicando la propria vita alla mia protezione, per far si che io possa proteggere chi ne ha bisogno.

    Esordì con solennità il Tsuchikage, ma nella sua voce si udiva una nota d'impazienza. Aveva infatti già messo in chiaro che la questione che più gli stava a cuore discutere era un'altra, e non mancò di accennare ad essa con le ultime parole. Seguì a ruota Karasu:

    Per me essere Kage significa portare avanti la missione del mio predecessore Juan-sama. Grazie al suo operato ed a ciò che mi ha trasmesso, ad oggi Kumo è il più ricco, potente e famoso tra i Grandi Villaggi Ninja. Proteggerlo da chiunque voglia turbarne l'armonia; questo è ciò che io ritengo di dover fare.

    Ma prima che qualcun altro potesse rispondere alla domanda dell'Imperatore, intervenne il Takage:

    Non ho intenzione di rispondere, nemmeno fossi un qualsiasi studentello d'accademia interrogato alla cattedra del suo Sensei. Imperatore del Fuoco... Zero, Mitarashi o in qualunque modo tu voglia essere chiamato. Ti ricordo ancora una volta che qui sei tu quello che deve spiegare quali sono le intenzioni quale leader della Foglia e dell'Erba. Io, come tutti gli altri Kage qui presenti -te escluso, s'intende- non dobbiamo rendere conto a nessuno per "chi siamo" o per quel che rappresentiamo. Tu, invece...

    Nessun altro osò continuare dopo quell'intervento, nonostante qualcuno, Andras in particolare, fosse ansioso di raccontare qualcosa sul proprio popolo. Calò il silenzio, perchè tutti non attendevano altro che una risposta da parte di Zero, la quale ben presto arrivò:

    - Sono tutte delle nobilissime risposte, che traboccano di esperienza e dedizione nei confronti della vostra terra, pertanto non me ne vogliate se adesso esprimerò un parere differente dal vostro.
    Cos'è una forma di governo se non il mezzo di un singolo o di pochi di imporre alla maggior parte di essere come loro e soprattutto sotto di loro?".
    Vi chiedo anche stavolta di non fraintendermi: non giudico nè nel bene e nel male la cosa, ne faccio una personale analisi. Tenete presente che quando io parlo faccio le veci di ben due popoli, che hanno deciso di essere trattati come singoli individui piuttosto che come massa di persone.
    Il mio ruolo, signori, è essere il protettore della loro volontà, il preservatore della reale libertà di chi è stato costretto ad una gabbia invisibile, che poi sarebbe la società moderna.
    Questo è l'Impero del Fuoco. -


    Anarchia, ecco cos'è. "Hanno deciso di essere trattati come singoli individui piuttosto che come massa di persone"? Un simile sistema non ha futuro, è destinato a declinare in breve tempo. La solidità dei Grandi Villaggi si basa sul fatto che un singolo individuo, il Kage, è stato eletto proprio perchè la sua volontà rispecchia quella del popolo. La figura del Kage rappresenta quindi una garanzia per le persone. Una garanzia che nel corso della sua carica, le persone potranno vivere la vita che hanno scelto. E se questa garanzia dovesse venire a mancare, il Kage viene semplicemente spodestato. Mentre ciò che tu hai instaurato nel tuo cosiddetto "Impero del Fuoco", è una forma di non governo che per definizione è pericolante come una bolla sospinta dal vento verso un campo di rovi. Cosa accadrebbe se il tuo caro "singolo individuo" decidesse che la propria volontà è quella di assassinare il prossimo? Secondo quanto affermi, tu per primo ti porresti come protettore di tale volontà. Ciò significa forse che non solo permetteresti a tale individuo di ammazzare chi gli pare, ma lo incoraggeresti pure?

    Sherama a quel punto proruppe in una risata fragorosa.

    La gente del vecchio Nube-sama è forse stata degradata a tal punto da optare per un simile leader? Ciò è assolutamente folle, HAHAHA!

    Il popolo a volte va trainato per le briglie, Zero! Questo lo sanno tutti. Non puoi lasciarlo libero di scorrazzare. Il caos, ecco a cosa ti porterà tutto ciò.

    Inoltre mi chiedo: ma allora, tu a cosa servi? Se se sei già riuscito a creare la società che tu stai osannando, qual è il tuo compito al suo interno?

    - D'ora in avanti Konoha e Kusa sono fuori dal mondo, da qualunque giro economico o politico. Ciascun abitante è un leone in gabbia che è stato liberato nella sua savana. Chiunque dei qui presenti tenterà di violare quel ritaglio di natura, verrà respinto con la relativa forza coercitiva. Ad ogni modo lungi da me venir qui a minacciarvi, al contrario: come rappresentante della libertà del mio popolo, sottoscriverò qualunque tipo di accordo voltato alla pace e all'equilibrio fra le nostre terre!

    Per come la vedo io, tu stai portando Konoha e Kusa verso l'autodistruzione, chiedendo a noi tutti di stare zitti a guardare. Potrei anche affermare che non mi importa, che sarebbero fattacci tuoi, ma ciò significherebbe essere tuo complice. Inoltre saremo proprio noi nel prossimo futuro a dover rimediare, impegnando le nostre forze per ristabilire l'ordine, esattamente come stiamo facendo ad Ame. Mmmhh...

    Il Raikage si levò il copricapo dalla testa e si mise le mani nei capelli, perdendosi in un espressione assorta.

    Non lo so... Non lo so...

    In ogni caso le decisioni che l'Imperatore prende nei confronti del suo popolo riguardano solo lui, e non sono materia di discussione per questo concilio. Soffermiamoci sulla questione più importante, quella per cui noi tutti ci troviamo qui: ristabilire l'ordine tra le nazioni, gettare le fondamenta per una pace solida, definire i confini di cosa è amico e cosa è nemico, ricreare una nuova Grande Alleanza che renda impossibile ogni ulteriore atto di guerra.
    Viraru-sama, Kazekage-sama, cosa avete da dire in merito?
     
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    Tutti i presenti si voltarono verso il Mizukage, in attesa. A giudicare dalla sua espressione, si era aspettato delle reazioni diverse ma era chiaro che, bene o male, tutti quanti i capi dei villaggi desideravano approfondire la questione in ballo. Allentai la presa sul manico della sedia a rotelle, accarezzando la membrana morbida con cui era stato ricoperto. Il Mizukage, alla fine, ci invitò tutti ad entrare nel palazzo, per dare inizio alla vera e propria riunione. C'erano gruppi di curiosi che si erano riuniti, agli angoli delle strade, per osservare quell'evento più unico che raro, del resto quando poteva ricapitare di vedere tutti i kage in un unico posto? Strinsi il manico e spinsi la sedia a rotelle, seguendo la scia davanti a me. Era quasi irreale vederli camminare tutti insieme, come un qualsiasi gruppo di amici. Solo che non sembravano amici per niente. L'interno del palazzo era regale, molto illuminato e caldo, per qualche motivo. Avanzammo lentamente fino alle porte chiuse di un grande ascensore, talmente ampio da ospitarci praticamente tutti. Mi voltai e tirai a me la sedia a rotelle, sicché Nami sama si trovasse rivolta verso le porte. Esse si richiusero e l'ascensore salì. Pochi secondi e un segnale acustico annunciò l'arrivo al piano desiderato. Mentre le porte si aprivano di nuovo, sembrava che tutti i presenti desiderassero uscire il prima possibile. Sembrava che nessuno di loro fosse entusiasta all'idea di stare così vicino al resto del gruppo. Non sapevo le motivazioni di ognuno, neanche potevo immaginarle, però percepivo la tensione nell'aria, che ora andava facendosi sempre più pesante. Ciò che vidi davanti a me fu un breve corridoio che dava su un'unica porta blindata, dall'aspetto poco rassicurante. A farvi la guardia, degli shinobi che sembravano degli anbu, terrificanti anche loro. Non mi piaceva per niente trovarmi in quel posto, non ero abituata a tutta quella sicurezza e di certo, per indole, odiavo sentirmi costretta e in pericolo. Eppure era proprio così che mi sentii in quel momento. Gli shinobi, alla vista di Viraru-sama, si fecero da parte, dandogli spazio per avvicinarsi alla porta davanti ai presenti. Vi posò semplicemente la mano e questa si aprì.

    Se per voi non è un problema, questa porta si apre esclusivamente dall'esterno con il mio chakra e quello degli uomini che vedete qui a fianco che sono una forza d'élite del Villaggio esattamente come lo erano i famosi Spadaccini. Metterò una trasmittente e sarò in contatto con loro per dirgli quando aprire le porte, ovviamente quando vorrete o quando finiremo. Prego, accomodatevi.

