[Missione di II Trama] Scorci di Eclettismo

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    Greed


    Non è questione di fiducia, è questione di fare ciò che va fatto. Non sono qui perchè mi sono affidato a qualcuno, non c'è spazio per queste cose nel mio presente. Tutto ciò che farò, lo farò perchè è giusto che sia così. Ed in tutto questo io, te Zero e chiunque altro... siamo solo mezzi, i cavi attraverso cui scorre la corrente per alimentare il futuro. Devi capire che tu...
    Devi capire che... Ascolta, non so cosa ti abbia promesso Zero, ma sta pur certo che manterrà la parola. Non è uomo da tirarsi indietro. Lui paga i suoi debiti, la mia presenza qui ne è testimone.
    Ora andrete da loro, dall'esercito dei fuorilegge. Che parte di loro segua la via che vi ho mostrato per introdursi alla Foglia, e sferri l'attacco nel momento più propizio: l'esecuzione di Zero. La popolazione sarà impreparata, non reagirà prontamente.
    Il resto dei Mukenin dovrà sferrare il proprio attacco a Kusa. In men che non si dica, avremmo due Villaggi dalla nostra, pronti per la mossa successiva. Doppia vittoria, doppia gloria, doppio bottino, doppia vendetta! Ma è di vitale importanza che l'attacco sia sincronizzato; se così non fosse, c'è il rischio che l'allerta si diffonda e ci troveremo a dover affrontare un nemico preparato a reagire. Intesi?
    Ci sarà bisogno di voi tra le fila dell'esercito che attaccherà Kusa. Vi voglio lì, buona fortuna...


    - Ti sbagli. E' SOLTANTO questione di fiducia.*

    - Sì, si, abbiamo capito. Fa un pò come ti pare, noi andremo dai mukenin! -

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    Recita la sua parte con la piena consapevolezza di stare sbagliando tutto. Ma la spavalderia, l'aria da buontempone, il fumo della sigaretta: niente riesce a nascondere il velo di angoscia che gli attanaglia i pensieri. Dallo spazio laterale degli occhiali da sole, scorge la gemella, leggendo in lei le stesse sue preoccupazioni. Nonubu si defila...

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    - Marco....cos'è tutto questo? A cosa stiamo andando incontro? -

    Perde la sua forza, il suo mancato sex-appeal, e anche il suo essere maschiaccio. In questo momento non è più che una ragazzina spaventata e indifesa.
    "Stiamo andando a morire", avrebbe voluto - e forse dovuto - dirle, per prepararla al peggio, ma come può un fratello rivelare una cosa simile alla sorella?
    Sospira, camuffando la cosa nell'espirazione del fumo da dentro i polmoni all'esterno. Lo cavalca un nubifragio di emozioni, sentimenti contrastanti, nastalgie, rimpianti...


    - Andiamo, sorellina, non te la starai mica facendo sotto alla tua età?! -

    Aspira nuovamente con un innascondibile tremolìo della sigaretta, dovuto alle dita che non riescono a fermarsi.
    Una goccia di sudore freddo gli scivola giù dalla tempia, e Marco da bravo fratello anche stavolta nasconde la frenesia...


    - Uuuuh, accidenti! Chi l'avrebbe mai detto che a Konoha fa tanto caldo! -

    - Sii serio per una volta, CAVOLO!!! -

    - ...ricordi...?

    La zittisce scostandosi dal naso gli occhiali e guardando al cielo, dopo aver frenato bruscamente il passo. Pare aver proferito l'intermezzo di un racconto nostalgico in quell'unica domanda retorica...

    - Cosa, dovrei ricordare? -

    - Tutto. Dall'inizio alla fine. Senza tralasciare niente. Non un dettaglio, nè una giornata lasciata al caso.
    Noi due siamo sempre stati questo. -


    Apre le braccia, divarica le gambe, come a volergli mostrare quello che già la circonda: la natura verdeggiante del Paese del Fuoco.
    Greta non capisce, e per quanto provi a guardarsi attorno, non gli si accende la benchè minima lampadina. Marco tenta di delucidarla:


    - ...delle povere bestiole alla fine della catena alimentare, costrette a nutrirsi degli avanzi e di correre, e correre. E correre ancora. Non siamo mai stati destinati ad altro. Non abbiamo mai sperato nient'altro oltre un palmo dal nostro naso. E questo ci sempre permesso di ridere delle "situazioni altolocate".
    Burocrazia, gerarchia, meritocrazia, libertà, diritti, doveri, rivolte popolari per ottenere di più. In che maniera ci saremmo potuti preoccupare di cose tanto trascendenti come la filosofia? Come la giustizia?
    Noi due...la nostra spavalderia, il nostro carattere. Sono il prodotto del nostro guardare dall'alto in basso chi pretende di fare la stessa cosa con noi.
    Dobbiamo ridere, sganasciarci dalle risate davanti ai problemi del mondo che sta sopra di noi. Perchè infondo, in verità, ci sta sotto, e di molto per giunta. *Coff coff* -


    Parla troppo lungo con la sigaretta tra le labbra. Gli viene da tossire, da espellere il fumo in eccesso. E' solo allora che la sorella si inserisce nel discorso...

    - Ci sto provando Marco, dico sul serio, ma non capisco dove tu voglia arrivare... -

    Marco sorride, le si avvicina e le ghermisce il collo con un braccio. Innalza l'altro al cielo, nuotando con esso tra le stelle; infine afferra la luna, e la stringe nel palmo:

    - Non ti è mai capitato di sognare? Raggiungere mete inarrivabili per noi? -

    - E quando? Ci siamo sempre preoccupati di sopravvivere, giorno per giorno, di rubare per mangiare, occupare proprietà non nostre per ripararci dal freddo...QUANDO POTEVO?! -

    - "Stay Alive". Per potere sopravvivere ci siamo dimenticati che siamo esseri umani, e che in quanto tali dovrebbe volere il meglio per noi, qualcosa di più. E quel "qualcosa di più" sai cos'è? -

    - No che non lo so... -

    - Non ne ho idea nemmeno io. Ma so che lo voglio, per me, ma soprattutto per te, Greta. Tu sei la mia sorellina, non voglio che moriamo mano nella mano dopo aver vissuto giorni tutti uguali. E' vero, siamo nati così, senza niente, ma questo non vuol dire che non possiamo lottare per cambiare la situazione.
    Zero. E' stata probabilmente una condanna più che una benedizione, ma così come lui pensa di sfruttare noi per i suoi scopi, noi faremo lo stesso con lui. Staremo al suo gioco, finchè non ci darà un posto dove stare tranquilli, senza più il pensiero di dover rubare per sopravvivere. -


    E dicendo ciò la stringe forte al petto, evocando un momento fraterno totalmente dissonante dalla loro immagine consueta. Le bacia i capelli, poi la fronte, e strizza gli occhi recitando nella sua mente qualunque preghiera a qualsivoglia dio che esista...

    - Tutto questo...non sono sicura ne usciremo vivi...

    - L'abbiamo sempre fatto. Perchè non dovremmo ora? -

    - Non abbiamo mai affrontato dei mostri prima d'ora... -

    - Vedila in questo modo: c'è sempre una prima volta! -

    Un paio di ore dopo, circa alle quattro e mezza del mattino, di fretta giungono presso "L'ultimo Coltello", lo stesso luogo dove Zero mascherato aveva aizzato i mukenin a seguire il suo piano d'invasione.
    Ad accoglierli soltanto una serie di brutti sguardi e pessime intenzioni. Tuttavia, benchè armati fino ai denti, i loschi vengono fermati tutti assieme dal bicchiere del barista, che ricorda ai presenti di chi sono gli araldi. E' sufficiente "Zero" per fermare i loro proposito, e ripulire dal cerume le loro orecchie...


    - Bene, bene, bene. Vi ricordate di noi a quanto vedo! Direi che è uno SPLENDIDO inizio!
    Sapete cosa si dice, no?! Ambasciator non porta pena, e in questo caso siamo in due: i preparativi sono pronti per attaccare Konoha. C'è solo un cambio di programma... -


    - E SAREBBE?! -

    Tuona col gran vocione il tipo del tavolino più vicino, alitando in faccia all'indifeso Marco e allungando uno sguardo poco indiscreto alla gemella...

    - "Sarebbe" una diramazione, un'estensione se preferisci, del raggio di conquista. Prendiamo anche Kusa. -

    - AHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!! ANCHE KUSA?!?!!? E POI, OTO?! SUNA?! Perchè non anche Taki a che ci siamo?! AHAHHAHA!
    Ascoltami, razza di idiota, non so se sei più rincoglionito tu o quel pazzo di Zero, ma una cosa del genere è impossibile!! IMPOSSIBILE TI DICO! -


    - Lascia che sia io a giudicare "l'impossibile". -

    - LORD STROKE! -

    Compare dall'oscurità, armato e mascherato fino ai denti. Solo una metà del suo corpo rivela la sua luce dai meandri soffusi del luogo, un'entità mistica, quasi paranormale. Con due braccia conservate dietro la schiena, incede passo dopo passo per la bettola, avvicinandosi man mano al duo impreparato all'evento. Per loro era una leggenda, una favoletta per bambini, eppure quando hai davanti un'illusione è difficile distinguerla dalla realtà...

    - Stroke? DEATHSTROKE?! -

    - Leader dei mukenin, il mandante di ogni omicidio efferato ed importante al fine di indebolire il mondo ninja. Essere al suo cospetto...mi dica: è più un onore...o una condanna? -

    - Dipende da cosa intendi per "onore" e cosa per "condanna". Tuttavia state pure tranquilli. Non mi trovo certo qui per caso, ma proprio perchè "qualcosa" si muove ai piani alti, laddove noi mukenin siamo poco più che vampiri: letali di notte, infermi di giorno.
    Perciò, ditemi, ambasciatori di Zero: com'era quella storia della duplice invasione? Sono quasi tentato di fare il vostro gioco. Convincetemi. -




    Kusa non brucia, non si distrugge, non urla. Perchè l'ha già fatto.
    I mukenin sono perfettamente penetrati prima nel confine dell'Erba, poi nel villaggio, con l'invito indiscutibile della Kusakage. E' impazzita? Sì, sì che lo è, eppure non lo da a vedere. E' sempre lei, negli atteggiamenti, nei modi di fare, nelle esibizioni. Non è uno di quegli zombie sbavosi che eseguono gli ordini privi di un'anima. No. Lei ce l'ha. Corrotta, corrosa, deviata, ma ne ha una. Piange per i suoi compatrioti, i suoi concittadini che fino a un'ora fa la osannavano e rispettavano per il modo di governare. Ciononostante la sua devozione al dio Jashin - che per anni è stata la sua culla e la sua cura - ha spianato la strada alla scintilla di Zero, che attraverso Nonubu ha agito da Konoha, dalla cima del patibolo che lo ha condannato a morire.
    [...] Kuroi Yume come da promessa, falcia ogni vita innocente, ogni brandello di carne pura che in vita non ha mai commesso alcun genere di peccato, o se l'ha commesso, l'ha ben nascosto. E ci stanno resti di ogni sorta per le strade insanguinata dell'Erba, prima verdi e fiorenti, ora rosse e stagnanti.
    Nel panico c'è chi combatte con fervore in difesa del suo villaggio, rischiando più volte la vita per l'ideale di appartenenza a una comunità; c'è chi lo fa dalla parte "sbagliata" seguendo Stroke e la promessa di una terra tutta sua; ma c'è anche chi non ha intenzione di vendere la propria pelle, nè a modico nè a caro prezzo, e quindi si nasconde, nella speranza di sopravvivere quel che basta per capire quale parte avrà la meglio. Tra questi la maggior parte dei civili, certo, ma anche i gemelli Marco e Greta, incapaci di essere all'altezza dei guerrieri che al di là del muro si combattono con ardore. Si fanno forza vicendevolmente, e magari appaiono come dei vigliacchi, tuttavia questo è solo il trambusto più assordante della loro quotidianità.
    Esiste anche un'ultima fazione, quella infervorata dalle parole di Nonubu Senju, il cui ruolo di cambia-bandiera è impersonato con eccelso zelo. Causa di tutto quel manicomio, adesso ne diventa anche conseguenza: arma di motivazioni i soldati di Kusa, e gli intima di combattere al fianco di un popolo, al quale si rivolge con le parole di Zero.
    E' fatta.
    Il mukenin dal patibolo di Konoha non avrebbe saputo fare di meglio. Adesso è solo questione di tempo. Per quanto gli riguarda, il suo pupillo ha fatto bene la sua parte. Non gli serve più...per ora...


    UOMINI, A ME! E' ORA DI ACCETTARE LE DIMISSIONI DI QUESTA DANNNATA! SEGUITEMI, AIUTATEMI A RESPINGERE QUEST'ORDA INFERNALE CHE LEI HA PORTATO TRA LE VOSTRE CASE, PER UCCIDERE I VOSTRI AMICI, LE VOSTRE FAMIGLIE. FATELO, E VI PROMETTO CHE PIU' NESSUNO MINACCERA' LA LIBERTA' CHE VI APPARTIENE PER DIRITTO. FATELO, E POTRETE TORNARE ALLE VOSTRE CASE, PER DIFENDERLE NON PIU' IN NOME DI UNA FANATICA DEDITA SOLO AL VIZIO, ALLA CORRUZIONE, AL SUO DIO. MA LE DIFENDERETE IN NOME DI QUALCOSA DI PIU' GRANDE, UN IMPERO CHE NASCE CON L'UNICO SCOPO DI RIPULIRE QUESTO MONDO DALLE MENZOGNE. VI DO L'OPPORTUNITA' DI RIAPPROPRIARVI DELLE VOSTRE VITE, DEL VOSTRO VILLAGGIO. KUSA SARA' VOSTRA, NESSUNO POTRA' INTERFERIRE! POTRETE FARE CIO' CHE VOLETE... MA COMINCIATE RESPINGENDO QUESTI BASTARDI E LIBERANDO I VOSTRI CARI! A MEEEE!!!
    A noi due, puttana.


    - TU, ARALDO DI KONOHA! NON HAI LA BENCHE' MINIMA IDEA IN QUALE GUAIO SEI ANDATO A CACCIARTI, "TESORO"!! -

    Fa risaltare la sua voluminosa chioma dall'energia sprigionata dall'Olocausto di Jashin. Il sangue di Kusa viene ripulito, risucchiato e riversato attorno a lei, descrivendo un'aura vibrante e luminosa. Plasma. Plasma dovunque, ovunque concentrato davanti agli occhi del ninja di Konoha.
    Brandisce l'arma tri-lama con una sola mano, tenendola fissa al centro dell'impugnatura. E' la sua prerogativa principale, almeno quella dimostrata nella caccia ai mukenin; tuttavia nessuno, neanche gli anbu che ora cercano le si rivoltano contro, hanno idea delle sue reali capacità. Ma secondo l'ordine impartitole dal Kotoamatsukami, oggi è il giorno del Giubileo, e non esiste alcun motivo per trattenersi....


    - AVREMMO POTUTO FARE TANTI BEI GIOCHINI ASSIEME, MA OGGI NON E' IL TUO GIORNO FORTUNATO.
    DEVO SACRIFICARTI A JASHIN, E CON TE L'INTERO MIO POPOLO.
    OTTERREMO LA SALVEZZA, MENTRE VOI BRUCERETE IN ETERNO! -


    Così facendo, da a vedere un brusco movimento che impone sulla guardia Nonubu, ma che in seguito si rivela qualcosa di..."diverso".
    Difatti appoggia le tre lame della falce nel cavo dell'ascella, e lì...WUUM! Premendo verso l'alto si stacca di netto il braccio sinistro, che cade per terra e dalla cui ferita zampilla una quantità oscena di sangue.
    Yume si china e con due dita evoca un altro dei suoi sigilli....


    - JUJUTSU - FLUIDIFICAZIONE DI JASHIN! -

    Non è chiaro il come o il perchè, ma dai simboli si libera dell'ulteriore chakra, che convoglia il sangue circostante attorno alla Kusakage, facendola diventare...un mostro!

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    - Occhi cremisi iniettati di plasma, vestiti andati, forme anatomiche circondate dal fluido.
    La falce è scomparsa, incanalata dall'essenza liquida che l'avvolge da capo a piede e che viaggia attorno al baricentro del suo corpo solido. Difficile determinare a prima vista le conseguenze della Stregoneria evocata, ma di certo non hanno niente di amichevole.


    - SHINE'! -



    Sta per "muori", e in effetti è il preludio all'attività bellica della Kage, che si spinge verso la sua prima offensiva: rapidissima si sposta in modo tale che a dividerla siano appena dieci metri dall'obbiettivo, quindi sferza a vuoto l'aria, trascinandosi il manto liquido, ce a sua volta raggiunge Nonubu.
    Il secondo colpo: guardando gli spostamenti dell'avversario, parte una seconda sferzata, in grado di penetrare anche il suolo; quindi il terzo ed ultimo attacco: ruotando di 360° sul suo bacino, l'estensione di sangue si stacca parzialmente dalla sua origine, prendendo le sembianze della vecchia falce, per quanto tre volte più estesa. Vortica su se stessa, con lo stesso bersaglio di prima. E' in grado di trapassare qualunque difesa solida, e non solo: chiunque ferisce, ne assorbe il sangue e lo riporta "indietro" a Yume, per altri scopi.
    Il ninja di Konoha è in seri guai, anche perchè non può servirsi del Nibi per evitare di essere smascherato. Cosa farà per sopravvivere?


