Grigliata mista con svista

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    Bomba day quello di oggi nelle terre della speranza, un fresco venticello proveniente da nord-ovet rinfresca le fronti sudate degli abitanti di Ishivar, impegnati a svolgere le mansioni di routine quotidiana sotto il caldo sole che non manca mai di far capolino dalla distesa pianeggiante del deserto della sabbia. La temperatura è primaverile, fresca e stimolante, qualche nuvola passeggera dona preziosi minuti d'ombra in una mattinata tutt'altro che spiacevole. Guardando dall'alto l'arida terra della tundra che ospita il paese, essa si presenta come un grosso tappeto rosso con macchie scure che si alternano in maniera regolare e si spostano rapidamente verso oriente. Stringendo l'inquadratura ci accorgiamo di come le facce della gente quest'oggi siano serene e rilassate, gli attrezzi più leggeri, le donne più belle. Scorriamo tra la popolazione fino a giungere al nostro solito luogo di interesse, l'isolata fattoria dei Rengu, dove la famiglia al completo è intenta a concludere i preparativi di una grande ed insolita festa, evento straordinario che per una volta solleva la maggior parte dei componenti dagli incarichi quotidiani.

    Allora, legna ce n'è in abbondanza, venti secchi d'acqua, le griglie di Giona, sedie e tavoli, pietre... bene, credo sia tutto... è tutto, vero Lily?

    Papà Jack è preoccupato, si sbatte a destra e a sinistra per il giardino controllando ogni minimo particolare per assicurarsi che tutto sia pronto per la grande festa che ha avuto l'obbligo di organizzare.

    Si Jack, abbiamo tutto, è tutto a posto, stai tranquillo adesso. Sei rosso come un peperone...

    Il compleanno è un evento che in quel di Ishivar ha un'importanza relativamente secondaria, anche se per alcune famiglie il raggiungimento della settantacinquesima primavera è una ricorrenza da festeggiare quanto una nascita o un matrimonio. Sopravvivere per quindici lustri nelle impervie terre del paese più aspro del regno non è affatto cosa da tutti, ed arrivarci come zia Ket è quasi un miracolo. La vecchia, sorella di nonna Masiko, non mostra alcun segno di cedimento fisico, e nonostante il cervello non batta pari dai tempi della giovinezza come nella maggior parte dei Rengu, è in forma invidiabile. Anzi, il suo arzillo spirito di certo non si risparmierà di criticare il minimo errore da parte del padre di famiglia, non certo il suo nipote preferito. Già non stravedeva per lui a pelle, quella volta che gli ha bruciato i capelli poi...

    I fuochi!! Non ho preso i fuochi!!

    Solo su una cosa si era raccomandata di prendere la festeggiata, i suoi amati fuochi d'artificio, l'unico motivo che l'aveva convinta a prender parte a quella, a suo parere, buffonata clamorosa. Secondo la ruvida e scheletrica anziana infatti questo tipo di festeggiamenti non può che portar male, e c'è voluta la carta della polvere da sparo per farle passare questa convinzione.

    Dovrò arrivare fino alla bottega di quel tizio, mi ci vorrà più di un'ora e tra poco devo andare anche a prendere la carne da Tobias... dovrai andarci tu, Bon

    Bon, in arte Bongo, si sta scaccolando talmente a fondo che a una prima occhiata sembrerebbe aver le dita nel cervello, sia mai che metta a posto qualche rotella per sbaglio. Alle parole del padre si ferma allibito, toglie il dito-sonda, ed indicando se stesso con lo stesso indice incriminato, da una risposta delle sue.

    Scusa babbo non stavo ascoltando...

    Devi andare a prendere la carne, l'ho gia pagata, tu devi solo prenderla e portarla a casa. Capito?

    Certo babbo, non ti preoccupare

    Edited by Cagnellone - 4/8/2015, 23:50
     
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    Parti subito, ragazzone, meglio in anticipo che in ritardo, ehehe