    Nessuno obbiettò e, in men che non si dica, la porta si richiuse alle nostre spalle, sigillandoci lì dentro. La sala era decisamente diversa dal resto del palazzo. I muri erano lisci e dipinti con un colore tenute, delle colonne ospitavano ognuna una lampada che, tutte insieme, illuminavano ogni posto a sedere. Al centro, un lungo tavolo con delle sedie. Davanti ad ognuna, un segnaposto. Molti si guardarono in giro prima di sedersi, nel mentre raggiunsi il posto dedicato al Kage di Suna, spostando la sedia e posizionandovi al suo posto Nami sama con la sua sedia personale. Sperando di non farla sentire a disagio, mi abbassai, cercando con lo sguardo la leva sotto il sedile che, se spostata, lo alzava di pochi centimetri. La trovai e spinsi un paio di volte, finché la donna non si trovò alla stessa altezza degli altri una volta che si sedettero. Rimasi in piedi, con le braccia dietro la schiena, in attesa dietro Nami sama. Notai che c'era anche del cibo dall'aspetto invitante e delle bevande che avrei bevuto volentieri, ma non mi mossi, visto che non ero certa fossero state messe lì apposta per me.

    Dimenticavo di dirvi che da ora non è possibile per nessuno di noi effettuare alcun atto ostile di forza. La stanza è attrezzata con sigilli di contenimento che colpiranno chiunque utilizzi il chakra. I sigilli si attiveranno e verrete paralizzati. Quindi vi consiglio di non pensare ad alcun offesa fisica, d'altronde dobbiamo parlare di pace e la forza non rientra nella comunicazione adatta.
    Detto questo, direi di iniziare con interpellare Zero sulla sua presenza qui... O meglio, quale sono le tue intenzioni com Leader della Foglia e dell'Erba?
    E... Non appena finisce di illuminarci, direi di pensare al destino di Ame. E' stata senza una guida per troppo tempo e le nostre forze sono viste come degli invasori, indi propongo di pensare ad un nuovo Amekage.


    Tutti erano ai propri posti adesso, ma il meeting non poteva ancora iniziare. Mi resi conto che le persone tendono ad interpretare le azioni altrui a modo loro, dandogli significati diversi. E azioni che per qualcuno possono sembrare normali o lecite, per altri non lo sono. Non sapevo come la Kazekage potesse sentirsi al riguardo, io, del resto, non mi sentii minacciata dalla situazione in cui mi trovavo, giusto agitata ma non minacciata, per ora. Ma i miei sentimenti non erano i sentimenti di tutto il resto dei presenti.

    I vostri libri di storia allora mentono. Quando ho letto del leggendario Summit dei Cinque in cui i primi Kage del vostro mondo si riunirono per suggellare la pace tra le giovani nazioni, ricordo di aver provato il forte desiderio di assistere in prima persona ad un evento così emozionante. Sapete, le riunioni con gli anziani del mio popolo sono spesso di una noia mortale. Quella riunione invece... così ricca di colpi di scena, la forte volontà di chi vi partecipava, quelle personalità di ferro, che però riuscivano anche a ridere, a mostrarsi amichevoli con il prossimo. Leggendo quelle parole ho sentito che volevano trasmettermi la potente volontà che legava quegli uomini verso un obbiettivo comune. Ma non veniva menzionata alcuna misura di sicurezza, sembrava che non ce ne fosse bisogno, come nel mio Paese. Quindi i vostri manoscritti storici mentono: questo Meeting è molto diverso da come i vostri libri vogliono far credere...

    Non sembrava arrabbiato, piuttosto deluso, però. Osservai di sottecchi quel tipo dalla pelle scura che sembrava totalmente diverso da tutti noi. Non ero neanche certa che il paese da lui rappresentato facesse parte del nostro mondo, a questo punto. Sembrava venire dall'altra parte del continente! Comunque sia, dopo le sue parole, gli animi cominciarono a riscaldarsi. Lo Tsuchikage non sembrava affatto contento della situazione, ma non si espresse tranquillamente come Andras sama.

    Perdonami Viraru-sama, forse ho frainteso... Quindi mi stai dicendo che noi tutti siamo rinchiusi in una stanza che solo TU puoi aprire. Al di fuori della stanza sono presenti esclusivamente TUOI uomini, i quali ovviamente rispondono unicamente ai TUOI ordini. Ah, e dimenticavo: ovviamente i sigilli che ci paralizzeranno se solo tenteremo di difenderci, per esempio da te. Si perché, in poche parole, ci chiedi di fidarci di te sbattendoci immediatamente in faccia che invece tu non hai nessuna intenzione di fidarti di noi. Questa è una prigione, una... una trappola! E' assolutamente ridicolo.

    Batté un pugno sul tavolo e sobbalzai, con il batticuore. Avevo seriamente timore che il tutto sfociasse in una rissa. Strano, però, come la reazione dell'uomo mi provocò antipatia nei suoi confronti. Forse ciò che diceva non era sbagliato, ma quei modi bruschi e prepotenti mi portarono automaticamente a bollarlo come "cattivo della situazione", visto che non mi piaceva in generale un comportamento del genere. Il modo in cui fissava il Mizukage, poi, era da brividi.

    Hm! Hm!

    Quasi tutti ci voltammo verso la ragazza dai capelli blu, tranquillamente seduta al suo posto. Sembrava molto più tranquilla, per qualche motivo.

    Effettivamente Mizukage-sama, dovremmo essere protetti dall'esterno, più che essere protetti da noi stessi. Otto capi di stato nello stesso posto... una preda ambita per qualsiasi forma di potenziale terrorismo, ne converrete tutti. Quindi chiuderci in una gabbia da cui nessuno di noi può uscire ma in cui chiunque può entrare, non è stato molto saggio. Mi auguro che le migliori misure di sicurezza tu le abbia serbate per impedire intrusioni all'interno dell'intero Villaggio della Nebbia.

    Sventolò la mano come se la questione fosse di poco conto.

    A me invece non dispiace affatto. Viraru-sama sa quel che fa. Anch'io, come lui, credo che non tutti qui potrebbero avere le migliori intenzioni. Come il nostro buon vecchio amico...

    Indicò il giovane dalla pelle scura per chiedergli il suo nome.

    A-Andras!

    Rispose subito lui, e il Raikage continuò, seguito dagli sguardi dei presenti.

    Come il nostro buon vecchio amico Andras-sama ci ha ricordato prima, i tempi sono cambiati. Una volta a questo tavolo si accettavano solo i più potenti, saggi e stimati leader. Ora sinceramente non mi sorprenderei se fossi costretto ad avere a che fare con tagliaborse, assassini, stupratori, MUTILATORI...

    Mostrò il braccio che gli mancava e distolsi lo sguardo.

    ...e gentaglia di questo tipo. Quindi ben fatto collega. Oggi ci limiteremo a parlare... poi si vedrà. Ad ogni lama il sangue che merita. Prego, Mizukage.

    Dopo pochi secondi di stallo, il Mizukage cominciò il suo discorso e tutti, momentaneamente, si lasciarono alle spalle quella breve diatriba.

    Detto questo, direi di iniziare con interpellare Zero sulla sua presenza qui... O meglio, quale sono le tue intenzioni come Leader della Foglia e dell'Erba?
    E... Non appena finisce di illuminarci, direi di pensare al destino di Ame. E' stata senza una guida per troppo tempo e le nostre forze sono viste come degli invasori, indi propongo di pensare ad un nuovo Amekage.


    Nel silenzio, una sedie fece rumore, allontanandosi di poco dal posto in cui si trovava. Zero si alzò in piedi, cominciando a misurare a grandi passi la testa, camminando tutt'intorno al tavolo. Nami sama lo seguì con l'udito mentre la sua fronte si corrucciava impercettibilmente. Anche io, come lei, mi chiedevo cosa avesse in mente. Vederlo camminare così tranquillo, come se stesse pensando, mi provocava una sorta di inquietudine. Alcuni dei presenti non lo guardavano, altri sembravano incuriositi, il Raikage si lasciò sfuggire una smorfia e altri ancora, non sembravano curarsi minimamente di lui.

    Adesso che siamo tutti chiusi qui, posso domandarvi scusa. Il punto è: "per cosa?".
    Vedete, "Kage indiscussi dei vari villaggi", la questione è semplice: io non sono uno di voi.


    Già.

    Guardai il Raikage, notando come fosse decisamente infastidito dalla situazione. Tornai a fissare Zero, senza guardarlo direttamente. Quando si avvicinò a noi percepii un brivido mai sentito prima lungo la schiena e le gambe mi tremarono.

    Ed infondo se ci pensi bene, Mizukage, io e il mio generale lì presente, abbiamo bussato alla tua porta in qualità di "rappresentanti dell'Impero del Fuoco". L'hai detto tu stesso: chiunque potrebbe indossare delle spoglie che non gli appartengono. L'abito non fa il monaco, dico bene?

