La Porta dell'Inferno

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    Era viva. Era vegeta. Anche se non era poi così tanto in forma. Aveva sicuramente bisogno di un altro paio di giorni per recuperare da quel grave incidente nautico, se così si può definire, avvenuto nel deserto di Suna. In quel letto d'ospedale aveva passato una notte piuttosto tranquilla, anche se scomoda perché dare metà letto ad un'altra persona non conviene mai a nessuno! Infatti quella mattina si ritrovava con metà corpo dolorante e metà non. E non era assolutamente una sensazione piacevole! Però voleva fare un giro comunque. Inohana era stanca di quella stanza d'ospedale. Era troppo bianca per i suoi gusti, le stava proprio sulle palle. Ban probabilmente era già tornato verso il villaggio nel paese dell'Erba, anche se si trattava solo di un sospetto. Era rimasta sola ma ormai si era abituata. Faceva piuttosto male al suo spirito, però sopportava, da più di un anno sopportava. E si era decisamente stancata di sopportare, anche e soprattutto quella stupida stanza bianca, quelle coperte bianche e tutto quello che la circondava di fottuto bianco! I liquidi seminali, i fogli di carta ed il latte sono meno bianchi di quella cavolo di stanza!
    Non poteva alzarsi dal letto, però... Beh, però se si trattava di girare per il villaggio, che problema c'era. Prima o poi qualcuno l'avrebbe trovata e riportata là. Per questo abbandonò il suo giaciglio, con la fasciatura sulla crapa ancora ben “salda”, e percorse il corridoio dell'ospedale del Vento. L'odore di acetone e solventi in genere era fortissimo, si distingueva sopra qualsiasi altro, persino quello del sangue. Però quello che la colpiva di più erano i suoni che si sentivano. All'interno della sua stanza arrivavano leggeri ed ovattati per colpa dei muri, all'esterno sembrava di sentire tanti piccoli inferni chiusi in stanze da cinque, sei metri quadrati. Le urla di dolore, le notizie dei medici, i drammi, i pianti e chissà quante altre informazioni orribili venivano date in quell'edificio. Ma c'era anche un piccolo angolo per le belle notizie, come perfette guarigioni, recupero da gravi infortuni e la cosa più bella che può succedere al mondo: dare la vita ad un'altra creatura. Era uno scorcio di felicità sentire ciò che veniva dal reparto maternità. I bambini che piangevano potevano essere un po' irritanti, però le parole felici delle madri, dei padri e di chiunque altro la rasserenavano.
    In un paio di minuti di tranquilla passeggiata abbandonò l'ospedale, ritrovandosi nel bel mezzo di Suna. Indossava gli abiti che aveva quando era partita dal suo villaggio che, per fortuna, non si erano danneggiati. Niente male! Anche la gonna era rimasta praticamente integra. Una vera e propria fortuna per la giovane, visto che ora si ritrovava con un paio di bende in testa, una sull'addome, le tette e le belle gambe al vento. Si rese immediatamente conto che una passeggiata le serviva proprio dopo gli eventi nel deserto. Nonostante il caldo, sentiva che ad ogni passo un piccolo peso si liberava dal suo giovane corpo. Si guardava attorno e notava che la vita a Suna era molto più frenetica e movimentata di quella di Kusa. Gli edifici erano più alti e fatti di sabbia. Inohana non capiva come mai si riuscivano a sorreggere su se stessi nonostante fossero fatti di sabbia... Era a dir poco affascinante. Voleva cercare di capire come cacchio potevano rimanere così stabili ed immobili nonostante le intemperie e chissà quante altre cose che possono accadere nell'arco di anni ed anni. Si trattava di edifici impressionanti. Addirittura alcuni erano alti otto, nove, dieci metri! Quelle costruzioni erano... Incredibili. Era a dir poco esterrefatta da quell'enorme villaggio che al confronto con Kusa sembrava una vera e propria metropoli. Le piaceva. Era un bel posto dove abitare. Preferiva di molto la frenesia ed il movimento continuo alla pacata calma e tranquillità all'interno del villaggio dell'Erba. Non si stava male, ma tutto quel movimento le dava una certa eccitazione nel corpo. Le piaceva un sacco!
    A furia di osservare quelle meravigliose ed incredibili costruzioni di sabbia, con torri altissime, finì per ritrovarsi alle porte del villaggio di Suna. Varcò esse stesse senza grossi problemi, probabilmente perché l'ampia porzione di seno e le chiappe perfettamente delineate distoglievano l'attenzione dei Ninja che controllavano le porte dal loro lavoro. Però lei non aveva alcun problema, aveva dato le sue generalità e tutto era a posto. Almeno così credeva. Passeggiò ancora per qualche minuto al di fuori del villaggio, in mezzo al deserto. Poteva sdraiarsi laggiù e prendere il sole, in tutta tranquillità, tornando dal suo Ban abbronzata e bellissima. Dannazione, al solo pensiero di lei con una pelle bronzea ed un bel fisico, le veniva voglia di fare sesso con se stessa. La sua mente era molto più strana, conturbata e problematica di quanto la gente potesse anche solo pensare di immaginare. E non era assolutamente colpa del caldo. La Yamanaka ad un certo punto sentì che c'era qualcosa di molto strano. Avvertì a pochi metri da lei una fonte di Chakra. Un ninja? In pericolo? Che cosa stava succedendo? Si avvicinò incuriosita, anche se normalmente la sua personalità le diceva di tenersi sempre alla larga da qualsiasi cosa succedeva. Però quella volta no, sentiva che doveva avvicinarsi a quella fonte di Chakra per scoprire che cosa succedeva. Poteva anche trattarsi di una persona in pericolo. E perché no, far valere le sue abilità ogni tanto era utile per una qualsiasi cosa! Quindi si avvicinò fino a che non arrivò praticamente nei pressi di questa fonte del Chakra sospetta e quello che si trovò davanti fu una vera e propria sorpresa

