[Missione di II Trama] Scorci di Eclettismo

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    Rispondo che domani non avverrà nessuna Esecuzione. Tu.. non... morirai...
    Ti tirerò fuori di qui. Dimmi come fare, e lo farò, Zero
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    Dall'antro della cella, un barlume di speranza e non solo: le labbra del mukenin si arcuano verso l'alto, sfoggiando il bianco dei suoi denti. Zero è riuscito a trasformare chi lo considerava nemesi in un alleato, il più fedele che avrebbe mai potuto desiderare. Perchè con lui avrebbe condiviso tutto, o quasi.
    Nonubu è Zero, Zero è Nonubu. La due facce di una stessa medaglia, più simili di qualunque altro essere, pertanto il detenuto si volta di schiena e appoggia la gogna sul metallo delle sbarre, affinchè il complice possa agire.
    Gli fa un cenno con la testa, e da lì comincia ogni cosa...


    - Ogni grande storia comincia da piccoli passi compiuti verso un precisato dove. Però non sarà così per te.
    Imparerai da me ad essere come un cane, un individuo che insegue un obbiettivo per il semplice gusto di farlo, di smuovere la realtà, libero dallo scopo di capirla. Non te ne faresti niente di raggiungere il "camion inseguito". Comprendi l'analogia?
    Come scrisse il mio avo, Sasuke Uchiha, non puoi controllare gli eventi, però puoi accendere la scintilla che crea scompiglio nel'ordine. Qual è il risultato? Il caos.
    Basta dare un'occhiata a ciò che è successo a noi due. Quel giorno - quando ti tranciai il braccio - bruciai la prima corda che ti vincolava ai tuoi dogmi, dandoti l'imput per cercarmi, per odiarmi. Qualche anno più tardi, un mese fa circa, mi consegnai a te, perchè mi portassi qui a Konoha. E da lì come potevo avere la certezza che venissi da me, accondiscendendo alle mie parole?
    Allo stato attuale delle cose i villaggi ninja e la società, cercano il più possibile di imbrigliare il caso, manipolandone le sfaccettature, impedendo agli esseri umani di svincolarsi da vincoli mai dati dalla natura. Quindi per prima cosa dobbiamo annientare i paletti piantati da qualcun altro per noi.
    Ho bisogno che tu manipoli la natura della gogna Senju, rendendola normalissimo legno. Senza chakra non posso far nulla. -


    E così avviene. Zero è già libero, idealmente parlando.
    Potrebbe far esplodere il suo chakra dopo ben un mese di torture, ma ciò inficerebbe sul reale scopo. Difatto tornare alla vita precedente non rientra nei suoi interessi, non più.
    Torna alla faccenda di massimo interesse: dare informazioni al suo interlocutore...



    Ritroviamo il ninja di Konoha a correre, per le vie del Paese del Fuoco, fuori dalle mura e ciò che contengono.
    Le fronde degli alberi scompaiono nella velocità dei suoi passi. Non sono ammessi errori di alcun genere, nè di forma, nè di tempismo. Ogni secondo è prezioso, più dell'oro, e dell'esistenza stessa. Ma non per Zero. Per Nonubu.
    Sa che se commetterà anche la più piccola delle distrazioni, perderà l'unico scopo di vita che ha mai trovato, dietro le sbarre.
    Intanto risuonano in lui altri insegnamenti...


    - Se togli potere a chi ne ha, si sente sperduto, praticamente privato della macchina che gli tiene pulsante il cuore. Ed è questo che dovrebbe essere l'obbiettivo per sovvertire un governo. Tagliare direttamente la testa all'idra, produce solo altre teste da combattere, magari anche più forti.
    Il tuo compito? Far passare dalla parte del torto, chi crede e fa credere di essere dalla parte del giusto. -


    Note. Vibranti. Incalzanti.
    Una tempesta di punti di vista, un oceano di possibilità mai pensate. In effetti a pensarci su qual è stato l'errore più grande di Sakkaku, o in generale dei più grandi antagonisti della storia? Facile. Essere considerati tali. Temuti, potenti per carità, ma obbiettivamente soli. Quando si dice che il bene trionfa sempre sul male, è perchè il pilastro su cui si erge è nulla in confronto alle decine dei tiranti a lui contrapposti, auto-definitosi "bene".
    Bene e male sono sagome piatte che assumono spessore solo se guardate di scorcio. Immaginatevi un quadrato. Visto frontalmente è privo di profondità, di tridimensionalità. Ma provate ad abbassarvi, o spostarvi un pò. Cosa succede? Cominciate via via a vederne tutte le facce, e puff, diviene un cubo!
    Come dice sempre Zero, la storia si è autodeterminata in modo da creare un determinato scorcio. Perciò...quale modo migliore di raggiungere lo scopo, di ribaltare il cubo?
    Questo ed altro ancora il mukenin ha recitato al cospetto di Nonubu, per infondergli lo spirito della loro impresa...


    - Imparerai quanto sia fondamentale far capire alla gente le nostre ragioni, più che occultarle come fossero criminose.
    E' quello che ho fatto con Konoha.
    Ed è quello che farai tu con Kusa. -


    Sul polso del ninja, ben nascosto dalla manica, dimora un polsino evoca-armi, fulcro dell'intera operazione dalla duplice funzione. Ma sarebbe servito solo in un secondo momento, estremamente importante.
    Trascorsa una buona mezz'ora, intanto dalla flora vengono fuori delle rovine, che benchè antiche, paiono aver ceduto al tempo da relativamente poco.
    Appollaiati ad esse, Marco e Greta, i due gemelli complici di Zero, che Nonubu conosce solo di aspetto, poichè intercettati un mese prima al suo fianco.
    Sembrano non averlo atteso a lungo, ma appena lo scorgono si mettono immediatamente sulla difensiva, a premurarsi che nessun estraneo l'abbia seguito.
    Devono fidarsi di lui, quindi:


    Ci fai strada tu? -

    - Dimmi dove stiamo andando. -

    Lui avrebbe dovuto rispondere: "nei meandri di Konoha".
    Una parola d'ordine? Probabilmente, ma coincide con lo scopo generale dell'impresa.
    Meta? Gli ingressi sotterranei segreti del Villaggio della Foglia, che solo un ninja di alto rango può conoscere.



    Inventati qualcosa, uno scenario segreto a mò della setta "Radice". Sei tu che devi mostrare come i mukenin possano accedere. Ovviamente fai riferimento alla barriera e ai codici che puoi passare. Non abbiamo ancora inserito l'intelligence, quindi inventati qualcosa tu a riguardo.
    Se vuoi parlare con i gemelli ti dirò io in mp cosa fargli dire.


    Edited by Zérø - 2/7/2015, 20:22
     
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  2. Anselmo
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    Il caos... una scelta che comprende in se la negazione di tutte le scelte. Il bene ed il male perdono il loro fragile significato quando il caos dilaga. Non si tratta più di agire secondo volontà, ma piuttosto di agire secondo ciò che è giusto, facendo del caso la propria arma contro qualunque forma di moralità. Perchè il caso è privo di pretese, è neutrale, disinteressato, e per questo è giusto, sempre. Chiunque pensi di potersi distinguere dal male agendo per il bene, è un illuso. A loro dico: abbracciate il caos nella sua forma più pura ed avrete la certezza che tutto ciò che ne conseguirà sarà il giusto evolversi degli eventi.
    Non si può condannare il caos per ciò che ne deriva, perchè è l'unica forma di moralità che contiene in se la distruzione stessa della moralità.
    Pensieri che continuavano ad occupare la mia mente mentre fluttuavo a cinque metri dal suolo, proiettandomi da un ramo al successivo nella foresta di Konoha. Le parole pronunciate dal prigioniero mi rimbombavano lievi tra le pareti della scatola cranica, appena dei sussurri, che però non mi abbandonavano mai. Delineavo gradualmente il piano d'attacco, un piano basato sul ribaltare i preconcetti su cui si basava la falsa sicurezza della gente. Costringere le menti ad affrontare la realtà era la chiave di tutto. Nessuno avrebbe difeso nessuno, la sopravvivenza andava guadagnata. Si trattava semplicemente di porre le condizioni per permettere a tutto ciò di accadere. Introdurre il caos stravolgendo l'ordine prestabilito. Un'ordine instabile; bastava una piccola spinta...

    [...]


    Eccoli lì, esattamente dove mi era stato detto. Compiei gli ultimi due balzi e mi lasciai cadere dal ramo, atterrando difronte ai due seguito da una pioggia di foglie secche. L'uomo si getto alle spalle il filtro incandescente della sigaretta che aveva stretto tra le labbra, saltando poi giù dal muretto sui cui aveva dondolato le gambe in attesa del mio arrivo. L'altra invece, la donna, non si mosse, limitandosi solo a contrarre maggiormente i muscoli delle braccia conserte ed a trafiggere con lo sguardo la foresta da cui provenivo. La sua apprensione era palpabile. Mi scostai i capelli dal volto, com'ero solito fare...

    Marco e Greta, giusto...?

    Non giunse risposta verbale, solo labbra strette ed occhiate indagatrici.

    Calma, conosco ogni singolo appostamento Anbu nella zona. Nessuno mi ha visto lasciare il Villaggio, nessuno mi ha seguito.

    Esitarono ancora, finchè Marco non esordì con:

    - Ci fai strada tu? -

    - Dimmi dove stiamo andando. -


    Lo interruppe l'altra. Capii che necessitava della conferma che gli avevano detto di richiedere, uno scrupolo dettato dalla paura probabilmente. Paura per la ciò che ci aspettava? O paura nei confronti dell'uomo che aveva fatto irruzione in una tenda nei bassifondi di Ame carico di una furia omicida palesata sotto forma di chakra demoniaco ribollente? Poco importava, recitai le parole d'ordine.

    Nei meandri di Konoha. Ora andiamo.

    Mi voltai e mi incamminai nella direzione da cui ero venuto, lasciando poco spazio alla titubanza. Quindi ripresi la corsa, seguito a ruota dai due scagnozzi di Zero, ristretta cerchia di individui di cui non mi sentivo di far parte. Io non prendevo comandi, io agivo in accordo ad ideali comuni. Stavo portando a compimento le istruzioni del Primus inter pares che avevo deciso di affiancare in vista del realizzarsi di un sogno reale non solo nelle sensazioni, ma anche nei fatti.
    Procedemmo a passo sostenuto, sibilando nell'aria tra un ramo e l'altro, niente più che un debole fruscio tra le foglie a testimoniare il nostro passaggio. Deviai varie volte il percorso, incidendo con un Kunai la corteccia dei tronchi in corrispondenza delle deviazioni che compievo; non era possibile seguire una traiettoria rettilinea, i piccoli avamposti nascosti erano studiati per individuare chiunque avanzasse il linea retta, tendenza che i mediocri hanno se si spostano in territori a loro sconosciuti. Fortunatamente, escluso qualche mormorio che non potei tradurre, la coda del gruppo non ebbe da lamentarsi o fare domande. La cosa non mi dispiacque affatto, ma mi chiesi se provassero davvero tanto timore nei miei confronti. Erano al fianco di Zero la prima volta che li avevo incontrati, e non li ricordavo come inetti sottomessi al suo comando. Come potevo quindi io esercitare un influsso tanto forte su di loro? Forse temevano l'essere che aveva sfidato l'Uchiha ad armi spianate. O forse non si fidavano di un uomo che dopo ciò, agiva ora per suo conto. D'altronde come biasimarli, dovevano vedermi come un voltagabbana. Ma per loro fortuna, ora ero dalla loro parte. Chissà cosa mi avrebbe serbato il destino...
    Sollevai una mano, avvertendoli che presto mi sarei arrestato. Quindi facendo perno su un ramo, mi gettai verso il basso, atterrando silenziosamente nel morbido sottobosco. Pochi passi più avanti ci fermammo difronte al condotto di uno scolo fognario in disuso, che fuoriusciva da un muro in mattoni scomposti per condurre nelle profondità del sottosuolo. Portai la mano sopra la spalla destra ed estrassi il Wakizashi, con cui aprii un varco nel fitto cumulo di rovi e rampicanti che occultavano la struttura.

    In quanto... capitano delle armate ricognitive, ho... ho battuto queste zone in lungo ed in largo... per giorni e giorni...

    Dissi alla coppia mentre fendevo la vegetazione con la lama.

    Di vecchi passaggi come questo... ce ne sono parecchi e visitandoli ho scoperto che... la maggior parte di questi sono stati... resi inaccessibili... Cercando negli archivi della divisione Anbu però, ho scoperto che questo passaggio non è stato chiuso. Forse una svista, oppure l'hanno lasciato intenzionalmente per assicurare una via d'uscita sicura a chissà chi. Porta ad una fitta rete sotterranea per lo più occupata dalle fogne. Fa al caso nostro.

    Conclusi, trovandomi difronte uno sbarramento di ferro tanto arrugginito da polverizzarsi al solo sguardo. Una piccola leva di qua, una di là, e senza tanti sforzi ricadde al suolo liberando l'entrata. Mi issai nel condotto rotondo, che mi costrinse ad avanzare stando chino. Andammo avanti per non più di una decina di metri, fin quando tastando la parete destra non incontrai un passaggio laterale. Lo varcai, accedendo ad un ambiente che mi permise di stare in piedi. Era totalmente immerso nel buio, così allungai la mano, da cui emerse spiraleggiando una torcia in legno, che incendiai in un istante. La luce si diffuse, rivelando un corridoio abbastanza stretto che continuava sia a destra che a sinistra. Era percorso da vecchie tubature marcescenti, le pareti ricoperte da colate d'alghe verdi ed il pavimento immerso in un centimetro d'acqua stagnante. La direzione da prendere era la sinistra, verso Konoha.

    Dodici passi...

    Mormorai. Quindi presi a camminare, calcolando bene la distanza tra un passo e quello successivo. Al dodicesimo mi fermai e mi voltai verso Marco e Greta.

    Oltre questo punto non possiamo proseguire. La zona è coperta dalla sfera sensoriale, chiunque la attraversi verrà individuato dall'Intelligence. Per oltrepassarla senza essere rilevati avrete bisogno di qualcuno che conosca il Jutsu, e di questo codice...

    Dissi porgendo ai due un foglio su cui avevo appuntato il codice necessario ad eludere la barriera.

    I canali si estendono sotto l'intero Villaggio, potrete sparpagliarvi e fuoriuscire dalle fognature in qualsiasi punto.
    Ricordate: seguite i segni lasciati lungo il percorso ed una volta arrivati laggiù, sono dodici passi fino alla barriera sensoriale.
     
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    Marco e Greta, due gemelli uniti nella vita, fusi nel dolore e temprati dall'esperienza della sopravvivenza.
    Zero li ha scelti per ragioni plurime, ma proprio per queste fin da subito ha immaginato dove dovesse concludersi il loro cammino.
    Nè ninja, nè mukenin. In fuga dalla giustizia, ma anche dall'ingiustizia.
    A pensarci bene, chi più di loro lo ha mai rappresentato meglio? A dividerli? Soltanto il sentimento dell'ambizione. Chi si ritrova in condizioni analoghe può decidere se combattere per cambiarle, o sedimentarvisi in modo permanente, e vivere come uno scarafaggio.
    Poco distante da loro, Zero contempla il sudore che gli vien giù dalle palpebre, e che s'infrange nella fanghiglia su cui dimora al di là delle sbarre. Pensa a loro. All'incarico di Nonubu. E a quelle che sarebbero state le ore successive...


    Marco e Greta, giusto...?

    La fumosa di Marco spande i fumi nell'aria, contaminandone l'integrità, la purezza. L'allerta avviene in un secondo momento.
    Il ninja di Konoha si muove con sicurezza tra loro. Non ha nulla da nascondere o temere. Nessun tradimento da architettare. Non ancora almeno.
    Greta, dal suo canto non si fida, ma al contempo è smossa nell'animo. Suda freddo dalla tempia, perchè ha visto di cosa è capace l'individuo che Zero ha scelto di portare dalla sua.
    "Come avrà fatto?" più di una domanda è un paletto conficcato ripetutamente nel fianco. E ancora: "come possiamo combattere un mostro del genere se diventa nostro nemico?".
    Da sempre la loro casa è la strada, maestra di tutto, fuorchè delle tecniche ninja.
    Le tremano le nocche, e per quanto sia brava a celarlo, non può non trasparire l'incertezza dalle sue labbra internamente morsicate. Greta è fatta così.
    Cosa insegue assieme al fratello? Solamente ciò che spesso noi tutti consideriamo scontato avere: un tetto, e un pasto caldo.
    La melanconia di Zero è vivida, forte, quasi al punto di buttar giù il vigore delle scure mura attorno a lui. Perchè queste sensazioni? Di tristezza? Di disarmonia col mondo?


    In quanto... capitano delle armate ricognitive, ho... ho battuto queste zone in lungo ed in largo... per giorni e giorni...
    Di vecchi passaggi come questo... ce ne sono parecchi e visitandoli ho scoperto che... la maggior parte di questi sono stati... resi inaccessibili... Cercando negli archivi della divisione Anbu però, ho scoperto che questo passaggio non è stato chiuso. Forse una svista, oppure l'hanno lasciato intenzionalmente per assicurare una via d'uscita sicura a chissà chi. Porta ad una fitta rete sotterranea per lo più occupata dalle fogne. Fa al caso nostro.


    Le grate vengono giù come niente, a testimonianza dell'infallibilità di Nonubu, che da via libera al duo.
    Una nuova sigaretta pende dalla bocca di Marco, ma scuro in viso, cela la mareggiata che disperde nell'animo. Inspira ed espira per l'ultima volta. Poi se ne libera e contemporaneamente china il capo assieme alla sorella per varcare la soglia che da lì a poco avrebbe dato loro accesso a Konoha.
    Li circondano cavità non eccessivamente lunghe, che si aprono in altre dozzine di possibilità. Ma ciò che preme loro in questo istante è raggiungere il ciglio delle difese del villaggio, le tipiche barriere sensoriali che rilevano ospiti inattesi.


    Oltre questo punto non possiamo proseguire. La zona è coperta dalla sfera sensoriale, chiunque la attraversi verrà individuato dall'Intelligence. Per oltrepassarla senza essere rilevati avrete bisogno di qualcuno che conosca il Jutsu, e di questo codice...
    I canali si estendono sotto l'intero Villaggio, potrete sparpagliarvi e fuoriuscire dalle fognature in qualsiasi punto.
    Ricordate: seguite i segni lasciati lungo il percorso ed una volta arrivati laggiù, sono dodici passi fino alla barriera sensoriale.


    Greta raccoglie in fretta il "pass par tour", staccandoglielo dalle mani prima che possa fare mosse false. Ma anche qui la paranoia regna sovrana. Nulla da temere. Nonubu è dalla loro, e questo li rasserena...o magari non entrambi?
    Oscurato dalle lenti, lo sguardo di Marco si schianta sul Jinchuuriki, trovando inevitabilmente la sua morte. Vorrebbe trafiggergli l'anima, nel tentativo di scoprire cose a loro nascoste. Il motivo? Forse il nodo alla gola che sente ogni minuto avvinghiarsi di più. Sono innegabili le vibrazioni che lo stanno scuotendo dall'interno, ma il gemello maschio a differenza della sorella, sa bene quanto può scherzare o meno con una situazione.
    E in quel caso...beh, diciamo solo che la sentono scappata di mano già da un pò...


    - Non ricordo nemmeno il tuo nome, eppure voglio chiedertelo lo stesso.
    Qual è il prezzo della fiducia? Il gioco vale la candela? -


    Parole gettate lì, ad echeggiare nei cunicoli maleodoranti delle fogne konohane. A chi rivolge quella domanda? A lui, o a Zero?
    Nonubu la sua parte l'ha fatta, ora tocca ai gemelli e ai mukenin di Ame. Nel frattanto Greta completa l'opera tirando fuori dalle tasche un gessetto per descrivere sul mattonato sottrattosi quanto più possibile ai liquami, il perimetro da non superare per evitare gli allarmi.
    Quindi il trio si congeda, chiunque in direzioni diverse.
    Ma dove di preciso?
    La risposta la sa sempre lui, il ninja di Konoha, e la riferisce al duo...