    Si, l'ho sentito dire. Il punto sarebbe? Ti ricordo che abbiamo già accettato la tua rappresentanza in questo incontro. Non è necessario che tu ti giustifichi ulteriormente, stai sprecando il tuo tempo. Già sappiamo che anche un Ex-Mukenin può aspirare al posto di leader di una nazione. I crimini, una volta cancellati, perdono il loro peso. Ed a quanto ho potuto udire, il popolo di Konoha e Kusa ha ritenuto i tuoi acqua passata. Quindi, di grazia, rispondi alle domande di Viraru-sama, non profonderti in altre chiacchiere inutili.

    Intervenne il Takage dai capelli rossi, decisamente spazientito dalle parole dell'altro. Zero, però, non sembrò neanche ascoltarlo. Era così concentrato sulle sue parole che quasi non si accorgeva neanche del modo in cui i presenti lo stessero guardando.

    Non fraintendete le mie intenzioni. Benchè non sono qui in veste di Kage, vengo nel massimo del rispetto e abnegazione. La verità è che non esiste più nessun leader nè del Villaggio della Foglia, nè di quello dell'Erba. Il motivo? I loro abitanti hanno così stabilito. Quindi chi siete voi per giudicare i popoli? Ciascuno di noi non è forse lo straniero dell'altro? Chiarito ciò, se l'onorevole Mizukage mi concede di poter ricoprire il ruolo affidatomi dai due villaggi, risponderei al suo appello.
    Molto bene. Inizierei con una domanda da porvi, con estrema sincerità: ditemi per piacere uno ad uno cosa significa per voi essere un Kage.


    Quella domanda mi spiazzò. Aveva davvero chiesto una cosa del genere? Ero improvvisamente confusa. Cosa stava cercando di fare, analizzare i presenti? Prendere tempo? Non riuscivo a capire le sue intenzioni e probabilmente nessuno in quella stanza ci riusciva.

    Sono Kage perchè le mie doti di condottiero sono state riconosciute dall'intero Villaggio della Roccia. Mi è stato chiesto di porle al servizio del popolo, ed io non ho esitato. Farei di tutto per preservare il benessere, l'integrità e la vita di Iwagakure. I miei pensieri vanno costantemente agli abitanti del mio Villaggio, specialmente a quelli che hanno deciso di servirmi dedicando la propria vita alla mia protezione, per far si che io possa proteggere chi ne ha bisogno.

    Per me essere Kage significa portare avanti la missione del mio predecessore Juan-sama. Grazie al suo operato ed a ciò che mi ha trasmesso, ad oggi Kumo è il più ricco, potente e famoso tra i Grandi Villaggi Ninja. Proteggerlo da chiunque voglia turbarne l'armonia; questo è ciò che io ritengo di dover fare.

    Spiegarono Sherama sama e Karasu sama, ma di nuovo il Takage intervenne, guadagnandosi l'approvazione silenziosa di Nami sama, della quale solo io potevo percepire i leggeri movimenti.

    Non ho intenzione di rispondere, nemmeno fossi un qualsiasi studentello d'accademia interrogato alla cattedra del suo Sensei. Imperatore del Fuoco... Zero, Mitarashi o in qualunque modo tu voglia essere chiamato. Ti ricordo ancora una volta che qui sei tu quello che deve spiegare quali sono le intenzioni quale leader della Foglia e dell'Erba. Io, come tutti gli altri Kage qui presenti -te escluso, s'intende- non dobbiamo rendere conto a nessuno per "chi siamo" o per quel che rappresentiamo. Tu, invece...

    Nessuno continuò ed io utilizzai quel tempo per pensare a quel nome che avevo appena sentito pronunciare. Mitarashi. Mi ricordava qualcosa ma... possibile che avesse a che fare con il paese del vento? L'uomo dai capelli scuri attese qualche secondo, per poi continuare a parlare con quel suo tono pacato e quasi ipnotico che, almeno su di me, aveva uno strano effetto. Comprendevo e non comprendevo il significato delle sue parole, delle volte troppo complicate per me, ma riusciva a catturarmi, a fare presa sui miei pensieri. Non era una buona cosa.

    Sono tutte delle nobilissime risposte, che traboccano di esperienza e dedizione nei confronti della vostra terra, pertanto non me ne vogliate se adesso esprimerò un parere differente dal vostro.
    Cos'è una forma di governo se non il mezzo di un singolo o di pochi di imporre alla maggior parte di essere come loro e soprattutto sotto di loro?".
    Vi chiedo anche stavolta di non fraintendermi: non giudico nè nel bene e nel male la cosa, ne faccio una personale analisi. Tenete presente che quando io parlo faccio le veci di ben due popoli, che hanno deciso di essere trattati come singoli individui piuttosto che come massa di persone.
    Il mio ruolo, signori, è essere il protettore della loro volontà, il preservatore della reale libertà di chi è stato costretto ad una gabbia invisibile, che poi sarebbe la società moderna.
    Questo è l'Impero del Fuoco.


    E di nuovo il silenzio. Le sue parole mi risuonavano ancora in testa e non riuscivo a non pensare che ci fosse qualcosa di totalmente sbagliato in tutto ciò. Non capivo cosa né perché ma sentii di nuovo quel brivido dietro la schiena.

    Anarchia, ecco cos'è. "Hanno deciso di essere trattati come singoli individui piuttosto che come massa di persone"? Un simile sistema non ha futuro, è destinato a declinare in breve tempo. La solidità dei Grandi Villaggi si basa sul fatto che un singolo individuo, il Kage, è stato eletto proprio perchè la sua volontà rispecchia quella del popolo. La figura del Kage rappresenta quindi una garanzia per le persone. Una garanzia che nel corso della sua carica, le persone potranno vivere la vita che hanno scelto. E se questa garanzia dovesse venire a mancare, il Kage viene semplicemente spodestato. Mentre ciò che tu hai instaurato nel tuo cosiddetto "Impero del Fuoco", è una forma di non governo che per definizione è pericolante come una bolla sospinta dal vento verso un campo di rovi. Cosa accadrebbe se il tuo caro "singolo individuo" decidesse che la propria volontà è quella di assassinare il prossimo? Secondo quanto affermi, tu per primo ti porresti come protettore di tale volontà. Ciò significa forse che non solo permetteresti a tale individuo di ammazzare chi gli pare, ma lo incoraggeresti pure?

    Scoppiò in una risata e tutti lo fissarono. Era davvero questo che voleva Zero? Spostai il mio sguardo verso di lui, approfittando del fatto che non mi stesse guardando. Tornai a fissare lo Tsuchikage che riprese a parlare.

    La gente del vecchio Nube-sama è forse stata degradata a tal punto da optare per un simile leader? Ciò è assolutamente folle, HAHAHA!

    Il popolo a volte va trainato per le briglie, Zero! Questo lo sanno tutti. Non puoi lasciarlo libero di scorrazzare. Il caos, ecco a cosa ti porterà tutto ciò.

    Inoltre mi chiedo: ma allora, tu a cosa servi? Se se sei già riuscito a creare la società che tu stai osannando, qual è il tuo compito al suo interno?

    "Hanno ragione... un mondo del genere è spaventoso..."

    D'ora in avanti Konoha e Kusa sono fuori dal mondo, da qualunque giro economico o politico. Ciascun abitante è un leone in gabbia che è stato liberato nella sua savana. Chiunque dei qui presenti tenterà di violare quel ritaglio di natura, verrà respinto con la relativa forza coercitiva. Ad ogni modo lungi da me venir qui a minacciarvi, al contrario: come rappresentante della libertà del mio popolo, sottoscriverò qualunque tipo di accordo voltato alla pace e all'equilibrio fra le nostre terre! In quanto ad Ame....è un nome che cercate, no?
    Ne ho uno: Hei Nanju, un ribelle dei tempi di Sakkaku che ha collaborato in modo esemplare nella lotta alla Pioggia. Abbiamo liberato i civili grazie a lui. Su chi fare maggiore affidamento? Specialmente ora che il popolo ha bisogno di chi più ne conosce le necessità.


    Konoha e Kusa come mondi a parte? Abbassai lo sguardo allarmata su Nami sama, impassibile. Non potevano permettergli davvero di farlo, vero? Avrei voluto chiederglielo ma sarei stata del tutto sconveniente. Ero certa che non gliel'avrebbero mai permesso. Insomma... era da pazzi! Persino una babbea come me riusciva a capirlo.

    Per come la vedo io, tu stai portando Konoha e Kusa verso l'autodistruzione, chiedendo a noi tutti di stare zitti a guardare. Potrei anche affermare che non mi importa, che sarebbero fattacci tuoi, ma ciò significherebbe essere tuo complice. Inoltre saremo proprio noi nel prossimo futuro a dover rimediare, impegnando le nostre forze per ristabilire l'ordine, esattamente come stiamo facendo ad Ame. Mmmhh...
    Non lo so... Non lo so...


    In ogni caso le decisioni che l'Imperatore prende nei confronti del suo popolo riguardano solo lui, e non sono materia di discussione per questo concilio. Soffermiamoci sulla questione più importante, quella per cui noi tutti ci troviamo qui: ristabilire l'ordine tra le nazioni, gettare le fondamenta per una pace solida, definire i confini di cosa è amico e cosa è nemico, ricreare una nuova Grande Alleanza che renda impossibile ogni ulteriore atto di guerra.
    Viraru-sama, Kazekage-sama, cosa avete da dire in merito?


