Quando un uomo sente la fine

PQ with Furia

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    ”Non sei mai stato davvero scelto. Da nessuno.”



    Che ci crediate o meno, sono queste le ultime parole sentite da un essere umano. Non ricordo nemmeno quanto tempo sia passato dalla morte di Key Hyuga, forse qualche mese, ma quelle parole sono come un marchio a fuoco nella mia mente. Mi dilaniano il - fino ad allora sereno - animo e mi squarciano i pensieri, rendendomi forse più maturo. Ma è davvero questa la maturità? Sentirsi rifiutati da quelli che pensavamo fossero i nostri alleati è maturità? Se è così, avrei preferito restarmene a fare il cazzone tutta la vita.
    Da quel giorno vivo praticamente fuori dal villaggio, alternando i periodi di assenza prolungata a periodi di ritorno, giusto per essere visto da qualcuno, per non essere dichiarato un traditore.
    La mia sistemazione non ha nulla di confortevole: dopotutto, cosa vorreste trovare di confortevole in una grotta marina situata a qualche decina di metri sott'acqua? L'unica cosa positiva di questa sistemazione è il silenzio. Incredibile come il silenzio riesca a mutare le persone, a far confessare chi è colpevole; a far redimere chi ha peccato. Basta il silenzio. Non sono mai stato tanto tempo a contemplare l'assenza di rumori, di chiacchiere futili. Ero talmente contro il silenzio, che nei momenti in cui questo regnava, parlavo fra me e me, pur di non ascoltare i miei pensieri.
    Non so se quello che faccio ora sia colpa o merito del Matador, ma di sicuro qualcosa in me è profondamente cambiato. Ho anche attribuito un'importanza maggiore all'allenamento, tanto che adesso riesco a percepire ogni vibrazione del chakra, per merito del silenzio e della concentrazione. Non ho più bisogno di vedere cosa stia in superficie, da quando il silenzio regna nella mia mente. Sì, credo di essere diventato uno di quelli che i ninja esperti chiamano “Ninja sensoriali”.
    So che dovrò uscire da questo buco prima o poi. Questo mi distrugge, perché so che una volta presa la decisione di abbandonare questo posto, dovrò tornare nella socialità in una nuova veste, non potrò più permettermi di essere lo Shaku che per ventotto anni sono stato.
    Ho una figlia di cui farmi carico, una donna che mi ha sempre accolto nonostante sia stato una vera e propria merda, che non merita il vecchio Shaku. Buoni propositi che sono sicuro di non poter mantenere con la mente ancora offuscata dalle parole del Matador e una volontà troppo labile per essere definita tale.
    Oggi è l'ultimo giorno in cui mi è consentito restare fuori dal villaggio, per questo periodo, ma voglio concedermelo fino all'ultimo, prima di restare un'intera settimana barricato in casa a sorbirmi le urla dei venditori ambulanti, dei bambini e delle madri che li richiamano. Insopportabili.
    Giunto il tramonto, a giudicare dall'unico raggio di luce arancione che riesce a raggiungere la profondità alla quale mi trovo, prendo un respiro e, curvando le spalle in avanti, mi incammino verso Kiri con una palla di piombo attaccata all'anima, pronto a sentire i commenti sorpresi di chi non mi vede da tanto tempo.