    Zero si accascia per terra, sbattendosene di sporcarsi il culo più di quanto già non sia. E' conscio di essere diventato da un mese a questa parte poco più di una bestia di allevamento, da buttar via al momento opportuno.
    Quindi si concede un break, di fronte i continui assensi del suo interlocutore, pendente dalle sue labbra ora più che mai...


    - Imparerai a far cose di cui ti pentirai appena un minuto dopo, perchè le nostre scelte implicano l'erosione dell'anima, momento per momento.
    Legami, affetti, gioie, felicità. Nessuna di queste sensazioni vibrerà più nel tuo petto, ciononostante alla fine del tuo percorso, proverai una leggerezza indescrivibile. Chiamalo Nirvana, o pace interiore. Sarà la convivenza del tuo corpo col tuo spirito, se credi in ideali trascendenti. Quiete estrema se sei invece più pragmatico, come me. -


    E' questo ciò che prova lui? Nessun sentimento, nè positivo nè negativo, per quanto vessato e costipato nelle carceri?

    - Mostra loro la via per il Villaggio, quindi incitali a diramare l'attacco dei mukenin ora a Konoha ora a Kusa, contemporaneamente, cosicchè i ninja non possano intervenire per salvarsi a vicenda. Nella loro testa avranno due regni da conquistare, ugualmente forti, ugualmente numerosi. L'avidità umana non ha pari, trovo inverosimile un rifiuto della duplice impresa. Aggiungi ai gemelli di stare in mezzo all'attacco del Paese dell'Erba. Capirai in seguito il perchè.
    Ti assegno inoltre un compito che sono sicuro troverai di tuo gradimento: porta i miei saluti al buon caro vecchio Stain. Non gli scrivo da tanto. Sarà in pensiero. Vorrei dargli l'addio personalmente, ma dopo l'ultima esperienza credo mi voglia morto. -


    Più che chiara l'allusione al suo assassinio. Occorre precisare altro?
    Ma non finisce lì.


    - Non farti riconoscere ad Ame. Sarai sorpreso di scoprire che i mukenin per sopravvivere sviluppano una memoria visiva che gli shinobi nemmeno si sognano. Riconoscerebbero il volto di un anbu adocchiato appena una volta a dieci anni di distanza. E francamente dubito che passeresti inosservato dopo lo spettacolino che hai messo in piedi la volta scorsa. -

    I capelli sudici e oleosi gli finiscono sugli occhi, arrivando a coprire persino il naso. Sposta di lato il collo alla ricerca di un appoggio comodo. Deve accontentarsi del mattone più prossimo a lui. Alza a questo punto l'indice, proprio a puntualizzare una cosa sulla faccenda precedente:

    - Ah, dimenticavo.
    Dato che sarà per l'ultima volta, non occorre dire a Marco e Greta che vi rivedrete a Kusa. Ok? -


    Fai quel che devi fare. Arriva fino a Stain. Lo manovro io.
     
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  4. Anselmo
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    - Non ricordo nemmeno il tuo nome, eppure voglio chiedertelo lo stesso.
    Qual è il prezzo della fiducia? Il gioco vale la candela? -


    Arrestai il piede che si stava dirigendo all'uscita dei sotterranei e, con lo sguardo fisso nella torcia in fiamme, risposi all'uomo cui davo le spalle.

    Non è questione di fiducia, è questione di fare ciò che va fatto. Non sono qui perchè mi sono affidato a qualcuno, non c'è spazio per queste cose nel mio presente. Tutto ciò che farò, lo farò perchè è giusto che sia così. Ed in tutto questo io, te Zero e chiunque altro... siamo solo mezzi, i cavi attraverso cui scorre la corrente per alimentare il futuro. Devi capire che tu...

    ...sei soltanto una pedina sacrificabile. Ecco ciò che la mia lingua era in procinto di sguinzagliare, se il buonsenso non l'avesse afferrata. Non potevo dire ad una pedina sacrificabile la verità sul suo ruolo. Non potevo dire a quell'uomo che il cameratismo era sentimento per deboli, che le promesse erano moneta per gli stolti, che non c'era futuro per chi credeva che tutto sarebbe andato per il meglio solo perchè una voce rassicurante te l'ha giurato. Lui, lei e tutti gli altri erano per me del semplice acciaio impugnato nella mano per squartare il ventre della bestia. Acciaio che, se scheggiato, andava abbandonato e sostituito con un'altra lama senza tanti convenevoli, perchè era giusto così. Ciò non toglieva che trattare bene la lama che si impugna provvedendo a tenerla sempre affilata era saggio, per cui:

    Devi capire che... Ascolta, non so cosa ti abbia promesso Zero, ma sta pur certo che manterrà la parola. Non è uomo da tirarsi indietro. Lui paga i suoi debiti, la mia presenza qui ne è testimone.

    Detto ciò, tornai all'aria aperta attendendo che mi seguissero. Preferivo pronunciare le parole di commiato sotto la luce del sole, cosicché non risultassero sminuite dal putridume che impregnava quei condotti.

    Ora andrete da loro, dall'esercito dei fuorilegge. Che parte di loro segua la via che vi ho mostrato per introdursi alla Foglia, e sferri l'attacco nel momento più propizio: l'esecuzione di Zero. La popolazione sarà impreparata, non reagirà prontamente.
    Il resto dei Mukenin dovrà sferrare il proprio attacco a Kusa. In men che non si dica, avremmo due Villaggi dalla nostra, pronti per la mossa successiva. Doppia vittoria, doppia gloria, doppio bottino, doppia vendetta! Ma è di vitale importanza che l'attacco sia sincronizzato; se così non fosse, c'è il rischio che l'allerta si diffonda e ci troveremo a dover affrontare un nemico preparato a reagire. Intesi?
    Ci sarà bisogno di voi tra le fila dell'esercito che attaccherà Kusa. Vi voglio lì, buona fortuna...








    - ...Ti assegno inoltre un compito che sono sicuro troverai di tuo gradimento: porta i miei saluti al buon caro vecchio Stain... -

    [...]


    56GpFX4



    Con vero piacere...

    Mormorio che spirò dalle mie labbra schiuse in un sorrisetto perverso, perdendosi nello svolazzare degli stracci che mi ricoprivano mentre precipitavo a folle velocità verso il vicolo sottostante, dopo essermi lanciato da quel che restava della cima di un grattacielo pericolante. L'acciottolato parve avvicinarsi come un treno in corsa, ma il chakra mi assicurò un lieve impatto senza conseguenze. Mi rialzai, dando l'idea d'essere una pozza di fango che prende sembianze umane tanto era logoro il mantello che mi ricopriva, e presi a camminare. Il vicolo era ammantato nell'oscurità, e sudicio a giudicare dal rumore dei miei passi. Ma non ero solo: potevo sentire l'olezzo ed i gemiti della gente sparsa nelle strutture dalle finestre rotte e le mura sfondate che affiancavano la stradina. Il bassifondi della Pioggia mi si presentavano identici a come lo erano stati durante la mia prima visita, circa un mese prima. L'idea mi disorientò, perchè cozzava con i profondi cambiamenti che avevo subito io nei principi, nelle mire, nel potere... Ame era identica, ma io la vedevo attraverso occhi diversi. Diverso era il sentimento che muoveva il mio animo, diverso era l'obbiettivo, diversa era soprattutto la preparazione. Questa volta non mi sarei fatto cogliere di sorpresa come un bimbo perso in un mercato. Ne Stain, ne nessun altro mi avrebbe raggirato con qualche recita improvvisata, per paralizzarmi e trascinarmi nel suo covo. Ed era proprio lì che mi stavo dirigendo, al laboratorio della cratura conosciuta con l'appellativo di Dottore Pazzo.
    Imboccai una seconda strada più larga, luminosa ed affollata. In mezzo alla rada gente, scorsi un gruppetto di uomini in divisa. Senza arrestare l'avanzata, mi chinai raccogliendo una bottiglia di birra vuota vicino ad un cassonetto. Mi intercettarono mentre passavo loro accanto.

    Fermati, ispezione!

    Disse uno degli Shinobi afferrandomi per il braccio. Ingobbito, mi voltai lanciando una rapida occhiata da sotto il cappuccio calato abbastanza da nascondere il volto. Notai coprifronti di Kiri, Iwa, Suna, nessuno di Ame. Erano le forze dell'Alleanza stanziate alla Pioggia per assicurare che nulla ostacolasse la ricostruzione del Villaggio. La verità? Lasciare che i superstiti della guerra crepassero nelle proprie malattie senza permettere loro di riorganizzarsi in alcun modo.

    Chi sei? Via il cappuccio, fa vedere il viso.

    Risposi con un grugnito rauco, sollevando una mano tremante e rugosa e lasciando cadere il cappuccio. Il volto che presentai era parzialmente nascosto da bende sudice e pendenti. Gli occhi iniettati di sangue, la pelle cadente e su una guancia quella che pareva un'infezione incrostata di pus verdastro. Sorrisi mostrando qualche dente marcio e sollevai la bottiglia in segno di complicità. La reazione dello Shinobi fu più che soddisfacente: staccò la mano dal mio braccio e si ritrasse con una smorfia disgustata.

    Apposto, vai... puoi andare!

    Il mio volto si rabbuiò e mi nascosi sotto il cappuccio, allontanandomi con andatura incerta, seguito dai mormorii contrariati del gruppo di soldati. Per quanto semplici e conosciuti da tutti, i Jutsu accademici preservano sempre la loro efficacia, basta un po' di fantasia. Nessuno avrebbe avuto il coraggio di indagare ulteriormente davanti ad un simile aspetto.
    Non mancava molto, giusto due svolte, e fortunatamente non incontrai nessun altro Ninja voglioso di svolgere il proprio compito. Giunsi davanti a quella specie di porta da deposito, priva di serrature ma chiusa da un catenaccio robusto. Non sarebbe stato difficile romperlo, ma non volevo rischiare di far troppo rumore ed attirare visite indesiderate. Quindi...

    Suiton, Mizu Kawarimi...

    Mi riversai al suolo come una secchiata d'acqua, e scivolai sotto la porta entrando nel laboratorio di Stain. Quando ripresi forma, me lo trovai dal lato opposto della stanza, nascosto nell'ombra. Non era uno sprovveduto, probabilmente sapeva dell'arrivo di qualcuno prima ancora che avessi raggiunto la porta appena scavalcata. Lo sapevo, e non mi sorpresi. Questa volta però non ero incatenato nel suo subdolo Jutsu medico, non ero costretto ad ascoltare le sue favole. Questa volta avrei condotto io le danze. Calai il cappuccio, rivelandomi per chi ero veramente, Nonubu Senju, e dissi:

    Finalmente ci si rivede, Stain... Com'era l'accordo? Tu mi dicevi dove trovare Zero, ed io ti portavo la sua carcassa. Molto dispiaciuto di non aver tenuto fede al patto, davvero. Ma ehi, ora sono qui, e proprio per portarti le scuse di Zero. E' molto in pena perchè non è potuto venire di persona. Ci teneva tanto, ma provvederò io a darti l'Addio!

    Conclusi, mentre sollevavo il braccio in orizzontale e puntavo il palmo verso il dottore.

    Tecnica del Taglio del clan Senju, il mio intento è di sparargli un paletto in mezzo al petto. Ma dipende da come vuoi gestire la cosa. Se vuoi scambiare qualche parola fai pure in modo che la mia sia solo una minaccia di ucciderlo non nell'immediato, ma a breve :asd:

    Comunque non so perchè ma ho fatto una fatica assurda ad iniziare il post. Dopo aver cancellato tre volte l'inizio, ho deciso di partire da metà e scrivere l'incipit solo alla fine.
     
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    Uno


    Gli ideali cambiano. La natura delle persone no.
    A pattugliare i bassifondi della Pioggia ci pensano i ninja di ogni villaggio, un'iniziativa degli stessi votata ad evitare scompiglio e guerre sociali. Ma tale trattamento non è altro che l'ennesimo granello di sale gettato sull'arido terriccio di un popolo fin troppo spento, per rivoltarsi. Che poi, a cosa?
    Hi ha dato loro prosperità, ricchezza, prestigio, per poi incenerirlo attraverso l'isolamento e l'emarginazione. La guerra è stato soltanto l'ultimo passo per il salto nel vuoto.
    In effetti la situazione di Ame è di un'instabilità unica nel suo genere, dove la sedentarietà ha fatto radici. Nessun ideale, nessuna spinta tecnologica, nè economica, niente di niente. Gli "8" vegliano su di lei, nel senso più aspro e manipolativo del termine. C'è chi ne scruta la ventata positiva, chi invece quella negativa. Tuttavia una teoria è più prosa che poesia: i mukenin non hanno tratto che benefici dell'annientamento di Sakkaku, il quale a prescindere da qualunque giudizio, rappresentava un deterrente fondamentale per tenere i topi nelle fogne. Ad oggi invece i criminali si mescolano ai civili, rendendo impossibile distinguere i colpevoli dagli innocenti. Ma infondo, chi lo è veramente di questi tempi?
    La manta di Nonubu conserva la plasticità del suo corpo nel balzare da una struttura metallica ad altra. Essere cauto è imperativo per lui, perchè essere scoperto ora o peggio in futuro, inficerebbe in maniera devastante sulle intenzioni di Zero.
    Ed è proprio questo il punto. Se il ninja di Konoha vuole ottenere la sua identità deve conseguire l'impresa umana più ardua in assoluto: rinunciare ad essa.
    L'avrà capito ormai...


    - Ricordi cosa ti dissi su chi io mi considero? "L'idea dell'uomo che lotta ogni giorno per affermare il suo nome".
    Tutti noi nasciamo con un'identità, ma è ottenerla la vera impresa. Io sono nato come Sefiro Mitarashi, poi mi sono evoluto in Zero, ma cosa rappresenta lo "Zero", se non l'annullamento di ogni cosa?
    Tu devi ambire a questo: l'idea di te stesso. Ma per far ciò dovrai alienarti dal tuo essere. Solo così potrai vederlo in maniera oggettiva, e riconoscerlo.
    Così ho fatto io, così, se vuoi, farai tu. -



    Un paio di soldatini gli danno problemi, giusto per un secondo. Il tempo di risolverli: l'esperienza l'ha forgiato, e l'istinto adesso sa come deve muoversi in tali situazioni. Senza ulteriori indugi girovaga per la città, mutata ai suoi occhi, che alla sua mente non conducono più l'immagine di un covo di mukenin, bensì di numerose ombre, senza nè forma nè sostanza. Dedite alla sopravvivenza, che dovrebbe essere solo il primo passo per poter ambire all'auto-determinazione.
    Il percorso interiore del ninja - perchè di questo invero si tratta - continua, fino a portarlo davanti al primo ostacolo dell'impresa: Stain!


    - Finalmente ci si rivede, Stain... Com'era l'accordo? Tu mi dicevi dove trovare Zero, ed io ti portavo la sua carcassa. Molto dispiaciuto di non aver tenuto fede al patto, davvero. Ma ehi, ora sono qui, e proprio per portarti le scuse di Zero. E' molto in pena perchè non è potuto venire di persona. Ci teneva tanto, ma provvederò io a darti l'Addio! -

    Appare. Magicamente. Da una pozza d'acqua.
    Stain non si è mai nascosto. Perchè farlo? La fama gli dava clienti, i clienti soldi, i soldi la sopravvivenza. Agli occhi del ninja, anche lui oggi è una vacua sagoma priva di spessore, intimorito paradossalmente dall'infrangere la legge. Del tempo.
    L'atteggiamento del Dottore non ne avrebbe dovuto tradire il ricordo, eppure un'immagine distorta e deformata tuona nel minuscolo appartamento-clinica...


    Creepy Monster
    4126683-stein+3



    - E' questo il segreto che si cela dietro la nostra esistenza...?!
    Popoli, governi, economia...persino la STORIA!
    AHAHAH! ED IO CHE PENSAVO FOSSE IMPOSSIBILE!!! AHAHAH



    Ride, di gusto, con una malvagità degna di Satana. Ma con un'angoscia a testimonianza della sua essenza di vittima.
    E' una sagoma nera, con degli occhi uccisi dal riflesso luminoso delle lenti. Deforma dita, braccia, articolazioni, dando l'apparenza di volersi disossare. Ne risulta un'immagine deviata, disturbata. Cosa diavolo gli prende?! Ha dato di matto?!
    Benchè le sue pupille siano assenti, Nonubu ha dentro di sè la certezza che lo stia fissando, osservando, incidendogli nell'anima una valutazione.
    Che sta succedendo?!
    Il maestoso ghigno a 32 di denti non si esaurisce, nè ora nè mai.
    Man mano che trascorrono gli istanti, gli occhi del Konohano si abituano sempre più all'oscurità, fino a rivelarne ogni dettaglio: ai suoi piedi si stagna un ammasso di viscere umane, e accanto ad esse l'arma della violenza: un macete arrugginito e ricurvo, pregno di un nero rossastro. Sulla pila di intestino una saccoccia.
    Nonubu non può che identificarne l'origine. Sono i suoi soldi, gli stessi che tempo addietro lo scienziato folle gli ha rubato, e che così gli restituiva...


    - COME...COME SI PUO' VIVERE CON QUEST'ANGOSCIA NELL'ANIMA?!
    NOI SIAMO NESSUNO!!! AHAHAHAHAH|!!


    - CAPISCI?!?!? NESSUNO!!!! -

    Continua a ridere di un gusto di morte esagerato. Un nuovo picco di rassegnazione, di quelle da cui per giunta trai godimento nel subire la fine. Ma qui c'è ben altro che il semplice sollievo richiesto sottoforma di eutanasia.
    La profonda ferita auto-impartitosi all'altezza del ventre, continua a rilasciare fluidi corporei, che raggiungono metaforicamente la lingua di Nonubu.
    Non può che abbassare il suo palmo. Che senso ha uccidere una persona già morta?


    - Sapevo che Zero avrebbe mandato qualcuno ad uccidermi, così mi stavo preparando a reagire quando un flash mi ha chiuso il ragionamento su....ogni cosa! -

    Di cosa blatera?! DI COSA?!
    Possibile sia solo uno scatto di follia? Probabilmente, ma quando accade a un uomo di scienza nel più dei casi è per non aver retto a una verità confutata. E Stain, checchè se ne dica, resta pur sempre uno scienziato.
    C'entra qualcosa con Zero? Con i suoi piani? Con l'attuale andazzo del mondo?
    No. Nient'affatto.
    Trascende il microuniverso di noi tutti, una verità applicabile a qualunque esistenza.
    Anche a voler interrogare il mukenin, strattonarlo per il colletto, minacciarlo, non ha più niente da dire fuorchè un'ultima cosa:


    - E se ti dicessi che tutto ciò che ha vissuto la specie umana, dagli albori sino ad oggi, è frutto di un...ESPERIMENTO?! -

    AHAHAHAHAHAHAHAHAAH!!!!
    IO HO FATTO LA MIA SCELTA....E TU?! -



    Inclina il capo di lato come a volerlo indirizzare al coltellaccio con cui si è ucciso. Subito dopo, muore.
    La situazione non è per niente chiara, affatto, ciononostante è in grado di lasciare un amaro in bocca impossibile da dimenticare.
    Nonubu crede di stare controllando l'intera situazione assieme a Zero, ma se le parole di Stain fossero reali...cosa implicherebbero?
    Domande da porsi. Risposte da non poter trovare.
    Un nuovo sipario fantasma da aprire. Una storia attuale da dover chiudere.
    Per delle fumose teorie, il ninja non può cambiare strada.
    Deve andare a Kusa, e interloquire con la Kage sotto mentite spoglie.


