Occhi Bianchi Elementali

Sblocco elementale #1 Kodoku

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    CITAZIONE
    Kodoku Hyuga,
    è richiesta la sua presenza l'indomani al campo di addestramento nr°4, subito fuori le porte ovest del villaggio, alle 8 in punto.
    Quale membro del Clan Hyuga nota la predisposizione a sbloccare l'affinità elementale primaria a causa delle vostre spiccate capacità nel controllo del chakra, cosa che è risultata confermata anche nel rapporto del suo recente esame accademico passato a pieni voti.
    Shingi, Sp. Jounin della Foglia
     
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  2. Kodoku.
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    Un altro giorno stava passando.
    Le compere erano state fatte, l’armeria pian piano si sarebbe svuotata riempiendo sempre di più l’armadio del giovane Hyuga. La biblioteca avrebbe lentamente visto i suoi libri andare e venire periodicamente, le sue pergamene scomparire per ore al fine di apprendere nuove tecniche.
    I passi base erano stati compiuti. Un set elementare di armi e qualche tecnica per non farsi trovare impreparati. Il copri fronte ben saldo sulla… fronte (ovviamente).
    Osserva il tramonto dal tetto di casa sua, seduto con le gambe tirate verso l’interno e le braccia che avvolgono quest’ultime. Lo sguardo cala per un istante.
    D’un tratto un rumore, un canto, un gracchiare. Il verso di un falco, l’ombra di quest’ultimo. Le piume di un marrone scuro che ora si presentano lui innanzi.
    Porta un nastro rosso…

    <è un falco messaggero…>


    Penserebbe tra se e se prima di notare la lunga e costante serie di circonferenze sempre minori che il rapace andrebbe a comporre sul suo capo. Questo continuerebbe così sino al giungere ad un altezza tale da consentir lui di scendere sino a portarsi a poche zampate da Kodoku.
    Una piccola pergamena sulla zampa sinistra.

    <per me?...>


    Continuerebbe a farneticare nella sua testa avvicinandosi a quel tanto bene addomesticato volatile. Altrimenti difficilmente si farebbe avvicinare così da un umano.
    Sfila il piccolo foglietto, lo srotola. Al suo interno è contenuto un messaggio. Lo Hyuga legge attentamente, più scorrono le righe e più la sua faccia si spalanca, i suoi occhi si aprono, come per uscire, come per avvicinarsi sempre più a quel pezzo di carta.
    CITAZIONE
    Kodoku Hyuga,
    è richiesta la sua presenza l'indomani al campo di addestramento nr°4, subito fuori le porte ovest del villaggio, alle 8 in punto.
    Quale membro del Clan Hyuga nota la predisposizione a sbloccare l'affinità elementale primaria a causa delle vostre spiccate capacità nel controllo del chakra, cosa che è risultata confermata anche nel rapporto del suo recente esame accademico passato a pieni voti.
    Shingi, Sp. Jounin della Foglia


    <chi l’avrebbe mai detto… sono già sotto osservazione…>


    Penserebbe con soddisfazione accartocciando il foglio nel pugno della sua man destra.

    <tsk… evidentemente all’accademia ho svolto il mio dovere…>

    Continuerebbe. Un ghigno sul suo volto. Ricevere dei complimenti da parte di Jonin e altri shinobi appartenenti ad un villaggio prevalentemente bellico è sempre motivo d’onore e di vanto (visto l’egocentrismo di Kodoku).
    Domani dunque inizierà l’addestramento per scoprire e sbloccare il suo elemento, per apprendere cosa potrà e cos’altro non potrà invece maneggiare. Quale elemento gli è affine, quale sfavorevole e viceversa.
    Una tappa importante per un ninja, forse una delle principali visto che da lì si acquisirà un nuovo potere.
    Chiude gli occhi. Ogni volta che pensa a ciò se li accarezza dolcemente passando le dita sulle palpebre e poi vicino le tempie…

    <un giorno verrà anche il tuo momento…>


    Si riferisce ovviamente al Byakugan. Non vede l’ora che giunga il giorno in cui la sua innata si attiverà, soltanto allora per lui potrà definirsi un vero Hyuga, un vero portatore di potere.
    Sta di fatto che tra un falco, i pensieri e la sete di potere arriverebbe la notte fonda.
    Decide dunque di andare a letto, domani lo attenderà del duro e faticoso lavoro…

    ….