    - E questo... Che cazzo è? -

    Inohana rimase sorpresa da un'enorme... Cosa in mezzo al deserto.
    Sgranò gli occhi... E non ci capì più un cavolo. Era una trappola? Immediatamente dentro di lei incominciò a scorrere una piccola agitazione ed una certa adrenalina, anche se l'idea di trovarsi in gabbia ed impossibilitata ad andarsene da quel deserto. Ma... Beh, se moriva nessuno avrebbe sofferto. Però si trattava soltanto di una fonte di Chakra. E soprattutto c'era solo una enorme struttura che faceva così tanta ombra da farle sentire al tatto un certo fresco. La osservò, stupita, fino a che non si accorse di un cartello...

    * Cercate di aprire la Porta dell'Inferno, o voi stranieri, per carpirne i suoi segreti.
    O morite nella polvere provandoci.
    *



    Cavolo, molto rassicurante ed incoraggiante! Un vera e propria motivazione! O un grande amico! Però una sfida era sempre una sfida... Ed Inohana voleva sempre provare le sue abilità. Chi lo sa cos'era quella Porta dell'Inferno. Sembrava figa...

    Questa è la mia Quest per ottenere il Rashoumon, spiegando come lo ottiene e cosa Inohana se ne farà :fifi:.
     
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    Quindi, Inohana si ritrovava davanti alla sua bella faccia un enorme costruzione, in quella che sembrava pietra, che doveva aprire. Mai fidarsi dei cartelli e degli estranei, ma probabilmente la madre così presente nella vita della giovane di Kusa quello non glielo aveva proprio insegnato. Infatti la ragazza rimase così incuriosita ed esterrefatta da quella enorme porta che si paralizzò per un paio di istanti. Se sarebbe rimasta là probabilmente avrebbe preso un bel colpo di calore e sarebbe morta prima o poi, quindi doveva agire. Ma al contrario lei, da brava stupida tontolona, era rimasta là a cercare di capire da dove usciva quel portone e soprattutto chi avesse potuto piazzare quella struttura in mezzo al deserto. Era tutto così strano e stupidamente interessante. Così tanto che la sedicenne finì per avvicinarsi a quell'enorme oggetto e lo sfiorò con una mano. Era, ovviamente, un composto duro, solido. Sembrava spesso ed estremamente resistente. Passò la propria mano un paio di volte su una di quelle che sembravano enormi colonne portanti alte quasi quanto un palazzo gigante. La superficie di quel coso era ruvida al tatto e formata da una quantità quasi infinita di intagliature e malformazioni dovute al... Tempo meteorologico? Era tutto così strano ma estremamente affascinante che Inohana non riusciva a togliersi da là. Osservò il braccio con cui toccava quella particolare porta e riscontrò che si sarebbe trattato di un'impresa praticamente impossibile per lei.