    Come riportato. Attento a non farti scoprire. Nessuno deve identificarti come Nonubu, ma devono fidarsi di te in quanto ninja anonimo della Foglia. Creati un'identità estremamente provvisoria, per poter essere considerato a tutti gli effetti un ninja di Konoha.
     
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    Stain è ufficialmente morto. Che nessuno lo utilizzi più, ovviamente.



    Edited by Zérø - 19/7/2015, 15:22
     
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  7. Anselmo
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    Se c'era mai stato un barlume di sanità mentale nell'uomo che mi trovavo difronte, questo si era appena esaurito. Farneticazioni che alludevano ad una verità tanto rivelatrice da indurre persino uno come Stain, privo di scrupoli e di pretese sul mondo, ad abbandonarsi alla morte autoindotta. Ed in che modo... il contenuto del suo ventre era ammucchiato ai nostri piedi e si espandeva, lentamente, sul pavimento. Viscere rosee e grigiastre annodate su se stesse e grondanti sangue misto a putride sostanze giallognole. Ne sentivo l'odore acre ed aggressivo su per le narici, dritto alla bocca dello stomaco. Uno spadaccino avrebbe fatto scivolare la propria lama nel fodero. Io abbassai la mia arma innescata, il braccio, abbandonandola lungo il fianco. Non v'era più niente da uccidere in quella stanza. Stain era morto già da prima che varcassi la soglia del suo laboratorio. Era morto da tempo, e chissà quanto. Ma una cosa l'avevo capita: ad ucciderlo non era stato egli stesso, ne il machete arrugginito che veniva pian piano inghiottito dai fluidi umani. Ad ucciderlo era stato Zero, nel momento stesso in cui aveva deciso di sovvertire l'ordine naturale delle cose. Io mi trovavo lì solo per testimoniare il fatto.
    Un cadavere che esalava i suoi ultimi respiri, ecco cos'era. Per preservare la mia stessa sanità, decisi di distaccarmi totalmente dai suoi discorsi, di non dare loro più importanza di quella che si darebbe ai grugniti di un porco sulla via del mattatoio. Ma nonostante tutto, non riuscii ad estraniarmi totalmente. Qualcosa mi colpì, turbandomi in modo a stento sopportabile. Mi era totalmente ignoto il senso dei suoi vaneggiamenti, eppure ai miei occhi era suonato come un monito. Un uomo di tale risma, e per di più in punto di morte, quindi totalmente spogliato di secondi fini di cui non avrebbe potuto godere, che scagliava il suo monito alla persona che l'aveva tradito arrivando persino a deriderlo? Se pensavo di aver svelato il mistero della natura umana, ora mi accorgevo che la natura mostruosa me ne riservava uno decisamente più enigmatico.
    Inclinò il capo, inscenando un contrasto che mi mise i brividi. Nel farlo infatti, il riflesso che nascondeva i suoi occhi sparì e fui testimone di uno sguardo tra i più tetri e desolanti. E ciò cozzava violentemente con la risata folle che incurvava gli angoli delle labbra fin quasi alle orecchie. Era come se una maschera si frantumasse, dando spazio al reale sentimento di quel mostro. Contagioso, pericoloso. Poi cadde a terra, disarticolato come una marionetta senza fili, andando ad immergersi nei suoi resti. Il dottore pazzo sarebbe quindi rimasto per sempre un'enigma per me. Questa fu l'unica cosa a diffondere un certo rammarico nel mio animo.

    Ti invidio. Crepare ridendosela... quale privilegio.

    Rilassai i muscoli del volto, tornai impassibile. Avevo un compito da svolgere.
    Mi chinai per raccogliere la saccoccia di denaro, ma preferii essere cauto ed evitare di sporcarmi con quei liquidi, quindi maneggiai l'oggetto usando la lama che mi usciva dal polso, per poi squarciarlo e riappropriarmi dei miei ryo. A quel punto scavalcai in punta di piedi la poltiglia biologica che impestava il pavimento, e sparii dalla stanza. Camminai per un corridoio immerso nel buio, addentrandomi nel laboratorio del dottore. Mi fermavo di tanto in tanto per cercare interruttori e scrutare nelle varie stanze che si susseguivano due due lati. Sedie a rotelle, tavoli operatori, file di attrezzi fissate al muro, ampolle luminescenti, vasche e cisterne gorgoglianti, piccoli barattoli-trofeo contenenti repellenti parti di corpi deformi sotto formalina, ma niente che mi interessasse. Finalmente giunsi ad una porta più massiccia e robusta delle altre. Sapevo già d'essere arrivato a destinazione. La sbloccai, spinsi ed una nuvola di vapore mi investì le gambe. Il freddo mi fece contrarre tutti i muscoli del corpo. Mi addentrai in quella cella frigorifera, cominciando a scorrere le sacche da morto bianche adagiate sulle barelle, tagliandole con un Kunai ed ispezionandone l'interno. Finalmente la punta metallica stracciò la sacca rivelandomi il cadavere di un uomo adulto ma dai tratti abbastanza giovanili. Il volto, fortunatamente, era totalmente integro, a differenza del resto del corpo che... non avevo il tempo di indagare. Scagliai il Kunai sulla parete e poggiai una mano su quella faccia, agguantandola per bene con le dita e ponendo allo stesso modo l'altra mano sul mio viso. Quindi recitai...

    Shoushagan no Jutsu...

    Sensazione calda e bagnata, già sperimentata tempo addietro, accompagnata da un suono viscido. Quando tutto terminò, osservai il teschio scarnificato del cadavere. Gli occhi erano ancora al loro posto, dando un senso di comica sorpresa all'immagine. Mi specchiai nel metallo lustrato di una sega da ossa, ruotando il capo per analizzare ogni singolo particolare della mia nuova faccia.

    Perfetta!

    La Tecnica del Furto Facciale aveva funzionato a dovere, ne fui compiaciuto. Allo stesso tempo provai però una certa angoscia. Mancavano i segni sul lato destro del viso, quelle cicatrici che si estendevano dall'orecchio fino alla tempia, all'occhio ed al lato della bocca, aggrappandosi ad essi come una foresta di dita scheletriche. Segni che mi accompagnavano dalla mia prima missione, quando ero stato nient'altro che un Genin fresco di accademia. Ed il volto in generale era l'opposto del mio: un po' paffuto e rassicurante, dai tratti che avrebbero indotto chiunque ad una certa spontanea fiducia. Angosciante sensazione di mancanza. Sorrisi, perchè in quel momento mi resi conto di quanto fossi ancora legato al mio nome, Nonubu Senju, quando esso, di per se, non aveva in realtà alcun significato reale

    Essere l'idea dell'uomo che lotta ogni giorno per affermare il suo nome...

    Parole non mie, ma il concetto non mi era nuovo. Zero mi aveva soltanto ricordato l'importanza di essere fedeli all'idea di esistenza che si vuole protrarre, perchè era quella la vera sostanza dell'identità, non il nome affibbiatoti da una società che vuole fare della tua identità un proprio principio comune. Zero me l'aveva soltanto ricordato, perchè avevo deciso già da molto tempo di fare del mio nome e della mia faccia nient'altro che un mezzo per celare la mia vera identità, cioè i miei ideali, e manifestarla attraverso lo stesso mezzo solo al momento opportuno. Nient'altro che un mezzo...

    [...]

    Un'ultima volta nella mischia,
    nell'ultima vera battaglia che abbia mai conosciuto,
    vivere e morire in questo giorno...
    vivere e morire in questo giorno...


    wI2qeBg



    IDENTIFICATI!

    Rei Ikari, Chunnin della Foglia!

    Risposi in modo frettoloso, poggiando l'indice sul coprifronte ben visibile al suo posto. La sentinella mi squadrò da capo a piedi con fare accigliato, standosene comodamente all'asciutto nella cabina alle porte del Villaggio dell'Erba. Strinsi i pugni e soffiai via la pioggia che mi scorreva sul viso, mostrandomi il più ansioso e determinato possibile, come un qualsiasi messaggero di basso rango sarebbe nell'intento di compiere il suo compito con la massima efficienza possibile. La sentinella se la stava prendendo troppo comoda per i miei gusti.

    Mi ha mandato Gendo Ayanami-Sama in persona!

    Gridai da sotto il fragore della pioggia.

    Gendo Ayanami?

    Replicò quello in tono pacato. Decisi che v'erano le condizioni per inscenare una sfuriata. Non sarebbe stata necessaria se mi fossi presentato come un Jounin, ancora meno come un Anbu in incognito. Ma nel primo caso avrebbero impiegato ben pochi istanti a smascherare la mia identità, bastavano pochi controlli. Nel secondo invece, sarebbe stato inverosimile; gli Anbu non si presentano all'improvviso, senza che si venisse avvertiti del loro avviso. Il motivo della mia visita doveva apparire abbastanza importante da scomodare la Kusakage senza inutili perdite di tempo, ma non così tanto da richiedere che fosse un Anbu a portare il messaggio, diffondendo certamente una preoccupazione che non avrebbe giovato al mio vero fine.

    Gendo Ayanami, si! Figura molto vicina al nostro Ex-Kyudaime Hokage Nube-Sama e per questo tra i più influenti nel Consiglio degli Anziani, attuale organo di potere reggente il governo del Paese del Fuoco! Gendo-Sama mi aveva assicurato che la Nidaime Kusakage mi avrebbe certamente accolto un messaggero del Villaggio della Foglia! Ella vi ha forse dato l'ordine di torchiare i messaggeri che arrivano per conto del vostro più stretto alleato?! In questo caso dovrò riferire che...

    No, n-no... ehm... vieni pure avanti, messaggero... R-Ryoji, accompagnalo da Yume-Sama.

    Sissignore!

    Grazie, signore...

    Superai la sentinella sconvolta e mi affiancai al suo subordinato.

    Quindi lo ruoli tu il mio arrivo al palazzo :si2:

    Nello scrivere il post ho notato che mi mancano le informazioni sul momento della giornata in cui mi trovo. Mattina, pomeriggio, sera, notte. Ho dovuto raggirare la cosa a parole perchè anche ragionandoci non ci posso arrivare da solo. Devi dirmelo tu :soso: So solo che l'attacco dei muki a konoha è avvenuto mentre venivi giustiziato, ed a Kusa deve venire in contemporanea. Ma ora, considerando tutti i miei spostamenti, sto ancora ruolando nella giornata precedente l'attacco? O durante la notte precedente? Oppure ancora la mattinata stessa, sempre che anche l'attacco non sia avvenuto in mattinata... Non conoscendo lo svolgersi della missione, non posso deciderlo io. Input please :tada!:
     
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    Ore 1.55 A.M.
    Trema nevroticamente l'omero di Zero, contorcendosi e avvitandosi nel limite della gogna col vano intento di ricomporsi. E' stato un trauma abissale a cui ha sottoposto il suo corpo, e questo solamente per mettere - metaforicamente parlando - i puntini sulle i. E in effetti come contestarlo? Ha ottenuto ciò che voleva: l'impotenza del suo vincolo. Il chakra torna ad irrorare le sue vene pulsanti, i suoi muscoli contraenti, ma soprattutto i suoi occhi. Si nutrono di esso, così come una bestia assetata di un'oasi nel deserto. Tornano così a risplendere di un ciano cremisi, violentissimo, devastante.
    Coinvolgere emotivamente Nonubu? La priorità! E con quale successo il mukenin riesce nell'impresa!
    Trasmesso ogni sentimento, emozione provata e meta da raggiungere, continua a esplicare il piano, giungendo quasi al finale, il grande colpo di scena!
    Lo zampettio dei roditori comparsi all'improvviso accentuano la tensione, rendendola esponenzialmente più palpabile:


    - Kusa è davvero un bel posto dove soggiornare, così soleggiato e verde. Talmente simile al Fuoco da esserne indistinguibile al primo sguardo. E' lì che compirai la tua apoteosi, bruciando le tue spoglie di uomo e apprendendo a fondo cosa significa essere uno zero. -

    Con lo sharingan destro apre un portale, un vortice se vogliamo, dal quale scaturisce in nuova forma un ammasso di...che?
    L'espressione di Nonubu non può essere che attonita alla vista di un reperto davvero interessante, malsano oserei dire. Risplende di una luce anch'essa propria, ed emana un potere a primo acchito estinto, ma che Zero ha il potere di riesumare dalla sua oltretomba. E' il suo Cerbero, l'asso nella manica, il contenitore del suo potere originale: il Mangekyou Sharingan di Sefiro Mitarashi.
    Nella contemplazione della scena, il mukenin sorride con un'oscurità arcigna tale da far rabbrividire lui stesso. Passo al suo passo. Tempo al suo tempo.
    Come si è già spiegato, egli non orchestra piani, ma scintille, lasciando al caso la mera forza dello sviluppo degli eventi...


    - Da alla testa stringere quel potere sul palmo delle mani, non è vero? -

    Girare e rigirare il contenitore è la via più facile per apprezzarne la forza, metabolizzarla. Ma quel tramite deve restare tale, e deve ritornare al suo padrone: Zero. Di cosa sto parlando?

    - Mostrami i miei occhi. Saranno la chiave delle tue catene. -

    Si propaga per le mura una discreta risonanza di energia, che risplende al centro del punto d'incontro. Zero fissa l'involucro, quest'ultimo ricambia lo sguardo con una vitalità vitrea e spenta, finchè le pupille...si animano!
    Da un punto all'altro del bulbo si muovono alla ricerca della luce di cui sono stati privati a lungo. Anelano la libertà, anzi no: il dominio sulle cose. Ed è ciò che avranno per mezzo dell'araldo...


    - Nonubu, fosti l'araldo della mia persona quando eravamo nemici, quindi ora te lo richiedo: vuoi esserlo nuovamente, ma stavolta delle mie idee? -

    La risposta è più che esaustiva per il mukenin, che fissando fuori dalle sbarre, intenta una causa all'umanità, sottoforma di aforismi..

    - Quando sarai davanti al finto potere, capirai quando caduco e limitato al suo contesto esso sia.
    Ricorda che a questo mondo non esiste niente per cui valga la pena morire, solo se stessi.
    Si è fatto tardi: hai dieci ore a partire da questo istante per azzerare la tua anima: a mezzogiorno se io morirò, anche tu lo sarai con me. -


    Col capo gli indica il contenitore dei suoi occhi, intimandogli di prendersene cura come fosse la sua ragione di vita più grande. Non lo è?
    China di sbieco ancora una volta la testa, per infine seppellire la sua carcassa nell'angolo più buio della cella. Solo i suoi sharingan azzurrissimi - lascito di Tristania - risplendono nell'oscurità dell'inquietudine...


    - Sono certo che avrai capito il da farsi: trova la Kusakage e costringila a restar sola con te, bastano scorci di attimi.
    Parola chiave? Eclettismo.
    Non rovesciare il governo, Nonubu, solo la prospettiva di esso. E' la via più semplice di cambiare le cose.


    Gli sharingan si spengono, e lasciano il Senju in balìa del suo peggior nemico: egli stesso!

    Ore 10.00 A.M. Due ore all'esecuzione.
    Il sudore gelido di Nonubu accelera via via che le tappe vengono bruciate dalle lancette. Manca davvero poco all'ora x; per quanto gli riguarda ha fatto la sua parte nel mondo sotterraneo, adesso però gli spetta l'impresa più ardua: rovesciare la prospettiva di Kusa. Funzionerà davvero? Cosa accadrebbe in caso di fallimento? Verrebbe arrestato, ma che dico?! Ucciso sul momento e tarchiato come nemico dei ninja, non diversamente di Zero.
    Lecito pensare come il dubbio pianti le radici nel suo animo: e se Zero l'avesse usato come esca? Un tributo da sacrificare e magari su cui far cadere la colpa delle sue azioni? Mille scenari più che plausibili potrebbero offuscare la sua mente, distoglierlo dalla missione, ma a controbilanciarlo è una certezza assoluta: manipolato o meno, se interrompe prematuramente l'incarico, la sua vita non cambierà mai.
    E' questa la scintilla di cui parla Zero? Far credere agli uomini di avere una scelta, quando è chiaro quale compiranno?
    [...]
    Le fronde di Kusa si esauriscono e allo scoccare esatto dell'ora, il Senju sotto mentite spoglie riesce ad avere udienza, o quantomeno accesso al villaggio.
    Per un Anbu della sua esperienza è naturale conoscere e aggirare i sistemi di sicurezza del mondo ninja, e optare per la classica "porta d'ingresso" è paradossalmente il metodo meno rischioso.
    Scortato dai jonin in persona del luogo, ha modo di scrutare sull'alto degli albero i sistemi rurali di ponteggi e funi che rendono così caratteristico il luogo. Moderno e arretrato al tempo stesso. E' un'impronta immortale, che va e andrà sempre a braccetto coi tempi. Un pò come il Monte degli HoKage.
    Piante Giganti, Frutti grossi come le persone, funghi colossali. E la fauna? Non si direbbe che il villaggio la ospiti.
    L'araldo di "Gendo Ayanami", avanza indisturbato tra la folla, non suscitando il benchè minimo interesse. Nè nei civili, nè nella sua scorta, che fiduciosa nella sua storica alleata, non prende in considerazione nessun'altra ipotesi dopo aver visto il coprifronte della Foglia. Insomma, una situazione più che naturale per due villaggi da sempre in comunicazione e in buoni rapporti. Si può sorvolare su un permesso scritto, considerato che nessuno ostile normalmente oserebbe metter piede da solo in una realtà ninja bene organizzata. Dal canto suo Nonubu non ha la benchè minima intenzione di sfoderare le armi.
    Il discorso messo in piedi è stato credibile, e lo sta conducendo in questo preciso momento al cospetto di...


    - KUROI YUME- SAMA! C'è un messaggero direttamente da Konoha! Vorrebbe interloquire con lei, è possibile?

    - Anò...possibile?! Certo che è possibile tesoro! Anzi, susu, fatelo entrare immediatamente!
    I Konohani sono così...mmmh...fascinosi e incredibilmente dotati! -


    Dotati? Quale accezione rivendica? E' voluto il doppio senso? La risposta non tradisce verità: "Il sogno proibito" si aggiusta immediatamente trucco e seni abbondanti, col solo scopo di fare colpo e...perchè no, anche qualcosa di più esplicito.
    Mortale ed Etica, quantomeno in campo sessuale, erano differenti a Kusa perchè beh, la leader dell'Erba è famosa in tutto il continente ninja per la sua passione nei confronti dell'amore.
    Nella sua carriera ha cercato di abbattere qualunque confine di finto moralismo, riuscendo a diffondere una cultura dell'amore completamente estranea agli altri villaggi.
    Riti orgiastici, baccanali, feste di cupido in plaza: nessun civile avrebbe mai disdegnato un invito a Kusa. Perchè l'Erba accoglie qualunque perversione sessuale, sottolineandola come una delle tante vie per esprimere la propria incondizionata bramosia di amore, verso se stessi o verso gli altri.
    E quando la nudità, "l'osceno" è di casa, diviene normale, quotidiano, e paradossalmente perde qualunque accezione negativa possa essergli attribuita.
    Proprio ogni cosa nel reame richiamava alla sessualità: a partire dalle stampe falliche sulle tende, a finire sulle forme dei colonnati a sostegno della sede governativa.
    Dal canto suo Yume da sempre emana una quantità spropositata di feromoni nell'aria, che sprigiona attraverso i suoi odori, i suoi atteggiamenti, le sue grazie naturali, la sua voce. Insomma: la Kusakage è l'Afrodite del tempo ninja.
    Certe leggende nate e mai morte, vociferano che la maggior parte dei combattimenti non li abbia mai affrontati, giacchè i nemici gli si sono quasi sempre arresi. E parliamo persino dei mukenin. Quindi ipotizzare che abbia sviluppato qualche tecnica legata a questo fenomeno è più verosimile di quel che si possa pensare.
    Ma da quando in qua il Paradiso non ha anch'esso i suoi angoli oscuri? Il gioco sta nello svelarli, il compito di Nonubu! -


    - OOOOH!!! MA CHE BEL MASCHIONE!! -

    Esordisce la Kusakage senza che nemmeno il ninja metta piede nelle sue camere, circondate da Anbu dal vestiario...discutibile. Indossano cinghe, lattex, stivaloni di pelle nera traslucida. Possiamo definirlo un harem privato che la donna da quando sta al potere si è riservato il diritto di possedere.
    Turgidi, vigorosi, muscolosi. Degni di dar piacere a Yume nei momenti di sconforto o smoderato lavoro. Ma attenzione a giudicare le apparenze: ognuno di essi è un anbu specializzato nei campi più disparati.
    Rinunciando al pudore di cui dovrebbe vestirsi un leader-villaggio, la Kage corre ondeggiando i seni strabordanti dal reggiseno in pizzo verso l'ospitato. Quindi premendo contro il suo petto, lo analizza come una ragazzina perversa toccaccia il suo idol. Lo sconvolge letteralmente, tastandogli le toniche - seppur contenute - masse muscolari...e non!
    Massaggia attraverso le vesti deltoidi, trapezi, addominali e gli "cade" la mano persino su natiche e genitali!
    Nonubu non può che essere sorpreso di quanto le voci non le rendano giustizia: è davvero la testa più perversa del mondo ninja! Eppure è una Kage, non una ragazzina alle prima armi quindi...che in realtà stia facendo questo per...


