Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa.

P.Q di Lobo Obol

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  1. G.roucho
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    PROLOGO:


    Sopra la panca la capra campa,
    sotto la panca la capra crepa.







    When there's nowhere else to run

    Is there room for one more son

    One more son

    If you can hold on

    If you can hold on, hold on

    I want to stand up, I want to let go

    You know, you know, no you don't, you don't

    I want to shine on in the hearts of men

    I want a meaning from the back of my broken hand


    Pioggia. Eterna solitudine. Un tombino aperto e il freddo dell’inverno. Ruota che gira di un’anima strappata, luce di vita in un vicolo abbandonato. Le strade sono dipinte di un blu mare rovinato dall'accozzaglia di un sinistro splendore. Ombra, vita, odore. Svolta l’angolo sulla medesima strada, vi sono là le luci galleggianti delle case dei ricchi, della popolazione in alto sopra il cunicolo della vita. Lobo era lì, seduto sul marciapiede con occhi sgranati di un rossore pallido, eventualmente tinto nel profondo da qualche dose di stupefacenti. Era giovane, fin troppo per assumere quell'accozzaglia di roba, ma allo stesso tempo si sentiva abbastanza maturo da provare l’ardore di quello sballo, di quei magici colori che riempiono la testa di buffi e colorate immagini oniriche. Piove. Fa freddo. Lobo non è felice. E’ stanco ma sorride divertito alla sfaccettata inesperienza del caos. La vita gli aveva riservato altro che sofferenza e, la violenza che aveva subito nell'anima, diveniva col tempo una cicatrice che lo mangiucchiava fino all'ultimo midollo delle sue membra. Vicoli caldi e vuote bottiglie, il resto della banda era lì che lo osservava stranito da quel suo egoistico isolamento; Lobo non condivideva, s’isolava e basta nelle sue più irraggiungibili fantasie. Lo sguardo era fisso nel vuoto, gli occhi traballavano per via di quella mistica conoscenza dello sballo e il suo corpo tremava a ogni spasmo di eccitazione che qualche volta ticchettava, come un fulmine al cielo sereno, i meandri della mente. Un gruppo di giovani sballati, avrebbe da ridere l’uomo sulla quarantesima strada, un gruppo di piccoli teppisti senza famiglia e con un futuro incerto; come ipotetica era la vita oltre la soglia della morte. Forte la pioggia oltre il crinale di quelle strade al gusto di neon, spumeggianti scintille nel cielo stellato; durevole idea che andava a insediarsi nella mente di Lobo che convinto di quell'innesto repentino, si risvegliava dal suo dolce incantamento per ritrovare la via dell’eloquenza;

    - Ti sei fatto nuovamente lo sballo procurato dal Dottore, la H22 dico bene? - accennò un tipetto basso, membro della gang, brufoloso, ansimante, sudato e dall'aria fiera. Lobo sorrise lievemente, quasi per motivare quella noiosa e ridicola deduzione;

    - Cos'è una richiesta la tua? Pensi di essere figo? Signorino succhia-peni so tutto io? Questo è la merda schiumosa di tua madre, sai quanti chili di grasso gli sono usciti dall'ano per produrla? Molte. Quindi, testa di cazzo, togliti dalle mie fottutissime e rotondissime PALLE! - urlò isterico Lobo, spingendo con violenza il ragazzino sull'altra parte del marciapiede; il tipetto finì, meticolosamente, per cadere sulla pozzanghera d’acqua dalla consistenza melmosa.
    Lobo era fatto così, chi lo conosceva bene sapeva che quello stronzo mingherlino, dall'aria oscura e bastarda, era nato dalla vagina pelosa di una capra cornuta maledetta. Giorni interi si comportava come un vero capo di strada, strillando ordini a destra e a manca ad altri tipi degenerati come lui; certe volte invece quasi non lo si riconosceva. Vi erano mesi che si rintanava, come un orso in letargo, giù alle fogne cittadine per ore e ore a fare chissà quale masturbazione mentale. Lobo non era normale o almeno così dicevano le persone che di tanto in tanto lo adocchiavano per strada o lo bestemmiava per i suoi furti e per la sua dannata violenza. Il mese scorso Lobo aveva picchiato senza un motivo apparente uno dei suoi più fidati compagni della gang, riducendo il viso del malcapitato a una poltiglia di occhi e ossa; così tanto perché voleva provare la pura adrenalina della veemenza organica. L’infelice vittima di Lobo non era morta, ma aveva abbandonato per la paura la via ladruncola e libertina per ritornare piangendo dai genitori ricchi e infelici;

    - Io so, miei cari pezzi di merda, che tra voi c’è sicuramente qualcuno che mi odia. Anch'io odio me stesso. Sono incurabile, lo riconosco. Oggi, nella nostra…vediamo…ventesima riunione? –

    - Ventiduesima… - azzardò una voce proveniente dal buio delle fogne;

    - Grazie, chiunque sia stato. Ventesima! Dicevo, oggi ho realizzato per voi un piccolo discorsetto d’autore! Quello che è successo al nostro amico e alla sua faccia, è stato, come dire... solamente un episodio di ordinaria amministrazione. Spiego meglio… - annunciò con serietà Lobo, prima di alzarsi dal trono e incitare la folla a seguire le sue parole;

