Alla ricerca del Dolaclacs!

[Ishivar]

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    Yang Xiao Long,
    ti porgo i miei saluti, il mio nome è Lokni e sono un pastore Ishivariano. Probabilmente non mi conosci se non di vista ma mi è stato consigliato di rivolgermi a te per la questione che mi affligge. Vedi, solitamente porto il mio gregge di cammelli a pascolare nella landa desertica dove si trovano le oasi, non è un così numeroso gruppo di animali, sono sette in tutto ma sono la base del mio sostentamento e tengo a loro più di ogni altra cosa. Purtroppo, qualche giorno fa uno dei miei cammelli non è tornato indietro ed un altro era ferito, in pessime condizioni, così tanto che è deceduto qualche ora dopo. Sono quindi tornato alla mia capanna, mettendo al sicuro il restante del mio gregge e mi sono incamminato proprio ieri da solo, nel bel mezzo del deserto che ci separa dalle terre Occidentali. E' stato proprio costeggiando una vasta valle rocciosa che sono stato assalito da un Dolaclacs, una creatura del deserto che solitamente non attacca gli umani. Eppure, sono stato ferito e non posso lasciare il mio gregge senza pascolare, per questo, consultandomi con il capo-tribù, siamo giunti alla conclusione che, per il bene degli Ishivariani, la creatura deve essere abbattuta. Per questo ti chiedo di assumerti l'incarico di cacciatrice. Siamo tutti nelle tue mani, Yang, se sarai così altruista e coraggiosa da accettare un incarico di questa portata, recati alla mia capanna non appena leggi il messaggio, sarò lì ad aspettarti e darti tutto il mio sostegno per l'impresa.

    Sentiti ringraziamenti,

    Lokni, pastore di Ishivar

    La lettera fu recapitata direttamente alla ragazza, circa due ore dopo essere stata scritta. Il mittente, tale Lokni, viveva in una capanna modesta, uguale alle altre della zona. L'unico fattore a distinguerlo era un recinto anch'esso modesto, che ospitava qualche cammello dal manto dorato. Il sole era cocente mentre si rifletteva sull'arida terra Ishivariana. Il villaggio tribale era in movimento come al solito, popolato da instancabili lavoratori dalla pelle scura e i capelli chiari. Molti di loro si recavano nella landa desertica per raggiungere le oasi, le fonti d'acqua più vicina se non si contava quella confinante con Tetsu, il paese del ferro che solo pochi conoscevano. Il Dolaclacs avrebbe potuto assalire gli abitanti della tribù che si spingevano verso le oasi e questo non poteva essere tollerato. La salvaguardia della vita e dell'armonia di Ishivar erano di primaria importanza per tutti i suoi abitanti che vivano in pace seppur esclusi, quasi del tutto, dal resto del mondo. Una sventura imprevista minacciava quindi questa armonia e solamente Yang Xiao Long, dalla pelle rosea, così diversa dal resto della tribù, avrebbe potuto risolvere la situazione.


    Sembrava che l'epilogo di quell'avventura fosse già stato scritto: Yang che piombava sul nemico, risolvendo la situazione e aiutando Ishivar a riacquistare la solita tranquillità. Purtroppo, però, gli eventi mutarono nel giro di quelle due ore, in maniera così prorompente che due inesperti cacciatori, Kangee e Namid, non poterono fare altro che precipitarsi alla capanna di Lokni, sudati dalla testa ai piedi e alquanto impauriti. Ciò che accadde ai due è quanto segue: i due erano a conoscenza di ciò che era accaduto al pastore mentre si trovava nelle Terre Selvagge e, poco meno di due ore prima, si erano armati, convinti di poter stanare la bestia chiamata Dolaclacs, contando sulla propria forza. Purtroppo, nonostante i loro fisici possenti e abituati al duro lavoro, si erano ritrovati con le spalle al muro, disarmati, riuscendo a scappare per un pelo. Ed ora erano per giunta venuti a conoscenza della lettera del pastore, inviata a quella che ai loro occhi era nient'altro che una fragile ragazzina. Il pastore ancora ferito si ritrovò quei due davanti e quasi gli venne un colpo. I due giovani dalla pelle scura lo pregarono di non agitarsi e spiegarono brevemente la situazione, esprimendo la loro preoccupazione riguardo la faccenda. Inizialmente Lokni affermò di aver ponderato per bene il tutto ma, davanti all'evidenza dei due cacciatori, il pastore non poté fare altro che ricredersi. Forse era stato davvero rischioso caricare le spalle di un'adolescente un simile fardello.

    Non c'è tempo da perdere... Se le cose stanno davvero in questo modo, dobbiamo consultare gli anziani... ugh!

    Kangee gli impedì di alzarsi, insistendo per farlo riposare, visto la brutta ferita; Namid spiegò che sarebbero andati loro stessi dagli anziani, ascoltando il loro parere ed agendo di conseguenza. I due si scambiarono uno sguardo e lasciarono la capanna del vecchio pastore, attraversando il piccolo villaggio di Ishivar, diretti alla Grande Capanna, dove si riunivano solitamente gli Anziani assieme al Capo Tribù. Il loro non fu un viaggio lungo e, ben presto, si ritrovarono ad essere ricevuti dagli anziani. Spiegarono il problema e i saggi si consultarono tra loro, in un'altra stanza. I due cacciatori fremevano dall'ansia. Il popolo Ishivariano era altruista, non esisteva criminalità nella loro tribù, per questo i due non potevano che preoccuparsi dei propri compaesani. Alla fine, i loro pensieri furono completamente interrotti dal ritorno degli anziani. Essi parlarono e subito i due cacciatori si rincuorarono alle loro sagge parole. Lasciarono immediatamente il luogo, dividendosi, ognuno per la sua strada. Kangee s'affrettò per raggiungere la capanna di Lokni, spiegandogli la situazione. Ma la nostra attenzione è del tutto rivolta a Namid che sta correndo propriamente contro il tempo. Egli si spinse verso una parte del villaggio che non conosceva troppo bene ma il Consiglio era stato altamente accurato nel descrivere il luogo da raggiungere, quindi riuscì ben presto a ritrovarsi davanti ad una modesta costruzione, una casa. Era certo di essere davanti alla porta giusta e quindi bussò due volte. Ad aprire, per fortuna, fu proprio la persona che stava cercando.

    Tu sei Bontemaru, giusto? Mi chiamo Namid e sono un cacciatore. Seguimi, per favore, ho poco tempo per spiegare ma ti prego di aiutarmi!

    Descrivete fino all'arrivo nella capanna di Lokni. Ci sono anche i due cacciatori e il pastore se ne sta nel letto, ancora stanco


    Edited by Kerberotte - 26/6/2015, 15:25
     
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    •Chapter I
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    - Dovrebbe essere quella laggiù... -

    Dissi tra me e me, a voce alta, come ero solita fare mentre stavo per conto mio o comunque quando ero sicura di non avere nessuno intorno.
    Con in mano un pezzo di carta contenente le parole di aiuto di un vecchio pastore ed una piccola mappa abbozzata per raggiungere la sua abitazione, era da ormai una ventina di minuti abbondanti che cercavo casa sua. Qua ad Ishivar l'architettura degli edifici non la si poteva definire alquanto particolare, anzi: se non si conoscevano bene le varie zone del villaggio era facile scambiarre un quartiere per un altro. Per mia fortuna, però, la destinazione consisteva nella casa di un pastore con annesso un recinto abitato da dei cammelli, di conseguenza non fu troppo problematico riuscire a trovarla.
    Diverse ore prima, ovvero una volta svegliatami dai caldi e piacevoli raggi solari che ogni mattina mi baciavano il viso attraversando le sottili fessure tra le scure tende dell'unica finestra di camera mia, non ebbi neanche il tempo di sbrigare le mie solite faccende quotidiane di tenuta della casa e fare colazione che un giovane ragazzino ishivariano era giunto alla mia porta informandomi di un incarico assegnatomi da un vecchio pastore ferito di nome Lokni. Consegnatami la lettera in modo che potessi leggerne il contenuto, le poche informazioni reperibili erano che il mio compito sarebbe stato abbattere una pericolosa creatura del deserto.
    Non era la prima volta che venivo convocata dai miei compaesani per incarichi del genere, ormai ci stavo facendo l'abitudine, tuttavia era la prima volta che, a quanto pare, ero la protagonista della missione. Fin dalle prime volte il mio compito consisteva unicamente nell'assistere e dare supporto ad i miei compagni di squadra, tuttavia questa volta sembrava che dovessi sbrigarmela da sola. In un certo senso la cosa un pò mi preoccupava, ma ben presto la preoccupazione si tramutò in entusiasmo. Probabilmente gli anziani stavano riscontrando in me del potenziale se erano arrivati al punto di farmi svolgere un incarico in qusto modo. E' anche vero che poteva trattarsi di roba di poco conto, ma ormai, viaggiando con la fantasia, mi stavo già immaginando io che combattevo contro questo pericoloso e feroce Dolaclacs; anche se non avevo la più pallida idea di che bestia fosse.
    Per questo, elettrizzata come non mai, vestita come al solito e prendendo tutto il mio equipaggiamento al fine di non trovarmi impreparata uscii di casa come un razzo alla ricerca della casa del pastore.
    Messa via la lettera riponendola nel borsello legato alla mia cintura bussai un paio di volte con la mano meccanica in modo da far udire ad i presenti il mio arrivo. Il solido acciaio della protesi in bella vista causò un bel baccano visto che, nel giro di poco, un nerboruto uomo ishivariano dalla pelle scura ed i caratteristici tratti della mia gente fece la sua apparsa.

