Ronda Notturna

PQ Chul-Moo Lee

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    •Chapter I
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -

    - Yawnh... -

    In piedi sulle mura del villaggio al chiaro di luna mi limitavo a scrutare l'innevato e tenebroso paesaggio davanti ad i miei occhi quando non appena mi lasciai sfuggire un piccolo sbadiglio a causa del sonno e della noia che mi stava assalendo venni rimproverato con tono duro ed irritato da un mio superiore per l'essermi permesso di scompormi e distrarmi un attimo.

    - Ehi soldato, datti un contegno! -

    - Eh?! Ah, sì, mi scusi signore! -

    Risposi seduta stante scattando sull'attenti, serrando la bocca e spalancando gli occhi cambiando la mia postura da afflosciata e tutta curva in una dritta e con il mento in su.

    *Che seccatura che è questo qui... sempre a starmi con il fiato sul collo...*

    Pensai tra me e me cercando di mascherare, mantenendo uno sguardo serio e concentrato, il giramento di scatole che quel tipo mi faceva venire ogni qual volta mi rivolgeva la parola o, più semplicemente, entrava nel mio campo visivo. Erano già tre giorni che ero costretto a stare in sua compagnia e pensavo che mi avesse preso di mira visto che era sempre intorno a me.
    Avete presente quel genere di persone sempre pronte a trovare il pelo nell'uovo? A trovare quel che non va in quelsiasi cosa si faccia? Fregandosene di risultare offensivo ed inappropriato? Ebbene Sakumi, il sergente qui presente che con fare altezzoso e decisamente seccato continuava a squadrarmi da testa ad i piedi nella speranza di potermi rimproverare ancora era uno di questi.
    Il suo sentirsi superiore nei miei confronti non era perchè era più grande di me oppure per via del suo grado, ma perchè quale primo genito di una ricca ed altolocata famiglia di gente con la puzza sotto il naso e palate di quattrini a causa dei loro possedimenti terrieri potevano permettersi di tutto; ma proprio tutto. Esagero? Considerate che i suoi genitori erano addirittura riusciti a far diventare il loro prediletto figliolo un sergente nonostante sapesse a malapena tenere in mano una spada. Certo, queste erano solo voci di corridoio, ma considerando che era diventato soldato appena quattro mesi fa baipassando l'accademia e che nonostante fosse un mediocre, anzi pessimo a di la verità, spadaccino senza alcuna capacità di leadership venne promosso dopo neanche due mesi facevano pensare che in quelle voci un pò di vertà ci doveva essere. Se un tale del genere si era meritato il suo rango in così poco tempo allora potevo prendere le spade, appenderle al chiodo e mettermi a zappare perchè io proprio non riuscivo a capacitarmi di come aveva fatto a raggiungere tale posizione se non con qualche mezzo illecito.
    Purtroppo queste cose non erano di certo sufficienti a farlo sollevare dal suo ruolo di sergente delle forze armate di Tetsu, di conseguenza l'unica cosa che potevo fare era stare zitto e fare quel che ordinava.

    - Che non ti riveda più fare una cosa del genere, intesi? -

    *Meglio fare come vuole se non voglio rivedermi senza il becco di un quattrino e sollevato dal servizio...*

    Pensai rispondendo con un sonoro "signorsì signore", per poi freddarlo con lo sguardo nel mentre scostava la sua attenzione dalla mia persona dirigendosi da qualche altra parte. Sicuramente ad importunare qualcun'altro come suo solito fare.

     
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    •Chapter II
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -

    Quel tale non era solo un egocentrico montato con la passione per il rompere le scatole al prossimo, ma anche uno menefreghista che senza alcun ritegno non si faceva problemi ad usare la sua posizione di sergente ed il suo status sociale per rovinare la vita a chiunque osava dargli fastidio o andare contro le sue parole. Anche il semplice contraddire un suo ordine poteva portare a seri provvedimenti come l'essere sospeso dal servizio o peggio. Kiriku, un mio caro amico nonch'è collega, purtroppo, qualche giorno prima era stato proprio vittima di una di queste ingiustizie mentre svolgeva ciò che stavo facendo io.
    E difatti questo fu il motivo per cui mi trovavo in sua "piacevole" compagnia: necessitando di qualcuno che lo rimpiazzasse per una settimana venni scelto io visto che di recente avevo svolto anche troppi incarichi al di fuori del villaggio. Secondo i miei superiori sarebbe stato un buon modo per permettermi di recupere e fare anche esperienza di sorvegliamento e pattugliamenti stazionari visto che comunque erano cose che cercavo sempre di evitare se possibile. Perchè? Ma perchè onestamente, visto tutte le linee di difesa che c'erano a Tetsu, il sorvegliare il perimetro era proprio un qualcosa che a me non piaceva affatto. Certo, rispettavo quei poveri soldati costretti ore ed ore a starsene in piedi a sorvegliare una zona in cui probabilmente non si sarebbe fatto vivo nessuno, ma per uno come me, desideroso di aiutare il prossimo in maniera più diretta e costruttiva, non era certamente il massimo. Preferivo molto più volentieri andare in pattugliamento fuori dal villaggio, a scovare qualche bandito o furfante da arrestare. Quest'ultimi non erano di certo incarichi che quel "valoroso samurai" di un Sakumi poteva svolgere grazie alle sue eccelse doti e, strano a dirsi, desiderava che a sostituire il soldato sospeso fosse un suo diretto conoscente. Motivo? Bah, a saperlo...
    Sfruttando la sua posizione altolocata faceva esclusivamente da supervisore a coloro che si occupavano del pattugliamento del perimetro ovest della capitale. Supervisore per modo di dire visto che, stando a quel che il mio amico mi aveva riferito, si limitava a gironzorellare qua e là rompendo le scatole a quei poveri cristi che invece dovevano passare ore ed ore a sorvegliare il villaggio.
    Altro? Per niente, i suoi compiti erano solo questi. Insomma se ne stava bello e tranquillo all'interno delle mura del villaggio che avrebbe dovuto protreggere prendendo una cospicua somma di denaro a non fare una sega.
    Più ci pensavo più mi innervosivo in quanto, oltre a criminali, banditi e quant'altro, queste erano proprio questi il genere di persone che rovinavano il paese e che avrei voluto eliminare. Non uccidere, sia chiaro, semplicemente sollevarle dai loro ranghi e metterle in riga. Tuttavia, finchè rimanevo un semplice soldato, ciò rimaneva unicamente un desiderio irraggiungibile.
    Sospirando alquanto amareggiato tornai a vagare con lo sguardo nella speranza che la nottata si movimentasse. Oddio, in verità non mi auguravo un attacco da parte di qualche criminale, ma se qualcosa non sarebbe accaduto avevo il brutto presentimento che mi sarei addormentato.

