Dorian Ashford - L'ultimo degli Immortali
I l cavallo si fermò a pochi metri dall'entrata della foresta, sapevo di non poter procedere oltre in sella al purosangue imprestatomi dalle stalle di Ame, dunque lo legai ad un albero con le redini e lo accarezzai dolcemente sul muso, amavo quegli animale, così maestosi ed aggraziati, costretti a servire l'uomo come miseri animali da soma, la tentazione di liberarlo mi passò per la mente, ma sapevo che mi sarebbe servito per il ritorno...e poi ad Ame avrebbero fatto storie.Torno presto.. Gli dissi a mezza voce sorridendo, per poi inoltrarmi dentro la fitta foresta che solo un altra volta avevo visitato, anche se quella volta non ebbi la possibilità di apprezzare molto il luogo, dato che mi ero risvegliato in una carrozza con altre 10 persone svenute attorno a me. Ricordavo bene il tragitto necessario per arrivare al tempio di Jashin qui a Kusa, nonostante lo avessi percorso una sola volta e più di 4 mesi fa, ma l'adrenalina che mi scorreva in corpo quel giorno, mentre cercavo di capire chi fossero quei clown e cosa volessero da me, mi aveva impresso nella mente ricordi molto nitidi di questo luogo, non appena raggiunsi il luogo dove il clown stava di guardia con la cord ain mano, pronto a dare lallarme, mi riaffiorarono alla mente tanti ricordi di quei tempi, e realizzai che forse, se non avessi preso la decisione di entrare in quel circo per vedere lo spettacolo, forse la mia vita sarebbe andata in modo diverso, forse adesso non sarei immortale, forse sarei potuto persino morire nel frattempo le occasioni non sono mancate, forse sarei diventato un altra persona, ma ero felice della decisione che avevo preso, esser eun monaco di Jahsin era tutto quello che desideravo, poichè era quello che ero stato inconsciamente addestrato ad essere e diventare alla Shibusen, solo ora mi rendevo effettivamente conto che tutti i sacrifici fatti, le sofferenze, i digiuni, le violenze fisiche e psicologiche che avevo ricevuto ed impartite erano servite a forgiare un guerriero immortale di prim'ordine, ed adesso mi trovavo nuovamente qui perchè Hidan mi aveva convocato, a quanto pare doveva parlarmi di una cosa urgentemente, o almeno così diceva il criptico messaggio che mi aveva inviato pochi giorni prima. Raggiunsi finalmente il tempio senza soffitto, una vecchia rovina in pietra cesellata che imbrigliava nei suoi muri, indelebili nel tempo,scene di guerra, di tortura e di omicidio, perfettamente in tema con lo spirito del luogo direi. Pure io rabbrividivo al solo pensiero di cosa queste 4 mura avrebbero potuto raccontare se avessero avuto il potere di parlare e di raccontare cosa avevano visto nei loro centinaia e centinaia anni di esistenza, a detta di Hidan questo tempio era qui da prima della sua nascita, e lui doveva avere parecchi anni.. Varcai la porta dell'atrio e giunsi dopo poco nel Sancta Sanctorum del tempio, la stanza dove riposava la testa del "Maestro", così amava farsi chiamare dai suoi sudditi. La stanza era circolare, questa volta il tetto era presente, e non potendo penetrare da nessuna parte, la luce naturale era stata sostituita con delle torce che riscaldavano la zona, dando un senso di tepore che fuori non si poteva percepire a causa della pioggia, i miei vestiti erano fradici ma ormai non ci facevo nemmeno più caso, abitando ad Ame certe cose te le scordi dopo un po.Ahhh, Dorian...finalmente..cominciavo a temere che non ti saresti più presentato.. Se ne stava li, sopra l'altare, con i suoi capelli grigi e quel suo sorriso sempre ben marcato, chissà cosa aveva da ridere, era una testa mozzata da 150 anni, io mi annoierei un po.. Mi inginocchiai, poggiando il ginocchio sinistro a terra e appoggiandomi sul destro, chinando poi la testa in un gesto di riverenza, dopo tutto era il Gran Maestro..E' difficile svignarsela da Ame di questi tempi