Formazione: Team Misao

Personal Quest

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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Erano già passate poco più di due settimane dalla mia promozione e dovevo ammettere che mi sentivo alquanto figo a camminare per le vie di Kiri sfoggiando il mio luccicante coprifronte. Lo tenevo fisso al braccio sinistro perché in testa mi dava fastidio, inoltre portavo già i capelli corti, se mettevo anche quell'oggetto in testa sembravo proprio calvo.
    Avevo appena finito di aiutare un'anziano a portare la spesa a casa, voleva ricambiare la mia gentilezza con 20 ryo ma io non li accettai. Aiutavo di buon grado chiunque avesse avuto bisogno e non mi sarei sentito a posto con la coscienza se avessi preso quei soldi. Indi mi ritrovai nuovamente a camminare per il villaggio della nebbia, potevano essere le dieci del mattino, o le dieci e mezza, quando vidi sbucare fuori da un vicolo alla mia destra un gruppetto di ragazzini. Portavano tutti e tre il coprifronte, ma non potevano essere più che Genin a giudicare dall'età e dal luccichio del corpifronte che sembrava nuovo. Probabilmente dei Neo-Genin, più Neo di quanto lo fossi io a due settimane della promozione.
    Inizialmente non ci feci molto caso, ma poi me ne accorsi. Uno di loro era Eric, il mio acerrimo nemico. Cercai di fare finta di niente, continuando il mio calmo e pacato passo verso una destinazione lontana da quella attuale. L'ultima volta gli ruppi le costole, non volevo ingaggiare nuovamente battaglia.

    - Che fai scappi?! -

    Non mi girai e proseguendo il mio passo gli risposi, ormai sapevo già che lo scontro sarebbe stato inevitabile e se avessi continuato ad ignorarlo mi avrebbe sicuramente attaccato alle spalle.

    - No, semplicemente non do importanza a chi non merita. -

    - Bastardo del cazzo! Questi due sono i miei cugini! Ora ti apriamo quella testa di merda per ciò che mi hai fatto all'esibizione! -

    - Hai proprio un'abilità innata nel rompere i coglioni alla gente, non è vero? -

    - All'attacco!!! -

    - Tre contro uno? Siete proprio indegni. -

    Scattarono verso di simultaneamente e per quanto bravo potessi essere, erano pur sempre tre contro uno. Dovevo stare attento e sfruttare ogni singola apertura. Sfoderai la Wakizashi dal foderino e la impugnai abilmente con la destra, aspettandoli sul posto. Quella era l'occasione che aspettavo da tanto tempo, l'occasione di dare una bella lezione a Eric e ai suoi cugini una volta per tutte. Li avrei conciati per le feste, o almeno sperai di farlo con successo. Evidentemente la lezione all'esibizione non gli era bastata, questa volta l'avrei colpito in faccia più duramente, in modo da togliergli quel cazzo di ghigno insopportabile. Durante quelle settimane mi ero allenato parecchio, sia nell'uso delle armi che degli arti, era giunto il momento di vedere i frutti del mio lavoro!
    Una volta arrivati al loro bersaglio, i tre ragazzi mi sferrarono contemporaneamente un pugno al volto, mi bastò abbassarmi all'altezza delle loro ginocchia per evitarli tutti e tre, e a che mi trovavo in quella posizione colpì le gambe di ognuno di essi con la spadina, fendendogli i quadricipiti. Dopodiché con una capriola all'indietro mi allontanai di qualche metro mentre i tre avversari cominciarono a sanguinare dalle gambe.

    - Che tu sia dannato! -

    Nuovamente si avvicinarono a me con foga, stavolta più furiosi che mai. Mi sferrarono una serie di pugni, calci e ginocchiate. Schivavo ogni loro colpo con grazia e maestria, ero molto concentrato. Seguivo ogni loro movimento con gli occhi e con l'udito, finché due calci allo stinco di sprovvista mi fecero ruzzolare per terra.
    Cavolo no!
    Neanche il tempo di rialzarmi e me li ritrovavo già di sopra a prendermi a calci, ogni loro colpo era sempre più doloroso, continuavano sempre di più finché non esplosi di rabbia. Gettai un urlo di odio e con una forza mastodontica roteai le gambe per terra, facendoli cadere tutti e tre e invertendo le nostre posizioni. Una volta in piedi lanciai tre shuriken allo stomaco di uno dei cugini, aggiungendo un fendente di Wakizashi alla coscia. Poi colpì violentemente l'altro cugino, lacerandogli la spalla e il petto. E infine mi dedicai a Eric, l'odioso e antipatico ragazzino di tutta Kiri. Piantai l'arma per terra e con la mano sinistra lo afferrai per il colletto, sollevandogli il busto da terra. Successivamente con la mano destra cominciai a prenderlo a pugni in faccia, in modo molto violento. Gli uscì del sangue, molto sangue in realtà. Ma non abbastanza da ucciderlo o farlo svenire, quella canaglia aveva la testa più dura di quanto pensassi. Non appena finì di sfogarmi presi nuovamente l'arma da terra e incisi una ''T'' nel suo petto.