    - Mmmh...magrolino, ma mooolto interessante! Sei molto forte, tonificato probabilmente da mille e più battaglie. Un ottimo soldato, i miei complimenti!
    Però nonono, non ci siamo proprio! Sai che mi offendi, bellissimo?! Non sapete a Konoha, che qui chiunque voglia interloquire con la Kusakage deve mostrarsi nel suo più intimo splendore?!
    Susu, provvedete, miei adoni!
    NON VEDO L'ORA! -


    Ordina leccandosi la punta del medio, con esplicito riferimento alla fellatio.
    Certe pratiche sono totalmente aliene al carattere di Nonubo, oltremodo dissonanti dall'opera che deve compiere, ma infondo anche lui è un uomo, e in un contesto dove una così procace donna mostra 3/4 di seno, è difficile trattenere un'erezione!
    Cionondimeno l'incorruttibile Zero gli appare in mente, o meglio a farlo sono i suoi moniti:


    CITAZIONE
    - Kuroi-Yume. Il tuo obbiettivo.
    Non l'ho mai incontrata, ma di certo la sua fama la precede: bellissima, meravigliosa, indescrivibilmente erotica. Ha trasformato la sua procace sessualità, nel credo del Villaggio. Un amore decisamente diverso dal platonicamente inteso dalle masse. Così concreto. Tangibile. Un do ut des a tematica sessuale. Un primo abbattimento delle barriere morali, a mio avviso, ma ancora troppo debole per considerarsi una rivoluzione.
    Suppongo te ne accorgerai, ma è bene che ti metta in guardia.
    A prima vista sembra l'istinto a governare il suo corpo, ma tieni a mente ciò che ti ho detto: il fondamentale della manipolazione è far credere all'interlocutore di avere il pieno controllo della situazione. Kuroi fa esattamente questo: appare come una bestia, che l'uomo ha la certezza di sottomettere per via del suo "intelletto" superiore, per le sue facoltà che vanno al di là dell'istinto bestiale. Questo non sarà il tuo caso.
    Ogni sguardo lanciato, ogni pretesa fisica, ogni contatto psicologico ed emotivo, nascondono una ben più subdola e pianificata conclusione.

    Monito? No, canovaccio!
    Nonubu riconosce nel flirt una sua analisi completa: toccandolo eroticamente e nei punti erogeni, si è assicurata di distoglierlo dalla perquisizione; mentre con l'ordine di spogliarlo, ha verificato se sul suo corpo vi fossero sigilli strani. Ed effettivamente un dettaglio la folgora: il polsino tatuato per evocare-armi...


    - Mmmh...vedo che voi Konohani siete davvero messi bene! -

    Lancia una maliziosa occhiata ai paesi bassi di Nonubu, svestito di ogni equipaggiamento, e rivestito con solo una mutanda di lattice a coprirgli il pacco...

    - Benvenuto a Kusa, messaggero di Konoha, l'oasi del piacere sessuale!
    E' l'istinto a guidarti da noi..ooo...? -


    - Gendo Ayanami-sama, signora! -

    Suggerisce la scorta del ninja, che è rimasta a guardare la procedura d'accoglimento della donna...

    - La vecchia consigliera? Davvero?!
    Strano, molto strano. Di solito Konoha comunica con noi tramite gli uccelli - mmmh - e se proprio ne devono mandare uno bello grosso come il tuo, ci avvisano comunque in anticipo... -


    Ancheggia di brutto, suscitando ilarità e godimento nel suo harem, sempre "eretto" sugli attenti.
    Quindi gli si spalma sopra, facendo zampettare le sue dita dalle labbra dell'uomo, fino a scendere eroticamente sull'avambraccio, dov'era il polsino tatuato, ancora ad esso avvinghiato.
    E' davvero un avversario astuto, subdolo, freddo e calcolatore, celato da un involucro finto come le ciglia che immergono i poveracci nell'illusione di possederla...


    - Il tuo nome, ninja di Konoha...e dimmi, cosa posso fare per te...? -

    Gli lecca il lobo destro dell'orecchio, nascondendo i suoi artigli volti a strappargli l'asso nella manica!
     
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  9. Anselmo
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    Ehi scusa, ma...

    Miagolai rivolto allo Shinobi che mi stava scortando, mentre con fare perso ed ansioso percorrevo con lo sguardo le pareti del corridoio.

    Devo incontrare subito la Kusakage, non posso perdere tempo in un...

    La mia attenzione fu catturata dal pavimento che, con intarsiature in cristalli luminescenti, raffigurava mostruosi ibridi tra umani e bestie intenti a combattersi in alcuni casi, ed in altri a possedersi a vicenda. Senza fermarsi, lo Shinobi si volse verso di me, sfoggiandomi un sorrisetto che avrei volentieri agguantato con le dita ed allargato fino a strappare la mandibola dal resto del cranio. Invece mi mostrai oltraggiato.

    - Ci siamo quasi, lei ti aspetta, eh eh. -

    Proseguimmo su per delle scalinate, svoltammo varie volte e più avanzavamo, più mi stupivo della fantasia che il perverso artista, fautore di tutte quelle opere degenerate, aveva messo in atto. Quando fummo in vista della massiccia porta a due ante in mogano con pesanti battenti in ferro battuto raffiguranti testicoli da elefante, la quale ipotizzai desse sull'ufficio di Kuroi Yume, percepii un netto ribaltamento con annesso attorcigliamento delle viscere. Non erano le premesse o l'atmosfera del palazzo a gelarmi dentro; a ciò ero preparato. Quel che temevo era il numero di variabili da dover analizzare, per far si che ogni cosa coincidesse alla perfezione. Non potevo fallire!
    L'uomo afferrò lo scroto di ferro e lo schiantò due volte sulla porta:

    - KUROI YUME- SAMA! C'è un messaggero direttamente da Konoha! Vorrebbe interloquire con lei, è possibile?

    - Anò...possibile?! Certo che è possibile tesoro! Anzi, susu, fatelo entrare immediatamente!
    I Konohani sono così...mmmh...fascinosi e incredibilmente dotati! -


    Deglutii mentre il mio annunciatore si faceva da parte, regalandomi nuovamente quel sorrisetto dai mille significati, tutti detestabili. Mi ripromisi di decapitarlo, prima o poi.
    Kuroi Yume, distesa di traverso sul suo scranno, le gambe accavallate in modo da rivelare più di quanto non nascondessero, trafficò con movenze eleganti con i suoi "strumenti di bellezza". Il trono era una pesante struttura di metallo traslucido, costruita di ossa incastrate l'una nell'altra che gradualmente evolvevano in una cascata di teschi, tanto alta da sfiorare il soffitto. L'immagine della donna, così flessuosamente adagiata, con le morbide carni che seguivano l'aspra durezza del seggio infernale, in un contrasto capace di riscaldare anche le membra di un cadavere... un'immagine che mi rapì tanto da far sfumare ogni altro pensiero come cenere nel vento. Richiuse l'astuccio dei trucchi e lo lanciò dietro lo scranno, facendo poi cadere il capo sulla spalla con fare provocante, ed i suoi occhi scivolarono sulla mia persona. Mutò quindi espressione e precipitò giù dal trono, facendo scivolare i piedi sul pavimento diretta verso di me. Ora era una ragazzina che giocava con la propria irresistibile avvenenza, inconsapevole o forse troppo consapevole di quanto essa fosse potente.
    Le parole di Zero non le rendevano giustizia. Avevo appena scoperto quali fossero i limiti del suo eloquio, ce li avevo difronte. E proprio per questo presi tali parole ancor più seriamente. Ogni sguardo... ogni contatto... nascondono subdole conclusioni...

    - OOOOH!!! MA CHE BEL MASCHIONE!! -

    Kusakage-sama...

    Sussurrai con ardente desiderio. Ma avevo parlato da Nonubu Senju, quello capace di fotterla violentemente per rendere giustizia alle sensuali curve di quell'arma brandita dal piacere carnale. Dovevo sopprimere Nonubu Senju! Dovevo lasciare che l'oltre ogni modo imbarazzato chunnin della Foglia, Rei Ikari, mi ammantasse dandomi modo di compiere la patetica figura che ci si aspettava compiessi. Quindi quando mi si fece sotto, insinuando le sue dita delicate sotto le mie vesti, repressi la tentazione di sollevare il braccio ed agguantarla, portandolo piuttosto ai miei capelli, per grattarmi imbarazzato la testa.

    Kuroi Yume-sama, n-non... io... e-ehi...

    La sua mano cadde persino nei miei pantaloni, agguantandomelo in modo un po' troppo rude per i miei gusti. Mi ritrassi si scatto, dovevo aver assunto il colore di un vecchio livido, e mossi la testa a destra ed a sinistra cercando la complicità di qualcuno nel giudicare inappropriata quella situazione. Era ciò che ci si aspettava. Ma quando vidi invece due file di uomini conciati nel più osceno dei modi, feci ciò che chiunque avrebbe fatto: spalancai la bocca.

    P-P-Pe...

    - Mmmh...magrolino, ma mooolto interessante! Sei molto forte, tonificato probabilmente da mille e più battaglie. Un ottimo soldato, i miei complimenti!
    Però nonono, non ci siamo proprio! Sai che mi offendi, bellissimo?! Non sapete a Konoha, che qui chiunque voglia interloquire con la Kusakage deve mostrarsi nel suo più intimo splendore?!
    Susu, provvedete, miei adoni!
    NON VEDO L'ORA! -


    N-No, io...

    Borbottai.

    Tenete giù quelle mani o ve le scarnifico!

    Ringhiai invece nella mia mente. Ma non potevo reagire. Mi feci spogliare da un branco di uomini, con una donna, ma che dico, una dea che mi osservava passandosi lentamente la lingua tra le dita, l'avambraccio affondato tra i seni. Quindi fui quasi nudo, non fosse per lo strato di pelle deceduta che mi ricopriva la faccia, per le cinghie di cuoio che saldavano il meccanismo della lama retrattile al mio avambraccio destro e per i polsini tatuali su quello sinistro. Il resto giaceva ai miei piedi. Dopo un attimo di stupore, mi coprii gli attributi, brutalmente percossi da scariche di sconveniente delizia. Dentro di me, però, esultavo per la maestria dimostrata. Era solo grazie alla mia rara conoscenza dell'arte dei sigilli che avevo potuto mascherare i simboli che mi ricoprivano il ventre con una Tecnica della Trasformazione eseguita con tempismo ineguagliabile. Se li avesse notati, sarei dovuto ricorrere a ben più drastici mezzucci per non far saltare la mia copertura.

    - Mmmh...vedo che voi Konohani siete davvero messi bene! Benvenuto a Kusa, messaggero di Konoha, l'oasi del piacere sessuale!
    E' l'istinto a guidarti da noi..ooo...? -


    - Gendo Ayanami-sama, signora! -

    - La vecchia consigliera? Davvero?!
    Strano, molto strano. Di solito Konoha comunica con noi tramite gli uccelli - mmmh - e se proprio ne devono mandare uno bello grosso come il tuo, ci avvisano comunque in anticipo... -


    Eh... ehm veramente...

    Mi finsi indaffarato a contenere tra le mani la naturale reazione che era in corso là sotto, ma senza coprirla davvero. Consideravo la situazione del momento non tra le migliori, ma il punto a cui volevo arrivare era esattamente quello di un confronto circoscritto a me ed alla donna. Dovevamo restare soli.
    Mi si avvinghiò premendomi i seni contro il braccio e solleticandomi con la gamba. Percepii il suo fiato caldo sulla guancia, ma ancor più distintamente percepii le sue dita avanzare come le zampette di un ragno lungo l'interno del mi avambraccio.

    - Il tuo nome, ninja di Konoha...e dimmi, cosa posso fare per te...? -

    Nonostante i fumi del desiderio, intuii le sue vere intenzioni. Mi costrinsi a riacquisire totale lucidità, ed ebbi chiaro ciò che andava fatto. Era il momento di cambiare le carte in tavola. Gli avrei fatto credere che il ragazzo che aveva di fronte si sarebbe abbandonato tra le sue braccia come tutti gli altri. Volevo raggirare la bestia, il cui istinto predatore non si sarebbe mai fatto sfuggire una succulenta preda. Prima che la sua mano potesse raggiungere i polsini tatuati, scostai il braccio. Lo sollevai facendo scivolare le nocche lungo la pelle del suo bicipite, poi la spalla, fino a raggiungere il volto. Sfiorai i lineamenti del suo mento, poi abbassai lo sguardo e fingendo una sicurezza ostentata, dichiarai ansiosamente:

    Ho sentito delle voci su di lei, Yu... Yume-sama. Dicono che lei f-faccia delle cose con... con alcuni uomini.

    Poggiai il mio volto sulla sua spalla, sussurrandole nell'orecchio:

    Cose che gli altri non possono vedere. Solo io e te... darei la vita per questo...
     
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    Sussurri di Inganno reciproco


    L'atmosfera vibra come un cuore palpitante, e si surriscalda di un ingenuo erotismo.
    Il Tocco del "Sogno proibito" scorre sulla superficie di Nonubu, non diversamente da una lingua sul sesso di un uomo. E' delicata, invadente, viziata, e al contempo letale. La natura le ha concesso un'arma davvero devastante, invisibile e intoccabile. Ma tangibile come un kunai piantato al centro del petto.
    Il ninja camuffato non può far a meno di cadere nella tela di ragno, tessuta dalle sue labbra lucide e bagnate, sul ciglio della pornografia. La sua cavità orale aperta poco più della metà lascia trasparire l'estremità di una lingua colante di saliva, che riesce a prendere la sua parte nello spettacolo allestito.
    Perchè di questo si tratta. Nè più, nè meno. Un subdolo e micidiale rilascio di feromoni per far impazzire le sue prede. Nel bene e nel male, a nessuno avrebbe nociuto se non per sua volontà. Kuroi è l'arma che c'è e non c'è al tempo stesso.
    Stordito dagli eventi Nonubu perde di vista l'obbiettivo, facendosi sedurre dalla maestria della donna, a tal punto da dimenticare dove le sue unghia cercano di posarsi: sui polsini ninja. Tuttavia, a pochi centimetri dall'obbiettivo un lampo lo fa rinsavire, sufficientemente da riportarlo tra noi. Scosta il braccio fulmineamente, e con una naturalezza cinematografica, riuscendo ad occhi esterni a camuffare la tattica difensiva. Prende l'iniziativa, e immerge la Kusakage nel suo stesso tranello: la ghermisce con distacco ma con decisione, sottomettendola psicologicamente al flirt e passando dalla parte del gigolò: naviga sul suo corpo con trattenuta eccitazione, e preme il grilletto a pochi centimetri dalle sue labbra, dai suoi lobi...


    Ho sentito delle voci su di lei, Yu... Yume-sama. Dicono che lei f-faccia delle cose con... con alcuni uomini.

    Yume capta il gesto, le parole, e ne approfitta per tornare a squadrare da testa a piede il ninja. Per quanto occultando i suoi tratti fisici con la magia possa raggirare shinobi ordinari e non, non si può nascondere a un Kage il trucco nella sua totalità. Tanto è vero che sull'addome, nota incoerenti rilievi, impercettibili a regolare occhio umano.

    - Cose che gli altri non possono vedere. Solo io e te... darei la vita per questo... -

    Sorride con malizia, estrema malizia, quindi ricambia le cure del nuovo adone con una leccata improvvisa e profonda sul lato sinistro del suo volto, sporcandolo con quantità moderate di saliva.
    Sbatte le ciglia finte un paio di volte, dopodichè gli penetra la bocca con la lingua, e la intreccia con la sua per una frazione di secondo. Infine si ritira.
    Le sue papille gustative sono una macchina rivelatrice, sviluppate oltre il consuetudinario senso del gusto proprio per intercettare stranezze negli individui. A giudicare dagli occhi persi nella bocca di Nonubu, qualcosa non l'ha convinta. Eppure sta al gioco, sotto lo sguardo indifferente dell'harem che li circonda. Nessuno pare imbarazzato, stranito, nè tantomeno affascinato dall'abbozzata promiscuità del momento. Perchè? Perchè quando un tabù viene sconosciuto come tale, e a maggior ragione quando diventa quotidiana normalità, viene smascherato come ciò che è veramente: una semplicissima manifestazione della natura umana, al pari del cibarsi o riposarsi...


    - Ci sai fare, ninja di Konoha. Ma sai cosa mi colpisce davvero? Non il tuo istinto animalesco, non la tua irrefrenabile voglia di ghermirmi e farmi preda delle tue voglie più perverse, nè la tua encomiabile resistenza alle mie provocazioni. Ma la tua impudenza: l'irrispettosità che ostenti verso un tuo superiore. Nessuno osa mettermi le mani addosso per primo, sottomettermi alle sue voglie. E questo.... -

    Succhia il labbro superiore dell'interlocutore, costringendolo a posarle le mani appena sopra le natiche. Gli si avvinghia, come una calamita a un pezzo di ferro; dopodichè gli ricopre di saliva le labbra, concludendo la pausa incessante:

    - ...il mio dio sa solo quanto mi eccita! -


    - Ho detto che ti avrei portato ai confini del bene e del male, pertanto mettiti pure comodo, ma non lasciarti sfuggire nessun dettaglio.
    Hai idea del perchè ho scelto proprio Kuroi Yume come primo obbiettivo?
    Girano "voci" tra i mukenin -dei racconti del terrore più che delle leggende - circa una cacciatrice notturna, infallibile e priva di pietà, circondata da non più di due Anbu alla volta. Hai capito bene, ANBU, i quali si aggirano in segreto per Ame con lo scopo di braccare i mukenin. Nessuno l'ha mai vista in faccia, o almeno nessuno che possa averlo confermato, ma i racconti, per quanto diversi tra loro nei dettagli, terminano tutti nella stessa maniera: col rapimento dei bersagli. -


    Zero si mette comodo anch'egli sul "pavimento" della cella, lasciando penzolare la frattura del braccio. Non caccia grida, nè manifestazioni di dolore. E' assorto come sempre nella sua immersiva spiegazione, rivolta alle attenzioni di Nonubu...