    - Salve, sono Yang Xiao Long. E' qui che abita il pastore Lokni, giusto? -

    Chiesi con il mio solito fare solare e cordiale; mostrando un sorriso a trentadue denti. Una volta squadratami con fare alquanto indagatore ed un pò perplesso, l'uomo non fece tanti convenievoli ed invitandomi ad entrare mi scortò dal pastore che, a causa delle ferite ricevute, era costretto a letto.



    •Updates

    - Yang -


    Stato Fisico: illesa
    Stato Psicologico: emozionata

    Resistenza Yang: 100/100
    Stamina Yang: 300/300
    -
    Resistenza Protesi: 200/200
    Stamina Protesi: 200/200

    Azioni:
    -
    Bonus/Malus/Alterazioni:
    -

    NOTE: //
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    Giornatona in quel di Ishivar, il sole è cocente già dalle prime ore della mattina e rallegra l'umore di tutti gli animali su cui i suoi raggi si posano, candidi ed amichevoli come un caldo abbraccio. Perciò uomini e bestie sono molto più lieti nell'abbandonare i luoghi di riposo per dedicarsi alle comuni attività quotidiane. Così è anche alla fattoria dei Rengu, le mucche ridacchiano mentre il pastore strizza loro le mammelle, le pecore si fanno rasare chiacchierando come dalla parrucchiera, i tori parlano di figa e tutto procede per il meglio. La famiglia lavora duro, ognuno ha il suo bel da fare per mandare avanti la baracca, ben consapevoli che questo garantirà loro il sostentamento necessario per vivere al meglio in un terra non certo facile da domare. Tutti fanno quel che s'ha da fare, tutti tranne uno.

    BONTEMARU SVEGLIA!! Non costringermi a slegare il gallo anche stamattina, quel poveretto non ce la fa più con te, è stremato... SVEGLIAAAA!

    Niente da fare mamma, il ragazzo non ha la minima intenzione di svegliarsi, sente le voci entrare nei suoi sogni ma le ignora completamente continuando a far viaggiare la fantasia onirica, la quale lo porta in storie ancora più incredibili di quelle che vive ogni giorno, ma soprattutto più sporcelle.

    Mhhh, margherita, mio amor, non ti fermare dai, continua così... ahhhh, che bello... fammi toccare le tue tetto...OOOOO ma che cacchio? NOOO ancora???!
    CHICCHIRICHICHICHI CHICCHIRICHIèpiùincazzatodime?!CHICHICCHIRICHI *pic**pic**pic**pic**pic**pic**pic*
    AHIA! AWA! AHI! OHI! OUCH! Maledetto gallo, un giorno o l'altro ti faccio al forno o con il brodo!

    Il piumato volatile ormai non serve più alla fattoria per ingravidare le pollastre, piuttosto funge da sveglia, col suo canto per la famiglia, e col suo becco per il più giovane dei Rengu, il quale è costantemente ricoperto di segni a forma di V causati dal morso del violento animale domestico, il quale ogni maledetta mattina aggredisce il suo nemico starnazzando e colpendolo all'impazzata. Ne segue ogni volta una lotta impari, nella quale il povero Bongo viene continuamente sopraffatto a causa della sua condizione di prematura svegliezza. Se già di suo è poco reattivo, figuriamoci appena sveglio. In ogni caso il metodo funziona ed anche stamattina Bon si alza dal suo sudario alla buon ora. Non l'ora dei veri contadini che si mettono all'opera quando il sole è ancora sulla linea dell'orizzonte, ma ho visto di peggio. È da solo in casa, la madre dopo avergli scatenato addosso la bestia crestata si è rimessa ai suoi affari, così come gli altri stanno già facendo da un po. Per prima cosa quindi il nostro uomo si concede un'abbondante colazione, trangugiando qualsiasi cosa gli passi per le mani. Formaggi, uova, pane, carne del giorno prima, a momenti si mangia anche le posate e la tavola di legno. Tutto finisce nel suo stomaco, che per fortuna è pieno prima che il frigo sia vuoto, cosa che permetterà anche agli altri di sfamarsi. Quindi Bon si dirige verso il bagno, prende una sottospecie di spazzolino ed inizia a pulirsi i denti, supportato da uno speciale dentifricio alla menta piperita che la famiglia scambia con uno strano tizio in cambio di latte fresco. Roba forte, sembra scioglierti la bocca ma fa un sorriso da Holllywood, che non è poco in una società al limite della civiltà come quella ishivariana. Si spazzola come un matto, agitando a tutto braccio l'attrezzo e sporcandosi la maggior parte della faccia con la sostanza bianco verdiccia e schiumosa. In quel momento bussano alla porta.

    *TOC TOC TOC TOC*



    Una bussata insistente, forte a farsi sentire ed abbastanza agitata a giudicare dalla frequenza. Bongo, essendo l'unico in casa, si precipita giù per le scale, talmente forte che poco dopo la metà della rampa inciampa in un volo clamoroso, con tanto di atterraggio sul cemento.

    Che botta!

    Ma ci vuole ben altro per mettere ko il nostro campione, il quale è già in piedi ed apre la porta, abbastanza smanato, ma mai quanto quello dall'altra parte dell'uscio. Quest'ultimo è sudato fradicio, affaticato, completamente a corto di fiato, come avesse appena corso la maratona. Nonostante la condizione fisica riesce a trovare aria da dare ai polmoni per parlare ed esprimere il motivo della sua visita.

    Tu sei Bontemaru, giusto? Mi chiamo Namid e sono un cacciatore. Seguimi, per favore, ho poco tempo per spiegare ma ti prego di aiutarmi!

    Ok...

    Bongo è sorpreso dalla faccenda, ma è anche incredibilmente intrigato dalla situazione che gli si presenta, perciò accetta senza fare domande. Ottima scelta da parte del ragazzo quella di non far fare domande, egli si è appena risparmiato una marea di inutili “perchè”. Perciò i due partono insieme verso destinazioni sconosciute, dando inizio a una nuova avventura.