    - Questo è per tutto ciò che mi hai fatto e detto in questi anni, sei ridicolo. La prossima volta che mi disturberai sarà peggio. -

    Non mi rispose, né lui né i suoi cugini. Erano tutti e tre a terra che si contorcevano per i dolori, io infine raccolsi gli shuriken e ripresi la via di casa. Finalmente aveva avuto ciò che meritava.
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    La vendetta aveva un sapore dolce, ed era un metodo molto efficace per sfogarsi. La mia vita in quel momento non poteva andare meglio. Ero diventato un Ninja e avevo dato una bella lezione al mio acerrimo rivale. Cosa potevo volere di più?
    Stavo per incamminarmi verso casa a passo cauto, in realtà non avevo nulla da andare a fare in abitazione, non sapevo neanche perché ci stavo ritornando. Così mi misi a pensare a qualcosa da poter fare. Non appena girai l'angolo successivo vidi una signora anziana bassina con diversi sacchetti in mano. Faceva fatica a portarli, il suo passo era molto lento per via della gobba di cui era malata. Mi avvicinai ad essa in fretta, richiamando la sua attenzione già da lontano.

    - Signora! Stia tranquilla non voglio derubarla. Mi permetta di aiutarla, dove glieli porto? -

    - Ohh .. *coff* *coff* .. Grazie giovane Shinobi ... *coff* * coff* .. Non abito lontano, la mia casa è quella lì in fondo. -

    Una piccola casetta in legno distava ad una cinquantina di metri. Presi i sacchetti della vecchietta e li portai a destinazione, fermandomi davanti l'uscio.

    - Ecco fatto! Si faccia aiutare da qualcuno la prossima volta. Non è più una ragazzina! Ahahah -

    - *coff* *coff* .. Che persona gentile ..*coff* * coff* Aspetta, accetta questo pezzo di torta -

    Mi presa una fetta di crostata dal tavolo, portandomela all'entrata di casa. Io la divorai all'istante, aveva un sapore dolciastro era sicuramente fatta in casa.

    - È squisita! Grazie, adesso vado! -

    Ero giunto nei pressi della magione del Mizukage Viraru. Avevo letto che solitamente appendevano le missioni di basso rango sulla bacheca ed era giunto il momento di fare qualche soldo, non potevo più prendermela comoda. Mi misi perciò a scrutare l'enorme bacheca, leggendo vari bigliettini e richieste d'aiuto al villaggio stesso. Dovevo solo sceglierne qualcuna, e proprio mentre mi cullavo nell'indecisione tra una missiva e un'altra, una voce familiare mi richiamò alle spalle.

    - Takeshi! Ti stai dando da fare eh? -

    - Maestro Misao, che sorpresa! Come va?! Stavo cercando qualche missione adatta a me. -

    - Mmh, ho io quel che fa per te. Stavo cercando di organizzare una squadra, come si usava ai miei tempi. Ho già due candidati, vuoi diventare tu il terzo e ultimo membro? -

    - Sarebbe fantastico! -

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    - Bene, ti presento i tue due nuovi compagni, Mashiro e Takeda. -

    Dalle sue spalle sbucarono fuori due Genin, un maschio e una ragazza. Entrambi mai visti prima di quel momento al villaggio.

    - Piacere, Mashiro! -

    - E io sono Takeda. -

    - Un po' più di entusiasmo Takeda! È il nostro nuovo compagno! -

    - Sisi, la prossima volta. -

    - Ehm, Takeshi, piacere mio ragazzi! -

    Strinsi la mano ad entrambi, scrutandoli da testa a piedi. La ragazza mi sembrava apposto, magra e carina, indossava una tuta molto aderente, rendendo molto visibili tutte le sue forme. Ma invece era Takeda, il tizio biondo che pareva strano. Portava uno strano taglio di capelli ed era molto snello. Nessun segno di muscolatura.