    - Eh. Ho proprio ragione a chiedermi perché mi chiama Guerriera dei Sette Regni, visto che non ho muscoli. Ossa, carne e niente... Ecco, mi sarebbero proprio serviti un po' di muscoli! Mannaggia! -

    Disse, mentre cercava di immaginarsi qualche cosa per aprire quell'enorme scatola. C'era una gigantesca bocca davanti ad essa, ed il contorno era formato da giganteschi spunzoni che somigliavano più a dei capelli piuttosto disordinati. E proprio quegli spunzoni sembravano aver subito le condizioni meteorologiche ed i tentativi di stranieri di aprire quella buffa porta. Proprio per quell'enorme volto grigiastro impresso sul portone sembrava buffa, ma anche interessante. Quel volto non era molto simpatico e non dava l'idea di essere quello di una brava persona, visto come sembrava incazzato...
    Purtroppo però avrebbe dovuto rinunciare all'idea di aprire quella “Porta dell'Inferno”. Non era abbastanza forte. Anzi, di forza non ne aveva proprio, tanto che se riusciva a sollevare un secchio d'acqua pieno era un mezzo miracolo. Però, aveva a sua disposizioni armi completamente diverse dai muscoli e la mera forza fisica per sfondare quel gigantesco portone. Era probabilmente fatto di roccia, ed il suo Chakra di fulmine era in grado di sbriciolare la roccia. Provare non faceva assolutamente male... In fondo, non c'era scritto che bisognava aprire quel portone usando la forza delle proprie braccia.
    Si strofinò il naso ed osservò per un momento quel coso. Era sì enorme, ma sarebbero bastati un paio di colpi ben assestati per aprire quella porta. Ma perché non mettere una mano direttamente in mezzo a quella grossa bocca fatta di... Roccia? Inohana pensava di sì. Poggiò le sue piccole e minute dita, sorrise ed ecco che piazzò una devastante carica di Raiton proprio in mezzo a quei denti bianchi e minacciosi. Sfogò, assieme al suo fulmine, una parte di rabbia e tristezza che portava con se da quando, il giorno prima, il dottore le aveva ricordato di sua madre e di come ella era scomparsa, abbandonandola in un villaggio, in una casa, dove forse nemmeno lei voleva stare. Il suo sorriso in un istante scomparve, ricoprendosi di rabbiosa cattiveria. Il flusso di Chakra e di fulmini dal colore giallastro si intensificò, ricoprendole prima il polso e poi la mano, su fino a parte dell'avambraccio. Il suo sguardo mostrò quella carica di furia che la circondava e piano piano la sprigionava dritta su quella costruzione, fino a che anch'essa non cominciò a sentire i colpi di quei fulmini. L'odore di bruciato si cominciava a sentire... Fino a che...

    - Ehi, ragazzina, la pianti?! Così mi distruggi il Rash...
    ODDIO, MI STAI BRUCIANDO IL CULO! AHIO!
    -

    - EH? Chi cavolo ha parlato?... Oh mio Dio!?! -

    Smise di scaricare i suoi fulmini su quella porta, vedendo una piccola ombra cadere lenta alle spalle di quella specie di scatola ed una puzza terribile di bruciato. Aveva ammazzato... Qualcuno?! Era la fonte di Chakra! Maledizione! Scavalcò la struttura correndo su di essa grazie al controllo del Chakra che aveva acquisito in anni, fiondandosi dietro alla struttura ed osservando che qualcuno aveva la testa immersa nella sabbia e dai suoi pantaloni usciva una piccola nuvoletta di fumo e tanta, troppa, puzza di bruciato. Che cazzo succedeva?
     