    Gli uccelli cantano, il sole si alza, inizia ad illuminare Konoha. Le nuvole pare vogliano però oscurarlo, il cielo promette pioggia nel giro di qualche ora. Le persone iniziano a scendere per strada e a svolgere le loro azioni quotidiane. Kodoku non è da meno.
    Per l’occasione quel giorno andrebbe con l’indossare una semplice e lunga veste dalle maniche altrettanto lunghe e larghe di colore nero con cappuccio calato. Il copri fronte ben in vista, l’armamentario posizionato all’apposita locazione decisa già da prima di comprarlo.
    Il passo è tranquillo. Non ha fretta. Sono le 7 del mattino. Ha circa un’ora per raggiungere il campo, probabilmente gli basteranno 40 minuti.
    Si trova nella zona ovest della foresta.
    Per raggiungerlo il neo-genin andrebbe con il percorre inizialmente un lungo tratto cittadino, tagliando praticamente in due il villaggio, e successivamente un breve tratto di foresta nemmeno troppo fitta e selvaggia visto il percorso appositamente costruito per giungere nei vari luoghi o piccoli paesini vicini alla grande madre Konoha.
    Beh… si potrebbe dire che di strada ne ha percorsa abbastanza e che è quindi giunto nel luogo d’incontro, pronto per l’addestramento.

    <mmm… si… è questo…>


    Direbbe tra se e se osservando un cartello fungente da indicazione ed indicante il numero del campo.
    Si guarda intorno, il Sensei ancora non si vede…

    <sono in anticipo come al solito…>

    Borbotta nella mente. Si siede.
    Assume una posa da meditazione, rilassa i muscoli, lascia che l’energia fluisca dentro di lui. Il silenzio, la pace, l’armonia, la natura.
    L’essenza e l’essenziale. L’attesa e la voglia di dimostrare il proprio valore…
     
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  3. Kote
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    Ne era passato di tempo da quando l'ultimo Hokage, un certo Nube Aburame, era deceduto nella speranza di salvare il villaggio ed i suoi abitanti da un'immane catastrofe. La sua morte aveva segnato molti, sia giovani che vecchi, in special modo i membri del suo clan. Niente e nessuno si sarebbe mai aspettato però che colui che aveva dato via allo scontro, ovvero Zero il Mukenin, in seguito ne sarebbe diventato il governatore.
    In molti avevano cambiato opinione su quel pericoloso e spietato traditore in quanto aveva avuto un ruolo molto importante nello scontro con Tristania Uchiha ed in sostanza era stato grazie a lui che Konoha non venne completamente rasa al suolo. Ciò non toglie però che come da una parte la gente lo acclamava, dall'altra c'era sempre qualcuno ad etichettarlo come uno sporco individuo doppiogiochista assetato dal potere e cose del genere.
    Anche adesso che divenuto il nuovo portavoce di Konoha si faceva chiamare Zero il "Guerriero" in molti continuavano a diffidare di lui; primo tra tutti il buon vecchio Shinji. Asociale e diffidente per natura non riusciva proprio a farselo andare a genio il fatto che uno che fino a qualche anno prima seminava caos e distruzione nel suo paese, macchiandosi con il sangue di innumerevoli persone, era stato messo a capo della Foglia. Come anche al fatto che egli era stato partecipe della guerra che aveva segnato la fine del suo compagno di Clan Nube. Quel morettino dalla pallida carnagione chiara e gli occhi verdi costantemente oscurati da un paio di grossi occhiali da sole amava profondamente il Kyudaime ed anche se ad ucciderlo non era stato propriamente Zero ma Tristania lui accusava più il primo che la seconda. In fin dei conti quella ragazza era già morta di conseguenza su chi mai avrebbe potuto scaricare la sua rabbia e frustrazione se non su l'unico sopravvissuto?
    Tuttavia rassegnatosi al non poter far niente se non sperare che un giorno le cose si potessero sistemare, non potè che adattarsi al nuovo sistema cercando di non dare troppo nell'occhio. Nell'ultimo massacro avvenuto all'interno delle mura di Konoha purtroppo non aveva avuto modo di partecipare in quanto quale sensitivo era stato inviato fuori dal villaggio e quindi impossibilitato a ritornarci a causa della barriera che era stata eretta. Diversi anni fa era conosciuto come abile sensitivo esperto in ricerca e ricognizione, ma visti gli ultimi anni passati ad insegnare in accademia ed a gestire qualche allenamento per i ninja ancora inesperti in pochi ricordavano le sue qualità. Con il nuovo sistema aveva deciso di rimanere su questa via in modo da cercare, il più possibile, di non avere a che fare con gli (parole sue) sporchi giochi di potere degli Uchiha.
    Ed ecco che quindi arriviamo al punto della situazione: vestito come al solito con lunghi e larghi abiti scuri e l'inconfondibile giubbotto della foglia con sopra cucito il corpifronte era intento a recarsi al campo di addestramento dove avrebbe dovuto addestrare un giovane Hyuga.
    Sempre più raramente sbucavano fuori membri di quel Clan dotati di un buon potenziale ed infatti erano passati diversi danni da quando ne aveva addestrato uno. Se la memoria non lo ingannava l'ultimo che gli era passato tra le mani era un certo Ichiro Hyuga.
    Ritornando al passato con la mente si apprestò ad entrare con passo lento e pacato, praticamente felino, all'interno del campo di addestramento designato; alle 8 in punto. Postura piuttosto sciatta e curva, mani nelle tasche dei pantaloni e con il cappuccio della felpa scura che indossava sotto il giubbotto tirato su in quanto il cielo sopra la sua testa era tutt'altro che sereno. Sicuramente di lì a poco sarebbe scoppiato un acquazzone e la cosa non lo rallegrava affatto.
    Inoltratosi un poco all'interno del vasto prato rettangolare disseminato di alberi e vari manichini di paglia con su affissi diversi bersagli non gli ci volse molto prima di incontrare il giovane Hyuga ansioso di accrescere il suo potere. Diversamente dal solito, tuttavia, non appena potè osservarlo con i suoi occhi rimase alquanto stupito dal vedere un giovane e disciplinato ragazzino intento a meditare seduto sul soffice pratino. Era abituato ad avere a che fare con rozzi, egocentrici ed infantili ragazzini, neo-genin che già si credevano ninja esperti e capaci di far qualsiasi cosa solo perchè erano riusciti ad indossare quel pezzo di metallo con sopra inciso il simbolo di Konoha.
    Non sapeva se questo Kodoku era uno di quelli ma così, ad una prima occhiata, non gli sembrava affatto un tipo del genere.
    Schiarendosi la voce con un colpo di tosse attirò l'attenzione del giovane.