    - Mi chiederai cosa c'è di strano nel vedere degli anbu che cacciano, ma - sempre stando ai mitomani - è il loro atteggiamento a risultare ambiguo. Nessuno di loro in verità combatte nel senso stretto del termine. Lasciano il lavoro sporco alla cacciatrice, limitandosi a chiudere in trappola la preda. E' difficile da spiegare in termini umani, ma non in termini bestiali. In genere gli animali cacciano per fame, per risolvere l'istinto primario della nutrizione, ma non è questo il caso. Qui è come se il branco stesse cercando di far sfogare il suo Alfa, una caccia finalizzata a se stessa. Ma non hai ancora sentito la parte più interessante: quando un mukenin si arrende, un ninja non ha nessun motivo per infierire, perchè lo scopo è l'uccisione in caso di estrema pericolosità, o in alternativa di cattura.
    Ebbene, le voci riferiscono che persino dopo la resa l'alfa femmina continua a seviziare e torturare la vittima per il gusto di farlo, e parliamo anche di mukenin di classe D. -


    La stanchezza nell'interloquire lo costringe a prendere un attimo di fiato, di distacco dal racconto per poter arrivare al punto.

    - Sarai sorpreso di scoprire che sono stati ritrovati dei coprifronte nelle zone di rapimento. All'inizio si pensava fossero dei mukenin che agivano per rubare o per divertirsi, ma quei coprifronte avevano sempre lo stesso simbolo, e mai una volta sfregiato: Kusa.
    Da qui teorie diverse, contrastanti, cozzanti tra loro, ma qualcuno dei bassifondi ha indagato, arrivando a insinuare tramite fonti non rilevabili cosa accade sotto il naso dei cittadini dell'Erba: la loro Kage, Kuroi Yume, sacrifica a Jashin - dio della morte e della distruzione - anime di corrotti e colpevoli.
    Parliamo di vere e proprie messe nere: agnelli squartati, vini tracannati, membra divorate. E capiscimi quando ti dico che queste parole sono solo metafore. -


    Se così fosse, la Kusakage non avrebbe niente di diverso da un mukenin, anzi, rientrerebbe tra i peggiori della categoria, ed infatti, Zero lo puntualizza, soffermandosi sui punti e sulle virgole:

    - Prendi questo racconto come una leggenda, un mito per incutere timore nei mukenin, MA... -

    Col fondoschiena il mukenin avanza nel lerciume per coprire la distanza che lo separa del margine delle sbarre, quindi solleva il braccio buono con annesso indice:

    - ...ipotizziamo solo per un momento che tutto questo corrisponda a verità, e che la Kage e il suo sistema di ninja tenga all'oscuro i civili di malefatte simili, cosa pensi accadrebbe se rivelassimo la natura dei fatti all'opinione pubblica? -

    Una domanda retorica che ammette solo una risposta della medesima entità: il caos! Che altri non è il fenomeno che vuole instaurare Zero...

    - Vuoi sapere qual è il reale rischio della tua missione? Non è l'essere scoperto, nè l'essere condannato a morte, nè tantomeno il fallimento nel renderlo pubblico. No, no, affatto! E' scommettere che tutto ciò sia vero, perchè se così non fosse, tutto il resto sarebbe soltanto una spiacevole serie di conseguenze.
    Capisci cosa intendo quando dico che non pianifico nulla? Io mi limito ad accendere una miccia, ma se l'esplosivo è fallace...occorre che continui?



    - Su, vieni con me! -

    Neanche si degna di guardarlo o interpellarlo: gli incastra le dita tra le sue, e sculettando sensualmente prende il comando dell'incedere, chiamando alla fine della carovana uno dei suoi adoni a mò di scorta.
    Lungo i corridoi non fa altro che pretendere il nome del ninja, non disdegnando all'occorrenza di premere la natiche sul suo bassoventre, ancora vestito dei panni in lattice. Perchè come già detto, dei presentimenti stanno fermentando nella sua mente perversa. Gradino per gradino, stanza per stanza, si ritrovano al cospetto di un'immensa libreria, stracolma di libri sulla natura del sesso, della libido pura, dell'evoluzionismo, della sociologia. Queste tematiche assai strane da reperire presso un palazzo reale, eppure eccoli là. Le basta tirare indietro di metà un libro preciso, per attivare un meccanismo, che sposta avanti e poi di lato l'anta interessata. Cosa rivela? Le segrete del palazzo, le carceri comunemente definite. E mentre Nonubu continua la discesa, rimane sbigottito quando gli si presenta un'occasione troppo bella per essere vera...


    - Tesoro, tu resta lì ad assicurarti che non si richiuda il passaggio, saprò come ringraziarti... -

    Si passa la lingua sul labbro inferiore a testimonianza del gesto di gratitudine che ci sarebbe stato, quindi discende per il mattonato a chiocciola - praticamente quello delle segrete medievali - e agguanta una delle torce appena al muro per vincere il buio che li circonda.
    All'improvviso, prese le adeguate distanze dalla guarda, l'atteggiamento di Yume cambia radicalmente, rilasciando con incuranza, anzi con disprezzo le dita del ninja. Scosta la testa a 3/4 per poterlo guardare accigliata, seppur mantenendo il suo passo...


    - Sai che qui potrei ucciderti e occultare il tuo cadavere, vero, "tesoro"?
    Il tuo corpo. Pensi di poter tranne in inganno chi lo fa di mestiere?
    Ho una mezza idea di chi tu possa essere, ma la vera domanda è: cos'è che vuoi ottenere da questa visita? -


    Come può averlo scoperto? Nessuno può aver fatto la spia, nè tantomeno può aver capito nulla da un semplice camuffamento di corpo. Quindi..di cosa stiamo parlando?
    A prescindere dall'esito del discorso, Yume conduce Nonubu fino alle segrete, dove però di fatto non trova ciò che si aspettava.
    Sono celle, dove i mukenin sono complessivamente tenuti a diversi centimetri da terra da catene di chakra. Condizioni simili ricordano proprio quelle di Zero, tenuto a marcire per un mese nelle segrete di Konoha, con la differenza che loro non possono muoversi, nè alludono a volerlo fare. Sembrano morti, e se non fosse per il petto che ancora di spande, l'impressione coinciderebbe con la realtà.
    Come se non bastasse, un'etichetta col simbolo del villaggio d'appartenenza è inciso sulla parte alta della gabbia, a ricordarne non tanto l'identità quanto l'appartenenza. Non c'è sangue, solo sporcizia, il che non conferma i racconti di Zero, ma nemmeno li smentisce. Tuttavia il dettaglio fondamentale è che la visione apre la via a nuove possibilità...


    - Provo a indovinare chi tu sia? Vediamo se vinco un premio.
    Nessun mukenin è così stupido da accedere ad un villaggio per commettere un attentato, perchè sa che fallirebbe, cionondimeno ci sono state catastrofi avviate da Kishikumo, anche se con metodi di ingaggio del tutto differenti. La tua precisione, la meticolosità dei gesti, mi fanno presupporre che sei qualcosa di più di un traditore, magari addirittura una spia di Konoha, il che essendo nostra alleata è quantomeno improbabile. Però di certo sai cose particolari, e il tuo chakra ti riconduce alla Foglia. Sono sicura che cercando il tuo nome tra gli archivi dei ninja, non lo troverei. E come stupirmi del resto? I tuoi superiori ti hanno fatto camuffare per poterti additare come caso isolato e indipendente da loro, qualora noi vi accusassimo di spiarci. Davvero efficaci.


    Con la torcia illumina il prigioniero più vicino, e guardacaso appartiene proprio a Konoha...

    - Checcè se ne possa dire, non è possibile caccia un mukenin non appartenente al proprio villaggio, a meno che questi non sia nei book internazionali, quindi sì, non voglio problemi con voi. In delle cacce ci siamo imbattuti in dei vostri criminali e ne abbiamo approfittato per farvi un favore. Probabilmente abbiamo sbagliato nel non dirvelo, ed ora voi l'avete scoperto e tu sei qui per portare delle prove a sostenimento della tesi.
    Ho indovinato?
    Riconosco la nostra colpa riconducibile alla burocrazia delle cacce, ma non è un valido motivo per sollevare polveroni, non ora che dobbiamo essere uniti al meeting che si terrà a breve. Quindi ecco l'accordo che propongo a te, araldo della Foglia: vi restituiremo in questi giorni ogni mukenin che vi appartiene, immacolato, pulito. Voi in cambio riconoscerete nel nostro operato, un contributo alla legalità dei nostri villaggi.
    Mi sembra equa come cosa, no? -


    La fiaccola oscilla, e nel farlo rileva per un momento il viso del prigioniero della Foglia: i suoi occhi, dei Byakugan, hanno della fuliggine sui lati, sembrano come carbonizzati; mentre sul suo corpo ci sono chiari segni di molestie fisiche, di torture dedite al mero sadismo.
    La Kage nasconde qualcosa, e quel qualcosa puzza di Jashinismo...
     
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  11. Anselmo
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    - Ho detto che ti avrei portato ai confini del bene e del male, pertanto mettiti pure comodo, ma non lasciarti sfuggire nessun dettaglio. -

    I confini del bene e del male, luogo in cui i due concetti si aggregano diluendosi a vicenda, fino a perdere di significato. Diventano un corpo informe ed incolore, pronto per essere rimodellato a proprio beneficio. Chi è capace di ciò, diviene un Signore dell'umanità, perchè conserva in se la consapevolezza che bene e male, in fin dei conti, non sono altro che parole da poter utilizzare unendole, opponendole a se stesse, ribaltandone il significato o deridendole. Un'arma contro il fanatismo dei falsi ideali, o uno scudo verso l'incedere della mediocrità. Cosa è bene e cosa è male, in un mondo in cui per fare del bene si ricorre al male, e dove troppo spesso il male risulta essere il vero bene? Un gioco di dualismi dove non esistono regole, questa è l'unica verità. Solo chi ha reale coscienza di questo fatto può dirsi libero, perchè padrone di un'arbitrio integro, non menomano da due fallaci astrazioni. E non è solo di se stesso il padrone, ma anche degli altri. Di tutte le creature la cui consapevolezza si arresta ai confini del bene e del male, terrorizzati da ciò che si può celare al di là della loro luce. Si diviene capaci di giocare con il mondo, costruendo nuove regole dietro bene e male. Manipolandoli.
    E la sala del trono in cui mi trovavo non era estranea a tutto ciò. Anzi, pulsava di tale concetto nel modo più viscerale. Kuroi Yume ne rappresentava l'epicentro ardente, da lei avveniva il diffondersi di valori dissimili da quelli che vigevano al di fuori delle mura di Kusa. Quella donna era il nucleo di un morbo che aveva la depravazione e l'istinto bestiale come suoi sintomi, era il male. Ma al tempo stesso rappresentava il focolare che risplendeva nelle menti degli abitanti, allontanando l'oscurità che dilagava fuori dal Villaggio, quindi era anche il bene. Una questione di punti di vista. Il bene, il male, ed il confine che li separava... artifici illusori.
    Più il corpo della donna si rifaceva sul mio, più la consapevolezza di tutto ciò si faceva più ferrea nella mia mente. Nella morbidezza delle sue membra premute sulle mie, nell'umidità della sua bocca, nella bollente seduzione del suo sguardo e nelle perfette movenze cominciavo a leggere qualcosa di più. Un linguaggio fatto di istinti bestiali e strategie predatorie. All'eccitazione sessuale che mi irrigidiva si miscelava una conoscenza sempre più intima di quel sogno oscuro che intrappolava uomini al sol tocco.

    - Ci sai fare, ninja di Konoha. Ma sai cosa mi colpisce davvero? Non il tuo istinto animalesco, non la tua irrefrenabile voglia di ghermirmi e farmi preda delle tue voglie più perverse, nè la tua encomiabile resistenza alle mie provocazioni. Ma la tua impudenza: l'irrispettosità che ostenti verso un tuo superiore. Nessuno osa mettermi le mani addosso per primo, sottomettermi alle sue voglie. E questo.... -

    -[ X ]-


    Come opporre resistenza? Lasciai che i suoi morbidi polpastrelli guidassero le mie mani sul suo corpo. Le nostre bocche si incontrarono ancora ed ancora, ci assaporammo a vicenda. La sua pelle liscia come seta che pareva accarezzarmi fin dentro il corpo. La minaccia che quella dolce voce aveva sussurrato al mio orecchio non fece altro che intensificare il brivido d'aspettativa che vibrava nel mio ventre. Niente in quel momento avrebbe potuto distrarmi dalla fantasia dei nostri due corpi che giacevano insieme, possedendosi nel più brutale dei modi. Volevo lasciarmi andare, lo desideravo ardentemente, come nient'altro al mondo. Era così difficile trattenersi. Fu come combattere contro un'astinenza al culmine della sua pretesa. Tutto il corpo che freme nel bisogno di compiere quell'unico gesto, e la mente che si blocca, entrando in un circolo costituito dal ripetersi infinito dell'unico oggetto del proprio desiderio. Kuroi Yume mi fece dimenticare chi ero, perchè ero lì e cosa ne sarebbe stato di me. Tutto ciò che importava era continuare a baciarla, stringendola a me. Una cosa sola, per sempre.
    Le mie dita scivolarono sotto le sue vesti, giungendo nei luoghi più caldi senza timore d'esser respinte. E come in risposta, sentii il suo corpo scivolare sinuoso come quello di un felino dal manto di velluto, comunicando con il mio desiderio:

    - ...il mio dio sa solo quanto mi eccita! Su, vieni con me! -

    Mi ritrovai a navigare per corridoi a me sconosciuti, solo vagamente consapevole di ciò che mi scorreva attorno. L'odore della pelle di Kuroi Yume, che mi guidava negli anfratti del suo palazzo tenendomi per mano, bastava ad impregnare la mia mente di sogni proibiti. Le sue parole avrebbero dovuto mettermi in guardia, perchè erano la conferma del fatto che ogni particolare dell'arringa di Zero poteva sancire il giusto destino di quel folle piano. Un dio nominato come solo un fanatico potrebbe fare. Ma non avevano avuto significato alcuno per me, proiettato com'ero nel semplice godimento del suo timbro vocale. Il rapimento che quella donna era riuscita ad orchestrare esercitando la propria libido su di me come nessun'altro era mai riuscito a fare, continuò tanto intensamente che il passaggio segreto che varcammo non catturò minimamente la mia attenzione. Ero smarrito, non avrei mai pensato fosse stato possibile. Precipitato nella tela del ragno, in attesa che il suo zampettare portasse le sue letali fauci alle mie carni.

    - Tesoro, tu resta lì ad assicurarti che non si richiuda il passaggio, saprò come ringraziarti... -

    Ci lasciammo la scorta alle spalle e rimanemmo soli, il che significava una cosa ben precisa, eppure ancora una volta non ebbi alcuna reazione. Continuai a muovere un passo dopo l'altro senza sapere dove venivo veramente condotto, e senza preoccuparmene minimamente. Un uomo nelle mie condizioni aveva meno chance di una lepre accerchiata da un branco di lupi famelici. Fu a questo punto che emerse una sfumatura del mio carattere che avevo sviluppato molti anni addietro. Una sorta di cicatrice, sia nel corpo che nell'animo. Le ceneri lasciate da un rogo passato. Bastò la vista del fuoco che Kuroi Yume accese in cima alla fiaccola, per farmi rinsavire. Il fuoco e l'effetto che aveva su di me... un moto dell'animo che riportò la mia mente alla lucidità più totale. Le fiamme, la loro luminosità, il calore irraggiato sulla pelle in sua prossimità, tutti elementi che aggredivano le cicatrici che mi deturpavano il volto, scivolando nella mia mente per accendere terribili ricordi del passato. Ma non era paura quella che scuoteva il mio animo alla vista del fuoco, non una sorta di fobia, non più. Piuttosto una profonda e passionale affinità. Si perchè nel fuoco io riconoscevo la distruzione nella sua espressione più pura e manifesta. Le fiamme che alimentano se stesse disgregando ciò che le circonda, per crescere, crescere ed espandersi. Un potere così sincero... come potevo non riconoscermici? Io, nel fuoco, ci ero cresciuto. Il fuoco era stato l'arma adoperata da Zero contro di me nel nostro primo incontro. Con le fiamme aveva bruciato la mia anima, rendendola un ammasso nero ed irriconoscibile, debolmente attaccato alla vita e privo di qualsiasi credo. Il caos. Ma dopo anni di timida sopravvivenza, avevo affrontato il fuoco una seconda volta, sotto forma di un'immenso demone dell'inferno. L'avevo sconfitto, me ne ero appropriato, ora il demone albergava in me. Avevo fatto del fuoco l'ampliamento del mio potere, divenendo la forza portante del demone con due code. Ogni ostacolo sul mio cammino era destinato a giacere in cenere.
    La luce giallognola della torcia si riflesse nei miei occhi e vi rimase. Ebbi improvvisa consapevolezza di tutto ciò che mi circondava, liberato dalla sopraffazione di Kuroi Yume. Mi accorsi che la sua presenza era l'unica in quella scala a chiocciola. Potevo agire, dovevo farlo! Era l'occasione giusta, con perfette circostanze. Abbassai lo sguardo sulla mia mano, le cui dita erano intrecciate nelle sue. Stavo per contrarre i muscoli per scaraventarla contro il muro, ma in quell'esatto istante persi la presa. Il suo sguardo incrociò il mio, così attraente... ma resistibile:

    - Sai che qui potrei ucciderti e occultare il tuo cadavere, vero, "tesoro"?
    Il tuo corpo. Pensi di poter tranne in inganno chi lo fa di mestiere?
    Ho una mezza idea di chi tu possa essere, ma la vera domanda è: cos'è che vuoi ottenere da questa visita? -


    Cosa era accaduto improvvisamente? Fu come se fossi stato dislocato in un luogo a me sconosciuto, a fronteggiare un pericolo. Senza alcun preavviso, tutto era cambiato. Quello che mi era parso come un raggiro ben riuscito, atto a rimanere solo con il Capo dell'Erba, mi si era appena ritorto contro. Non ero stato io a raggirare lei, ma viceversa. Eppure, in fin dei conti, avevo ottenuto esattamente ciò che volevo. C'ero io, c'era lei, ed attorno a noi solo oscurità.
    Mi ero fermato sull'ultimo scalino, ma lei aveva proseguito come se nulla fosse. Non si fidava di me, ma nemmeno mi temeva. Seguii la luce che emanava dalla sua torcia, pulsante su pareti e soffitto un nuda roccia, umida e fredda. Intravedevo sbarre metalliche, ed udii persino quello che poteva essere un gemito trattenuto. Quindi forse... Si fermò e si voltò verso di me, squadrandomi con un fare non più tanto malizioso. Quando le fui difronte, sollevò la fiaccola irradiando di luce una cella ed il suo contenuto. Due catene di materia traslucida pendevano dal soffitto, tese sotto il peso stesso dell'uomo che trattenevano. Dai polsi scorticati colava tanto sangue da bagnare le braccia fino alle spalle. Quel prigioniero doveva essersi dimenato fino lacerarsi. La tortura il motivo. I segni di essa, sul resto del corpo, erano evidenti. Individuai gli squarci della frusta sparsi in ogni parte del corpo. Labbra spappolate nel tentativo di impedire alla tenaglia di strappare uno ad uno i denti. Dita prive di unghie, di pelle, spezzate in malo modo, ed un mignolo era persino assente. Del capezzolo destro di quella creatura non rimaneva altro che un ammasso tumefatto e sanguinolento. E gli occhi... riconobbi in quelle sfere l'assenza di colore tipica dei portatori del Byakugan, ma erano stati privati della loro funzionalità da ferri roventi penetrati ai lati delle palpebre. Cosa pensai di tutto ciò? Una sola, semplice cosa: Zero ci aveva visto giusto! Come reagii? Deglutii, stringendo poi i muscoli della mascella ed arretrando di un passo. Teatralità ed inganno... armi potenti. Lei parve quasi incoraggiata da ciò, come se fosse divenuta certa che la sua proposta non sarebbe stata respinta.

    -[ X ]-


    - Provo a indovinare chi tu sia? Vediamo se...
    ...
    ...legalità dei nostri villaggi.
    Mi sembra equa come cosa, no? -


    Kusakage-sama... io... lei mi sorprende...