    Lascio la caverna, fondendomi con la corrente ascendente del mare, che in velocità mi porta alla profondità di circa 5 metri. Da questa profondità mi basta compiere un paio di movimenti e, a razzo, sono fuori dall'acqua completamente fradicio. La leggera brezza estiva sui capelli e il sole del tramonto dritto negli occhi non mi permettono di adattarmi subito ad un ambiente così differente da quello da cui provengo. Perdo circa 30 secondi cercando che le pupille si adattassero alla luce del sole, ringraziando che sia la flebile luce del tramonto e non quella del sole a mezzogiorno.
    In una buca in superficie ho nascosto tutta la mia attrezzatura, per evitare che si ossidasse al punto da non essermi più utile. Mi sbrigo a dissotterrarla usando un braccio rigonfiato a mo' di pala, per evitare che qualche passante curioso sia in grado di assistere alla visione del mio regal deretano.
    In quattr'e quattr'otto mi ritrovo i vestiti “d'ordinanza” addosso. Intendo proprio che, data l'acqua sul corpo, mi si sono proprio appiccicati addosso. Capirete che non è una sensazione delle migliori d'estate, soprattutto se sei fatto d'acqua.
    Alito sul coprifronte, strofino la parte metallica sui pantaloni e lo annodo sul braccio destro. Sono pronto, forse.
    Mi lascio il sole e il suo percorso discendente alle spalle in poco tempo. La luce delle stelle appena spuntate e della luna mi consentono di ammirare delle figure maestose provenienti dalle fronde degli alti alberi che costeggiano il sentiero per Kiri. Questa zona in superficie è quasi un paradiso terrestre, un'oasi di verde in un deserto di paludi. Cammino con la mano destra tesa verso la fila di alberi corrispondente. A ogni 5 passi riesco a sentire un nuovo leggero impatto della mia mano sulla ruvida corteccia di quei robusti alberi. È una sensazione particolare, come se adesso vivessi in stretto contatto con la natura. Come se percepissi le vibrazioni della linfa stessa. In realtà è solo un trip dovuto alle nuove capacità sensoriali sviluppate in allenamento. Sapete, quando uno notoriamente scarso sviluppa qualcosa di particolare, sente sempre di essere il nuovo Dio sulla piazza. Lasciatemela passare.
    Le luci di Kiri mi catturano da lontano. Questa sera sembra essere una città consistentemente più popolata del solito, non la solita Kiri. In tempi andati questo avrebbe fatto di me una persona felice, ma in questo momento è una cosa che non sopporterei. Pazienza Shaku, devi mantenere la calma per una sola settimana, da solo in casa.
    Le porte di Kiri mi si parano davanti nella loro imponenza. Il villaggio sembra in festa, adesso che lo vedo da vicino.
    Entro. Gente che non osservo mi saluta, ricevendo un cenno del capo come risposta. Non è essere snob. Sono solamente frastornato da tutto quel frastuono immotivato alle porte, ma non chiedo nemmeno alla gente di cosa si tratti. Non mi interessa. Mi dirigo verso casa mia e nel farlo, incontro la facciata di un bar con finestre e porte aperte. Mi soffermo un attimo sulla scena di un Jonin visibilmente brillo che, al tavolo con altra gente apparentemente pari grado, inizia a sollevare il bicchiere di porcellana, muovendolo confusamente a destra e sinistra, per poi sollevare la testa e dire, con occhi sgranati

