Animo di ghiaccio

sblocco #1 Nagi

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    Era uno dei periodi meno freddi che il Paese dell'Acqua avesse mai trascorso, tutto merito della bella stagione che solo i Kiriani avrebbero, appunto, definito "bella". Questo perché essi erano abituati al clima ostile che persisteva sulla grande isola che si innalzava dal freddo Mar Corto del continente orientale; la nebbia regnava incontrastata come sovrana assoluta, così tanto che il nome che era stato dato al villaggio principale del luogo fu "Villaggio della Nebbia". Come gli abitanti di Suna erano abituati al caldo desertico, quelli di Kiri lo erano alla foschia. In quella stagione il freddo pungente era andato via via scemando, lasciando spazio ad una mite brezza mattutina e serale, che nel pomeriggio veniva meno. Le giornate cominciavano più presto del solito nonostante il sole fosse quasi costantemente oscurato dalla chiara bruma, fin dall'alba. Non faceva caldo e si respirava la brezza del mare nonostante il Villaggio della Nebbia si trovasse ad una manciata di chilometri dal mare, trovandosi sulla costa ovest dell'isola. Sarebbe stato davvero il clima idea se la nebbia non si fosse messa in mezzo, ma apparteneva a quel posto fin dall'antichità e mai l'avrebbe lasciata. Per fortuna al Villaggio era possibile godere appieno del cielo grigio e mite e del sole pallido, poiché la caligine tendeva a non addentrarsi troppo al centro di esso. Era mattino presto eppure la Segreteria del Mizukage era in fermento. Erano tempi di ripresa quelli, poiché i Paesi non si erano ancora del tutto ripresi da ciò che era accaduto ad Ame. La guerra rendeva schiavi della sconfitta persino i vincenti, e così anche i più forti erano costretti a tornare sui loro passi e ricominciare daccapo. Kiri era stata una delle potenze vincitrici e aveva trovato una nuova guida nel Decimo Mizukage, eppure non era ancora pronta per affrontare ciò che da lì a poco avrebbe coinvolto nuovamente le Grandi Terre Ninje e non solo.. Seduti sulle loro candide scrivanie, un gruppetto di tizi stava chino su una miriade di fogli, carte, mappe e documenti di vario genere, ognuno con un preciso compito da assolvere con estrema concentrazione. Del resto era da lì che filtravano tutte le missive, le lettere, le richieste e i documenti importanti che riguardavano non solo il Paese dell'Acqua ma anche le relazioni straniere, tutti documenti che sarebbero poi andati a finire dritti nell'ufficio di Viraru. Ognuno di quei tipi, scelti appositamente dal Kage in carica, si occupava di un preciso settore e cercava di sbrigare ciò di cui il Decimo non aveva il tempo di occuparsi, oppure di questioni minori; e ne arrivavano tante di quel genere, perlopiù riguardanti richieste semplici, interne al Villaggio, oppure che avevano come protagoniste le matricole dell'Accademia Ninja. Naturalmente i nuovi Genin erano importanti per il Paese, ma la Segreteria del Kage si occupava solamente di affidargli missioni (nel caso di Ninja promettenti o particolari), altrimenti l'attenzione veniva spostata su di essi solo per allenamenti speciali o nomine per la selezione Chunin. In quel caso, una selezione era fuori questione. Era tradizione che essa venisse organizzata assieme agli altri Paesi, non solo per rendere il tutto più interessante e utile per lo sviluppo degli Shinobi, ma anche per migliorare le relazioni estere tra paesi. Ma c'erano questioni più importanti da risolvere al momento. Invece, uno dei membri della segreteria si stava occupando di qualcosa di decisamente meno importante rispetto alla Selezione, ma che meritava comunque una certa attenzione. L'uomo stava infatti visionando una lista di nomi e controllando dei fascicoli in proposito: cercava di selezionare i Ninja più promettenti per assicurarsi che ricevessero un allenamento speciale che poteva differire in base al soggetto stesso, nella maggior parte dei casi. Era una lavoro semplice in realtà, si trattava semplicemente di valutare un soggetto e, se ritenuto idoneo, si scriveva il suo nome su un'altra lista che veniva poi consegnata ad uno scribacchino che non faceva altro che compilare una breve missiva che successivamente veniva spedita. Da quel momento in poi ad entrare in gioco non era più la segreteria, bensì lo Shinobi incaricato, infatti, egli non faceva altro che recarsi in un luogo dato ad un certo orario per fare da insegnante al Ninja che vi fosse presentato. Era praticamente una lezione privata, se la si voleva mettere in maniera molto generale. Così, la lista con i nomi fu consegnata verso le nove del mattino e le lettere partirono dal Palazzo del Mizukage per le dieci. Gli appuntamenti erano solitamente per il giorno seguente all'arrivo della missiva o per il pomeriggio stesso, molto più probabile in quella stagione. I postini giravano così il Villaggio in lungo e in largo, tutto per consegnare questi inviti che venivano recapitati direttamente a chi di dovere. Così, quando un ragazzino dai folti capelli neri di nome Shinku Yuki nè trovò uno nella sua cassetta delle lettere, non ebbe dubbi su chi fosse indirizzata, visto che il destinatario era a chiare lettere lui. La busta era chiara e non troppo spessa, la scrittura era minuziosa e le parole erano scritte con un delicato inchiostro nero. Aprendola, si poteva così estrarre un foglio di pergamena ripiegato, sul quale c'erano scritte le seguenti parole:
    CITAZIONE
    Shinku Yuki,
    La informiamo che Lei è stato convocato per svolgere un allenamento speciale, il quale si terrà questo pomeriggio, alle 17:00. Il luogo dell'incontro è il Campo di Allenamento numero 3. La preghiamo di non tardare né di assentarsi. Sperando che stia bene, Le auguriamo buona fortuna.

    Segreteria del Mizukage

    [...]