    Un altro passo indietro, occhi dilatati dall'angoscia, labbra schiuse nel tentativo di concludere una frase lasciata a metà. Ma poi capii che la farsa era durata fin troppo. Mi trovavo esattamente dove volevo: nelle segrete dell'Erba, da solo con lei. Ed assieme a noi v'erano le prove certe che tutte le dicerie riguardante la Kage di Kusa avevano riscontro nella realtà. Tutto andava secondo i piani, ed ora era giunto il momento di trascendere l'ordine prestabilito, e di lasciare che il caos crollasse sul Villaggio.
    La mia espressione, da ansiosa e spaventata che era, mutò repentinamente in una smorfia di disprezzo mentre squadravo la donna dall'alto in basso. Nelle sue parole, nella resa e nel pentimento che esprimevano, avevo letto la totale perdita di quel fascino ammaliante che per brevi istanti aveva quasi soggiogato la mia mente. Un fascino che non era frutto della sua splendida costituzione fisica, ma del modo in cui adoperava essa, con maestria assoluta. Una predatrice nel vero senso del termine. Ma ora ai miei occhi venne spogliata di tutto ciò. Non potevo che provare repulsione... che mutò infine in divertimento. Schiusi la bocca in un sorriso raggelante e chinai il capo, percorso da una scarica di puro piacere.

    Si, mi sorprendi. Così... stupidamente, arrendevole. Hm... he he he hi hi...
    Equa? Avresti dovuto piantarmi un pugnale nel cranio, per il mio tentativo di ingannarti. Questa, questa si che sarebbe stata una cosa "equa", Kuroi Yume. Ma no: lasciamoci dietro il resto del branco, agiamo da sole, cerchiamo il compromesso, aggiustiamo le cose... vero?! Ed ora eccoci qui, scacco matto!


    Passai il pollice sotto gli incisivi, lacerandolo e tracciando un arco di sangue nell'aria fino a posizionarlo sul polsino tatuato.

    Kuchiyose no Jutsu!

    In uno sbuffo di fumo, le mie dita si ritrovarono a stringere capelli sudici, da cui pendeva una testa priva di corpo. Dondolante, la sollevai ad altezza sguardo, mentre le sue palpebre si schiudevano come se appartenessero ad essere vivo.

    Invoca pure il tuo dio, ora. D'ahahahahaa!
     
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    Giudizio universale


    Si, mi sorprendi. Così... stupidamente, arrendevole. Hm... he he he hi hi...
    Equa? Avresti dovuto piantarmi un pugnale nel cranio, per il mio tentativo di ingannarti. Questa, questa si che sarebbe stata una cosa "equa", Kuroi Yume. Ma no: lasciamoci dietro il resto del branco, agiamo da sole, cerchiamo il compromesso, aggiustiamo le cose... vero?! Ed ora eccoci qui, scacco matto!
    Invoca pure il tuo dio, ora. D'ahahahahaa!


    - Cos-cosa diavolo..?! -

    Mezzogiorno di fuoco, ora x.
    I polmoni di Nonubu si gonfiano a dismisura, pompando aria in petto al punto di farlo quasi esplodere. Ride, e con quale gusto! Le sue pupille non sono più umane, no, sono assetate di un calice di vino per il quale ha smerciato l'anima stessa! Dal polsino tatuato fuoriesce a comando una testa, che dirada il fumo in tempo reale. Cos'è? Chiede bene la Kusakage, poichè folgorata da una scena a metà tra l'orrorifico e il thrash. Una testa mozzata?!
    Esattamente, un "involucro", il contenitore alfa di una reliquia persa da tempo, ma ancora in grado di dare il meglio di sè.
    E mentre quegli occhi, allampanati, la invadono e ghermiscono, il carattere della donna pare imbrigliarsi in una morsa dalle indescrivibili proprietà. Un filamento di chakra gli si cuce alle palpebre, fino ad insinuarsi nel suo profondo, nei condotti sinaptici. La rete nervosa è come stravolta, afferrata da mani nude, che strappano i condotti e li risanano a loro piacimento, plasmandone i contenuti, gli atteggiamenti, senza tuttavia intaccare minimamente la naturalezza del leader dell'Erba. I sintomi? Nessuno, almeno nessuno riconducibile all'evidenza. Solo una smorfia disadattata, che in un istante si riassesta in concomitanza ai suoi modi quotidiani di fare.
    Benchè abbia gli occhi spalancati e lucidi, è come se non stesse più guardando il suo interlocutore. Ha perso di valore per lei: chi è? Cosa ci fa lì? Cosa le ha riferito? Tutto sparito nel suo intelletto.
    Ha solo un chiodo fisso nella zucca, che ripete a se stessa con un fare incessante, praticamente se fosse il suo unico motivo di vita, la febbre dell'oro.
    Sta in silenzio, per uno, due...tre minuti! Guardandosi attorno come a scrutare qualcosa: l'attesa. Aspetta un tremore, una vibrazione tale che le parli e la incoraggi a cacciare il primo grido di guerra.
    Qual è il suo scopo di vita adesso?


    - I...i...mukenin! Devo...devo farli entrare! JASHIN!! -

    Biascica tra l'appunto e il disappunto, un'espletazione della volontà corrotta, ma soprattutto incapace di opporsi, perchè....

    CITAZIONE
    - ...QUAL E' IL FONDAMENTO DELLA MANIPOLAZIONE, NONUBU?! DIMMELO! -

    Il libero arbitrio.
    L'insegnamento ultimo di Zero, l'illusione per antonomasia. Risuonano queste ed altre parole nell'anima corrotta di Nonubu, così pure e allo stesso tempo impure, incoerenti. E' questa la parola chiave da trasmettere, il fondamento del percorso del mukenin, che ne ha segnato l'inizio e probabilmente farà lo stesso con la fine della sua storia. Lui è la dimostrazione stessa di questa teoria. C'è sempre qualcuno che domina, ma quel qualcuno pur vivendo nella sua presunta libertà, ha qualcosa dietro alle spalle. Un'ombra, un concetto, un valore o una legge imposta dalla società, dall'etica, dal tempo. E perchè no? Da una persona!
    Il libero arbitrio è lo scopo di Zero, concedere all'umanità un motivo per cui esistere, ma allo stesso tempo sfruttarne l'illusione per concederla veramente. Ma una cosa del genere...non è forse la prerogativa di Dio?
    Ma Dio è morto. Zero no.


    - Kazekage-sama, i...i mukenin! UN ESERCITO DI MUKENIN E' ALLE PORTE DI KUSA! -

    Grida affannato la guardia di prima, accorsa quanto prima al cospetto di Nonubu e la Kage per allertarla sulla minaccia prorompente. Nessuna testa è più tra le mani del ninja, nè una coscienza è più nella testa della leader dell'Erba...!

    - SI, SI, MIO ADONE!! APRITE LE PORTE!
    LA CACCIA NEL NOME DI JASHIN....E' APERTA!!! -




    30 minuti prima



    Un plotone di mukenin, un quantitativo mai visto prima viaggia per le terre ninja adottando ogni misura per non essere rilevata. Ad ospitarli sono i dotti, gli acquedotti, i sotterranei, le fogne, i percorsi entraterra insomma. Nessuno di loro si fida della situazione, ma il discorso del più celebre dei mukenin, Zero, li ha folgorati, colpiti nell'animo. Ha parlato loro di vendetta, rivalsa e conquista, al fine di creare una comunità tutta loro all'interno degli stessi villaggi. Ha assicurato loro un piano, una scintilla, che accettando di accenderla, avrebbe cambiato loro vita, gliene avrebbe restituita una.
    E vagano, e vagano, infervorati come gli Spartani delle Termopili. Non urlano per evitare di essere scoperti, ma è il loro animo a farlo, a far terra bruciata di ogni metro quadro percorso prima di giugnere alla meta. Ed è nei pressi del Paese del Fuoco, a poche decine di metri dai confini, che la testa del branco, Marco e Greta, stringono le dita in aria per soffocare il passo delle bestie. Tra di esse, ben mescolato, Stroke, maschera di ferro...


    - Ci siamo, mukenin! Queste strade ci dividono: andando avanti troveremo Konoha e l'accesso sul quale incidere i Kanji d'attraversamento. Il tunnel di sinistra invece conduce alle porte di Kusa! Per quelle non ce ne sarà bisogno. Le forze del Paese dell'Erba non sono imponenti come quelle del Fuoco. Ci siamo! -

    - Già! Noi vi guideremo verso Kusa, gli altri proseguano da soli oltre la barriera e utilizzino i condotti per uscire all'esterno! -

    *Mi domando come Zero pensa di aiutarci a prendere Kusa da Konoha....ma soprattutto, possibile che tenga veramente a noi due?
    Avrebbe potuto ucciderci molto tempo fa, ma ci ha salvati, eppure....cos'è questo freddo che avverto sulla pelle? Odora di...*


    E da canovaccio, brancolando nell'unica luce offerta dal mukenin, ognuno segue un percorso preciso, forte del numero e delle promesse di cui stentano a fidarsi. Ma ormai il dado è tratto.
    Il ritmo della marcia incalza, e diventa un ossessiva orchestra di tamburi e percussioni, tradotta nello scalpitio del calzari che impennano sui liquami e sui mattonati fognari. Non fanno tremare la terra, ma quasi.
    Marco e Greta sono gli unici a sudare freddo, anzi artico. Non sono combattenti, nè sono mukenin. Ma semplici formiche di una vita che hanno imparato a conoscere e ad affrontare. E' la sopravvivenza che cercano, ma come paradossalmente spesso accade, è proprio quella a togliere la vita...


    - Greta, i cancelli sotterranei di Kusa! Tocca a noi! -

    - Oltre quelli, sapranno che siamo qui. Sei sicuro di andare fino in fondo? -

    Tirandosi su gli occhiali da sole e accendendosi una sigaretta in corsa, fa un semplice cenno della testa volto ad indicare il plotone alle loro spalle, che dice tutto.
    Volenti o nolenti, sono arrivati lì, e l'unica cosa che possono fare è fidarsi di....Zero?
    Le mani leste del duo cooperano per decodificare i sistemi di sicurezza basilari di Kusa, quindi tirano giù l'ostacolo e aizzando la folla con la mano, la incoraggiano ad iniziare l'operazione.
    Sbucano così in prossimità delle porte di Kusa, inattraversabili per l'angustia dei passaggi, quindi sono costretti ad uscire allo scoperto davanti alle mura...


    - PORCO GIUDA! DA QUI NON SI PASSA!!

    - E non possiamo nemmeno tornare indietro. Sanno già che siamo alle porte. Non ci resta che uscire adesso allo scoperto!
    FORZA CON QUEL CHAKRA! APRITE UN PASSAGGIO VERSO L'ALTO!! -


    Ora sì che la terra trema! Jutsu di svariato tipo ed entità dominano l'aria viziata dell'entroterra, e gli elementi si combinano per creare quell'enorme voragine che permette loro di sbucare fuori come api dall'alveare. Sono tanti, troppi, tutti armati di pessimi propositi e brutali ideologie. Gli Anbu di Kusa, dal loro canto lanciano gli allarmi, un coro di suoni e versi disturbanti, di sirene e chi più ne ha più ne metta. E' subito inferno: la gente fuoriesce dalle case per sincerarsi del fenomeno, e...

    - ORDINE INSINDACABILE DELLA KUSAKAGE: APRITE LE PORTE, LE PORTEE!! -

    - COSA DIAVOLO STAI DICENDO?!?! -

    - LE PORTE CAZZO! YUME-SAMA UCCIDERA' PER INSUBORDINAZIONE CHIUNQUE NON SI ATTERRA' AGLI ORDINI!
    L'HA DEFINITA UNA MISSIONE DI CLASSE S! -


    - QUESTA NON E' UNA MISSIONE, MA UN'INVASIONE!! -

    - IO NON HO INTENZIONE DI MORIRE! SE NON LO FATE VOI, LO FARO' IO!! -

    - NO, LO FARETE TUTTI! QUESTO E' UN ORDINE DI CLASSE D DEL VOSTRO KAGE, E VOI NON POTETE DISCUTERE! -

    A zittire la diatriba è Yume in persona, che, scesa dal suo trono, lascia chiunque di sasso con quell'ordine inconsueto. E' impossibile per i soldati violare il loro codice primario davanti alla loro leader, quindi, speranzosi di un piano della stessa, spalancano le porte ai nemici, che non tardano neanche un istante ad invadere!

    - LA PORTA E' APERTA! INVADETE!! -

    E' fatta. Quanto passa prima che il panico dilaghi? Un minuto o poco più, e qualunque valore etico e morale del tempo di pace, cade assieme alle mura di Kusa: chiunque si accalca sui suoi simili, falciandoli e calpestandoli in corsa, con lo scopo di spingersi verso i confini opposti del villaggio, nella speranza di non essere coinvolto negli attacco improvviso. Tuttavia, così facendo, la popolazione si concentra in 1/4 del villaggio, apparendo dall'esterno come non più che un branco topi in trappola.
    Certo, le forze militari per quanto colte all'improvviso, si danno da fare, ma nel caos una domanda viene rivolta alla leader:


    - ORDINI, KUROI YUME, ORDINI!!!
    PERCHE' LI HA LASCIATI ENTRARE?!?! -


    - Perchè...dici? -

    Ed in effetti non sembrava respingere il plotone di nemici, affatto: si lasciava superare tranquillamente da quei rozzi, che subito si abbattevano sulle case, sui civili e sui militari che non sapevano come reagire all'evento più che alle persone in sè...
    Kuroi Yume quindi innalza la mano al cielo, estrae un rotolo d'evocazione, e si arma della Falce Tri-lama; dopodichè urla a squarciagola per farsi sentire da chiunque, piangendo nel farlo:


    - QUESTO E' UN ORDINE...*sigh*...PER TUTTI I NINJA DI KUSA: JASHIN...*sob*...JASHIN MI HA PARLATO: LUI...*SIGH*...HA BISOGNO DELLE VITE DI INNOCENTI, CON UN CUORE INCONTAMINATI! *SIGH*...VOI DOVETE ASCOLTARMI, MIEI NINJA: *SIGH* VI CHIEDO IL SACRIFICIO PIU' OSTICO DELLA VOSTRA ESISTENZA: NON DOVETE COMBATTERE I MUKENIN! LORO SONO STATI MANDATI DAL MIO DIO PER IL TEMPO DEL GIUBILEO!! QUESTO...E' IL GIORNO DEL GIUDIZIO, L'EPURAZIONE!!
    E IO...*SIGH* UCCIDERO' CHIUNQUE DI VOI PECCHI DI INSUBORDINAZIONE...!! -


    Pietrificati. Nessun termine più raccontare meglio la reazione dei soldati di Kusa attorno alla scena. E da lì è poco prima che la voce del tradimento giunga alle orecchie del popolo, che in casi estremi cerca piangendo anche di sopravvivere lottando. Si arma di sedie, forconi, di ogni arma contundente improvvisata per decidere come morire, piuttosto che subire e basta.
    Ma quel che è assurdo è come i militari siano in crisi alla sua scelta. Uno di loro si fa avanti al cospetto di Yume...


    - ...E allora lo dimostri!! Io....io non ho intenzione di far questo al mio popolo: faccia quel che deve fare!! -

    - No...no...ti prego, non farlo...! -

    - Conosco benissimo lei, e le sue messe nere. Ho faticato ad accettarle nel corso della mia carriera, eppure alla fine mi sono messo i paraocchi in virtù delle sue altre eccelse qualità, ma ora...non lo tollero più!
    Mi uccida...!-


    - NO!! -

    - LO FACCIA!!! SONO STUFO DELLE CLASSI DI POTERE! E' SEMPRE COSI', LA STORIA CE LO INSEGNA: IL CASO DEGLI UCHIHA, IL SECONDO E IL TERZO MIZUKAGE NEI CONFRONTI DEL POPOLO, IL SUONO....NON VOGLIO PIU' VIVERE SAPENDO DI ESSERE INGANNATO DAI VOSTRI MISERABILI ORGANI DI GIUDIZIO!
    MI UCCIDAAAAAAAAAAAA CAZZZOOOOOOO!!! -


    - AAAAAAAAAAHHHHHHHHH!!!! -

    *SLAAAAAAAAAAAANG!!!*



    La testa dell'uomo ruzzola via per decine e decine di metri, fino a posarsi ai piedi di un suo commilitone. Quest'ultimo guarda lo scalpo, poi la KAge, e ancora il cadavere del compagno...

    - Se...se proprio devo morire....VOGLIO AVERE UNA POSSIBILITA' DI SOPRAVVIVERE!!!!
    SONO CON LEI, YUME: MI FACCIA STRADA! -


    - NO, NO, NO!!! IO QUESTO NON L'ACCETTO!! NON UCCIDERO' MAI I CIVILI!! COMBATTERO' I MUKENIN, ANCHE SE QUESTO SIGNIFICA PECCARE DI INSUBORDINAZIONE!! AAAAAH!!! -

    E con una foga magistrale, dettata dall'istinto artificiale di conservazione della collettività, si scaglia lo shinobi contro la frotta di criminali che non smette di accedere al villaggio. Perfora il petto di uno, infilza il cuore di un'altro, incenerisce la faccia del terzo, a prescindere dalle ferite che riporta dalle singole battaglie; ma quando sta per tagliare la testa al quarto - caduto ai suoi piedi - tre lame ordinate gli trafiggono l'addome partendo dalla schiena. Un colpo a tradimento!
    Gli basta scostare in punto di morte la testa, per guardare in faccia la sua carnefice: LA KUSAKAGE!


    - Lei....lei è davvero un mostro!!
    Non si rende conto di quello che ha fatto....!! -


    - *Sob*....VEDRAI, TESORO, VEDRAI! FAREMO IN MODO CHE TUTTO QUESTO NON SIA MAI ACCADUTO....*SIGH*! -

    - Lei...lei mi fa schifo...! Spero che finisca nelle mani del popolo! -

    - No...nessuno si salverà...*sigh*..!

    - JUJUTSU - OLOCAUSTO DI JASHIN!!! -



    Una tecnica proibita persino dallo stesso culto di Jashin, un fuuinjutsu che si manifesta sottoforma di una circonferenza tribale di diametro 2 chilometri e che assorbe al suo interno il sangue e il corpo di chiunque muore all'interno dell'area. Ma non soltanto: l'essenza dei cadaveri la fa muovere in direzione del creatore del sigillo, trasmettendo in lui le capacità e non dei defunti. In cambio della metà della vita che avrebbe vissuto senza utilizzarlo....

    - PERDONATEMI! E' SOLO LA VOLONTA' DI JASHIN!!!! -



    CITAZIONE
    Falce a Tre Lame (Sanjin no Ōgama)
    Quest'arma è divenuta famosa grazie a Hidan, che la impugnò con maestria contro famosi Shinobi del passato. Si tratta di una falce sulla cui sommità sono posizionate tre lame di dimensioni decrescenti, anziché una sola. Asta e lame sono ancora perfettamente dipinte di rosso e l'impugnatura avvolta in una stretta fasciatura. Le dimensioni dell'arma la rendono difficile da maneggiare ma permettono falciate letali fino tre metri di distanza. Il raggio dei fendenti può inoltre essere ampliato grazie al resistente cavo d'acciaio collegato al pomolo della falce. Strettamente avvolto attorno al braccio dell'utilizzatore, tale cavo permette di lasciare e riprendere l'arma in brevi istanti, ma anche utilizzarla per attacchi fino a sei metri di distanza.
    Le tre lame sono la caratteristica più conosciuta della Sanjin no Ōgama. La rendono pesante e diminuiscono notevolmente la possibilità di tranciare di netto parti del corpo avversarie. Sono infatti studiate per generare brutali ferite non mortali.
    Requisiti: 160 Forza Fisica
    Dimensione: Abnorme
    Costo: 2800 ryo
    Danni: 60
    Effetti:
    - Le azioni eseguite sfruttando l'estensione del cavo hanno un bonus di +15 sulla riuscita
    - Maneggiare l'arma senza soddisfare i requisiti di Forza Fisica comporta un malus di -30 sulla riuscita
    - Il cavo resiste ad armi di piccole/medie dimensioni, ma basta l'esplosione di una carta-bomba per tagliarlo

    E' la prima parte del post. Ne devo fare un altro dopo pranzo.
    Comunque io ti ho posto scenari multipli plausibili. Puoi anche definire chi combatte al fianco della donna per amore.
    Ad ogni modo il tuo scopo è guidare e motivare i ninja a combattere contro i mukenin, e la Kage. D' le solite stronzate da politico.
    Non arrivare alla lotta. Solo narrazione ancora. Arriva sul ciglio del combattimento.