    Fatti un'idea :si2:
    La più piccola delle ferite con questo sangue, in generale (non solo con l'ultimo attacco), va a raccogliere il tuo di sangue per portarlo alla tizia. Sono svariati gli scopi. Non farti colpire :please:
    P.S. gli attacchi trapassano le difese solide :please:


    Kuroi Yume
    Resistenza: 900
    Stamina: 1000- 100 (Olocausto) - 70
    Azioni:
    - Fluidificazione (70 + 50 come mantenimento nei turni)
    - Attacco 1
    - Attacco 2
    - Attacco 3

    Note: L'olocausto di Jashin funge comunque da cerchio per il Giudizio di morte. Questo significa che se ingerisce il tuo sangue, devi fare in modo che non tocchi terra per attivare l'auto-danneggiamento indotto.
     
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  2. Anselmo
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    -[ X ]-


    Un pizzico di dialettica, qualche fetta di teatralità, uno spruzzo di arroganza, il tutto condito con molto, molto inganno...

    ...e guarda cosa siamo riusciti a fare a questo Villaggio, Zero.

    Pensai voltando lo sguardo da Est ad Ovest, sull'oceano di anime che si davano battaglia tra cascate di sangue, viscere, legno e mattoni. Riuscii persino a dimenticare, seppur soltanto per qualche istante, il tremendo quesito che mi avrebbe infine indotto a mutare da araldo a voltagabbana. Una metamorfosi degli intenti che avrebbe influenzato radicalmente gli eventi a venire. Una vera e propria bomba ad orologeria pronta a detonare, strappando al mondo terreno innumerevoli vite umane, sovvertendo allineamenti politici di intere nazioni ma, più di ogni altra cosa, mappando una nuova geografia nel mio futuro. Un pensiero egoistico, questo è certo, ma innegabile per un uomo come me. Per quanto disastrose potessero essere le conseguenze delle azioni di un individuo nella mia posizione, niente era più importante del mio volere. Ed il mio volere mi vedeva sulle tracce di Zero, ancora una volta, ma con fini nuovi, neo-nati. Volere che per un istante non appartenne più a me, rapito com'ero dallo spettacolo che si presentava ai miei occhi. Fuoco e fiamme a rilucere nei miei occhi avidi di combattimento, incastonati in un espressione aggrottata, rivolta ai guerrieri che fluivano come forza in forma terrena al mio cospetto. Le masse si dividevano, disponendosi idealmente in due eserciti compatti e pronti a sfondare le linee l'uno dell'altro. Un esercito era fedele al proprio capo ed al dio che egli aveva fatto proprio strumento per governare. L'altro esercito era fedele ai propri sentimenti, al proprio senso di giustizia e quindi unito per ribellarsi contro Kuroi Yume, una ribellione che in quel momento ero io ad incarnare. Due eserciti nemici, pronti ad affrontarsi in una battaglia all'ultimo sangue che però io sapevo non avrebbe portato ad altro che all'annientamento di entrambi. E lo sapeva anche lei, l'apostola di Jashin. Questo il motivo per cui i nostri sguardi s'incastrarono l'uno nell'altro, entrambi consapevoli che le sorti del conflitto sarebbero state decise da chi fra noi due, e nessun altro, avrebbe prevalso. Gli eventi mi avevano portato a questo: divenire un conquistatore di nazioni, gettarmi in un duello all'ultimo sangue. O io, o lei...

    VENGO DA KONOHA, DOVE IN QUESTO STESSO MOMENTO I FUORILEGGE STANNO TRUCIDANDO IL MIO POPOLO... HO DOVUTO ABBANDONARLA A SE STESSA PER VENIRE QUA ED AVVERTIRE IL VOSTRO KAGE DEL PERICOLO IMMINENTE... SONO VENUTO MENO AI MIEI OBBLIGHI, CHE MI VEDREBBERO DENTRO LE MURA DEL MIO VILLAGGIO, PER FARGLI DA SCUDO CONTRO GLI INVASORI! HO ABBANDONATO LA MIA TERRA...

    Proclamai con la voce rotta dallo strazio.

    ...E L'HO FATTO IN NOME DELL'ALLEANZA TRA I NOSTRI DUE POPOLI! MA INVECE DI ESSERE ASCOLTATO, KUROI YUME SI E' RIVOLTATA CONTRO DI ME, CONTRO KONOHA E CONTRO IL SUO STESSO POPOLO!
    QUINDI HO DECISO! SE NON POSSO SALVARE KONOHA, FARO' DI TUTTO PER SALVARE KUSA! E SE POSSO FARLO IO, LO POTETE FARE ANCHE VOI! RESPINGETE I MUKENIN, UCCIDETE CHIUNQUE TENTI DI FAVORIRLI, PROTEGGETE LA VOSTRA GENTE AD OGNI COSTO... MA LASCIATE QUELLA TRADITRICE A ME!!


    - TU, ARALDO DI KONOHA! NON HAI LA BENCHE' MINIMA IDEA IN QUALE GUAIO SEI ANDATO A CACCIARTI, "TESORO"!! -

    O io, o lei! La sfida era lanciata, non v'era modo di sottrarvisi. I miei piani, frutto della manipolazione che Zero aveva perpetrato sulla mia mente, contro la sua fede nel maligno, che le impartiva ordini altrettanto artificiosi. Un duello senza gloria, e per questo non necessitava di eroismi. Avrei massacrato quella puttana fino a ridurla a brandelli, lordandomi da capo a piedi del suo sangue, e tanto sarebbe bastato a placare la mia sete.

    - AVREMMO POTUTO FARE TANTI BEI GIOCHINI ASSIEME, MA OGGI NON E' IL TUO GIORNO FORTUNATO.
    DEVO SACRIFICARTI A JASHIN, E CON TE L'INTERO MIO POPOLO.
    OTTERREMO LA SALVEZZA, MENTRE VOI BRUCERETE IN ETERNO! -


    Una falce a tre lame gocciolante sangue che venne sollevata verso il cielo, stretta nei muscoli di un braccio possente, irriconoscibile rispetto a quello della donna dalla pelle levigata che avevo accarezzato nel palazzo del Kage. Era un ghigno sguaiato quello che le brutalizzava il volto, e due strappi nel buio a rappresentarle gli occhi. Abbassai nuovamente lo sguardo alla base dell'edificio su cui svettavo, assistendo con orrore al processo in atto. Il selciato delle vie era invisibile sotto il flusso cremisi che convergeva verso Kuroi Yume. In esso galleggiavano cadaveri rinsecchiti che, rivoltati in continuazione dalla corrente, davano l'impressione d'aggrapparsi disperatamente ad ogni cosa per resistere alla forza che li trascinava verso quel mostro. Mostro che cresceva di secondo in secondo nella sua oscena aberrazione. E la piazza circolare che avrebbe ospitato in nostro scontro, di cui lei occupava il centro come una statua raccapricciante, venne così ricoperta di corpi senza vita, privati dei loro fluidi cosicché colei che era stata il loro Kage potesse accrescere il proprio potere. Perchè di questo si trattava. Potevo percepire distintamente le sue capacità incrementarsi, come se il suo corpo pulsasse di una ferocia che si faceva man mano più opprimente.

    E' questo che reclama il tuo dio? La morte di coloro che ti hanno servito con amore e fedeltà? Ne usufruisci come fosse uno strumento, senza considerarne il prezzo.

    Provai il più profondo disprezzo che fosse concesso alla mente umana. Ero fin troppo consapevole che non esisteva più alcun dio, ne lassù, ne sotto di noi. E quando mi riferivo al suo dio, ciò che denunciavo erano in realtà gli ideali che esso incarnava. Non esisteva alcuno Jashin, ne un giorno del giubileo, ne la necessità di reclamare vite in nome di ciò. Ad esistere era soltanto un Jutsu abominevole che, per quanto straordinario, non aveva nulla di divino. Kuroi Yume era corrotta nell'animo a causa di una falsa ideologia di religione suprema. La sua fede aveva permesso a Zero di raggirarla comodamente ed ora, altrettanto comodamente, la puttana usava la fede per giustificare il suo genocidio. Fu in quel momento che decisi non avrei mai avuto fede in nulla che non fossi io soltanto.
    Senza che lei abbandonasse l'atroce sorriso, l'arma che brandiva ruotò con un tono greve nell'aria e l'incavo tra due delle tre lame andò ad inserirsi alla perfezione attorno alla spalla. Mi fissò per un'istante, prima di asportare. Il braccio cadde, mischiandosi nella carne morta che ricopriva il suolo della piazza.

    - JUJUTSU - FLUIDIFICAZIONE DI JASHIN! -

    Proclamò, ed il sangue che fuoriusciva tanto copiosamente da dissanguare in pochi istanti qualunque essere umano, fu come animato di vita propria. Divenne un estensione delle sue membra, sostituendo il braccio con qualcosa di decisamente più micidiale. Mi trovai a combattere una bestia che si serviva dei fluidi sottratti al popolo di Kusa per abbattere prima me, e poi il popolo stesso. Macabra beffa.

    Allora?

    La provocarono le mie labbra, mentre i neuroni incanalavano contemporaneamente diecimila elucubrazioni nel tentativo di sintetizzare un'unica idea capace di combattere il Jujutsu della Kusakage.

    - SHINE'! -

    eclettismo4


    Fu l'unica, semplice replica del mostro. Non ci volle un genio per decifrarla. Bastò un occhio attento, capace di non perdere di vista il fulmineo spostamento che seguì. Macinò metri in un'instante, e fu molto più vicina di quanto potessi accettare, sospesa a mezz'aria mentre i miei piedi poggiavano sul tetto dell'edificio. Ma l'occhio attento a me non bastava. Necessitavo si sangue freddo, sensi reattivi e soprattutto di quell'idea che... arrivò!

    HIJUTSU: HYDROPHOBIA!


    La mia mano scattò per comporre mezzo sigillo del cane nel tentativo di superare Kuroi Yume in rapidità. Hydrophobia, una tecnica ideata da me, che provai a sfruttare per vaporizzare letteralmente quel tentacolo fatto di sangue. Il Jutsu era pensato per combattere offensive acquatiche, poteva risultare inutile contro quella sorta di fluido. Ma tutto lasciava presupporre si trattasse di semplice plasma umano e se così fosse stato, non avrei avuto problemi a ridurlo ad una semplice nebbiolina inoffensiva, recuperando per altro al volo la trilama in esso contenuto. Sapevo che non sarebbe bastato a fermarla, il braccio pareva essere soggetto ad una continua evoluzione che l'avrebbe certamente ripristinato, per questo agii d'anticipo tentanto di mantenere l'effetto di Hydrophobia come uno scudo invisibile che mi schermasse contrastando il compattamento del sangue.

    Scheda Nonubu Senju
    Resistenza: 1000/1000
    Chakra: 1000-50= 950/1000
    Azioni:
    - Attivazione Hydrophobia, penultimo effetto della tecnica, per disgregare il sangue nell'area di 10 metri

    Note: La tecnica che ho usato e quella mia personale, la trovi nel secondo post della mia scheda. In particolare ho sfruttato questi due effetti:
    - Previo riuscita, è possibile vaporizzare ed annullare offensive a base d'acqua consumando una quantità di chakra pari al chakra speso per generarle
    - Spendendo una quantità di chakra adeguata, l'utilizzatore più far evaporare l'acqua nel raggio di 10 metri, rendendo arida la zona

    Non sarà acqua ma... vabbè, hai capito :asd: Il problema sta nella spesa. Spendi 50 di mantenimento nei turni, quindi va bene se spendo anch'io 50 di mantenimento per immunizzarmi nel raggio di 10m dagli attacchi?
     
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    Mi son reso conto che non era maxata al livello di statistiche in scheda. L'ho aumentata di conseguenza, tranne la forza che resta a 200 :si2:

    CITAZIONE
    Responso arbitrario

    Yume
    Attacco 1 --> 250+125+125+7+15= 522
    Attacco 2 --> 250+125+125+1+15=516
    Attacco 3--> 250+125+125+2+15=517


    Nonubu
    Hydrophobia --> 230+205+21+8=464

    Narrazione Eventi
    La Kusakage mostra la sua mostruosità chiamando a sè le tecniche personali di Jashin. Si taglia il braccio sinistro, dal sangue che sgorga si innesta un processo di "unione" con la falce, di cui plasma prende le caratteristiche affilate. Dopodichè Yume sfrutta la nuova forza per sferzare a distanza e infine lanciare un "boomerang" di chakra liquido. Nonubu vorrebbe disperdere i jutsu con la sua tecnica personale, ma è troppo lento, e viene inevitabilmente falciato dai colpi.

    Danni
    Nonubu 60 (danno arma) +100 (F/2)+125(N/2)=285*3=855

    Note
    Nonubu soffre di sanguinamento pesante: 20 danni a turno.
    Yume è senza il braccio sinistro.
    La Kage ha adesso il tuo sangue, ma è ancora nel braccio, non l'ha "assimilato".
    Qualche problema, Ans? :please:
    Il tuo jutsu comunque è istantaneo, quindi anche se fosse riuscito, non potevi mantenerlo nei turni, va utilizzato ogni volta per contrastare i liquidi.
    Attacco a te
     
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  4. Anselmo
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    Co... Cosa... Cosa c-cazzo...!

    Nonubu era sparito. Di lui non v'era traccia, solo un cumulo di macerie fumanti, che giacevano al cospetto di un demone fluttuante tra lingue di sangue in continua evoluzione, scattanti come serpenti. Era ghignante per la potenza bruta che aveva scatenato sullo Shinobi della Foglia, senza che questo fosse capace di reagire. Poi un suono incrinò quel sorrisetto maligno, senza però farlo sparire del tutto...
    Sputai polvere e tossii trafitto da un'unica rabbiosa cascata di dolore, che mi avvolgeva nei suoi bollori incandescenti da capo a piedi. Un altro colpo di tosse mi fece rigurgitare sangue. Ero letteralmente rotto, distrutto, sfracellato. Come zampe di un ragno, le mie dita avanzarono tremanti tra mattoni e legno, facendosi spazio tra i detriti. Spinsero via alcuni frammenti di cemento, che franarono fino alla base del mio tumulo. Kuroi Yume reagì come un predatore in agguato, retrocedendo di un metro e puntando gli artigli per finire la preda appena questa si fosse mostrata. E la mano giunse in superficie, accarezzata dal'aria di morte che gravava sul Villaggio. Qui artigliò un trave e potei finalmente fare forza, ed emergere in una cascata di ciottoli. Mi sollevai in piedi, ricaddi sul ginocchio, mi risollevai. Un braccio penzolante, ingobbito sotto il macigno di ossa rotte che gravava sulle mie spalle. Tremante, sanguinante, ricoperto di polvere... che scena pietosa. Ridotto all'impotenza dopo così breve tempo. Sollevai lo sguardo sul corpo fluttuante della donna ed intuii che era pronta ad attaccare, abbattendomi con un ultimo colpo. Ma l'anticipai, sollevando la mano prima che agisse.

    Kuroi Yume... io...

    Ti stai arrendendo, Nonubu? Era la domanda che chiunque, potendo, mi avrebbe posto. Io stesso me la posi. Ma la risposta era talmente ovvia, così scontata, che nel darla non potei reprimere un sorriso. Ridacchiai sbavando sangue, mentre la mano che si era sollevata continuava sulla sua traiettoria fino a raggiungere l'attaccatura dei capelli, e qui si aprì a pettine passandovi in mezzo. Mi scostai i capelli dal volto. Ero maciullato e prossimo alla morte, e tutto ciò che feci fu ridere e passarmi una mano tra i capelli. Si perchè quello era il mio gesto, il gesto di Nonubu Senju. Mi scostai i capelli dal viso e mi sentii maledettamente meglio. Potei quindi raddrizzarmi in un concerto di ossa scricchiolanti e sbattere in faccia alla puttana un sorriso beota di quelli da prendere a pugni.

    Io sono stupito! Già, davvero stupito! HE HE HE HE EH EH... Dopo tutto quel teatrino, quel che sai fare è soltanto qualche osso rotto ed un po' di lividi qua e là? Sono stupito... e deluso.