    Edited by cagnellone - 6/7/2015, 11:47
     
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    Kangee attendeva in silenzio, accanto a Lokni, costretto a letto. Ogni tanto lo aiutava ad alzarsi per permettergli di bere ma poi il vecchio pastore tornava a stendersi. Aveva una brutta ferita all'addome ma era in particolar modo la sua età a dargli contro: un vecchietto non è certo abituato ad affrontare una ferita simile! Tuttavia il pastore aveva fatto bene e rivolgersi agli Anziani e a scrivere quel messaggio, poiché aveva intuito che quella non era affatto una situazione da sottovalutare. Un Dolaclacs è normalmente un animale pericoloso ma non per gli umani, si ciba di altri animali di tagli inferiore ma raramente si è sentito di un esemplare analogo che attaccasse o facesse del male a degli esseri umani, per questo era sospetto tutto l'accaduto. Ovvero, che Lokni dicesse la verità non era da mettere in dubbio, ma che il Dolaclacs incriminato avesse qualcosa di diverso era certo, altrimenti il suo comportamento non si sarebbe potuto spiegare in alcun modo. Ad ogni modo, sia il pastore che gli Anziani, ma anche i due cacciatori Kangee e Namid, speravano di poter risolvere la situazione entro la giornata. Erano passati una ventina di minuti da quando Kangee era ritornato alla capanna di Lokni, in attesa sia della ragazza di nome Yang che di Namid, che avrebbe portato con lui un certo Bontemaru o qualcosa del genere. Erano le due Sentinelle scelte per affrontare l'impresa, piuttosto semplice in realtà, o almeno lo era secondo il parere degli Anziani. Così, quando Yang si presentò alla parte, decisamente pimpante, in lontananza si udirono rumori di passi che giungevano a loro. Ed ecco che anche Namid e Bontemaru fecero la loro apparizione, con un tempismo a dir poco perfetto. I due cacciatori si scambiarono uno sguardo e invitarono i due nuovi arrivati a seguirli verso il fondo della capanna. Ad aspettarli, il vecchio Lokni, seduto sul letto ma ancora pallido (per quanto consentisse il colore scuro della pelle). Kangee andò a prestargli assistenza e gli occhi del pastore sembrarono quasi brillare alla vista dei due giovani, pronti per aiutarlo.

    Yang e Bontemaru, presumo. Grazie per essere venuti, non potrò mai ringraziarvi abbastanza! Sono Lokni, un modesto pastore che trascorre le giornate facendo pascolare i suoi cammelli. Se vi ho chiamato è perché nelle terre desertiche, al confine con le terre orientali, c'è un Dolaclacs, una belva antica ma che solitamente non attacca gli esseri umani, che però si comporta stranamente, tanto è che mi ha ferito... E ha tentato di ferire anche Namid e Kangee qui presenti! La situazione è pericolosa. Non sono l'unico pastore della tribù e spesso ci si reca nelle oasi per fare rifornimento d'acqua, ed è proprio lì che vive il Dolaclacs! Dovete assolutamente cacciarlo!

    Era questa la richiesta del pastore dopo la benedizione degli Anziani della Tribù, e Yang e Bontemaru ascoltarono attentamente. La ragazza aveva il fisico da ragazza, naturalmente, ma la particolarità di avere la pelle chiara, nonostante gli occhi rossi e i capelli chiari fossero tipicamente Ishivariani. Bontemaru era un ragazzone muscoloso e ben piazzato, anche lui con la pelle scura ma non troppo, quasi fosse un "meticcio", ma i capelli chiari e gli occhi rossi. Entrambi avevano una protesi meccanica (rispettivamente al braccio e alla gamba) impiantata da Paninya in persona, il meccanico della Tribù e grande inventrice. Quindi, i ragazzi, già con i loro effetti a portata di mano, sarebbero partiti immediatamente verso la zona desertica confinante con Ishivar. Ma prima, il pastore diede loro un altro incarico, molto importante per lui.

    Ah, ho un ulteriore favore da chiedervi... Io sono qui malato e non posso muovermi ma non posso lasciare che i miei cammelli muoiano di sete.. Portateli con voi, vi prego! Fateli abbeverare e portateli indietro sani e salvi!

    Ma non era ancora finita! E con quello che stava per succedere i presenti si resero conto di quanto fosse importante trovare quel Dolaclacs se non volessero peggiorare la già umile economia del villaggio. Avvenne che le due Sentinelle non fecero in tempo a voltarsi che qualcuno apparve sulla soglia della capanna, disperato. Era un giovane con i capelli rosei, riccissimi, grandi occhi rossi, forse un po' chiari, più tendenti al rosa stesso e la pelle color cioccolato. Entrò che sembrava reduce da una catastrofe tanto era preoccupato. Si chiamava Hamil e Lokni lo conosceva bene visto che, spesso, gli era capitato di far pascolare il suo gregge assieme al suo.

    Hamil? Che succede, amico mio?

    Sparito! Il mio gregge è sparito! Stavo pascolando verso le oasi tutto tranquillo, mi sono addormentato cinque minuti e... Al mio risveglio le mie pecore non c'erano più! Neanche una, capisci?! E tornando qui ho sentito delle voci girare sul tuo gregge dimezzato, così sono venuto per parlare ma ho ascoltato la vostra conversazione (scusatemi tanto) e non ho più dubbi: è stato il Dolaclacs di cui parlate a prendersi le mie pecore!
    Oh, vi prego...


    Si avvicinò a Bontemaru e Yang, fissandoli come si fissa l'ultima speranza incarnata in persona. Era disperato, esattamente come Lokni. Purtroppo, ci si poteva considerare fortunati ad avere un gregge, nonostante il ricavato (che nel caso di Hamid era latte e lana) andasse alla comunità, e perderlo era quanto di più spiacevole potesse capitare ad un pastore. E poi perdere un gregge tutto per intero era davvero un brutto colpo!

    Ragazzina, ragazzone... vi prego, ritrovate anche il mio gregge! Portatelo da me!

    Come poter rifiutare due occhi di lacrime a quel modo? I due non ebbero scelta, del resto, l'altruismo era radicato nella vita del popolo di Ishivar. Per questo, i due ragazzi, salutati allegramente ed energicamente dai quattro presenti, si prepararono a lasciare il villaggio con ben cinque cammelli appresso.

    RUUUUUUUUUUUUUUURM!


    Fece un cammello, masticando qualcosa di invisibile con sguardo perso. Iniziava per Yang e Bontemaru una lunga ricerca.

    Procederemo a piccoli passi, non vorrei che si concludesse troppo brevemente :asd: Per adesso, occupatevi di far abbeverare i cammelli, poi dovete cercare delle tracce del bestiame che Hamil ha smarrito, sono 8 pecore in tutto, non siate autoconclusivi, inventate un modo per trovare le tracce oppure andate a fortuna :asd: Roba descrittiva insomma.
     
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    Viaggiano forte i due, nonostante il tizio giunto all'improvviso fosse già fisicamente provato al suo arrivo preso la fattoria dei Rengu, egli corre a tutta birra, tanto forte che a fatica Bon riesce a stagli dietro. Il nostro ragazzone è talmente sudato ora che si presenta in lontananza come una sagoma lucida e brillante, con vistose gocciolone che gli zampillano qua e la dal corpo, specialmente dalla fronte, dal mento e dalle dita, mentre si strugge per non venir seminato dalla sua guida. Per fortuna il tragitto non è estremamente lungo e la prova dura abbastanza poco da risparmiare un infarto al giovane non troppo abituato a queste cose. La sua mole non indifferente è difficile da spostare con velocità per lunghi tratti, sebbene una falcata così ampia non possa che aiutarlo.

    *anf anf anf* qua...! quan...! quantoma...? quantomancaaa?

    A fatica riesce a parlare il grande Bongo mentre corre, per fortuna l'arrivo è vicino e i due si possono permettere di rallentare il passo per gli ultimi metri, in modo da giungervi col fiato necessario. Si tratta di una fattoria del tutto simile a quella di Bontemaru, una semplice capanna in legno e paglia con attorno il terreno necessario ad ospitare un modesto gruppo di cammelli, una costruzione arrangiata ma con tutto il necessario per fungere al mestiere. Giunti nei pressi dell'abitazione, il cacciatore fa un sospiro per riprendersi, sposta le tenda posta a mo di porta ed entra nel locale, seguito a ruota da Bon, visibilmente provato dalla corsa ed altrettanto preoccupato per l'imminente missione da svolgere, che per lui sarebbe la prima commissionata da esterni. Il fatto di non sapere di cosa si tratti, la preoccupazione per un compito che sembra avere la massima urgenza, il caldo porco e mutande troppo strette fanno della situazione un problema non da poco per il ragazzo, che comunque cerca di mantenere un'espressione quanto più seria possibile. La capanna è piuttosto grossa rispetto a quel che si potrebbe pensare dall'esterno, e a differenza della malcuranza di mura, tetti e finestre, all'interno è molto accogliente e carina. In fondo alla grande sala principale che occupa la maggior parte dello spazio vi è un letto, con su disteso un uomo molto anziano. Al suo capezzale un altro uomo, più giovane e in forze, che aiuta l'anziano ad innalzarsi dalla sua posizione distesa, poggiandogli la schiena sul muro alle spalle del materasso in paglia non appena anche Bon ed il suo amico giungono nella sala. Al centro di questa, a metà strada tra i due nuovi arrivati ed fondo dello spazio circolare, vi è una ragazza, con ricci capelli biondo rossastri ed un fisico piuttosto sviluppato a guardarla di spalle. Vedendoli entrambi, il vecchio fa un cenno con la mano per farli avvicinare a se, ed una volta abbastanza vicini perchè la sua debole voce possa arrivar loro alle orecchie, inizia a parlare.

