Nascita di una nuova alleanza

Team Haru

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  1. "KING"
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    Così, per provare, passo al presente



    L'Anbu, avvolto e protetto dalla sua divisa speciale composta di tre parti: una per il busto, protezioni alle braccia, e schinieri sugli stinchi, il tutto corredato da un manto cremisi e maschere di porcellana con diverse espressioni, dalla gioiosa a quella furiosa, a quella inespressiva che ora copre il suo volto, sta attendendo in rispettoso silenzio che Sherama-sama finisca di scrivere un misterioso biglietto.
    Non può vederlo, ma storce a mo' di smorfia il naso, in preda ad un prurito improvviso, a Sherama non sarebbe importato nulla se Haru si fosse levato la maschera per grattarsi il naso due secondi, ma l'Anbu conosce bene l'importanza della forma.
    Guarda appena alla sua sinistra una nuova guardia del Kage che non aveva mai visto prima, ma del resto Haru ancora non conosce tutti i suoi colleghi di Iwa.
    indossa una maschera da furetto e la classica tenuta da Anbu con giubbotto da guerra semplice e protezioni per gli arti.
    In schiena porta assicurata ad un fodero una grossa mannaia a due mani.
    Per Haru non è un problema, le armi metalliche sono inutili con lui, come del resto molte altre cose.
    Ecco, Sherama posa finalmente la piuma d'oca nel calamo, prende il suo sigillo e con la ceralacca imprime il suo marchio personale al rotolo appena chiuso, e lo fa sparire con un jutsu.
    Alza pigramente la mano destra facendo cenno ad Haru di avvicinarsi, penetrandolo nel frattempo con uno sguardo molto intenso, come a voler scorgere oltre la sua maschera.
    Haru si avvicina con passo sicuro alla scrivania del Kage compiendo non più di otto metri, poi si ferma e comincia a parlare con voce sicura.

    <perdonatemi Sherama-sama, ma ho dovuto distogliervi dai vostri impegni per una questione per me urgente.
    Non so se avete già letto il rapporto del mio ultimo incarico ma
    . . .
    Non è andato a buon fine, i criminali sono scappati anche se ne ho catturato uno e>


    Ma lo Tsuchikage interrompe bruscamente il discorso di Haru, e ne taglia una parte, ritenendolo forse troppo prolisso in questi casi.
    Haru si è accorto che Sherama sta imparando a conoscerlo molto in fretta, forse troppo anche.

    <sì, gli stanno già scavando nella mente senza troppi complimenti, è nella stessa cella in cui ti trovavi tu
    . . .>


    E sospende qualche secondo il suo verbare, come a voler enfatizzare quell'informazione.
    Ed Haru lo nota poichè sotto la maschera si fa largo un lieve ghigno.

    <. . .
    Abbiamo già estratto qualcosa, ma la sua mente è più contorta e protetta di quello che ci aspettavamo, ci vorrà ancora un po' ma abbiamo già qualcosa su cui basarci per iniziare a muoverci, ora arriviamo alla ragazza giusto?>


    <giusto>

    Riprende Haru.

    <sono stato preso un po' dal momento, ma avevo davvero brutte sensazioni, così ho preferito portarla qua.
    La Roccia oramai è sicura, molto più di altre terre, e poi ci serviranno nuovi giovani Ninja e Kunoichi pronti a difendere il Paese>


    Adesso è Sherama a ridere di gusto, interrompendo nuovamente Haru.

    <ma non volevi tenerla lontano dai pericoli?>

    <no, forse avete frainteso quanto ho scritto nel rapporto, io desidero far si che possa affrontare da sola qualsiasi minaccia le si pari davanti, e se sarà troppo, andrò nuovamente a salvarla.
    Comunque volevo chiederle di promuoverla immediatamente a Genin, e di assegnarla a me, assieme all'altro ragazzo che sto già seguendo.>


    Sherama torna di colpo serio, molto serio.
    Haru capisce già dal suo sguardo la risposta prima che arrivino le parole del Kage, ora coi gomiti appoggiati alla scrivania a sorreggere la testa.

    <questo non posso farlo, deve prima fare l'Accademia, è necessario affinchè apprenda bene le basi, non per giudicare il tuo metodo, ma la mia accademia è la migliore in circolazione.
    Comunque può fare un corso super-accelerato, ed intanto può anche assistere il tuo pupillo nei suoi allenamenti quotidiani.>


    <Capisco, li farò conoscere subito>

    Porta la destra al petto in segno di rispetto e fa un piccolo inchino al Kage prima di voltarsi ed uscire dall'ufficio del boss e dal suo palazzo.
    Claire lo sta aspettando fuori dal palazzo, intenta a giocherellare con un sassolino, colpendolo pigramente con i piedi.
    C'è già una certa intesa fra i due, un'intesa pari a quella che lui aveva con il suo antico Maestro, o con Nami-sama, la Kazekage, prima di quella cupa notte.
    Ma ora le cose sono diverse, sia per Haru, sia per tutto il Mondo Ninja.
    Claire prende a seguire Haru senza dire una parola, ma con una grande gioia e trepidazione negli occhi.
    Haru cammina abbastanza veloce e guarda furtivo a destra e a sinistra come a cercare qualcosa, o qualcuno.
    Si arrampicano per una vietta in salita e girovagano per Iwa finchè non trovano una casetta tranquilla.

    <bussa alla porta Claire, io devo fare una cosa>

    Dice prima di sparire completamente, come nemmeno il migliore dei prestigiatori è in grado di fare.
    Il suo corpo si scinde, gli atomi vagano in un nuvolo contorto per poi riassemblarsi con perizia, alle spalle di chiunque abbia aperto la porta.
    Attende che la porta venga aperta del tutto e la reazione di trovare davanti alla porta Claire, in tutto il suo splendore adolescenziale.