    - Kodoku... Hyuga? -

    Chiese con tono cupo e molto basso. Per essere un ventunenne dalla gracile e piuttosto contenuta corporatura possedeva una voce abbastanza grossa. Quasi inusuale in verità; come se stesse fingendo di sforzarsi a parlare in maniera diversa dal solito. Vecchie abitudini di quando era solito andare in missione di copertura per conto della Foglia.
     
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  4. Kodoku.
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    L’attesa stava per giungere al termine, gli occhi spalancati al cielo dello Hyuga osservano le nuvole che pian piano oscurano quel tempo mattutino, lo rendono grigio, apatico.
    E’ un buio diverso da quello della notte. Non ti avvolge, non ti riscalda. Tende a renderlo apatico, statico. Un clima di mezzo non può esser nulla che se non di passaggio.
    Come tante cose superflue però anche quelle gocce risentivano di un significato. Iniziarono a cadere le prime, poi le seconde e così via sino a che non iniziò a crearsi un leggero ticchettio. Battevano il tempo, l’istante.
    Kodoku si concentra su di esse, chiude gli occhi, prova ad immergersi, come a tuffarsi dentro la singola goccia per poi liberarsi all’impatto, con l’esplosione che disperde la misera lacrima celeste
    Una voce si ode alle sue spalle. Pronuncia nome e cognome del neo-genin. Il sensei è arrivato.
    Si alza lentamente tentando di mantenere l’equilibrio dentro di se e di rilasciarlo lentamente al fine di non sconvolgere il suo animo interiore.
    Muove i passi in direzione del verbo giunto a lui poc’anzi. Anche l’altra figura è avvolta in una nera veste ed il cappuccio ricopre il suo volto. Si intravedono gli occhi. Il copri fronte però riflette forte il suo marchio.
    E’ proprio il sensei.

    <si sono io…>


    Muove qualche passo in direzione del sensei. Il tono è fermo, come se tenesse ben saldate a se le parole.