    - Io ho solamente quattordici anni ma posso ben capire in anticipo chi mi prende in giro o peggio… - si fermò d’improvviso, lasciando che la suspense teatrale si dilagasse nell'ambiente;

    - …percepisco fin da subito il figlio di puttana che vuole fottermi! Il ragazzino che ho massacrato di botte non era povero come noi, amici miei! Non proveniva da una madre puttana come la mia o da un luogo di disperazione e follia come il nostro! Il nostro amichetto veniva da una famiglia ricca e altolocata… - un sospiro dai più piccoli in fondo ricoprì per un attimo la voce di Lobo;

    - Ma…mi sono giunte altre voci da lassù! Voci che confermano che il nostro amichetto benestante era anche una fottuta spia degli ADULTI! Ci osservano quei sacchi di vomito! Ci pensate...gli ADULTI! Quelli che odiamo. Disprezziamo! Pensano che il nostro è un gioco pericoloso. Vogliono controllarci, come i nostri genitori. Tentano di insediare le nostre menti e convertirci al loro misero perbenismo del cazzo! Lo so…che molti di voi non capiranno bene il mio discorso. Ma…amici miei, fratelli delle fogne e della libertà! Aprite le menti...siamo davvero i benvenuti lassù tra loro? O sarà questione di tempo prima di ritrovarci vestiti tutti uguali, puliti e ben dritti per leccare per bene la vagina pelosa alle nostre madri adottive !? No, io non voglio questo…non adesso almeno, per la questione vagine! - un urlo di consenso seguì a gran richiamo le parole pungenti del leader…

    Edited by G.roucho - 11/6/2015, 18:01
     
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  2. G.roucho
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    Another head aches, another heart breaks

    I am so much older than I can take

    And my affection, well it comes and goes

    I need direction to perfection, no no no no

    If you can hold on

    If you can hold on, hold on

    I want to stand up, I want to let go

    I got soul, but I'm not a soldier




    Lobo era entrato nel cuore di quei disperati e lui ben sapeva come quei ragazzini avrebbero ascoltato e fatto di tutto per lui, pur di aver contato per un misero istante qualcosa nella vita. Lobo faceva loro il lavaggio del cervello. Non amava realmente quei ragazzini poveri e maltrattati, non li rispettava e non credeva realmente alle parole che diceva. Per lui, quel gran da farsi, quei discorsi da gran capo, lì aveva semplicemente copiati dai libri che leggeva e riproposti in piccolo per controllare la massa. Il più delle volte quell'inganno funzionava. Lobo sapeva che a differenza di quei trogloditi, prima o poi, si sarebbe voltato all'indietro quel misero posto, per riscrivere la sua storia e contare definitivamente nella società. Pur disprezzando i ricchi profondamente, nell'infinita contraddizione della sua mente, Lobo desiderava assaggiare quelle sconosciute ricchezze; diversamente dagli altri suoi coetanei, ambiva ardentemente al potere. Voleva il controllo su tutto e osservava divertito, dalla madre terra in cui era nascosto dietro un tombino, quella città in movimento, quel mondo nascosto dietro la nebbia della corruzione. Aveva osservato violenze incestuose, omicidi, rapine, sesso occasionale, perversioni e le più alte forme di sfogo animalesco dell’animo umano; dove nella vita di tutti i giorni o nella cosiddetta “quotidianità”, la gente ipocrita e perbenista nascondeva tali istinti attraverso una maschera fatta di menzogne e illusioni. Aveva visto medici corrotti mentre uccidevano rivali in amore, sacerdotesse sacre, al di là delle fronde della città, sfogarsi nelle più intime orge della carne con uomini e ninja occasionali. Talvolta si divertiva a guardare soldati mentre torturavano a morte persone innocenti o forze speciali mentre esercitavano, al chiaro di luna mentre tutto taceva, la propria ipocrita autorità su una povera fanciulla innocente, costringendo la ragazzina a sottoporsi al rito più cruento di sodomizzazione. Lobo aveva ascolto per più di quattro ore i gemiti strazianti e sofferenti della giovane. Era arrivato alla conclusione che nella vita bisognava sopravvivere e per arrivare a vivere realmente, le sue mani dovevano cospargersi del vasto e corrotto potere. Col tempo Lobo si era iscritto anche all'accademia ninja, dimostrando ai figli di papà e altri ragazzi più grandi di lui che in qualche modo poteva farcela; osservava in volto i professori e li sfidava con aria agguerrita e violenta. Voleva superarli tutti. Voleva essere superiore. Il più astuto. Il più temuto e il più potente. Di notte la sua personalità cambiava; tra una lettura e un'altra, Lobo s’incantava spesso a osservare il cielo stellato. Penzolante su un albero, finalmente in superficie, passava ore a contemplare la bellezza del cosmo. Odiava fin troppo quella madre terra e invidiava, in qualche modo, la lucentezza scintillante di quegli oggetti cosmici nel cielo. Scioccamente tendeva sempre una piccola mano in alto e immaginava, nella sua coscienza infantile, di poter raggiungere con la fantasia un mondo equilibrato, perfetto, pacato. Questo era l’altro Lobo. Quello tranquillo, non schizofrenico o maniaco del potere. Forse era il Lobo che non tutti conoscevano. Quello triste, scoraggiato, che ben sapeva la cruda rappresentazione della realtà. Lobo era anche questo, un piccolo ragazzino derubato dall'infanzia. Quanta rabbia che vi era in quel giovane. Quanta tristezza che riecheggiava dal suo infimo cuore. Quanta delusione in un solo attimo esistenziale. La sua morale lo poneva davanti ad un bivio di scelta, dove entrambe le strade portavano sullo stesso sentiero maledetto. Lobo sapeva, nel suo piccolo, che un giorno non sarebbero bastate più le stelle a contenerlo. Lo sentiva, lì dentro la mente, che quella rabbia repressa lo stava trasformando in qualcosa di diverso, pazzo, esaltato. Certe volte desiderava solamente di veder il mondo soffrire nel suo stesso caos. Nei pochi istanti che sentiva il richiamo del sonno, la sua piccola visione notturna, comunemente detta anche allucinazione ipnagogica, lo richiamava in un infinito tunnel costituito da fuoco, morte e violenza. Vedeva un Lobo grosso, baffuto e tra le mani insanguinanti un filo di ferro spinato dove pendeva, inanimata, una testa mozzata e mutilata. Percepiva il CAOS che era la sua mente. Era il LOBO di quello stramaledetto universo.