    Il Mizukage rimase in silenzio, così che tutti gli sguardi si posarono sulla Kazekage. Non poteva vederli ma sentiva i loro sguardi su di se. La testa era alta, a sostenere gli occhi di tutti quanti. Se non fosse stato per gli occhi vitrei e la sedia a rotelle sulla quale sedeva, sarebbe sembrata la Nami Drakeito che tutti conoscevano come la famosa e ardente leader del vento. Il modo in cui riusciva a tenere in scacco tutti quei presenti, e che presenti poi, suscitava in me ammirazione senza eguali. Era davvero una leader eccellente.

    Grazie, Takage sama.

    Iniziò rivolgendosi al giovane dai capelli rossi che le aveva ceduto la parola. Il suo tono era fiero e pacato, risuonava chiaro e per niente spaventato o provato dalla situazione o da ciò che erano le sue condizioni. Però sapevo quanto tenesse a dimostrare di potersi sedere lì, assieme a tutti gli altri, senza che la sua paralisi e la cecità compromettessero le sue capacità. Era orgogliosa ma, fortunatamente, affatto stupida. Per cui, ciò che apparve agli altri fu un kage degno di questo nome, fiera ma conscia del proprio essere, rispettabile per questo.

    Hai perfettamente ragione, continuò. Ciò di cui tutti noi dobbiamo occuparci al momento è decidere cosa ne sarà delle sorti dei nostri paesi. È chiaro che, dopo una guerra che ha coinvolto tutti, si desideri un comune accordo di pace. Ed è esattamente ciò che propongo.

    La osservai di sottecchi. Ero certa che nulla di lei accettasse il fatto di lasciare Konoha e Kusa nella mani del nuovo imperatore del fuoco; mi chiedevo perché non ne discutesse, perché non cercasse appoggio dagli altri kage per impedirglielo.

    *Avrebbe tutti dalla sua parte. Perché non combattere Zero? Mi sembra che nessuno voglia affidargli il paese del fuoco e quell'erba, giusto?*

    *Non è così semplice, Yuka. Potrebbero essere tutti contro di lui, per quanto mi riguarda, ma che senso avrebbe combatterlo ora? Non hai sentito ciò che ha detto? Non è stato lui a scegliere il popolo, è stato il popolo ad eleggerlo. Ha il loro appoggio. Se adesso tutti voi vi alzaste e uccideste Zero seduta stante, vi ritrovereste due interi popoli contro. Inoltre, non so che intenzioni abbia quel bastardo, ma ha chiesto una "pace", no? Ed è quello che vogliono tutti. Negargliela sarebbe come dire che questa "pace" non può esistere, così finirebbe per inimicarsi tutti i presenti. Nami sama è intelligente, non lascerà che il suo odio per Zero metta in pericolo l'equilibrio tra tutti i paesi.*

    Sospirai impercettibilmente, senza replicare davanti alla veridicità del ragionamento. A quanto pareva, avrebbero lasciato che gli affari di Konoha e Kusa al giovane dai capelli neri, senza poterci mettere mano. Ma ciò non comprometteva la pace di cui tutti stavano parlando? Ad ogni modo, Nami sama continuò, ascoltata da tutti.

    C'è bisogno di risanare paesi che per troppo tempo sono stati esclusi e trascurati. Renderli parte di qualcosa di più grande che non li lasci indietro ma li renda parte integrante del sistema. Ovviamente, starà in primis ai paesi più floridi il compito di lenire e fortificare quelli che sono "gli anelli deboli". Per quanto riguarda la situazione di Ame, gradirei dapprima ascoltare il parere di Mizukage sama..
    Ma prima, ho una proposta.


    Di nuovo tutti trattennero il fiato. Quando la donna parlò, il suo tono era decisamente più basso, il suo parlato più lento. Strinse leggermente gli occhi, il suo volto divenne nuovamente inespressivo e concentrato. Mi ricordava quando, convocata nel suo ufficio, doveva parlarmi di qualcosa di davvero serio. Di solito, in quelle occasioni, poggiava i gomiti alla scrivania, intrecciandosi le mani davanti alle labbra e fissando il vuoto davanti a se. Riusciva sempre a mettermi in soggezione in quel modo e ci riusciva anche adesso. Cercava di farlo col resto dei presenti, probabilmente.

    Creare una coalizione. Se è una pace comune ciò che tutti noi vogliamo, dobbiamo essere in grado di proteggerla e preservarla, non solo con le nostre sole forze. Propongo che tutti i paesi alleati cooperino tra loro in caso di minaccia. Combatteremo tutti fianco a fianco qual'ora saltasse fuori.. un nemico comune.

    Esitò per un attimo prima di concludere. Per quel folle momento pensai che venisse fuori il nome di Zero e probabilmente non ero l'unica. Quella era comunque un'allusione bella e buona, nonostante la donna l'avesse perfettamente dissimulata. Aveva esitato, sì, ma aveva concluso in tono così distaccato che finanche qualcuno dei presenti le avresse fatto notare l'allusione, avrebbe comunque dovuto basarsi su una mera supposizione personale. Shukaku aveva perfettamente ragione. Nami sama detestava Zero con tutte le sue forze, ma era capace di non darlo a vedere pur di consolidare la pace. Il suo autocontrollo era davvero incredibile. E, con ritrovata pacatezza, si rivolse a Viraru sama volgendo leggermente il capo nella sua direzione, in attesa.

    Prego, Mizukage sama.

    scusate il ritardo!
     
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    Finalmente ci sedemmo nella sala adibita alla riunione.
    Per la prima volta dopo quasi un secolo, i Kage si erano riuniti in una sede e stavano per discutere delle sorti del mondo.
    Ovviamente dopo aver esposto le condizioni della camera, ottenni dissensi e proteste.
    Il primo a parlare fu l'unico a non essere un ninja.

    CITAZIONE (Andras d'Ishivar @ 00/00, 10:00)
    I vostri libri di storia allora mentono. Quando ho letto del leggendario Summit dei Cinque in cui i primi Kage del vostro mondo si riunirono per suggellare la pace tra le giovani nazioni, ricordo di aver provato il forte desiderio di assistere in prima persona ad un evento così emozionante. Sapete, le riunioni con gli anziani del mio popolo sono spesso di una noia mortale. Quella riunione invece... così ricca di colpi di scena, la forte volontà di chi vi partecipava, quelle personalità di ferro, che però riuscivano anche a ridere, a mostrarsi amichevoli con il prossimo. Leggendo quelle parole ho sentito che volevano trasmettermi la potente volontà che legava quegli uomini verso un obbiettivo comune. Ma non veniva menzionata alcuna misura di sicurezza, sembrava che non ce ne fosse bisogno, come nel mio Paese. Quindi i vostri manoscritti storici mentono: questo Meeting è molto diverso da come i vostri libri vogliono far credere...

    Mi dispiace deluderti, caro amico, ma sono cambiate molte cose da quando c'erano i grandi Cinque Villaggi e quando si riunivano loro non c'era questo stesso clima. Le guerre imperversavano, ma non si era mai visto uno scenario come quello da cui ci siamo salvati noi con la dipartita di Tristania e Sakkaku.

    Nelle mie parole c'era la stessa malinconia del membro della tribù Ishivariana.
    Noi non eravamo i grandi Capi del passato e visto anche che tipo di gente poteva essere considerata come Leader, le mie misure di sicurezza erano più che giustificate.
    Peccato che non sapessero stessi bluffando e non vi era alcun sistema di controllo particolare.
    Il motivo era semplice. Non potevo rischiare di rimanere compromesso, tuttavia avevo pronta ogni risposta se si fosse scoperto che era una falsità.

    CITAZIONE (Sherama Geknu @ 00/00, 10:01)
    Perdonami Viraru-sama, forse ho frainteso... Quindi mi stai dicendo che noi tutti siamo rinchiusi in una stanza che solo TU puoi aprire. Al di fuori della stanza sono presenti esclusivamente TUOI uomini, i quali ovviamente rispondono unicamente ai TUOI ordini. Ah, e dimenticavo: ovviamente i sigilli che ci paralizzeranno se solo tenteremo di difenderci, per esempio da te. Si perché, in poche parole, ci chiedi di fidarci di te sbattendoci immediatamente in faccia che invece tu non hai nessuna intenzione di fidarti di noi. Questa è una prigione, una... una trappola! E' assolutamente ridicolo.