    Qualche ora più tardi il sole quasi accennava a brillare, non più opaco dietro le nuvole grige ma splendente e caloroso, ma era solo un accenno, poiché era assai improbabile che ciò capitasse davvero. La brezza leggera aveva preso a soffiare dolcemente mentre la nebbia pian piano si abbassava, creando banchi di foschia che aleggiavano attorno alle mura del Villaggio. Il luogo dove avvenivano gli incontri per i già citati allenamenti speciali, si trovava appena alla periferia, lontano dai borghi residenziali e commerciali, al sicuro da occhi indiscreti e riparato dalla tranquillità cittadina. Si trattava di una serie di campi che erano stati costruiti all'interno del Villaggio seppur appartenessero all'esterno: recinzioni ampie dove la natura cresceva selvaggia e incontaminata. Queste recinzioni formavano dei veri e propri campi dove era possibile allenarsi poiché riparati e attrezzati. Erano poco meno di una dozzina e tutti segnati da un numero. Il numero tre non era vuoto come gli altri, però, sebbene la nebbia aleggiasse su di essi, era possibile percepire una presenza al suo interno. Un uomo attendeva paziente e immobile l'arrivo di qualcuno. I battiti del suo cuore erano lenti e il suo respiro profondo, il corpo immobile ma rilassato, la mente libera da ogni preoccupazione. Stava dormendo. Purtroppo sembrava avere un problema con gli orari e il suo orologio gli aveva tirato uno scherzo, facendogli credere di essere in ritardo, seppur in realtà fosse in anticipo di un'ora. Una volta accortosi dell'errore, però, aveva deciso di non ingoiare amare e tornarsene a casa sconsolato, quindi si era accomodato per terra, sulla soffice erba oscurata dalla nebbia, indi aveva iniziato a meditare. Si era addormentato qualche minuto dopo, cadendo per terra con aria beata e scordandosi dell'appuntamento. Il poverino non poteva immaginarsi che, proprio nel momento in cui tirava su rumorosamente col naso, un ragazzino pallido e dagli occhi scuri aveva appena varcato il cancello del campo di addestramento numero tre. Sarebbe stata una bella sorpresa per entrambi.
     
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    Erano passati appena un paio di giorni dalla missione che mi aveva lasciato un così grande amaro in bocca, credo sia giusto classificarli tra quei giorni in cui la voglia di vivere non è sottoterra, ma dall'altra parte.
    Avevo riportato un taglio sulla guancia destra, all'apparenza era una ferita piuttosto brutta, ma mi avevano rassicurato che sarebbe guarita completamente in poco più di una settimana e non avrebbe lasciato nessuna cicatrice... grazie al cielo aggiungerei, essere ninja da così poco ed avere già una brutta cicatrice sulla faccia sarebbe stato umiliante. Comunque anche quel giorno appena sveglio dovetti procedere alle medicazioni: Mr Lee mi aveva gentilmente prestato il suo personalissimo kit di pronto soccorso, una valigetta completa di ogni accessorio, tra cui vari tipi di garze, cerotti, disinfettanti e anche un bisturi... chissà cosa doveva farci.
    Le mattine era difficile alzarsi, mi sentivo veramente senza forze e solo l'idea di mettermi quel cotone intriso di disinfettante sulla faccia mi faceva sprofondare nella disperazione. Lentamente, tremando di paura, avvicinavo e allontanavo il cotone dalla ferita "Dai, posso farcela, durerà solo due minuti massimo il dolore Shinku, solo due minuti!". Il dolore era davvero tremendo, mi sentivo come se tanti piccoli insetti mi mordessero e mi strappassero via la carne, la tipica sensazione che si prova quando quell'intruglio diabolico fa effetto. Per sentire meno il dolore ero solito mordermi il dito medio della mano sinistra, così forte da lasciarci l'impronta dei miei denti anche per più di un'ora.

    Anche per oggi il martirio era terminato e adesso potevo godermi una bella doccia, così da lavare via quell'odore nauseabondo di alcol dalla mia faccia e rilassarmi. Sotto il caldo getto d'acqua ripensai alla missione, a quel tizio mascherato, alla mia povera compagna... "Chissà come sta adesso, era ridotta molto peggio di me poverina. Andrò a farle visita uno di questi giorni, dovrebbe essere già tornata al suo villaggio."
    Appena mi decisi ad uscire dalla doccia sentii bussare alla porta. *toc toc* - Ah, sì sì, un attimo, arrivo subito! -
    Aprendo mi ritrovai davanti una vecchietta con i capelli quasi più neri dei miei, ovviamente tinti, raccolti tutti dietro la testa. Portava degli occhiali microscopici a dir tanto, tanto che uno dei dubbi che mi affliggevano di più da quando la vidi per la prima volta era se ci vedesse davvero qualcosa o se li portasse soltanto per fare scena.

    - Oh, salve signora proprietaria! A cosa devo il piacere di questa visita? -
    - Salve giovanotto, come va la tua ferita? Sono venuta a dirti che il postino ha messo qualcosa per te nella cassetta delle lettere e ha detto che è importante, conoscendoti so che te ne accorgeresti dopo una settimana come minimo, quindi ho pensato di avvisarti. -
    - Credo stia pian piano guarendo, ma davvero? Mmh, interessante, finisco di asciugarmi i capelli e vado subito a dare un'occhiata, grazie mille per essersi preoccupata per me signora! -
    - Cerca di tenerla pulita, le infezioni sono terribili quando ti prendono, buona giornata ragazzo mio! -
    - Sì, ci conti, buona giornata anche a lei! -

    Quella notizia mi aveva restituito un minimo di entusiasmo, tanto che fui rapidissimo nell'asciugarmi e nel vestirmi, la distanza che mi separava dalla cassetta delle lettere la coprii in meno di quattro secondi. Aprendola trovai una busta sigillata con il sigillo della segreteria del Mizukage, doveva essere importante a quanto pare.
    CITAZIONE
    Shinku Yuki,
    La informiamo che Lei è stato convocato per svolgere un allenamento speciale, il quale si terrà questo pomeriggio, alle 17:00. Il luogo dell'incontro è il Campo di Allenamento numero 3. La preghiamo di non tardare né di assentarsi. Sperando che stia bene, Le auguriamo buona fortuna.

    Segreteria del Mizukage

    "Un allenamento speciale? E per quale motivo sarei stato scelto? Pff, sarà qualche sorta di allenamento riformatorio che assegnano ai ninja incompetenti che non sanno portare a termine le missioni... che scocciatura, altra umiliazione in arrivo... Beh, l'assenza non è contemplata a quanto pare, dovrò andarci per forza, evviva..."
    Pensieri negativi mi invasero la testa, cercai in tutti i modi di tenerli lontani, ad esempio pensando a come avrei passato la giornata, erano appena le 11 di mattina e l'appuntamento era alle 17. Sarei potuto andare da Mr Lee a sfogare la mia frustrazione su qualche piatto pieno di prelibatezze, oppure avrei potuto passare il tempo dormendo... sì, questa opzione era decisamente la migliore, non avevo voglia di avere contatti umani.
    Lentamente tornai verso il magazzino arredato a casa e sprofondai nel letto, ricordandomi incredibilmente di impostare la sveglia per le 16.

