Salvate mio figlio

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    ...continua...



    La spada del ragazzo di Kiri è affilata come un rasoio, al minimo contatto con la pellaccia di Bontemaru la squarcia come burro, lasciando solchi profondi da cui il sangue fuoriesce a fiotti, aiutato dalle temperature tropicali e dal prolungato sforzo che favoriscono una rapida circolazione del fluido vitale, che ora macchia il manto sabbioso del deserto di un rosso scuro e denso. Bon finisce a terra, cadendo di schiena nella sabbia che lo accoglie prendendo la forma della sua figura e dentro cui il povero ragazzo perde i sensi, lasciandosi avvolgere dal candido manto caldo per perdersi in sogni profondi. Il vento si placa ed attorno ai due ragazzi non resta che il silenzio, l’unico rimasto in piedi ansima sibilmente cercando di riprendere fiato dopo il duro scontro. Dopo un attimo di stallo la quiete del momento è interrotta dall’arrivo dei suoi compagni, che lo trovano più malconcio di quanto si aspettassero, anche se comunque in piedi. Allo stesso modo la carovana della famiglia Rengu sta tornando sul luogo dello scontro, motivo che spinge i tre ragazzi di Kiri ad andarsene per evitare di dover dare scomode spiegazioni, lasciando il povero Bontemaru mezzo morto nel suo stesso sangue.

    BOOONTYYY, TEEESOOOOROOO, DOVE SEEEII??

    Ragazzo, non è il momento di giocare, forza, fatti vedere!! … Bon?!

    O MIO DIOOO!! BONTYYY!!

    Quando lo trovano dietro a una duna le sue condizioni sono pessime e preoccupanti, il corpo esanime nella sabbia dentro a una pozza di sangue che ne fa da cornice, la pelle molto più bianca del solito, la bocca aperta rivolta verso l’alto, verso il cielo dove già un paio di avvoltoi stanno volando in circolo sopra quello che sarebbe stato il loro pasto se la famiglia non fosse giunta in tempo. Caricare i suoi quasi cento kili sulla carovana non è facile, il viaggio fino ad Ishivar è un vero travaglio, le ferite bendate con stracci sporchi e usati per impedire al sangue di prosciugarsi ed esaurire le funzioni vitali del povero Bontemaru non sembrano una soluzione efficace, sicchè quando la carovana arriva alle tende della cura il giovane sembra più morto che vivo.

    AIUTOOO!! AIUTOOOO! AIUTATE IL MIO BAMBINO, VI PREGOO!!
     
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  2. Kote
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    - Calma, calma, si può sapere cosa diamine è successo?! -

    Esclamò con fare piuttosto autoritario un signore sulla cinquantina dalla costituzione un pò rotonda, i folti e brizzolati capelli grigiastri ed i brillanti occhi rosso rubino posti sotto delle grosse sopracciglia nere. Dalla consueta carnagione scura ishivariana, messa in risalto tra l'altro dal bianco camice che indossava sotto la divisa da medico, si fece largo tra la piccola folla di persone che si era causata intorno allo scompiglio messo in atto dall'irruento arrivo di una strana famiglia. Di chi stiamo parlando? Ma niente di meno che di uno dei migliori dottori del Paese della Speranza: l'eccelso e brillante Ovidio Giolsot.
    Non curandosi del povero e pallido ragazzone pieno di brutti e sanguinanti tagli bendati alla bene e meglio presenti su varie parti del corpo si precipitò sulla signora il lacrime che in balia della disperazione stava disperatamente chiedendo aiuto.
    Posizionandosi dinnanzi a lei e squadrandola dritta negli occhi con la sua consueta espressione seria ma al contempo persa nel vuoto aggrottò le sopracciglia mettendogli entrambe le mani sulle spalle.
    Passarono alcuni secondi di completo silenzio... uno strano ed inquietante silenzio vista l'espressione da ebete stampata sul volto del dottore.

    - Non si preoccupi signora, rimetteremo in sesto suo figlio in un batter d'occhio! -

    Disse con talmente tanta convinzione ed entusiasmo da sembrare una frase detta così, tanto per farla zittire, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
    A quel punto una voce fuori campo richiamò l'attenzione dei presenti, in special modo del dottor Giolsot.

    - Il dottor Giolsot in panetteria, il dottor Giolsot in panetteria... -

    Il quale senza preoccuparsi troppo si prese la briga di sbolognare il paziente ad uno dei suoi sottoposti che come al solito era sempre lì, pronto a farsi in quattro per aiutare il prossimo.