    Se tu la vedi come una trappola sono problemi tuoi. Anche io sono nelle stesse vostre condizioni e gli uomini che stanno lì non si faranno scrupoli a terminare la vita anche al loro Mizukage se non dovessi rispettare le regole, ma il sistema di questa sala non cambierà. Mi dispiace

    CITAZIONE (Oceania @ 00/00, 10:02)
    Effettivamente Mizukage-sama, dovremmo essere protetti dall'esterno, più che essere protetti da noi stessi. Otto capi di stato nello stesso posto... una preda ambita per qualsiasi forma di potenziale terrorismo, ne converrete tutti. Quindi chiuderci in una gabbia da cui nessuno di noi può uscire ma in cui chiunque può entrare, non è stato molto saggio. Mi auguro che le migliori misure di sicurezza tu le abbia serbate per impedire intrusioni all'interno dell'intero Villaggio della Nebbia.

    Ovviamente siamo protetti anche dall'esterno, come lo è anche il Villaggio in caso di emergenza.

    CITAZIONE (Karasu Yotsuki @ 00/00, 10:03)
    A me invece non dispiace affatto. Viraru-sama sa quel che fa. Anch'io, come lui, credo che non tutti qui potrebbero avere le migliori intenzioni. Come il nostro buon vecchio amico Andras-sama ci ha ricordato prima, i tempi sono cambiati. Una volta a questo tavolo si accettavano solo i più potenti, saggi e stimati leader. Ora sinceramente non mi sorprenderei se fossi costretto ad avere a che fare con tagliaborse, assassini, stupratori, MUTILATORI...
    ...e gentaglia di questo tipo. Quindi ben fatto collega. Oggi ci limiteremo a parlare... poi si vedrà. Ad ogni lama il sangue che merita. Prego, Mizukage.

    Grazie Karasu-sama... Se non c'è dell'altro possiamo procedere.

    Così venne il fatidico momento di interrogare Zero sulle sue intenzioni. Inutile dire che ciò che disse mi parve così tanto futile, quanto incredibile.
    Hisao mi aveva raccontato di un Sefiro Mitarashi buono e gentile con tutti, sempre pronto a dare una mano. Non potevo credere che quelle parole filosofiche e anti-convenzionali potessero uscire dalla stessa persona, per di più sapendo cosa avesse fatto in passato.

    CITAZIONE (Zero @ 00/00, 10:04)
    Adesso che siamo tutti chiusi qui, posso domandarvi scusa. Il punto è: "per cosa?".
    Vedete, "Kage indiscussi dei vari villaggi", la questione è semplice: io non sono uno di voi.
    Ed infondo se ci pensi bene, Mizukage, io e il mio generale lì presente, abbiamo bussato alla tua porta in qualità di "rappresentanti dell'Impero del Fuoco". L'hai detto tu stesso: chiunque potrebbe indossare delle spoglie che non gli appartengono. L'abito non fa il monaco, dico bene?
    Non fraintendete le mie intenzioni. Benchè non sono qui in veste di Kage, vengo nel massimo del rispetto e abnegazione. La verità è che non esiste più nessun leader nè del Villaggio della Foglia, nè di quello dell'Erba. Il motivo? I loro abitanti hanno così stabilito. Quindi chi siete voi per giudicare i popoli? Ciascuno di noi non è forse lo straniero dell'altro? Chiarito ciò, se l'onorevole Mizukage mi concede di poter ricoprire il ruolo affidatomi dai due villaggi, risponderei al suo appello.
    Molto bene. Inizierei con una domanda da porvi, con estrema sincerità: ditemi per piacere uno ad uno cosa significa per voi essere un Kage.

    Tutto quel discorso sembrava un'enorme perdita di tempo. Gli abitanti di Kusa e Konoha avevano stabilito così? Dal nulla due popolazioni decidono di unirsi in un unico Paese e scelgono come leader o "rappresentante" proprio un Mukenin di stirpe Uchiha?
    Non aveva senso.
    Karasu e Sherama risposero alla domanda del criminale. Ma io e Rogue la pensavamo allo stesso modo.

    Anch'io non risponderò, mi sembra veramente assurda questa pagliacciata!

    Mi adirai sbattendo il pugno sul tavolo e il criminale continuò la filippica.

    CITAZIONE (Zero @ 00/00, 10:05)
    Sono tutte delle nobilissime risposte, che traboccano di esperienza e dedizione nei confronti della vostra terra, pertanto non me ne vogliate se adesso esprimerò un parere differente dal vostro.
    Cos'è una forma di governo se non il mezzo di un singolo o di pochi di imporre alla maggior parte di essere come loro e soprattutto sotto di loro?".
    Vi chiedo anche stavolta di non fraintendermi: non giudico nè nel bene e nel male la cosa, ne faccio una personale analisi. Tenete presente che quando io parlo faccio le veci di ben due popoli, che hanno deciso di essere trattati come singoli individui piuttosto che come massa di persone.
    Il mio ruolo, signori, è essere il protettore della loro volontà, il preservatore della reale libertà di chi è stato costretto ad una gabbia invisibile, che poi sarebbe la società moderna.
    Questo è l'Impero del Fuoco.

    Follia.
    Mi sembrava di essere l'unico a non essere per niente convinto di come stessero andando le cose!

    CITAZIONE (Zero @ 00/00, 10:06)
    D'ora in avanti Konoha e Kusa sono fuori dal mondo, da qualunque giro economico o politico. Ciascun abitante è un leone in gabbia che è stato liberato nella sua savana. Chiunque dei qui presenti tenterà di violare quel ritaglio di natura, verrà respinto con la relativa forza coercitiva. Ad ogni modo lungi da me venir qui a minacciarvi, al contrario: come rappresentante della libertà del mio popolo, sottoscriverò qualunque tipo di accordo voltato alla pace e all'equilibrio fra le nostre terre! In quanto ad Ame....è un nome che cercate, no?
    Ne ho uno: Hei Nanju, un ribelle dei tempi di Sakkaku che ha collaborato in modo esemplare nella lotta alla Pioggia. Abbiamo liberato i civili grazie a lui. Su chi fare maggiore affidamento? Specialmente ora che il popolo ha bisogno di chi più ne conosce le necessità.

    L'Uchiha finì di parlare e tornò il silenzio per poco.
    Abbassai il capo e mi passai una mano tra i capelli mentre osservavo i lineamenti del tavolo. Il meeting dei Kage non poteva davvero essere quello che stavo vivendo.
    Era uno spettacolo osceno. Sembrava di essere come in una bara di vetro, ero spettatore di fantasie e la realtà veniva stuprata.
    Non riuscivo a mettere insieme i pezzi.
    Mi portarono alla realtà le parole di Rogue e della Kazekage. Parlarono di pace solida e alleanza, eppure io sentivo ancora dei vuoti alle orecchie.

    CITAZIONE (Zero @ 00/00, 10:07)
    C'è bisogno di risanare paesi che per troppo tempo sono stati esclusi e trascurati. Renderli parte di qualcosa di più grande che non li lasci indietro ma li renda parte integrante del sistema. Ovviamente, starà in primis ai paesi più floridi il compito di lenire e fortificare quelli che sono "gli anelli deboli". Per quanto riguarda la situazione di Ame, gradirei dapprima ascoltare il parere di Mizukage sama..
    Ma prima, ho una proposta.
    Creare una coalizione. Se è una pace comune ciò che tutti noi vogliamo, dobbiamo essere in grado di proteggerla e preservarla, non solo con le nostre sole forze. Propongo che tutti i paesi alleati cooperino tra loro in caso di minaccia. Combatteremo tutti fianco a fianco qual'ora saltasse fuori.. un nemico comune.

    Un nemico... comune...

    Lo dissi veramente?
    Più che altro fu il mio pensiero a uscire dal luogo in cui era confinato, da lì le mie parole furono automatiche. Mi alzai in piedi lentamente e mantenni ancora per un po' lo sguardo verso il basso.
    Poi iniziai a guardare Zero negli occhi.
    "Occhi" era la parola chiave. Tutto era riconducibile a quello e la storia ci aveva anche insegnato tanto.

    Il raggiungimento della pace è l'obiettivo principale per cui ci siamo riuniti qui. Per Ame ci vorrebbe un leader forte e soprattutto autoctono di quella terra. L'unica cosa su cui concordo con il qui presente ciarlatano è che Hei Nanju sarebbe un Kage perfetto, ha sempre lottato segretamente per ribaltare Sakkaku. Troviamolo e diamogli il suo vero posto.
    Però abbiamo un grande problema, signori.
    Non possiamo parlare di pace mentre Konoha e Kusa sono cambiate così rapidamente e in maniera così contrastante con ciò che sono sempre stato e non si può parlare di pace se questo criminale detta la sua volontà spacciandola per quella di due popoli. Avete detto che i vostri informatori vi hanno riferito che è stata Konoha a sceglierlo e lo stesso vale per Kusa. Vi hanno anche detto come?
    Si sono soffermati sul perché proprio Zero, condannato dalla Foglia, ora ne è rappresentante? Sappiamo come mai lui era un traditore?
    Sapete cosa so io?
    Io so che lui possiede qualcosa che è peggio di ogni arma in questo mondo...


    In quel momento mi dimenticai di Hisao e della sua forte amicizia per l'individuo che avevo di fronte... Era cambiato, oppure era stato sempre un mostro.