    Clare apre bocca come a voler parlare, ma Haru la precede con un

    <bu!>



    Eccoci, ruola pure ciò che preferisci, l'importante è che apri tu la porta di casa.
    A descrivimela un po' casa tua che Haru è curiosone :si2:
     
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    Sembrava una giornata tranquilla, ero convinto fosse una giornata tranquilla, e per tranquilla intendevo una completa assenza di qualsiasi rottura di scatole, compito, visita o persona. Una di quelle giornate da passare in assoluta solitudine e senza proferire una sola parola, che bello! Non potevo immaginare come presto mi si sarebbe invece riversato tutto addosso, e tutto in un colpo solo. Era bel tempo, quei bei pomeriggi di sole ed arietta fresca e pulita, un silenzio sacro che veniva interrotto solo dal leggero fruscio del vento tra le fronde degli alberi, un atmosfera rilassante e perfetta per quel che avevo in mente di fare. Visto che ultimamente avevo avuto solo poco tempo per sbrigare le mie faccende, avevo deciso a dare una bella ripulita a tutta la casa, per poi concedermi qualche oretta di assoluto relax a godermi il tramonto sul colle vicino a casa. Ero a buon punto, avevo già ripulito tutto il piano superiore, ovvero la mia camera da letto, non poca cosa vista l'altezza del tetto e il numero di ragnatele che vi si erano formate nel tempo. Come nuovo anche il camino, completamente spolverato, così come il piccolo terrazzo che dava sulla facciata principale. A quel punto mancava praticamente solo metà casa, ovvero una cucina mezza sgombra, con poca roba in frigo e in giro, il tavolo e le sedie. La roccia con cui è fabbricata la maggior parte della mia casa rende tutto piuttosto facile, gli angoli sono spigolosi e squadrati, basta una botta di scopa, senza muovere un dito con la manipolazione delle lame, e tutto torna come nuovo... che poi nuovo, quella casa non è stata nuova forse nemmeno il giorno che è stata costruita. Tutta storta, sembra poter cadere su se stessa da un momento all'altro, l'architetto doveva essere ubriaco, eppure in quella forma così curiosa si nasconde la sua bellezza, o almeno quel che piace a me di lei, la sua imperfezione.



    Tutto procedeva per il meglio, ero da poco sceso dalle scale per passare a ripulire la zona inferiore, quando all'improvviso qualcuno ha bussato alla porta. Ero piuttosto preso ed immerso nei miei pensieri per accorgermene una prima volta, mi era persino sfuggita la presenza di entrambi da quanto ero distratto e deconcentrato. Pensare che stavo persino canticchiando, cose mai viste.

    La vecchietta va 'la montagna, la montagna, la la la... ed un lupo se la mangia, se la mangia, già già già!

    *toc* ... *toc toc*



    Ma... chi diavolo è?!

    Non aspettavo visite, non gradivo visite. Perciò mi sono avviato verso la porta piuttosto incazzato ed indispettito, avanzando a passi svelti e sbattendo i piedi ad ogni appoggio. Arrivato sull'uscio ho spalancato la porta di botto, completamente, con la carogna in viso di chi è stato interrotto dal postino mentre caga.

    Insomma che caz-z-... ... ...zalve!

    C'era una ragazza alla mia porta, una ragazza bellissima, almeno a mio parere, lo stesso ragazzo che giudica la propria baracca un castello, quindi potrei sbagliarmi, anche se posso dire che la sua bellezza potesse essere definita oggettiva. Aveva degli occhi grandi a marroni, profondi ed intriganti, e sebbene la sua posizione e il resto della sua faccia mostrassero un evidente vergogna e riservatezza, essi nascondevano ed esprimevano qualcosa di diverso. Ne sono rimasto completamente ipnotizzato, ammaliato. I suoi occhi esprimevano tutto il suo splendore. Il resto del corpo era normale, anzi piuttosto malcurato rispetto a certe tipe che si vedono in giro al giorno d'oggi. I capelli erano spettinati e tagliati approssimativamente, i vestiti stracciati in alcuni punti e sporchi di terra, e in generale sembrava una che nelle ultime quarant'otto ore doveva averne vista tante, forse troppe. Sembrava in difficoltà, così ho preso io la parola per primo, dimostrandogli la mia disponibilità.

    Tutto bene? Avanti, entra, scommetto che una sedia e un the caldo non ti dispiacerebbero affatto. Guarda li sei vuoi c'è- bu! -OOO!

    Ho voltato il busto verso l'interno per mostrare la posizione del seggio e far spazio alla ragazza, ma quando ho girato la testa ho trovato alle mie spalle una grossa figura nera, la quale sul momento mi ha fatto sobbalzare per lo spavento. Per fortuna si trattava di Jackdow, il mio sensei menefreghista che si fa vedere solo nel momento del bisogno, o in ogni caso quasi solo esclusivamente quando va bene a lui. Stavolta per esempio aveva bisogno.Quel bastardo praticamente negli ultimi tempi è stato un fantasma, più di una volta ho pensato fosse addirittura morto, ma alla fine quel furbacchione si rifà sempre vivo, comparendo come sempre in modo furtivo in casa mia. Almeno stavolta non mi ha fregato niente da mangiare... Forse.

    Jackdow! Maledizione mi hai fatto prendere un colpo! Comunque bentornato eh...
     
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  3. "KING"
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    Haru sorride al giovane allievo mentre dall'altra parte, Claire, si abbandona ad una risata fragorosa piegandosi in due, alla vista della reazione di sgomento di Xavier.
    A quanto pare lo scherzo dell'Anbu le è molto piaciuta, probabilmente non si aspetta simili burlate da una delle guardie personali del Kage.
    Ma ad Haru piace rompere la monotonia, scombinare le carte in tavola, agire contromano.
    Haru aspetta qualche secondo che Claire si riprenda per introdurre la ragazza al suo pupillo.
    Pochi passi per mettersi in mezzo al campo visivo di entrambi, in modo da riuscire a guardarsi tutti e tre.

    <xavier, questa è Claire, mia protetta.
    Claire, questo bel giovanotto è Xavier, mio allievo>


    Claire sorride al ragazzo, un sorriso ammaliante e pieno di gioia.
    A contornare e a dar più emotività a quel sorriso la chiusura degli occhi e l'inclinazione della testa leggermente di lato, con i biondi capelli che ondeggiano e risplendono al sole mattutino.
    Giunge le mani tenendole poco sopra l'altezza delle ginocchia, e fa un lieve inchino a Xavier parlando con voce cristallina.