    <lei deve essere il maestro Shingi…>


    Rimane fermo. Osserva l’esile figura a lui innanzi. Uno sp. Jounin.
    Era lì perché il villaggio richiedeva il suo sblocco elementare. La sua capacità nella manipolazione del chakra lo aveva portato ad ottenere tale pregio appena uscito dall’accademia.
    A dire il vero era rimasto un po’ stupito non appena aveva finito di leggere la lettera eppure era convinto di poterci riuscire. Non sbaglia mai Konoha quando punta su qualcuno. Sta a lei poi tenerli a bada o meno, come cani da guardia o cani sciolti.

    <le confesso che non pensavo di essere sottoposto a tale apprendimento così presto però allo stesso tempo le chiedo di non farsi scrupoli, ogni goccia che cade è un istante perso…>


    Direbbe aprendo la mano e lasciando che questa faccia da suolo per le poche gocce cadenti in quel momento. Una volta finita la frase la chiuse in una stretta, un pugno.
    Era tranquillo, non si agitava. Dentro di lui però non vedeva l’ora di assaporare il gusto di un nuovo potere, una nuova forza che ben presto avrebbe fatto lui da aiuto per la via scelta dal fato.
    Con quella frase vorrebbe incitare il Sensei al far di lui ciò che vuole pur in cambio di quell’apprendimento.
    Gli ostacoli fanno parte della vita, se è quella di uno shinobi poi… non ne parliamo.
    Freddo lo sguardo come l’aria che si stava alzando. Una leggera brezza muove i capelli dello Hyuga e lascia sventolare per qualche istante la nera cappa che ricopre i due figli della Foglia…
     
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  5. Kote
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    Eh sì, il buon Shinji aveva visto giusto: quel ragazzino possedeva un che di speciale. Non era come gli altri, glielo poteva leggere chiaramente in faccia. L'unica cosa che però lo accomunava ad altri ragazzi che aveva avuto il piacere di addestrato era l'evidente desiderio di accrescere il suo potere. Elemento piuttosto comune ed essenziale per permettere una buona crescita e sviluppo in uno Shinobi, senza il desiderio di migliorare se stessi è quasi impossibile farlo, ciò non toglie che alle volte questo può anche essere la motivazione che porta il ninja stesso alla rovina. Fare del potere la propria ragione di vita porta l'essere umano spesso e volentieri ad essere persuaso, ossessionato ed infine corrotto, finendo quindi per fare qualsiasi cosa pur di averne sempre di più. Fin troppi mukenin assetati di potere aveva avuto la sventura di incrociare nella sua carriera ninja, e mai nella vita avrebbe pensato che uno di questi sarebbe andato a capo del suo tanto amato villaggio.
    Per fortuna che indossava i suoi consueti occhiali da sole in quanto, per forza di cose, l'ultima frase esposta dal ragazzo gli fece proprio rimembrare l'ultimo evento che aveva devastato Konoha ed al modo in cui era risorta un'altra volta. Odiava Zero, proprio non riusciva a farselo piacere, ma purtroppo visto che in molti lo amavano, fin troppi a dir la verità, doveva stare molto attento a palesare i suoi veri sentimenti dinnanzi agli altri. Occhi ed orecchie erano costantemente ovunque, anche un piccolo mocciosetto dagli occhi bianchi poteva essere un pericolo in quanto possibile simpatizzante di Zero. D'altronde molte delle nuove generazioni erano state persuase dal suo carisma ed il nuovo sistema basato sull'individualismo. La legge del più forte... che legge idiota. Questo i suoi occhi carichi di rabbia facevano intendere, se non fosse che erano perfettamente occultati dietro le lenti scuri.
    Ritornando con la mente al presente fece un breve e cupo sospiro, dopodichè non si perse in futili chiacchiere od inutili presentazioni ed andando dritto al sodo espose in cosa consisteva questo fantomatico addestramento.

    - Riuscire a sbloccare e controllare la propria affinità elementale è un passo fondamentale per crescere come shinobi ed il primo passo è appunto scoprire quali si possiede. Non si tratta di un'azione particolarmente difficile, ti basterà infondere parte del tuo chakra in questo foglietto ed in seguito al risultato capiremo la natura del tuo chakra... -

    Nel mentre la sua voce fredda ed inespressiva colmava la sete di sapere del ragazzo, da dietro la sua persona, precisamente da dietro la zona del fondoschiena dove teneva i borselli porta armi, fecero capolino un piccolo sciame di insetti che trasportavano un fogliettino di carta bianca. Strano ma vero la fitta pioggia che cadeva sul campo d'allenamento non inumidiva affatto quel pezzo di carta, come a palesarne la sua misticità. Giunti dinnanzi allo Hyuga lasciarono cadere l'oggetto proprio sulla mano stretta a pugno in modo che potesse afferrarlo a fare ciò che il loro padrone gli aveva detto poc'anzi.