    Yang e Bontemaru, presumo. Grazie per essere venuti, non potrò mai ringraziarvi abbastanza! Sono Lokni, un modesto pastore che trascorre le giornate facendo pascolare i suoi cammelli. Se vi ho chiamato è perché nelle terre desertiche, al confine con le terre orientali, c'è un Dolaclacs, una belva antica ma che solitamente non attacca gli esseri umani, che però si comporta stranamente, tanto è che mi ha ferito... E ha tentato di ferire anche Namid e Kangee qui presenti! La situazione è pericolosa. Non sono l'unico pastore della tribù e spesso ci si reca nelle oasi per fare rifornimento d'acqua, ed è proprio lì che vive il Dolaclacs! Dovete assolutamente cacciarlo!

    Il vecchio è ridotto male, le sue parole escono sofferenti e sono spesso interrotte dal dolore, la ferita che porta è abbastanza seria, specialmente su un uomo della sua età. Eppure, nonostante la condizione precaria, il suo spirito di uomo duro e vissuto prevale sulle difficoltà, il suo sguardo denuncia una testardaggine non indifferente e probabilmente se non fosse costretto al riposo andrebbe egli stesso a risolvere il problema. La sua tempra è forte e la sua richiesta le esprime a pieno, tanto che sul finale egli alza persino la voce, in modo da far capire al meglio il concetto. Bontemaru ascolta in silenzio ogni parola dell'anziano signore, in assoluto rispetto ed ammirazione per un uomo, che così solo e così vecchio, riesce ancora a fare il pastore. Anche Bon è un pastore, certo la sua fattoria è più grande e tutti i componenti della famiglia vi lavorano, inoltre mucche e pecore necessitano di abbeverarsi molto più frequentemente rispetto ai cammelli, ma in ogni caso non può che provare rispetto ed ammirazione per il collega. Così, al contrario del solito, la questione lo interessa e riesce a mantenere la concentrazione per tutto il discorso, tanto da risultare il primo a rispondere alla richiesta.

    Non si preoccupi signor Gnocchi, pensiamo noi a quel mostro... anch'io sono un pastore e mi capita spesso di andare alle fonti, conosco la zona e le giuro che non tornerò prima di aver fatto fuori quella bestiaccia!

    A quanto pare anche la ragazza è li per l'incarico, e come Bongo mostra la sua completa disponibilità per la faccenda. Spalla a spalla, Bon si accorge di lei solo quando questa apre bocca per parlare, e solo a quel punto egli, sebbene possa sembrare fuori luogo, si presenta, secondo l'educazione insegnatagli dalla madre. Purtroppo per lei, per lui, e per tutta la spedizione, Bongo è un ragazzo ricolmo di ormoni, e dinnanzi al davanzale notevole della fanciulla, va leggermente in difficoltà, mostrando per la prima volta in giornata (almeno in pubblico) la sua natura di tontolone.

    Piacere io sono BoOOcceee...Bon, Bontette... bontemauro, Bontemaru... ehm, piacere mio...

    Visibilmente imbarazzato, rosso come un peperone per la vergogna a causa della pessima figura appena fatta, il ragazzone abbassa lo sguardo e si fa, diciamo, da parte, sebbene la sua imponente figura sia difficile da nascondere o non notare. Per fortuna ci pensa il vecchio Lokni ad interrompere quell'intermezzo poco elegante, ricordandosi di un altro favore da chiedere ai ragazzi.

    Ah, ho un ulteriore favore da chiedervi... Io sono qui malato e non posso muovermi ma non posso lasciare che i miei cammelli muoiano di sete.. Portateli con voi, vi prego! Fateli abbeverare e portateli indietro sani e salvi!

    Bongo, che già si è ripreso dalla precedente figuraccia, rassicura il pastore alzando il braccio in sua direzione ed innalzando il pollice in segno di “ok”. Ovviamente portarsi dietro il gregge ha i suoi vantaggi, le bestie stesse potrebbero essere usate come esca o, per quanto possa sembrarvi strano, come fonte d'informazione. Già perchè Bon, per quanto questa cosa sia sempre stata valutata dagli altri come un segno della pazzia che lo contraddistingue, può parlare con gli animali. Essi capiscono le sue parole e gli rispondono in versi che per la gente normale non hanno senso, ma che lui comprende come normale linguaggio umano. Così i due si apprestano ad uscire per radunare i cammelli e partire, ma proprio un attimo prima di varcare l'uscio, un tizio fa capolino di botto, aprendo la tenda un attimo prima di Bon e facendogli prendere un colpo. Il ragazzone fa un salto per lo spavento e sbatte la testa contro una grossa trave di legno posta a mezza altezza come supporto portante. Una botta che fa male a guardarla, e che costringe il poveretto a tenersi la parte colpita alla nuca con entrambe le mani. Per fortuna l'attenzione di tutti è sul nuovo arrivato, giunto all'improvviso e con la faccia di chi ha un bel problema per le mani.

    Hamil? Che succede, amico mio?

    Sparito! Il mio gregge è sparito! Stavo pascolando verso le oasi tutto tranquillo, mi sono addormentato cinque minuti e... Al mio risveglio le mie pecore non c'erano più! Neanche una, capisci?! E tornando qui ho sentito delle voci girare sul tuo gregge dimezzato, così sono venuto per parlare ma ho ascoltato la vostra conversazione (scusatemi tanto) e non ho più dubbi: è stato il Dolaclacs di cui parlate a prendersi le mie pecore!
    Oh, vi prego... Ragazzina, ragazzone... vi prego, ritrovate anche il mio gregge! Portatelo da me!


    I due sembrano conoscersi, e dato che il suo problema è strettamente collegato a quello precedente da risolvere, i ragazzi si ritrovano con ben tre incarichi sulle spalle. Ma come dir di no ad un concittadino in difficoltà? D'altronde ad Ishivar ognuno aiuta gli altri e così facendo aiuta se stesso, ed è il modo con cui questa gente ha superato le difficoltà, creando una civiltà in una terra ed in condizioni che davano ben poche speranze. Così il gruppetto si trasferisce fuori dalla capanna, all'infuori del padrone di casa costretto sotto le lenzuola, e finalmente Bontemaru può dar sfoggio delle proprie capacità, probabilmente l'unico motivo per cui è stato scelto per l'incarico, e raduna il gregge di cammelli parlando loro come fossero umani.

    OOoop! Forza, amici cammelli, di qua, andiamo a bere qualcosa, offro io, ehehehe...

    Il bello è che funziona, i cinque possenti esemplari si radunano e fanno gruppo, seguendo la direzione che il ragazzo indica loro col braccio, consapevoli che quella è la strada per la sorgente. Così la spedizione parte, salutata da coloro che rimangono con cenni delle braccia che Bongo continua a fare anche quando ormai sono lontani, ostentando l'inutilità di quei gesti senza accorgersene, come al solito.

    Belle bestie i cammelli, mansueti ed obbedienti... vero ragazzi?

    RUUUUUUUUUUUUUUURM! (Ceeeeeeerto!)

    In effetti coi cammelli è facile, non rischiano di perdersi o tentano azioni avventate, si limitano a seguirsi l'un l'altro con tutta la calma del mondo, lasciandosi cavalcare senza problemi. Peccato che non facciano buon latte. Il viaggio dunque almeno inizialmente prosegue bene, lasciando spazio ai due per rilassarsi e provare a parlare un po.

    Allora, tu che fai nella vita?