    <molto piacere!
    Complimenti, hai una casa davvero carina e originale.>


    Haru abbozza un sorrisetto compiaciuto dalle maniere della ragazzina e dal suo fare.
    Ha una predisposizione naturale a capire quali parole usare in base alla persona che ha davanti.
    Attende pochi secondi che finiscano di fare la prima conoscenza per poi riprendere a parlare in tono serio, confacente alla maschera che indossa.

    <bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni, possiamo procedere con il vostro addestramento.
    Xavier, Claire, ora fate ufficialmente parte del Team Haru della Roccia.
    . . .>


    Pronuncia quelle ultime parole con un misto di solennità e reverenza, come se a nominare una creatura leggendaria.
    Poi, con altrettanta teatralità, posa la mano sinistra sulla sua maschera seria, e la leva dal volto svelandolo ai suoi discepoli.
    Un viso perfetto secondo i canoni estetici, dalla pelle liscia e abbronzata, gli occhi, del colore dell'oro, penetranti e profondi, con un velato sguardo agghiacciante colmo di negatività sepolto nel profondo delle iridi.

    4vYoHgP

    <. . .
    Siamo quasi ufficialmente una squadra indipendente agli ordini del Kage, vale a dire che non saremo come gli altri Team della Roccia.
    Noi saremo il Fiore all'occhiello dell'Esercito di Iwa.
    Con incarichi molto ardui, assegnati direttamente dal Kage.
    In caso di guerra o attacchi avremo un ruolo fondamentale nelle operazioni principali.
    Non parteciperemmo spesso ai grandi scontri che si sono verificati nel corso dell'ultima guerra, ma saremmo dietro le linee nemiche costantemente nel pericolo.
    Il vostro addestramento non servirà a rendervi forti o abili ninja, ma a farvi sopravvivere a qualsiasi cosa il fato decida di gettarvi addosso.>


    Haru fa qualche passo avanti per poi sparire, e ricomparire fuori dalla casa di Xavier.
    Fa cenno ai due di seguirlo mentre si incammina ripercorrendo la via da cui era arrivato prima.
    Claire trotterella dietro al suo nuovo mentore, seguita dal suo nuovo alleato.

    <xavier, perdona la mia poca presenza ma ho avuto molti impegni inderogabili>

    Lo sguardo del Sensei si fa duro e severo.
    Decide di rimettere sul volto la maschera seria, ma lascia il cappuccio calato e gli argentei capelli al vento.
    Il suo passo è lungo e slanciato, non lasciando un attimo di più al giovane per chiudere adeguatamente casa sua.
    Imbucando la strada un po' dissestata che riporta al cuore del villaggio, Haru riprende a parlare.

    <spero che tu ti sia allenato a dovere nel frattempo poichè ci aspetta un periodo lungo e difficile.
    Gli equilibri delle grandi nazioni sono molto precari, con terribili ed inquietanti voci che provengono dal Sud.
    Claire, Ogni volta che io partirò, tu starai con Xavier, ti proteggerà lui
    . . .
    Xavier, non serve che io ti dica altro.>


    Sospende il suo verbare attraversando uno stretto vicolo fra un gruppo di case rotonde nel tipico stile della Roccia.
    Un'anziana donna sta scopando la polvere da davanti al suo ingresso, buttandola praticamente dal vicino.
    Un'uomo in bicicletta sta per passargli accanto quando perde l'equilibrio ed il controllo del manubrio rischiando di sfracellarsi proprio contro Haru.
    Il Ninja, quasi inosservato, con un velo d'oro riassesta il veicolo reindirizzandolo alle loro spalle.
    Svoltano a sinistra per arrivare in una locanda tranquilla.
    L'edificio è a tre piani, alto e rotondo come la maggior parte delle abitazioni e palazzi di Iwa.
    La porta in legno dipinta da poco, con un'allegra insegna colorata recante una scritta.
    "Il Mandrillo Verde"
    una volta dentro un tiepido calore riscalda i tre dalla fresca aria montana mattutina che c'è all'esterno.
    Di fronte a loro un grande bancone di legno con alti sgabelli verdi.
    Un ometto calvo ed occhialuto era il locandiere che storce lo sguardo non appena entra l'Anbu mascherato ed osserva poi in modo sospetto gli altri clienti sparpagliati fra i vari tavolini rotondi nelle due sale a lato del bancone.
    Dietro al bancone tre credenze ricche di bottiglie variopinte, poco a sinistra una piccola cucina, e dietro alla zona bancone le scale per accedere alle camere ai piani superiori.
    Haru si addentra nell'ala destra trovando un tavolino appartato non distante da un caminetto a legna che emana un piacevolissimo calore.
    Il profumo di legna che arde, che ha imparato in breve ad apprezzare, gli riempie in poco tempo le narici.
    Ordina tre infusi di erbe e limone per poi riprendere a parlare.

    <bene, ora posso presentarmi anche io.
    Il mio nome è Haru Kamigawa, nato nel Deserto.
    Sono stato uno shinobi di Suna fino al giorno in cui una persona non ha cambiato completamente la mia vita.
    Costretto a scegliere fra rinunciare ad essa o vivere in schiavitù, o scelto la seconda, pervaso da negatività e principalmente vendetta mi sono trasformato in ciò che più detestavo, un Mukenin, egoista ed incurante della sacralità della vita.
    Ancora oggi ne risento un po' di quel cupo periodo.
    Il destino mi ha preso e mi ha fatto suo burattino, ed io mi sono lasciato trascinare nel buio.
    Poi, non riuscendo più a sopportaretutto questo, con l'aiuto di un matto, ho ritrovato la luce in me.
    Sono venuto qui ad iwa per la mia vendetta, ma ho trovato una casa.
    Sherama mi ha combattuto in un duello alla morte, ed infine ha deciso che la mia vita, alla fine, può avere un valore.
    Mi ha fatto suo Anbu, mi ha dato una nuova occasione ed una nuova vita.
    Alla fine ho adempiuto alla mia vendetta, ma non era più tale.
    Era la mia ribellione alle catene del fato, che ho spezzato per poter costruire da solo la mia strada.
    Ma ora non sono più solo, voi mi aiuterete a costruire una strada migliore.
    Una Via, che potranno percorrere tutti, e che porta ovunque vorremo.>


    Arrivano gli infusi, ed Haru, dopo due soffiate, beve sommessamente la sua bevanda.
    Non si era mai aperto così tanto con nessuno, ed il fatto che lo stia facendo ora con loro due, era qualcosa che andava oltre la loro comprensione.
    Nemmeno Haru sa fino in fondo dove vuole arrivare, annebbiato dai ricordi di due vite.
    Si sofferma ad osservare intensamente Xavier, per poi passare a Claire.
    E continua poi a parlare, rivolgendosi ad entrambi.