    ***

    Era una serata come tante, forse più chiara del solito. Per il giovane Lobo era stata una giornata stancante, forse fin troppo per un ragazzino gracile come lui. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che lavorare con la figura del Dottore. Il Dottore era una persona anziana, oscura e dall'aria insolita. Tutti sapevano, almeno nella sua gang, che il Dottore lavorava nel mercato nero della droga e della biotecnologia. Lobo non era un Mukenin e neanche un corriere del Dottore; in cambio di qualche informazione, il Dottore lasciava che lui e altri piccoli bastardi non controllati da adulti, usufruissero continuamente di H22. Che nome, quello rinominato da Lobo e la sua banda. H22. Una droga sintetica ricavata dagli scarti di medicinale medico e liquidi intossicanti. Ma questa è un'altra storia. Quella sera Lobo aveva notato da lontano i richiami ululanti di alcuni cani da ricognizione e le grida feroci di uomini mascherati. Lobo si era ben nascosto tra gli alberi alti delle colline verdognole di Kusa. Era troppo curioso di osservare gli eventi che da lì a poco si sarebbero scatenati;

    - Fermatelo! Numero 7, puoi azionare la trappola! –

    - Affermativo… - rispose una ricetrasmittente dall'altra parte del campo.

    - Questa sera brinderemo alla tua cattura! Osserverò le tue membra insanguinate davanti alla giuria della vita! - enfatizzò il leader di quei cacciatori di taglie.

    Help me out

    Yeah, you know you got to help me out

    Yeah, oh don't you put me on the backburner

    You know you got to help me out

    If you can hold on

    If you can hold on, hold on

    I want to stand up, I want to let go



    Edited by G.roucho - 11/6/2015, 18:01
     
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    Lobo era rimasto fermo. In silenzio. Era sempre stato affascinato da quelle inaspettate situazioni di violenza e cattura. In vita sua aveva assistito a moltissime esecuzioni di fuorilegge e spie. Osservava la violenza come il pane quotidiano e in un certo modo, l’aggressività stessa, sembrava incarnarsi in una donna la quale lo eccitava tremendamente;

    (Pagherei per far parte di quella squadra. Amerei strappargli l’anima pur di vederlo inginocchiato a piangere tra i miei piedi. Quanta violenza in una sola vita. Il mio cuore batte, forte, vigoroso. Desidera mordere quell'eccitazione istantanea, superba, silenziosa. La MORTE. Io non ti temo, anzi vorrei sposarti. Quest’odore di sangue nell'aria non fa altro che eccitare i miei sensi. Stimola le mie emozioni come se in me ci fosse un animale in calore. Mi trema la schiena, mi pulsa rapido il cuore. Violenza. Mia cara VIOLENZA. Eccoti qui, tocca il mio membro duro)

    ***

    Quel ladro, acclamato dalla peggior gentaglia e temuto dai nobili di quella contea, ora giaceva tremante dietro un cespuglio, cercando di nascondersi in qualche modo da quei violenti carnefici; sentiva il soffio della morte accarezzargli le spalle e per un attimo, osservando lo scenario alle sue spalle, sentiva sul suo collo il leggero sospiro di qualche figura nascosta nell'ombra. Lobo fu il primo a parlare;

    - Non credo che c’è la farai questa notte… - rispose divertito il giovane ragazzo.

    - Cosa? Da dove diavolo sbuchi fuori ragazzino? – si agitò impaurito il ricercato.

    - Lo sai che anche mio padre era un ladruncolo e un assassino da quattro soldi? – dichiarò ironico Lobo. L’uomo si agitò e fece capolino con gli occhi tra le fronde. I cacciatori di taglie stavano seguendo una falsa pista.

    - Si allontanano! – esclamò eccitato il ladro. – Ragazzino, ora fai silenzio e non dire più puttanate, intesi? Io non ti conosco e non voglio farti del male. Scappa prima che io cambi idea! - così disse l’uomo prima di fare qualche passo in avanti; cercava cauto un’eventuale via di fuga.