    D=6 Fuoco. Ruola di conseguenza la reazione del foglietto
     
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  6. Kodoku.
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    Una brezza più forte di quella precedente riempie il vuoto lasciato dal silenzio che intercorre tra la frase del neo-genin e quella del Sensei.
    La scoperta, l’apprendimento e la manipolazione dell’elemento erano alle fondamenta del controllo chakra in una piramide di shinobi che volevano distinguersi.
    A parere dello Hyuga, un ninja che non è in grado di controllare la sua affinità elementare o non riesce nemmeno a manifestarla a livello di base, non può essere definito realmente con tale titolo.
    Un pensiero rude e molto selettivo, bisogna ammetterlo.
    La dura, cruda eppur effettiva realtà con cui Konoha aveva cresciuto le ultime generazioni non poteva che non portare a ciò. In un paese che si è visto vittima di numerose guerre negli ultimi anni, un villaggio sempre preso di mira poiché invidiato dagli altri miserabili capo-villaggio. Tutti odiano Konoha.
    Perché? Beh… da un certo punto di vista chi nasce in questo villaggio ha la predisposizione all’arroganza di definirsi “superiore” o “shinobi originale”. Specie nei casi di clan importanti e celebri come gli Uchiha o gli Hyuga. Abilità, arti e forze militari e non, nate sul terreno del Fuoco e che con il passare degli anni per una questione d’equilibrio di potere e di buon costume, si erano diffuse anche negli altri villaggi.
    Ridicolo.
    Ogni paese che si rispetti dovrebbe preservare la sua potenza, aumentarla e nasconderla agli occhi altrui poiché tutti possono essere indiscreti. Tutti bramano potere anche se non lo ammettono. Affascina, culla, riscalda. Come una madre esso offre senso di protezione e sicurezza. E’ forse proprio per questa somiglianza che l’uomo solo tanto lo ricerca. Per sentirsi in compagnia di un se stesso così potente da parere un altro.
    Un sorriso dipinge quest’istante di pensieri vari. Un sorriso che risponderebbe agli occhi, non visti, celati dai neri occhiali del sensei.
    Piove. Eppure ciò non pare disturbare ne il foglio ne gli insetti che lo andrebbero a consegnare, come fossero falchi messaggeri, al neo-shinobi di Konoha…

    <un aburame?...>


    Si domanderebbe lui nella sua testa. Ecco perché era così misterioso, incappucciato e con degli occhiali da sole nonostante il mal tempo.
    Prenderebbe il foglio di carta Kodoku per poi ascoltare ed in seguito applicare le parole che il sensei gli rivolge come spiegazione.
    All’accademia aveva letto del chakra elementare, era un piccolo accenno in quanto il maestro disse che chi porta un copri fronte approfondisce sul campo tale argomento.
    Nominarono soltanto le varie abilità derivanti (in maniera molto rapida) e le varie tipologie.
    Fuoco, vento, fulmine, terra ed acqua.
    Qualcosa in testa pareva riaffiorargli su delle raffigurazioni tramite immagini di come si riusciva a comprendere l’affinità elementare di un ninja.
    Il foglietto su cui Kodoku doveva imprimere il proprio chakra subiva un mutamento dovuto alla proprietà di quest’ultimo. Esso poteva bruciarsi, tagliarsi, bagnarsi, accartocciarsi o sgretolarsi se la mente non lo inganna.
    Ognuno era messaggio di risposta alla domanda “che elemento possiedo?”.
    Kodoku concentra dunque il suo chakra affinchè prenda a scorrere normalmente nel corpo per poi portare parte di esso in un punto specifico. La mano destra che reggeva il pezzo di carta.
    Un’energia pervase la mano dello Hyuga che sentiva tutto l’arto riempirsi e pomparsi di chakra.
    Osserva il foglietto. Inizia lentamente a muoversi, piccoli spostamenti. Lo tiene con il pollice e l’indice.
    Piove. La pioggia però non pare bagnarlo. Tira vento, eppure non pare voler così tanto volar via.
    D’un tratto sarà ben visibile ad entrambi ciò che stava avvenendo. Nonostante il tempo promettesse tutt’altro che ciò, l’elemento che scorreva nel chakra dello Hyuga, almeno il primo a lui noto era…