    <xavier, Claire, voi avete un ruolo importante, voi siete il futuro del mondo.
    Voi plasmerete gli eventi futuri, come io ho fatto, nel bene e nel male, in quelli passati e presenti.
    Il mio compito diventa sempre più complesso, poichè il mio stesso addestramento è stato frammentario ed incompiuto, ed è più quel che ho imparato sulla mia pelle che non quanto mi anno insegnato maestri e pergamene.>


    Poi continua a bere il suo infuso inebriato dal sapore e dall'odore.



    Edited by "KING" - 27/6/2015, 15:18
     
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    Quel burlone di Jackdow, me l'ha fatta ancora. Almeno ha fatto ridere la ragazza, la quale non ha saputo trattenere una squillante risata, un sorriso abbagliante che mi ha fatto immediatamente abbandonare ogni risentimento verso il mio sensei.

    Xavier, questa è Claire, mia protetta. Claire, questo bel giovanotto è Xavier, mio allievo.

    La ragazza mi ha sorriso nuovamente, facendomi arrossire per quanto era bella, io dal canto mio non ho potuto che ricambiare e gli ho sorriso di rimando, accompagnando una strizzata d'occhio d'intesa al gesto di consuetudine. Tuttavia continuavo a non capire il motivo della loro visita, cosa che mi teneva ancora un pochino sul chi va la, almeno finchè la ragazza non mi si è avvicinata, inchinandosi al mio cospetto e presentandosi.

    Molto piacere! Complimenti, hai una casa davvero carina e originale.

    Se già ero un poco arrossito, dopo quelle parole sono diventato color peperone maturo, sulla mia fronte sono comparse delle piccole goccioline di sudore a prova del fatto che ero visibilmente in difficoltà. Non ho mai parlato con molte ragazze, al monastero per diciott'anni sono stato circondato esclusivamente da maschi, e la cosa si nota.

    Ehm... grazie mille Claire... anche a me piaci molto... la mia casa... … ...si, mi piace molto!

    Che coglione, peggio di cosi non potevo di certo fare, per fortuna che Jackdow m'ha tirato fuori dai guai, riprendendo la parola per preannunciare un evento a dir poco sconvolgente, qualcosa che mi avrebbe fatto presto dimenticare ogni altra questione sui generi.

    Bene, ora che abbiamo fatto le presentazioni, possiamo procedere con il vostro addestramento. Xavier, Claire, ora fate ufficialmente parte del Team Haru della Roccia

    Il team cosa? Già, quel nome mi era nuova, ed era proprio questa la domanda che stavo per fare, non fosse che il mio sensei, dall'identità fino a quel momento a me completamente sconosciuta, si è portato una mano sul volto coperto dalla solita maschera, afferrandola e togliendosela di dosso. La mia bocca si è aperta e la lingua è rotolata giù fino al pavimento, così a lungo che qualche mosca dev'essermi entrata in gola. Ero sorpreso, ma che dire sorpreso, ero esterrefatto, sbalordito, sconvolto da quel che era appena successo. Jackdow. Che fino a quel giorno ha tenuto completamente nascosto ogni minimo particolare del suo corpo e della sua persona, si è mostrato a me, a noi, come nulla fosse. Il suo sguardo era di ghiaccio, fisso immobile davanti a se, labbra serrate e nemmeno la minima smorfia a turbarne l'immobilità. Praticamente sotto la maschera vi era un'altra maschera, un'imperturbabile espressione di serietà e mistero, aggettivi che già attribuivo al mio maestro. Aveva la faccia di uno che nella vita ne ha viste di tutti i colori, una di quelle facce difficili da sorprendere o da smuovere, difficili persino solo da guardare a dirla tutta. Egli dunque, dopo avermi lasciato il tempo di assorbire il colpo, ha ripreso a parlare come nulla fosse accaduto.

    Siamo quasi ufficialmente una squadra indipendente agli ordini del Kage, vale a dire che non saremo come gli altri Team della Roccia. Noi saremo il Fiore all'occhiello dell'Esercito di Iwa. Con incarichi molto ardui, assegnati direttamente dal Kage. In caso di guerra o attacchi avremo un ruolo fondamentale nelle operazioni principali. Non parteciperemmo spesso ai grandi scontri che si sono verificati nel corso dell'ultima guerra, ma saremmo dietro le linee nemiche costantemente nel pericolo. Il vostro addestramento non servirà a rendervi forti o abili ninja, ma a farvi sopravvivere a qualsiasi cosa il fato decida di gettarvi addosso.

    Non capivo le sue parole, non riuscivo a capire nulla di quel che stava accadendo, era tutto come un sogno, pensavo che adesso la ragazza mi avrebbe baciato e sul più bello mi sarei svegliato. Ma non è andata affatto così, poiché era tutto estremamente reale. Jackdow quindi esce di casa, scomparendo e riapparendo a qualche metro dall'uscio, posizione da cui ci fa segno di seguirlo. La ragazza parte immediatamente, io rimango ancora leggermente stupito ed inizialmente esito, per poi seguire, in assenza di alternative. Chiudo casa e raggiungo il duo, giusto in tempo per beccarmi un'occhiataccia fulminante dall'anbu che ci guida. Il bello è che se c'era uno a dover essere scocciato, quello ero proprio io.

    Xavier, perdona la mia poca presenza ma ho avuto molti impegni inderogabili...spero che tu ti sia allenato a dovere nel frattempo poichè ci aspetta un periodo lungo e difficile.Gli equilibri delle grandi nazioni sono molto precari, con terribili ed inquietanti voci che provengono dal Sud.