    - Non credo che fuggirai così facilmente - esclamò sadico il giovanotto.

    - Cosa? – realizzò l’uomo mentre scrutava al chiarore della luna la figura di Lobo. - Che cazzo vuoi? Vuoi che ti ammazzo? Non ci tieni alla tua triste vita? Forse non mi conosci! - così disse il ladro prima di sfoderare con la mano sinistra una pericolosa lama tagliente;

    - Non realizzi la tua fine? Ti tremano le gambe e le mani. Stai perdendo sangue dalle orecchie e da qui a poco sverrai per mancanza di cure mediche! Voglio solamente che tu stia bene…chiudi gli occhi, ti porterò da un medico - sussurrò pacato il giovane Lobo. Il ladro che faceva fatica a seguire il ragazzo, con un ultimo attimo di gemito cadde come un sacco di patate in terra, privo di forze e in grave condizioni.

    - Ecco, bravo. Riposati. Ora posso avvertire i cacciatori di taglie. Ritornerò a godermi lo spettacolo mentre ti tagliano a fettine. Mi sarei aspettato qualche reazione più violenta da parte tua. E’ vero, la vita reale è diversa da quella delle leggende e dei miti. Ti sei dimostrato unicamente un codardo da quattro soldi…- così concluse Lobo prima di nascondersi nuovamente tra gli alberi alti; aveva già tutto preparato. Il suo sangue ribolliva dell’eccitazione sfumata precedentemente. A gran voce emulò dall’alto degli alberi un urlo disperato di dolore. I cacciatori accorsero velocemente e Lobo assistette alla scena snuff più agognata che mai!
    Quella notte durata quasi un’eternità, sempre al sicuro tra quegli alberi, Lobo assistette alla tortura umiliante di quel ladro tanto temuto. Ora sembrava un bambino in cerca di aiuto; era stato completamente denudato dei suoi indumenti. Il leader dei cacciatori di taglie aveva somministrato nel collo di quell’uomo inerme una siringa di adrenalina; una sostanza in grado di tener sveglio un uomo anche sotto tortura. Quella macabra situazione stava spingendo Lobo a toccarsi. L’uomo si lamentava e piangeva lacrime di sangue dal dolore tanto provato; uno degli uomini di quel gruppo avanzò in avanti con un pericoloso kunai che finì per essere conficcato con cattiveria nell'occhio del malcapitato; uno spruzzo di sangue colpì di getto il viso del torturatore e quest’ultimo finì per estrapolare, come un chirurgo impacciato, quello che ne restava del bulbo oculare mutilato e schiacciato. Alcuni filamenti rosa carne s’impasticciarono ingarbugliatamente con il sangue rosso che fuoriusciva in enorme quantità;
    - Sai che fine fanno quelli come te? Sono sbranati vivi dai cani. Numero 10, legatelo a testa in giù su questo tronco. Non volerci a male…ma ci pagheranno per tutto questo. Per tutte le tue losche attività, i mandanti ci hanno ordinato che tu ora paghi con la carne quello che devi con i beni! – così si concluse macabro il discorso del Numero 1.

    ***

    Circa la mezzanotte passata, i famelici cani mangiucchiavano con gran divertimento quella pietanza appesa al contrario. La vittima era già morta e puzzava di marcio; sulle sue vene portava un colore freddo, verdognolo, e sul suo volto si dipingeva il viso di una repentina “imago mortis”. Lobo osservava curioso la decomposizione di quell'uomo. Tutto quello che era successo in quelle ore non l’aveva scosso minimamente. Era appagato. Aveva visto tutto quello che la sua mente gli ordinava; era malato? Se lo domandava alcune volte. Ma non ci pensava, attribuiva la colpa a quella sua perversione all'infanzia; di solito non ne parlava con nessuno e cercava in tutti i modi di non farne parola con la gente; nemmeno con la sua gang di ragazzi. Era divertente mantenere un segreto come quello. Aveva provato anni prima la sua malata perversione della cruda realtà in un triste flashback della sua vita; i ricordi lo accompagnano al passato dove si era bagnato i pantaloni quando suo padre stuprò con violenza la madre. Non rimembrava bene com'era accaduto il fatto; ricordava vagamente la sua figura allo specchio. Piccola e gracile; un giovane bambino mentre canticchia sottovoce uno scioglilingua. Poi era successo, le grida di sua madre che urlava di terrore. Il padre ubriaco e focoso che lo incita con cattiveria a chiudersi in stanza e non scendere mai più. Lobo. loBo. LObo. LOBO. Che cosa canticchiava sorridente davanti allo specchio?

    “Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa…”


    I got soul, but I'm not a soldier

    I got soul, but I'm not a soldier

    I got soul, but I'm not a soldier

    I got soul, but I'm not a soldier

    I got soul, but I'm not a soldier

    I got soul, but I'm not a soldier





    To be continued...

    Edited by G.roucho - 11/6/2015, 18:52
     
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    CAPITOLO 1




    Chi è colui così gagliardo e forte

    che possa vivere senza poi morire?

    E da colei ch'è tutto, Madonna Morte,

    l’anima sua possa far fuggire?