senza un autorizzazione del Consiglio, ma ora sono qui, Maestro.. Ti starai chiedendo perchè ti ho convocato qui, domanda lecita, ma prima di rispondere a questa domanda voglio che tu osservi bene le pareti che compongono questa stanza, ti sarai accorto che le mura interne del tempio raffigurano scene di guerra e di morte no? Bene, osserva attentamente quelle di questa stanza.. Alzai la testa e volsi il mio sguardo istintivamente verso destra, le luci delle torce illuminavano quei muri incisi, incisioni che non avevo notato la prima volta che ero stato qui. Essendo la stanza circolare, non vi era una netta divisione tra le incisioni presenti in questa stanza, erano come una grossa storia narrata sulla pietra, si partiva da destra per terminare a sinistra. Partendo da destra, era possibile osservare un uomo di non ben definita età, è immobile ed osserva il cielo, come se attendesse l'arrivo di qualcosa, dell'alba forse. Andando avanti, una figura compare dal cielo, non è ben definita, non ha un volto, ma ha in mano qualcosa, sembra essere un libro, o forse un diario. L'uomo pare dialogare con quell'essere disceso dal cielo, il quale gli consegna il libro o diario che sia, per poi sparire, ma non prima di aver toccato l'uomo sulla fronte con un suo braccio...la cosa strana del murales è che pare essere un braccio scheletrico, privo di carne o pelle attorno, ma forse è solo il murales rovinato, anche se pare non aver subito danni evidenti. La parte successiva del murales è poi danneggiata, le uniche cose che si intravedono è l'uomo che parla con altri uomini, tutti incappucciati, ma non si capisce altro, il muro è stato sfregiato con qualcosa ed una parte di esso è crollato. Una buona parte poi del muro contiene delle scritte in una lingua che non conoscevo, doveva essere una specie di spiegazione di quello che le immagini del murales raffiguravano, ma leggerlo era fuori discussione, dunque non rimaneva che la parte sinistra della stanza,quella accanto a me, l'ultima parte della storia. Essa raffigurava lo stesso uomo con quel libro in mano dirigersi verso una montagna, una montagna con una specie di villaggio alla base, un villaggio che si estendeva dalla base fino alla metà della montagna, con una specie di rocca incavata dentro la roccia, era li che pareva dirigersi l'uomo. La parte di muro successiva a questa scena era crollata e le macerie erano state rimosse dalla stanza, dunque era impossibile capire il finale della storia narrata qui dentro..
Confuso eh? Lascia che ti spieghi.. La leggenda narra che quell'uomo sia stato il primissimo di noi, il primo Jahsinista mai esistito, si dice che fosse un feroce assassino, che avesse ucciso il rè di quella terra durante il banchetto nuziale di suo fratello, mettendo del veleno di pesce palla dentro il vino che veniva servito, per fare ciò altre 81 persone rimasero uccise, poichè avevano bevuto lo stesso vino, il veleno era a lento rilascio, così nessuno sarebbe morto sul momento, facendo credere così che fosse il vino la causa. Jashin, la figura che vedi scendere dal cielo, notò il gesto e decise di ricompensarlo con l'immortalità...a patto che egli uccidesse in suo nome e compisse un rituale su ogni vittima che uccideva...così..la sua anima, anzichè dirigersi verso il mondo puro, sarebbe finita nel suo dominio e li sarebbe rimasta per l'eternità..
E quel libro?
Si racconta che Jashin abbia donato all'uomo un libro, un libro contenente tutti i più grandi segreti del nostro culto...si dice che quel libro contenga il vero potere di Jashin, e che chiunque legga il suo contenuto ottenga dei poteri simili a quelli di un dio..pare inoltre che dentro quel libro sia scritto il vero ed unico modo uccidere l'anima di un monaco ed impedire che si incateni al suo corpo umano, in altre parola, come uccidere un immortale.
Edited by Revan - 24/6/2015, 11:45