    Dedicherei...hick!... Un brindisi al nostro Decimo Mizukage...

    Decimo?! Mi ero fermato al consiglio dopo la morte di Samui. Se non sbaglio, lei era l'ottava... Ma quanto tempo sono stato via?!

    Ripeto fra me e me, mentre all'esterno la gente che passa mi nota mentre sto fermo e osservo le mie dita, intento a contare quanti giorni siano passati dal mio allontanamento. Che altro mi sarò perso? Beh, sicuramente, dato quello che sto per ascoltare, mi sono perso un bel po' di cose.

    ...Viraru Hoozuki!

    Viraru?!

    Credo sia un pensiero troppo forte perché riesca a trattenerlo in testa, così mi sfugge direttamente dal cavo orale ad alta voce. Il paese sembra arrestarsi e le luci arancioni delle lanterne sembrano spegnersi. Tutto sembra fermarsi al pronunciare di quel nome. Questo accade solo nella mia testa, perché all'esterno potreste vedere solo bambini che indicano un alto uomo dai capelli rossi con gli occhi stralunati e mamme che gli proibiscono di farlo, come con i fenomeni da baraccone.
    Come ho fatto a dimenticarmi di Viraru?! Sono stato talmente preso da me stesso che non l'ho nemmeno più cercato. E dire che mi ero ripromesso di farlo una volta uscito dalla situazione di Key Hyuga, per avere il supporto di qualcuno su cui si potesse contare. A quanto pare, i miei dissidi interiori hanno avuto la meglio e mi sono dimenticato di tutto. Quantomeno, gli devo delle congratulazioni.
    L'orario è ormai tardo, conviene tornare a casa, trascorrere la notte e passare a palazzo domani mattina.
    Durante il tragitto verso casa cerco di convincermi di aver sentito bene e mi rimprovero per non aver chiesto di più a quel Jonin, anche se probabilmente, per il suo tasso alcolemico, mi sarebbe stato ben poco di aiuto. Sorrido immaginando un potenziale interrogatorio, ma sono già a casa e, francamente, l'unica cosa che mi manca della terraferma è un letto. Nonostante questo, i ricordi del primo incontro con Viraru sembrano volermi togliere il sonno. Pensare come la gente a cui ho “salvato la vita” abbia fatto carriera lasciandomi indietro, mi fa tornare in mente il Matador e le sue parole. Se non avessi parlato con Nube, Viraru sarebbe stato ingiustamente giustiziato. Ed ora sono io a dover chiedere a lui di insegnarmi ad essere più “Viraru” e meno “Shaku”.
    La notte passa male, con due ore di sonno e circa sei di pensieri sul come rapportarmi a Viraru, adesso che è la carica più alta del villaggio, ma alla fine mando tutto a cagare e il sonno mi assale lo stesso, seppur poco.
    La mattina arriva a svegliarmi con il leggero sole dell'alba sul volto e, carico come da... non ricordo quando, mi sollevo dal letto e ho giusto il tempo per un principio di igiene personale prima di catapultarmi fuori a testa bassa. Il passo è sostenuto, il silenzio dentro di me mi consente di avvertire la variazione di vibrazioni da positive a negative in tutta la gente che urto inavvertitamente con le spalle. Sto diventando un ninja sensoriale con i fiocchi!
    Dopo poca strada il palazzo si staglia di fronte a me, grande come mai l'ho visto. Incredibile quanto possa distorcere la realtà, la paura di un incontro.
    Entro nel palazzo, che ammiro incredulo chiedendomi cosa si provi a viverci. Beh, lo chiederò a Viraru. In effetti, cosa dovrei dirgli?

    Cosa si dice ad un Kage quando lo conosci già perché gli hai salvato la vita?
    “Hey Viraru! Ti ricordi di me? Sono quello che ha parlato con Nube perché il tuo culo fosse salvo!”
    “Ti prego! Dimmi come fai ad essere...Così!”
    Nah, l'ultima è troppo ambigua, ma il concetto è quello... La perfezionerò sul momento


    Intanto mi reco verso i Ninja addetti alla protezione del Mizukage, con fare da “spavaldo farlocco” e, con un tono di voce meno vibrante possibile, sposto tutto il peso del corpo sulla gamba destra, mentre la sinistra si alza in aria e comincia a tremare dal piede al ginocchio. Un po' tamarro, insomma. L'unica cosa che mi esce è un'affermazione fin troppo burocratica per il vecchio Shaku. Non male, gli allenamenti danno i loro frutti.

    Shaku Hoozuki chiede di essere ricevuto dallo Juudaime Mizukage, Viraru Hoozuki. È una questione di vitale importanza.

    Mi passo una mano tra i capelli e rassereno l'espressione, mentre riposiziono il corpo in modo “umano”. Sono stato ascoltato e, senza dire una parola, un uomo si reca nell'ufficio di Viraru. Mentre attendo risposte, faccio di tutto per non staccare lo sguardo dall'altro ninja preposto alla protezione. Sapete com'è: potrebbe risultare sospetto.
    Ma quanto ci mettono...? Un uomo in attesa di risposte può diventare parecchio impaziente, soprattutto in un contesto di cui non fa parte.

    Spero sia di tuo gradimento. Insomma, Shaku è sparito per un po' dal mondo ninja, ma se hai letto la mente di Haru, saprai anche il perché. Prenditi tutte le libertà che desideri, tranne quella di farlo fuori :please: E ricorda che Shaku ha fatto l'arringa decisiva per Viraru
    Have fun!
     
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    Torno alla prima persona che mi viene meglio.

    La quest avviene poco dopo essere divenuto Mizukage

    Mukuro Hajime

    Unno Roguno

    Parlato
    Narrato
    *pensato*



    Accaddero troppe cose assurde nel giro di poco tempo e la mattina dopo l'incoronazione di Mukuro tra le alte sfere scoppiò il caos.
    Entro il pomeriggio mi ritrovai completamente apatico seduto sulla sedia del Mizukage e con addosso la veste sacra con su scritto "Decimo": Juudaime Mizukage.
    Il resto venne da sè...

    Viraru Hoozuki, il Consiglio e il Daimyo ti nominano ufficialmente Decimo Mizukage, che la gloria della Nebbia possa restare a lungo sulle tue spalle!