    La Morte schifosa, la Morte lasciva!

    La Morte! La Morte! La Morte che arriva!




    Secca la vita dietro queste foglie, ombre d’autunno dietro il sipario dell’orrore. Uno spettacolo che pone l’esercito della mente davanti ad una scelta, la rottura mentale di un fanciullo posto davanti al suo triste destino. Vi è un nuovo presentatore, un tizio con una maschera lugubre e oscura; presenta un lungo mantello nero e tra le mani tiene ben saldo una piccola siringa con la dicitura “H22”. Lobo era lì, intrappolato in una altra di quelle sue visioni oniriche, costituite da un enorme alone bianco che ricopriva simbologie e significati rimossi dal trauma infantile. Lobo era caduto in una dimensione al limite tra i due livelli del sogno, una zona infima e inquietante. Al suo cospetto quella dannata figura sinistra si tolse d’improvviso il cappuccio nero, mostrandosi come un’anima infelice, bianco in volto e dai lunghi capelli grigi che presagivano la sua lunga ed eterna vecchiaia. Lobo indietreggiò di alcuni passi poi come un fuggitivo in trappola, cercò di non perdere alcun controllo sulle sue facoltà mentali;

    - Lobo. Benvenuto nella Zona del Crepuscolo. Non avere paura giovane ragazzo. Raggiungimi…- sospirò fredda l’anima vecchia;

    - Dove cazzo mi trovo? Ero nella mia stanza e poi…-

    - Perché provi timore di me? Io sono l’essenza della tua mente! - concluse serio il vecchio. Ormai Lobo aveva deciso di muoversi, così raggiunse cauto la figura sinistra;

    - L’essenza della mente? Non mi dire che sono ancora fatto! Devo finirla di assumere questa roba… - ironizzò Lobo mentre scrutava il lungo altare che si posizionava sovrastante sulla sua testa. Al di sopra di quelle travi riecheggiava un dipinto assai mitologico, un piccolo bambino che spezzava con le sue gracili mani la testa di un leone;

    - H22. Ebbene sì, sei fatto. Tuttavia questa visione è assai realistica rispetto alle altre perché sei incastrato in un trip mentale al di là del sonno e la chimica. La Zona del Crepuscolo non può essere raggiunta semplicemente con le sostanze stupefacenti. Neanche io che sono la figura più importante all'interno della Zona, comprendo appieno le potenzialità e il processo chimico e psicofisico che permette di raggiungere facilmente la tua coscienza all'estremità di quest’onirica zona. Non siamo solamente in un sogno, giovanotto. Nella Zona del Crepuscolo si può anche morire… - e un leggero sospiro di timore sembrò spegnere completamente tutte le candele poste nell'enorme sala. Un gelido freddo, assai realistico, raggiunse le ossa di Lobo;

    - Senti, coso, io voglio svegliarmi. Non so chi cazzo sei e non m’interessa sta dannata Zona del Cazzo. Guarda, la prima cosa che farò, sarà quella di dimenticarmi questo maledetto trip e cercherò di cancellare dalla memoria questo dannato incontro, intesi? – chiarì Lobo che annoiato si allontanò bestemmiando da quella sinistra figura. Umanamente cercava una via di fuga, ma tutte le porte conducevano nuovamente in quella sala, ancora, ancora e ancora;

    - Non puoi andartene così facilmente. Nessuno conosce la via del ritorno e tantomeno un passaggio facile per arrivare fino a qui. Nella Zona del Crepuscolo il tempo è bloccato e tu in questo momento sei immobile da qualche altra parte nella realtà. Ma cosa è realmente la realtà se non una misera illusione dell’Universo? Comprendo le tue paure e le tue perplessità. Io sono il TUO INCOSCIO. Quella parte irraggiungibile che non sai di possedere. Ci sarebbe molto da spiegare, da chiarire e da comprendere. Ma tu al momento non hai strumenti necessari per capire la complessità delle cose; sei solamente arrivato fino a qui fin troppo presto. Non avrei mai potuto prevedere il tuo arrivo, la Zona del Crepuscolo esiste in ogni spazio, in ogni tempo e in ogni dove possibile dall'Essere… - affermò la sinistra figura mentre indicava a Lobo la parete alla sua destra;

    - Che gran mal di testa! Che cosa stai cercando di dirmi? Che in realtà tutto questo è reale? - chiese perplesso Lobo. In qualche modo gli interessava vedere dove quel vecchio voleva arrivare con quel mistico discorso;

    - Niente è reale. Niente è sogno. E’ solamente la Zona del Crepuscolo. Io ti chiedo, piccolo essere umano, hai mai fatto un sogno talmente lucido da considerarlo reale per un momento? – domandò glaciale la macabra figura;

    - Qualche volta mi è capitato di fare qualche sogno più vivido e realistico. Non riuscivo mai a comprendere quando iniziava e quando finiva la visione. Ero sempre intrappolato nel mezzo, proprio come adesso… - affermò Lobo mentre si avvicinava alla posizione indicata dall’INCONSCIO;