    Le chiacchiere scarseggiano, il caldo è infernale e non ci vuole molto perchè i due ne risentano, cercando di concentrarsi più che altro su una missione che si metterà male prima o poi, solo questione di tempo. Giunti a buon punto, Bontemaru, che sta scrutando il terreno da un po in cerca di tracce, nota una cacchetta di pecora, piccole palline rotonde a forma di cereali al cioccolato della Nesquik. Così scende dal suo trasporto e ne afferra una, rotolandola nella mano, odorandola ed infine poggiandovi la lingua sopra. Che schifo!

    Mh, recente...

    Ve ne sono altre sul percorso, insieme a tracce che saltano agli occhi attenti dei due protagonisti. Purtroppo però del gregge neanche l'ombra, così a Bongo viene in mente di chiedere informazione direttamente agli unici che ne erano in possesso, gli sbavosi e pelosi amici del gruppo vacanze deserto. Egli risale in groppa a quello che lo stava sorreggendo, ed avvinando il suo volto a quello della bestia, gli rivolge la sua domanda.

    Allora, che è successo ai vostri amici?

    Dopo rileggo e tolgo sto spoiler
     
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    •Chapter II
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    Ebbi appena il tempo di mettere piede all'interno dalla umile abitazione quando la mia attenzione venne catturata dall'apparizione di altri due individui. Due uomini per l'esattezza: il più grande stando a quello che aveva detto il tale che mia aveva fatto entrare doveva essere un suo collega, l'altro, ovvero un ragazzone dall'imponente stazza, occhi, o meglio occhio visto che uno era coperto da una benda, rossi, lunghi capelli bianchi e carnagione scura ma non troppo, invece sembrava essere un'altra Sentinella chiamata per svolgere l'incarico.

    *Ed io che pensavo che avrei dovuto occuparmene da sola...*

    Pensai leggermente delusa facendo una piccola smorfia con la bocca non appena il vecchio pastore ferito iniziò a parlare raccontandoci tutto quel che era successo. Per carità, non è che non mi dispiacesse avere compagnia, anzi in due avremmo avuto più probabilità di successo, è solo che ormai avevo abbracciato così avidamente l'idea di dover fare tutto per conto mio che la cosa mi diede un pò fastidio.
    Lasciando perdere questi futili pensieri, però, era il momento di ritornare con i piedi per terra ed ascoltare attentamente le informazioni che il martoriato pastore ci stava esponendo. Le sue gravi condizioni rese ancor più pessime dalla sua anziana età accrescevano, parola dopo parola, sempre più il mio desiderio di aiutarlo a risolvere la questione. Certo, mi trovavo qua perchè quale Dohanos era mio dovere aiutare i miei compaesani e proteggere la mia terra da disordini come questi, ma ancor prima di essere una Sentinella io stessa ero un'ishivariana e come tale non potevo che usare le qualità donatemi dagli Dei per aiutare il prossimo. A maggior ragione se questi si trattava di un anziano signore ferito sia nel fisico quanto nella mente come il povero Lokni.
    Ad esporre il suo pensiero e cercare di tranquillizzare un pò il pastore, però, non fui io. A farlo fu il mio compagno di missione.
    A giudicare da come si era posto e dalle sue parole un certo sentimento di sollievo mi pervase: era un pastore come il vecchio ed in più conosceva la zona dove erano soliti portare i loro animali a rifocillarsi. La sua presenza quindi non avrebbe potuto fare altro che agevolare la ricerca della famelica bestia, se non che qualcosa nel suo "bel" discorso aveva stonato.

    *Gnocchi?!*

    Pensai un pò straniata guardandolo con la coda dell'occhio supponendo che avesse mal interpretato il nome del pastore. Supposizione che venne messa da parte quando, lasciandomi di stucco, costui mise su uno spettacolino alquanto imbarazzante e deludente.

    - Piacere io sono BoOOcceee...Bon, Bontette... bontemauro, Bontemaru... ehm, piacere mio... -

    La sua intenzione era chiaramente presentarsi, ma rimanendo imbambolato per qualche secondo a fissarmi il davanzale sembrava aver perso il controllo della sua bocca. Con sguardo perplesso rimasi in silenzio mentre il ragazzo, resosi conto di ciò che aveva detto, ebbe la premura di abbassare il capo e visibilmente paonazzo dall'imbarazzo mettersi da una parte con l'intento di nascondersi.
    Ero ben consapevole che a causa del mio abbigliamento era possibile generare questo genere di reazioni in altri ragazzi e, infatti, la cosa non mi diede alquanto fastidio. Quel che mi lasciò veramente perplessa era proprio la reazione da tonto che quel Bontemaru aveva avuto guardandomi con più attenzione.
    Ad interrompere la strana scenetta, tuttavia, fu nuovamente il pastore. Ancora più preoccupato aggiunse che oltre a dover abbattere il Dolaclacs avremmo dovuto aiutarlo a portare i suoi cammelli ad abbeverarsi visto che lui era costretto a letto.

    - Ma certo signor Lokni! -

    Risposi prontamente con un grande sorriso e unendo le mani dietro la schiena in modo da provare tranquillizzarlo con un atteggiamento sicuro di me e solare. Cosa che stranamente fece anche Bontemaru in quanto, completamente ripresosi dalla figuraccia di prima, si limitò a fare uno smagliante sorriso ed alzare il pollice in segno di "ok".

    *Mh... questo qui è un pò strano...*

    Pensai iniziando a squadrarlo con fare indagatore, cercando però di non darlo a vedere.
    Adesso che avevamo chiara la situazione non ci rimaneva che metterci in marcia alla volta delle oasi a sud del paese, tuttavia ancor prima che potessimo uscire dall'abitazione ecco che un nuovo individuo fece la sua apparsa. La cosa prese un pò tutti alla sprovvista, ma quello che ne subì maggiormente fu Bontemaru.

    STONK!

    Un forte rumore attirò l'attenzione di tutti i presenti. Rumore generato dallo stupore improvviso del ragazzone all'arrivo di un certo Hamil che lo fece letteralmente balzare in aria prendendo in pieno una delle travi che reggeva il soffitto. Assistere nuovamente ad una scenetta così strana fece instillare in me sempre più l'idea che in quel ragazzo ci doveva essere qualcosa che non andava, tuttavia non potevo che rimanere divertita, ma allo stesso tempo preoccupata, per ciò che aveva fatto. Considerando pure lo scricchiolio della trave di legno fossi stata io al suo posto mi sarei aperta la testa in due... lui, invece, niente: sembrava dolorante, ma in generale a posto.
    Tornando alle cose serie ecco che il nuovo arrivato, con fare decisamente preoccupato e disperato, ci rese partecipe della sua disgrazia: anche lui era stato vittima del Dolaclacs, ma a questo giro la bestia non aggredì il pastore bensì parve saccheggiare tutto il suo gregge.
    Senza tanti giri di parole, se, ma o che altro mi posizionati davanti all'agitato pastore e porgendogli entrambe le mani sulle spalle avvicinai il mio viso al suo in modo da guardarlo dritto nei suoi occhi dall'insolito colore rosa.

    - Lasci fare a noi signore! -

    Dicendogli con tono fermo e fare serio, per poi seguire il buon Bontemaru che non aggiungendo altro si era già diretto verso il gruppetto di cammelli che impaziente non vedevano l'ora di andare ad abbeverarsi. Già con la storia di Lokni la situazione mi aveva coinvolto parecchio, adesso che si era pure aggiunta la brutta disgrazia di Hamil non potevo che mettere tutta me stessa nel trovare quel maledetto Dolaclacs e dargli una lezione con i fiocchi.
    Una volta fuori davanti ad i 5 esemplari di cammelli, tuttavia, un preoccupante pensiero iniziò ad invadere la mia mente.

    *Ora che ci penso, ma come li porto questi cammelli alla sorgenti? Non so neanche come si cavalcano 'sti cosi...*

    Con grande sicurezza e naturalezza, però, ecco che a risolvere la questione fu il ragazzone dalla testa più dura dell'acciaio: invitando gli animali a seguirli come se fossero un gruppo di amici per andare a farsi una bevuta Bontemaru iniziò a dirigersi verso le oasi con al suo seguito i possenti mammiferi. Sgranando gli occhi non potevo che rimanere a bocca aperta difronte a tutto ciò. Che fosse semplicemente una coincidenza o quel tale sembrava farsi intendere dagli animali? Coincidenza se sembrò ripetersi nuovamente quando, una volta salutati cacciatori e pastori, ormai a chilometri dalla fatiscente fattoria, Bontemaru se ne uscì nuovamente con una delle sue strambe affermazioni.