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    Un ragazzino si ritrovava con... La testa nel deserto di Suna. Ed era il caso di dirlo, visto che quel tipo aveva metà busto infilato nella sabbia e sarebbe sicuramente morto soffocato e da come scalciava l'aria probabilmente l'ossigeno gli mancava eccome! La Yamanaka si affrettò a scivolare sulla superficie giù, fino a raggiungere l'omino a cui serviva quasi certamente una mano per salvarsi da quella situazione imbarazzante. Prese di peso le caviglie del tizio che menava l'aria come un can per l'aia e cercò di tirarlo fuori da laggiù. Il ragazzino si ritrovava con due chiappe arrostite e tanta di quella sabbia negli orifizi superiori del corpo da fare invidia alle giare di sabbia. Scalciava come uno psicopatico e questo di certo non aiutava la debole ragazzina di Kusa, che dovette metterci più forza di quanta ne avesse mai usata per tentare di aprire il portone alle sue spalle. Alla fine, dopo un paio di secondi di pura follia, con urla soffocate dai granelli e calci che per poco non le arrivavano al mento, la giovane fu finalmente in grado di portare alla luce la testa di quel tipo strano e... Boh, quasi sicuramente scemo. Si trattava di un ragazzino dai capelli biondi a caschetto e degli inquietanti e terrificanti occhi rossi come il sangue. Inohana alla vista di quello sguardo provò un vero e proprio senso di stranezza estrema: sembrava un deficiente con degli occhi da maniaco sessuale. Ed un sorrisetto ignorante perduto nel vomitare sabbia dalla bocca. Sembrava decisamente arrabbiato a vedere quegli occhi rossi e come squadravano la ragazza di Kusa. Era davvero furioso! Beh, si ritrovava dei costosi pantaloni con un buco praticamente sul cavallo, era anche un po' scusato per la sua furia.

    - EHI, MALEDETTA TETTONA, CHE TI SALTA IN MENTE? POTEVI ARROSTIRMI! CHE DIAVOLO DI INTENZIONI HAI, STAR LA' A FISSARMI? DEVI COMPRARMI DEI PANTALONI NUOVI IDIOTA! -

    Ed Inohana rimase là, ad osservarlo, sbadigliando tra le sue fauci mentre lui urlava e si agitava, indicando il buco da cui... Si vedevano le sue mutande. E non era ovviamente un bello spettacolo. Era anzi così noioso e così fuori luogo che la giovane di Kusa si sdraiò sulla sabbia, spostandosi dalla zona ombrosa formata dal giovane e si sdraiò. Prendendo il sole. Dimostrando ancora una volta che il suo carattere era estremamente volubile e non solo per l'alcol, ma anche per la sua depressione. E perché no, del come è nata e cresciuta. La sua buona azione l'aveva fatta, ora al diavolo il resto del mondo. Ecco cosa aveva pensato quando aveva deciso di appoggiare le sue generose e perfette chiappe sulla sabbia rovente, nascondendo un lancinante dolore per il bruciore che la polvere gialla restituiva.

    - Quando hai finito di bestemmiare il nulla vedi di presentarti o i tuoi pantaloni avranno un buco più piccolo di quello sul tuo petto. O della tua bocca... -

    - COME CAZZO PARLIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII! -

    Fece l'irritato giovine, il quale le coprì il volto con la sua spaventosa faccia. Sì, faceva abbastanza paura. Specialmente per gli occhi rossi, il sorriso da assassino e la spada che stava sguainando da sotto la sua tunica bianca sporca di polvere giallastra.

    - Senti, stronzetta, devi comprarmi dei pantaloni nuovi. Sono firmati, alta classe, hai idea di quanti decerebrati ho dovuto fregare per comprarmeli? Adesso alzi le tue enormi ed inutili tette ed il tuo inutile culo dalla sabbia E MI COMPRI DEI FOTTUTI PANTALONI O TI AMMAZZO!! -

    Al che, Inohana, con tutta la calma esistente nel mondo del caos, si alza e prende un braccio dello smilzo giovane.