    Tornai serio in un'istante, liberandomi la bocca dal grumo di sangue e muco che scatarrai per terra. Mi passai la manica sulle labbra e tornai in me. Il combattimento iniziava ora.
    L'avevo messa alla prova, capendo di cosa era capace grazie ad una freddezza calcolatrice che solo chi ha sulle spalle anni d'esperienza sui campi di battaglia può vantare. Solo chi, come me, vede al proprio corpo come nient'altro che un'arma, un mezzo, può mettere in atto. Tutto ciò era doloroso in modo estremo. Ma si trattava pur sempre di banale dolore fisico. Nient'altro che un impulso sinaptico che per quanto nella mente di tutti è concepito come il peggio in assoluto, era altrettanto facile abituarcisi. Un uomo che aveva sofferto come io avevo sofferto, acquistava consapevolezza perfino dei confronti della sofferenza del corpo. Ero divenuto capace di utilizzare il dolore a mio vantaggio, come un semplice stimolo a combattere. Ora che le mie membra ne erano pervase, fremevano al contempo di desiderio di scatenarsi. Avevo accumulato troppe orrende cicatrici per preoccuparmi di qualche ferita.
    Nel misurare Kuroi Yume e le sue nuove capacità, avevo capito che lo scontro diretto era una condizione che andava a suo unico vantaggio. Dovevo portare il duello su un piano differente, attaccandola pur consapevole che nessun colpo sarebbe andato completamente a segno, ma parte di essi si. E con il tempo, ogni parte si sarebbe assemblata in un'interezza, capace di abbatterla. Ma ero malandato, dovevo guadangare tempo per rimettermi in sesto; studiai un diversivo, per il quale necessitavo di aiuto...
    Indice al costato per bagnarsi di sangue, poi rapido simbolo tracciato sul palmo destro, composizione si un singolo sigillo e...

    Kuchiyose no Jutsu...

    Il fumo mi occultò per qualche istante, diradandosi lentamente nelle ventate dei duelli che imperversavano tutt'attorno a noi. Ne emersi in compagnia.

    Te l'avevo detto che oggi ci chiamava, cara.

    Bhè ma non è giusto! Non ci ha mai chiamati, mai mai mai mai!

    E allora?

    E allora poteva richiamarci per un Thé con qualche pasticcino, per fare almeno conoscenza. E invece la prima volta che ci chiama, guarda dove ci porta. E guarda quella lì, è UN MOSTRO!

    I patti sono patti, cara Shima. Quando questo ragazzo è venuto sul nostro monte, sapevamo che non era nelle sue intenzioni stringere amicizia.

    Non m'importa del patto, io me ne torno al monte! Tu resta pure qui a fargli da balia...

    Eddai tesoro, non fare così, sai che non puoi.

    Si ma...

    BASTA!! B-Basta...


    Sbraitai coi nervi sul punto di collassare.

    Agli ordini...

    Gracchiò di rimando Shima, senza farsi problemi ad esprimere tutta la sua antipatia con una completa rotazione degli occhi nelle grandi orbite.

    Che si fa Nonubu? Guarda come ti ha conciato. La Kusakage non scherza, ragazzo.

    Come fai a...

    Abbiamo i nostri metodi. Ed ora è meglio se ci sbrighiamo, sembra che abbia molta voglia di farci tutti a pezzi. Possiamo tenerla occupata mentre ti curi.

    No, a lei cipenso io, voi preoccupatevi solo di darmi la forza necessaria...

    Ricevuto!

    Va bene...

    Dolcezza...?


    Disse il rospetto di sinistra unendo le mani e voltando lo sguardo alla sua compagna.

    Vai tesoro!

    Rispose quella con un occhiolino, imitando la posizione.

    Avanti!

    Shima e Fukasaku, una coppia tutta chiacchiere e e speravo altrettanta sostanza. Avevo bisogno del loro chakra, e ne avevo bisogno al più presto, o avrei rischiato seriamente la pelle. Stavo pianificando, la mia mente saettava alla velocità della luce tra le mille possibilità che mi si presentavano. Pensavo a come agire nell'immediato, ma nel contempo progettavo le prossime mosse come un giocatore di scacchi che calcola, ragiona e fa previsioni in vista dell'unico atto importante: lo scacco matto. Ed io avevo ben impresso nella mente uno scacco matto coi fiocchi, che necessitava però alcuni passaggi con tanto di sacrifici, mosse false e bluff. Ancora una volta, ogni minimo particolare si dimostrava di importanza cruciale. E la tensione che derivava da questa consapevolezza... che fantastica sensazione. Ce l'avevo dipinta negli occhi, due fessure celesti puntate con tanta risolutezza da dare l'impressione del'essere scolpite nel marmo. L'intero mio volto era una maschera di fredda lucidità. L'efficienza era la chiave di tutto. Ero una macchina da guerra che non concepiva il fallimento. Ed ero pronto ad agire!
    Con i due rospi sulle spalle, concentrati nel loro processo di assimilazione, balzai indietro incrociando le braccia sul petto ed afferrando dal giubbotto un rotolo per mani. Con fluidità srotolai i due rotoli difronte a me, tracciando una croce nello spazio tra me e l'avversario. E...

    Kuchiyose: Raikou Kenka!

    Scatenai una tempesta di metallo ed esplosivi che piovve sull'intero ring, investendo la Kusakage e ricoprendo il suolo attorno a lei con una foresta di kunai e carte-bomba. Atterrato su un edificio, balzai ancora una volta indietro; avevo bisogno di guadagnare più distanza possibile dal mostro di sangue. Ciò che stavo per mettere in atto aveva un ché di apocalittico, e non avevo intenzione di esserne una vittima, oltre che l'artefice.
    I kunai erano piazzati, le carte-bomba attorno ad essi languivano inerti pronte ad esplodere. Non restava che accendere la miccia. Puntai una delle carte-bomba, quella che avrebbe avuto la maggior possibilità di colpire il bersaglio, e scatenai l'inferno!

    HIJUTSU... GOJOUKI BAKUFUDAAA!!!


    La tecnica dei Talismani Esplosivi Incrociati, una diavoleria capace di trasformare lo scoppio di una singola carta-bomba in una catena di esplosioni catastrofiche. E non solo, perchè ciò avrebbe attivato tutti gli altri esplosivi nei paraggi, creando qualcosa di mai visto. Una tremenda reazione a catena che avrebbe lasciato un cratere indelebile a fare da tomba a chiunque si fosse trovato nel raggio di un centinaio di metri. Fuoco, fiamme, scintille, un boato tremendo, una trappola di kunai e maceria scagliati in ogni direzione alla velocità di un proiettile. Un singolo istante che concentrava in sé tanta distruzione che nemmeno un dio avrebbe potuto eguagliare. Sopravvivere a tutto ciò? Ora che conoscevo le capacità di Kuroi Yume, non lo escludevo. Ma in che condizioni? L'avrei scoperto molto presto.
    Al cospetto della luce generata dalla devastazione di cui ero il fautore, mi inginocchiai stremato e quasi privo di forze. Capii che stavo rischiando troppo, e decisi di mettere in atto una tecnica proibita che aveva dell'incredibile, ideata più di un secolo prima da una mia antenata di sangue. Unii le mani nel sigillo della tigre, ed il sigillo romboidale che avevo impresso alla base del collo si illuminò e poi sparì. I miei processi cellulari incrementarono a dismisura, andando a stimolare la guarigione e la produzione di chakra con tanto vigore che in pochi istanti fui come nuovo. Non un graffio segnava più la mia pelle. Il prezzo però era alto.

    Scheda Nonubu Senju
    Resistenza: 145+250= 395/1000
    Chakra: 950-280-70-120= 480... 1000/1000
    Azioni:
    - Evocazione Shima e Fukasaku (caricamento modalità eremitica).
    - Tecnica del Richiamo per evocare (dai rotoli B e C) 10 kunai e 10 carte-bomba avvolte attorno ad essi.
    - Attivazione Talismani Esplosivi Incrociati (200 in CC ---> 8 --> 40x40x40 metri) in modo che nell'esplosione si attivino anche tutte le 10 carte bomba piazzate.
    - Attivazione Creazione Rigenerativa (recupero totale chakra, recupero 25% resistenza, recupero 100 punti resistenza a turno per 3 turni)




    Note: E' chiara la mia offensiva? Evocare 10 kunai con annesse carte-bomba tutto attorno alla tizia, spargendole in un'ampia area. Quindi attivare l'esplosione di una di queste con i Talismani Esplosivi che di per se creano altre 8 carte-bomba. Dovrebbe venir fuori un esplosione molto grande, io farei un 80x80x80. A tua discrezione potrebbe non beccarsi tutti i danni (menomazioni più che altro, visto che non subisce danni fisici) proprio perchè sono distribuiti in un'area così grande. Ma sii generoso. Lo scopo principale comunque non sono i danni di per se ma:
    - Un attacco ad area impossibile da schivare
    - Esplosione che dovrebbe vaporizzare il sangue che la protegge e quindi anche quello che ha prelevato da me
    - Scagliare Kunai in modo ignorante in ogni direzione, magari qualcuno di questi nell'esplosione le si conficca addosso. La cosa mi servirebbe molto :asd:


    Per l'eremitica non abbiamo specificato quanto ci mettono Shima e Fukasaku a farmici entrare. Io credo che essendo in due il tempo sia dimezzato, quindi 1 turno. Nel mio prossimo post, ovvero la difesa che farò, avrò quindi l'eremitica attiva.
    Comunque guardando il manga ho avuto l'impressione (non viene fatto vedere) che ti facciano entrare istantaneamente. Ma magari ne parliamo alla fine dell'evento.


    Ah, ricorda il +20 del riverbero su tutti i Jutsu con sigilli.


    Ed un'altra cosa che continuo a ripetere in ogni combattimento ma che mi dimentico di andare a correggere: nei Talismani è riportato un danno di 20 per le carte-bomba, ma in realtà sarebbe 30.
     
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    Hai calcolato bene i consumi dell'evocazione dei kunai dai rotoli?

    Tra un esplosione ed un'altra gli unici "soldati" che cercano a tutti i costi la sopravvivenza sono Marco e Greta, in perenne fuga verso un'uscita che non avrebbero trovato tanto facilmente. Alle loro spalle, davanti i loro sguardi, ai loro lati. Verso qualunque meta se la danno a gambe, si trovano costretti a scapicollare per la direzione opposta, a causa dell'eccessivo fermento. Qualcuno di Kusa prova addirittura a fermarli, e loro, anzichè combattere, portano astutamente lo scontro verso le masse, per usufruire dell'"ausilio dei mukenin" e salvare la pellaccia. Ma è una corsa contro il destino, più che contro il tempo!
    Le parole del camuffato Nonubu sono state metabolizzate dagli abitanti del villaggio, e perpetuate persino nei civili che sempre più numerosi imbracciano forconi e fuma kunai per dare un contributo alle loro difese. E chiunque si trovi nei dintorni dello scontro clue - ovvero quello a cui prende parte la Kusakage - non può che guardare schifato la propria leader essere caduta in basso, talmente tanto da bramare il sangue di coloro che ha giurato di proteggere.
    Taluni provano anche a colpirla a tradimento, mentre lei tenta di abbattersi sull'obbiettivo focale, ma è tutto inutile: le spire di sangue che la circondano sono come fauci affamate di sangue nuovo. Vale per tutti quelli che si avvicinano: vengono tracciati e inglobati nella mareggiata cremisi, divenendo un tutt'uno con lei. Nè smembramenti, nè mutilazioni, nè ferite profonde. Le vittime semplicemente si liquefanno, entrando a far parte del potere di Kuroi Yume. E lei? Piange, lo fa a dirotto, perchè comprende la mostruosità di cui è vittima e protagonista al tempo stesso, ma fermarsi le è impossibile. Sarebbe come chiedere a un credente di andare contro Dio, dopo che questi si rivela non portatore di pace, ma di morte. Cosa farebbe?
    E' la stessa cosa. E la Kusakage ha fatto la sua scelta: credere fino alla fine alla divinità malsana che lì l'ha posta fin dal principio...


    - SHINE'!!!! -



    Gli squarci rapidissimi segano letteralmente Nonubu, aprendogli ferite letali per normali esseri umani, ma non per un Jinchuuriki. Dall'esterno la superiorità della donna è indiscutibile, ma c'è sempre un modo di cavarsela, seppur questo includa fare il più grande dei sacrifici. Lo shinobi se ne sarebbe reso conto prima o dopo, ma intanto deve riprendersi, e invero è ciò che fa.
    Con tutto quel sangue riversato, evoca i due rospi anziani, MA e Pa, affinchè accumulino l'energia naturale in sua vece. Dopodichè passa all'offesa con la quale deve impedire all'avversaria di incanalare dentro di sè il suo sangue. E' una Jashinista, e in quanto tale, se riesce ad ingerirlo per lui è finita!
    Ma ecco il problema più grande: come riconoscere il proprio plasma nella marea di sangue che serpeggia per la piazza del villaggio? Come distinguerlo dagli ettolitri riversati dagli innocenti? E' impossibile. Riconoscerlo. Identificarlo. E' umanamente infattibile. Quindi cosa fare?
    Nonubu si ingegna e tira fuori dal cappello un asso decisamente interessante; utilizza dei rotoli, che srotola a mezz'aria per liberare da essi una pioggia di kunai, i quali in una coreografia ben architettata piovono dal cielo e si conficcano nel terreno. Una miccia consuma rapidamente le carte bomba che penzolano da essi...


    - Vuoi disgregare il tuo sangue con dieci esplosioni?! Sei astuto, spia di Konoha, ma non hai tenuto in conto un dettaglio: sono perfettamente in grado di contenerle! TUTTE QUANTE!! -

    Smuove all'istante il braccio sanguificato, e in un fendente di 360° avvolge con delle dita ideali ciascuno di quei pugnali. Il plasma si raggruma, subito, creando una sorta di parete calcificata capace di contenere l'onda d'urto derivante. Tuttavia quando avviene la detonazione Nonubu sogghigna...

    - Cos'è quell'espressione sinistra sul tuo volto?! PERCHE' SORRIDI?! -

    HIJUTSU... GOJOUKI BAKUFUDAAA!!!



    Provengono da destra, da sinistra, dal basso, dall'alto: Nonubu ha giocato la Kusakage, servendosi della propagazione delle onde d'urto come catalizzatori di nuove e dirompenti deflagrazioni. Scoppiano i litri di liquido, rivoltandosi nell'aria, rimbombando e spargendosi tutt'intorno nel terreno. Sangue inservibile, perchè ormai inanimato. Tra questo, anche quello del ninja.
    E Kuroi? Il fuoco la divora, da capo a piede. A salvarla paradossalmente è proprio la sua devozione al Dio Jashin, che tuttavia non la sottrae completamente alla sorte:


    - AAAAAAAHHH!!!! L'ALTRO BRACCIO!!!!
    SHINE' SHINE' SHINE'!!! -


    Ripete in continuazione la stessa cosa: muori, muori, muori!
    Accecata dalle lacrime, dal sangue, dal dolore fisico e da quello emotivo, lascia all'avversario a malapena il tempo di applicare su di se la creazione rigenerativa, perchè dai suoi stessi handicap genera due ali che le fanno spiccare il volo a 20 metri dal livello terrestre. Lo fissa così con un male degli occhi tutto suo, digrignando i denti in segno di rivalsa. Perchè? Perchè quando il sangue è sparso come olio su un'area tanto vasta, lei è in grado di utilizzarlo in un certo modo. Con estrema malizia china il capo fino a leccarsi clavicole e spalle, quindi incrociando le "ali-braccia", da vita a un nuovo e potente Jujutsu:


    - JUJUTSU - CREMATOIO DI JASHIN! - -



    Il plasma sparso viene irrorato di energia e segue un tragitto preimpostato da Jashin: punta dopo punta crea un pentagono dal diametro di cinquanta metri, che abbraccia Nonubu, kusaniani e anche mukenin. Ormai nessuno la ferma più: Yume ride indegnamente, con degli occhi che luccicano di vermiglio per l'influenza del Kotoamatsukami. Per lei non esistono più individui: l'epurazione di Jashin deve avvenire, indipendentemente da chi rimetterà la vita. Per quanto le riguarda anche lei finirà bruciata nelle pire, indi non ha bisogno di trattenersi. Pertanto con tutti i rischi di essere inglobata nell'inceneritore, grida a squarciagola!!

    - ARDI, MALEDETTO, ARDI NELLA FORZA DISTRUTTIVA PRIMORDIALE DELLA TERRA: IL FUOCO!! AHAHAHAH!!
    BRUCIATE TUTTI!!!
    AHAHAHAAHAH!!! -



    Gli occhi di Jashin si aprono in ciascuno delle cinque punte del pentacolo, e innalzano una fornace inverosimile: fiamme alte trenta metri che carbonizzano istantaneamente chiunque sia contenuto nei cinquanta metri designati. Urla, indistinte, durano all'incirca due secondo, perchè il fuoco dell'inferno le sopprime sul nascere. E la luce è talmente intensa da impedire la visione di qualunque cosa accada la sotto. E ribadisco: si ci mette dentro anche lei, Kuroi, consapevole di essere protetta in vita e in morte dal suo Dio. Il suo corpo riporterà infinite ustioni, ma cosa dovrebbe importarle? Per un immortale una cosa simile equivale a una puntura di zanzara. Fastidiosa, ma non più di tanto.
    La donna vorrebbe continuare a godere, carnalmente, nel vedere gli innocenti ardere, ma per qualche ragione si ferma, colta alla sprovvista da un'ombra, che tra le pire ancora ruggenti, stenta a estinguersi...


    - COSA?! NON PUO' ESSERE! -

    La fornace brucerà ancora per qualche ora, ma Kuroi non può attendere oltre: deve togliersi il dubbio che sia ancora vivo...e in effetti, lo è!!
    Lo vede lì, con le vesti carbonizzate, ma ancora in piedi, e la sua faccia...!!