    Edited by Zérø - 22/7/2015, 11:09
     
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    Lui? Ride.


    - ...QUAL E' IL FONDAMENTO DELLA MANIPOLAZIONE, NONUBU?! DIMMELO!
    So che a questo punto l'hai capito. Ma non è sufficiente... -


    L'enfasi manifestata nella domanda, si perde nell'apologia della risposta.
    La notte fuori dalle carceri è ancora bella, piena di silenzi e dolci ilarità. Ma più scorre il tempo, e più diminuisce la possibilità che i momenti coincidano.
    Nonubu, in quanto anbu, sa che la sua visita è già al limite e che deve lasciare l'"aula", e a sua volta Zero lo comprende. A fondo. Come sempre.
    E' il suo pupillo, il suo lascito vivente per quando non ci sarà più. Ha deciso di fidarsi di lui, ma sarà davvero la scelta giusta? Non sta a lui deciderlo, non gli compete. Deve affidarsi al caso, e al caos, vocabolari della stessa lingua.
    Il mukenin tace un compianto silenzio, passandosi le mani tra i sudici capelli sprezzanti di sudore acido, puzzolente.
    Si domanda, con affanno, cosa pensa di lui, e glielo domanda esplicitamente, senza attendere realmente una risposta. Non che gli importi sul serio, ma vuol capire cosa è diventato ai suoi occhi, se non è più una nemesi...


    - Nonubu....adesso che vedi il mondo con i miei occhi: cosa sono diventato io per te? -

    E nel domandargli ciò, tenta di allungare la mano tremante verso lo scalpo donatogli, fin quasi ad accarezzarlo...

    - Sai chi era lei?
    Tristania la guardava negli occhi, riconoscendola come una figlia. L'ha trasformata in una bambola...in un mostro, per necessità. Ma illudendosi che avesse ancora un cuore, si accontentava di donarle una vita preimpostata e dettata dallo Sharingan Ancestrale, lo stesso che ora risiede nei miei occhi.
    Possiamo chiamarla marionetta, bambolotta, eppure lei continuava a considerarla un essere vivente, con una propria vita. Forse che...lo era?
    E noi, come possiamo sostenere che non lo fosse? Era un corpo vuoto, un guscio soggetto a un esistenza pilotata da Tristania, secondo i suoi voleri. Di tutta risposta, Rabbit - questo il suo nome - non poteva sapere che le sue emozioni erano frutto di un processo artificiale, il controllo.
    Capisci perchè il presunto libero arbitrio è l'illusione più potente che esista?
    Kotoamatsukami è questo: il Genjutsu più devastante orchestrato dai miei avi perchè avevano capito che esiste una mano invisibile che controlla tutto.
    E no, non parlo di dio. Quella è una favoletta per mistificare un concetto più concreto che astratto.
    La verità è che gli Uchiha hanno dato vita a quell'illusione perchè erano arrivati alla verità: potevano già imbrigliare con la manipolazione illusoria le persone, MA quello è solo un trucchetto, incapace di reggere di fronte all'autocoscienza. Quella non erano capaci di gestirla, di renderla propria.
    Così sono giunti a una conclusione: per esercitare il VERO controllo, per emulare la "mano invisibile" dovevano fare in modo che i singoli individui agissero per loro, ma credendoci fermamente. Hanno dato persino un nome a questo concetto, capace non soltanto di sopravvivere alla loro morte, ma anche di sviluppare proprie gambe immaginarie. Vuoi sapere come le hanno chiamate?
    Ideologie. -


    Comunismo, fascismo, nazismo...cattolicesimo.
    Realtà, concetti, o forse dogmi. Capaci di insinuarsi nei cuori e nella testa delle gente, nei secoli e nei secoli, creando in loro falsi principi, al solo scopo di distoglierli dalla verità offertaci dal mondo e dalla natura. La selezione naturale, la guerra per la sopravvivenza del più forte.


    - ...MA è quello il punto: quando svisceri un concetto, allo stesso modo della polpa di una mela, alla fine troverai sempre la stessa cosa. Il nocciolo. Le idee trovano vita finchè è la vita a concedere loro importanza. Se crei le condizioni opportune, intaccando il finto equilibrio dato da queste ultime, la gente le accantona, riscoprendo l'istinto di conservazione primordiale. Certo, qualcuno è talmente conquistato dall'illusione, da dare la propria vita per essa, ma non farti ingannare. La maggior parte delle persone ci tiene alla propria vita....probabilmente più di quanto tenga all'anima. -

    Puntualizza da dietro la folta e sudicia chioma, protendendosi in avanti.
    Cos'è questa, filosofia? No, quella è fumo, speculazione di concetti finti basati sulla realtà.
    Questa è la vita.


    - Questo mio discorso. Non vederlo necessariamente in grande.
    Le ideologie non comprendono soltanto valori assoluti, trascendenti come la giustizia, il bene o il male. No. Trova in esse la quotidianità: i gesti di affetto, la cortesia, il rispetto reciproco. E potremmo fare un elenco infinito, ma il punto è uno: cosa accade quando metti le persone nella condizione di rivolgersi a se stessi per controllarsi?
    Perchè l'umanità ha accettato queste "REGOLE" scritte e non scritte? Non ci giurerei, ma direi per "paura". La moltitudine, i..."tanti" sono costituiti da deboli, parassiti, che pretendono di poter controllare qualcosa che in alternativa gli sfuggirebbe di mano. E come farlo? Con altre idee. Con le leggi. I finti valori di pace. E "bla blabla".
    Fatti due domande: perchè i mukenin vengono cacciati e braccati da tutti? ESATTO! ESATTO!
    Perchè sono forti, indomiti, dislocati in un modo piuttosto che in un altro dalle leggi dei popoli.
    Però...però, non confonderti: io non esalto i mukenin, no no, nient'affatto. Il loro più grande errore sai qual è? Paradossalmente reputarsi tali.
    Ecco perchè io mi dissocio da loro. Nella loro testa loro fanno effettivamente dei torti, alle volte compiacendosene altre volte no, MA sempre "torti" li giudicano. Non riescono a vedere il punto di vista che da loro ragione, che li pone su un livello più nobile di quello dei ninja. E questo perchè prima erano shinobi, formati mentalmente in un determinato modo.
    Pensi che un morto di fame, nato in mezzo alla strada, pensa di essere nel torto quando uccide o ruba per sopravvivere? No. Lui lo fa e basta, perchè sa quanto siano idioti gli altri a vivere su un piedistallo fragile come la realtà che ritengono giusto aver creato.


    Si stiracchia, puntualizza, si mette più comodo e guarda il soffitto della cella. Le sue parole, i suoi discorsi, sono accompagnati da gesti nevrotici, come se lo vedono sull'orlo di una crisi psicologica, folle da internamento. Eppure quale logica dietro quel punto di vista...!
    Niente toglie a tali parole di essere considerabili cazzate, ma restano pur sempre un prodigioso punto di vista. Tuttavia, se da un lato la spiegazione sulle ideologie funziona, dall'altro l'atteggiamento del mukenin lascia presupporre qualcosa di sofisticamente più concreto e complesso da delineare. In effetti, lui parla come se davanti abbia una sagoma, con un volto e un corpo, a cui mandare delle accuse. Frutto di un'imminente follia?


    - CAPITANO! IL CONSIGLIO LA INFORMA CHE IL SUO TEMPO E' FINITO!! -

    Vocia un inserviente dai più luminosi meandri della prigione, quelli illuminati artificialmente.
    Sono praticamente le 3 di notte. Bisogna muoversi e Nonubu l'avrebbe fatto se Zero non lo avesse fermato, aggrappandosi al suo braccio con quello buono:


    - Ascolta Nonubu, perchè potrebbe essere l'ultima volta che ci vediamo.
    Hai un mezzo per comunicare velocemente, anzi, istantaneamente?
    Devi consegnare un messaggio a Natan Joke, l'individuo che era con me quando mi catturasti. Ha il chakra del Nibi, non so se può esserti utile per rintracciarlo, ma ti darò un paio di indirizzi dove poterlo reperire. E' fondamentale che tu lo faccia...


    Pertanto attraverso la gogna, crea dal legno una piastrina già incisa a dovere, che consegna al ninja, per mandarla al destinatario...

    - Fai questo prima di andare da Greta e Marco. Tutto dipende da Natan.
    E ora, mostrami Rabbit: utilizzerò il Sigillo di Trascrizione degli Uchiha, per poter creare un collegamento tra gli occhi suoi e i miei. Trova un modo per nasconderla, verrai perquisito, stanne certo. Quando sarai solo con la Kage, la testa farà il resto, lanciandole il Kotoamatsukami! -


    Kotoamatsukami? Il Genjutsu di cui parlava? La mano invisibile artificiale?

    - Come ti ho già detto, la nostra scintilla presuppone l'affinità del Kage col dio Jashin, quindi questo sarà l'ordine che lei penserà di volere rispettare.

    "Il Giorno del Giubileo è arrivato: i mukenin, suoi agenti del giudizio, busseranno alle tue porte, ed elargiranno assieme a te la vita degli innocenti, il tuo popolo. Chiunque si opporrà, dovrà morire nel nome di Jashin!"



    - Un'ultima cosa: non mi dispiacerebbe se...come dire...concentrassi le forze di Konoha ai confini. Così! Non vorremmo mica che qualcuno attacchi il villaggio proprio durante la mia esecuzione! Ehehehe!
    E ora, va, Nonubu! -


    Fuoriuscito con indifferenza dalle segrete, ad accoglierlo per il rapporto è nientepopodimeno che il consiglio al completo, con a capo la vecchia "saggia".
    Truce in viso più che colma di rughe, ha l'aria davvero insoddisfatta, iraconda. Sono ore che l'anbu interloquisce con Zero, e adesso pretende le risposte!


    - E ALLORA, "CAPITANO", PERCHE' CI HAI MESSO TANTO?! SPERO PER TE CHE TU ABBIA INFORMAZIONI DAVVERO RILEVANTI PER NOI!" -

    La voce angusta risuona per tutto il palazzo, fino a raggiungere le orecchie di Zero. Lui?
    Ride.




    11.30 A.M.
    Trenta minuti all'ora x.
    Un raggio di luce incandescente abbaglia il riposo di Zero, che si conclude lì con l'aiuto di due guardie ben armate. Girano e rigirano rumorosamente la chiave nella serratura, non prestando il minimo riguardo al sonno del prigioniero. Al contrario, accedono al suo "appartamento" con fare rude e brutale, con lo stesso tocco di chi agguanta il porco per i piedi prima di gettarlo tra i denti del mattatoio. La scena assume un senso analogo...


    - E'...già mattina? -

    - No, quasi pomeriggio! Forza, in piedi! Da morto potrai dormire tutto il tempo che vorrai! -

    - Oltre al danno, pure la beffa. Devo dire che Konoha diventa ogni anno più simpatica! -

    - Forza, muoviti! -

    - E va bene, il tempo di prendere i miei vestit...oh, non importa! -

    Sarcasmo? Ironia? Ilarità?
    E' commovente il loro utilizzo prima di andare a morire. Del resto non gli avevano dato nemmeno uno straccio per rafforzare l'umiliazione. E a lui sta bene così perchè FA...TUTTO....PARTE...DEL GIOCO!

    Viene afferrato per le estremità della gogna, e tenuto a due dita da terra mentre viene trascinato fuori dalla sua ultima casa. Di tanto in tanto il duo si diverte a fargli strisciare il collo dei piedi sul ciottolato della struttura, e dopo anche su quello più terriccioso delle vie di Konoha. E così ognuno ha modo di vedere Zero per ciò che è, ed è stato. Per lui non c'è nessun futuro, nè alcuna prospettiva di esso.
    Ecco il patibolo, la calca, i giudici, il boia, e persino la luce del sole. Cos'altro? Ah sì...il discorso!


    - Sefiro Mitarashi, pubblicamente riconosciuto con il nome di "Zero", sei accusato da questo governo e dagli altri dei nove Paesi Ninja di: ladrocinio, assassinio plurimo, alto tradimento e latitanza, ai sensi delle annesse norme di legge. Questo potere si è riservato il diritto di giudicare col massimo della pena le tue colpe, emanando il verdetto che segue: condanna a morte.
    Tuttavia la nostra benevolenza ci impone di ascoltare gli imputati per un ultimo discorso ed un'eventuale richiesta. Se sarà possibile la esaudiremo.
    Personalmente Zero, ti consiglio di morire a testa alta. Pertanto non sbeffeggiare quest'ultima concessione. Prego. -


    *SI VA IN SCENA!



    Organizza nel post la disposizione delle guardie ai confini come misura preventiva. Dai alla vecchia ciò che vuole.
     
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  14. Anselmo
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    -[ X ]-


    Invoca pure il tuo dio, ora. D'ahahahahaa!

    - Cos-cosa diavolo..?! -

    Heh eh eh eh... tranquilla, il diavolo lo incontrerai presto! Potrai porgli tutte le domande che vuoi.

    Assaporai con gusto quelle pupille che si dilatavano, la pelle che assumeva un pallore cadaverico, labbra tremolanti. Il dubbio che la investiva come mani gelide che emergono dalle lenzuola e ti ghermiscono la gola nel buio della tua stanza. Realtà che diveniva incubo. Goduria! Ah, ogni muscolo del mio corpo fremette ebbro di adrenalina. Sorrisi, sempre di più, con labbra tanto incurvate da rischiare di squarciarsi dagli angoli della bocca fino alle orecchie. Il ritrarsi intimidito di Kuroi Yume comportò per me un orgasmo quale l'atto sessuale non poteva eguagliare nemmeno se indotto da quella donna. Precipitai in una frenesia che nella mia mente prendeva le sembianze di un gigantesco agglomerato incandescente da cui emanavano rantoli di sofferenza, cascate di sangue, schizzi di viscere, fuoco e fiamme, piogge di cenere e fumi tossici che oscuravano sole, luna e stelle, cancellandole dai ricordi del popolo di Kusa. Un fiammeggiante agglomerato titanico che precipitava come una meteora dal cielo schiantandosi sul Villaggio e...

    ...così fu il CAOS!! D'ih ih ih ih ih!

    Quindi il voltò di Kuroi Yume si paralizzo, divenendo impassibile, gli occhi fissi in quelli della testa di White Rabbit. E allora recitai idealmente...

    E' arrivato il tuo giorno del Giubileo, Kuroi Yume. I fuorilegge stanno bussando alle porte di Kusa, proprio in questo momento. Giungono per liberare il tuo popolo, e tu li favorirai! Chiunque si opporrà al tuo comando, sarà un'anima che donerai al tuo dio ingordo. HAAA HA HA HA!

    ...come se fossi io stesso ad imprimere con martello e scalpello il comando nella sua mente. Assistei ad un evento esaltante come pochi: la Kusakage che mutava nell'ombra di se stessa, come un sadico omicida che viene lobotomizzato da un ago che penetra in profondità nel cervello passando dall'orbita dell'occhio.

    - I...i...mukenin! Devo...devo farli entrare! JASHIN!! -

    Farfugliò con improvvisa convinzione, tanto ferrea da non poter in alcun modo essere piegata. Era questa, infatti, la chiave di tutto: instillare nelle menti delle armate di Kusa che era giunto il Giorno del Giudizio, e chiunque si fosse opposto sarebbe stato dannato per l'eternità.
    Uno scalpiccio affannato si udì provenire dall'imboccatura della scala a chiocciola, accompagnato dall'ombra di un uomo, resa incerta dallo scuotere la fiaccola con noncuranza. Mi feci improvvisamente serio in volto, niente più gemiti di diletto sarebbero spirati dalla mia bocca. Era ora di tornare sulla scena. Scivolai tra le ombre delle celle, divenendo nient'altro che una macchia scura su un muro ancora più scuro. L'uomo che giunse dalla scala si precipitò al cospetto di Kuroi Yume, totalmente dimentico del "messaggero di Konoha" che l'aveva accompagnata nelle segrete. Nonostante nei miei occhi celesti si riflettesse la luce danzante della sua torcia, non uno sguardo fu rivolto a me o alla testa che penzolava dalla mia mano, seminascosta dietro il mio corpo.

    - Kazekage-sama, i...i mukenin! UN ESERCITO DI MUKENIN E' ALLE PORTE DI KUSA! -

    Belò con la voce rotta dall'urgenza. La risposta giunse imperiosa, quasi fosse l'atto conclusivo del sermone di un condottiero che incita l'esercito alla carica, nonostante fossimo solo in tre laggiù, escluse le anime morenti che abitavano le celle.

    - SI, SI, MIO ADONE!! APRITE LE PORTE!
    LA CACCIA NEL NOME DI JASHIN....E' APERTA!!! -


    Ed in un turbinio di velluti quelle sensuali membra svuotate della ragione che le aveva abitate, sparirono dalle segrete, seguite a ruota dal loro adone.

    Hm.

    Calò un silenzio funereo, reso ancora più opprimente dalla densa ed umida oscurità che riempiva ora le segrete. Ogni luce era scomparsa. Come gli echi di una lontana orchestra, giungevano alle mie orecchie brevi gemiti e rantoli, separati da lunghe pause di quiete totale. Era la lingua parlata dai prigionieri della Kusakage, torturati fino a perdere l'uso della parola. Ora dialogavano così, lamentando brevi versi sofferenti. Ero solo, nel buio e nel silenzio, circondato da quegli abomini umani, come nel più angosciante degli incubi. Ma la loro presenza non mi turbava affatto. A trasmettermi un fastidio, che lentamente stava divenendo ansia, per poi evolvere in pura angoscia, era quella cosa che stringevo ancora tra le dita. La sollevai, penzolante dai capelli, ponendomela difronte. La presi quindi tra le mani, e la avvicinai al mio volto, come se stessi guidando la mia amata verso un intenso bacio. Ma non avevo la minima intenzione di baciare quella schifezza immonda. Il solo olezzo mi serrava lo stomaco. La avvicinai per poter sfruttare l'inesistente luce delle segrete e poterla quindi vedere. Ve n'era così poca che non fui certo di vederla davvero, forse me lo stavo solo immaginando. Le palpebre però mi parevano ora nuovamente serrate. L'arma aveva sparato il suo colpo contro Kuroi Yume ed ora, caricatore scarico, giaceva inerte tra le mie mani. Le palpebre erano serrate, si, era questa la cosa importante. Non sapevo bene il perchè, ma lo era e provai sollievo nel saperlo.
    Restai immobile in quella posizione, con il volto cadaverico di White Rabbit ad un soffio dal mio, e pensai.

    Kotoamatsukami...