    - Le mie tette, con permesso, son più grandi del tuo cervello. E ti prendo i pantaloni a due condizioni: la smetti di urlare con il tuo alito che puzza di sabbia sapor merda e che mi insegni a tirare su quel coso grande come un palazzo. Altrimenti, ti faccio salire i peli pubici su per la trachea e te li faccio vomitare dal culo. Intesi? -

    Molto tranquilla come discussione. Così come il volto “creepy” che aveva assunto la giovane Yamanaka, sfoggiando un sorriso di perverso dolore ed annusando l'intenso e pregiato odore del sangue altrui con gustosa dedizione. I suoi occhi erano inquietanti ed iniettati di rabbia quasi come quelli rossi del biondino, il quale per altro non si era ancora presentato e sicuramente non aveva intenzione di farlo. Però sembrò risultare lo sconfitto dallo scontro. Con una forza non indifferente, calcolando soprattutto la sua struttura fisica, si sbarazzò della piccola e debole presa della mano della ragazza, prendendosi un pochino di spazio dal suo splendido corpo seduto sui carboni ardenti.

    - Il Rashoumon per dei pantaloni? Diamine, devono darmi una laurea in economia, bastardi!
    Beh, quel “coso” alle tue spalle si chiama Rashoumon, altrimenti detta Porta dell'Inferno. E' un HiJutsu Ninja che qualche coglione ha lasciato per strada, che un bravo Ninja errante come me prende e ruba. La Porta dell'Inferno protegge da attacchi di enorme potenza... Beh, non tanto enorme, ma mi avrebbe di certo parato il culo da un paio delle tue scosse elettriche, TETTONA... Puoi però evocarla una volta ogni determinato tempo. Non so perché, però è così. Chiedi a chi ha scritto sta merda... Altro? Sì, non si apre con le mani, CRETINA! SI DISTRUGGE E BASTA. Capito?
    -

    - Una tecnica buona per proteggermi da attacchi nemici... Uhm. Può essermi molto utile...! Toh, NANETTO, pigliati i tuoi soldi e vattene. E dammi sto rotolo, maledetto...! -

    Disse, lanciandogli addosso un sacchetto di Ryo. Perché aveva dei soldi con se era un mistero, però l'idea di poter usare quel Rashoumon per proteggersi da assalti nemici le piaceva. Era la tecnica ideale per una persona che aveva bisogno di un determinato raggio d'azione medio-lungo per essere efficace. Quel Rashoumon poteva rendere la sua vita più semplice, proteggendola da potenti attacchi, sia ad area, sia a raggio, sia corpo-a-corpo dove ovviamente non eccelleva. Prese il rotolo e vide il giovane allontanarsi mettendo le mani verso... Mboh, quel buco. Era piuttosto piccolo, quasi invisibile. Però quei pantaloni non erano veramente male... E probabilmente si era fatto i soldi per comprarli proprio grazie a quella Porta dell'Inferno, magari con un meschino tranello. Se ne andava contando i soldi e sussurrando parole che giunsero come urla all'orecchio della Yamanaka.

    - Dannazione quanto è GNOCCAAAAAAAAAAh... -

    Ed Inohana sorrise, tenera, mentre all'ombra del Rashoumon leggeva quel rotolo per imparare ad evocarlo... Finché esso non le scomparve da sotto il culo, facendola piombare sulla sabbia ardente.

    - AAAAAAAAAAAAAAAARGH. DANNAZIONE SABBIA! -



    In parole povere, impara il Rashoumon perché è una "ottima difesa" :fifi:
    Quest fatta più o meno per ricordarmi come si scrive e spiegare un po' come lo impara, diciamo in una maniera fuori dal comune :asd:
    Attendo Exp. Non appena la ricevo richiedo di imparare sia la Tecnica del Richiamo sia il Rashoumon, ho l'Exp per entrambe.
     
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    Sotto un Albero di Arance.

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