    - Dottor Medici si occupi del paziente. Io ho una faccenda urgente da sbrigare! -

    - Ehm... d'accordo signore... -

    Rispose dunque il buon chirurgo sbucando dal nulla. Dalla presenza quasi inesistente il buon Pino Medici lo si poteva considerare un chirurgo come pochi... nel senso che di stupidi come lui ce ne sono veramente pochi.
    Come per il suo superiore vestiva anche lui con un lungo camice bianco, ma presentandosi come un uomo sulla trentina dalla modesta corporatura, completamente pelato, carnagione olivastra e gli occhi marroni non riusciva a trasmettere la consueta sicurezza che invece Giolsot era solito mostrare a chi gli stava intorno. Mettiamoci pure la sua costante postura gobba ed il fatto che più che parlare sussurra... vabè, lasciamo stare. Ciò non toglie che però nonostante le apparenze sia capace nel ruolo a lui di competenza, ovvero la chirurgia.
    Facendosi largo tra la famiglia del povero ragazzone, con sguardo basso e passo svelto come se cercasse di evitare i loro occhi, gli ci volse un attimo per fare il punto della situazione.

    - Vari tagli più o meno profondi sul petto, spalla destra e braccio sinistro. Setto nasale rotto... qua è necessario intervenire subbito... -

    Concluse in maniera piuttosto sbrigativa e con un tono talmente basso come se stesse parlando solo con se stesso. Richiamata l'attenzione di un paio di infermieri si fece aiutare da loro nel trasportare il corpo del ragazzo in sala operatoria.
     
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    Il tempo di arrivare e la famiglia più stramba del paese ha già creato scompiglio alle tende della cura, smuovendo molta più gente del necessario per il caso di Bon, il quale è si ridotto parecchio male, ma non tanto da meritare l'intervento di praticamente tutto lo staff a tiro d'orecchio. Le urla di Lily infatti fanno presumere il peggio, ai suoi occhi suo figlio potrebbe persino sembrare morto, ma ad un occhio più esperto la situazione non è più preoccupante di molte altre già viste. Perciò dal gruppetto di persone radunatosi attorno alla rudimentale barella, su cui è stata posata la salma del ragazzone, si fa largo un omone vestito di bianco, una tunica abbastanza grande da ospitare metà delle persone presenti probabilmente. Il medico dalle evidenti fattezze ishivariane fa suonare il suo vocione quando è ancora nelle retrovie, viste le sue ridotte dimensioni sull'asse delle ordinate le sue parole giungono prima della sua figura, la quale fa capolino dalla folla solo dopo averla zittita, spostando colleghi ed intrusi per arrivare al centro della scena.

    Calma, calma, si può sapere cosa diamine è successo?!

    L'uomo dev'essere un pezzo grosso, in tutti i sensi, la sua opinione e la sua figura sembrano essere rispettate da tutti i presenti ed al suo arrivo si rivolgono tutti a lui, in attesa di un parere. Egli da una rapida occhiata al paziente di turno, aggrotta le sopracciglia per stringere gli occhi e guardare meglio, poi alza lo sguardo in direzione dei parenti e vi si rivolge, avvicinandosi e lasciandosi alle spalle il ragazzo privo di sensi. Non una smorfia sul suo volto, poggia una mano sulla spalla di Lily, poi l'altra, dalla posizione potrebbe sembrare che stia per dare una pessima notizia, un decesso, tanto che la madre è già bella che in lacrime. E invece no.

    Non si preoccupi signora, rimetteremo in sesto suo figlio in un batter d'occhio!

    La sua voce è squillante, allegra, quasi si trattasse di una bazzecola, quasi scherzasse, tanto che la signora Rengu si rivolge con lo sguardo al marito, in cerca di una spiegazione a quello strano comportamento. Jack dal canto suo ci sta capendo a sua volta poco e niente, si limita ad alzare le spalle insieme a labbra e testa, come a dire “lascialo fare, saprà quel che dice”. A quel punto però una specie di altoparlante artigianale richiama proprio il dottore li presente, convocandolo per un compito importante che lo costringe ad abbandonare la scena e lasciare la vita di Bongo in mano ad uno dei suoi assistenti, giunto a sua volta senza dare però troppo nell'occhio. È un tipo strano, senza il camice addosso non si direbbe neanche un medico, una persona evidentemente schiva, tanto che nessuno si accorge di lui finché il suo superiore non gli delega il caso di Bon.

    Dottor Medici si occupi del paziente. Io ho una faccenda urgente da sbrigare!

    Ehm... d'accordo signore...


    Il medico Medici si sposta quindi verso il paziente, avanza a piccoli passi schivando lo sguardo di chiunque gli si pari davanti, il suo passo è talmente leggero che sembra fluttuare mentre avanza. Alla fine giunge su Bon, gli da una rapida occhiata per poi grattarsi la pelata, talmente lucida da potercisi specchiare. A quel punto si rivolge ai familiari alzando gli occhi in loro direzione per un momento, la sua voce è talmente bassa che i due si devono avvicinare per riuscire a sentirlo.