    - Belle bestie i cammelli, mansueti ed obbedienti... -

    Mi direte: cosa c'è di strano in ciò? Nulla, se non che l'ultima parte invece di essere rivolta verso l'unico essere umano in sua compagnia, ovvero io, era rivolta per appunto agli animali che erano con noi!

    - ...vero ragazzi? -

    Ricevendo addirittura una qualche sorta di risposta. Mah...
    Il viaggio procedeva tranquillo ed a passo di cammello, ovvero lento, tant'è che appunto il caldo dei picchianti raggi del sole sembrava più soffocante del solito. Abituata a stare ore ed ore sotto i cuocenti raggi del sole per me non era un gran problema, ma a quanto pare non lo si poteva dire per il giovane pastore. Inizialmente infatti sembrava tutto bello pimpante, addirittura sembrava voler attaccare bottone.

    - Allora, tu che fai nella vita? -

    - Ultimamente mi sto dedicando ad i miei compiti di Sentinella, ma nel tempo libero do anche una mano con il raccolto nei campi ad est del villaggio. -

    Risposi in maniera istintiva, senza starci a pensare molto. Poteva essere pure un tipo un pò strambo, ma la sua naturalezza mi metteva allegria. Come anche il fatto che non sembrava dare particolare attenzione al mio aspetto "insolito".

    - Ah già, non mi sono presentata: il mio nome è Yang! -

    Cosa che appunto mi portava ad aprirmi molto facilmente con gli altri.
    Il tempo delle chiacchiere tuttavia finì abbastanza presto perchè, appunto, nel giro di poco il caldo soffocante andò a prosciugare via le nostre energie. Soprattutto quelle di Bon.
    Continuando così a macinare metri di arida terra uno dopo l'altro entrambi finimmo per rimanere in silenzio e concentrare le nostre energie unicamente sulla ricerca di qualche indizio o traccia intorno a noi.

    [...]


    - Uffa, non si vede l'ombra di un indiz... ?! -

    Neanche il tempo di lamentarmi degli scarsi risultati ottenuti che Bontemaru, zitto zitto ma bello carico, scese come un fulmine dall'animale che stava cavalcando andando a raccogliere avidamente delle strane palline scure. Non avevo mai visto niente del genere, ma osservando con più attenzione la forma, ma soprattutto l'odore che emanavano e le impronte sul terreno dovevano essere escrementi. Difatti ce ne erano diversi nel punto in cui era sceso il ragazzone e per via del numero il loro fetore aveva raggiunto le mie narici.
    Un pò schifata mi avvicinai anche io, ma non appena Bon, dopo averla scrutata attentamente manco si trattasse di una qualche pietra preziosa, se ne uscì con un "Mh, recente" leccandola.

    *MA CHE SCHIFO!!!!*

    Esclamai dentro la mia testa facendo un balzo nella direzione opposta arretrando. Potevo capire quanto fosse preso dalla cosa, ma addirittura arrivare ad assaggiare la cacca di qualche animale! Povera me, ma con che tale ero finito.
    Sospirando e mettendomi la mano sinistra tra i capelli iniziai a scuotere la testa cercando di scacciare via la disgustosa immagine del ragazzo che stava leccando la pallina di sterco, finendo per non fare attenzione al fatto che adoperandosi nuovamente nel fare due chiacchiere con i cammelli il ragazzone andò a chiedergli informazioni sui loro compagni. Ma stiamo scherzando?!


    •Updates

    - Yang -


    Stato Fisico: illesa
    Stato Psicologico: schifata

    Resistenza Yang: 100/100
    Stamina Yang: 300/300
    -
    Resistenza Protesi: 200/200
    Stamina Protesi: 200/200

    Azioni:
    -
    Bonus/Malus/Alterazioni:
    -

    NOTE: Scusate per il ritardo, ma veramente a me questo caldo mi manda in pappa il cervello.
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    E così l'avventura di Yang e Bontemaru cominciava. I due uscirono dalla capanna di Lokni che il sole era alto nel cielo e scottava sulla loro pelle, sopratutto quella della ragazza che, a differenza del resto degli abitanti Ishivariani, non era scura bensì curiosamente rosea. Anche Bontemaru non era così scuro di pelle ma il ragazzone era decisamente più abituato a stare al sole. Le speranze che Lokni, Hamil e i due cacciatori avevano riposto in loro spronarono i due giovani a mettersi subito in marcia. Direzione: la valle desertica. Dalle informazioni ricevute era bastato poco per farsi un'idea di quale fosse il problema, ovvero questa creatura chiamata Dolaclacs che poteva rivelarsi un pericolo non solo per gli animali quanto per gli umani. Le due sentinelle si diressero prima di tutto al recinto del pastore, recuperando i cammelli che, incredibilmente, eseguirono i comandi di Bontemaru in un lampo, mettendosi in fila indiana e seguendo i due umani. L'unica a stupirsi fu Yang e ne aveva tutte le ragioni. Come se non bastasse, il ragazzone se ne uscì con una bella frase, una sorta di complimento... ma destinata ai cammelli stessi che mugolarono in tutta risposta! La ragazza era sempre più confusa ma ciò che non sapeva, ciò che nessuno della tribù sapeva, era che Bontemaru, chiamato Tontobongo, era fin da sempre capace di capire il linguaggio degli animali. Nonostante non parlassero la sua lingua, egli riusciva a capirli e loro capivano lui. Ovviamente, quindi, convincere cinque cammelli a camminarsene buoni buoni accanto a loro non era di certo un problema. Il problema era il caldo asfissiante che faceva stancare sia uomini che animali. Lasciarono il villaggio dopo circa una ventina di minuti di cammino sotto il sole e sul terreno arido del luogo. I cammelli proseguivano tranquilli e i due ragazzi ne approfittarono per fare un po' di conversazione, giusto per ammazzare il tempo. Il cielo era sgombro di nuvole così che il sole avesse campo libero per risplendere sulla natura e le sue creature, compresi gli animali, umani e non. La landa desertica si estendeva attorno a loro fino a perdersi all'orizzonte, dune in lontananza e rocce sparse lontano dalla loro posizione. Il campo desertico in cui si trovavano era composto da arida terra sabbiosa e bassa, come un'immensa piazza composta dal nulla. Solo qualche palma sbucava dal terreno ogni tanto, segno che, ben presto, avrebbero trovato una sorgente, un'oasi.
    Il loro stancante viaggio si interruppe quando proseguirono fino a costeggiare una vallata dove alte rocce levigate e dalla forma circolare si estendevano attorno all'arido deserto, al confine con il Paese del Vento. Al di là di esse, il deserto di Suna, qualche miglio in più. Qui le palme erano più comuni e, ben presto, i due Ishivariani trovarono e raggiunsero una delle tante oasi alle quali la loro gente faceva rifornimento. I cammelli si gettarono su di essa come impazziti, facendo a gara a chi dovesse abbeverarsi per primo mentre Bontemaru si guardava intorno. Yang aveva osservato il paesaggio che li circondava per tutto il tempo ma con scarsità di risultati: non avevano trovato neanche un indizio. A quel punto, proprio quando la bionda cominciava a spazientirsi, il ragazzo grande e grosso aguzzò la vista, raccogliendo qualcosa di minuscolo da terra (minuscolo rispetto alle sue mani). Era una sfera rotonda, anche se imperfetta e dal colore scuro. Sotto gli occhi di una riluttante Yang, il ragazzone osservò, annusò e infine assaggiò quello che era un escremento di pecora. Tutto ciò che ne ricavò Bongo fu che era stata fatta di recente, quindi il gregge di Hamil non doveva essere troppo lontano. A quel punto, sempre Bontemaru si avvicinò ai cammelli... per chiedergli informazioni. La povera Yang era sempre più confusa. I cammelli osservarono Bon in silenzio, poi risposero. Ovviamente, per la ragazza quelli erano solo una serie di <<ruuuuuuuuuuurm!>> ma alle orecchie del ragazzo risuonavano in maniera assai diversa.