    - Come...come puoi essere vivo?! L-la...tua faccia?! E il tuo corpo!! -

    Risplende il sigillo del Nibi su Nonubu, più vivido e forte che mai. Il suo vero viso emerge dalla pelle morta cremata, restituendo al ninja non solo la sua identità, ma anche la possibilità di combattere al pieno delle sue forze! Sulle sue spalle i due rospi sull'orlo della morte sono costretti alla ritirata. Sarà un uno versus uno, ma stavolta per davvero. Nessuna limitazione, nessuno ad immischiarsi. L'inferno sarà il loro campo di battaglia. Cinquanta metri di libidinoso piacere, oltre i quali lo shinobi non deve permettersi di andare se vuole mantenere l'anonimato..

    - CHI SEI VERAMENTE?!?! COSA SEI VENUTO A FARE QUI?! PARLA!! -

    La furia cieca della donna tira un momento le briglie del cavallo, perchè il dubbio che tutto questo sia opera sua comincia ad insinuarsi nella sua mente...

    - La...la mia testa!!! Perchè mi chiede aiuto! Cosa mi succede?! -

    Con la mani-sangue si stringe le tempie e strizza gli occhi: una sequenza inaspettata di immagini le percorre la memoria, impedendogli di evadere dal Kotoamatsukami, ma di riconoscere il momento esatto in cui Nonubu ha tirato fuori la testa di Rabbit...

    - TU...!! Tu mi hai fatto qualcosa! Jashin non ha mai parlato di un'epurazione..!! Me ne sono convinta solo dopo che hai tirato fuori quella...testa!!!
    Oh...no!! Tutto questo...è...è colpa tua!! -


    Cosa succede? Il Kotoamatsukami non ha mai fallito, ma in qualche modo la volontà di Kuroi le sta facendo capire che quell'idea gli è stata trapiantata del profondo. E' estremamente combattuta dall'accettare la verità e continuare con l'epurazione, ma l'espressione di Nonubu le incute una paura mai provata, uno shock!

    - Io...DEVO USCIRE DA QUI!!! -

    L'intento bellico gli si spende del tutto, e da velocemente le spalle a Nonubu, per spiccare il volo a mezz'aria ed uscire dalla circonferenza infuocata. Deve urlare a Kusa la verità, ma la domanda è: glielo permetterà il Jinchuuriki del Nibi?

    Resistenza: 900
    Stamina: 830-50-150
    Azioni difesa:
    - Fluidificazione mantenimento
    - Reprimere le esplosioni

    Azioni offesa:
    - CREMATOIO DI JASHIN (450 danni fissi +50 di ustioni nei turni)


    Non ho fatto il precedente arbitraggio perchè tanto avevo riuscita superiore, l'ho basata sull'imprevedibilità della catena di esplosioni.
    Devi difenderti dal crematoio. Dopodichè dovrai attaccare ed evitare che fugga dal cerchio. Se ci riesce sei un pò fottuto :si2:
    Va a monte tutto.
     
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  6. Anselmo
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    - AAAAAAAHHH!!!! L'ALTRO BRACCIO!!!!
    SHINE' SHINE' SHINE'!!! -


    Privata di entrambe le braccia; uno giaceva ancora al suolo, tra le macerie. L'altro polverizzato dall'esplosione. Non l'avrebbe più riavuto indietro. Ma mentre le mie ossa scricchiolavano tornando al loro posto, e le ferite si risaldavano fumanti, già sapevo qual'era la naturale evoluzione di quella perdita: Kuroi Yume sfruttò le cascate di sangue per generare due ali, e si elevò al cielo illuminato dal fuoco. Il demone prendeva forma...

    [...]


    In fin dei conti, cos'è un dio? Nient'altro che un astrazione ideata dall'uomo per sfuggire al terrore dell'ignoto. Catastrofi naturali inspiegabili, malattie mortali incurabili, guarigioni inaspettate, creature sconosciute, malformazioni congenite, i cosiddetti miracoli ed altri strani fenomeni. Eventi che terrorizzano l'umanità intera, rendendola consapevole di quanto essa sia piccola ed indifesa. Non tutto è spiegabile, non tutto accade per un motivo. Ma questo terrorizza l'uomo comune, che non può accettare una realtà dominata dal caso. Ed ecco che nasce il dio, un'entità superiore a cui imputare ogni ogni male o bene che sia. Un'onda anomala ha raso al suolo il tuo villaggio? E' l'ira di dio. Tuo figlio nasce morto? La maledizione di dio. L'epidemia avanza uccidendo conoscenti e famigliari? Hai fatto arrabbiare dio. Sei guarito dalla malattia? Prega e ringrazia dio. E' lui a governare ogni cosa, persino il tuo destino. Tu non hai colpa, devi solo chiedere perdono e prostrarti, tutto si risolverà. La mentalità del timorato di dio... ti indebolisce, ti rende arrendevole, privo di qualsiasi desiderio o aspirazione. Un guscio vuoto. Un virus della ragione, l'organismo patogeno più efficace sulla faccia della Terra. Impossibile da estirpare.
    Nascono le religioni, i diversi culti, che si evolvono, si espandono, si combattono cancellandosi a vicenda, per poi riemergere, impossibili da sopprimere del tutto. Il culto di Jashin non era differente. Quella falsa immortalità, nient'altro che un'arte magica. Potente, si, potente oltre ogni limite, ed è qui che nasce il culto. Come spiegare un simile potere, se non attribuendolo al volere di un fantomatico dio che reclama la vita degli infedeli? Jashin non era altro l'impersonificazione ultraterrena del bisogno di spiegare quella sorta di immortalità che permetteva ai suoi adepti di sopravvivere alle offese del corpo. Ma ai miei occhi non si trattava d'altro che semplice arte magica. In vita mia ne avevo incontrata di ogni tipo, ognuna più misteriosa della precedente. Ma non v'era nulla di esoterico in tutto ciò. Semplice. Arte. Magica. Quella del culto invece era una grossa bugia, nient'altro. Solo contorno. Kuroi Yume... che parassita. Lì, disperata a lanciare il suo anatema di morte. Shine! Shine! Tutto inutile. Aveva creduto per tutta la vita alla bugia di Jashin, con tanta intensità da condizionare in modo irreversibile la sua intera esistenza. Ed al Kotoamatsukami era bastato parlare in vece della divinità, per rendere Kuroi Yume schiava di nuovi scopi. Poteva davvero dirsi ingannata dal Genjutsu, quella donna? No, affatto. Jashin stesso era un inganno. Se credi in qualcosa di falso, farti credere qualcos'altro di altrettanto falso non significa imbrogliarti.

    Significa soltanto giocare al tuo stesso gioco, ma con le mie regole. L'imbroglio l'hai ideato tu stessa, Kuroi Yume. Noi l'abbiamo solo ribaltato contro di te. Ti senti confusa, donna? Benvenuta, questo è il caos. Ed io "sono un agente del caos".

    [...]


    Il demone prendeva forma... due gigantesche ali gocciolanti sangue, le carni esposte dalle ustioni, i capelli bruciati, due fessure oscure al posto degli occhi, un ghigno di fauci aguzze tra le labbra schiuse. Da esse serpeggiò una lingua, che andò ad appropriarsi del sangue che la ricopriva da capo a piedi. Un gesto che mi ricordò le movenze voluttuose di quella Kazekage la cui mente non era ancora stata infettata dal Kotoamatsukami. Movenze dalla sensualità irresistibile, che però ora apparivano grottesche. Del sogno proibito v'era solo il ricordo, quel che avevo difronte era un mostro. Mi guardai attorno: non v'era più nessuno a combattere reclamando il nome di Kuori Yume. Per quanto l'amore verso quella donna potesse aver accecato gli occhi di molti soldati, nessuno era così folle da seguire l'abominio che ella ora rappresentava. Chi non stava dando la vita per difendere il proprio Villaggio dall'orda di Mukenin, era ora rifugiato come una bestia in qualche anfratto buio, sopraffatto da paura e delirio. La Kazekage era rimasta sola, proprio come volevo.
    Rivolse il volto al cielo, il liquido cremisi che le colava dalla bocca, ed incrociò le ali formando una crisalide di sangue. Per quanto fossi scettico nei confronti della sua devozione per l'occulto, ciò che mise in atto aveva dell'incredibile persino per me. Mutò la natura del suo sangue, dando origine ad una gigantesca pira di fuoco. Le fiamme balenarono tutto intorno a me. Costituirono un gigantesco pentacolo perimetrale che nascose alla mia vista l'intero Villaggio, ergendosi per metri e metri verso il cielo. Ciò che Kusa aveva visto nel corso di quella notte sarebbe stato ricordato per l'eternità.
    L'aria prese letteralmente ad ardere. Anche se il fuoco non mi aveva ancora raggiunto, ero circondato da un calore talmente intenso che le vesti cominciarono a fumare, incendiandosi in più punti.

    - ARDI, MALEDETTO, ARDI NELLA FORZA DISTRUTTIVA PRIMORDIALE DELLA TERRA: IL FUOCO!! AHAHAHAH!!
    BRUCIATE TUTTI!!!
    AHAHAHAAHAH!!! -


    Il suo richiamo delirante mi raggiunse ed un istante dopo anche la sua figura fluttuante fu inghiottita dalle fiamme. In breve furono a pochi metri da me. Mi schermai con le braccia, ma non c'è modo di sfuggire al fuoco. Quando mi aggredì, avviluppandomi come come fosse un essere pensate, percepii quella sofferenza che conoscevo bene. Lo strazio di quell'alta temperatura che ti penetra nelle carni da ogni direzione contemporaneamente, fino ad incendiarti lo spirito. Portai le mani al volto, spalancando la bocca in un grido muto. Percepii la maschera di pelle umana che avevo indossato fino a quel momento, bollire e liquefarsi, colando tra le mie dita. Me la strappai con un gesto secco, colto improvvisamente da un tremito che si diffuse da capo a piedi. Tutto il dolore scomparve. Ero furioso, qualcosa di potente si stava risvegliando in me. L'avevo contenuto fino a quel momento ma ora, immerso nel fuoco, non potevo più trattenerlo. Sentii il ringhio gutturale rimbombarmi nella scatola cranica, sempre più pressante e ribelle. Ed infine cedetti al suo richiamo. Lasciai che il potere scorresse in me, ne guidai il flusso, appropriandomene con brutalità. L'entità demoniaca che abitava il mio corpo fu costretta a ritirarsi, mentre affondavo le mani nel suo chakra, ingozzandomi di esso come fosse carne sanguinolenta per un branco di lupi famelici. Una veste luminescente emanò dalla mia pelle, ricoprendomi da capo a piedi.

    -[ X ]-


    tSfUsEt


    - COSA?! NON PUO' ESSERE! Come...come puoi essere vivo?! L-la...tua faccia?! E il tuo corpo!! CHI SEI VERAMENTE?!?! COSA SEI VENUTO A FARE QUI?! PARLA!! -

    Le fiamme che mi circondavano mutarono in un inteso blu ribollente. Me ne stavo letteralmente appropriando, non costituivano più alcun problema per me. Il vasto pentacolo di fiamme eretto da Kuroi Yume non poteva considerarsi nemmeno tiepido, se confrontato con il calore emanato dalle mie membra.

    Bruciare... io? Credi di poter usare il fuoco... contro di me... Il fuoco... contro di me... Hm, eh ehe he he hehe eh... IO! SONO! IL FUOCO!

    Proclamai con tale ardore da abbattere ogni sicurezza ostentata dalla donna. Persino in quell'inferno potei risplendere d'incandescenza esplodendo in un'ondata di calore tale da risucchiare in se stessa le mediocri fiamme di Jashin. Abbassai lo sguardo sulle mie mani...

    Ho avuto una visione... Il mondo in fiamme! Villaggi, oceani, montagne, e qualsiasi forma di vita... ogni cosa arsa fino alle fondamenta! E sai cosa ci ho visto? COLLERA!!! Così grande e terribile che nessuna anima poteva resisterle. TUTTO... BRUCIAVA! Nemmeno io sono sopravvissuto.
    E ORA! Conoscerai quell'orribile oscurità. Le fiamme dell'inferno purificheranno anche te...


    L'orrore negli occhi della Kusakage fu come carburante per il motore che mi riscaldava. Fremevo violentemente al pensiero di ridurla ad un mucchietto indistinto di ceneri, ma la ragione mi diceva che non sarebbe comunque bastato. L'anima di quella troia era tenace, e si sarebbe avvinghiata anche al più piccolo granello di polvere del suo corpo, pur di non sparire dalla faccia della Terra. L'unico modo era sigillarla, per sempre.

    - La...la mia testa!!! Perchè mi chiede aiuto! Cosa mi succede?! TU...!! Tu mi hai fatto qualcosa! Jashin non ha mai parlato di un'epurazione..!! Me ne sono convinta solo dopo che hai tirato fuori quella...testa!!! Oh...no!! Tutto questo...è...è colpa tua!! Io...DEVO USCIRE DA QUI!!! -

    Jashin... non... ESISTE! E' frutto della tua debole mente, stupida puttana. Esattamente come l'epurazione, il giorno del giubileo, con l'unica differenza che quest'ultimo semplice concetto ti è stato...

    Nonubu, sta scappando!

    Oh...

    Era intervenuto Matatabi in mio soccorso. Quel potere cominciava a darmi alla testa... Ora la cagna se la stava dando a gambe. Sbatté le poderose ali aprendo un varco tra le fiamme e gettandovisi dentro, prima che il muro di fuoco si richiudesse.

    Non andrai lontano.

    Portai la mano dietro la spalla ed allentai con un tocco la cinghia che legava il pesante rotolo dietro la mia schiena. Lo tenni nella destra, tra il braccio ed il corpo, in modo da potermi muovere agevolmente persino con quel grosso oggetto tra le mani. Dentro vi era spazio abbastanza per contenere ciò che volevo sigillarvi. Quindi sussurrai...

    Hiraishin no Jutsu.

    Preparare il campo di battaglia a proprio vantaggio, una strategia che ogni Shinobi che si rispetti dovrebbe fare propria. Per me era la prassi. L'intera zona era disseminata dei miei sigilli di dislocazione, piccoli simboli nascosti sotto le fasciature dei miei Kunai. Nell'esplosione erano schizzati in ogni direzione come proiettili. Esplosione che Kuroi Yume aveva stupidamente concentrato vicino a se, cosicché oltre a perdere il braccio, era stata colpita lei stessa dai Kunai. Ma era troppo... immortale per accorgersene. Quando i propri punti di forza mutano in debolezze, è la fine. Sparii dislocandomi con uno di questi, ed apparendo come un fantasma difronte alla donna, per arrestare la sua fuga. Non mi concessi nemmeno il privilegio di godere della sua sorpresa; attuai invece una seconda ed immediata dislocazione, questa volta trascinandomi dietro anche lei. Destinazione: Monte Myōboku.

    ALLONTANATEVI TUTTI... VIA! ORA! Hokage-Shiki Jijun Jutsu... Kakuan Nitten Suishu!

    Non c'era tempo da perdere. L'avevo portata in quel luogo isolato e lontano da Kusa per poter mettere la parola fine a quel combattimento, senza dovermi preoccupare della popolazione. Ma sapevo che la mia presenza in casa altrui non sarebbe stata tollerata a lungo, e che la nostra assenza dal campo di battaglia non poteva durare in eterno. Quindi senza perdermi più in chiacchiere, evocai la prigione ideata dal più famoso dei miei antenati, un cerchio di pilatri lignei borchiati capace di creare un campo di forza pressoché impossibile da abbattere. Al suo interno, Kuroi Yume poteva dichiarasi sconfitta. Incapace sia di muoversi che di richiamare anche il più insignificante alito di chakra, era ridotta ai minimi termini dell'impotenza. Le condizioni ideali per operare un altro Jutsu leggendario: il Sigillo dei Quattro Simboli! Il grosso rotolo che tenevo sotto braccio le avrebbe fatto da eterna dimora.

    Scheda Nonubu Senju
    Resistenza: 395+100= 495/1000
    Chakra: 1000/1000
    Chakra Mod. Bijuu: 2750-100-70-70-200-35= 2275/2750
    Azioni difensive:
    - Attivazione Manto Infuocato (con contemporanea attivazione della Modalità Bijuu)

    Azioni offensive:
    - Dislocazione istantanea per raggiungere Kuroi Yume
    - Dislocazione istantanea per portarci entrambi al Monte dei Rospi
    - Formula di Onniscenza del Primo Hokage: Colpo della Soppressione, per paralizzarla
    - Sigillo dei Quattro Simboli per sigillarla nella Rotolo Gigante




    Note: Il Manto Infuocato è una delle tecniche da Jinchuriki, la trovi qua (clicca). Mi immunizza dai Jutsu Katon e visto che ho la modalità bijuu, di riuscita ne ho parecchia. Ma a livello narrativo ho comunque narrato che qualche fiammata "iniziale" mi arriva, così da rispettare quel che hai raccontato accade a Nonubu. A te decidere se assegnarmi i danni e quanti :soso:

    Poi. Ho dato per scontato che nella mega esplosione di prima, quella che Kuroi Yume ha tentato di sopprimere con la fluidificazione, i 10 Kunai siano schizzati in ogni direzione tipo come fanno le schegge di una granata. E le probabilità che almeno uno di questi gli si sia conficcato addosso o sia rimasto comunque nel suo sangue, direi che sono alte. Era il mio scopo fin dall'inizio, proprio per poterla dislocare lontano dal Villaggio. Ho scelto il Monte dei Rospi perchè uno dei miei sigilli di dislocazione l'ho piazzato su Gama tempo fa.