    ...Sharingan. Una parola a cui sembra non abbiate pensato. Visto l'andazzo degli eventi che sono mutati con una velocità straordinaria, non vi è mai venuto in mente che Zero avesse orchestrato ogni cosa col potere coercitivo dei suoi occhi?
    Vi siete dimenticati che cosa erano in grado di fare gli Uchiha. La storia l'avete sotterrata? Riprendetela in mano. Ancora peggio se avete cancellato dai ricordi chi era il marionettista della guerra che ci ha appena logorato: Tristania UCHIHA!
    Non posso tollerare che ci sia questa situazione e ho i mezzi per scoprire ogni verità.
    Vi propongo di utilizzare abilità mentali, anche le mie se volete, per tirare fuori da quest'essere tutta la verità. Il ragionevole dubbio c'è ed è forte. Volete negarlo?
    Allora non condanniamo di nuovo il mondo a un secondo pseudo-Sakkaku o a una seconda Tristania.
    Cosa rispondete!?


    Li guardai ad uno ad uno negli occhi, i miei trasudavano fermezza e ira, i loro avrebbero dovuto iniziare a vedere che c'era qualcosa sotto.
    Non sapevo che cosa, ma doveva esserci
     
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    30 giorni prima...


    [...]


    Avevi già pensato a tutto, non è vero?

    Per quale altro motivo mi sarei già rimesso comodo sul lettino? Dobbiamo pur cominciare da qualcuno, no?

    Dimmi, Zero: quali sono i tuoi limiti?!

    E' questo il punto: non ne ho.


    Le labbra di Natan Joke, strette in una fessura rosea, furono l'unica risposta che l'uomo concesse al suo Imperatore. Risposta che nella sua semplicità esprimeva al meglio una semplice verità: Natan dubitava. Dubitava dei piani di Zero, ma li avrebbe assecondati. Come tutti d'altronde. Chiunque abbia mai collaborato con l'ora Imperatore del Fuoco, l'ha fatto con un dubbio costante ad incrinare la sua fedeltà. Questo perchè per fidarsi completamente del prossimo, per sottostare ciecamente ai suoi piani, bisogna comprenderne la volontà, decifrarne la mente, essere sicuri che non accada l'imprevedibile. Ma con Zero convincersi di ciò è pura ingenuità. Natan lo sapeva e per questo avrebbe assecondato le sue volontà, si, ma con dei limiti, quelli che all'Imperatore mancavano. Questo Zero lo sapeva. V'era fiducia fra i due, ma con qualche sostanziosa riserva.
    Natan si voltò per lasciare l'ambiente, ma venne bloccato da un pensiero sopraggiunto improvvisamente. Tornò a guardare Zero:

    Dimenticavo. In un micromondo in cui ogni individuo può esercitare la propria volontà senza dover sottostare alla legge altrui, vanno posti dei punti di riferimento a cui appellarsi. La tua gente crede nella libertà individuale, Zero, ma ha comunque bisogno di una guida. La confusione rischia di dilagare, accedendo fuochi di resistenza. Il singolo non sempre ha la forza per scegliere secondo proprio giudizio. In questa condizione tende a porsi spontaneamente sotto il comando di qualcun altro, qualcuno di più forte, chiamando questa condizione di servilismo "protezione". Una sorta di prostituzione priva della componente sessuale, qualcosa che vogliamo assolutamente evitare. Senza una guida, le persone saranno spontaneamente portate a dimenticare i lati negativi della loro precedente vita e torneranno sui loro passi, ri-adottando le vecchie abitudini.

    Zero troncò il nastro di parole del suo complice con un gesto della mano.

    Sto già provvedendo. Sono consapevole che molti siano confusi, per questo motivo ho mandato degli uomini, miei fidati, a "spargere il verbo" tra la gente. Non lascerò che qualche psicopatico stupri bambini credendo che sia un suo diritto. Ciò che voglio si sappia è che in questa società il punto cardine è il rispetto per la condizione umana. Ogni atto che vada contro l'umanità di un individuo, va impedito o punito. L'uomo deve rinascere, deve riscoprire cosa sia un vero umano, quale il potere che è suo di diritto. Il popolo deve dimenticare la legge che per millenni ha infettato la sua mente. Voglio incoraggiare l'uomo ad accrescere il culto della propria esistenza e, come ovvia conseguenza, rispettare l'esistenza altrui. Ogni uomo individuo ha questa capacità innata e può esercitarla da sé, senza che gli venga imposto nulla. Solo che attualmente alcuni se ne sono dimenticati... e come biasimarli. Per questo ancora oggi esisteranno gli Shinobi, e continueranno ad agire nel loro ambito come hanno sempre fatto. Nulla cambia in questo senso. Ci saranno superiori e sottoposti, per ora. Ma ogni singolo individuo, che sia un contadino o un alto funzionario, che sia uno studente d'accademia o un Black Ops, deve sapere che è soggetto a potenziale punizione qualora non agisca nel rispetto dell'esistenza altrui.

    Nessuno capirebbe.

    I miei uomini fidati sapranno usare le parole giuste. L'omicidio è concesso, se la morte del tale permette ad altri individui di garantire la propria vita. Ecco perchè non esisteranno Serial Killer: uccidere indistintamente porterà te stesso a farti ammazzare da chiunque ti incontri.
    Se rubi, devi esser consapevole che la vittima del tuo furto potrebbe decidere di ucciderti, se lo ritiene giusto. Ma chi uccide il ladro dev'essere a sua volta consapevole che altri potrebbero ritenere il suo omicidio ingiusto, reagendo di conseguenza. Un ladro quindi può essere ucciso solo se con i suoi furti impedisce a qualcun altro di vivere come merita, per esempio impedendo ad un padre di famiglia di sfamare la sua famiglia. Ma se così non fosse, l'omicidio per tale ladro non è contemplato. Una reazione minore però si. Come vedi si tratta quindi di instaurare una catena chiusa in cui ogni maglia è rappresentata da un individuo che ha rispetto per l'esistenza altrui. Qualora questo requisito venisse a mancare, l'anello viene eliminato e la catena richiusa. Si tenderà quindi a tornare a quelle leggi che un tempo erano ritenute giuste, lasciando indietro invece quelle sbagliate. Ma si tratterà di leggi non scritte, leggi che ogni individuo possiede innatamente perchè libero dai vincoli di sovrastrutture false ed opprimenti. Gli Shinobi in tutti questo saranno la forza che permette all'individuo di liberarsi di colui che attenta alla sua libera esistenza. Si instaurerà un ordine spontaneo che non avrà bisogno di essere mantenuto. Gli Shinobi non imporranno più un ordine. Gli Shinobi ubbidiranno alla voce dell'ordine, agendo di conseguenza. Quanto alla gerarchia non sarà più una scalinata imposta, ma una semplice divisione dei compiti, per il semplice fatto che il singolo Ninja ha bisogno di crescere gradualmente, apprendendo dai suoi superiori. Semplice rispetto basato sull'esperienza e non su un grado appuntato sul colletto della divisa.

    Quanto alla politica estera?

    Non esisterà alcuna politica estera. Noi non faremo affari con le altre nazioni. Ma non verrà eretta alcuna barriera. Shinobi di altre nazioni potranno accedere all'Impero, se hanno un motivo per farlo, e verranno quindi controllati, com'è sempre accaduto. In caso contrario, verranno respinti. Considerando però che non ho intenzione di fare affari con l'estero, dubito ci saranno motivi per cui uno Shinobi straniero debba voler venire qui. Ciò non toglie però che qualora ci sia necessità, ad esempio, di svolgere missioni che per forza di cose devono coinvolgere sia Ninja stranieri che Ninja del Fuoco, non vi sarà alcun problema in merito. Missioni lungo confine o in terre neutrali, per ampliare l'esempio. Non vogliamo generare conflitti inutili. Noi propendiamo per la pace, non siamo guerrafondai in cerca della scusa. Di cani rabbiosi il mondo è già pieno.
    Per lo stesso motivo i nostri Shinobi potranno lasciare il Paese, se il loro compito lo necessità. Non sta a me decidere se verrà permesso loro di varcare i confini altrui, ma di certo non saranno i nostri Shinobi a comportarsi in maniera ostile. Se lo faranno, dovranno rispondere delle loro azioni, ed essere soggetti alle leggi delle altre nazioni. Non lo impedirò. Il rispetto per l'esistenza altrui di estende ben oltre il singolo individuo, come vedi.

    Vi saranno anche questioni più pratiche da chiarire. Come ad esempio l'accesso a Jutsu che in passato furono classificati come proibiti, o...

    In questo senso Konoha era ben gestita pesino prima della mia venuta. Non c'è motivo di rovinare quel poco di giusto che avevano fatto. Manterremo la stessa organizzazione...




    Oggi...