    Ricordo perfettamente che il resto della giornata fu un modo stravagante per annunciarmi come Kage e io ero ancora non potevo credere di stare ricoprendo quella carica.
    Mai nella mia vita mi sarei aspettato di prendere il posto della mia sensei, anche se molto probabilmente lei ci ha sempre sperato... Il problema risiedeva in me. Credevo di non sapere governare, prendere decisioni, assumermi la responsabilità... Erano cose che avrei preferito non aggiungere al mio curriculum e andare in pensione anticipata per dipingere i miei quadri in santa pace, godendomi la vita da padre.
    Hoshi era felice al ricevimento, andava in giro a dire agli altri ninja di essere la figlia del Grande Mizukage, dell'eroe della Nebbia... Ma io mi sentivo solamente fuori posto, mi rallegrava solamente il suo sorriso, come sempre.

    Nei giorni successivi, nel Palazzo, c'era gente che correva a destra e a manca senza freni, osservavo con poca voglia i vetrai che riparavano una ad una le finestre rotte dagli intrusi della sera prima, gli stessi intrusi che portarono via Mukuro, l'unico mio compagno di team e colui che era stato nominato Nono Mizukage con mia iniziale gioia.
    Ripensavo alle sue parole e alla sua resa totale di fronte quei carcerieri di dubbia provenienza.


    CITAZIONE
    Il piano Athena, so solo questo. Era un progetto segreto che ha richiesto l’intervento dei migliori medici del paese del fuoco, un qualcosa di top-secret le cui informazioni sono presenti forse solo nelle memorie di chi ha organizzato il progetto. Ebbene, bambini da un po’ tutti i paesi vennero radunati anno dopo anno per essere sottoposti a esperimenti di vario genere ed io ero uno di questi. A quei tempo non era Samui la Mizukage, forse lei non era nemmeno a conoscenza di quel progetto ma molto probabilmente i suoi genitori si, e persino i Damyo che a quanto riuscii ad ascoltare erano alcuni dei finanziatori assieme a ricconi e altra gente senza un briciolo di valore morale. Fui venduto da coloro che mi crearono e analizzato come un cane per nove lunghi anni. Non potevo muovermi, né far altro. Potevo solo ascoltare e immagazzinare qualsiasi cosa venisse a contatto con le mie orecchie, il mio corpo era alimentato con soluzioni nutrienti e reidratato regolarmente, ma subita al tempo stesso tagli e fori per estrarre o introdurre qualcosa. Dopo un po’ non provai più dolore, e per me era diventata una routine giornaliera. Altri come me subirono le stesse cose e molti morirono, le carcasse venivano.. come dire… bruciate, perché era l’unico modo per eliminare le prove. Dico bene, Unno?

    La sorte che era toccata a Mukuro era terribile e non potevo nemmeno lontanamente accettare che a dei bambini fosse fatto tutto quel male a scopi di esperimenti completamente degradanti e inumani. Il potere di decidere sulle vite umane, ecco perché i ninja giocano a fare gli dei.
    Unno Roguno, nonostante la confessione di Mukuro, era ancora lì, in quel palazzo, preoccupato del suo destino esattamente come tutte le altre figure di spicco che sembravano aver avuto una parte nel progetto. Non volevano che la storia raccontata dall'ex-Nono potesse trapelare dal Palazzo e ovviamente oltre loro ero presente anch'io quella notte.
    Non lasciai la mia carica come molti si aspettavano, anzi. La presi come una promessa fatta al mio predecessore e anche a me stesso.
    La miaa Kirigakure doveva essere come Nya l'amava, ma sapevo e ne ebbi la conferma, che i villaggi ninja nascondevano più ombre di quante ce ne fossero nei sobborghi della feccia criminale.
    Non potevo eliminare il crimine. Allora cosa fare?
    La risposta mii arrivò fulminea mentre trasferiva i suoi effetti personali a Palazzo insieme ad Hoshi.

    Per prima cosa però dovevo usufruire del mio potere per estirpare dal governo della Nebbia tutti coloro che avevano preso parte al progetto Athena. Dovevo essere il solo a guidare la Nebbia, avrei avuto i miei personali consiglieri e i miei uomini di fiducia, niente doveva restare del vecchio Consiglio.
    Così decisi di agire.

    In un'intera giornata feci arrestare tutto il vecchio Consiglio, risparmiando solo i genitori di Samui-sama...
    Agli arresti partecipai attivamente, volevo che mi guardassero in faccia.

    C-che significa tutto questo!? VIRARU!