    <katon… l’arte del fuoco… giusto?>


    Affermerebbe con tono un po’ seccato. Un’arte troppo offensiva, troppo schierata su una sola tipologia di combattimento. Magari lo Hyuga avrebbe preferito un’affinità elementare al vento visto l’utilizzo che apportavano alle loro mosse gli altri membri del clan con tale elemento.
    Poco importa. Se il destino ha avuto questo giudizio nei suoi confronti allora sarò con esso che dovrà andare avanti. Si sarebbe distinto anche per ciò. Aveva intenzione di rendere quell’elemento parte integrante di se stesso già più di come lo era adesso. Unirsi in una cosa sola, maneggiarlo alla perfezione.
    L’arte del fuoco da quel giorno sarebbe stata anche la sua…
    E’ l’elemento che più accomuna gli shinobi del paese, per l’appunto, del Fuoco. Dunque non si direbbe stupito.
     
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  7. Kote
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    A quanto pare la natura elementale del ragazzo era il Fuoco, un tipo di chakra voltato principalmente all'offensiva. Dotato di proprietà distruttive decisamente elevate può essere considerato come uno dei migliori in campo bellico, sia per la sua vasta gamma di tecniche ad ampia portata che per le proprietà intrinseche del fuoco stesso. Capace di ardere e bruciare tutto ciò che trova sul suo cammino, consumando lentamente ogni cosa fino a ridurla in polvere. Rari sono gli utilizzi in campo difensivo o strategico, ma non del tutto impossibile applicarlo in talo modo se non usando un pò di ingegno. Insomma un elemento che sicuramente esprime in tutto e per tutto potenza e potere, ma che in fin dei conti per un ninja voltato alle arti marziali non è di certo il massimo. E' risaputo infatti che gli Hyuga sono principalmente artisti marziali, di conseguenza non sembrò alquanto stupito il sensei nell'osservare la perplessità e l'amarezza dipinta nel volto del ragazzo quando il foglietto nella sua mano iniziò a bruciarsi rapidamente fino a diventare cenere.
    Il fato tuttavia aveva deciso così e, volente o nolente, questo sarebbe stato l'elemento che Kodoku avrebbe dovuto affinare per migliorare se stesso. Certamente se nel corso della sua carriera avrebbe raggiunto una padronanza del suo chakra tale da permettergli di risvegliare un secondo o, perchè no, un terzo elemento avrebbe potuto controllarne uno più consono alla sua idea di combattimento, ma di certo questi non erano argomenti da discutere con un novellino fresco fresco di accademia. Lo stesso Shinji riuscì a sviluppare il suo secondo elemento, ovvero il Fuoco, solamente una volta diventato chunin.

    - Bene, procediamo al secondo step: sviluppare ed affinare le proprie capacità nell'alterazione delle proprietà elementali del Fuoco in modo da acquisire delle solide basi relative a tale elemento. L'esercizio migliore è concentrare il chakra fuoco sul palmo di una mano ed alterandone le proprietà creare una vera e propria fiamma... così... -

    Espose l'Aburame imitando la stessa mossa del ragazzo di poco fa, ovvero porgere la mano destra davanti a lui con il palmo rivolto al cielo. Nel giro di pochi secondi un piccolo agglomerato di chakra puro comparve sul palmo della sua mano e non appena finì di parlare, come per magia, da blu divenne rosso ed infine assunse in tutto e per tutto le sembianze di una fiamma. Ne acqua ne vento riuscivano a spegnerla.

    - Fino a quando darai dei combustibile a questa fiamma, ovvero la alimenterai con il tuo chakra, una semplice pioggerella come questa non sarà in grado di estinguerlo. La vera difficoltà tuttavia è il mantenerla nel tempo: se non riuscirai a dosare bene le energie nel giro di poco la fiamma finirà per spegnersi da sola, in caso contrario potrebbe aumentare d'intensità facendoti consumare talmente tanto chakra da prosciugarti le energie in un attimo. -

    Concluse con la sua breve e concisa spiegazione aumentando notevolmente l'intensità e le dimensioni della fiamma per poi spegnerla di colpo. Rimettendo le mani nelle tasche della felpa rimase in silenzio, in attesa di vedere cosa sapesse fare il ragazzo.
    Non si era degnato di spiegarli i pregi ed i difetti dell'elemento in causa, neanche debolezze e punti forti, in quanto sapeva bene che parte dei corsi di formazione in accademia riguardavano anche questo. Inoltre non c'era miglior insegnante se non la pratica diretta sul campo.