    Ultima cosa. Il Sigillo dei Quattro Simboli funzionerebbe soltanto se la vittima è stremata, 0 resistenza e 0 stamina. Ma credo funzioni anche su una vittima totalmente paralizzata, no? Non può usare il chakra, non può muoversi... funzionerà?
    Fra l'altro a lei la Resistenza non cala, quindi è come se fosse immune da quel sigillo, ma non c'è logica in ciò.


    Edited by Anselmo - 9/8/2015, 18:57
     
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    Il sangue delle anime mietute continua a rapprendersi ed incanalarsi nell'olocausto di jashin, inscritto nella terra dell'Erba per scopi ancora ignoti.
    Kuroi Yumje ha parlato della discesa di Jashin sulla Terra, della sua epurazione, dell'estinzione del genere umano e infine del giudizio del dio. Questi e altri temi guidano la mano della donna, in precise azioni che, benchè dettate dal suo ego, non imprimono alcun timore nella testa dell'avversario. Come potrebbero farlo? E' stato Zero a imporre tutto ciò, nessun altro, e mettiamoci anche l'incommensurabile scetticismo di Nonubu a condire un'insalata fumosa come piatto principale della fede!
    Ora più che mai, lo shinobi di Konoha gode vedendo attorno a sè le fiamme struggenti che avvolgono lui e il nemico, ignaro della sua natura di Jinchuuriki del due code, alias il Bijuu del Fuoco!
    Proprio così: Nonubu ci sguazza allegramente in quelle fiamme che l'hanno danneggiato in modo pressocchè irrilevante, mettendolo per altro in una posizione di vantaggio assoluto. Non soltanto si trova nel suo habitat naturale, ma è anche libero di agire al massimo delle sue forze, poichè lontano da sguardi indiscreti. Eppure dovrà preservare queste condizioni, giacchè la Kusakage, più o meno conscia dell'inganno orchestrato dall'avversario, rinsavisce e vuole fuggire dalla trappola da lei stessa messa in piedi, con lo scopo di riprendere le redini del suo Paese.


    Ho avuto una visione... Il mondo in fiamme! Villaggi, oceani, montagne, e qualsiasi forma di vita... ogni cosa arsa fino alle fondamenta! E sai cosa ci ho visto? COLLERA!!! Così grande e terribile che nessuna anima poteva resisterle. TUTTO... BRUCIAVA! Nemmeno io sono sopravvissuto.
    E ORA! Conoscerai quell'orribile oscurità. Le fiamme dell'inferno purificheranno anche te...


    ll fuoco fatuo lo riveste, talmente incandescente da vincere il putiferio che lo avvolge a pochi palmi dal naso. Occhi e bocca sono diventati un tutt'uno, schermati da un ventricolo di malvagità assoluta, equiparabile a quella che un tempo lo stesso shinobi ha temuto. Cos'ha di diverso adesso da colui che ha sempre inseguito per castigare? Proprio niente.
    L'istinto nel petto di Kuroi le suggerisce di avere paura, di trovarsi di fronte a chi può riservarle un destino peggio della morte...anche se Jashin la protegge da essa. Cos'è questo scalpitio dell'animo? La costringe ad alzarsi, a spalancare le ali di sangue e volar via, più in fretta che può! E giacchè la donna ha sempre seguito la sua testa, non perde un attimo: balza in aria ed effettua i movimenti più brevi per librarsi a mezz'aria e guizzare verso un'apertura improvvisata sul momento, senonchè...


    Nonubu, sta scappando!

    Oh...Non andrai lontano.
    Hiraishin no Jutsu.


    Dopo un'ammonizione gettata a chi sta nei dintorni, il Jinchuuriki Bicoda coglie al balzo l'occasione creatasi col precedente lancio dei kunai, e si serve dei sigilli incisi su di essi per apparire al cospetto della fuggitiva e imbrigliarla in un'ulteriore dislocazione, ma prima...

    *499...500!...*



    Un ridondante sibilo accostabile a una voce disturbante, viene raddoppiata dai timpani dei due, ed è lì che succede il bello: l'enorme sigillo esoterico a pavimento della città, si stacca letteralmente da terra e, mutato in un liquido viscoso e azzurrastro, cerca a velocità tempestiva la fonte di chakra in via di sparizione dei due. Si aggrega ad essa e in essa...scompare, abbracciandola in un tutt'uno!

    *...Aaahhhhm, ecco chi è!
    Percepisco scetticismo nella tua mente, ma soltanto gli sciocchi fuggono l'evidenza, al pari di un bambino che si tappa gli occhi nella convinzione di nascondersi al mondo. *



    Monte Myoboku, terra dei rospi.
    La tranquillità e la quiete son dimora di quel luogo, sconosciuto dai mortali, appreso dai pochi adepti dell'arte del rospo. Numerosissime statue dalle parvenze anfibie ornano la vegetazione ben curata, e mai oltre i dieci centimetri di estensione verticale. I monti cantano al levare e all'imbrunirsi del sole, suggerendo una certa empatia alle specie autoctone. Quale? I rospi, ovvio!
    Fatto sta che non è cosa di quiete il giorno corrente: nella preoccupazione collettiva delle bestie per Ma e Pa, tornati ustionati, un altra minaccia inaspettata bussa letteralmente alla loro porta. E' Nonubu, lì giunto forse per imprudenza, forse per eccesso di sicurezza di sè. In ambedue i casi sarebbero stati cazzi amari.
    Nessuna fiamma a circondarli, nessun grido gratuito di gente in fuga, nessuna distruzione avvenuta fa da contesto al duo, riapparso misticamente al centro preciso del Monte, soltanto le cattive intenzioni del ninja di Konoha, predisposto a segare la Kusakage con l'arte Senju; difatti non da all'avversaria neanche il tempo di capacitarsi della situazione, prima di confinarla in un limite privato di chakra, sottoforma di lastre di legno e spuntoni...


    - D-dove mi hai portata?! -

    La faccia dell'interlocutore parla da sè e le risponde tra le righe: "dove nessuno potrà mai ritrovarti". Questo è ciò che suggerisce, niente di meno spiacevole. Solo di più, semmai.
    La donna disperata, e con occhi sgranati a dimenticare quale sensualità abbiano rappresentato fino ad allora, cerca di dimenarsi, uscire dalla gabbia, anche attraverso le sue ali di sangue. Ma una forza la respinge, e le consuma secondo dopo secondo le energie in corpo, fino ad annullarne completamente la forma della fluidificazione. Le scompare qualunque estensione del corpo, traccia di sangue animato, riducendola a un involucro privo di arti superiori e supplicanti una morte quanto più rapida e indolore. Ma non è la morte che Nonubu vuole concederle, nient'affatto, bensì il sigillo del corpo e dello spirito all'interno di un...rotolo?!
    Si arma di uno di essi, nella sua forma più grande e pronuncia la formula, MA alla metà di essa una quantità abominevole di fluidi corporei, inducono Kuroi Yume ad una crisi aberrante. Spruzza sangue da ogni poro, con massimo interesse dalla bocca. Lacrima dagli occhi, come se un qualcosa le stesse forzatamente violando le interiora, ma al contrario! Non è capace di trattenere le sostanze e in breve, la gabbia di legno si trasforma in un vaso ideale di fluidi aranciati e sanguinolenti!
    Un'esplosione infine tira giù le assi puntute, liberando un'ombra corporea che ha preso il sopravvento sul corpo della poveretta...


    Jashin



    *Ci credi ora in me, umano?*



    Interroga Nonubu come conoscesse di lui vita, morte e miracoli prima ancora che fosse nato.
    Chi è costui? Parla in modo estremamente naturale, non facendo trasparire ilarità, o sottointendendo la sua superiorità. La stessa domanda di cui sopra, la pone col vero dubbio di conoscere la risposta dell'interlocutore, ammettendo pertanto di essere anche messo in dubbio nell'esistenza. Ma un atteggiamento simile è...


    *...Jashin. Io. Sono. Jashin.
    Mentre tu sei Nonubu Senju. So tutto di te, come so tutto di ogni altra cosa.
    Io. Sono. Dio.
    E vorrei tanto sapere cosa pensi di questo.*



    Il suo viso, bianco come la luna, è impenetrabile a dir poco, e benchè le leggende lo vedano come dio della distruzione, non c'è niente in lui che la ricordi vagamente, se non il chakra per niente umano che emana. Un pellicciotto piumato nero gli si avvolge attorno al collo, mentre una lunga tunica da francescano lo veste fino ai piedi, che calzano dei sandali davvero troppo umili per appartenere ad una divinità. E stonano non poco con le numerose perle che gli cingono colle ed orecchie, ma questa è la forma in cui si manifesta. Da accettare per come è.
    Lì per terra scorge in attesa di risposte la tri-falce delle sue spoglie umane, non fatica neanche un pò a raccoglierla, e moltiplicarla una volta usando un chakra dalla forma liquida. E' quella la sua energia: non la vaporosa essenza dei ninja, ma una qualcosa di talmente denso di raggiungere la consistenza dei fluidi!
    Si rierge quindi in direzione di Nonubu, e brandisce una tri-falce per mano - con i fili estensori attaccati ai polsi - in un atteggiamento difficilmente leggibile se ostile o meno. Tuttavia una cosa è certa: non vuole far la prima mossa, o magari sì?


    *So cosa ti stai chiedendo: "com'è possibile che io esiste veramente? Il giorno del giudizio non era una trovata di Zero?"
    Ebbene sì, Nonubu, avete ingannato tutti con la messa in scena di Kusa. Davvero tutti. Voi compresi.
    Da sempre esiste un rito capace di invocarmi, consistente nell'offrire a Jashin 500 anime tutte assieme, ma il mio culto non l'ha mai praticato per il paradossale timore di morire. I miei adepti, per quanto credenti, mi temono, l'hanno sempre fatto, Yume inclusa. Voi però avete distrutto quell'unico freno inibitore che le impediva di evocarmi: la paura della morte, lo stesso motivo che li ha portati a predicare la mia religione con ipocrisia ed offrire a me anime in cambio dell'impossibilità di trapassare.
    Devo davvero ringraziarti, ma non fraintendermi: non è un ringraziamento di quelli ilari, finalizzato ad intimidire una preda già morta a causa di se stessa, no.
    Io sono un dio, privo delle vostre emozioni umanamente intese: voglio offrirti l'immortalità e la possibilità di seguirmi nello sterminio planetario.
    Perchè lo faccio? Sono davvero, davvero affamato. Nessuno mi ha mai liberato, e ora sento il disperato bisogno di soddisfare il mio istinto, alla stregua del vostro appetito umano. Del resto voi uccidete bestie e altri esseri viventi per sopravvivere, no? Perchè ora dovresti venirmi contro?
    Forza, vieni con me: esaudirò qualunque desiderio vorrai, in segno di sincera riconoscenza.



    Gli suggerisce con una pacatezza fuorviante. Nonubu ha per le mani l'offerta più allettante della sua vita: l'eterna giovinezza e la realizzazione dei più oscuri suoi desideri.

    Non può morire. Ha chakra infinito.
    A te la mossa.
     
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  8. Anselmo
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    Parlato

    Pensato


    Pensato Matatabi


    Non è possibile!

    Ridotta all'impotenza sotto il processo di brutale sottomissione attuato dalla prigione di sigilli, una tecnica che ritenevo assolutamente infallibile una volta che la preda era in trappola, ora si risvegliava, animata da un moto viscerale contro cui non potevo nulla. Da quel che restava del suo corpo fragile e martoriato, cominciò a sgorgare sangue a fiotti. L'invisibile schermatura di chakra venne investita prima da schizzi di fluido cremisi, poi ne venne totalmente riempita, come fosse una gigantesca anfora di vetro. Per un istante intravidi ancora una volta il volto della donna, non più delicato ed allettante come quando l'avevo incontrata al cospetto del suo trono, e nemmeno malefico come quando l'avevo combattuta nel centro del Villaggio. Lo vidi invece contorto da spasmi di orrore e sofferenza come probabilmente non ne aveva mai provata. Un attimo dopo sparì, inghiottita dal suo stesso sangue che raggiunse la sommità della prigione invisibile. I pilastri borchiati cominciarono a flettersi, scricchiolando sotto l'enorme pressione. Lei stessa era vittima di qualcosa di indefinibile, lo percepivo dalle pulsazione di indecifrabile oscurità che emanava. L'unico modo in cui mi riuscì di districarmi in quella terribile sensazione fu di ricondurla all'emozione che ti coglie quando, da bambino, sei solo, immerso nella tenebra.

    Cosa sta succedendo?

    Stai in guardia, percepisco qualcosa di... di...

    Lo sento anch'io...


    Retrocedetti di due passi, mentre la struttura che conteneva quell'abominevole metamorfosi mi avvertiva d'essere prossima al cedimento con schianti secchi e schegge di legno che sibilavano nell'aria. Ancor prima che cedesse, avevo già l'inspiegabile certezza che là dentro di Kuroi Yume non restava più nulla. Lo schermo si incrinò, ed un istante dopo andò in frantumi, tingendo di rosso l'intera vetta della montagna su cui ci trovavamo. Spezzato il guscio, nacque, letteralmente, un nuovo essere, sostituendo in tutto e per tutto la Kusakage. Fu come se il Sogno Proibito si fosse trasformato in un incubo. Il sangue fluì ai miei piedi, emanando putridi vapori a contatto con il fuoco che mi rivestiva. Intanto un estraneo varcava i confini abbattuti della prigione di sigilli, e si posizionava difronte a me. Retrocedetti ancora, senza distogliere lo sguardo. I miei occhi increduli registrarono ogni particolare, senza che potessi farmi un'idea precisa di cosa avevo difronte. La sua pelle era pallida, cadaverica, ma perfetta in modo anormale. Inquietava. E lo stesso effetto sortivano le vesti, austere fino alle spalle, che erano invece ammantate di una nera pelliccia, ed il capo adornato di gioielli. Ma di quella persona era ciò che non vedevo a turbarmi maggiormente. Era seguito da un presagio che riuscivo a percepire distintamente. Alle sue spalle giacevano solo i resti della mia creazione, non v'era più alcuna traccia della mia avversaria. Misi ancora qualche metro tra di noi, poi mi arrestai.

    *Ci credi ora in me, umano?*


    Una voce troppo calma, cozzava violentemente con la frenesia delle situazioni che mi ero appena lasciato alle spalle. Parlava lentamente, come se avesse tutto il tempo del mondo. Totalmente privo di preoccupazioni. La cosa mi fece digrignare i denti. Non risposi alla sua domanda, era insensata. Sapevo esattamente a cosa si riferiva, ma non risposi, potevo ancora affermare di non capire; prendere tempo, riorganizzare le idee.

    *...Jashin. Io. Sono. Jashin.
    Mentre tu sei Nonubu Senju. So tutto di te, come so tutto di ogni altra cosa.
    Io. Sono. Dio.
    E vorrei tanto sapere cosa pensi di questo.*


    Perchè? Miliardi di persone popolavano quello schifo di mondo. Perchè toccava proprio a me? Ripensai alla mia vita, domandandomi quale delle scelte che avevo perpetrato mi avessero portato a vivere quel momento. Non mi capacitavo di come ciò fosse potuto accadere. Stavo davvero incontrando dio? No, non poteva essere. Negai il fatto, scossi la testa. Non esisteva alcun dio, non poteva esistere! Perchè se esisteva, io, o meglio, noi, l'intera umanità, cos'eravamo... pedine di un gioco, che esistevano soltanto per divertire entità superiori?! Le scelte, il libero arbitrio: stupide idee di una mentalità chiusa, mentre la vera ragione sarebbe stata la fede religiosa. Questo sarebbe divenuto il mio mondo, se accettavo l'esistenza di dio... Inaccettabile!