    [...]


    Le ore che passai a dormire furono sì o no un paio scarso, il resto le passai guardando il soffitto con sguardo perso, fui interrotto solo dal suono della sveglia che mi avvertiva dell'orario.
    La giornata non era male per fare una lunga passeggiata, come si prospettava infatti il cammino verso i campi di addestramento, lontanissimi dal luogo della mia residenza. Era uno di quei giorni da segnare sul calendario,quelli in cui la nebbia lasciava intravedere il sole che, per pochi attimi, riusciva a far posare i suoi raggi sulla pallida pelle degli abitanti di Kiri.
    I campi di addestramento erano uno dei posti peggiori del villaggio, un ammasso di terra sporca recintata e piena di alberi giganteschi e lugubri, per non parlare poi dell'erba che non era per nulla curata, anzi era lasciata di proposito crescere spontaneamente. La zona era isolata dal resto del villaggio, questo impediva ai curiosoni di cacciarsi nei guai e di non essere vittima dei numerosi jutsu che non amavano restare sotto il controllo del proprietario. Mr Lee amava raccontarci di un famoso drago acquatico che colpì il suo stesso lanciatore al posto dell'avversario.
    Una volta arrivato in quella zona dovetti camminare ancora un bel po' per superare i primi due campi ed arrivare al terzo, il luogo dell'appuntamento. Ad occhio e croce dovevo essere circa dieci minuti in ritardo rispetto all'orario previsto, ma che si aspettavano del resto da un ninja incapace come me?
    Il cancello era arrugginito oltre ogni limite pensabile, quel ferro aveva sopportato fin troppa umidità negli anni e aprendolo produceva un rumore inquietante, se avessi mai girato un film horror avrei avuto una bella location.
    Un leggero strato di nebbia aleggiava su tutti i campi, compreso il 3, ma riuscii a riconoscere la figura di un uomo che giaceva a terra, forse addormentato. La conferma la ebbi avvicinandomi e sentendo il suo russare, dal coprifronte e dal giubbotto che indossava doveva essere uno shinobi di alto livello. "Meno male che questo villaggio era chiamato "La nebbia insanguinata" una volta, il quarto mizukage impallidirebbe vedendo la situazione attuale" pensai ridacchiando.
    *coff coff* Il tizio non accennava a svegliarsi. *COFF COFF* Ancora nulla. Stavo un pochino cominciando a perdere la pazienza mentre mi guardavo attorno "Un secchio d'acqua, voglio un secchio d'acqua!".
     
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    L'uomo stava sognando beatamente mentre una sottile brezza gli carezzava il volto profondamente addormentato. Il suo corpo si era rilassato così come la sua mente, per questo si era ritrovato dal fare un sonnellino nell'affrontare uno dei sogni più strani e curiosi della sua vita. Sognava se stesso ma non nella sua reale forma: i suoi arti e il collo erano ricoperti di una morbida pelliccia nera mentre lunghe orecchie nere si allungavano direttamente dalle sue, aveva persino una piccola codina cespugliosa alla fine dell'osso sacro. Insomma, era un uomo-coniglio, una creatura davvero bizzarra. Ma il sogno in cui era capitato, nello stato attuale, lo rendeva molto felice perché sognava un'immensa distesa di carote. C'erano chilometri e chilometri di carote arancioni dal ciuffetto verde che spuntavano dal terreno mentre un cielo limpidissimo splendeva sopra di lui. E lui, chiedendosi "perché no?" cominciò a correre e saltare beato, prima sulle gambe, poi a quattro zampe, ridendo contento come un carlino che corre in un campo di tulipani. Era davvero un bel sogno ma qualcosa di esterno lo turbava. Dei rumori molesti e sospetti e una sensazione come di pericolo in vista. Del resto quell'uomo era uno Shinobi abituato al pericolo, per questo aveva sviluppato una specie di sesto senso per certe faccende. Intontito come non mai, aprì gli occhi e si mise a sedere con uno sforzo sovrumano, grattandosi la testa e guardandosi intorno, con lo sguardo perso. Vide un ragazzino fermò accanto a lui e impallidito di brutto alla sua vista. Aveva recuperato un secco con poca acqua rimasta dentro, doveva averlo intravisto poggiato vicino ad un manichino di legno, poco distante da lì. I due si fissarono per un po', poi il Jonin cominciò a guardare prima il ragazzino pallido dai capelli scuri, poi il secchio, poi di nuovo il ragazzino. Poi ci arrivò.

    - Eh? Ma che fai con quel secchio? -

    Quasi. Il sonno improvviso doveva averlo scombussolato parecchio. Scuotendo la testa, si alzò in piedi barcollando, scompigliandosi i capelli folti e neri come l'inchiostro. I suoi occhi verdi balenarono in tutte le direzioni come per cercare una risposta. Improvvisamente si batté una mano sulla fronte e osservò il ragazzino con fare sospetto.

    - Oh, aspetta... Non volevi mica svegliarmi gettandomi dell'acqua gelida in faccia?! -

    Non era certo uno degli Shinobi più brillanti in circolazione ma almeno era simpatico. Per tutta risposta, l'altro posò il secchio senza dire una parola e l'uomo dagli occhi chiari ridacchiò, riprendendosi definitivamente dal sonno. Era uno a cui piacevano gli scherzi e non se l'era presa per davvero, anche se tra il subire gli scherzi e farli, preferiva di gran lunga la seconda opzione. Fissò il ragazzino per qualche istante, poi gli sorrise, grattandosi la testa.