    Unno Roguno, il più grande dei consiglieri... Con le successive indagini scoprimmo che gestivo un giro di corruzione enorme, giro che era legato al Signore Feudale del nostro Paese, ma anche degli altri.

    Significa che ho accettato il destino e il compito di guidare questo villaggio, ma diversamente dalla mia sensei, non sarò così buono da farvi fare il bello e il cattivo tempo.
    E' giunto il momento di cambiare le cose...


    ...

    Decisi di far decidere al popolo la sorte dell'intero consiglio, il quale apprezzò il gesto. Così il processo fu pubblico e vennero elencate le migliaia di accuse a carico dei corrotti.
    Del Piano Athena c'erano pochissime tracce e niente che potesse mostrarmi il luogo dove veniva tenuto Mukuro. Nonostante ciò, il popolo decise a votazione democratica di condannare tutti i consiglieri al carcere a vita con la massima sicurezza e i lavori forzati, per tutti tranne che per Unno, che ottenne la condanna a morte.
    Personalmente, giunto a quel punto, li avrei fatti impiccare tutti quanti, ma la decisione fu rispettata come promesso e mi ritrovai catapultato su un patibolo a fare da spettatore dietro le quinte in veste ufficiale, tutto mentre Unno Roguno aspettava che il boia abbassasse la leva.

    Ultime parole?

    Vorrei aver potuto distruggerti quando ne avevo il potere... Mi hai fregato... Sembravi manipolabile e invece...

    E invece hai trovato uno che non ha paura di sporcarsi le mani e che odia la situazione in cui l'hai messo. Se hai il collo stretto da un cappio, è solo colpa tua. Addio Unno.

    Va all'inferno!


    Poca corda e caduta sorda.
    Da quel giorno passai alla prossima operazione...




    3 settimane dopo...

    Avevo mandato le missive ai Kage correttamente e dopo aver eliminato Haru Kamigawa, decisi che fosse il momento di passare alla fase 2 del piano "Nova Nebbia"
    Il prossimo passo era quello di colpire ancora qualcosa che consideravo una piaga, il punto fondamentale era che non sapevo ancora come...
    Molti degli uomini più forti della Nebbia sostenevano la modernizzazione della città e la distribuzione di viveri, mentre altri erano in giro per il mondo ninja a recuperare informazioni dai miei obiettivi.
    Troppe questioni da affrontare.
    Potevo chiedere ad Hoshi, ma non volevo coinvolgerla in una cosa tanto angusta...
    All'improvviso arrivò una rivelazione.

    - Juudaime-sama, c'è un nostro ninja che chiede di parlarle, si tratta di Shaku Hoozuki. -

    - Hai detto Shaku!? Ma certo! Fallo entrare!


    Shaku Hoozuki, Special Jonin della Nebbia e mio liberatore dalle prigioni di Konoha, entrambi abbiamo subito un attacco da parte di Kishikumo e siamo stati sconfitti insieme...
    Era un uomo singolare, ma aveva destato il mio interesse, anche grazie al fatto che avesse una figlia coetanea di Hoshi.
    Di lui sapevo inoltre dei suoi rapporti con il Matador e Haru Kamigawa, di conseguenza avevo proprio bisogno di parlargli, lui sarebbe stato perfetto per quello che avevo intenzione di fare.
    Il ninja dai capelli rossi varcò la soglia del mio ufficio quasi con timore, ma io mi mostrai amichevole quanto possibile

    - Shaku! Bentornato a Kirigakure! Accomodati.
     
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    Dopo interminabili secondi di attesa, l'uomo incaricato di avvisare della mia presenza ritorna dall'ufficio del Kage con un'aria sicuramente più distesa di quanto prima non fosse. Un sorriso rassicurante si stampa sul mio volto, mentre continuo a ciondolare, in attesa di una risposta. La mano dell'uomo fende l'aria in movimenti veloci, mentre la porta verso la porta, adesso aperta, dell'ufficio del Kage. Posso udire la sua voce sicura pronunciare le seguenti parole:

    Il Kage la attende, signor Hoozuki.