    Procedi con l'esercitarti. Prendi come riferimento l'allenamento che ha fatto naruto nel manga, nel senso che non è una cosa che sei un grado di imparare a fare perfettamente nel giro di 10 minuti. Ci vogliono ore ed ore di allenamenti con pause ricorrenti per ricaricarti di energie (non ci stare però tutto il giorno :asd:). Decidi tu come impostare il tutto, prendi queste mie parole come una linea guida. Termina con te che riesci a mantenere una fiammella per una quindicina di secondi senza finire a terra privo di energie.
     
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  8. Kodoku.
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    Ardeva l’animo dello Hyuga come la fiamma che aveva risvegliato dentro di se quel giorno. L’elemento fuoco gli sarebbe appartenuto così come un giorno per il Byakugan. Riflettè su ciò.
    L’elemento avrebbe consentito lui una maggiore offesa per la difesa beh… un giorno avrà tecnica anche per quello.
    Lui ancora ignaro rimane di fatti nei riguardi delle tecniche ereditate da famiglia in famiglia un tempo appartenute solo a quella principale ed ora aperte a tutti. Tecniche che permettevano ai portatori di occhi bianchi di rendersi praticamente invulnerabili o quasi agli attacchi nemici.
    Ciò interesserà però Kodoku soltanto in futuro. Ora di fatti la sua attenzione è raccolta tutta nei confronti della mano del sensei, così come in essa è concentrata quella fiamma che aumenta e diminuisce d’intensità a seconda di quanta il maestro ne voglia riprodurre. Il chakra immesso a seconda della quantità sprigiona un fuoco più o meno grosso.
    Si rivolgerebbe al neo-genin dicendo lui che soltanto quando riuscirà a padroneggiare con costanza e cura una fiamma simile alla sua nel palmo potrà dirsi concluso il suo apprendimento.
    Lo mette in guardia sul fatto che non sarà semplice come le tecniche accademiche ma che comunque il suo controllo del chakra è tale da poter permettere ciò… altrimenti non sarebbe lì.

    <tsk…>

    Un piccolo ghigno, quasi irrisorio e da sprovveduto dello Hyuga che prenderebbe dunque sotto gamba, almeno inizialmente, quella prova.
    Concentra il chakra nella mano, lo sente scorre, altera la sua composizione, chiude gli occhi. Sente il fuoco dare il via come ad una miccia che giunge verso la dinamite per portarla all’esplosione.
    Il flusso è inarrestabile, arriva forte. Una grande fiammata avvolge la mano del giovane ninja…

    <ah!>

    Un piccolo urlo per poi bloccare il flusso di chakra ed evitare di ritrovarsi l’intero braccio vittima di ustioni gravi.
    Gli occhi irati osservano il suo braccio, puntano lentamente verso il palmo. Ora è a lui più chiaro il verbo del sensei.
    Questa volta proverebbe con più calma e discrezione.. la fiamma arriva… dura però qualche secondo.
    Andrebbe avanti così migliorando passo dopo passo. Si prende una pausa dopo un paio d’ore. Si siede come per meditare. Chiude gli occhi, inizia a respirare profondamente. La calma lo avvolge. Deve concentrarsi sull’obbiettivo, focalizzare l’elemento ed entrare in simbiosi con esso come uno sciamano farebbe con uno spirito.
    Si rialza lentamente dopo circa venti minuti di meditazione.
    Riprenderebbe l’allenamento.
    Questa volta la fiamma dura quasi dieci secondi eppure lo Hyuga non parrebbe soddisfatto.
    Continuerebbe così per un’altra mezz’ora ottenendo alla fine un risultato soddisfacente. La fiamma durerebbe per più di una quindicina di secondi.
    Osserverebbe il Sensei che in tutto questo parrebbe essere rimasto in disparte ed in silenzio ma sicuramente con lo sguardo fisso su di lui.
    Lo Hyuga lo guarda, cerca il suo sguardo. Lo incrocia. Sorride. Ha raggiunto l’obbiettivo.
    Ora è stanco, vuole solo riposare. Il contatto visivo con il sensei dura qualche secondo, meno di quanto durò la prima fiamma prodotta. Cade a terra. Chiude gli occhi. Sorride soddisfatto.
     