    - Tu devi essere Shinku Yuki! Piacere, mi chiamo Mizuo. Ti sarei grato se non ti scappasse il fatto che stavo... bé, dormendo! Purtroppo ho fatto casino con l'ora e avevo dormito poco stanotte, quindi... Ad ogni modo, sono io che devo allenarti oggi! Quindi chiamami pure maestro, arharharh! -

    La sua risata si tramutò in un attacco di tosse secca quando qualcosa gli entrò in bocca. L'uomo si portò le mani alla gola, tossendo come un pazzo e si rialzò solo qualche minuto dopo, con gli occhi rossi e gonfi come se ci fosse finito dentro lo shampoo. Se li asciugò e con voce roca tentò di scusarsi ma Shinku non riuscì a capire nulla perché l'altro farfugliava. Per aiutarlo, pensò di dargli qualche pacca sulla schiena e finalmente il giovane Jonin si riprese. "Giovane" era un parolone, poi. Quel tipo avrà avuto una trentina d'anni ma sembrava più goffo e sfortunato di un qualsiasi Genin fresco fresco d'accademia. Era rinomato per essere un po' sfortunato, in effetti, i suoi colleghi amavano come pazzi riunirsi e raccontarsi tutte le figuracce che faceva, ridendo ogni volta a crepapelle. Una volta avevano riso per trenta minuti di seguito quando uno di loro aveva imitato il povero Shinobi che non riusciva a tirare fuori uno shuriken dal taschino, l'avevano trovato molto esilarante. Il povero Mizuo, per "fortuna", era abituato fin da ragazzo a venire preso in giro a quel modo, così non ci faceva più caso. In realtà faceva finta ma non poteva mettersi a piangere ora che era grande e grosso, visto che i suoi "amici" ridevano ancora di quando si mise a piangere a diciannove anni, e tutto per la vergogna di averli sentiti ridere di lui. Quel giorno le cose erano andate anche peggio perché il poverino, non riuscendo fisicamente a reggere il dolore, si era lasciato cadere su una sedia, mancandola clamorosamente. Quando riuscì a sedervisi sopra questa si ruppe e lui cadde di nuovo per terra, disperato come non mai, mentre gli altri quasi soffocavano per le risate. Da quel giorno, Mizuo aveva imparato due cose importanti. La prima era che, anche se avessero continuato a ridere di lui, non avrebbe mai rinunciato al suo sogno di diventare uno Shinobi degno di rispetto. La seconda era controllare sempre che le sedie funzionassero prima di sedervisi. Il Mizuo attuale sorrise di nuovo, come per far vedere che non era successo nulla di che. Riprese a parlare con nonchalance, giusto un po' imbarazzato.

    - Dunque, ora ti spiego cosa faremo ora, cioè adesso. È brutto ripetere "ora" dopo "ora", no? Forse avrei dovuto toglierlo alla fine, in effetti... Ma comunque: ora ti spiego! Vedi, sei qui perché devi affrontare un allenamento speciale che serve unicamente per scoprire se possiedi affinità elementali! Naturalmente sai che gli elementi naturali sono cinque: acqua, fuoco, terra, aria e fulmine. Ecco, quello che forse non sai è che chiunque sia in grado di usare il chakra, può possedere delle "inclinazioni" ad uno o più di questi elementi. Questo dipende unicamente da quanto il chakra si affina e si accresce, tanto che ci sono alcuni Ninja in grado di usare tutti e cinque gli elementi! E poi ci sono le eccezioni, ovvero coloro che riescono a fondere questi elementi grazie alla loro abilità Innata. Tu... sai che cos'è, vero? Dovrebbero avervi insegnato la solfa in accademia, ma forse dovrei... Nha, non sonomica qui per questo, infondo... -

    Sembrò pensarci sopra per un po', poi un improvviso dolore gli trapassò la fronte. L'uomo disse che era un colpo di vento ma sapeva bene che era la manata che si era dato prima. Continuò la sua spiegazione, ma prima estrasse dal taschino un foglietto bianco, abbastanza grande da ricoprire il palmo di una mano. Lo porse a Shinku con un sorriso ma si accorse troppo tardi di aver sbagliato foglio. Gli strappò dalle mani il biglietto da visita del Nght Club in cui era stato l'altra sera (per scopi puramente professionali) e gli porse il fogliettino giusto, bianco da entrambe le parti. Rosso come un peperone, Mizuo tossì per rilassarsi e riprese a spiegare, sperando che il ragazzino non spifferasse neanche questo.

    - Questa è carta speciale, ricavata dalla cellulosa di alcuni alberi che sono molto sensibili al chakra. Diciamo che per scoprire la tua inclinazione elementale, non devi fare altro che immettervi il chakra. Accadrà qualcosa di ben preciso perché questi foglietti hanno reazioni diverse a secondo di quale tipo di chakra vengono a contatto. Se, per esempio, vengono a contatto con del chakra Fuuton, si tagliano in due. Per il raiton, il foglietto si accartoccia. Per l'acqua si bagna, ovviamente, come si brucia per il fuoco. E per la terra si sgretola. Ora ti faccio vedere... -

    Estrasse un altro foglietto bianco, e se lo posizionò tra due dita, mostrandolo fiero al ragazzino. Erano quelle le uniche sue occasioni di sembrare figo. Purtroppo una folata di vento si portò via il foglietto bianco di Mizuo che tentò di rincorrerlo inutilmente. Tornò indietro col fiatone, ne estrasse un altro ed esso si tagliò a metà in un sol colpo. Ancora ansimando, l'uomo sorrise, quasi con le lacrime agli occhi.

