Nessun ricordo

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    "Noi non siamo in grado di conservare i nostri ricordi. Mai. In nessuna circostanza. E questo perchè ogni 24 ore il nostro cervello, inspiegabilmente si azzera. Non sappiamo perchè, in che momento accada o secondo quale condizioni questo procedimento si verifica. Fatto sta che al nostro risveglio mattutino una forte emicrania ci affligge, e poi il niente. Certo, nozioni primitive proprie della nostra natura, come la comunicazione e l'istinto di conservazione rimangono, e anche l'adattamento cerebrale all'epoca in cui viviamo. Ma niente di più. Persino le relazioni interpersonali crollano, impedendoci di ricordare il volto del nostro compagno o compagna, o dei nostri figli e genitori.
    Non ricordo quando, tuttavia abbiamo imparato ad accettarlo, ed anche ad affrontarlo. E nel modo più banale immaginabile. Attraverso un diario estremamente personale, e dal valore pressochè inestimabile per noi. E' la cosa più importante che possediamo, perchè perduta anche una sola pagina di esso, va via anche un pezzo della nostra vita. La cosa è più tragica di quel che si immagina, perchè se qualcuno trafuga e si impossessa di certi diari, automaticamente può dimostrare agli altri di essere chi in verità non è. Normalmente rappresenta un problema marginale, ma in caso di persone importanti, potenti o ricchissime, va da sè che questi frammenti di vita vengono protetti con le unghie e con i denti.
    Ma cosa sono questi "diari"? Al di là di ciò che si possa pensare, sono veri e propri documenti scritti o virtuali con una valenza legale indiscutibile, poichè ognuno di noi al termine della giornata feriale, ha la possibilità di recarsi da un notaio e far timbrare, oltre che appuntare, le informazioni giornaliere. Le inter-relazioni tra le nozioni dei diari, ne sanciscono la veridicità in sede di tribunale.
    Qualunque nozione non passata per un notaio, non ha alcuna valenza o veridicità, nè nel sociale nè in altro. In altre parole chi vive sotto i portici statali, non è nessuno. E "nessuno" è come li chiamiamo noi.
    Cos'hai appena letto? Il preambolo che ogni "diario" a valenza legale possiede a piè pagina. Il resto è la tua vita."

    Mi chiamo Liu, un trittico di lettere che da solo è sufficiente a suggerire quanto io sia equilibrata come persona. Ho una moglie fantastica, e ahimè ho perduto una figlia a undici anni. Un calcinoma, ho letto e pertanto scrivo. Non ricordo altro, mi spiace. Del suo piccolo diario non c'è alcuna traccia.
    Ogni mattina mi alzo al fianco di Roselle, donna dalla bellezza discutibile, ma dall'intraprendenza fuori dagli standard. Ciò che ha, quel che è, lo deve unicamente alla tenacia e al sudore della fronte con cui l'ha ottenuto. Vuoi un assioma? Io la amo, e di questo ne sono certo. Perchè è stata lei a tirarmi fuori dalla via da strada, dall'assenza di un diario, e me ne ha concesso uno. Il suo. Su di esso abbiamo cominciato a scrivere la nostra storia d'amore, che giorno dopo giorno leggevamo e scrivevamo, scrivevamo e leggevamo. Naturalmente in diario personale. Nessuna valenza legale. Solo un monito e una testimonianza dell'inizio della mia vita. A 32 anni circa. Purtroppo non so niente di me fino a quell'età. Ho preferito riportare solo la notizia "per 32 anni sono stato un nessuno, e come tale non ho notizie da riferire". Posso solo immaginare con quale sentimento abbia rifiutato di scrivere anche su un semplice straccio i giorni vissuti fino ad allora. Ma ripeto: posso solo immaginarlo. Nessun ricordo.
    Adesso le cose sono cambiate. Le parole che leggo sono le mie testimonianze di una nuova vita, una resurrezione. E stavolta so chi sono, e cosa devo difendere.
    Questa città è marcia e pulita al contempo. Un pò come tutte le città del mondo. Ciò che varia è l'atteggiamento di un poliziotto come me, che giorno dopo giorno deve fare i conti con i criminali insediati nella giustizia.
    "Giustizia". Ho fatto di questa parola la mia ragione di vita. Una missione più che una professione. Invero sono un nessuno nel distretto dove lavoro, per modo di dire. Pochi sembrano prendere con la mia serietà tutto questo.
    Quando ogni mattina mostro il mio "diario legale" per confermare che lavoro lì, sento il peso degli sguardi dei colleghi addosso. Ed è sempre la solita routine: sfogliano il loro diario personale, additandomi o guardandomi di sbieco, sorridendo e facendo battute sul mio eccesso di zelo. Si prendono gioco di me, ma io ho altro a cui pensare. Altri. Ma piuttosto che preoccuparsi di questi "altri" i miei colleghi prendono di mira i "nessuno" sotto i portici, che magari per sopravvivere hanno rubato uno o due fette di pane. O perchè no: una macchina o un televisore. Chissene frega. Chi si è permesso queste cose una volta, lo può fare una seconda.
    Per quanto mi riguarda ho ben chiara la situazione: devo concentrarmi su "Cancer", un ricercatissimo criminale che ruba i diari legali dei funzionari pubblici. Parliamo delle vita di decine di persone. Non si capisce per quale motivo lo faccia, dal momento che non ha mai sfruttato informazioni al loro interno. Fatto sta che nelle sue mani chissà quante informazioni segrete ci sono. I testimoni dicono che ha fissato ai pantaloni con una catenella un piccolo diario, tipico di quelli che la società vende per i bambini. Perchè lo chiamiamo "Cancer"? E' curioso. Spesso e volentieri tende a restituire di nascosto la refurtiva, o sana o con informazioni e pagine trafugate. Quando lo fa tinge di rosso il materiale, cartaceo o digitale con una scritta: "Cancer". Da qui il titolo del suo fascicolo.



    A quanto sembra ho fatto progressi.
    Il fascicolo è stato aperto appena due anni fa. Mi sorprende come i miei colleghi lascino correre, e vogliano già archiviare la questione. Dicono che non vale la pena sprecare del tempo con chi restituisce quanto rubato. Ma loro non possono capire quanto sia struggente vedere nel proprio diario una pagina strappata, cancellata o mancante. Io sì.
    Quante notti ho passato a scrivere nel mio diario personale, guardando quell'unica parte sottrattami chissà quando o da chi. Forse ho voluto rinunciare a una data particolare, un evento spiacevole. Non lo so. Non ricordo. Ma risolvere il caso "Cancer" è un modo per far parlare quella parte di giustizia che non è considerata in conto.
    Ho una pista. O magari no.
    A qualcuno che conosco è stata rubata una pagina: al signor "Who". Ha chiesto specificamente di me. Non so per quale motivo. Forse perchè essendo conoscenti, vuole essere sicuro di potersi fidare? O magari perchè crede che Cancer sia implicato nella faccenda. Difficile a dirsi.
    Ci sono andato. E quello che ho scoperto ha dell'incredibile.
     
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