    E cosi Bongobon si avvia verso la sua meta con la solita faccia da ebete stampata in viso, sorride senza motivo mentre esce dal vialetto di casa e tiene la bocca aperta per tutto il tragitto, tanto che a un certo punto, attraversando una nube di moscerini, gliene restano incollati ai denti una decina. Un po li mastica, un po li lascia, ottima scelta. In ogni caso il compito che lo aspetta è trai più semplici di sempre, anche se mai dire mai con questo qui. A cento metri da casa infatti una fiammeggiante farfallona dal colore rosso accesso gli svolazza davanti agli occhi, facendogli dimenticare per più di qualche secondo le istruzioni apprese da due minuti e trasportandolo già da subito fuori strada. Per fortuna, sua e di tutti, la bestiolina vola troppo in alto e sparisce dalla visuale e dai pensieri del ragazzo, il quale torna sulla terra e si rimette in cammino, resettando il cervello ancora una volta e ponendolo sulla solita modalità sten-by. Per fortuna il resto del viaggio prosegue al meglio, ed in un a ventina di minuti il nostro amico dal quoziente intellettivo incredibilmente basso raggiunge il solito macellaio di fiducia, Tobias, detto Machete. In fede al suo soprannome l'uomo è intento a spaccare a colpi di lama una grossa carcassa, forse una mucca, forse qualcos'altro, impossibile dirlo con tutto quel sangue e con solo una porzione di corpo visibile, spellata e scuoiata.

    Ehilà, Bontemaru, buon giorno! Aspettavo tuo padre a momenti in effetti, che ci fai qui? Sei venuto a prendere la carne al posto suo?

    Ehm, si, proprio così, eheh...

    Bon è un po a disagio davanti all'omone tutto sporco di sangue, quel tizio lo spaventa ed ogni volta che si presenta al negozio, una bottega sotterranea piuttosto buia e totalmente chiusa per impedire a insetti e batteri di far marcire la carne in poco tempo, ha timore della figura del commerciante, che comunque è un tipo allegro e ben disposto alle chiacchiere. Lo spaventa quel grosso coltello, l'atmosfera, la puzza di sangue.

    Ho già preparato tutto, è in quel grosso sacco... di fuori c'è un carretto, se ti serve per trasportare il carico lo puoi prendere, a patto che tu me lo riporti

    Alla fine la permanenza in quel postaccio dura poco ed appena può, dopo aver salutato e ringraziato, Bon si getta fuori col sacco in spalla, per poi caricarlo sul piccolo carretto in legno, tipo carriola a due ruote. Incuriosito slaccia il nodo posto a chiusura del sacco per esaminarne il contenuto, dentro c'è ogni ben di dio immaginabile per un mangiatore di carne, costolette, cosce, lingue, colli, stinchi. Per la maggioranza si tratta di parti di maiale e pollo, anche se non manca qualche prelibatezza tipo agnello. Ma la carne più importante è senza dubbio quella di coniglio, la preferita della zia, presa apposta per lei e a lei interamente riservata. Roba da leccarsi i baffi. Bongo già si immagina tutta quella roba cotta a puntino sulla brace, con una leggera crosticina marrone e un po di rosmarino a condire il tutto. Sogna sul viaggio del ritorno, bava alla bocca, sogna mentre fa la pipì dietro un albero lungo il cammino. È proprio questa sua distrazione che non gli permette di accorgersi di come una volpe stia frugando nel sacco in sua assenza, approfittando del laccio lasciato colpevolmente lasciato aperto in precedenza.

    Uì uì, vediamo che cosa scè in questo bel sacchettìn... pur la tur Eiffel, un conigliò, u là là...

    Bongo fa capolino dal suo nascondiglio appena in tempo per beccare l'animale con le zampe nel sacco, gettandosi sulla scena con la bottega ancora aperta e il pappagallo ancora in mano sgocciolante.

    Ehi tu, brutta bestiaccia, lascia stare la mia carne!

    Mèrd! Messiè Salsicciòt ma becàt! Alè alè, viaaa!

    L'animale dal raffinato ma non elegante accento francese, vedendo Bongo arrivare a tutta birra col pistolino di fuori se la da a gambe impaurito, non prima però di aver afferrato un grosso pezzo di carne dalla sacca, guarda caso proprio il coniglio. Tenendolo per le orecchie fugge nella steppa, inseguito a tutta birra dal nostro amicone preferito, il quale gliene urla contro di tutti i colori.

    No, il coniglio no! Brutta...

    Edited by Cagnellone - 4/8/2015, 23:54
     
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    Inutile, l'acuto animale a quattro zampe è troppo svelto, sia mentalmente che fisicamente, perchè Tontobongo possa stargli dietro per più di qualche metro. Presto infatti egli si accorge che raggiungere il ladruncolo in fuga è impresa impossibile, e un po per la stanchezza, un po per non farsi fregare anche tutto il resto da qualcun altro, torna indietro sui suoi passi, disperato per l'accaduto.

    Eccheccacchio, adesso come faccio? Senza coniglio la zia si arrabbia con papo, se la zia si arrabbia con papo, papo si arrabbia con me... che tragedia!*sigh*

    La situazione sembrerebbe compromessa, Bongo non ha nulla per cui barattare la merce, e non è neanche detto che Tobias abbia altri conigli. Sono merce rara, per prenderli bisogna farsi un gran culo, molto più facile allevare un maiale ciccione e poi piantargli un chiodo mentre mangia facendolo morire felice. Ma Bongo non è il tipo da darsi per vinto, così mette in moto il suo proverbiale cervello e cerca un'idea nel mare di pensieri che lo abita.