    - Anf, ora... Anf, prova tu... Anf... -

    D2: 1 - Acqua
     
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    I ninja non avevamo fama di essere tipi troppo ordinati ed il campo di addestramento era una vera e propria discarica a cielo aperto: erbacce e rottami ovunque, una bicicletta mezza rotta era buttata vicino all'ingresso e tutto ciò che poteva arrugginirsi lo aveva già fatto da chissà quanto tempo. Una particolare zona era riservata alla pratica delle armi ed era provvista di una serie di bersagli per allenarsi con le armi da lancio e da alcuni manichini per le armi contundenti, tipicamente dotati di un secchio in testa per simulare un elmo. Uno di loro era decapitato e l'elmo giaceva in posizione concava vicino ad esso, riempito quasi fino a metà di acqua freddissima.
    "Ooh, che fortuna! Vediamo se riesci ancora a dormire dopo questo!" un sorrisetto malvagio apparì sul mio volto mentre, raccolto il secchio, mi avvicinavo con passo felpato verso l'ignaro ninja dormiglione. Però si sa, qualsiasi piano, per quanto geniale, ha sempre un margine di fallimento dettato dal fattore sfortuna, perché proprio in quel momento lo shinobi si svegliò. In meno di un secondo passai dall'essere sbruffone e sicuro di me in modalità "Che diamine faccio adesso?" e l'unica cosa che mi venne in mente di fare, mentre mi guardava con occhi ancora semichiusi, fu di cercare si nascondere il secchio dietro la schiena, impallidendo.
    - Eh? Ma che fai con quel secchio? -
    "Cavolo, se ne è accorto..." -Emh, in verità io... ecco...-
    - Oh, aspetta... Non volevi mica svegliarmi gettandomi dell'acqua gelida in faccia?! - Ad un certo punto della frase si batté la mano contro la fronte, tipica reazione delle persone quando vedono qualcosa che non si aspettano e che è tremendamente stupido, ma a giudicare dal segno rosso che si era lasciato, beh, forse aveva leggermente esagerato.
    Dall'aspetto non sembrava un tipo di quelli che se la prendono per ogni sciocchezza anzi sembrava piuttosto goffo e non aveva quasi per nulla l'aria di un ninja brillante, però non aveva nemmeno l'aria dello stupido. La mia ansia svanì quando mi rivolse un sorriso, segno che andava tutto bene, al quale risposi andando a posare il secchio lì vicino, pensando a qualche sorta di metodo per scusarmi ma il ninja preferì non infierire sull'accaduto e passò alle presentazioni.

    - Tu devi essere Shinku Yuki! Piacere, mi chiamo Mizuo. Ti sarei grato se non ti scappasse il fatto che stavo... bé, dormendo! Purtroppo ho fatto casino con l'ora e avevo dormito poco stanotte, quindi... Ad ogni modo, sono io che devo allenarti oggi! Quindi chiamami pure maestro, arharharh! -
    Stavo per rispondere quando all'ultimo momento, per ridere, l'uomo cominciò a tossire come un pazzo, non è chiaro se gli entrò qualcosa in bocca o se fosse stata la sua stessa saliva ad andargli di traverso, fatto sta che, dai versi che emetteva, sembrava in procinto di morire da un momento all'altro e la mia reazione fu di aiutarlo con qualche pacca sulla schiena.
    - Emh, maestro tutto bene? Non mi muoia adesso! - la tosse gli era quasi del tutto passata, restavano solo gli occhi colmi di lacrime a causa della sensazione del soffocamento - Sì... vedo che lei mi conosce già quindi credo sia inutile presentarmi, per la questione della dormita non dirò nulla a condizione che lei non dica nulla della mia intenzione di annaffiare un ninja di grado superiore, sa com'è...ahahah -
    Lo shinobi mi ringraziò per quel piccolo aiuto e cercò in tutti i modi possibili di assumere un'aria quanto più possibile professionale anche se, dopo le scene di poco fa, sarebbe stato quasi impossibile. Finalmente ebbi chiaro lo scopo di quella convocazione così affrettata: l'allenamento per scoprire le affinità elementali dei giovani ninja. Mizuo andò avanti nella sua pseudo-lezione elencandomi tutti i tipi di chakra elementali di base e tutte le altre nozioni basilari che già conoscevo piuttosto bene "Sapevo che quelle ore trascorse in biblioteca avrebbero dato i loro frutti un giorno".

    Ad un certo punto estrasse dei foglietti bianchi dal taschino e me ne porse unoche aveva un colore stranamente diverso dagli altri. Incuriosito lo fissai per un attimo: aveva un colore violaceo ed era di una consistenza che sembrava diversa dagli altri foglietti che si piegavano solo spostandoli all'aria: sembrava cartoncino. Sul colore erano stampate delle scritte: "Grazie per aver frequentato il nostro Night Club, torni a trovarci presto!". Mi venne un accenno di risata "Beh, devo dire che è una trovata pubblicitaria azzardata ma che funziona, forse il target di età è sbagliato ma pazienza...". Non feci in tempo a guardare le immagini appena sotto che mi venne strappato dalle mani dal povero Mizuo diventato rossissimo sul volto, quel gesto mi fece capire subito non si trattava di una trovata pubblicitaria ma del solito errore dello sbadato ninja. Con un colpetto di tosse (volontario stavolta) si ricompose porgendomi un altro foglietto e rimettendo a posto gli altri tranne uno che sarebbe servito come esempio della procedura. Cercando di riassumere l'aria professionale che ormai era più distante del sole, mi spiegò come procedere. Stava fieramente acquisendo un aria da figo mentre si accingeva a mostrarmi quale fosse l'elemento del suo chakra, se non fosse che una folata di vento gli portò via il foglio insieme a tutti i poveri e miseri frammenti di orgoglio che gli erano rimasti; io stavo letteralmente morendo per trattenere le risate alla vista di quella scena dato che il poveretto non riuscì nemmeno a recuperarlo e fu costretto ad usarne un altro. Mentre lo teneva fra le dita si tagliò di netto, come colpito da una lama molto affilata, ad indicare l'affinità con il vento.
    - Anf, ora... Anf, prova tu... Anf... -

    -Va bene... - mentre Mizuo continuava ad ansimare per qualche misero metro di corsa cominciai ad osservare il foglietto tra le mie mani: aveva una consistenza simile a quella delle banconote ed emanava un odore piuttosto particolare.
    -Quindi devo far fluire il mio chakra in questa carta... Ci proverò!-
    Ci misi un pochino per acquisire la concentrazione necessaria e mi aiutai chiudendo anche gli occhi: per me non era ancora facile controllare il mio chakra e farlo fluire in qualcosa. Ad un certo punto il foglietto tra le mie dita cominciò a diventare sempre più freddo e pesante, riaprii gli occhi di scatto quando sentii dell'acqua venire a contatto con la mia pelle: il foglietto che fino ad un momento fa era perfettamente asciutto era ora completamente bagnato e l'acqua cadeva copiosamente sul terreno.
    Rimasi fermo a fissare la carta senza dire nulla "Il chakra dell'acqua... Non è che sia una sorpresa, quasi tutti i ninja di questo villaggio lo possiedono, secondo il libro della biblioteca è un'eredità dei genitori, probabilmente dovrei ringraziare mia madre..."
    Alzai lo sguardo verso lo sbadato maestro - Peccato, mi aspettavo qualcosa di particolare, questo chakra è così comune in questo posto... Un chakra del fulmine sarebbe stato più interessante, non trova? -