    Addirittura si è scusato, giornata folle. A meta del discorso si è poi rimesso la maschera, riassumendo la solita figura inquietante e solenne, come un totem o una statua, la cui sola presenza è sufficiente a mettermi in difficoltà.

    Si sensei, mi sono allenato a dovere. Inoltre ho sentito qualcosa a riguardo di quel che è successo ultimamente, non è molto ma non ci vuole un genio per capire si tratti di qualcosa di molto grosso.

    Acquisito quel che voleva sapere, egli si è rivolto poi alla ragazza, informandola di quel che avrebbe dovuto fare di li in avanti, questione che riguardava anche, e soprattutto, me.

    Claire, Ogni volta che io partirò, tu starai con Xavier, ti proteggerà lui...Xavier, non serve che io ti dica altro.

    Ho fatto un cenno per confermare la mia completa disponibilità nella faccenda. Non mi dispiace affatto dover badare a quella fanciulla, e non solo perchè è carina, ma anche e soprattutto perchè non sono proprio il tipo pieno di amici e persone che gli riempiono la giornata. Anzi tutt'altro, mi sento sempre molto solo, e la cosa non giova affatto alla mia persona. Ultimamente facevo sogni strani, pensieri ancor più contorti, e una presenza così solare come quella di Claire non potrà che farmi bene. Abbiamo continuato a camminare finchè non siamo giunti all'entrata di un locale, il cui nome è scritto a caratteri cubitali su un'insegna posta a qualche metro d'altezza. Si chiamava il mandrillo verde. Siamo quindi entrati, sedendoci a un tavolo disparato, lontano dal bancone e dalla maggior parte della gente che si trovava in quel posto. Li, lontano da occhi ed orecchie indiscrete, Haru Kamigawa ha rivelato la sua vera identità ai presenti, sconvolgendomi ancor più di quanto avesse fatto mostrandomi il suo volto.

    Bene, ora posso presentarmi anche io. Il mio nome è Haru Kamigawa, nato nel Deserto. Sono stato uno shinobi di Suna fino al giorno in cui una persona non ha cambiato completamente la mia vita. Costretto a scegliere fra rinunciare ad essa o vivere in schiavitù, o scelto la seconda, pervaso da negatività e principalmente vendetta mi sono trasformato in ciò che più detestavo, un Mukenin, egoista ed incurante della sacralità della vita. Ancora oggi ne risento un po' di quel cupo periodo. Il destino mi ha preso e mi ha fatto suo burattino, ed io mi sono lasciato trascinare nel buio. Poi, non riuscendo più a sopportaretutto questo, con l'aiuto di un matto, ho ritrovato la luce in me. Sono venuto qui ad iwa per la mia vendetta, ma ho trovato una casa. Sherama mi ha combattuto in un duello alla morte, ed infine ha deciso che la mia vita, alla fine, può avere un valore. Mi ha fatto suo Anbu, mi ha dato una nuova occasione ed una nuova vita. Alla fine ho adempiuto alla mia vendetta, ma non era più tale. Era la mia ribellione alle catene del fato, che ho spezzato per poter costruire da solo la mia strada. Ma ora non sono più solo, voi mi aiuterete a costruire una strada migliore. Una Via, che potranno percorrere tutti, e che porta ovunque vorremo.

    Parole forti, un colpo al cuore. Per tutto il suo discorso sono stato in religioso silenzio, era come se mentre parlava non ci fosse nient'altro, tutto intorno a lui spariva e rimanevano solo le sue parole, l'unica cosa che catturava la mia attenzione e mi isolava da tutto il resto. Non mi sono accorto ne del tizio che era giunto a prendere le ordinazioni ne dell'arrivo dei nostri infusi, tanto che quello che mi apparteneva è rimasto sul tavolo a raffreddarsi senza che nemmeno mi accorgessi della sua esistenza. Non sapevo cosa dire, non sapevo cosa fare o pensare. A questo punto siamo rimasti tutti in silenzio religioso, forse per un minuto, anche se per me è durato un'eternità. Non so quanti pensieri mi siano passati per la testa, non ne ho idea.

    Xavier, Claire, voi avete un ruolo importante, voi siete il futuro del mondo.
    Voi plasmerete gli eventi futuri, come io ho fatto, nel bene e nel male, in quelli passati e presenti.
    Il mio compito diventa sempre più complesso, poichè il mio stesso addestramento è stato frammentario ed incompiuto, ed è più quel che ho imparato sulla mia pelle che non quanto mi hanno insegnato maestri e pergamene.


    Non sapevo dove voleva arrivare, ma pendevo dalle sue labbra, non vedevo l'ora di capire dove volesse arrivare, e sapevo che sarebbe stato qualcosa di grosso, e forse anche troppo.
     
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    Haru finisce il suo discorso solenne, ripensando al suo passato e ad ogni sua scelta.
    Giusta o sbagliata, ogni scelta è stata comunque sua, dalle più gravose, tra cui spicca il “o ti unisci a me o muori”, alle più leggere, tra lo scegliere se offrire lui o far pagare tutto a Xavier.
    Rimane quasi dieci secondi con lo sguardo perso nel vuoto, poi si riprende sbattendo due o tre volte velocemente le palpebre.
    Passa lo sguardo da Xavier a Claire, aspettandosi qualche reazione.
    Xavier rimane come impassibile, forse ammutolito, forse non glie ne frega nulla, oppure è troppo spaventato per dire qualcosa.
    Alchè interviene Claire, che guarda per qualche attimo Xavier come aspettandosi che sia lui il primo a dire qualcosa.
    Vedendo il suo silenzio, prende l’iniziativa, e parla con una voce che mai Haru aveva udito prima, in quelle poche ore che la conosceva.