    - Avrete modo di conoscervi più tardi. Adesso abbiamo altro a cui pensare. Mentre io andrò a prescrivere la formazione del nostro team, voi dovrete portare a termine questa missione.

    Indicò una lettera appesa in bacheca, poi continuò il discorso:

    - Si tratta di un semplice gatto smarrito, dovrete trovarlo e portarlo alla padrona. Dato che siamo dentro il villaggio non correte alcun pericolo, quindi potete dividervi tranquillamente. Takeda e Mashiro, voi iniziate ad andare.

    - Agli ordini! -

    Subito dopo la loro partenza il maestro Misao si avvicinò a me, mettendomi una mano sulla spalla e avvicinandosi al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa.

    - Non penserai mica di poter cercare quel gatto camminando in tranquillità vero? Ti proibisco di camminare o rallentare, esigo vederti correre per tutto il villaggio finché non mi trovi quel dannato gatto. Non mi interessa se sei stanco o le gambe non ti reggono, prima lo troverai, prima potrai fermarti. -

    - Mpf, sono contento di riaverla come maestro. -

    Scattai di colpo, cominciando a sfrecciare per le varie vie di Kiri. Amavo quei suoi allenamenti severi.
     
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    Correvo a destra e a manca a tutto gas, rilassando i muscoli antagonisti delle gambe mentre quelli protagonisti rilasciavano la loro esplosività. Mi era stato proibito di fermarmi o rallentare, non potevo deludere il maestro Misao. Mi era mancato in realtà in quei giorni, da quando ero diventato Genin ci eravamo leggermente allontanati e io cominciai ad allenarmi da solo, mettendo in pratica tutti i suoi insegnamenti. Davanti ogni suo ordine v'era un allenamento di secondo fine, e in questo caso la corsa era per sviluppare resistenza e potenziare i muscoli delle gambe. D'altronde, per lui ogni momento doveva essere sfruttato al massimo poiché il tempo era il nostro peggior nemico. Proprio per questo mi disse di svolgere la missione correndo. Avevo l'immagine del gatto ben fissa in mente. Era un persiano a pelo lungo, quasi del tutto nero e con le zampe bianche. Sembrava alquanto particolare e costoso, la signora lo voleva ad ogni costo tanto da allarmare il Mizukage, inducendolo a farne una missione per tutti i Genin del villaggio.
    Svoltavo un angolo dopo l'altro, percorrendo le vie di Kiri come un disperato. I passanti mi guardavano sbigottiti, prendendomi per pazzo, altri pensavano che stessi scappando da qualcosa. Ma intanto i minuti passavano e io non trovavo un bel nulla. Cercavo in ogni dove, scatole, barili, giardini, cassonetti. Il villaggio della nebbia non era minuscolo, ci sarebbero volute delle ore piene per cercare perfettamente in ogni angolo, e ciò che mi preoccupava non era più il gatto, ma il mio grado di resistenza. Sapevo che nascosto da qualche parte v'era il Sensei Misao che mi osservava con attenzione, aspettando il momento giusto che io cedessi per punirmi. Magari era seduto su un pizzo di montagna col binocolo, o magari ce l'avevo costantemente accanto e non me ne accorgevo. Non volevo di certo incorrere in una delle sue severe punizioni, sarebbe stato capace di rendermi incapace di camminare per due giorni.
    Sembrava uno scherzo ma da quando imparai a controllare la reazione dei miei muscoli, riuscivo a resistere molto più del normale. Ad un tratto feci perno sul piede destro e con uno slancio del medesimo piede saltai prima su una mensola di una finestra, e successivamente sul tetto dell'abitazione stessa. Cominciai così a perlustrare i tetti, avendo in questo modo una visuale migliore di tutto il villaggio. Balzavo da una casa all'altra come un felino, portandomi appresso la mia cara e fedele Wakizashi che era pronta a squarciare qualsiasi nemico si fosse intromesso nel mio cammino. Qualsiasi riferimento era puramente casuale, Eric. Perché ormai me lo aspettavo sempre, ogni volta che stavo facendo qualcosa di importante spuntava lui a rompermi le balle. Chissà se dopo l'ultima umiliazione si sarebbe più fatto vivo.
    Scacciai i pensieri di Eric per concentrarmi nuovamente sulla missione e non appena alzai lo sguardo vidi Mashiro ad una trentina di metri di distanza, anche lei saltava per le case in ricerca del micio.