    Edited by ~Nagi - 17/10/2015, 14:52
     
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    Alla fine non stava andando del tutto male, almeno Mizuo era riuscito a spiegare cosa fare al giovane Genin senza ferirsi troppo. E questo era tutto dire: una volta, non si sa come, era riuscito a dare fuoco non solo al fogliettino ma anche a se stesso; poi, rotolandosi, aveva praticamente incendiato il prato e, dieci minuti dopo, dovettero intervenire i soccorsi per spegnere le fiamme. Era una conclusione abbastanza normale se c'era di mezzo il Ninja della Sfortuna, come lo chiamavano i suoi amici. Lo tartassavano di scherzi da anni e anni, come quella volta in cui gli diedero l'indirizzo sbagliato per raggiungere il campo estivo e il povero Mizuo si ritrovò in un'isola di cannibali. C'era da dire che se il ragazzo non fosse stato così sfortunato di suo, gli amici non ci avrebbero mai preso così tanto gusto a sfotterlo. Purtroppo il ragazzo era una calamita per i guai, non ne faceva mai una giusta. Una volta, ad esempio, stava camminando su un ponte davvero alto, sotto il quale scorreva un fiumiciattolo. Da quell'altezza, scorse una scatola di cartone con dentro un gattino abbandonato. Il giovane e buono Mizuo non aveva perso tempo: si era tuffato nell'acqua gelata, trascinando la scatola fino a riva, tutto per scoprire che si trattava di un peluche. E che dire di quella volta in cui sbagliò bagno e finì in quelle delle femmine? Ci rimase due ore e dodici minuti, finché il via vai di ragazza non sparì del tutto. E ritardò al suo esame, quella fu la sua prima bocciatura. Non lo faceva neanche apposta, poverino, andava a braccetto con la sfiga punto e basta. Stava ancora ansimando, cercando di calmarsi e non strozzarsi al contempo. Shinku, il suo giovane allievo, aveva preso dalle sue mani il foglietto bianco (non il Night Club questa volta) e lo osservava incuriosito. Mizuo osservava il ragazzino, invece, in realtà si era imbambolato e stava anche sbavando. Non era una bella visione. Si riprese in tempo, per fortuna, asciugandosi la bava con la manica del giubbotto. Proprio mentre Shinku alzava lo sguardo.

    - Quindi devo far fluire il mio chakra in questa carta... Ci proverò! -

    - Questo è lo spirito giusto! Coraggio! -

    Lo spronò Mizuo, arretrando di un passo per godersi meglio il risultato. Il problema fu che pestò qualcosa che somigliava ad un ramo ma non era un ramo. Era la coda di un serpentello che subito si rizzò all'insù per il fastidio, individuando il disturbatore. Non era molto grande o pericoloso, ma Mizuo aveva, purtroppo per lui, la fobia per i serpenti. Shinku trovò difficile concentrarsi dal momento che i due si stavano rincorrendo. Il sensei urlava disperato con le lacrime agli occhi mentre il serpentello color pistacchio lo inseguiva strisciando qua e là, infuriato come non mai. Alla fine il giovane uomo tentò di sfuggirgli salendo su un albero ma, anche in quel modo, l'animale lo seguì. Nel mentre, il povero Shinku non riusciva davvero a concentrarsi. Guardando la sua espressione, il sensei capì di dover darci un taglio, non era un buon esempio se piangeva in quel modo!

    - T-tutto apposto! Non preoccuparti, Shinju!! S-sto solo fuggendo da questa... questa creatura!! -

    L'ansia gli aveva persino fatto scordare il nome del suo allievo. Era davvero un pessimo momento. Il serpentello si stufò dopo qualche minuto di mettere paura ad un essere cinque o sei volte più grosso di lui; per cui ritirò la lingua biforcuta nelle fauci e se ne ritornò nel cespuglio dal quale era venuto. Il povero sensei tirò un sospiro di sollievo e, per la contentezza, cadde dall'albero, battendo la testa e procurandosi così un bernoccolo notevole, quasi come portasse un cappellino. Barcollando si riavvicinò a Shinku con un finto sorriso da "va tutto bene", ma aveva le lacrime agli occhi. Si massaggiò la testa, mugolando per il dolore, sentendosi inutile, sentendosi abile quanto una serranda. Il vento soffiò improvvisamente, scompigliando i capelli dei due presenti. L'aria si stava facendo sempre più gelida, invero la nebbia si diradava ogni secondo di più. Nonostante la brutta figura, Shinku doveva aver capito come svolgere l'esercizio e questo, per Mizuo, era la cosa più importante. Il Genin iniziò finalmente a concentrarsi, ora che non c'era nulla a disturbarlo. Ci mise un po', chiuse anche gli occhi ad un certo punto, il tutto sotto gli occhi del sensei che sperava davvero nella riuscita dall'allenamento. Sarebbe stato il primo a riuscirci senza incombere in fratture multiple o paralisi complete. Bastò qualche minuto e finalmente qualcosa accadde. Il foglietto nella mano di Shinku, da semplice foglietto bianco di carta, iniziò ad appesantirsi. Ciò che Mizuo vide fu il pezzo di carta impregnarsi improvvisamente d'acqua, divenire più scuro e piegarsi sotto il peso del liquido. Prese a gocciolare e a quel punto anche Shinku aprì gli occhi. Mizuo batté le mani contento e si asciugò in fretta gli occhi per non farsi vedere commosso. Il ragazzo osservò curiosamente il foglietto e sembrò riflettere su qualcosa, poi alzò lo sguardo, guardando il suo maestro.

    - Peccato, mi aspettavo qualcosa di particolare, questo chakra è così comune in questo posto... Un chakra del fulmine sarebbe stato più interessante, non trova? -

    Mizuo ridacchiò, grattandosi la testa e urlando per il dolore, perché si era dimenticato del bernoccolo.

    - Eh, in effetti l'acqua è l'elemento più comune qui a Kiri, non c'è ombra di dubbio! Ma è davvero versatile e potente al contempo! Certo, fa molto più figo il raiton ora che mi ci fai pensare... -

    Quasi tutti i suoi amici, infatti, possedevano il chakra raiton o il katon, ridicolizzandolo con attacchi dalle luci particolari e effetti sfolgoranti. Lo arrostivano continuamente o gli facevano rizzare i capelli in testa un giorno si e l'altro pure. Rabbrividì e scosse le spalle.

