TESSITORE DEL FATO: Occhi che parlano, labbra che si chiudono.

spin off - pq di Kodoku Hyuga

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  1. Kodoku.
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    CITAZIONE
    Narrato / Pensato / - Rumore - / ParlatoKodoku / ParlatoShin

    -toc! - Toc! -

    Bussano alla porta. No...

    - toc! - Toc! -

    E' la finestra. Si volta. Lo hyuga osserva un nero pennuto bussare con foga sul vetro trasparente e doppio coperto dalla rossa, opaca e leggermente impolverita tenda a mezzo busto. Andrebbe spostandola. Apre, consente l'ingresso al volatile. Questo si poggerebbe sul tavolo lasciando intravedere lui una piccola pergamena.
    Era stata inviata da un Chunin del suo stesso clan. Avrebbe dovuto tenere un allenamento per testare i progressi nell'agilità di movimento e nei riflessi. Aveva poco più di un'ora per prepararsi e presentarsi nel luogo prestabilito.
    Prese le sue cose in fretta e furia. Si mise un kimono nero dai bordi di un viola spento, una cintura del medesimo colore avvolgeva il suo corpo portando alle sue spalle la composizone di un grande fiocco.. Le infradito ai piedi. Il coprifronte ben in vista in capo. I lunghi capelli che scendono sino all'altezza delle spalle in avanti raccolte in due lisce file avvolte e sottili. Dietro i capelli raccolti e tenuti come a forare una piccola punta verso la fine, all'altezza poco superiore a quella del bacino.
    Era risaputo che per gli Hyuga i capelli erano motivo d'onore, d'orgoglio e simbolo di potenza.
    Prese tutte le sue armi. Non si poteva mai sapere a che cosa sarebbe dovuto andare incontro quel pomeriggio.
    Prese una scorciatoia. I tetti.
    Il campo era distante. Si trovava praticamente ai confini del villaggio di Konoha, verso la fine della prima parte della foresta. Era una casa abbandonata che gli Shinobi dopo la guerra avevano ristrutturato ed utilizzato come luogo d'addestramento..
    Al suo interno erano state messe delle trappole. Solitamente bisognava evitare kunai e cose simili. I ninja più esperti preferivano modificare l'ambiente prima di entrarvi, dicevano che per loro era troppo semplice.
    Per questo è stato abbandonato e non riconosicuto come campo d'addestramento. Un luogo perfetto per addestrarsi senza prenotare e attendere le lunghe file dettate dalla burocrazia. Per questo forse doveva arrivare così presto. Doveva iniziare l'allenamento prima che a qualcun'altro venisse la stessa idea del superiore.

    <non c'è un attimo da perdere...>


    Kodoku non vedeva l'ora di mettersi alla prova. Il passo era rapido, fulmineo.
    Terminati i tetti si passò ai rami degli alberi più alti, quelli più anziani, grossi e belli resistenti. Passo dopo passo giunse finalmente ai piedi di quella breve collina. Si intravedeva già il tetto della casa.
    Iniziò a correre. Mancava veramente poco.
    D'un tratto però si rese conto che c'era qualcosa di strano nell'aria. Aveva... come dire... una brutta impressione.
    Il passo rallentò, si sentiva osservato.
    Si guarda intorno. La visione a lui innanzi è di un territorio di solo erba alta e grandi fiori. Gli alberi distano troppo per fare da punto di osservazione a meno che...

    <non si usi il Byakugan...>


    Direbbe voltandosi in direzione della foresta e spiccando un volo più per istinto che per riflessi verso sinistra.
    Tre kunai passarono lui di fianco.

    <ma cosa...?>

    Esclamerebbe frenetico per saltare nuovamente via evitando l'esplosione dovuta ad una carta bomba attaccata ad uno dei tre Kunai...

    <esci fuori Shin!>


    Direbbe con foce forte il genin dai bianchi occhi.
    Detto... Fatto! Una bianca nuvola ed ecco a lui il Chunin che lo aveva invitato. Lo sguardo è colmo d'odio. C'erano dei membri del clan Hyuga che non potevano sopportare Kodoku. Lo vedevano come colui che aveva permesso l'attentato al capo clan che in un regno di Potere è lo shinobi tra tutti gli Hyuga più rispettato.
    C'è onore persino in chi odia e nella guerra se si è veri Shinobi.
    Non volevano proprio comprenderlo e quando venivano assegnati a Kodoku si comportavano con lui in maniera quasi folle. Ormai c'era abituato. Sapeva che un giorno li avrebbe zittiti tutti.
    Avrebbe ottenuto il loro rispetto con o senza i dovuti mezzi e/o scale gerarchice.