    < Come sarebbe a dire un Mukenin.
    Intendi un Traditore?
    Un Ladro e Assassino?
    Come quelli che mi danno la caccia insomma. >


    Haru sorride a quelle parole, avrebbe potuto giustificarsi in mille modi raccontandole di tutto il suo cordoglio interiore e chissà cos’altro.
    D’altronde, Nami-sama l’ha molto istruito nell’arte dell’oratoria, ed in uno stile di lotta che contempla il fuorviare l’avversario e portarlo a sbilanciarsi in suo favore, solo mettendolo in agitazione con le parole.
    Haru preferisce affrontare gli avversari in maniera chiara, senza giochetti o illusioni, simili mezzucci li usa ad inizio scontro quando vuole studiare l’avversario, poichè se uno cade nei suoi tranelli verbali, non è in grado di sopportare un quasi vero scontro con lui.
    Tuttavia Haru non parla di rimorso o di giustizia o di attaccamento alla vita.
    Incrocia le braccia al petto, reclina all’indietro la sedia, tenendosi in equilibrio solo sulle due corte gambe di legno posteriori mettendo i suoi zamponi stivalati sul tavolo.
    Una posa da cattivo ragazzo insomma.

    < Tsk, io ero molto peggio di quei buffoni, ed il mio ex-capo vi avrebbe fatto svenire solo a guardarlo.
    Era bellissimo, certo non bello come me ma, aveva un corpo direi perfetto, nonche un paio di mortiferi occhi bianchi.
    La sua forza, era dieci volte tanto in proporzione alla sua bellezza.
    Mi ha portato via due fra le persone più care che avevo, senza che io potessi anche solo muovere un dito per fare qualcosa, o immolarmi al posto loro.
    E’ per questo che sono diventato un Mukenin accettando di seguirlo.
    Non era giusto che potesse esistere qualcuno di tanto irraggiungibile, che nemmeno il mio maestro era stato in grado di farlo impegnare sul serio.
    Non potevo accettare di essere un’altra inesorabile macchia di sangue sulla sua lama. >


    Fa un’altra pausa, osservando lo sguardo rapito dal suo racconto di Claire, e l’espressione quasi indecifrabile di Xavier.
    Strano, ma spesso non capiva cosa passasse per la testa a quel ragazzo.
    Anche per questo lo ha scelto come suo allievo.
    Riprende il suo discorso con voce più bassa, come se avesse per la prima volta realizzato il vero motivo dietro alle sue scelte.

    <la verità non è che io volevo sopravvivere per potermi vendicare.
    Lui mi aveva offerto un posto al suo fianco come suo vice e apprendista.
    Mi aveva dato l’occasione di poter imparare da lui, e un giorno superarlo.
    Lui mi ha plasmato come creta, e troppo tardi l’ho capito.
    Comunque, io sono diventato mukenin perchè volevo quel potere.
    Il potere di poter decidere autonomamente, senza conseguenze.
    Il poter disporre della vita degli altri a mio piacimento, senza nessun ostacolo reale.
    L’essere il più forte di tutti, colui che anche Sakkaku temeva.
    Ed alla fine, ho scombinato i suoi piani, ed un po’ quelli di tutti, venendo qui ad Iwa, entrando dalle porte principali e dichiarandomi intenzionato ad impossessarmi del rotolo del Jinton.
    In realtà volevo prima chiederlo al Kage, ma non ne ho avuto il tempo, non immediatamente. >


    Si interrompe nuovamente, e chiude gli occhi.
    Dopo qualche istante un lieve sorriso si forma sul suo volto, per poi incupirsi di colpo.

    < Troppo tempo sono rimasto sotto quel mukenin, in terre lontane estraneo a tutto.
    Qui qualcosa di grosso si è mosso, mentre lui si preparava per la sua contromossa, qui c’è stata una grande guerra, come sapete, conclusasi con Ame, e la battaglia dei Biju.
    Io ero in cella, Sherama-sama mi ha praticamente processato per duello, ed io sono riuscito a prendermi la sua vita, senza ucciderlo, entrando così al suo servizio.
    Subito mi ha inviato ad Iwa per raggiungere l’esercito, ma arrivai tardi e rimasi solo, affiancato da un medico impaurito, che solo alla fine si è ripreso, e con un Ninja di Kiri, ucciso dalla Biju-dama del mostro a tre code.
    Rimasto praticamente solo, e già provato dalla serie di scontri pesanti il giorno precedente e quello prima ancora, non ho avuto altre opzioni se non ritirarmi appena prima che il medico riuscisse a dare la sua vita per sigillarlo.
    Tuttavia non avevo ancora appreso i segreti della Polvere, o le cose sarebbero andate molto diversamente. >


    Poi torna normale, calmo e rilassato, come se avesse appena finito la sua tisana.
    Guarda prima Xavier, e poi Claire, soffermandomi su quest’ultima.

    <ed alla fine, grazie ad un amico, sono riuscito ad avere la mia vendetta, ma ad un prezzo.
    Il mio fato è segnato, chi di odio ferisce
    . . .
    Di odio perisce.
    Ho fatto ricorso a poteri che ritenevo fenomenali, ma in realtà si tratta di un abominio spregevole, molto peggio di togliere una vita innocente.
    Non vi parlerò nemmeno di questa cosa, poichè le parole non possono trasmettere l’aberrazione che viveva il mio corpo, e lo schifo che provava la mia mente.
    Non potrei essere mai abbastanza efficace a parole a persuadervi dal provare una simile cazzata.
    Comunque sappiate che non ho chiesto io il loro intervento, io ne ero solo il portavoce.
    Anche loro avevano un grosso debito di sangue nei confronti del mio ex-capo >


    Finisce il discorso e torna a sedersi normalmente, con la sedia su tutte le 4 gambe.
    Si appoggia poi al tavolo coi gomiti guardando il centrino in pizzo.
    Attende che Xavier e Claire elaborino tutto aspettando qualche secondo in silenzio.
    Fa per riprendere a parlare quando si alza in piedi, rimessosi in tenuta completa di maschera sorridente, attendendo qualcosa.
    Una frazione di secondo dopo un altro Anbu, dal mantello nero e la maschera felina, compare con un Pop ed una nube di fumo.

    < Jackdaw, Sherama-sama ha un incarico urgente per te.
    Qualcuno ha rubato delle informazioni importanti, riguardano quella cosa
    . . . >


    Nessuno può vederlo poichè ha la maschera, ma fa cenno verso Claire con naso e bocca in una smorfia contrita.
    Haru pare accorgersene poichè si volta platonicamente a guardare la ragazzina.