    Mmmh, allora... *mumble mumble* ...potrei costruire una trappola per conigli e catturarne un altro... oppure

    Proprio in questo momento di intensi ragionamenti, talmente intensi da sprigionare piccole scariche elettriche che gli alzano i capelli, un ratto gigantesco fa capolino sulla scena, attraversando la strada sterrata su cui sta camminando il nostro eroe. Più che un topo sembra una pantegana, anzi una pantera per quanto è grossa, una bestiaccia schifosa e puzzolente con un caratteraccio tutt'altro che amichevole.

    Ehi biondo, togliti di mezzo se no ti strappo quei capelli da fighetta!

    Bongo guarda l'animale in cagnesco, già è infastidito dal brutto guaio in cui si è cacciato, ci mancava solo questo maleducato. Sta per dire qualcosa, quando all'improvviso una lampadina si accende nel suo piccolo cervello, illuminando il buio che stabilmente regna. Ha appena trovato il sostituto del coniglio di zia Ket. La sua idea sfiora il clamoroso ma potrebbe funzionare, così senza perder tempo colpisce il ratto sulla testa, talmente forte da metterlo KO con un solo colpo, poi fa quel che s'ha da fare e concia l'animale per le feste, così come gli ha insegnato il suo babbo. Via il pelo, via la coda, zampe e testa, ecco fatto il nuovo coniglio, che però del coniglio ha ben poco o niente. Fischiettando nervosamente torna dunque a casa, dove lo aspettano gli ultimi preparativi. Poi la gente inizia ad arrivare e la festa ha inizio. Bongo come al solito non parla molto con gli altri, preferisce stare immerso nei suoi pensieri e rispondere solo se necessario, senza mai aprir discorso con gli altri, parenti serpenti. Poi però un grido interrompe i suoi pensieri, gelandogli il sangue nelle vene.

    BOOOOOON!!!

    La voce del babbo risuona nel giardino nelle orecchie di tutti, mi sa che stavolta è parecchio incazzato, così Bongo si precipita a sentire cosa c'è, nonostante sospetti già qualcosa, il genio.

    Dimmi babbo...

    Dimmi un tubo! Che diavolo è questo?!

    Bongo fa finta di niente ma la sua tattica non funziona, il suo volto e il suo sudore, che scende copioso dalla fronte, lo tradiscono ancor prima di parlare. Il babbo però non urla, non vuole attirare troppo l'attenzione perchè sa che sarà lui a far la figuraccia alla fine dei conti. Bongo perciò racconta la verità al papone, il quale, non avendo alternativa, è costretto a seguire la pensata del ragazzo. Così cucina la carne come se niente sia successo, e serve la pantegana sul tavolo della festeggiata. Questa, una vecchia striminzita e abbronzatissima con grossi ricci bianchi e un vestito da uovo di pasqua messo su per l'occasione, guarda la pietanza con faccia stranita. Per fortuna è mezza cieca ed alla fine non si lamenta più di tanto, non prima almeno di assaggiare. Messo il primo boccone in bocca però, il suo volto si scioglie in un sorriso, e per forse la prima volta in vita sua, fa un sorriso a papà Jack.

    Mh, buono sto coniglio, e bravo Jack!

    L'uomo fa un sospiro di sollievo che lo sgonfia letteralmente, poi rivolge un pollice alzato verso il suo figliolo, il quale ricambia soddisfatto. La festa dunque prosegue al meglio, tutti mangiano e bevono, si canta e si balla, i fuochi scoppiano e tutti sono più che contenti. Come nella maggior parte delle storie dunque, tutto è bene quel che finisce bene...



    CITAZIONE
    The End


    Edited by Cagnellone - 5/8/2015, 13:52
     
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    è stata breve ma carina, 31 :asd: Una sola cosa, non l'hai detto chiaramente ma l'hai lasciato intendere ma ricordati che c'è il baratto ad Ishivar :sisi: Cioè quando hai detto "quattrini" sembravi intendere soldi ma magari era una scelta letteraria :asd:
     
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    Ah si giusto, in effetti quando inizialmente ho scritto che il padre aveva già pagato intendevo cOme avesse scambiato del latte e altri prodotti con la carne, invece quella che dici è stata una svista, ora modo ;) grazie kerbe
     
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4 replies since 4/8/2015, 20:35   93 views
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