    - Esatto. Prova a toccare quella tenda. Che cosa senti? Prova a sentirne la superficie. Ti sembra morbida, vero? Come nella TUA REALTÀ’. La Zona del Crepuscolo è proprio questo, un sogno altamente LUCIDO simile alla realtà, governato dagli stimoli del cervello. Quanto infinito è il motore di quest’organo centrale del sistema nervoso. Qui sono rinchiusi i tuoi ricordi, tutti i tuoi desideri, le tue paure, le perversioni, i traumi e tanto altro ancora. Ogni essere vivente, animale, fiore o essere umano che sia, possiede una propria Zona del Crepuscolo che può essere raggiunta in condizioni sconosciute. Inoltre, più intelligente e sana è la mente dell’essere vivente e più la Zona del Crepuscolo prospera e mostra i caratteri della propria COSCIENZA. Il tuo caso è davvero strano. Sei arrivato qua, in questo luogo, forse per una mescolanza di sentimenti e droga sintetica, che casualmente ti ha dato l’accessibilità capace di mostrare i reali sentieri della lucidità; sei fortunato a osservare con occhi e mente ben attiva l’imprevedibilità e la misticità di questa Zona. So per certo che non tutti riescono a raggiungere uno stato tale da poter comunicare con il proprio INCONSCIO; almeno non senza anni di duro addestramento mentale e psicofisico. Sei forse un caso isolato e molto fortunato…- terminò la figura sinistra che si sollevò in aria mostrando i suoi distinti poteri...


    La Morte, la Morte, dolcissima e amara,

    la Morte che avanza nella notte chiara.

    La Morte di pietra, la Morte di neve

    la Morte che viene con passo lieve,

    la Morte che dona, la Morte che prende,

    la Morte che ruba, la Morte che rende,

    la Morte che passa, la Morte che sta,

    la Morte che viene, la Morte che va.
     
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    - In questo luogo potrai assecondare tutte le più intime fantasie. Potrai allenarti con avversari illusori e rafforzare le tue capacità ninja. Nessuno riuscirà a fermarti in questo posto e il tuo unico limite sarà quello di rispettare la mia volontà come INCONSCIO. Siamo due entità separate, tu ed io; ma molti vicini poiché siamo in simbiosi e amalgamate nello stesso corpo… - affermò sorridente la sinistra figura.

    - Che cosa vuoi dire “rispettare la mia volontà come INCONSCIO?”. Che cosa devo fare per godermi questo “paradiso” da te citato? – chiese titubante Lobo. Improvvisamente, l’idea di vivere in un posto come quello lo affascinò molto;

    - Vedo che hai cambiato idea, mi fa tanto piacere. Semplice. Dovrai continuare a drogarti o fare in modo di ripetere questa casuale accessibilità alla Zona del Crepuscolo. Più volte entrerai in questa magnifica Zona e più io “vivo”, consapevole di esistere nelle dimensioni presenti della mente. E’ troppo noioso continuare a vivere sotto forma di singola energia. Avere un corpo è molto più divertente e permette di provare le emozioni esistenti all'interno di questi singoli neuroni. Prima ero solamente un puntino lumino all'interno di uno spazio nero e caotico; pensavo ma non potevo agire. Immagina di vivere a lungo in una piccolissima stanza buia, dove puoi ragionare ma non poter far nulla. Oblio assoluto; così per secoli d’esistenza fino a quando quella consapevolezza CONSCIA, cioè te, non raggiunge casualmente quella stanza buia e la riempie di tante belle cose oniriche. Che goduria respirare, toccare e persino fare sesso, mio caro Lobo. Ora siamo liberi, tu ed io! – esclamò la figura sinistra che intanto si avvicinava a Lobo mostrandosi più umana di quello che appariva;

    - Tutto qui? Vuoi solamente che io mi faccia di H22? Non credo che sia un requisito così alto dopotutto. Però ora voglio vedere le potenzialità di questo posto. Avete una biblioteca? – domandò insolito il giovine Lobo.

    - Tutto quello che desideri. Mi aspettavo che tu volessi soddisfare, per prima cosa, i tuoi desideri animaleschi… - sospirò stranito il vecchio;

    - Non ora. Voglio vedere se esiste il continuo di una storia che ho letto nella realtà. Tu hai detto che qui dentro tutto è possibile… - enfatizzò Lobo mostrando uno sguardo eccitato;

    - E non ti ho mentito. Seguimi, ti accompagnerò nella tua tanto desiderata biblioteca. Anch'io, come te, prima di essere nato come corpo organico all'interno di questa Zona, ho letto più di un trilione di libri e conoscenze antiche! – esclamò divertito la sinistra figura.