    - Hei Mashiro, novità? -

    La raggiunsi accelerando il passo, e una volta vicino continuai a correre invitandola di fare lo stesso. Non potevo fermarmi.

    - Naah.. ma ho cercato ovunque! Tu? Perché stiamo correndo? -

    - Ah, ehm non posso fermarmi. È l'allenamento che mi ha imposto il Sensei, comunque anche io niente, è una vera rogna. -

    - Capisco.. Hai visto Takeda? -

    - No, perché? -

    - Quel mascalzone si sarà seduto da qualche parte a non fare niente! È la pigrizia in persona! -

    - Ahahah! Vabbe dai, io vado di là, a dopo! -

    - Hola -

    La ragazza sembrava solare e abbastanza simpatica, mi ci sarei trovato sicuramente bene in squadra. In quanto all'altro ragazzo, ovvero il biondino coi capelli a caschetto, mi parse tutto il contrario. Con lui avrei dovuto faticare parecchio per andare d'accordo, sperai solo che la mia opinione fosse del tutto sbagliata.

    Continuai a macinare passo dopo passo per un'altra mezzora abbondante, finché un miagolio disperato proveniente da un camino catturò la mia attenzione. Mi fiondai così su quel lungo camino a mattonelle rosse, scalandolo verticalmente tramite la concentrazione del Chakra. Una volta giunto in cima compietti un balzo in alto per avere una migliore visione del contenuto del camino.
    Non potrei parlare di fortuna dopo un ora e mezza, ma il gatto lo trovai proprio lì dentro, impigliato nelle reti a trappola che v'erano nel condotto.
    Lo tirai fuori con molta calma e attenzione, cercando di ferirlo meno di quanto non lo era già.

    - TAKESHIIIII! ESCI DA QUEL BUCO! PENSI DI POTERTI NASCONDERE E FREGARMI COSI'?!! -

    Fuoriuscì dal camino mettendo in mostra prima il gatto che me stesso, la sua ira mi metteva a disagio.

    - Non mi ero nascosto, guarda qua! -

    - Ah, hai trovato il gatto, quindi non ti eri nascosto per la stanchezza. Bene, dallo a me ci penso io. Ci vediamo davanti la magione del Mizukage. -

    - Va bene sensei. -

    Avevo compiuto la missione, la mia prima missione ufficiale. Ma la cosa più importante era che finalmente potevo riposare dieci minuti, le gambe mi stavano saltando. Il sudore mi colava dalla fronte a gocce, percorrendo tutto il viso per poi scolare per terra dalla punta del mento. Avevo tutta la canottiera sudata ed ero letteralmente stanco morto. Mi accasciai al suolo stendendomi a pancia all'aria, allargando le braccia per prendere aria da più parti possibili. Ce l'avevo fatta, mi sentivo fiero di me stesso.
    Dopo quindici minuti arrivai al luogo d'incontro, una volta sul posto vidi Takeda e Mashiro seduti su una panchina lì vicino. Neanche ebbi il tempo di scambiare qualche parola con loro che il maestro Misao arrivò a far trambusto, frapponendosi fra me e loro.

    - Missione compiuta, prendetevi questa ricompensa. -

    - Oh, sei stato bravo Takeshi! -

    - Grazie Mashiro. -

    - Ringrazia Takeshi che ha trovato il gatto anche per noi, fannullone! -

    Si rivolse a Takeda colpendolo alla nuca con una sberla, sembravano proprio una scena comica quei due.

    - AHI! Sta ferma dannazione! L'avrei trovato anche da solo! -

    - Brutto maleducato... -

    - Basta così Mashiro, non importa. -

    - Ne avete ancora per molto? Devo dirvi una cosa più importante: La mia richiesta di formazione di una squadra è stata accolta con successo. Da questo momento in poi il Team Misao Orak è ufficialmente attivo. -

    Fine. Potete cambiare il titolo della quest in ''Formazione: Team Misao'
     
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    32! Cambio il titolo!
     
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