    *So cosa ti stai chiedendo: "com'è possibile che io esiste veramente? Il giorno del giudizio non era una trovata di Zero?"
    Ebbene sì, Nonubu, avete ingannato tutti con la messa in scena di Kusa. Davvero tutti. Voi compresi.
    Da sempre esiste un rito capace di invocarmi, consistente nell'offrire a Jashin 500 anime tutte assieme, ma il mio culto non l'ha mai praticato per il paradossale timore di morire. I miei adepti, per quanto credenti, mi temono, l'hanno sempre fatto, Yume inclusa. Voi però avete distrutto quell'unico freno inibitore che le impediva di evocarmi: la paura della morte, lo stesso motivo che li ha portati a predicare la mia religione con ipocrisia ed offrire a me anime in cambio dell'impossibilità di trapassare.
    Devo davvero ringraziarti, ma non fraintendermi: non è un ringraziamento di quelli ilari, finalizzato ad intimidire una preda già morta a causa di se stessa, no.
    Io sono un dio, privo delle vostre emozioni umanamente intese: voglio offrirti l'immortalità e la possibilità di seguirmi nello sterminio planetario.
    Perchè lo faccio? Sono davvero, davvero affamato. Nessuno mi ha mai liberato, e ora sento il disperato bisogno di soddisfare il mio istinto, alla stregua del vostro appetito umano. Del resto voi uccidete bestie e altri esseri viventi per sopravvivere, no? Perchè ora dovresti venirmi contro?
    Forza, vieni con me: esaudirò qualunque desiderio vorrai, in segno di sincera riconoscenza. *


    No, non può essere, non puoi esistere... Non ascoltarlo Nonubu, non cedere! E' un'inganno. Si ma cosa mi offre... come posso rifiutare?! TACI! Cerca di corromperti, è solo un uomo, come tutti gli altri, non farti prendere in giro da queste fandonie! NON E' CHI DICE DI ESSERE!

    Ripetei alacremente nella mia testa, sfiorando la pazzia. Anche Matatabi, una creatura antecedente persino al primo uomo che aveva messo piede sul pianeta, ammutolì. Ma per quanto cercassi di convincermi, non potevo mentire a me stesso. In realtà sapevo perché mi trovavo lì, in quella situazione. Ero lì perchè intuivo qualcosa che non riuscivo a spiegarmi. Sentivo solo che c'era, era tutta la vita che avevo la sensazione ci fosse qualcosa che non quadrava nel mondo. Non sapevo bene di cosa si trattasse ma la avvertivo. Un chiodo fisso nel cervello, da diventarci matto... Era quella sensazione ad avermi portato fino a lì. Dovevo scoprire di cosa si trattava, che cosa fosse. Perchè la avvertivo ovunque, in ogni luogo, attorno a me. Anche il quel momento, sul picco della montagna. Come se mi fosse stato messo davanti agli occhi un falso mondo, per nascondermi la verità. Quale verità? Che io ero uno schiavo. Come tutti gli altri, ero nato in catene. Nato in una prigione che non aveva sbarre, che non aveva mura, che non aveva odore. Una prigione per la mia mente. Una realtà pazzesca, in cui non potevo vivere. Ed ora mi si poneva difronte l'ennesima scelta. Credere... non credere... Era la mia ultima occasione, se rinunciavo non ne avrei avute altre. Era arrivato il momento di liberarmi da quel dubbio persistente. Si, per poter fare la mia scelta, dovevo sincerarmene! Deglutii, feci uno sforzo immane per tornare lucido e...

    - [ X ] -


    Quindi un dio è questo: un'entità arrogate, quasi infantile, che necessita di palesarsi con teatralità per convincere la mente altrui della propria esistenza. No, peggio. Stai tentando di corrompermi con un'offerta! Questa per me non è altro che insicurezza. Paura... debolezza!

    Sputai le parole con infinito disprezzo.

    Dov'è finita la fede? Credere nell'esistenza di dio incondizionatamente, senza porsi alcun dubbio sulla sua esistenza, senza necessitare di una prova. Perchè un dio non deve convincere gli uomini del suo essere, un dio non deve niente. Sono gli uomini a "dovere". Loro devono credere. Questa è la fede, l'unico modo in cui un dio può davvero esistere. Mostrandoti a me, tradisci la fede che i tuoi adepti hanno avuto in te. Mostrandoti a me, tu smetti di essere un dio. Cominci ad esistere in quanto essere, ed in quanto essere ammetti la possibilità di smettere di esistere. Diventi mortale, fragile... debole... Se tu, qualunque cosa tu sia... se tu sei mai stato un dio, ora non lo sei più. Ho risposto alla tua domanda?
    Ma c'è un'alternativa, un'altra possibilità...


    Aggiunsi ridacchiante. Mi feci sarcastico e bestemmiai come solo quello che i timorati definiscono "ateo" può fare:

    ...ovvero che tu ti sia mostrato a me perchè mi consideri un tuo pari. Non trovo altra spiegazione. Devo dedurre quindi che tu, un dio, abbia deciso di incontrare me, un altro dio? Essere un dio... l'idea mi alletta. In questo caso però mi chiedo cosa sia un dio, mi chiedo come lo si possa definire. Forse è il potere che ho acquisito a rendermi tale. Uhm... allora sono deluso. Perchè posso fare molto più di così, posso andare molto oltre, e lo farò. Ed allora nemmeno tu o qualsiasi altro dio potrete fermarmi, eh eh he ehe he he. Un dio...

    Serio o ironico, a vedere il mio volto approssimato nei tratti dalla forma semi-demoniaca che avevo assunto, non si sarebbe potuta notare differenza. Ma chiunque mi avesse ascoltato, avrebbe capito che quanto stavo per dire non aveva in se alcuna traccia di ironia. Avrebbe capito che mai in vita mia avrei parlato con altrettanta coscienziosità. E dissi...

    Una chance la si da comunque a tutti, perfino allo scherzo di soggetto che rappresenti. Ti do la possibilità di dimostrarmi cosa sei davvero. Non è con trucchetti quali un cambio di forma o il chiamarmi per nome che mi puoi convincere. Perchè fin'ora non hai fatto altro, sottospecie di fenomeno da baraccone. Se vuoi essere convincente...

    ...SCHIVA QUESTO!!!



    Unite le mani, l'intera montagna fu scossa dalla violenza di un terremoto mentre, tra crepe che attraversavano la roccia ed esplosioni di terra, emerse issandosi con braccia e gambe una gigantesca creazione lignea dalle fattezze umane, tanto grande da gettare un'ombra sull'intera zona. Un terremoto che cesso solo per un'istante, perchè riprese non appena l'immenso Mokujin scattava in avanti sferzando l'aria con la poderosa mano, per poi serrarla sul minuscolo corpicino del presunto dio. Dalla sommità del suo capo, ero già occupato a richiamare la più grande quantità di chakra che avessi mai concentrato. Esso evaporava dal mio corpo, raggrumandosi in globuli che si univano difronte al mio volto, a formare una massa scura altamente instabile, la cosiddetta teriosfera. Più questa s'ingigantiva, più il mio corpo si trasformava: il manto bluastro che mi ricopriva si staccò dal mio corpo, crescendo di dimensioni ed assumendo gradualmente le fattezze del demone che mi abitava. In breve il mio corpo venne inghiottito dal chakra demoniaco, che assunse la forma di un demone gatto con fauci ed artigli sproporzionati, incutendo ancor più timore del Matatabi nella sua forma brada. Simboli oscuri lo percorrevano dal capo alla sommità delle due code, estendendosi ad arti superiori ed inferiori. Mi trovai a fluttuare nella sua testa. Le mie mani erano le sue poderose zampe, le mie gambe i suoi potenti arti posteriori, i miei occhi i suoi. Lui era me, con le le lunghe unghie affondate nel legno del Mokujin, mentre restavo aggrappato alla sua schiena, con il muso che sporgeva da dietro una spalla. Ed intanto la teriosfera si era ingigantita, un globo grande quasi come la creatura di legno e quella di fuoco messe assieme. Quando la sganciai, la spinta inversa quasi mi strappò dalla mia posizione, tanto scattò in velocità, diretta contro il bersaglio per generare una detonazione da cui soltanto un dio sarebbe potuto sfuggire.


    Ecco Zef. Volevi che chiedessi tutto ciò che avrei chiesto ad un dio qual'ora l'avessi incontrato. Beh, quello che gli chiederei è di tapparsi la cazzo di bocca perchè di parole a vanvera su di lui ne ho già sentite abbastanza, e di darmi VERE prove della sua esistenza ed utilità.
    Quindi se non si fosse capito, rifiuto l'offerta.
    Puoi prendere la cosa come vuoi, ovviamente. Tutto dipende dal carattere che vuoi dare al tizio qui nostro amico. Per parte mia però posso dirti che non lo sto sfidando solo per il gusto di farlo (un po' si), ma piuttosto perchè le sue fin'ora sono davvero state solo chiacchiere... o sbaglio? Se devo credere, mi serve un motivo per farlo.

    Ti chiedo una cosa: se vuoi instaurare un dialogo, non rispondere alle mie affermazioni piazzando le tue risposte nel mezzo del mio discorso, perchè non potrei replicare in alcun modo. E' un limite dei GDR su forum. Per darmi la possibilità di dialogare, dovresti mettere le tue risposte durante il combattimento :soso: Cioè dopo che ho finito di parlare, come ho fatto io con te. Il dialogo mi interessa, per questo mi preme dirtelo.

    Mai fatto un evento così figo.

    Scheda Nonubu Senju
    Resistenza: 495+100= 595/1000
    Chakra: 1000/1000
    Chakra Mod. Bijuu: 2275-150-150= 1975/2750
    Azioni:
    - Arte del Legno: Uomo di Legno
    - Uomo di legno: presa su Jashin
    - Caricamento Bijuu Dama parziale (nel farlo subisco una trasformazione tipo questa (click) ma in versione nibi, roba scenica)
    - ...a sto punto la lancerei :si2:




    Note: Ho recuperato gli ultimi 100 punti resistenza della creazione rigenerativa. Dal prossimo turno avrò forza fisica ed agilità dimezzati. Che comunque non mi servono a nulla.
     
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    Quindi un dio è questo: un'entità arrogate, quasi infantile, che necessita di palesarsi con teatralità per convincere la mente altrui della propria esistenza. No, peggio. Stai tentando di corrompermi con un'offerta! Questa per me non è altro che insicurezza. Paura... debolezza!

    L'intervento del divino non pare piacere neanche un pochetto al ninja di Konoha, che sprofonda in una crisi turbolenta avvolta nel buio dell'incertezza. E' palpabile e udibile l'abisso dal quale vorrebbe emergere: accusa Jashin di un qualcosa che in effetti sta provando lui!
    Lo si legge nei suoi occhi, spalancati, inarcati a testimonianza di una sorpresa sconvolgente, delle più negative da immaginare...


    Dov'è finita la fede? Credere nell'esistenza di dio incondizionatamente, senza porsi alcun dubbio sulla sua esistenza, senza necessitare di una prova. Perchè un dio non deve convincere gli uomini del suo essere, un dio non deve niente. Sono gli uomini a "dovere". Loro devono credere. Questa è la fede, l'unico modo in cui un dio può davvero esistere. Mostrandoti a me, tradisci la fede che i tuoi adepti hanno avuto in te. Mostrandoti a me, tu smetti di essere un dio. Cominci ad esistere in quanto essere, ed in quanto essere ammetti la possibilità di smettere di esistere. Diventi mortale, fragile... debole... Se tu, qualunque cosa tu sia... se tu sei mai stato un dio, ora non lo sei più. Ho risposto alla tua domanda?
    Ma c'è un'alternativa, un'altra possibilità...
    ..ovvero che tu ti sia mostrato a me perchè mi consideri un tuo pari. Non trovo altra spiegazione. Devo dedurre quindi che tu, un dio, abbia deciso di incontrare me, un altro dio? Essere un dio... l'idea mi alletta. In questo caso però mi chiedo cosa sia un dio, mi chiedo come lo si possa definire. Forse è il potere che ho acquisito a rendermi tale. Uhm... allora sono deluso. Perchè posso fare molto più di così, posso andare molto oltre, e lo farò. Ed allora nemmeno tu o qualsiasi altro dio potrete fermarmi, eh eh he ehe he he. Un dio...


    Jashin, Jashin, Jashin. Ripete tra sè e sè, senza esternare alcun sentimento di sfiducia. Si limita a sollevare il sopracciglio destro in senso interrogativo, come a voler dire "ma cosa stai dicendo?". E il bello è esattamente il suo atteggiamento, un modo di fare umilissimo, apprensivo e comprensivo al contempo, capace di spiazzare chiunque gli stia davanti. E' il dio della distruzione, un essere teoricamente capace di annientare tutto in un momento, battendo un semplice ciglio, e invece sta lì, a subìre le accuse di un ateo che non accetta l'evidenza di aver davanti agli occhi la prova più esaustiva dell'esistenza di una divinità. In che modo definire un atteggiamento simile? Tracotante? Coraggioso? Stolto? Umano?
    Jashin stesso se lo chiede, e non riesce a trovare la benchè minima risposta. Ammira l'uomo con degli occhioni da chi sta scoprendo per la prima volta un mondo, per niente familiare. A cosa deve questa risposta?


    Una chance la si da comunque a tutti, perfino allo scherzo di soggetto che rappresenti. Ti do la possibilità di dimostrarmi cosa sei davvero. Non è con trucchetti quali un cambio di forma o il chiamarmi per nome che mi puoi convincere. Perchè fin'ora non hai fatto altro, sottospecie di fenomeno da baraccone. Se vuoi essere convincente...

    - Convincerti? Pensi che voglia far questo? -

    I sentimenti di Nonubu mutano in qualcosa di più concreto, più ostile e bellico: una vampata di chakra incandescente si propaga in ogni dove, piegando il più possibile i fili d'erba e morsicando le vette del Monte, dai quali si propaga un agghiacciante terremoto. Venti, uragani, tempeste di energia investono Jashin, il quale viene urtato e sballottato a dieci metri dalla semplice onda d'urto. Figuriamoci cosa può fargli un attacco diretto del Due code. Sta persino lì, a rifugiarsi dietro una delle due falci, nella speranza di fuggire gli intenti del ninja al quale aveva posto una semplice offerta. Ma niente!
    Possibile che il sedicente Dio è tutto fumo e niente arrosto? C'è da dire non ha fatto una così bella figura sino ad ora!
    Infine lo vede: un titano, immenso, gigantesco, si erge dalle profondità terrestri e dalle radici degli alberi, con in testa Nonubu! La sua ombra oscura il dio completamente, lo sovrasta, rendendolo soltanto un puntino nell'universo. La mano del colosso quindi agisce da sè, e con fermezza lo agguanta tra le falangi impedendogli qualunque via di fuga...


    *Ma scusa, perchè stai facendo in questo modo?
    Io volevo solo esprimerti la giusta gratitudine per avermi liberato. Non credo di averti dato l'idea di volerti essere ostile!*


    ...SCHIVA QUESTO!!!


    *MA CHE TI HO FATTO?!!?
    Volevo solo esserti riconoscente, ma se questa è la tua risposta, non mi lasci altra scelta!*



    Dall'alto del cerebro dell'uomo legnoso, il Jinchuuriki assume le sembianze più prossime al demone che lo possiede, e carica dalla bocca un flusso di energia dalla forma sferica per scagliarla direttamente sul viso del dio; ma quest'ultimo non ha intenzione di dargliela vinta e...soffia!
    Proprio così: con un'espirazione delicata, accostabile a quella di una fanciulla su un soffione, rilascia una flebile ventata sul polso del gigante che...lo affetta!
    Qualunque radice, arbusto, cespuglio la componesse, indipendentemente dalla sua robustezza vien giù, come una mela dal suo ramo. La presa si perde e Jashin, armato delle solite falci, sta per precipitare, con a minacciarlo la massa di chakra della Teriosfera...


    *Non ho bisogno di schivare un attacco tanto debole. Basta calciarlo via!*



    Con fare totalmente inatteso e il minimo sforzo Jashin a mezz'aria innesta un preciso calcio al chakra, tale da deformare il complesso e spedirlo in orbita, verso l'armosfera.
    Nessun graffio, solo la disintegrazione della parte di tunica che gli vestiva ginocchio e gamba. Per il resto il niente più assoluto.
    Il Dio atterra incolume sopra il tonfo della mega-mano di legno, e dal basso in alto guarda il ninja atterrito dall'abilità del nemico, probabilmente in attesa di una sua qualunque mossa...


    Jashinx3333



    Un boato assordante sprigiona raggi dirompenti nel cielo, chissà dove. Indice dell'effettiva potenza di Nonubu, eppure, ciononostante un semplice calcio gli è bastato al dio per risolvere il problema. Chi è costui? E quale prova più tangibile di questa farebbe accettare al ninja di Konoha la realtà dei fatti? Forse le sue risposte alle accuse?

    *Anò...andiamoci con ordine. Vorrei rispondere ad ogni tua accusa, ma tanto sono certo che servirà a ben poco.
    Prima cosa: già, hai ragione, la teatralità non è il mio forte e francamente ne farei anche a meno, ma purtroppo il rito si manifesta indipendentemente dalla mia volontà, in questo modo. E poi, ehi! Io non volevo corromperti, volevo solo ringraziarti, per dio!
    Secondo: è abbastanza ambigua la definizione che hai di "fede". Credi che per antonomasia un credente debba unicamente accettare la fede come idea, più che come ricerca della sua dimostrazione empirica, perchè altrimenti diverrebbe "scienza"? Non ci avevo mai pensato in effetti, ma quale fedele non vorrebbe vedere il suo dio?*


    Strizza un occhio e si gratta il capo, per trovare una verità dietro il punto di vista dell'interlocutore. Benchè a dividerli stanno almeno 20 metri di distanza, magicamente la sua voce arriva perfettamente all'udito di Nonubu, chissà perchè...