    Vari tagli più o meno profondi sul petto, spalla destra e braccio sinistro. Setto nasale rotto... qua è necessario intervenire subbito...

    Ad un cenno della mano si fa avanti un gruppo di tre infermieri, i quali caricano Bontemaru e lo spostano verso la sala operatoria. Papà e mamma provano ad infilarsi dietro le tende insieme all loro figliolo ma l'accesso è loro negato, sono costretti ad aspettare fuori fino alla fine dell'intervento. Il chirurgo indossa i suoi guanti, gli attrezzi del caso vengono preparati al suo fianco, è tutto pronto.

    Via questi stracci, potrebbero aver già fatto infezione... disinfettate questi tagli... ...

    La medicazione improvvisata durante il viaggio viene tolta dagli squarci sul petto, i più profondi, il sangue ormai non sgorga più dalle ferite, parzialmente cicatrizzate. Del disinfettante viene versato in quantità su tutti i tagli, poi ripulito insieme allo sporco che vi ci era finito, la causa maggiore di complicanze in questo tipo di interventi. Dopo questa operazione preliminare il dottore passa all'azione, legandosi il bavaglio e sgranchendosi le dita. Ora che è al suo posto non sembra più il tipo timido di poco fa, è molto più sicuro e a suo agio.

    Ago, pinze e filo per favore....
     
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  4. Kote
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    - Ago, pinze e filo per favore.... di un marroncino chiaro possibbilmente, questo ragazzo ha una carnaggione abbastanza chiara rispetto allo standar ishivariano... -

    Espose con gran sangue freddo dopo un'accurata analisi della pelle del ragazzone. Nonostante la sua occupazione principale fosse il Medico, il dottor Medici era famoso anche per le sue eccelse doti di sartoria e ricamo. Con un pò di filo ed un ago poteva fare cose che semplici mortali non erano in grado neanche di immaginarsi e proprio per questo ogni qualvolta si presentava un caso simile a quello di Bontemaru era sempre uno dei primi della lista per operare.
    Preso in mano i suoi fidati attrezzi diede il via all'opera d'arte. Era sempre un piacere ed un'entusiasmante spettacolo per gli occhi osservare all'opera quel genio del ricamo, anche se a causa della sua meticolosità semplici interventi da appena un'ora richiedevano anche 3 o 4 ore. Fu un vero supplizio per gli infermieri assisterlo in quell'operazione così ridondante e noiosa quanto affascinante.

    Qualche ora più tardi...


    Sdraiato sul suo lettino in compagnia dei suoi familiari il buon Bontemaru avrebbe potuto risvegliarsi completamente bendato nelle zone in cui presentava le ferite. Con in mano un referto dell'operazione fece apparsa in tutta la sua magnificenza l'egregio dottor Giolsot che con la sua consueta espressione seria ma al contempo assente si premurò di informare tutti i presenti sulle condizioni del ragazzone.

    - L'intervento è stato un gran successo, suo figlio si rimetterà sicuramente nel giro qualche giorno! Per prassi lo terremo sotto osservazione fino a domani mattina, dopo di che sarà libero di tornarsene a casa. -

    Eseguita una piccola pausa in modo da dare a Bon e comapny il tempo di assimilare le buone notizie posò il referto su un piccolo comodino al suo fianco ed una volta portata l'attenzione sul ragazzone continuò.

    - Come riabilitazione è consigliato il metodo Vanvera: una volta che riuscirai a fare questo senza provare dolori nelle zone ricucite sarai completamente guarito! -

    Concluse dando una piccola dimostrazione mentre una strana musichina proveniente da chi sa dove accompagnava i suoi movimenti caotici e compulsivi da crisi epilettica.
    Solo l'intervento della solita voce fuori campo arrestò il dottor Giolsot, che come prima senza degnarsi di salutare i presenti o che altro si dileguò come un fulmine.

    - Il dottor Giolsot in lavanderia, il dottor Giolsot in lavanderia... -

    Vai con l'ultimo post e puoi andare :asd: lo so questo evento è di una stupidità colossale. Cmq appena finisci ti assegno l'exp, io mi prendo il minimo cioè 35.


    Edited by Kote - 3/12/2015, 18:09
     
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    ...di un marroncino chiaro possibbilmente, questo ragazzo ha una carnaggione abbastanza chiara rispetto allo standar ishivariano...