    - Ad ogni modo, per me l'importante non è l'elemento ma come si usa! Cioè, non è l'arma ma è il braccio... No aspetta, com'era? -

    Ci pensò un po' e si arrese quando capì di non riuscire a ricordarsela. Continuò il discorso in modo leggermente contorto, cercando di essere il più convincente possibile e risultando l'esatto contrario.

    - Il suiton è di base un elemento curativo e rinvigorente, ma al contempo è anche potente! Perché l'acqua che va veloce.. Ehm, come faccio a dirlo? Ecco... Ah! l'acqua ad alta pressione!! L'acqua scagliata ad alta pressione fa molto male! Ecco che volevo dire! Ahahahaha! -

    Ingoiò un moscerino mentre rideva e cadde all'indietro, contorcendosi con le mani alla gola e la faccia verde. Sembrava un lombrico che si dimenava nel fango. Solo che i lombrichi erano silenziosi, non urlavano qualcosa come "STO MORENDO AIUTATEMI AHFAFBAIWBFYA!!!". Si rialzò poco dopo, cercando di non vomitare con tutte le sue forze. Aveva la faccia verdastra e gli occhi rossi e piangenti. Ansimava, poggiandosi sulle ginocchia flesse.

    - Anf... Dicevo... Anf... Per finire questo allenamento, ti affido un compito: dovrai imparare a sfruttare seduta stante l'utilizzo base del chakra suiton! Non devi fare altro che idratare una parte del corpo ferita lievemente, in questo modo potrai guarirla seduta stante! Bada bene, però: funziona solo con ferite lievi! E ora ci serve una ferita! -

    Esclamò improvvisamente tutto contento. Tirò fuori dalla tasca un kunai e aprì il palmo della mano sinistra, mostrandolo a Shinku con aria di chi la sa lunga. Aveva intenzione di ferirsi volontariamente per dimostrare che si fidava delle capacità del suo allievo e, sopratutto, voleva mostrargli che non era un codardo come poteva sembrare. Posò la punta del kunai sul palmo, in modo da potersi tagliare solo lievemente. Alzò l'arma per prendere bene la mira ma improvvisamente il vento sbuffò forte. Sbuffò per le strade, per le coste, per i prati, addentrandosi tra i fiori. Ne raccolse il polline, trasportandolo in aria. Fu allora che arrivò al naso di Mizuo che, sfortunatamente, era allergico al polline.

    - Eh... ETCIÙ!! -

    Il kunai affondò nella mano e uno schizzo di sangue finì negli occhi del sensei. Per un attimo rimase imbambolato, poi capì il guaio che aveva combinato.

    - LA MIA MANO!! -

    Ululò dal dolore, cominciando una corsa folle per tutto il campo d'allenamento, urtando alberi e cadendo nelle buche. Corse a perdifiato per minuti interi, finché si fermò per la fatica, bianco come un cencio per il sangue perso e con un sorriso debole e tragico in faccia. Tremava ma sembrava non sentire più nulla. Ridacchiava senza anima, come un fantasma. Quella doveva essere una delle sue giornate peggiori. C'era un solo modo per farla finire. Ridacchiando debolmente, afferrò il kunai con la mano insanguinata, tagliando il palmo di quella buona. Subito esso si tinse di rosse e Mizuo lo porse a Shinku, sempre più confuso da quelle scene prive di senso.

    - Ecco, fai pure. Non ho più nulla da perdere ormai -

    Non aspettava altro che il suo allievo finisse l'allenamento per abbandonarsi a terra, sperando in qualche divino miracolo per salvarlo da se stesso.

    Ruola che riesci nell'esercizio e torni a casa, poi abbiamo finito!
     
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    Il maestro sembrava molto compiaciuto del mio risultato, il suo volto era un misto tra serenità e preoccupazione, ma fu nel momento appena successivo alle mie ultime parole che notai quella strana protuberanza sulla sua fronte: un bernoccolo? Ero sicurissimo che prima non ci fosse, possibile se lo fosse procurato in quel breve lasso di tempo in cui stavo tenendo gli occhi chiusi? Un mistero che non avrei mai svelato dato il troppo imbarazzo nel chiedere.
    Il foglietto di carta che giaceva tra le mie mani grondante di acqua mi aveva assai deluso, sebbene il risultato fosse alquanto ovvio, ed il mio sensei provvisorio tentò di rincuorarmi:
    - Eh, in effetti l'acqua è l'elemento più comune qui a Kiri, non c'è ombra di dubbio! Ma è davvero versatile e potente al contempo! Certo, fa molto più figo il raiton ora che mi ci fai pensare... -

    Si portò una mano al mento al termine della frase, forse stava pensando a qualche suo amico che possedeva quel chakra, d'altronde io stesso ero il primo ad essere d'accordo con le sue parole poichè il suiton non faceva "figo" per nulla. Nel mio cuore avrei desiderato con tutta l'anima di poter circondarmi di scariche elettriche, seminare panico e distruzione fra i miei nemici con una palla di fuoco esplosiva, anche smuovere la terra con un bel terremoto non sarebbe stato male... La scena si era ormai ridotta a due idioti che rimuginavano su cose che avrebbero voluto ma, per la categoria d'esistenza detta "sfortuna", non avrebbero mai e poi mai ottenuto.
    Mizuo interruppe quel silenzio quasi tombale che si era creato cercando di assumere la sua solita aria da professore fallito:
    - Ad ogni modo, per me l'importante non è l'elemento ma come si usa! Cioè, non è l'arma ma è il braccio... No aspetta, com'era? -
    -Credo sia qualcosa del tipo... Non è l'abito che fa il monaco o la cresta che fa il pollo... Non lo so...-

    Ci mettemmo entrambi di nuovo a rimurginare: di certo eravamo una bella coppia di imbranati. Mizuo continuò il discorso:
    -Il suiton è di base un elemento curativo e rinvigorente, ma al contempo è anche potente! Perché l'acqua che va veloce.. Ehm, come faccio a dirlo? Ecco... Ah! l'acqua ad alta pressione!! L'acqua scagliata ad alta pressione fa molto male! Ecco che volevo dire! Ahahahaha! -
    -Acqua ad alta pressione? Deve servire una quantità incredibile di chakra per scagliarla così velocemente come ho visto in alcuni jutsu acquatici, ma... sensei cosa sta facendo?-
    Il maestro si stava contorcendo su se stesso senza apparente motivo tossendo come un matto, la sua faccia era diventata di un colore tra rosa e verde e gli occhi rossissimi a causa delle lacrime. Prima che potessi aiutarlo si riuscì ad alzare tentando con tutte le sue forze di finire il discorsone.