    *Voi atei pensate di essere meno ridicoli dei credenti, che si appigliano a un'idea così artificiale come la religione, credendo che essa sia trascendente, eppure che avete di diverso voi da loro? Siete ciechi esattamente come quelli che criticate. Solo vedono il loro punto di vista, voi ritenete che sia vero unicamente il vostro. In effetti è questo che non mi va giù: perchè non avete l'apertura mentale di dare credito al loro parere? Eppure li accusate di essere chiusi, no?
    Terzo: sei tanto tracotante da pensare mi importi qualcosa di te? Della tua vita? E dire che mi accusi di considerarti come mio pari. Non è proprio onesto da parte tua, eh!
    Lascia che ti spieghi una cosa, piccola come il tuo essere nell'immensità dell'universo: tu ritieni e chi per te, ritenete che la divinità vi abbia creato per uno scopo, che vi abbia istruito a seguire il bene, condannare il male, unirvi in una società di simili al fine di procreare, di evolvere. Ma ti pongo una domanda: hai mai pensato che il vostro scopo sia l'esatto opposto di ciò che avete creduto e tramandato?*


    Conficca gli estremi delle aste nel suolo e con la forza dei bicipiti si innalza in una posizione congiunta delle gambe, simil Yoga.

    *Probabilmente questa domanda andrebbe posta a un credente, ma cosa accadrebbe se la divinità si presentasse a voi - così come sto facendo - suggerendovi che il vostro scopo è la lotta della selezione naturale? L'azzannarvi, lo scannarvi, con l'idea di sopravvivere, e precipitando in esso nella conservazione dei migliori tra voi? Che ne diresti se ti presentassi questa come la vera "evoluzione" dell'uomo?
    Lo scarto dei deboli, la sopravvivenza dei più forti? *


    In altri termini...le parole di Zero? A confermarlo è il proseguimento del discorso...

    *Uhm...ma riflettendoci è quello che avete fatto, no? La vostra intelligenza ha superato il vostro istinto, portando i "migliori" a ingabbiare i più deboli, eluderli, "accontentarli" con dei valori ora etici, ora religiosi, secondo i quali ognuno di loro avrebbe temuto la cattiva condotta in vita, per una punizione post-mortem.
    Davvero, davvero spietato da parte vostra, non trovi? Nell'evoluzione avete trovato il modo vincere apparentemente l'istinto, camuffandolo come la parte umana da condannare, reprimere. Interessante. Ma è da vigliacchi.
    Per questo sono venuto ad epurarvi.
    Ti aspetti un dio della distruzione concepito come un essere costituito da odio? Da malvagità?
    E invece no. La distruzione è necessaria, per riportare l'egualitarismo nella vostra specie. Ed io sono affamato...affamato della vostra sfrontatezza, tracotanza, ingannevolezza. Sono stanco.
    L'immortalità che conferisco alle persone dovrebbe servire a far capir loro una lezione, ma è sempre servita per lo scopo opposto. *


    Stufo di ripetere a se stesso sempre la stessa cosa, sbuffa con vigore, non rendendosi conto di disintegrare la mano del gigante di legno nei pressi. China quindi il capo spiazzato dalla sua ingenuità, e poi si rimette in piedi, folgorando con uno sguardo incerto Nonubu...

    - Il tuo compagno "Zero". So che stai pensando a lui. Ma ti fidi seriamente di un tipo così?
    Oh beh, avrai molto tempo a disposizione quando sarai morto per interloquire con lui. Non mi preoccuperei adesso più di tanto...


    Alza una semplice gamba, di poco, pochissimo: adesso è a un palmo dal naso del ninja, a guardarlo col capo di lato, come ad indicargli cosa sta avvenendo dai piedi del gigante in sù. Numerosi squarci - uno dopo l'altro - fendono ogni singola giuntura della bestia con lo scopo di disintegrarle di netto; dopodichè balza indietro, via dal nemico e a mezz'aria lascia andare solo per un momento una delle armi, per schioccare le dita col fine distruggergli i timpani attraverso una propagazione sonora, capace di buttare giù per altro l'uomo di legno.

    Azioni difensive:
    - Soffio
    - Calcio alla Teriosfera
    ------
    Azioni offensive:
    - Tagli multipli in corsa con le trifalci sulle giunture del gigante (attacco unico)
    - Schiocco assordante per distruggere i timpani di Nonubu (fa danni e assorda) e polverizzare il gigante


    Edited by Zérø - 14/8/2015, 01:33
     
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  10. Anselmo
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    Quindi...

    Quindi... Nemmeno con il pensiero fui capace di formulare il resto della frase. Ogni singolo atomo del mio corpo rifiutava con tutto se stesso quell'idea che con forza penetrava, centimetro dopo centimetro, attraverso gli spessi muri di negazione che avevo costruito nel corso della mia vita. Ma per quanto lo desiderassi, ciò a cui avevo assistito non era in alcun modo negabile. Avevo assistito a... a cosa? Eppure ero sicuro che non ci fosse al mondo un potere superiore al mio. E nonostante ciò, era accaduto: lui l'aveva annientato senza scomporsi minimamente. Ancora una volta tutti i miei sforzi, le mie speranze, i miei sogni di potere... si dimostravano ridicoli. Davanti a tutto ciò io non ero altro che polvere. Niente di più. E ad essere polvere sarei tornato. Quando lui avrebbe deciso che dovevo morire, non sarebbe stato compito mio sfidarlo. Perchè lui era...

    No... No... non è possibile...

    Le mie parole non raggiungevano i miei stessi timpani, tanto erano deboli per lo sforzo che compievo nel pronunciarle. Lassù, negli strati più remoti dell'atmosfera, la potente teriosfera esplose con un rombo di tuono assordante. La detonazione fu il fulcro di una perturbazione che a velocità sovrannaturale si propagò oscurando il cielo ed abbattendo contro di me un'intensa aria di tempesta. Presto avrebbe cominciato a piovere, poi a tuonare, e venti poderosi avrebbero flagellato il picco del monte. Sotto quel presagio, non potei che ritirarmi in me stesso. Indietreggiai sulle quattro zampe concessemi dal chakra demoniaco. Abbassai il muso fino a sfiorare il terreno. Per quando fossi forte, grande e spaventoso, mi sentivo talmente insignificante... Qualcosa in me si spense. Abbassai le palpebre, e non riuscii più a pensare a niente.

    [...]


    Non seppi quanto tempo trascorse dacché la mia mente si era dissociata da ciò che non poteva accettare. Improvvisamente fui costretto a destarmi. La sua voce cominciò a risuonare tra le pareti della mia scatola cranica, senza che ci fosse modo per me di zittirla. Fui costretto ad ascoltarla, non avevo alcuna scelta. Ma più la ascoltavo, più una certa vitalità riprendeva a pervadere le mie membra. Era come se le parole stesse mi riempissero gradualmente di lucidità, fiducia e coraggio, gli elementi indispensabili per portare a compimento l'incarico che mi ero prefissato. Capii, e ne fui sempre più convinto, che avevo una missione da portare a termine. Una missione che io stesso mi ero affidato. Fallirla significava morire. Portarla a termine, invece, voleva dire ridare un senso alla mia vita.
    Ero in ginocchio, e mi rialzai aiutandomi con le braccia. Il mostro ribollente che abitavo reagì risollevandosi sulle quattro zampe e frustando l'aria con le due code, in una pioggia di scintille. Spalancai le fauci e soffiai come un felino che risponde ad una provocazione, un soffio bollente che emesso dal mostro che ero, parve il poderoso grido sofferente di milioni d'anime ustionate dalle fiamme dell'inferno. Chiunque ne sarebbe stato intimorito, anzi, schiacciato senza pietà. Ma non quella cosa, che continuò a parlarmi nella testa come se altro non fossi che una coccinella imprigionata tra le sue mani. Scattò a tale velocità che non fui capace di seguirne i movimenti. Mi chiesi se si fosse davvero mosso, o se non avesse piuttosto deciso di cambiare posizione ed il desiderio si fosse immediatamente tramutato in realtà. No, no... non dovevo pensarlo in quel modo. Era veloce, e forte, dannatamente forte. Ma niente di più, no. Me lo trovai davanti, ad un soffio dal mio muso. Indietreggia e scoprii le fauci, pronto a reagire. Ma lui, Jashin, si limitò a scansarsi di modo che potessi puntare gli occhi sul colosso di legno che avevo creato, ora immobile come un'immensa statua, in attesa di ordini. Dal basso verso l'alto, in un attimo venne affettato da lame invisibili, che lo fecero crollare al suolo privo dell'appoggio di braccia e gambe. Prima ancora che potesse toccare terra, il presunto dio schioccò le dita disintegrandolo totalmente. L'esplosione fu improvvisa e giunse apparentemente dal nulla, tanto forte che l'onda d'urto mi assordò. Mi portai le mani alle orecchie, cercando di reprimere il dolore lancinante che mi trafisse il cranio. Per un attimo fui quasi grato di tale privazione, ma poi ricordai che quel maledetto era capace di farsi ascoltare persino da un interlocutore privo d'udito. Balzai immediatamente indietro mettendo un buon centinaio di metri tra noi due e terminando il salto su un gigantesco sperone roccioso che puntava verso il cielo tempestoso. Aderii al suo fianco verticale, conficcando nella nuda roccia i lunghi artigli affilati di cui ero dotato. Da lì squadrai l'avversario e l'immenso concentrato di potenza che quei minuscolo corpo racchiudeva. Fui attraversato da un incontenibile flusso di rabbia, mentre la roccia sotto le mie zampe si spaccava e franava per lo sforzo che, inconsapevolmente, le applicavo. Teso come una corda di violino, ero pronto a scattare e falciarlo, per poi afferrarlo e sbatterlo al suolo, calando si di lui le mie membra a ripetizione, fin quando mi sarei trovato a piantare nient'altro che frammenti d'ossa nel nudo terreno. Ma poi ricordai a me stesso che non potevo compere. Per l'ennesima volta, incontravo un essere più potente di me, e la mia meta pareva schizzare lontana anni luce.

    -[ X ]-


    Ma non sarei rimasto con le mani in mano, nemmeno per sogno. Non potevo combattere, ma non mi sarei arreso. Perchè qualunque cosa quell'individuo fosse o rappresentasse, io ero giunto troppo lontano per sottostargli. Dentro di me qualcosa prese a turbinare con furia, logorandomi dall'interno. Un bisogno disperato di esprimermi, e far capire a tutto il globo cosa provassi. Quindi parlai. Anzi, gridai a squarciagola, perchè privato dell'udito non riuscivo più a controllare la mia voce.

    Le tue parole, i tuoi discorsi, non hanno alcun significato per me. Puoi risparmiare il fiato, perchè i tuoi altro non sono che vaneggiamenti! Con quale arroganza tu, chiunque tu sia, mi vieni a parlare dello scopo dell'umanità? Del mio scopo? Non c'è essere al mondo, che sia umano o ultraterreno, che possa dirmi il motivo per cui esisto. Il popolo umano è quello che è per SUO merito, e non per merito di un dio. L'uomo si è proclamato l'essere più forte del pianeta sporcando LE PROPRIE mani di sangue, e non le mani di un fantomatico dio. Regna incontrastato su qualsiasi altra specie perchè ha la forza e le capacità per farlo, entrambe sviluppate nel corso dei millenni sacrificando i PROPRI simili, lasciandosi dietro i PROPRI cari, soffrendo per PROPRIA scelta, e non per scelta di un qualche dio. E lo stesso vale per me! TU... chiunque tu sia, chiunque tu dica di essere, CHIUNQUE TU CREDA DI ESSERE, non hai nessun ruolo. Non hai motivo di esistere. Se tu, in questo stesso istante, sparissi, nessuno se ne accorgerebbe, capisci?! Sei inutile, totalmente. Non hai uno scopo, un motivo di esistere. Quindi come puoi porti al di sopra di noi umani? AL DI SOPRA DI ME?! Sei più insignificante del più debole, impotente, malato e vecchio idiota di questo mondo. Non sei niente. APRI GLI OCCHI! Non hai motivo di esistere e quindi... tu... non... esisti! Sparisci.
    Non hai creato un bel niente, non tu, siamo stati noi. Noi abbiamo dato vita a tutto questo. E noi abbiamo firmato la nostra condanna a morte, perdendoci in una selva di falsi ideali, religioni comprese. Tutte bugie, che io mi sono prefissato il compito di ESTIRPARE ALLA RADICE. Io ho il compito, DA ME AFFIDATOMI, di elevarmi al di sopra di tutto e tutti. A quel punto darò il via ALLA VERA EPURAZIONE, quella che vedrà i deboli ed inetti bastardi crepare, così la smetteranno di succhiare la vitalità a chi si è guadagnato il proprio diritto di vivere! I deboli, MORIRANNO. Compiuto ciò, c'è forse chi mi chiamerà Dio. Ma saranno loro a definirmi tale, a riconoscermi come tale. Non sarò io ad arrogarmi tale titolo, come tu stai facendo.
    A quel punto, io sparirò. Non ci sarà più bisogno di me, perchè l'ideale di esistenza che io incarnavo, sarà stato trasmesso ai sopravvissuti del vecchio mondo, e quindi non avrò più motivo di esistere. Sparirò, perchè la mia missione sarà compiuta. Tutto ciò presuppone che non esista essere quale quel che tu dici di essere, perchè in tal caso non potrò mai compiere il mio destino; ci sarà sempre qualcuno al di sopra di me. Sei un ostacolo sul mio cammino. Se non posso distruggerti io, è giusto che lo faccia tu stesso. Perchè se tu sei davvero colui che ha fatto scoccare la scintilla della vita, devi renderti conto che hai fallito. Ti è sfuggito tutto di mano. Non vedi? Guardati attorno. Non siamo diventati ciò che tu volevi diventassimo. La legge del più forte non governa questo modo. E' la legge del più falso a governarlo, la legge della carità, la legge della p... pietà.
    Se ammettessimo che tu sia davvero chi dici di essere, allora io sono colui che è giunto per riuscire dove tu hai fallito, per riparare ai tuoi errori. E per riuscire, devo essere io l'onnipotente. Quindi cedi il passo, dio, perchè se continui ad esistere, sarai la causa della fine. Fai un favore a te stesso, a me ed a tutti gli esseri umani di questo pianeta: torna da dove sei venuto.
     
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    Tuoni, fulmini, saette. Nessuna di queste cose offusca il cielo, al contrario sereno e limpido come un ruscello. Ma allora...perchè Nonubu ode le percosse naturali come ne fosse all'epicentro? Ve lo dico io: è diventato sordo. E no, non soltanto perchè le vibrazioni dello schiocco di Jashin gli hanno forato i timpani, rigando i padiglioni con rivi di sangue, nè tantomeno perchè il suo senso di equilibrio è stato gravemente alterato dai rombi. No. Lui ha semplicemente smesso di ascoltare le parole di un Dio che non riconosce, che rinnega per la sua stessa esistenza. Ammetterne una vorrebbe dire non avere un vero scopo, non detere le briglie del proprio carro funebre. Ciò è inaccettabile per uno che di idee non ne ha mai voluto masticare. Allora? Che può fare? L'ha davanti, l'ha usato come sacco da boxe. Come rinnegare ferite tanto tangibili?
    Con la forza della volontà.
    Mette in piedi un discorso che ha dell'incredibile. E non perchè potrebbe essere vero o falso, ma perchè è la testimonianza di chi un dio non lo vuole.
    Nel mondo probabilmente si commette un errore quando si fa la volgare distinzione tra chi ci crede e chi no. Esiste anche una terza via, non credete?
    D'altronde è questo che accade sotto il naso di Nonubu: Dio si è presentato al suo cospetto, rivelandogli l'esatto opposto di quello di cui il mondo è da sempre convinto. E qui la vera domanda sorge spontanea: cosa accadrebbe se a un credente la divinità mostrasse la verità, ovvero che l'esistenza è un vacuo gioco fratricida, che ammette unicamente la lette del più forte. D'altronde basta guardarsi intorno per capirlo. Guardare la natura. La forma originale della creazione, incontaminata nell'animo, pura nell'essere. Si azzanna da sola, ma non facendosi carico di un'idea, no...per istinto. Ma l'uomo ha creduto a ciò che ha voluto credere, ergendo falsi miti, e falsi principi nella speranza che rappresentassero la verità ontologica. E quindi, cosa farebbe un credente a sapere questo da colui che ha venerato? Lo seguirebbe ancora? Starebbe dalla sua?
    Nonubu il problema...non se l'è mai posto...



    - ...Quindi è questa la tua risposta. -

    La divinità allenta la presa sulle falci di cui è armato, e con esse abbandona l'infantile natura dimostrata sino adesso. Strizza gli occhi, acquisendo un nonsochè di sereno, mite. I propositi enunciati dall'umano l'hanno convinto? Strano che un uomo possa far tanto, ma state a sentire, al pari delle distese del Monte Myoboku...