    Non so perchè ma in questo momento sembra più di essere in una sartoria, credo che debba chiamarsi così il reparto, e solo ora intuisco perchè ci fosse così tanta urgenza del primario al reparto macelleria. In ogni caso il sarto dottore si fa passare un paio di tonalità di filo, le osserva paragonandole con la pelle del ragazzo ma nessuna delle due corrisponde, così dall'alto della sua creatività stilistica opta per quello che meglio si abbina. Soddisfatto della sua scelta si mette all'opera, abbassandosi sulla prima delle ferite del ragazzo, la peggiore sul petto. Bongo dorme ancora beato, non fa una piega quando il doc ficca l'ago all'estremità del lembo di pelle tagliato, ne ne farà per tutto l'intervento. Potrebbe essere morto, non fosse per la bocca aperta e la bava che scende mentre respira profondamente, russando di tanto in tanto e parlottando nel sonno.

    Rooonf...rooonf.... SGRUNFGRULQGRULQvieni qua.... ronf ronf- sgrunf!

    I versi darebbero da pensare e qualcuno dello staff è infastidito o sull'orlo di scoppiare a ridere, ma non il chirurgo, egli è immerso completamente in quel che sta facendo, gli occhi fissi sul piccolo ago, la fronte asciutta, immobile. Si muove solo il polso della mano destra, la quale a velocità moviola bucherella la pelle di Bontemaru con frequenza e precisione, appunto, chirurgica. Avvicinandosi infatti si può notare come ogni nuovo punto sia alla stessa distanza da quello precedente e successivo, una serie perfetta e lunghissima. Su un taglio di trenta centimetri avrà messo almeno duecento punti, praticamente un ricamo, mancano solo gli orletti in pizzo.

    Vedete, un doppio punto incrociato a "X”, questa è la tecnica migliore su un taglio molto ampio e soggetto a stress continui come questo. Molto più resistente, contribuisce a lasciare anche una cicatrice meno vistosa...

    Queste le sue uniche parole durante la prima parte di intervento, un interminabile ora e mezza durante la quale già qualcuno degli assistenti si allontana o si distrae a tal punto da non esserci praticamente più. Alla seconda ferita è già bello che da solo, parla ma non c'è nessuno ad ascoltarlo.

    Queste due sono più piccole, facciamo una semplice serie con un unico filo, osservate...

    Nemmeno si accorge di essere da solo, continua senza staccare gli occhi dal lavoro fino ad averlo ultimato, fiero dell'opera perfettamente riuscita, come al solito. Soddisfatto riporta la barella nella zona comune, lasciando un Bontemaru ancora dormiente ad un infermiera che lo riporta ai genitori.

    Bontyyy... guarda come riposa beato, e guarda che bel lavoro, ohoh! Devo portare qualche dolcetto a questa gente, sono stati davvero bravi!

    roonf roo-! Dolcetti!??? DOLCETTI!? DOVE???

    Alla parola dolcetti Bongo si sveglia di colpo, agitatissimo ed affamato come pochi, tanto che per calmarlo bisogna dargli uno dei ciupa ciupa dall'ufficio del pediatra. Col suo ciuccetto in bocca adesso è contento e soddisfatto, lo succhia avidamente ma non so quanto basterà a calmarlo. Per fortuna arriva il dottor Giolsot a liquidare i due genitori, lasciando il problema di sfamare la bestia a quelli delle tende.

    L'intervento è stato un gran successo, suo figlio si rimetterà sicuramente nel giro qualche giorno! Per prassi lo terremo sotto osservazione fino a domani mattina, dopo di che sarà libero di tornarsene a casa.

    Sbatte il referto medico sul comodino come fosse una mazzetta di centoni sulle chiappe di una squillo di lusso, poi prosegue spiegando quel che il ragazzo dovrà fare una volta a casa per rimettersi in sesto.

    Come riabilitazione è consigliato il metodo Vanvera: una volta che riuscirai a fare questo senza provare dolori nelle zone ricucite sarai completamente guarito!

    Si tira su quindi le maniche, fa un po di stretching e poi parte, dimenandosi come un... come un... come un coglione, agitando le mani qua e la sopra e affianco alla testa in movimenti senza senso e rapidissimi, tanto che quando finisce, una misera ma più che sufficiente cinque secondi, è già sudato. Nonostante la prova sia evidentemente ridicola e possa sembrare una presa per il culo, la famiglia Rengu al completo la osserva interessata, come fosse una cosa normale. La faccenda è talmente stupida che si concilia perfettamente con lo spirito di quei matti da fattoria.

    Il dottor Giolsot in lavanderia, il dottor Giolsot in lavanderia...

    Il dottore viene quindi nuovamente richiamato al servizio, lasciando Lily e Jack liberi di salutare il loro figliolo, lasciandolo in gestione ai poveri infermieri, i quali di certo avranno da divertirsi stanotte.

    Edited by Cagnellone - 20/10/2015, 14:16
     
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  6. Kote
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    30 e vai in pace :asd:
     
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