    <. . . Perciò devi raggiungerlo subito nel suo ufficio, dove ti darà i dettagli. >

    A quanto pare il fato è d’accordo con le sue decisioni.

    < Xavier, ti spiace pagare il conto?
    Oh accompagna anche Claire nella sua stanza al Palazzo del Kage.
    Mi correggo, accompagna Claire al Palazzo del Kage, dove potrà raggiungere da sola la sua stanza. >


    Detto questo, il suo corpo esplode in un miliardo di puntini grigio-giallastri che spariscono nel nulla.




    < Volevi vedermi Sherama-sama? >

    Haru supera ogni forma di sorveglianza o blocco e si materializza direttamente davanti alla scrivania del Kage che, incurante dell’illegalità punibile con detenzione a vita o peggio appena compiuta, e ancor più incurante della misteriosa apparizione del ninja, gli dice con voce calma come se fosse tutto normale, senza staccare gli occhi dal lungo rotolo che stava leggendo.

    < Sì Haru, sai, riguarda quei cinque che ci hanno rubato le bombe-carta.
    A quanto pare sono un’organizzazione molto potente,
    Sai abbiamo ottenuto molte informazioni da quel bestione che ci hai portato.
    La loro base si trova oltre le Montagne del Nord ed hanno in programma, come obbiettivo finale, il dominio sul mondo.
    A parte l’originalità dispongono di molti mezzi e finanziatori, fra cui forse anche qualcuno collegato al Daimyo ma su ciò devo indagare di persona.
    Comunque sia, ci hanno appena sottratto un rotolo che non doveva essere sottratto, contenente l’ubicazione di alcuni avamposti fra i monti, che possono metterci in serio pericolo.
    . . .
    Ah, approposito, al tuo rientro ti affiderò un giovanissimo Jonin che si unirà presto alla squadra Anbu.
    Si chiama Toan ed è molto talentuoso, è ancora un ragazzino, ma è già abile quanto i più forti della squadra speciale. >


    Haru annuisce al Kage lasciando che finisca il suo discorsetto.
    Viene poi congedato senza troppe cerimonie con un cenno della mano per lasciar tornare il Kage alle sue scartoffie.
    Haru Si volta, fa qualche passo e poi il suo corpo si smembra, scomparendo dalla stanza.
    E così, Haru lascia i suoi giovani allievi a loro stessi, partendo per un inseguimento in giro per il mondo che lo avrebbe portato ad una svolta decisiva.
     
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    La scena che stava avendo luogo in quel piccolo angolo di un bar qualsiasi aveva dell’incredibile, lo scenario e la situazione erano completamente stati assorbiti dalla follia di quel momento, l’unica immagine che riesco a ricordare è la faccia inespressiva di quel che era il mio maestro, il quale muoveva solo le labbra per far fuoriuscire le parole, come fosse una marionetta senz’anima, sebbene talvolta, raramente, il suo volto traspariva qualcosa di umano. Un residuo della sua anima, ormai consumata da quel che aveva fatto e visto in vita, ancora si smuoveva a ripensare a certe cose, parole che probabilmente egli aveva tenuto dentro di se per troppo tempo, senza modo o voglia di dirle a nessuno. Quel silenzio doveva durare da anni, forse da sempre a sentir la sua storia, e non dev’essere un caso che proprio quel giorno egli si sia aperto con noi. In quel momento ho capito quanto io e quella ragazzina fossimo importanti per lui, poiché per un personaggio come lui, una vita passata a cavallo tra bene e male, fatta di sofferenze e scompiglio, noi eravamo quanto di più vicino avesse ad una famiglia. Lo capisco solo ora, mi ci sono voluti giorni per rendermene conto e più d’una volta ho dovuto ricostruire il suo discorso da cima a fondo per capirne in effetti il senso. Li per li sono rimasto ammutolito, non capivo, ero talmente confuso da arrivare persino a pensare si trattasse di uno scherzo, o di una specie di prova a cui ci stava sottoponendo. Ma non era così.

    Come sarebbe a dire un Mukenin. Intendi un Traditore? Un Ladro e Assassino? Come quelli che mi danno la caccia insomma.

    Ad interrompere il silenzio imbarazzante che si era creato durante una pausa del suo racconto c’ha pensato la ragazza, Claire, la quale era sorpresa almeno quanto me di quel che stava udendo. Jackdow si era fermato ed era immobile, stava ragionando probabilmente sull’andare avanti o fermarsi a quel punto, stava forse ripensando se avesse fatto bene o no a raccontarci quella storia, ed è stato a quel punto che gli ho chiesto di andare avanti, incuriosito dal senso della storia.

    Continua sensei…

    A quel punto Haru si è messo comodo, e rilassato dal fatto che il suo racconto avesse scatenato in me curiosità anziché preoccupazione o rigetto, ha continuato il suo racconto, riprendendo dalla domanda della ragazza, di certo la prima a cui doveva spiegazioni.

    Tsk, io ero molto peggio di quei buffoni, ed il mio ex-capo vi avrebbe fatto svenire solo a guardarlo. Era bellissimo, certo non bello come me ma, aveva un corpo direi perfetto, nonche un paio di mortiferi occhi bianchi. La sua forza, era dieci volte tanto in proporzione alla sua bellezza. Mi ha portato via due fra le persone più care che avevo, senza che io potessi anche solo muovere un dito per fare qualcosa, o immolarmi al posto loro. E’ per questo che sono diventato un Mukenin accettando di seguirlo. Non era giusto che potesse esistere qualcuno di tanto irraggiungibile, che nemmeno il mio maestro era stato in grado di farlo impegnare sul serio. Non potevo accettare di essere un’altra inesorabile macchia di sangue sulla sua lama.

    La sua voce esprime tutta la malinconia che sta provando per una vita la cui direzione è stata segnata da qualcun altro, un percorso cui egli non è potuto sfuggire, costretto ad intraprendere la strada sbagliata e poi perdendosi nell’oblio del male. Ma la parte più interessante del suo discorso arriva adesso, parole che ho stampate a fuoco nella mia mente, e che hanno segnato una svolta non indifferente nel mio modo di vedere le cose, questo mondo, la mia vita. Come ho già detto non dev’essere stato un caso che quello di cui sto parlando è stato l’ultimo incontro col mio maestro, ho smesso di credere alla casualità abbracciando un’idea più astratta del perché le cose accadano, una visione più distaccata della realtà che mi circonda.