    - Cosa? Ma per leggere un trilione di libri… -

    - Fermati. Stai ragionando per un mondo realistico. Qui il tempo e lo spazio non esistono. La realizzazione di una quarta dimensione come la nostra è dovuta alla necessità di farti adattare a uno spazio più realistico possibile. Potresti persino provare una quinta, una sesta o addirittura una settima dimensione che va al di là di tutto ciò che conosci! –

    - CAZZO! E’ magnifico. In altre parole posso leggermi tutti i libri che voglio e scopare fino che non mi esplodono le palle!? – esclamò divertito il giovane Lobo;

    - Esatto. Ma bada bene che tutte le conoscenze apprese in questo posto non sono possibili nella tua misera realtà. Qui un libro, da te immaginato e letto, potrebbe non essere mai stato scritto definitivamente nella tua realtà; tuttavia anche se non è riproducibile immediatamente, non è detto che un oggetto che hai osservato qui o una tecnica da te praticata senza sforzi in questo luogo, non possa essere inventata da te nella realtà se applicati i giusti requisiti della fisica e della vostra dimensione. Qui un evento immaginato non sia detto che possa anche accadere nella vita reale. Qui, l’unico legame che possiede questo posto e la realtà stessa sia solamente la sola cosa che sta nel mezzo, in altre parole l'entità CONSCIA, ovvero tu e INCONSCIO, cioè io. Tutto quello che apprendi qui, anche una tecnica ninja o un nuovo e potente potere, non può essere applicato DIRETTAMENTE e senza sforzi nella realtà. SOGNO e REALTÀ’ sono troppo diversi affinché tali universi coesistano perfettamente tutti assieme… -

    - Ma tu prima hai accennato al fatto che posso allenarmi… -

    - L’allenamento che farai qui non ti farà padroneggiare nella realtà nuove abilità o poteri mistici. Come accennato al massimo potrà influenzarti o addirittura ispirarti. Quello che migliorerai sarà solamente l’esperienza e la strategia. In questo luogo sei padrone di tutto e nella realtà solamente uno schiavo della gravità, dello spazio, del tempo e persino della morte. Ecco perché molti monaci, guerrieri e uomini mistici si mettono alla ricerca di una formula unica e generale che permetta loro di avvicinarsi più semplicemente possibile alla ZONA DEL CREPUSCOLO. La ricerca di questi uomini è sudata, poiché bramano la voglia di vivere in un luogo libero e senza regole; quasi nessuno ci riesce e chi si avvicina realmente, è talmente geloso della formula chimica o del metodo che lo custodisce gelosamente nelle profondità della propria anima. Eccoci, questa è la biblioteca. Almeno quella che ho immaginato io per te. Inizialmente avrai molte difficoltà a padroneggiare la fantasia all'interno della ZONA DEL CREPUSCOLO; la tua concezione reale non può accettare improvvisamente qualcosa che non esiste. Farai difficoltà a compiere azioni troppo complesse e alcune volte le cose o gli eventi creati da te, potranno non corrispondere alla “cosa” pensata. Ora ti lascio, avrai molto tempo libero a tua disposizione per trovare questo libro nell'infinità di questa biblioteca. Se vuoi un aiuto o una guida, basta fare una voce, io tenderò l’orecchio per te attraverso ogni dove e ogni quando! – finì in fretta la sinistra figura; ormai volteggiava beata al di là della sala scomparendo nell'immenso soffitto;

    (Ora come diavolo ti trovo? Tutto questo è davvero pazzesco! Non posso crederci. Vaffanculo gang del cazzo. Sono nel luogo più bello del mondo. Se poi si tratta solamente di una dose troppo forte? Non vorrei risvegliarmi nuovamente per strada, magari buttato come un cane qui e là sul marciapiede e magari deriso pure da qualche nobile del cazzo. Dove posso cominciare a trovare: LOBO THE DUCK - The Return? Come lo riconosco? Non ho mai visto il continuo di un romanzo del genere nella realtà. Una volta un membro della gang mi disse che lo scrittore era morto per una grave malattia prima di realizzarne un seguito…)
     
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  7. G.roucho
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    Passi. Eterna tristezza. Acqua sbiadita, attimo che fugge

    Ombra eterna

    Attimo penzolante.

    Ombra penzolante di questo eterno attimo.

    Oh vita. Lasciami andare oltre il crinale della follia

    Ombra eterna

    Attimo penzolante

    Attimo eterno di questa penzolante ombra.



    Lobo si sentiva spaesato e a tratti faceva fatica a credere a quello che si mostrava davanti ai suoi occhi; una lunghissima spiaggia desertica mostrava al giovane Lobo uno spazio all’aperto, soleggiato e per niente cupo e macabro come la sala precedente. Al centro di essa, tra le onde spumeggianti dell’oceano e la vivida e fresca aria di mare, si posizionava un’enorme biblioteca scavata nei ciottoli della sabbia. Che insolito spettacolo, che simbiosi d’immagini e forme. Lobo ne respirò profondo l’aria e si lasciò cullare tra il suono infinito del mare. In lui non si mostravano più le profonde paure, cattiverie e perversioni che nella realtà gli pulsavano in petto come un fastidioso tamburo; lì le sue emozioni erano libere, pure e calme. Toccò come un fanciullo curioso, l’enorme biblioteca che si mostrava possente e alta ai suoi occhi; vi erano libri di tutte le forme e le dimensioni! Si mostravano, ben in fila, tomi del tutto sconosciuti o dall’aria insolita e strana; altri invece che nella realtà, Lobo aveva già divorato e appreso;

    (Quel pazzo non mentiva. Qui c’è davvero di tutto. Il problema è trovare quello che cerco…)

    ***

    Nel frattempo da qualche parte nella realtà, nelle luride fogne del villaggio dell’Erba, alcuni ragazzini della gang si erano riuniti per cercar di capire se il loro leader era morto o stava semplicemente dormendo. Il corpo di Lobo mostrava i tipici segni di un ragazzino addormentato; in terra si mostrava una lunga siringa di H22 e alcuni ragazzi arrivarono alla conclusione che Lobo si era semplicemente sballato;