    <i miei occhi un giorno parleranno più delle loro stupide labbra e feriranno più profondamente di quanto è profondo il loro odio...>


    si ripeteva sempre cose una frase rituale per placare l'animo in quelle situazioni. Ecco perchè tutta quella fretta. Sperava arrivasse tardi così da motivare il "non svolgimento" dell'addestramento/test..

    <bene, vedo che te la cavi Kodoku... ho modificato la casa d'addestramento ovviamente.
    Sei un ninja fenomenale no? Sei il degno erede del tuo defunto padre? Un guardiano notturno ahah... suvvia... se tutto va bene forse non perderai un braccio... dimostrami di cosa sei capace...>


    sapeva lo Hyuga che voleva solo spaventarlo.
    Non si sarebbe potuto spingere oltre un certo limite. Il Destino non l'avrebbe tollerato.
    Kodoku è certo di ciò. Di non essere uno di quei tanti di passaggio nei pressi del fato bensì uno pronto a conviverci per questa vita se non oltre. Motivo per cui quest'ultimo se lo terrà strettamente vicino.
    Una convinzione egocentrica ma che permette a lui una grande dose di autostima e di voglia di superarsi per raggiungere la porta di quel tessitore silenzioso e solitario e ricamare con lui il mantello della vita e della morte il prima possibile...

    <un giorno vi zittiro tutti... non avete compreso nulla del passato come non state comprendendo nulla del presente, figuriamoci se gente come voi può sperare di guardare al futuro...>


    una frase violenta. Una frecciata lanciata da Kodoku nei confronti dell'altro Hyuga...

    <hai sempre parlato bene... per essere un burattino! ... Cadetto Kodoku...>


    I pugni di Kodoku si stringerebbero forte, le unghie quasi vanno a lacerare la carne dalla morsa con cui è stretto il tutto.. Si morde le labbra, trattiene le lacrime per la rabbia e per l'odio, tira avanti.
    Prosegue con passo rapido verso la casa, vuole sbrigare quella faccenda alla svelta.
    Ah già... perchè si è irato così tanto? Cadetto è l'epiteto denigratorio assegnatogli per via del marchio impressogli sulla fronte proibito da tempo simbolo di quella che era una volta la casata cadetta, gli schiavi, gli Hyuga indegni.
    Burattino... beh.... la storia di Kodoku è più che evidente, se non vi è nota... beh... non potete conoscere soltanto una parte di un libro assaporandolo per bene se prima non vi siete gustati l'origine del tutto.
    CITAZIONE
    Ovviamente continua...


    Edited by Kodoku. - 14/10/2015, 11:12
     
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  2. Kodoku.
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    Manca poco, circa una ventina di metri e sarà giunto a destinazione. Almeno alla prima tappa a lui nota.
    Non abbassa mai la guardia, rimane sempre vigile e attento. Shin e gli altri haters degli Hyuga odiano profondamente Kodoku a tal punto da rendergli le cose spesso e volentieri ingestibili o al limite del possibile per le sue capacità.
    Con il tempo il neo-genin aveva imparato a sopportare la situazione e a reggere i loro comportamenti. Tiene conto del fatto che più il loro odio è grande e più tutto sarà mirato a nuocergli. Ciò consente al giovane di rimanere sempre in forma affrontando gli addestramenti del clan come se fossero verie e proprie missioni, senza sottovalutare mai nulla.
    Un sentiero bianco anticipa le porte della piccola e misera casa che esteticamente parrebbe abbandonata o quasi.
    Ode dei rumori provenire da quella selvatica natura che lo circonda e che in prossimità della casa parrebbe divenire sempre più alta, numerosa e folta.
    Estrae il Kunai. Praticaente inizia a farsi spazio tra quei rampicanti con tagli netti utilizzandolo come fosse un machete. Mentre compie ciò un rumore sempre più frenetico si sentirebbe avvicinare a lui. Salta verso l'alto. Più in alto possibile. Effettua una rotazione col corpo e nel mentre lancia due sassi che aveva raccolto per terra contro il luogo da cui proveniva il rumore.
    Lo vede muoversi per evitare l'elementare colpo. E' una sagoma nera. Si muove veloce. Si allontana... Non pare intenzionata a voler nuocere allo shinobi... Forse non era nemmeno opera di Shin. Un semplice lupo o un qualsivoglia animale della foresta probabilmente.