    - Sono sicuro di avere fatto la scelta giusta. Ma magari sbaglio. Chissà se capirai il giorno che verrà cosa comporta il tuo cammino, per cosa davvero combatti. Se avrai dubbi, io sarò con te. -

    Cosa vorrebbe dire? Non sembra neanche più lui a parlare. Che sia impazzito? Soffra di bipolarismo? Ma soprattutto: come fa Jashin a penetrare la sordità del ninja di Konoha? Neanche muove il labbiale, eppure le sue parole rimbombano direttamente nella sua testa.

    - Hai centrato il punto, Nonubu: credere o non credere, qual è la differenza? Entrambi rappresentano uno scopo di vita, ed entrambi sono più nobili di chi ha perso di vista se stesso.
    Elevati a dio conseguendo la tua realizzazione personale, oppure fa che dio la diventi. Io credo che sia così, non c'è altro. Non è questione di tracotanza, ma di volere qualcosa piuttosto che un'altra.
    Adesso lo so: tu sarai l'epurazione del mondo, ma bada bene ai tuoi desideri. E' una lotta che annulla l'anima, sempre ammesso che ci credi.
    Distruggerai qualunque cosa, e inevitabilmente l'ultimo traguardo...sarai tu. -


    Non gli dice niente di nuovo, lo sappiamo tutti. Nonubu è consapevole dell'esito della propria missione: capirà chi è, ma solo nel momento in cui esalerà l'ultimo respiro. Rappresenterà contemporaneamente l'affermazione e la fine di se stesso. Ma...cosa otterrà a parte questo? Come "chiamare" un'impresa simile.
    Jashin lascia cadere l'armamento, poi si volta a dargli la schiena e guarda altrove, probabilmente oltre il cielo...


    - Prima o poi te lo domanderai: "ne è valsa veramente la pena?". Questo perchè non amerai e di conseguenza non sarai mai amato. Hai detto bene poco fa: se io scomparissi in questo momento nessuno se ne accorgerebbe. Ma che mi dici di te? Credi davvero che qualcuno piangerà la tua disfatta?
    Fidati di me, Nonubu: la tua non sarà una morte come tutte le altre. Sarà tra le peggiori, perchè sarai consapevole di aver abbandonato le tue spoglie umane, i buoni sentimenti, e qualunque altra cosa di "artificiale" - così come la definisci - gli uomini abbiano creato. Le illusioni sono false, è vero, ma è quanto di più caro abbiamo, quanto più ci rende felici, ci dona un sorriso.
    Chiunque vuole abbattere i dogmi, è destinato a non provare più nulla, e a quel punto....non sarà l'auto-affermazione a farti star meglio.
    Sii consapevole di questo. Solo dopo questo verrai da me...e quello sarà il momento. -


    Per un momento, uno solo, il volto di Jashin assume le sembianze di quello di Zero, immediatamente dopo diventa l'origine di un bagliore intenso, disturbante, epico!
    E un vento mistico castiga foglie e fili d'erba per tutta la valle Myoboku, irradiando con la luce ogni singolo dettaglio, abbattendosi infine contro Nonubu in persona.
    Segue la luce, le ombre, il caldo...le fiamme!!
    Inspiegabilmente il ninja di Konoha è lì, nuovamente a Kusa in balia dell'inferno dettato dalla Kusakage, nascosto agli occhi dei popolani. Ha ancora il manto del Cercoterio acceso, e spaesato è auto-imperativo guardarsi attorno, accorgendosi di più di una cosa: Kuroi è lì per terra, con i connotati di difficilissima interpretazione. Oltre ad averla carbonizzata, il fuoco le ha sciolto la pelle della faccia, come fosse cera. Inutile tentare di rianimarla, nè nessuno è intenzionato a farlo, nessuno presente si intende. Infatti nella scena vi è soltanto Nonubu...lui, e la testa di Rabbit ai suoi piedi!
    Negli occhi ruotano vorticosamente gli sharingan, ma non ricorda di averla richiamato come ha fatto qualche ora prima per mettere sotto scacco Kusa.
    Mentre affoga nei dubbi e nelle incertezze, i Les Enfant Terribles di Zero sono arrivati nell'Erba. Fanno strage e carneficina di ogni singolo mukenin, abbattendoli uno dopo l'altro. Saranno stati una decina di bambini, ma la forza delle code di Nibi e di Gyuuki gli permettono di fare questo ed altro. Centinaia di mukenin trovano la loro disfatta nella battaglia di Kusa, sancendo la realizzazione del piano di Zero, che intanto a Konoha scende dal patibolo.
    Ancora in ginocchio Nonubu deve interrogarsi se quanto vissuto dall'apparizione di Jashin in poi sia stata una messa in scena di Zero, oppure se è stato reale. Il flashback del dio lo invita a credere a ciò che vuole. Intanto ha un'ultima missione....


    CITAZIONE

    - Ah, Nonubu: i gemelli. Saranno pure fondamentali in questa storia, ma...se non sarai domani tu, sarà dopodomani qualcun altro. -


    Ormai li hai conosciuti. Sai come sono. Fai quello che devi fare (qualcosa di epico e triste), ma prima dovrai tenere il discorso più importante. Fai capire a Kusa che è meglio stare senza governo, perciò mettili sotto il protettorato di Konoha, difesi ai confini da noi e atti circoscrivere al Paese del Fuoco il commercio.
    Ci chiudiamo al mondo.

    P.S. ricorda che devi camuffarti nuovamente in un modo o nell'altro.
    La missione è finita.
    140 io e 140 tu.
    Non è una missione, quindi non prendi denaro, nè taglia dato che eri sotto mentite spoglie.
    Ricorda che il tuo post deve finira quando ti dislochi a Konoha per parlare con Akito e Shape.
     
    .
  12. Anselmo
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    Ho affrontato Dio e la sua forza mi riportava al mio primo incontro con Zero.
    Ho parlato con Dio e la sua missione raccontava l'Impero di Zero.
    Ho visto Dio ed aveva il volto di Zero.
    E' tutta opera di Zero.
    Il potere di un Dio... per poter compiere qualsiasi cosa... qualsiasi cosa...
    Fin dove sarà disposto a spingersi? E fin dove lo sarò io?
    E' compito mio... sfidare Dio...


    -[ X ]-


    E fui nuovamente sul mondo terreno. Ad accogliermi l'inferno da me scatenato, l'occhio di un ciclone fatto di venti ardenti e cascate di scintille. Le macerie incenerite intonavano nel loro crepitare un canto di disperazione. Fumo, fuoco, fiamme e morte si ergevano attorno a me come un muro invalicabile. La vita taceva, lì in mezzo ero solo.
    Abbassai lo sguardo sull'ammasso di carne annerita che giaceva ai miei piedi. La rivoltai e riconobbi i brandelli delle vesti che avevano addobbato l'avvenente corpo di Kuori Yume. Della sua bellezza non restava nulla, solo carne bruciata fin quasi alle ossa. Un cadavere semi-cremato. Senza che ci fosse alcun sentimento a muovermi, ma soltanto pura e semplice consapevolezza di avere un compito da portare a termine, mi chinai allungando la mia mano verso di lei. L'abito di fiamme demoniache che ancora mi ammantava si dissolse come una pira funeraria che ha esaurito tutto il suo carburante, pezzo di legno o frammento osseo che sia. E con il suo dissolvimento mi abbandonarono anche tutte le forze che mi avevano sorretto fino a quel momento. Mi sentii stanco come non mai, restio a compiere qualsiasi movimento. Ma non cedetti, mancava così poco. Le mie dita si avvinghiarono su una parte indefinita dei resti della Kusakage e la sollevai, caricandomela in spalla.
    Prima di muovere un passo verso il mio destino, però, non dovevo dimenticare che non sarebbe stato Nonubu Senju il salvatore di Kusa, ma Zero... Mi portai una mano al volto, le dita aperte. Il chakra fluì, pura energia spirituale che tramutò in legno. Andai a creare una maschera sul mio volto, il cui materiale infiammabile si crepò e prese a fumare, aggredito dall'immenso calore che mi circondava. Ma resistette. Su di essa legai ciò che restava del mio coprifronte e, mascherato, mossi finalmente i passi verso l'epilogo di tutta quell'orribile faccenda. Camminai sui carboni ardenti e tra le fiamme, noncurante della mia pelle coperta da vesciche sanguinolente, fin quando non emersi dagli inferi che occupavano il centro del Villaggio. Difronte a me l'intera Kusa, sopravvissuta alla catastrofe. I Mukenin erano stato abbattuti, ma tra i loro corpi marcivano altrettanti innocenti o soldati dell'Erba. Non erano loro ad interessarmi. Ai sopravvissuti avrei rivolto la mia parola. Qualcuno notò la mia presenza, riconoscendomi per colui che aveva affrontato la donna quando tutti gli altri erano preda della sua follia contagiosa. Qualcun altro riconobbe nel cadavere che tenevo sulla spalla destra le forme di Kuroi Yume, il tocco unico delle sue vesti, o di ciò che ne rimaneva. In breve, fra lo stupore generale ed un assordante sottofondo di mormorii, fui al centro dell'attenzione di Kusa nella sua interezza. Cosa si aspettassero da me non lo sapevo veramente, ma io ruolo che recitavo aveva un'unica cosa da dare loro.
    Sentii degli interrogativi sussurrati ed immediatamente troncati provenire dalla massa di soldati e civili avvolta nelle tenebre. Poi qualcuno raccolse il proprio coraggio e parlò a nome di tutti:

    Ci hai salvati, Shinobi della Foglia! Chi sei? Togliti quella... m-maschera e...

    No...

    Replicai con tono appena udibile.

    Il mio volto non è diverso dal vostro, non c'è niente di nuovo qui sotto per voi. Senza di essa sono solo "uno dei tanti".

    Mi feci più deciso, fissai ad uno ad uno i loro occhi, in cui brillavano i riflessi dell'incendio alle mie spalle come stelle lontane.

    E' questa maschera ciò in cui dovete credere, ciò di cui avete bisogno per andare avanti. Dovete convincerci che la faccia da essa celata potrebbe essere la vostra, quella di ognuno di voi. Chiunque la può portare. Tu...

    Feci accennando col capo all'individuo più prossimo a me.

    E tu... e anche tu... Voi tutti sarete i combattenti che la indosseranno! Da oggi in poi mi ricorderete come l'Araldo di Zero, l'unico e vero salvatore di questo mondo! Questa maschera sarà il simbolo della sua venuta. Chiunque la indosserà, agirà in sua vece quale suo Araldo, come oggi io ho fatto. Sono giunto qui per portarvi il suo soccorso. Egli ha deciso di tendere la sua mano sul mondo, ed eccomi qui...

    Gettai al suolo la carcassa fumante della donna.

    DICHIARO CHE DA ORA VIGE SU QUESTO PAESE IL PROTETTORATO DELLA FOGLIA. SIETE I NUOVI FIGLI DELL'IMPERO DEL FUOCO. ZERO SARA' IL VOSTRO PROTETTORE. DIMENTICATE LA NIDAIME KUSAKAGE E CHI PRIMA DI LEI. NESSUNO PIU' DECIDERA' DALL'ALTO SULLE VOSTRE VITE, NESSUNO PIU' VI RAGGIRERA'! IN GINOCCHIO VI CHIEDO DI USARE IL MIO POTERE, IL POTERE DI QUESTA MASCHERA ED IL POTERE DI ZERO, COLUI CHE ESSA RAPPRESENTA, CONTRO CHIUNQUE TENTERA' DI OSTACOLARE LA VOSTRA LIBERTA'!

    La scelta è soltanto vostra. Combatterete... o scapperete?


    La risposta era scontata. Si era insinuata nei loro animi nel momento stesso in cui il loro idolo, Kuroi Yume, ne aveva tradito la fiducia pretendendo l'autodistruzione del proprio popolo. Ma ancora troppo debole, era una risposta facile da ignorare, scegliendo piuttosto di eseguire gli ordini di quella donna impazzita. Ora, dopo tutto ciò a cui avevano assistito, non potevano più ignorarla. La risposta poteva essere una sola: combattere. Combattere contro quel folle sistema che vedeva il singolo a comandare un intero popolo, potendone decidere la vita e la morte. Combattere contro chiunque avrebbe tentato di imporre nuovamente tale governo su di loro, ora che era stato abbattuto. Combattere; fu questa la risposta che quelle migliaia di sopravvissuti intonarono all'unisono in un coro di rabbia tanto potente da scuotere le fondamenta di Kusa. Non ci fu un solo uomo che lasciò il Villaggio. I codardi erano già tutti morti durante la battaglia. O meglio, quasi tutti.

    Tra di voi c'è qualcuno che mente.

    Esordii, zittendoli tutti all'istante.

    Due individui, un uomo ed una donna. Subdoli vigliacchi che hanno guidato questa feccia senza legge fin dentro le vostre case. Sono sicuramente sopravvissuti, la loro indole lì avrà portati a rintanarsi come topi in qualche crepa nel muro. Desiderate vendicare i vostri cari? Iniziate trovando questi due impostori o portandoli qui! Non sarà difficile trovarli: sono inseparabili, spaventati, tremanti, disorientati. Si arrenderanno senza opporre resistenza, perchè sono deboli. Avanti... SCOVATELI!

    -[ X ]-


    La folla si disperse in pochi attimi. Marco e Greta avevano i minuti contati, non c'era più luogo dove fuggire per loro. Ed infatti fu così: fratello e sorella vennero trascinati senza tanti complimenti al mio cospetto, gettati ai miei piedi come due traditori prossimi alla fucilazione.
    Greta... le dita di una mano strette attorno al gomito di suo fratello, le altre piantate nel terreno. Alzò lo sguardo su di me e certamente mi riconobbe. Lessi sul suo volto rigato dalle lacrime rabbia e tristezza, ma anche rassegnazione. Lei soffriva doppiamente, sia per se stessa che per suo fratello, il quale invece... il sorriso non abbandonava il suo volto nemmeno ora, quasi come se i problemi gli rimbalzassero addosso senza intaccarlo minimamente. Non mi aspettavo niente di diverso da lui.
    Mi chinai, cosicché le mie parole potessero essere udite unicamente da loro due, mentre la folla alle loro spalle bramava famelica il loro sangue.

    Ricordi cosa mi hai chiesto? Qual'è il prezzo della fiducia...
    La fiducia non esiste, è un sentimento per gli stolti. Mai fidarsi, mai! Hai scelto di fidarti, ed ora pagherai con la vita, la tua e quella di tua sorella. Ora conosci il prezzo della fiducia.
    Ti confido un piccolo segreto, giusto perchè stai per esalare il tuo ultimo respiro: io ho sempre un piano B. Per quanto possa far credere a qualcuno di fidarmi, per quanto possa illudere lui o persino me stesso che stiamo compiendo qualcosa insieme, la verità è che agisco sempre e solo per me stesso. Non pongo mai la mia vita nelle mani di qualcun altro. Anche inconsapevolmente, agisco in modo da avere una via d'uscita. Questa è la pasta di cui sono fatto. Ho accettato questo fatto da poco tempo, ed ho capito che sarò sempre solo, che non sono destinato a condividere niente con nessuno. Alla fine c'è sempre qualcosa che mi spinge a voler essere l'unico... ed il solo... Per questo motivo oggi io vivo, e voi morite. Il prezzo della fiducia, Marco.


    Quindi mi rialzai, e distolsi lo sguardo da quei due corpi per l'ultima volta. Voltai l'ennesima pagina della mia storia. Il racconto per me continuava, il loro finiva in quell'istante. Così andava il mondo. Niente di imprevedibile o miracoloso sarebbe accaduto, perchè quando si termina l'ultimo capitolo, il libro finisce.

    Un ultimo desiderio?

    A quella domanda un lampo di speranza attraversò il volto della donna. Stupida. Non lo sapeva che si trattava di una semplice frase di rito, un mezzuccio per ripulirsi la coscienza ancor prima di compiere l'omicidio? Quella speranza morì non appena spostò lo sguardo sul fratello. Marco non tradì alcun emozione. La bocca ritorta in una smorfia di amaro divertimento, si ficcò l'ultima sigaretta tra le labbra e con mani tremanti la incendiò. Aspirò profondamente, senza fine, assaporando il tabacco come non mai.

    Se nonostante tutti i pericoli e le difficoltà sono riuscito a giungere fin qui, è soltanto perchè sono sempre stato convinto che ad uccidermi sarebbero state queste.

    Mormorò scrollando la cenere dalla sigaretta.

    La mia vita è stata una serie interminabile di errori, ma voglio che almeno questo fatto si avveri. Morirò con il fumo nei polmoni...

    Ed aspirò per l'ultima volta, mentre sua sorella scoppiava in lacrime, ormai totalmente consapevole che sarebbe accaduto.

    Addio.

    Poi mi voltai, dando il via all'esecuzione. Camminai lontano, lasciandomi alle spalle le grida di straziante dolore di fratello e sorella che venivano dilaniati a mani nude, i loro pezzi mischiati in una poltiglia informe. E sorrisi, triste.

    Con questo, Zero, ho saldato il mio debito verso te. Sono pronto a dichiarartelo apertamente, difronte a tutti. Poi ti volterò le spalle... Hiraishin no Jutsu!

    Direzione Konoha.

    Continua QUI.


    Edited by Anselmo - 15/10/2015, 15:21
     
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26 replies since 2/7/2015, 14:38   1360 views
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