    - Dovremo svegliarlo? – chiese uno dall'altra parte della fila;

    - Non lo so. Io opto per il no. Probabilmente dopo s’incazzerà con noi e prima di mandarci a fanculo, ci riempirà di botte come l’altro tizio… - affermò un ragazzo impaurito;

    - Io direi di aspettare ancora un po’… -

    - Un altro po’? Sono almeno sei volte che vengo a controllarlo qua giù! Sta dormendo da più di un giorno! Non è umano dormire per troppo tempo! – affermò un ragazzo più tozzo e dall’aria stanca e confusa;
    - Io direi di svegliarlo. Forse è in overdose… - azzardò un altro.

    - Fermati. Non farlo. Non credo che sia in overdose. Ti ricordi mia sorella? L’overdose non si manifesta con un lungo sonno… - chiarì un altro ragazzino che si era avvicinato al gruppetto. Erano tutti curiosi di capire cosa diavolo stava succedendo al loro capo;

    - E’ morto? Forse dovremmo controllare il battito… -

    - Già fatto. E’ tutto regolare. Forse dovremo scuoterlo un po’ e vedere se si sveglia… -

    Improvvisamente, mentre l’intera gang era riunita là sotto per discutere su quella strana situazione, un rumore improvviso e forte fece scuotere le intere tubature del canale di scolo. Qualcuno stava scendendo in quei sudici sotterranei;

    - Ragazzi, silenzio! Ammutolite per un attimo! Non sentite anche voi questo rumore di passi? - domandò un ragazzino biondo mentre teneva il viso e poi l’orecchio posto sulle piccole tubature; - Riesco a sentire dei rumori. Aspettate, aspettate! Sento delle voci…sento…oh cazzo… -

    - Cosa? COSA? Maledizione, vuoi parlare? – commentò agitato il ragazzino grosso;

    - Sono gli adulti! -

    ***

    - Non posso crederci! – esclamò felice Lobo. – Il romanzo che avevo immaginato! Il continuo di LOBO THE DUCK! CAZZO! E’ immacolato, un po’ di sabbia sulla copertina…ma per il resto è davvero perfetto! – enfatizzò Lobo che cominciò veloce la lettura, ma qualcosa nel giro di un attimo sembrò scuoterlo profondamente nell'anima; un boato che si propagò a vista d’occhio, modificò interamente quell'atmosfera pacata e tranquilla. Il mare si agitò come colpito da una tempesta e l’intera biblioteca fu inglobata dalle onde del mare assieme a Lobo e al suo libro; per un attimo tutti i suoi sogni, tutta quella sua fantasia, gli sembrarono scomparire per sempre.

    (No. Non è possibile. Cosa diavolo sta succedendo? INCONSCIO! APPARI TI PREGO! INCONSCIO!)

    Nulla.

    Nulla.

    Nulla.

    Niente e nessuno apparve per risollevarlo da quelle profondità marine; l’acqua gli sembrò più furiosa che mai e i suoi polmoni, per un attimo, si riempirono di un sapore viscido e sporco. Come la melma delle fogne dove risiedevano la sua vita e la sua volontà;

    ***

    Un flash. Un violento boato che lo svegliò di balzo nelle acque delle fogne. Solo un secondo momento Lobo capì che qualcuno aveva attaccato le fogne e ora stava distruggendo la sua unica casa e il suo piccolo angolo d’inferno; alla sua sinistra vedeva alcuni adulti con maschere bianche mentre urlavano ai membri della sua gang di stare fermi e in silenzio. Altri invece erano bastonati dalla furia di quei adulti e alcuni addirittura si lanciavano a una corsa impazzita per sfuggire a quelle mani leste e feroci! Lobo invece era lì, aggrappato a delle tubature nel bel mezzo di quel fiume di merda. Qualcuno lo aveva risvegliato da quel dolce sogno e aveva gettato il suo corpo in acqua per farlo fuggire da quei assalitori;

    - Merda. mErDa. MERDA. MERDA. MERDAAAAAAA! Non doveva andare così! Non doveva finire così! Maledetto INCONSCIO del cazzo! Mi hai mentito...fanculo a tutti voi adulti…non mi prenderete mai! – preso da una rabbia improvvisa, si lasciò andare a quello veloce scorrere dell’acqua. Non sapeva dove quella merda lo avrebbe portato, ma sicuramente un posto ben lontano da quel cazzo di rifugio; c’erano altri adulti in giro per le fogne? Chi era stato a distruggere quell’inferno che tanto aveva costruito nel mondo reale? Lobo stava combattendo contro il tempo e il suo corpo faceva ancora fatica a riprendere il controllo dei sensi e dei muscoli che si erano un po’ atrofizzati; in qualche modo Lobo faceva sforzo anche a riprendere il controllo del suo chakra;

    (Ecco il canale secondario. Forse conosco l’ubicazione dell’altro sentiero; se riuscirò a saltare dall’altra parte, in qualche modo avrò buone possibilità di salvare il mio fottutissimo culo…)




    To be continued...

    Edited by G.roucho - 15/6/2015, 18:35
     
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