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  9. Kote
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    Neanche una parola uscì dalla bocca del giovane sensei mentre rimanendo fermo e con espressione impassibile osservava il piccolo ninja esercitarsi a dovere. Preso dalla foga sembrò quasi ustionarsi un braccio nel primo tentativo, ma capito che doveva fare le cose con calma e cervello piano piano iniziò a creare una fiamma sempre più contenuta e controllata. I minuti passavano, le ore anche, e finalmente verso fine mattinata quel prodigioso ragazzo raggiunse il traguardo tanto atteso: riuscire a mantenere una fiamma nel palmo della mano sotto la costante pioggia che cadeva sulla sua testa per circa 15 secondi. Un piccolo traguardo, niente di così entusiasmante, ma sicuramente un ottimo risultato visto il tempo trascorso. A suo tempo lo stesso Shinji ci aveva messo molto più lavoro e fatica per raggiungere quel traguardo.
    Incrociando il suo esausto sguardo e lasciandosi scappare per la prima volta da quando si erano incontrati un piccolo sorrisino di compiacimento si apprestò a lasciare il neo-genin a se stesso; scomparendo in una nuvola di fumo.

    Ok fai il post conclusivo e sei libero. Puoi richiedere l'aggiunta dell'elemento in scheda ed anche 30 punti exp visto l'impegno che ci hai messo e la qualità dei post. Io mi prendo 17 punti.
     
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  10. Kodoku.
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    Ancora scusa Kote, pensavo fosse il post finale come negli altri casi.
    Grazie dell'exp, dei complimenti e della role. E' sempre un piacere.


    E’ sdraiato. Gli occhi da chiusi ora vanno con l’aprirsi e lo spalancarsi al cielo.
    Prima di cadere, al momento dell’incrocio di sguardi, anche il Sensei aveva ricambiato con un sorriso altrettanto compiaciuto quanto quello del neo-genin…

    <anf…anf…>

    È ancora affaticato. Il dispendio di chakra e la concentrazione che aveva dovuto apportare nel palmo lo avevano sfinito più mentalmente che fisicamente.
    Aveva bisogno soltanto di rimanere lì. Da solo. Nel suo essere unico.
    La pioggia cade ad intervalli irregolari sul suo viso, l’acqua tocca il portatore di fuoco.

    <.Voglio solo… anf…>


    Fatica a parlare. L’emozione, la foga, la fatica. Troppi fattori scombussolanti l’individuo lo hanno assalito di botto, non ha retto il peso di ciò ed è crollato al suolo.
    Lo svegliano quelle gocce, permettono lui di non addormentarsi.
    Passano quindici minuti circa, il neo-genin si alza lentamente.

    <prima del diluvio sarà meglio che ritorni a casa…>


    Affermerebbe guardando per l’ultima volta quel grigio cielo che oggi si era visto tinto di un manto rosso e giallo, a sprazzi celeste e viola sottile, per la fiamma che ardeva in lui.
    Cappuccio nuovamente posto sopra al capo. Veste nera ad ornarlo e a renderlo più tetro che mai.
    Il passo è lento. La direzione è la spoglia anche se per ora si vedrebbe ancora a stento il grande portone all’ingresso di Konoha.
    Per il sentiero passante per la foresta quasi pare che non piova. La vegetazione è così fitta che impedisce a quelle piccole gocce di giungere oltre ed infrangersi al suolo che, nonostante ciò, risulterebbe ugualmente fangoso.

    <mmmm…>


    Si ferma un secondo, riflette.
    Non ha poi tutta questa gran voglia di ritornare in quella fredda casa circondata da mura, forse si troverebbe meglio lì. All’aperto, libero e spartano.
    Si sdraia dunque sopra un albero. Allunga il braccio destro innanzi a se, convoglia il chakra nella mano. Una piccola fiamma si intravede, sorride.
    Volta il capo verso destra poggiandolo sul tronco dell’albero. Il corpo è disteso su di un grande ramo.
    E’ ora di pranzo nel mondo degli shinobi, per Kodoku è soltanto l’ora di riposarsi.
    Anche il più grande spaccone ed arrogante messo a confronto con se stesso e con i suoi limiti, nella sua solitudine ha bisogno ogni tanto di fermarsi e placarsi al fine di non esplodere…
    Ora si dovrà solo attendere che questa piccola fiamma si propaghi ad incendio…
     
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