    C'è bisogno di risanare paesi che per troppo tempo sono stati esclusi e trascurati. Renderli parte di qualcosa di più grande che non li lasci indietro ma li renda parte integrante del sistema. Ovviamente, starà in primis ai paesi più floridi il compito di lenire e fortificare quelli che sono "gli anelli deboli". Per quanto riguarda la situazione di Ame, gradirei dapprima ascoltare il parere di Mizukage sama..
    Ma prima, ho una proposta.
    Creare una coalizione. Se è una pace comune ciò che tutti noi vogliamo, dobbiamo essere in grado di proteggerla e preservarla, non solo con le nostre sole forze. Propongo che tutti i paesi alleati cooperino tra loro in caso di minaccia. Combatteremo tutti fianco a fianco qual'ora saltasse fuori.. un nemico comune.


    Il raggiungimento della pace è l'obiettivo principale per cui ci siamo riuniti qui. Per Ame ci vorrebbe un leader forte e soprattutto autoctono di quella terra. L'unica cosa su cui concordo con il qui presente ciarlatano è che Hei Nanju sarebbe un Kage perfetto, ha sempre lottato segretamente per ribaltare Sakkaku. Troviamolo e diamogli il suo vero posto.
    Però abbiamo un grande problema, signori.
    Non possiamo parlare di pace mentre Konoha e Kusa sono cambiate così rapidamente e in maniera così contrastante con ciò che sono sempre stato e non si può parlare di pace se questo criminale detta la sua volontà spacciandola per quella di due popoli. Avete detto che i vostri informatori vi hanno riferito che è stata Konoha a sceglierlo e lo stesso vale per Kusa. Vi hanno anche detto come?
    Si sono soffermati sul perché proprio Zero, condannato dalla Foglia, ora ne è rappresentante? Sappiamo come mai lui era un traditore?
    Sapete cosa so io?
    Io so che lui possiede qualcosa che è peggio di ogni arma in questo mondo...
    ...Sharingan. Una parola a cui sembra non abbiate pensato. Visto l'andazzo degli eventi che sono mutati con una velocità straordinaria, non vi è mai venuto in mente che Zero avesse orchestrato ogni cosa col potere coercitivo dei suoi occhi?
    Vi siete dimenticati che cosa erano in grado di fare gli Uchiha. La storia l'avete sotterrata? Riprendetela in mano. Ancora peggio se avete cancellato dai ricordi chi era il marionettista della guerra che ci ha appena logorato: Tristania UCHIHA!
    Non posso tollerare che ci sia questa situazione e ho i mezzi per scoprire ogni verità.
    Vi propongo di utilizzare abilità mentali, anche le mie se volete, per tirare fuori da quest'essere tutta la verità. Il ragionevole dubbio c'è ed è forte. Volete negarlo?
    Allora non condanniamo di nuovo il mondo a un secondo pseudo-Sakkaku o a una seconda Tristania.
    Cosa rispondete!?


    A quelle parole, un brusio di disappunto percorse i presenti. C'era chi avrebbe appoggiato Viraru, qualunque fosse stata la risposta di Zero. C'era chi preferiva attendere la sua replica. Ma la maggior parte dei Kage disapprovò. Disapprovò perchè per quanto le parole del Mizukage potessero essere vere, per quanto la sincerità dell'uomo che si trovavano difronte potesse essere messa in discussione, per quanto i suoi atti passati fossero condannabili, ora Zero era un loro pari. Era un loro pari da quando era stato riconosciuto da un intero popolo quale loro guida, proprio come ognuno dei Kage lì presenti. Era un loro pari da quando aveva chiesto di poter presenziare a quel meeting in rappresentanza di Kusa e Konoha consapevole di poter essere rifiutato, e era stato ammesso, proprio come ognuno dei Kage lì presenti. E non puoi trattare un tuo pari come un criminale rinchiuso nella tua cella, da poter interrogare secondo i tuoi comodi. Un atto come quello proposto da Viraru avrebbe costituito una pura e semplice aggressione, una criminalità delle più efferate. E come si può combattere per la giustizia quando si è il primo a non applicarla? Viraru in realtà agiva così perchè quello era il genere di legge che riteneva giusto far rispettare. "Il fine giustifica i mezzi". Ma non tutti erano dello stesso avviso. Chi per principio, chi per paura... In ogni caso il concilio concordò quasi all'unanimità ed anche senza alcuna votazione verbale che un semplice dubbio, un ipotesi, un'illazione come quella di Viraru non era un motivo valido per acconsentire alla sua proposta. Le prove concrete erano necessarie.
    Forte della consapevolezza che non sarebbe avvenuto alcun inutile tentativo di estorsione nei suoi confronti, Zero replicò senza nemmeno molta convinzione:

    Ogni portatore dello Sharingan ha la scelta su come impiegare il suo potere. Non ha senso incolpare lo Sharingan per ciò che i suoi portatori hanno compiuto, ne ha senso incolpare me. E' vero, c'è chi è stato dominato dall'occhio cremisi, ma non è il mio caso. Se mai c'è stato nel corso della storia qualcuno capace di dominarlo in tutto il suo potere, quello sono io, e sono arrivato a ciò pagando il mio prezzo. Tristania Uchiha fa parte del conto, e giace morta lungo il mio cammino.
    Tornando alle questioni d'importanza più concreta, è di mio estremo interesse aderire alla proposta fatta da Nami-sama. Un patto di non-belligeranza a cui confermo e sottoscrivo la mia adesione seduta stante. Ogni vostro dubbio sul mio Impero verrà fugato quando scoprirete che la pace fra le nazioni è quanto di più desidero per il nostro mondo. Ed oltre ad essere il mio più grande desiderio, è anche l'unico vero motivo per cui sono qui.
    Viraru-sama, desidero lasciare il consiglio. E mi auguro di poterti incontrare al più presto, in privato, così da poter porre un freno alle ostilità, definitivamente.


    Concluse l'Imperatore dirigendosi verso l'uscita della sala.

    E con questo dovrei aver chiarito com'è organizzato internamente il Paese del Fuoco, e come si rapporterà agli altri Paesi. Se avete dubbi su quanto scritto nella prima parte del post, contattatemi.
    Zero leva le tende, perché Zef non c'è e quindi l'Impero vagherà in una placida bonaccia di tranquillità fino al suo ritorno.

    Cerchiamo di concludere sto meeting ragazzi, e rassegniamoci all'idea che una serie di sfortunati accaduti l'ha rovinato. Per me è diventato davvero difficile ruolare in questo evento.
     
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    Dopo le parole del Kage del Vento, un silenzio calò sui presenti. Stavano soppesando le sue affermazioni, più di tutti il Mizukage che forse non si sarebbe aspettato qualcosa del genere da parte della donna. Cosa significava per lui un "nemico comune"? Questo dicevano i suoi occhi, stava dando forma ai suoi pensieri. E quando si posarono su colui che sembrava stringere in mano le redini di questo mondo, ebbe un'illuminazione.

    Il raggiungimento della pace è l'obiettivo principale per cui ci siamo riuniti qui. Per Ame ci vorrebbe un leader forte e soprattutto autoctono di quella terra. L'unica cosa su cui concordo con il qui presente ciarlatano è che Hei Nanju sarebbe un Kage perfetto, ha sempre lottato segretamente per ribaltare Sakkaku. Troviamolo e diamogli il suo vero posto.
    Però abbiamo un grande problema, signori.
    Non possiamo parlare di pace mentre Konoha e Kusa sono cambiate così rapidamente e in maniera così contrastante con ciò che sono sempre stato e non si può parlare di pace se questo criminale detta la sua volontà spacciandola per quella di due popoli. Avete detto che i vostri informatori vi hanno riferito che è stata Konoha a sceglierlo e lo stesso vale per Kusa. Vi hanno anche detto come?
    Si sono soffermati sul perché proprio Zero, condannato dalla Foglia, ora ne è rappresentante? Sappiamo come mai lui era un traditore?
    Sapete cosa so io?
    Io so che lui possiede qualcosa che è peggio di ogni arma in questo mondo...
    ...Sharingan. Una parola a cui sembra non abbiate pensato. Visto l'andazzo degli eventi che sono mutati con una velocità straordinaria, non vi è mai venuto in mente che Zero avesse orchestrato ogni cosa col potere coercitivo dei suoi occhi?
    Vi siete dimenticati che cosa erano in grado di fare gli Uchiha. La storia l'avete sotterrata? Riprendetela in mano. Ancora peggio se avete cancellato dai ricordi chi era il marionettista della guerra che ci ha appena logorato: Tristania UCHIHA!
    Non posso tollerare che ci sia questa situazione e ho i mezzi per scoprire ogni verità.
    Vi propongo di utilizzare abilità mentali, anche le mie se volete, per tirare fuori da quest'essere tutta la verità. Il ragionevole dubbio c'è ed è forte. Volete negarlo?
    Allora non condanniamo di nuovo il mondo a un secondo pseudo-Sakkaku o a una seconda Tristania.
    Cosa rispondete!?