    <mmm...>


    rimane impassibile. Torna con i piedi a terra. Pochi movimenti di quest'ultimi e giungerebbe innanzi alla porta.
    Tituba per aprirla. Allunga il braccio. La mano si apre e si richiude poi nell'afferrare la maniglia. La ruota. La porta si apre leggermente. Un piccolo cigolio accompagna il tutto.
    Kodoku si sposta verso destra, con la mano del medesimo lato darebbe una leggera spinta alla porta che andrebbe con l'aprirsi cigolando sempre più forte ed intensamente per poi fermarsi a metà vista la poca manovrabilità di quest'ultima essendo il legno e con legami di ferro piuttosto arrugginiti.
    Non succede nulla.

    <le paranoie sono ciò che ci fa sopravvivere...>


    direbbe ridendosela tra se e se forse per la troppa prudenza. Un giorno quando avrà il Byakugan potrà vedere oltre quei miseri oggetti e scoprirne segreti e trappole senza troppi sforzi.
    Guardare oltre per arrivare ancora più lontano...
    L'interno si presenta come una stanza totalmente spoglia.
    Al centro vi è questo piccolo altare con sopra una pergamena. L'obbiettivo a quanto pare doveva essere quello.

    <sembra troppo facile però...>


    Utilizzerebbe una manciata di sassolini raccolti all'ingresso per verificare la presenza di qualche eventuale trappola a contatto o fili invisibili.
    Ne lancia 5, due di questi attivano degli spara spiedi che lanciano 6 di quest'ultimi l'uno dai due angoli opposti allo Hyuga ad icrociare per un'altezza al pelo più elevata di quella dell'oggetto da prendere per completare l'addestramento...

    <come immaginavo...>


    muove un leggero passo in avanti. Sente la mattonella cedere sotto di lui.

    <dannaz...>


    affermerebbe conscio di aver fatto scattare una trappola.

    <devo stare buono e non togliere questo piede da qui... almeno finchè non trovo una soluzione...>


    rifletterebbe dunque tra se e se.
    La porta si chiuderebbe d'improvviso alle sue spalle. Questa farebbe partire due kunai frontalmente opposti a Kodoku che si ritroverebbe obbligato dunque a saltare per evitare tale colpo.
    Questa movenza permette dunque al meccanismo della mattonella di attivarsi. Il livello della pergamena rinchiusa in un apposito contenitore va con l'abbassarsi pian piano. Ora ha anche un tempo di scadenza per quella prova...

    <dannato Shin... te le sei pensate proprio tutte per bocciarmi questo giro vero?>


    continuerebbe a ripetere nella sua testa con rabbia.
    Scatta verso la pergamena per prenderla. Partono altri spiedi ed altri Kunai. Viene ferito a braccio sinistro e fianco destro.

    <ah!>


    esclamerebbe mantenendolo sottile come tono per non dar soddisfazioni allo Hyuga di fuori.
    A quanto pare da ciò che aveva potuto vedere il manufatto richiedeva una chiave per essere preso affinchè si possa aprire il suo contenitore.
    Ricapitolando:
    Il tempo stringe, c'è una chiave nascosta per un'intera casa, ogni passo può far scattare trappole.
    Davvero una brutta situazione.
    Lo sguardo va rivolto all'alto. Shin non avrebbe mai sprecato l'occasione per tappezzare l'intero luogo di trappole inoltre è molto probabile che per far perdere lui più tempo possibile che questa si trovi proprio al piano superiore se non inferiore vista la botola nei pressi della seconda porta sulla destra visto dall'ingresso.
    Deve dunque prendere una decisione prima che la pergamena sparisca così come la sua possibilità di zittire quegli Hyuga...
    Decide di optare per la botola. La motivazione è semplice. Troppo complicato entrarvi, troppo dispendioso di tempo e troppo pericoloso sicuramente.
    Ragion per cui la chiave dovrebbe essere proprio lì secondo Kodoku conoscendo Shin.
    Si fionda dunque con un balzo acrobatico e scenico per se stesso essendo l'unico presente in quella casa. Da una parte all'altra con qualche capriola volante per sfruttare un gioco di forza e peso sulla gravità e sulla velocità.
    All'atterraggio, a poche mattonelle dalla botola vedrebbe partire 6 kunai. 2 per ognuna delle quattro direzioni sopra la Botola.
    Si abbassa. Uno lo prende alla spalla destra in maniera molto profonda. Inizia a sanguinare.
    Con la mano opposta si appresta ad aprire quest'ultima per poi notare la più totale assenza di oscurità.