    La verità non è che io volevo sopravvivere per potermi vendicare. Lui mi aveva offerto un posto al suo fianco come suo vice e apprendista. Mi aveva dato l’occasione di poter imparare da lui, e un giorno superarlo. Lui mi ha plasmato come creta, e troppo tardi l’ho capito. Comunque, io sono diventato mukenin perchè volevo quel potere. Il potere di poter decidere autonomamente, senza conseguenze. Il poter disporre della vita degli altri a mio piacimento, senza nessun ostacolo reale. L’essere il più forte di tutti, colui che anche Sakkaku temeva. Ed alla fine, ho scombinato i suoi piani, ed un po’ quelli di tutti, venendo qui ad Iwa, entrando dalle porte principali e dichiarandomi intenzionato ad impossessarmi del rotolo del Jinton. In realtà volevo prima chiederlo al Kage, ma non ne ho avuto il tempo, non immediatamente.

    La libertà signori, l’unico vero obbiettivo a smuovere milioni di anime verso un’illusione astratta ed inesistente. La libertà di poter fare qualsiasi cosa porta solo al non fare niente, quando la vera libertà di ogni uomo è quella di vivere per se stesso, coltivando la propria persona ed elevando il proprio spirito senza costrizioni o limitazioni, fino ad elevarlo al di sopra degli altri. Era quello che Jackdow cercava, e che tutti noi cerchiamo, inconsciamente o non. Poiché ognuno vive per se stesso, e presto o tardi arriva il momento di capirlo. Per Haru ormai era tardi, l’aveva capito anche da solo, la sua vita era stata segnata da troppi eventi ed era ormai corrotta da quel che gli era accaduto, ma io non lascerò che mi capiti lo stesso, non arriverò mai a pronunciare parole simili alle sue.

    Troppo tempo sono rimasto sotto quel mukenin, in terre lontane estraneo a tutto. Qui qualcosa di grosso si è mosso, mentre lui si preparava per la sua contromossa, qui c’è stata una grande guerra, come sapete, conclusasi con Ame, e la battaglia dei Biju. Io ero in cella, Sherama-sama mi ha praticamente processato per duello, ed io sono riuscito a prendermi la sua vita, senza ucciderlo, entrando così al suo servizio. Subito mi ha inviato ad Iwa per raggiungere l’esercito, ma arrivai tardi e rimasi solo, affiancato da un medico impaurito, che solo alla fine si è ripreso, e con un Ninja di Kiri, ucciso dalla Biju-dama del mostro a tre code. Rimasto praticamente solo, e già provato dalla serie di scontri pesanti il giorno precedente e quello prima ancora, non ho avuto altre opzioni se non ritirarmi appena prima che il medico riuscisse a dare la sua vita per sigillarlo. Tuttavia non avevo ancora appreso i segreti della Polvere, o le cose sarebbero andate molto diversamente. Ed alla fine, grazie ad un amico, sono riuscito ad avere la mia vendetta, ma ad un prezzo. Il mio fato è segnato, chi di odio ferisce. . .Di odio perisce. Ho fatto ricorso a poteri che ritenevo fenomenali, ma in realtà si tratta di un abominio spregevole, molto peggio di togliere una vita innocente. Non vi parlerò nemmeno di questa cosa, poichè le parole non possono trasmettere l’aberrazione che viveva il mio corpo, e lo schifo che provava la mia mente. Non potrei essere mai abbastanza efficace a parole a persuadervi dal provare una simile cazzata. Comunque sappiate che non ho chiesto io il loro intervento, io ne ero solo il portavoce. Anche loro avevano un grosso debito di sangue nei confronti del mio ex-capo

    Qui praticamente è finito il suo discorso, dopo aver pronunciato queste parole il mio sensei ritorna a sedersi compostamente, già consapevole dell’arrivo dei due uomini che lo stanno per venire a prendere. Ed infatti, prima che io potessi esporre le mie domande, prima anche solo che io e la ragazza potessimo renderci conto di quel che era uscito dalla sua bocca, due uomini sono comparsi sulla scena.

    Jackdaw, Sherama-sama ha un incarico urgente per te. Qualcuno ha rubato delle informazioni importanti, riguardano quella cosa. . . Perciò devi raggiungerlo subito nel suo ufficio, dove ti darà i dettagli

    Jackdow sembrava infischiarsene delle loro parole, continuava a guardare me e la ragazza, poi si è alzato, ed un attimo prima di rimettere la maschera sul volto, mi ha fissato, abbassando poi la copertura sulla faccia. In quel momento mi sono accorto di quanto poco cambiasse tra con o senza quel dettaglio dopo averlo conosciuto. Prima di andarsene mi ha parlato un’ultima volta.

    Xavier, ti spiace pagare il conto? Oh accompagna anche Claire nella sua stanza al Palazzo del Kage. Mi correggo, accompagna Claire al Palazzo del Kage, dove potrà raggiungere da sola la sua stanza.

    Dopo aver riacquistato la sua identità fasulla è ritornata in lui la sua vena umoristica, una piccola digressione che mi ha lasciato un bel ricordo della sua persona. Quelle di fatto sono state le ultime parole che mi ha rivolto, l’ultima volta che ho visto Jackdow, Haru o chissà che altro nome potesse egli avere nella sua vita. Quella è stata l’unica vera volta in cui egli mi ha insegnato qualcosa, qualcosa che avrei capito solo molto più avanti, a tempo debito.

    CITAZIONE
    Fine per ora, ma sappi che voglio capire come devo fare col funerale e col tuo corpo, e quando giungerà la notizia della tua scomparsa :sisi:
     
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    Scusate il ritardo! Cagnellone può prendere 46. King, non so se darti l'exp visto che Toan già l'hai usato e Haru è morto :omg:
     
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  12. Anselmo
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    E' solo una questione d'ubiquità. Ha ruolato ed in questo caso è giusto che prenda exp. 62 exp King, niente +12.
     
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