     
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    •Chapter III
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -

    Il mio turno per fortuna sarebbe dovuto finire al sorgere dell'alba, per poi riprendere la sera stessa poco dopo il tramonto, tuttavia, non appena dovevano mancare si e no un paio d'ore al momento tanto atteso ecco che Sakumi, nella sua più raccapricciante persona, comparì all'improvviso dietro di me annunciandomi una piacevolossima notizia.

    - Soldato, mi spiace per te ma dovrai mantenere la posizione fino all'ora di pranzo circa. A quanto pare quello che doveva prendere il cambio con te si è sentito male e non può venire... -

    A causa del sonno i miei sensi si erano un pò affievoliti e quindi la sua comparsa inaspettata per poco non mi fece prendere un colpo. Cercando di mantenere la calma ed un atteggamento composto mi girai verso di lui rispondendogli con il classico "signorsì signore". Anche se la cosa non mi piaceva purtroppo non c'era nulla da fare: se il mio collega si era sentito male avrei dovuto mettere da parte i miei interessi e fare il mio lavoro, ma non appena la mia faccia seria e composta incrociò la sua notai quanto maligna e divertita era l'espressione dipinta sul suo volto.
    Trattenendsi a stento dallo scoppiare in una fragorosa risata inizialmente non riuscivo proprio a capire il perchè di quel suo atteggiamento, ma quando i due neuroni ancora attivi nel mio cervello iniziarono a mettersi in moto tutto si fece più chiaro.

    *Becco che 'n tu sei altro...*

    Pensai sempre più innervosito che, riuscendo a stento a mantenere la calma, la palpebra del mio occhio destro iniziò a chiudersi ed aprirsi in maniera frenetica. Notando la mia reazione quel lurido verme non riuscì a trattenere le risate e mentre io mi limitavo a rispondere annuendo con il capo in silenzio questi mi ignorò totalmente allontanandosi con le mani alla bocca dello stomaco per via delle risate.
    Kiriku mi aveva avvertito su una cosa: quel figlio di buona donna era solito mettersi a fare scherzi di poco gusto come ad esempio prolungare il pattugliamento senza alcuna motivazione. Infatti il motivo della sua sospesione fu proprio il fatto di non voler fare una cosa del genere.
    Possono andare una, due, tre volte, ma quando al quarto giorno di fila viene richiesta la solta cosa con la medesima scusa gatta ci cova.
    Per quanto mi riguardava era la prima volta, ma a giudicare da come si comportava sembrava proprio che la cosa fosse tutta una sua messa in scena per complicarmi la vita. Cosa di cui ebbi conferma in quanto, concentrandomi sul mio udito, captai delle sue sconcertanti parole.

    - Eheheh, quel fesso ci è cascato in pieno... -

    A quanto pare una volta fuori dal mio campo visivo pensava di essere fuori pericolo in quanto senza problemi si permetteva di rivelare ad alta voce le sue vere intenzioni.
    Stringendo i denti e cercando di fare ricorso alla mia forte determinazione mi feci forza continuando a sorvegliare la zona come richiestomi.
    I secondi sembravano diventare minuti e quest'ultimi ore. Il tempo non sembrava scorrere mai tant'è vero che ad un certo punto pensai quasi di cadere in preda ad una crisi isterica. Quanto mi faceva incazzare quel sergente da strapazzo.
    Provando in tutti i modi a non pensarci continuai ad andare avanti fino a quando, con il sole bello alto nel cielo, finalmene potei andarmene. Neanche mangiai: una volta tornato ad i miei alloggi mi accasciai sul letto vestito com'ero.
    Risveglitomi dopo appena 7 ore di sonno ebbi il tempo sufficiente per un breve pasto prima di ritornare alla mia postazione senza tardare. Già Sakumi era bravo a rompere le scatole di suo, figuriamoci se gli davo anche un pretesto come ad esempio il fare tardi.
    E via così, giorno dopo giorno dovetti subirmi tutte le notti e spesso anche buona parte della mattinata quel fottuto caa'azzo senza poter fiatare.
    Il giorno in cui finalmente il mio amico potè tornare a lavorare non potevate immaginare quant'ero felice, anche se, però, adesso che avevo capito con che tipo di gente aveva a che fare non potevo che provare dispiacere per lui.
    Andare a rischiare la vita fuori dal villaggio in mezzo a bande di delinquenti armati fino ad i denti? Cazzo sì se preferivo certe cose a dovermi subire quello snob del cavolo ogni santo giorno!


    Fine. Al posto della consueta exp richiedo i soldi consoni al mio rango: 600 Ryo. Attendo conferma.
     
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    Accordato, prendi pure i ryo :sisi:
     
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