    <come me la sbrigo adesso...>


    riflette.
    Giunge ad una soluzione perfetta. Utilizzare il chakra di fuoco per illuminarsi il cammino.
    Si sporge dunque con il braccio, la mano dentro la botola, dal palmo una piccola fiamma illumina l'area lasciando intravedere una vecchia e malfidata scala di legno...

    CITAZIONE
    Si avvicina verso la fine questo spin-off...
     
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  3. Kodoku.
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    Lentamente scendeva quelle scale. L'occhio attento cercava di individuare trappole ma pareva non scrutarne.
    Mise un borsello sotto la botola per evitare che questa si chiudesse e magari salvandosi la vita vista la grande probabilità che in caso contrario si sarebbe ritrovato rinchiuso lì dentro.

    <prevenire è sempre meglio...>


    rifletterebbe tra se e se mentre continua a scendere per quella lunga e ritta scala.
    Ad un tratto parrebbe terminare ma il pavimento sotto di lui non è presente.
    Non ha idea di come potersi muovere. Non riesce ad intravedere un mondo.
    Prende un foglio di carta, lo brucia con il suo chakra è lo lascia cadere. Sembrano almeno 5 metri.
    Non ha scelta. Deve farlo. Per salire troverà un modo.
    La pergamena intanto sarebbe giunta a metà busto.
    Salta. Mentre và giù si accorge di aver urtato un trasparente filo che farebbe partire delle lame da destra e a manca come spunzoni per il vario traggitto verso il basso che provavano ad infilzarlo. Uno lo prese alla gamba destra.
    Cade. Sanguina notevolmente eppure pare intenzionato a volersi rialzare. Lo sguardo è freddo. Si impietrisce però nel vedere tutto quel sangue che ora macchia il pavimento.
    Innanzi a lui un piccolo comodino con tre cassetti. Li apre. Ci sono varie scartoffie. Tra queste troverebbe la chiave.

    <ci avevo visto giusto ma...>


    si girerebbe voltandosi verso l'alto...

    <ora come ritorno su?>


    Le condizioni non erano nemmeno le migliori per sforzarsi ed effettuare un salto del genere...

    <dannazione sono in trappola e... ahh... sono veramente messo male...>


    borbotterebbe tra se e se. Ci deve essere una soluzione. Deve trovare un modo. Ha bisogno di una corda...

    <ci sono!>


    Urlerebbe dalla gioia al ritrovamento di una probabile soluzione. Avrebbe potuto sfruttare gli spunzoni. Serviva però soltanto un modo per prendere il tempo e spingersi verso l'alto contando però che uno dei due arti inferiori era piuttosto messo male.
    Si siede. Prenderebbe una posizione meditativa. Guarda la sottile luce che proviene dalla cima, da quella sottile apertura che impedisce alla botola di chiudersi in maniera definitiva, osserva i movimenti delle lame, li assorbe. Li impara.
    Si alza lentamente. La meditazione ha riportato in lui equilibrio e sicurezza. Può farcela.
    Fatica al terzo ma è riuscito ad arrivare sulla scala. Risale con fretta, non c'è un attimo da perdere. Scaraventa la botola e si fionda sprezzante di pericolo e trappole sulla pergamena che è praticamente al limite.
    La riesce a prendere per un pelo ma le trappole gli costano caro.
    Si inginocchia. Cade. E' ricoperto di kunai e spiedi. Steso per terra con la pergamena stretta nel polso della man destra.
    Chiude gli occhi. E' buio.

    ...

    Apre gli occhi. Davanti a lui un volatile. Lo stesso che gli aveva consegnato la piccola pergamena che l'aveva portato a quell'incontro mortale.
    Non ha idea di cosa gli sia successo. Si guarda intorno. Tutto sembra esattamente come prima dello scontro. La stessa pergamena è lì sul tavolo.
    E' vestito ancora con abiti non consoni all'addestramento. Il cielo è lo stesso di quel giorno. Quell'animale è ancora lì a fissarlo come se lo volesse osservare. Non comprende. Osserva il volatile negli occhi, rimane sbalordito. Pensa di essersi immaginato tutto.
    Ad un tratto l'uccello spalancherebbe il suo beccho e da questo uscirebbe una pergamena decisamente più grossa...
    Kodoku l'aprirebbe e...

    CITAZIONE
    La prima parte della storia termina qui. La seconda verrà poi...
     
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  4. Kodoku.
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    non so ogni quanto si possa ma son passati 3 giorni..ho visto che più o meno era quello il tempo ...
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Si, sono ogni 3 giorni. Prendi 30 exp
     
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