    Un brusio si levò dai presenti, li vidi borbottare tra loro, scuotere la testa. Nami sama rimase immobile, non mosse neanche un muscolo, in attesa. Era quella l'occasione che aspettava, ne ero certa. Le avevano servito il nemico su un piatto d'argento e stava ragionando velocemente per trovare una soluzione. Peccato che i presenti non fossero entusiasti delle parole di Viraru sama. Il perché mi sfuggiva solo in parte, così come solamente in parte capivo la profondità di quel discorso. Sharingan. Tristania Uchiha. Zero. Così tante informazioni che faticavo a mettere insieme. E mi ritrovavo difronte ad una dozzina di persone che non sapevano che pesci prendere. Gli era appena stato proposto di eliminare il problema alla radice. Se Zero, l'imperatore del fuoco, era colui che stava sconvolgendo il nostro mondo, perché farsi tanta remore per eliminarlo? Avrebbero potuto riuscirci, tutti insieme, adesso. Ma qualcosa li bloccava, tutti loro, bene o male. E, in quel momento di pura confusione, prese la parola il condannato. Osservai l'uomo dai capelli scuri mentre si esprimeva con tono pacato ma meno bonario del solito. Cosa nascondessero i suoi occhi, ancora non lo sapevo.

    Ogni portatore dello Sharingan ha la scelta su come impiegare il suo potere. Non ha senso incolpare lo Sharingan per ciò che i suoi portatori hanno compiuto, ne ha senso incolpare me. E' vero, c'è chi è stato dominato dall'occhio cremisi, ma non è il mio caso. Se mai c'è stato nel corso della storia qualcuno capace di dominarlo in tutto il suo potere, quello sono io, e sono arrivato a ciò pagando il mio prezzo. Tristania Uchiha fa parte del conto, e giace morta lungo il mio cammino.
    Tornando alle questioni d'importanza più concreta, è di mio estremo interesse aderire alla proposta fatta da Nami-sama. Un patto di non-belligeranza a cui confermo e sottoscrivo la mia adesione seduta stante. Ogni vostro dubbio sul mio Impero verrà fugato quando scoprirete che la pace fra le nazioni è quanto di più desidero per il nostro mondo. Ed oltre ad essere il mio più grande desiderio, è anche l'unico vero motivo per cui sono qui.
    Viraru-sama, desidero lasciare il consiglio. E mi auguro di poterti incontrare al più presto, in privato, così da poter porre un freno alle ostilità, definitivamente.


    A quel punto Nami sama rizzò la schiena, voltando leggermente la testa nella sua direzione, dove sentiva provenire la voce. Non rispose nulla, non disse niente di niente. Che non volesse fargliela passare liscia era ovvio ma capii che aveva le mani legate. Zero sottoscrisse il patto e fu accompagnato fuori dall'edificio. Un silenzio calò sui presenti a quel punto. Fu la Kazekage a romperlo, con mia sorpresa.

    Direi che non resta altro che mettere la firma su questo trattato. Si senta libero di farlo chi è d'accordo con lo stipulare il patto di non-belligeranza.

    Disse, per poi chiamarmi. Subito, mossi il foglio nella sua direzione. Le presi la mano con gentilezza, dandole la piuma d'oca già intinta nell'inchiostro. Il graffiare sulla pergamena durò pochi secondi. Suna era appena diventata parte dell'alleanza, ora toccava solo alle altre grandi potenze. Il meeting poteva dirsi concluso?

    Post di cacca ma il mio è necessariamente un resoconto.
     
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    Così finiva tutto. Il meeting aveva raggiunto una fine.
    Io rimasi perplessl e deluso per la restante parte della riunione. Dopo che Zero firmò il patto di non belligeranza se ne andò lasciandomi l'amaro in bocca, ma anche la curiosità del suo "invito".

    CITAZIONE
    E mi auguro di poterti incontrare al più presto, in privato, così da poter porre un freno alle ostilità, definitivamente.

    Suonava tutto come una velata minaccia, ma probabilmente ero io che desideravo lo fosse. Incontrarlo in privato significava per certo arrivare ad uno scontro tra titani. Uno di quei combattimenti che si vedono poche volte nella storia e dove probabilmente avrei perso io la testa, fisicamente parlando...
    Cacciai via quei pensieri dalla mia mente per concentrarmi su cose più urgenti.
    Tutti iniziarono a firmare quel patto, quel foglio di carta sacro in cui decidevamo vicendevolmente di non compiere alcun atto offensivo.
    Decidemmo che i Bijuu a piede libero dovevano essere trovati e "monitorati" per evitare che potessero causare danni.
    Ci accordammo che il Sette code e il Sei code rimanessero sotto la tutela e la responsabilità di Ishivar che ricevette aiuti effettivi da parte dei 9 Villaggi per il sostegno dei feriti e per gli affamati, come premio per averci aiutati anche quando non richiesto.
    Andras chiese pure un'amnistia per Jak, l'ex numero 3 di Kishikumo. A quella richiesta ci fu molta agitazione, soprattutto da parte di Karasu e di Rogue che per colpa di Jak e di Kishikumo in generale avevano perso molto, considerando che la partner di Jak, Rebecca, aveva distrutto migliaia di vite in un colpo solo!
    Però acconsetimmo all'amnestia a patto che Jak aiutasse il popolo ninja quando richiesto e a patto che Andras si prendesse la responsabilità delle sue azioni.
    Tolto lui, era rimasta solo una latitante di Kishikumo, Jacqueline. E forse io avevo una pista grazie ai Suicide Mist e al Memory Make...
    Ma tornando al meeting.
    Dopo esserci accordati per questo patto, rimase comunque poca simpatia nei miei confronti per la morte di Haru Kamigawa.
    Non se ne parló, ma ero sicuro che non fosse finita lì.
    Ad ogni modo a prescindere dal patto stretto, io, Karasu e Rogue stringemmo un'alleanza segreta. Noi tre non eravamo molto simili, ma i nostri comuni pensieri avrebbero potuto garantire ottimi favori commerciali, ma principalmente aiuti in termini di forza per nostri tre villaggi
    Tutto sembrava essere sistemato, la cosa veramente importante era evitare che scoppiasse un'altra guerra per qualsiasi motivo e dovevamo troncare sul nascere ogni iniziativa che potesse portare a un nuovo Sakkaku o Tristania.
    Per questo avevo i Suicide Mist, loro erano i miei occhi e orecchie dappertutto.
    Lasciammo tutti insieme la sala della riunione, Kage e guardie del corpo.
    Io e i Suicide Mist decidemmo di accompagnare tutti alle porte del Villaggio e sotto gli occhi degli abitanti della Nebbia che si accalcavano per vedere i grandi Kage ci salutammo con rispetto reciproco o presunto tale.

    Bene. Direi che il nostro meeting può ritenersi concluso.
    Spero solo che il nostro prossimo incontro sia per fattori ben più positivi.
    Accordiamoci per vederci più assiduamente e fare un resoconto della situazione. Arrivederci!


    Tutti salutarono e anche se non eravamo tutti della stessa opinione su alcune questioni almeno concordavamo che per nessun motivo al mondo avremmo permesso che il nostro mondo sanguinasse com'era successo poco tempo prima.
    Eravamo una coalizione in ogni caso, una ben più forte e ben più determinata delle precedenti,
    Vidi allontanarsi i miei "colleghi" fino a che la nebbia non li divorò lentamente.
    Ripensai al passato e poi mi voltai verso Shaku e lo osservavo accanto a me...
    Sarei dovuto essere io quella guardia del corpo e potevo essere al fianco di Samui-sensei. Lei avrebbe amato poter fare una riunione per la pace tra tutti i Grandi Villaggi, ma se lei fosse stata lì con me la storia sarebbe andata diversamente.
    La vita é una continua ironia.

    Ehi Shaku...

    Dimmi.

    Solo per questa volta... Mi daresti una dannata sigaretta?


    Il mio consanguineo sorrise beffardo e ne tirò fuori una dal suo pacchetto rosso, me la passò e io la portai alla bocca.
    Dopo averla accesa aspirai e fece schifo come mi aspettavo, ma il calo di pressione successivo all'esperienza fu rilassante.
    Riuscì a scivolarmi via il nervosismo


    Continuo dopo che aspetto alcuni ok da Kerbe.
    Intanto penso che potremmo darci l'exp tutti quanti, però preferirei fosse uno staffer esterni alla faccenda visto che c'é da valutare quattro persone.


    Edited by F u r y - 1/6/2016, 18:37
     
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  14. Kote
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    Non è stato facile dare una valutazione per questo evento considerando com'è andato a finire :ehm:
    Per quanto mi riguarda potete prendervi tutti, tranne ans, il massimo del vostro grado -5, più 30 punti. Anselmo invece può prendersi il massimo del grado più 35 punti considerando tutto il lavoro che che s'è dovuto accollare in questo evento.
     
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13 replies since 16/10/2015, 15:34   695 views
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