    Un nome che racchiudeva in se la negazione del libero arbitrio, esercitata nel modo più brutale. Un potere che derivava dalla consapevolezza che la libertà è solo un illusione e, proprio in quanto tale, può essere addomesticata al proprio volere. Qualcuno era riuscito a fare di questo concetto un'arma per i propri scopi, e l'aveva chiamata Kotoamatsukami, un potere divino. Così Zero mi aveva presentato quel potere, un potere che aveva affidato a me perchè io lo utilizzassi contro l'obbiettivo, Kuroi Yume. Che esaltazione, un onore. L'idea di brandirlo contro il mio nemico aveva scaldato il mio cuore d'un ardore ribollente. Poi l'avevo utilizzato. Inizialmente, nonostante me ne fossero stati spiegati in tutto e per tutto gli effetti, ne ero rimasto attonito. Così efficace, così potente. L'avevo anelato, ed il possederlo mi aveva investito d'un senso di superiorità estremo. Avevo goduto nel osservare il declino della Kusakage. Ma ora, da solo nelle segrete, cominciavo a dubitare. Si trattava di una pura e semplice idea quella che avevo avuto. Un pensiero come tanti, il quale aveva trapassato la mia mente come una rapida saetta. Uno di quelli a cui in genere non si da molta importanza, e lo si dimentica pochi istanti dopo. Ma questo pensiero, questo dubbio, questa idea, per un qualche motivo, era rimasta. Un'idea è come un virus. Persistente. Altamente contagiosa. Ed anche il più piccolo seme di un'idea può crescere. Può crescere fino a definirti... o distruggerti. E così mi ero chiesto:

    L'hai utilizzato su di me, Zero? Hai utilizzato Kotoamatsukami... su di me...?

    Una semplice domanda, eppure non riuscivo a togliermela dalla testa, ne a lasciarla sospesa, ne a rispondere. Ma per stessa natura del Kotoamatsukami, forse non avrei potuto pormi tale domanda perchè esso me l'avrebbe impedito, facendomi credere che stessi agendo per mio personale arbitrio. O forse Zero stesso aveva fatto in modo che Kotoamatsukami si svelasse da solo, per far si che dubitassi di me stesso. O forse ancora, mi aveva manipolato fin dall'inizio per mezzo della sua illusione, e voleva che io lo sapessi e ne soffrissi, per una sua sorta di perversione crudele. O forse si trattava solo di paranoia. Forse... forse stavo impazzendo! Un circolo vizioso che non ha fine se non nell'autodistruzione.
    Delle parole in particolare fecero in quel momento capolino:

    - Nonubu....adesso che vedi il mondo con i miei occhi: cosa sono diventato io per te? -

    V'era un qualche messaggio nella scelta di quelle esatte parole? "Vedere il mondo con i suoi occhi"... essere i suoi occhi, essere lui, agire per suo conto, agire secondo sua volontà. L'avevo deciso io, oppure mi aveva costretto a farlo? E cosa avevo risposto alla domanda "cosa sono diventato io per te?" Nemmeno più riuscivo a ricordarlo, non aveva più importanza. Perchè ora la mia risposta era differente: non lo so. Per un'istante un estremo senso di smarrimento mi pugnalò alla schiena. Una sensazione da cui pensavo di essermi finalmente liberato tempo addietro, ma che ora si ripresentava, ancora più insopportabile. Era il mio destino quello di vagare per terre desolate senza punti di riferimento. Per quanto combattessi e cercassi di liberarmi dalle grinfie dell'inaccettabile convinzione che niente avesse un senso, che tanto valeva lasciarsi andare, essa si ripresentava. Sempre. Pensieri che ero certo di aver sconfitto definitivamente, eppure non era così. Ingiusto.
    No, Zero non poteva avermi fatto questo! Ma perchè il dubbio persisteva? Perchè mi ribellavo a me stesso? Volevo credere che tutto stesse andando per il verso giusto, ma non ci riuscivo. Ancora una volta, il mio mondo s'infrangeva come un a sfera di cristallo, irreparabilmente.
    L'impulso fu quello di sbattere quel cranio che tenevo in mano al suolo, e di calpestarlo fino a piantare frammenti d'ossa nella roccia del pavimento. Ma non potevo, perchè forse mi sbagliavo. Forse... forse... forse...
    Lo risigillai nel polsino tatuato, e mi diressi verso la scala, per tornare alla sala del trono di Kuroi Yume. Camminai per i corridoi e le stanze del palazzo in completa solitudine. Non c'era più nessuno, l'intera forza armata dell'Erba era stata richiamata dall'allarme per le vie del Villaggio. Tutti a combattere la loro causa, mentre a piedi nudi calpestavo la sala del trono. Mi fermai al cospetto dell'immenso scranno, e cominciai a rivestirmi. I miei occhi, nel mentre, erano fissi in direzione delle ampie vetrate che ricoprivano un'intera parete della stanza. Raccolsi il giubbotto e lo indossai, mentre in lontananza, tra le case, un drago di fuoco puntava verso il cielo stellato per poi precipitare contro il suo bersaglio. Quindi strinsi le placche d'acciaio ai polpacci, illuminato da saette che si schiantavano in ogni dove. Legai altre protezioni agli avambracci, accompagnato da schianti lontani che facevano tremare il pavimento del palazzo, boati allucinanti da farti tremare le viscere. Equipaggia la mia cinta con i ferri e le lame da combattimento, rapito nell'osservazione della battaglia che dilagava tra gli abitanti, mietendo vittime indistintamente. Ed infine il pezzo più importante: il coprifronte della Foglia, ben visibile sulla fronte, scintillante nelle centinaia di roghi, tuoni ed esplosioni che invadevano gradualmente l'intera Kusa. Ero pronto.

    Un tempo un uomo saggio disse: "Non c’è niente di più facile che condannare un malvagio, niente di più difficile che capirlo". Questo te lo devo, Zero. Arriverà il giorno in cui dovrai rispondere per ciò che mi hai fatto. Fin quando non ti incontrerò, non mi arrogherò il diritto di giudicarti. Ma sappi che al nostro prossimo incontro pagherai con la morte qualsiasi tentativo di raggiro.
    Ed ora... all'opera!


    In arrivo un secondo post.
     
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  15. Anselmo
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    [...]


    In pochi al mondo potevano vantare incontri come quello che mi stavo lasciando alle spalle. La cella di Zero tornava ad essere silenziosa e desolata, mentre i miei passi si allontanavano per il corridoio, diretti alla Sala del Consiglio. Lo stesso corridoio che Nonubu aveva percorso ore prima, con l'intenzione di ottenere ciò che gli era dovuto: una vendetta. Quel Nonubu però era morto laggiù, ucciso da Zero. Io ero un'altra persona. Più mi allontanavo, più il senso di liberazione che avevo provato durante tutto l'incontro mutava in determinazione. Da me dipendeva il futuro di Zero, di Konoha, di Kusa, forse dell'intero mondo. Niente mi avrebbe fermato. Ne ero convinto con tale risolutezza da sentirmi invincibile. Chi mai avrebbe potuto ostacolarmi? Troppo potente era in me la consapevolezza di ciò che avrei compiuto. Solo un'individuo con un eguale sentimento avrebbe potuto combattermi. Ma non ne esistevano, perchè non era ammissibile che qualcuno oltre a me potesse sostenerlo.
    Prima ancora di giungere al cospetto del Consiglio, potei percepire la tensione vibrare nell'aria. Ne ebbi conferma quando varcai le porte, mettendomi sull'attenti con la consapevolezza che non avrei lasciato quel posto senza dare qualcosa che soddisfacesse le loro vecchie bocche affamate. Ciò che lessi nei loro sguardi fu un misto di paura, ansia, compiacimento, brama. Tutti sentimento derivanti dal fatto che pensavano di avere Zero in pugno, cosa che li spaventava ma li appagava allo stesso tempo. Zero, che io avevo catturato, e che io avevo appena liberato.

    - E ALLORA, "CAPITANO", PERCHE' CI HAI MESSO TANTO?! SPERO PER TE CHE TU ABBIA INFORMAZIONI DAVVERO RILEVANTI PER NOI!" -

    Berciò uno dei vecchi obbrobriosi. Il gioco aveva inizio in quello stesso momento. Capii che anche se il piano era iniziato da appena pochi minuti, dovevo già calibrare alla perfezione ogni mossa. Mi si prospettava già una prima scelta. Potevo agire come pattuito, oppure potevo stroncare sul nascere l'intero complotto. Scelta che alcuni potrebbero ritenere scontata, ma nulla per me, in quell'istante, era scontato. Raccontare tutto. Zero sarebbe morto, i Mukenin respinti, io un eroe per Konoha. Scelsi invece di non tradirlo. Perchè? I motivi erano tanti da riempirci un libro. Motivi che le mura della cella di Sefiro Mitarashi avevano appena ascoltato. Ma per quanto in quel momento mi stessi efficacemente illudendo, l'unico e vero motivo era che certi uomini non cercano qualcosa di logico, di materiale. Non ci si ragiona, ne ci si tratta. Non si possono comprare, non si possono dominare. Certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo.

    Credo di si, signore. Purtroppo quel criminale è diventato totalmente pazzo. Ha cercato di coinvolgermi in un folle piano per liberarlo. Io ho finto di assecondarlo, ma era una cosa troppo assurda per essere plausibile, dubito ci sia un fondamento di verità. Prenderei la cosa con le pinze signore, ma... tra i suoi deliri, mi è parso di capire che è stato organizzato un attacco in massa contro il nostro Villaggio. Non ne conosco l'entità, ma a quanto pare varcheranno il confine domani, passando per i tratti a Est Nord-Est ed a Nord. Consiglio, come misura preventiva, di concentrare le nostre forse lì almeno finché il Mukenin non sarà giustiziato. E' tutto, signore. Signori, con permesso...

    E lasciai la stanza, un sorrisetto ad incurvarmi il lato della bocca ed un messaggio da recapitare a Natan Joke.

    [...]


    -[ X ]-


    Cento metri di caduta libera, in folle picchiata verso le luci di distruzione che costellavano il Villaggio dell'Erba. Precipitavo verso il basso a testa in giù, con le braccia raccolte sul corpo: minor superficie d'attrito, maggiore velocità. E che velocità! Le vesti sventolavano frustando l'aria in un coro di scoppiettii, rischiando di strapparsi tanto era violento l'impatto con l'aria. Nelle orecchie l'urlo sordo della corrente che mi investiva i timpani, il respiro mozzato per l'alta pressione. Da lassù la situazione era chiara, cristallina: il caos si diffondeva dalle porte del Villaggio, dilagando come un inondazione contenuta all'interno delle mura. Gli incendi si propagavano di abitazione in abitazione. Esplosioni, saette ed altre manifestazioni della battaglia riguardavano porzioni sempre più ampie della città. Presto la guerra avrebbe riguardato ogni singolo abitante di quel luogo, nessuno escluso. D'altronde la fuga era impossibile, perchè nello spalancare i cancelli di Kusa per agevolare l'invasione, Kuroi Yume aveva dato ordini di serrare ogni altra uscita. Quale follia, quale genialità. Ma tutto questo non era più per me fonte di esaltazione, ma piuttosto di rabbia, di confusione. Più assistevo agli effetti che la scintilla esplosa da Zero per mezzo di Kotoamatsukami aveva avuto su un intero Villaggio, più mi convincevo che lo stesso effetto aveva avuto su di me, singolo uomo.
    Il suolo roteante cominciò a farsi sempre più vicino. Sessanta, cinquanta, trenta, cinque metri, attutii la caduta sul tetto di una casa, che quasi cedette sotto la forza scaricata dall'impatto. Quindi mi alzai in piedi come un sorcio che fa capolino dalla sua tana per valutare la situazione. I fuorilegge erano perfettamente distinguibili dalle forze armate e dal popolo indifeso quasi fossero una razza a se stante, nonostante il buio nascondesse i particolari del loro aspetto. Distinguibili per ferocia e motivazione, in contrasto all'arrendevole confusione che impediva agli Shinobi di Kuba di reagire e respingere l'attacco. La causa di tutto ciò? Eccolà laggiù, intercettai il suo grido disperato provenire dal fulcro del combattimento:

    - QUESTO E' UN ORDINE...*sigh*...PER TUTTI I NINJA DI KUSA: JASHIN...*sob*...JASHIN MI HA PARLATO: LUI...*SIGH*...HA BISOGNO DELLE VITE DI INNOCENTI, CON UN CUORE INCONTAMINATI! *SIGH*...VOI DOVETE ASCOLTARMI, MIEI NINJA: *SIGH* VI CHIEDO IL SACRIFICIO PIU' OSTICO DELLA VOSTRA ESISTENZA: NON DOVETE COMBATTERE I MUKENIN! LORO SONO STATI MANDATI DAL MIO DIO PER IL TEMPO DEL GIUBILEO!! QUESTO...E' IL GIORNO DEL GIUDIZIO, L'EPURAZIONE!!
    E IO...*SIGH* UCCIDERO' CHIUNQUE DI VOI PECCHI DI INSUBORDINAZIONE...!! -


    In un attimo fui lì, a scrutare dall'alto in basso un fendente che portò la sua lama a decapitare uno dei suoi adoni. Quelle parole, e quell'atto di estremo delirio, furono per me la conferma definitiva che chi era soggiogato dal potere di Sefiro Mitarashi non poteva avere futuro se non qualcosa di già preimpostato, me compreso. Il compito impartitomi da lui, o dal Kotoamatsukami, era quello di insinuarmi al posto della Kusakage per salvare il Villaggio dalla sua improvvisa follia. Eppure nonostante di un compito si trattasse, quasi lo accolsi con convinzione. Perchè era giusto che quel popolo sopravvivesse ad un raggiro di tale malvagità. Potevo essere il vero salvatore di quel popolo, non il fasullo araldo di un demonio.

    - NO, NO, NO!!! IO QUESTO NON L'ACCETTO!! NON UCCIDERO' MAI I CIVILI!! COMBATTERO' I MUKENIN, ANCHE SE QUESTO SIGNIFICA PECCARE DI INSUBORDINAZIONE!! AAAAAH!!! -

    FERMATI!

    Gridai verso quell'individuo, uno dei pochi che resistevano ancora all'epidemia liberata dalla donna. Si lanciò contro gli invasori, abbattendoli uno ad uno. Kuroi Yume puntò il suo sguardo assatanato su di lui e scattò, fulminea come un felino, brandendo la sua lama. Allungai il braccio, da cui si estese una lingua di legno che serpeggiò tra gli spettatori e si avvolse attorno allo Shinobi per trarlo a me, appena in tempo prima che il suo Kage macchiasse le proprie mani con il sangue di un altro. Era il gesto che serviva a quegli uomini, un atto di ribellione controcorrente che avrebbe riacceso le speranze e la lucidità delle loro menti. Seguire il Capo del Villaggio fino all'inferno non era l'unica alternativa, e avrei fatto in modo che lo capissero!

    Fermati...

    Dissi ora con voce calma all'uomo che avevo trascinato al mio fianco, salvandolo dalla morte per mano di Kuroi Yume.

    Non sacrificarti inutilmente. Non tutto è perduto. Ricorda: tu sei uno Shinobi di Kusa! Il tuo dovere è innanzitutto verso il tuo popolo. Proteggerlo ad ogni costo, anche se ciò significasse disubbidire al tuo Kage. Solo perchè lei tradisce gli abitanti dell'Erba, non significa che anche tu debba farlo., ne che tu debba morire. Ascolta...

    Se potevo entrare nella mente di un uomo, potevo entrare nella mente di tutti.

    ASCOLTATEMI TUTTI! LA GIUSTIZIA NON E' NELLE PAROLE DI UN KAGE, NE NELLE PAROLE DI UN DIO. LA GIUSTIZIA E' NEI VOSTRI CUORI. ASCOLTATELI! ASCOLTATE IL LORO BATTITO, SVEGLIATEVI! CAPIRETE CHE L'UNICA COSA IMPORTANTE, PER VOI, E' LA DIFESA DEGLI ABITANTI DI QUESTO VILLAGGIO!!


    Balzai sull'edificio più alto che vidi, ne raggiunsi il tetto, scalai la statua che vi giaceva in cima, mi elevai al di sopra di tutti, e sopra me stesso elevai il mio pugno.

    GUARDATE QUELLA DONNA, KUROI YUME! CORROTTA! TRADITRICE! VI STA VENDENDO AD UNA BANDA DI FUORILEGGE. NO, NON SOLO! SI E' SCHIERATA DALLA LORO PARTE METTENDOSI CONTRO TUTTI VOI!! E VORREBBE CHE VOI FACESTE LO STESSO! E TUTTO... IN NOME... DI UN DIO! VI HA FATTO ADORARE UN FALSO IDOLO, PER IMPEDIRVI DI AGIRE SECONDO VOSTRA SCELTA! RIBELLATEVI!!! ESISTE UN MOMENTO IN CUI LE REGOLE, QUELLE CHE VI COSTRINGEREBBERO A SEGUIRE I SUOI ORDINI, NON SONO PIU' UN'ARMA NELLE VOSTRE MANI MA CATENE, CHE IMPRIGIONANO VOI MA NON UNA CRIMINALE!


    Tutti gli occhi erano puntato versi di me, soprattutto quelli di Kuroi Yume. I suoi uomini la abbandonavano, ma lei non si arrendeva. Poggiò le mani al suolo, liberando un'immenso potere che in un'istante di diffuse nel raggio di chilometri sotto forma di un'onda d'urto. Qualcosa di oscuro, mostruoso, cominciò a muoversi sul suolo per raggiungerla. Venne ricoperta da capo a piedi da un'energia che pareva prendere lentamente forma.

    - JUJUTSU - OLOCAUSTO DI JASHIN!!! -


    wxk2OFk


    Percepii le certezze degli uomini vacillare, le stavo perdendo.

    UOMINI, A ME! E' ORA DI ACCETTARE LE DIMISSIONI DI QUESTA DANNNATA! SEGUITEMI, AIUTATEMI A RESPINGERE QUEST'ORDA INFERNALE CHE LEI HA PORTATO TRA LE VOSTRE CASE, PER UCCIDERE I VOSTRI AMICI, LE VOSTRE FAMIGLIE. FATELO, E VI PROMETTO CHE PIU' NESSUNO MINACCERA' LA LIBERTA' CHE VI APPARTIENE PER DIRITTO. FATELO, E POTRETE TORNARE ALLE VOSTRE CASE, PER DIFENDERLE NON PIU' IN NOME DI UNA FANATICA DEDITA SOLO AL VIZIO, ALLA CORRUZIONE, AL SUO DIO. MA LE DIFENDERETE IN NOME DI QUALCOSA DI PIU' GRANDE, UN IMPERO CHE NASCE CON L'UNICO SCOPO DI RIPULIRE QUESTO MONDO DALLE MENZOGNE. VI DO L'OPPORTUNITA' DI RIAPPROPRIARVI DELLE VOSTRE VITE, DEL VOSTRO VILLAGGIO. KUSA SARA' VOSTRA, NESSUNO POTRA' INTERFERIRE! POTRETE FARE CIO' CHE VOLETE... MA COMINCIATE RESPINGENDO QUESTI BASTARDI E LIBERANDO I VOSTRI CARI! A MEEEE!!!
    A noi due, puttana.



    Zef, come avevo preannunciato nel post che ho fatto nella tua conquista di Konoha, io dopo aver portato a termine la conquista di Kusa ti volterò le spalle e me ne andrò a Suna. La motivazione di cui mi domandavi è questa che ho appena narrato nel post. Devi ammettere che è plausibile. Hai centrato il bersaglio nel tuo tentativo di sviluppare la mentalità del mio PG, e l'hai fatto anche troppo, al punto che il mio PG t'ha capito abbastanza da sospettare fortemente che tu lo abbia manipolato con Kotoamatsukami. E' una decisione che ho preso da parecchio tempo, da quando mi hai svelato i particolari della conquista di Kusa.
    Comunque i nostri PG si rincontreranno perchè ho intenzione di tornare a darti la caccia, quindi quando ciò avverrà potrai cercare di riportarmi dalla tua. Ma non sperarci troppo perchè non avrai più difronte un Nonubu dedito solo alla vendetta e quindi facilmente raggirabile. Avrà nuovi obbiettivi che non svelo, ma che iniziano con la morte di Sefiro.
    Sorry :ciao: ma comunque già lo sapevi che t'avrei tradito. Solo non sapevi il perchè.
    Confido che alla luce di ciò tu non cambi lo svolgimento di questo evento. Io porterò a termine il mio compito, quindi comunque non ne avresti motivo. E poi ti conosco, non lo faresti mai


    Edited by Anselmo - 21/7/2015, 20:59
     
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