    Il primo ostacolo è stato superato e questo è facilmente deducibile dall'espressione rassicurata che assumo istantaneamente. Questo atteggiamento è proprio da persona sospetta, non mi spiego come le guardie non mi fermino mai.
    Mi incammino verso la luce proveniente dall'ufficio di Viraru con passo spedito, fino a poco prima di varcare la soglia della porta. Mi fermo davanti alla soglia della porta, inspiro chiudendo gli occhi ed emetto fuori tutta l'aria presa. Non serve a rilassarmi, ma fa figo farlo.
    Con un passo a falcata ampia, varco la soglia della porta e mi ritrovo nell'ufficio. È la prima volta che mi trovo nell'ufficio del Mizukage. Essendo stato in quello di Nube, l'Hokage, posso solo notare, in questo ufficio, l'assenza del leggero afrore di oggetti invecchiati e una luminosità superiore.
    Lo sguardo non riesce ad abbassarsi. Mi guardo intorno ammirando l'ufficio come un bambino sperduto. Non riesco a posare gli occhi sul mio reale obiettivo e credo che la paura sia facile da leggere sul mio volto. Paura di cosa, non so, ma sono pur sempre al cospetto di un Kage dopo un'assenza prolungata dal villaggio. Però ci sono andato io, quindi mi merito qualsiasi punizione voglia infliggermi.

    - Shaku! Bentornato a Kirigakure! Accomodati.

    D'un tratto, questa frase interrompe il mio procrastinare. È la voce di Viraru a farmi concentrare sulla sua figura. Sembra decisamente più distinto dall'ultima volta che ci siamo visti, ma la sua area autorevole è sempre la stessa. Non sembra essere cambiato in questo.
    Gli faccio un sorriso abbastanza forzato, per smorzare la tensione, nonostante lui tenti di alleggerirmi la situazione comportandosi in modo amichevole. C'è qualcosa che, comunque, non quadra: mi dà il bentornato senza chiedermi dove sia stato? Senza una ramanzina in stile “Ninja superiore-Ninja inferiore”? Qualcosa mi aspetta, di questo sono sicuro.

    Grazie, Viraru...

    Mi fermo, inspirando e facendo spallucce, mentre mi reco verso la sedia dirimpetto a Viraru, emettendo il fiato sotto forma di suoni borbottati che, se esaminati a dovere, formano un piccolo discorso fra me e me, che Viraru potrebbe facilmente sentire, da quella posizione.

    ...Mi sento leggermente a disagio. Non so come chiamarti adesso: Mizukage-sama? Viraru? Vostra altezza?

    Abbozzo un leggero sorriso al mio consanguineo e mi siedo sulla sedia. Inizio a parlare gesticolando ampiamente, segno che tutto ciò che sto dicendo esce direttamente dal cuore, senza alcuna imposizione teatrale o altro. Sono solo Shaku.

    In realtà penso di doverti chiedere scusa, Viraru...

    Prendo una pausa dal discorso, mentre lo indico e tengo un'altra mano sul petto. Stabilisco un legame, inconsciamente.

    ...Non mi sono mai comportato come un vero ninja. Non ho mai combattuto per il mio villaggio. Non sono e non credo di essere mai stato coraggioso. Non riesco a prendermi delle responsabilità durature...

    Sto vomitando sul Mizukage tutte le mie debolezze, come se fosse il mio migliore amico. Sicuramente è qualcuno che mi conosce più delle mie amanti passeggere o delle cattive amicizie frequentate.
    Mentre parlo, gli occhi diventano lucidi. È difficile ammettere così le proprie debolezze, a viso aperto, di fronte a qualcuno che, riconoscendole, potrebbe anche buttarti fuori dal villaggio per la troppa inettitudine.

    ...Ma ho trascorso un periodo particolare in cui ho capito che non posso andare avanti così. Sono debole. Mi sono disintossicato dalle numerose sostanze che assumevo, con una riabilitazione tanto aggressiva da far quasi impazzire, ma sono qui e non ho più bisogno di nulla. Voglio prendermi delle responsabilità, accudire mia figlia, essere più forte, essere migliore, ma per questo, ho bisogno di te...

    Una sola lacrima scende dall'occhio destro e si fonde con la guancia dopo poco. Mi alzo e protendo il corpo verso Viraru, facendo leva con le braccia sulla scrivania. Il tono di voce si fa più profondo e cupo. È una richiesta che non vorrei fare per non essere trattato come lo scemo del villaggio, ma francamente non ho nulla da perdere, in questo momento. Deglutisco a fatica, il pomo d'Adamo è come incastrato nella trachea e l'esofago cerca di farsi spazio in ogni modo. Riesco ad emettere il suono necessario.