    - Anf... Dicevo... Anf... Per finire questo allenamento, ti affido un compito: dovrai imparare a sfruttare seduta stante l'utilizzo base del chakra suiton! Non devi fare altro che idratare una parte del corpo ferita lievemente, in questo modo potrai guarirla seduta stante! Bada bene, però: funziona solo con ferite lievi! E ora ci serve una ferita! -

    Riprendendo sicurezza in se stesso portò la mano alla tasca tirando fuori un kunai e se lo avvicinò pericolosamente alla mano.
    -Emh... maestro non so se sia il caso, non so nemmeno come funzioni effettivamente questa "Idratazione", potrebbe farsi molto male!-

    La mia frase per qualche ragione non sembrò arrivare al suo orecchio, la sua espressione era diventata stranissima e non riuscii a capire cosa avesse fino a quando non tirò uno starnuto incredibile... talmente incredibile che il contraccolpo fece affondare quasi interamente il kunai all'interno della sua mano e ci mancò poco per trapassarla da parte a parte; uno schizzo di sangue seguì l'urlo del povero sensei che cominciò a correre disperatamente in giro per il campo fino a che, bianco come un cadavere a causa della perdita di sangue e dal grande dolore provato, non si fermò davanti a me. Tremolante, con un sorriso paragonabile a quello di un fantasma, Mizuo non si diede per vinto e con la mano insanguinata afferrò ancora una volta il kunai e si tagliò leggermente la mano buona porgendomela - Ecco, fai pure. Non ho più nulla da perdere ormai -

    La vista di tutto quel sangue mi aveva lasciato assai turbato anche se doveva essere qualcosa di normale per un ninja ma, a quanto pare, non ne ero ancora completamente abituato tanto che una leggera sensazione di nausea mi assalì lo stomaco anche se fortunatamente non feci fatica a trattenermi dal vomitare. Con il fare più delicato che mi consentivano le mie potenzialità presi la mano del sensei e cominciai a fissarla cercando di concentrarmi su di essa, sebbene l'altra mano più insanguinata attirasse molto di più la mia attenzione.
    "Dunque... Diavolo poteva darmi qualche spiegazione in più, non so cosa fare adesso! Mmh, forse devo fare qualcosa di simile a prima... Usare il chakra elementale per idratare ferite sembra una cosa complicata ma tentar non nuoce, devo farlo per il povero sensei, starà soffrendo tantissimo!"
    Tenendo una mano sopra ed una sotto a quella del povero Mizuo cominciai a concentrarmi chiudendo gli occhi e provando a visualizzare il flusso di chakra che scorreva nel mio braccio ed usciva come acqua curativa dal mio palmo. Passò qualche minuto prima che cominciassi nuovamente a sentire quella sensazione di freddo già provata poco prima: l'acqua si era come materializzata tra le mie mani e si stava raccogliendo intorno alla ferita sulla mano del sensei che smise di sanguinare ed acquisì un aspetto decisamente migliore, come se si stesse rimarginando molto in fretta. Lentamente riaprii gli occhi guardando meravigliato il risultato che avevo ottenuto mentre il sensei, tra le lacrime ed il sangue, sorrise in modo sofferente.

    -Veramente eccellente, hai superato la prova e completato l'addestramento ed io ne ho passate fin troppe per oggi, quindi ti saluto, a presto!-

    Mizuo si ricoprì istantaneamente di una nuvola di fumo e sparì alla vista... ma il povero shinobi non riuscì a sparire dall'orecchio perché a quanto pare la sua "uscita epica" era finita nel recinto di qualche cane che cominciò ad abbaiare mentre una voce lontana urlava -Aaah, mi dispiace! N-no stammi lontano! AAAH!-
    -Che shinobi bizzarro, veramente...- esclamai sospirando -Sarà meglio che me ne torni a casa adesso, ho una fame da lupi!-

    Stiracchiandomi uscii lentamente dal campo per dirigermi verso casa. La sera era arrivata da poco e la luce del sole stava pian piano svanendo in un tramonto che gli abitanti di Kiri non potevano godersi a causa della nebbia, ma che l'immaginazione creava nella loro testa nel modo che più preferivano. Camminare in quel periodo della giornata era molto piacevole, superato solo dalle lunghe camminate alle due del mattino, dove il silenzio si univa all'oscurità per creare l'atmosfera perfetta.

    [...]



    Arrivato a casa la grande stanchezza prese il posto della fame e l'unica cosa che il mio corpo desiderava era buttarsi sul letto e sprofondare tra le coperte ed i cuscini caldi. Di fronte ad esso mi ricordai di dover medicare di nuovo la ferita sulla guancia prima di dormire dato che un'infezione era l'ultima cosa di cui avevo bisogno. Solo dopo aver messo il disinfettante sull'ovatta mi tornò in mente l'allenamento di poco prima.
    -Ma certo! Ora non ho più bisogno di questa roba, posso curarmi con il mio stesso chakra! Devo assolutamente provare!-
    Portai lentamente la mano sulla ferita cercando di ricordare la sensazione già provata nel curare il povero Mizuo. Questa volta ci riuscii in molto meno tempo rispetto alla prima volta e la ferita scomparve quasi totalmente.
    -Quindi aveva ragione, funziona molto bene questo sistema per le ferite lievi, non male-
    Il non dover più sopportare il dolore di quella ferita era bellissimo ed era proprio quello che ci voleva per cadere in un profondo sonno che mi avrebbe portato direttamente al giorno successivo, come tutte le dormite degne di questo nome.
     
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    Finito, prenditi l'elemento e il max/2 di exp. Lo arrotondo per eccesso, prendi 18. Secondo lo stesso criterio, attendo che qualcuno dello staff assegni exp anche a me, intanto chiudo <3
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Kerbe, puoi prenderti 30 exp
     
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