    RUUUUURM! RUUUUUUURM RUUURM! (Spariti! È stato quel coso!)

    RURM! RUURM RUUUURM RUUUUUURM! (Già! Quel coso con le zanne e la coda!)

    RUURM RUUURM RUUUURM! RUURM RURM RUURM RUUUURM! (Eravamo qui vicino! E poi ci ha attaccati!)

    Fu in quel momento che i due ragazzi captarono un sommesso belare. Ciò che Bontemaru e i cammelli udirono, però, fu un <<aiuuuuuuuuto!>> e subito capirono che si trattava di una pecora appartenente al gregge di Hamil. Seguiti dagli animali, i due Ishivariani corsero fino ad addentrarsi in un passo in mezzo ad alte rocce, trovando, come avevano immaginato, un gruppo di pecorelle che tremavano tutte, difronte non al Dolaclacs bensì a tre lupi inferociti che non vedevano l'ora di mangiarsele. Bontemaru poté ascoltare tutta la conversazione al contrario della ragazza che sentiva solo ringhi e belati.

    BEEEEEEEEE! (Aiuuuuuuto!), fece una pecorella.

    GRRRRRHH GRRRRH! (Smettila, è inutile!), rispose il lupo nel mezzo, leccandosi i baffi.

    AAARGH! RGHHHH! (Preparatevi! Vi mangeremo!), continuò l'altro lupo mentre le pecore tremavano, impotenti.

    I lupi scattarono all'improvviso, saltando sulla preda mentre un ultimo belato risuonava tra le rocce. Gli unici che avrebbero potuto salvare il gregge erano Yang e Bontemaru ma ci sarebbero riusciti?

    BEEE BE BEEEEEEEE! (Qualcuno ci aiuuuuuti!)

    Proteggete il gregge dai tre lupi, non farò arbitraggi per adesso ma inventate un modo plausibile per farli allontanare. Scusatemi per il ritardo!
     
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    La scena ha dell’assurdo, ma d’altronde ogni spezzone quotidiano nella vita del nostro ragazzone ne ha, quindi niente di nuovo, non almeno per noi. Non si può dire lo stesso della ragazza di noma Yang, la compagna odierna del nostro eroe che per la prima volta sta avendo a che fare con la sua stramberia, reagendo per lo più bene, anche se con qualche difficoltà. Grosse gocce di sudore le si formano sulla nuca ogni volta che lui fa qualcosa di strano o insolito, come sbattere la testa o parlare coi cammelli, e sembrerebbero comparirgli dei grossi punti interrogativi di fronte alla testa in molte occasioni. C’è da capirla, eppure anch’essa si accorge di provare una certa sintonia col ragazzo, il quale tolta qualche stramberia è effettivamente buono e genuino come un pezzo di pane. Così i due vanno avanti nel loro viaggio estenuante, avanzando sotto il sole cocente di mezzogiorno e del primo pomeriggio fino a giungere al confine col paese del vento, decisamente stremati dalla fatica di un caldo estenuante. Nonostante l’euforia dei primi momenti, ora Bongo è tra la vita e la morte, ha una sete notevole e boccheggia vistosamente, cercando residui di saliva in fondo alla gola. Smandibola a tal punto che la sua faccia si confonde con quella della bestia che cavalca, emulandone l’espressione dovuta alla comune mancanza di liquidi, con la differenza che il cammello c’è abituato. Per fortuna la spedizione giunge nei pressi di una delle tante oasi disperse nella zona, dove tutti possono rifocillarsi. Tontol si immerge nella pozza e ne aspira il contenuto fino a far scendere il livello dell’acqua di una decina di centimetri, si gonfia come un Akimichi e la sua pancia diventa tonda come avesse mangiato un cocomero intero. Sa che quella non è la cosa giusta a fare quando si ha sete, eppure non resiste. La pagherà a breve.

    OOOOH, ci voleva!!!

    Riacquistata la lucidità necessaria i due umani, quasi due diciamo, riprendono le ricerche del gregge scomparso, cercando anche il minimo segno del loro passaggio, che però sembra esser stato cancellato dal soffio del vento che ha spostato la sabbia e cancellato le tracce.

    Uffa, non si vede l'ombra di un indiz... ?! Cacca!!!

    Bongo scende saltando giù dalla gobba del cammello e raccoglie da terra una manciata di palline color marroncino scuro. Grazie alla sua esperienza e ai suoi metodi non tradizionali capisce che il gregge è stato li, ma in assenza di indizi l’unica cosa da fare è chiedere informazioni ai cammelli,i quali si rivelano degli ottimi informatori.

    RUUUUURM! RUUUUUUURM RUUURM! (Spariti! È stato quel coso!)

    RURM! RUURM RUUUURM RUUUUUURM! (Già! Quel coso con le zanne e la coda!)

    RUURM RUUURM RUUUURM! RUURM RURM RUURM RUUUURM! (Eravamo qui vicino! E poi ci ha attaccati!)


    Si montano quasi sopra per parlare, le voci si sommano e Bongo riesce a capire poco e niente, sebbene sempre più della sua collega, la quale non può che udire una serie di versi belanti senza senso. Bon invece sta li, con gli occhi striminziti per la concentrazione, attento a raccogliere più informazioni possibile e grattandosi la testa come a smuovere il cervello al suo interno. Serve a poco. Alla fine comunica quel poco che riesce a cogliere alla ragazza, informandola dei fatti.

    Dicono di esser stati attaccati da queste parti, e che c’è un coso con le zanne e la coda… inoltre questo qui credo abbia mangiato della cipolla…

    Ok, le informazioni magari ci sono anche, ma portano davvero a poco. Di fatto la situazione rimane in stallo, non fosse che a un certo punto un belare disperato giunge alle orecchie di tutti i presenti. Il suono è chiaro, chiunque ad Ishivar conosce i versi degli animali che ne fungono da sostentamento, così al suono la comitiva si sposta in direzione della fonte del grido di aiuto. Il gruppo misto di uomini, stupidi e animali si muove fino a giungere in un canale tra le rocce, una spaccatura nella pietra che fa ombra sullo scenario, una piccola zona fresca in quel mare di caldo, in cui soffia persino un rifocillante venticello fresco. Probabilmente il gregge dev’essersi rifugiato li per non morire asfissiato, in attesa che qualcuno andasse a salvare le loro povere vite. Ed infatti i due ragazzi giungono con tempismo perfetto in loro soccorso, un attimo prima che un gruppo di lupi della zona possa sbranare le loro tenere membra. Quando giungono sulla scena la merenda è bella che servita, le bestie, tre per la precisione, circondano il gregge, intimidandolo e burlandosi di loro, ben consapevoli che quelle povere bestioline non hanno modo di scamparla con mezzi propri.

    BEEEEEEEEE! (Aiuuuuuuto!)

    GRRRRRHH GRRRRH! (Smettila, è inutile!)

    AAARGH! RGHHHH! (Preparatevi! Vi mangeremo!)


    BEEE BE BEEEEEEEE! (Qualcuno ci aiuuuuuti!)


    C’è poco tempo per agire, i metri che separano i soccorritori dagli indifesi sono forse anche troppi per evitare che qualcuno venga aggredito prima del loro arrivo, i cammelli corrono alzando un gran polverone alle loro spalle, con la lingua di fuori e la classica faccia da ebeti. Bongo però sa quel che s’ha da fare, alla fattoria capitano spesso attacchi del genere e più d’una volta ha dovuto sventarli, una volta persino da solo. In quel caso c’era del fuoco ad aiutarlo, ma in generale l’insegnamento del nonno dice che “i lupi sono in fondo dei gran codardi, fanno i forti quando sono in gruppo, ma presi singolarmente non valgono una sega. Se sei in più di loro quindi non aver paura, sono loro che devono temerti!”. Sulla scia di questo insegnamento lontano nei ricordi ma abbastanza chiaro da poter servire a qualcosa, Bongo informa i presenti sul da farsi, preparando un’azione quanto meno decente nel poco tempo a disposizione. Un miracolo per uno col suo Q.I.