    ...Vorrei che tu diventassi il mio maestro. A trecentosessanta gradi, intendo. Ho bisogno di essere più Viraru e meno Shaku. Più forte sotto tutti i fronti e sei l'unica persona a cui sono in grado di chiedere una cosa simile

    Mi accascio sulla sedia in attesa di una risposta, che prevedo possa essere negativa. In tal caso, tornerò alla mia mediocre vita da mezzo eremita, senza più pensare a nulla. Vegeterò, come molti che credono di pensare da soli.

    Non avevo molto da scrivere, ma ho provato a spremermi un po' :asd:
     
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    ...Mi sento leggermente a disagio. Non so come chiamarti adesso: Mizukage-sama? Viraru? Vostra altezza?

    Mi resi conto solo in quel momento che Shaku doveva essere completamente spaesato ed estraneo agli eventi accaduti al Villaggio. La cosa positiva era che non aveva perso per niente il suo tocco umoristico, la cosa mi compiacque molto.

    Chiamami sempre Viraru. Essere Mizukage non fa di me una persona diversa, a parte per il lavoro faticoso il triplo...

    Cercai di abbozzare un sorriso, ma mi venne piuttosto male, considerando che sullo stress lavorativo non mentivo.

    Ad ogni modo...

    Stavo per iniziare il mio discorso, quando Shaku m'interruppe e questo forse fu un bene, mi diede l'incipit successivo alla mia questione.

    CITAZIONE
    In realtà penso di doverti chiedere scusa, Viraru...
    ...Non mi sono mai comportato come un vero ninja. Non ho mai combattuto per il mio villaggio. Non sono e non credo di essere mai stato coraggioso. Non riesco a prendermi delle responsabilità durature...
    ...Ma ho trascorso un periodo particolare in cui ho capito che non posso andare avanti così. Sono debole. Mi sono disintossicato dalle numerose sostanze che assumevo, con una riabilitazione tanto aggressiva da far quasi impazzire, ma sono qui e non ho più bisogno di nulla. Voglio prendermi delle responsabilità, accudire mia figlia, essere più forte, essere migliore, ma per questo, ho bisogno di te...
    ...Vorrei che tu diventassi il mio maestro. A trecentosessanta gradi, intendo. Ho bisogno di essere più Viraru e meno Shaku. Più forte sotto tutti i fronti e sei l'unica persona a cui sono in grado di chiedere una cosa simile

    Il mio consanguineo vomitò la sua stessa essenza, così, come se niente fosse, dinnanzi a me. Vidi uno Shaku diverso da quello che conoscevo e pronto davvero per essere una persona migliore.
    Ne ero felice.
    Anch'io avevo seguito un percorso per cambiare e maturare, come accade a molti durante il proprio percorso, anche se nel mio ho dovuto perdere molte persone a me care. Ho dovuto sopportare il fetore e la responsabilità della morte di tante persone che dipendevano da me e dalla mia mancata fermezza d'animo e debolezza.
    Arriva un momento in cui ti stanchi d'essere in prima fila per lamentare la difficoltà della vita e quindi ho lasciato che proprio le difficoltà e gli ostacoli diventassero la batteria cruciale per la mia ripresa. Shaku aveva bisogno di una sua batteria e aveva bisogno di un input, di un segno.
    Per qualche istante coprii il mio volto con le mie mani congiunte, ma la mia decisione era già stata presa nel momento in cui Shaku aveva terminato il suo discorso.

    Accetto volentieri.

    Il mio tono fu il più serio che potessi assumere. Inutile girarci attorno, Shaku mi serviva comunque e quest'opportunità mi aveva risparmiato parecchie seccature legate ai miei metodi persuasivi.
    Tuttavia era necessario non scompormi, altrimenti non avrei potuto portare a termine il mio piano ben congeniato

    Tuttavia...

    Mi alzai con assoluta lentezza e compostezza per poi poggiare le mani sulla grande scrivania e guardare dritto nelle pupille del mio consanguineo, in modo che avesse ben chiara la mia fermezza.

    ...ci sono delle cose che dobbiamo chiarire, soprattutto se devo porre la mia totale fiducia nelle tue capacità, ma soprattutto nella tua persona.
    Perciò ti porrò una semplice domanda: cosa lega te, Haru Kamigawa e il famigerato "El Matador"?


    Edited by F u r y - 7/10/2015, 03:34
     
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