    Presto, dobbiamo arrivare li e fare un gran casino, dobbiamo spaventarli… dobbiamo URLAREE… AAAAAARGH GAWAAAAABUNGAWAAAAAAA AAARGH VIAAA VIA BUAUUUUAWAAAAGAWAAA

    I versi ricordano molto quelli del diavolo della tazmania, con tanto di bava che esce dalla bocca in una scena che ben poco di umano. Per fortuna Tontobong non è l’unico, ed anche i cammelli si uniscono alla cosa, emettendo versi ad alte tonalità nella loro corsa folle che li porta a destinazione giusto in tempo per provare a sventare l’aggressione. Il gruppo si piazza nel mezzo della scena, provando a dividere il piccolo branco in modo da indebolirlo e dissuaderlo dai loro intenti; poi Bontemaru si getta su uno di essi, brandendo il suo bastone e portandolo sopra la testa per farlo piovere sotto forma di fendente in caduta libera sul cranio di una delle bestie. La sua faccia è spiritata, sembra un matto, anzi lo è, ed in questo momento fa quasi paura. In realtà sta recitando una parte che per natura gli viene da dio, per questo continua a sventolare la sua arma verso uno dei nemici, incitando a seguire il proprio esempio.

    Avanti cammelli da guerra(?), piantate i vostri zoccoli chiodati nel cervello di questi lupi da strapazzo, stasera ce li mangiamo, bhuauhauahuah, HO FAMEEEEE!!

    In realtà i colleghi dalla grosse gobbe sono in panico completo, sono giunti sulla scena senza istruzioni precise e non fanno altro che agitarsi muovendosi in spazi ristretti, alzando un polverone che si diffonde nella zona e che si rivela molto utile, poiché non fa capire niente a nessuno, dando un senso ad un azione che altrimenti ne avrebbe ben poco. In quel casino incredibile è impossibile dire con precisione cosa stia facendo chi, o chi stia facendo cosa, ed è proprio questo particolare che da una speranza al piano di un tonto fortunato e sconsiderato, nonché indubbiamente fuori di testa. Per fortuna la ragazza, al contrario del nostro amico, ha un cervello che funziona bene, e riesce ad adattarsi a quella situazione assurda sfoggiando tutte le sue doti di guerriera, dimostrando un’abilità notevole che non può che rendersi utile in quel caso. In ogni caso la battaglia del caos continua e Bongo decide di passare a sua volta alle arti magiche, muovendo il suo filo d’acciaio in direzione di uno dei lupi per intrappolarlo tra le sue spire, nella duplice speranza di metterlo fuori gioco e catturarlo, in modo da ottenervi informazioni probabilmente utili alla causa principale. Non sono questi infatti i nemici da temere, il peggio deve ancora venire e se queste sono le premesse, ci sarà da ridere...… almeno da qui fuori!

    CITAZIONE
    Azioni:
    - Attacco con il bastone animato x 2/3 (-3 resistenza)
    - Stretta d'acciaio (-5 stamina)

    Resistenza: 200 (+200) - 3 = 197
    Stamina: 150 (+200) - 5 = 145

    Note: quando mi riferirò alla protesi per consumi e varie sarà sempre in blu


    Edited by cagnellone - 24/7/2015, 19:08
     
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    •Chapter III
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    Dopo ore ed ore di marcia sotto il sole cuocente finalmente il paesaggio circostante iniziò a mutare rivelando il fatto che il vicino Paese del Vento era alle porte. L'arida terra rossastra infatti venne sostituita da un terreno sabbioso ricco di strutture rocciose dalle più svariate forme e dimensioni, con anche qualche palma qua e la ad indicare la presenza di qualche oasi nelle vicinanze. Oasi che non appena avvistammo raggiungemmo in un lampo. Infatti non solo io e Bontemaru eravamo dannatamente assetati e stanchi, ma anche i cammelli che ci portavamo appresso erano veramente in pessime condizioni. Cosa abbastanza preoccupante visto che di norma tali animali dovevano essere abituati ad un clima così caldo ed afoso.
    Non mostrando lo stesso eccessivo entusiasmo del ragazzone dai capelli chiari pure io scesi dal cammello con abbastanza foga buttandomi con avarizia verso la limpida sorgente acquatica dinnanzi a noi, abbeverandomi più che potevo, ciò non toglie che rimasi alquanto sconvolta dalla sete famelica dello strano pastore.
    Neanche sommando quello che avevano bevuti i grossi mammiferi e la sottoscritta si poteva raggiungere il quantitativo di acqua ingurgitata in una manciata di secondi da costui.

    *Ma come cavolo fa!*

    Pensai allibita guardandolo con due grossi occhioni stupiti. Non c'è che dire: quel ragazzo non lo si poteva proprio considerare "normale".
    Ricompostoci un pò ritornammo alle nostre ricerche trovando finalmente qualche indizio. Nulla di alquanto utile, purtroppo, per questo motivo con la speranza di dare una svolta alle indagini il mio compagno decise di chiedere informazioni ad i cammelli.
    Onestamente pensavo che il caldo avesse compromesso la sua lucidità, facendolo delirare, ma quando i cammelli iniziarono a rispondere alla sua domanda con versi a me incomprensibili ma con una foga quasi come se realmente avessero capito le intenzioni del ragazzo per un attimo ebbi l'impressione che stesse veramente conversando con loro.

    - Dicono di esser stati attaccati da queste parti, e che c’è un coso con le zanne e la coda… inoltre questo qui credo abbia mangiato della cipolla… -

    Mi disse al termine della breve discussione avuta con gli animali al fine di informarmi su cosa era riuscito a capire dalle loro "parole".

    - Ma cos... -

    Che fosse veramente riuscito a decifrare quegli incomprensibili versi o che fosse andato fuori di melone non mi era dato saperlo, ciò non toglie però che anche con quelle informazioni in nostro possesso eravamo nuovamente di punto ed a capo.
    Il mistero dell'esserci o farci che si celava dietro quell'ambiguo ragazzo si faceva sempre più fitto, ma a quanto pare il fato volle interrompere i miei interrogativi con un'evento alquanto inatteso. Non molto distante dalla nostra posizione un richiamo di aiuto, per la precisione un belare piuttosto acuto, stava ad indicare che delle pecore dovevano essere in pericolo. Non ero di certa esperta in materia e non conoscevo il linguaggio animale, ma qualcosa in me diceva che quella era proprio una richiesta di aiuto. Che fosse apparso il tanto ricercato Dolaclacs?
    Bontemaru sembrava aver avuto la mia stessa intuizione ed infatti senza neanche stare troppo a pensarci partì in quarta seguito dai cammelli verso la rientranza sita tra due grosse pareti rocciose.
    Seguendolo arrivammo all'imboccatura di uno stretto canale riparato dal sole grazie alle alte rocce, assistendo a quella che sembrava una battuta di caccia da parte di un branco di 3 lupi: mettendo alle strette un piccolo gruppo di pecorelle indifese erano in procinto di fare un gustoso pasto.
    Il normale ciclo della natura: dovendo sopravvivere il carnivoro è costretto ad andare a caccia di prede da poter mangiare, proprio come gli umani che imbracciando le loro armi si vedono costantemente costretti ad andare a caccia tutti i giorni per procurarsi il cibo. Ciò non toglie però che un pò mi dispiaceva per quelle pecore e ricordandomi le parole dello sconvolto Hamil potevano esserci alte probabilità che quelle fossero le sue pecore smarrite.
    La situazione richiedeva un nostro repentino intervento e visti i metri che ci separavano dalle indifese pecorelle braccate decisi di adoperarmi nel creare una piccola nuvoletta di sabbia sotto i miei piedi in modo da incrementare le mie capacità motorie. Ancora infatti non avevo ben chiaro in mente cosa fare, ma per prima cosa dovevo avvicinarmi il più velocemente possibile. Ad interrompere i miei pensieri, però, fu nuovamente il buon Bontemaru che uscendosene con un piano alquanto bizzarro informò tutti i presenti che la miglior cosa da fare in una situazione del genere era creare un pò di casino.
    Beh, poteva essere anche un piano piuttosto intelligente, se non che la sua sfrenata carica a testa bassa condita con tanto di versi più inumani che altro mi impedì fortemente di esser partecipe di quella farsa. Abbassando il capo e spiaccicandomi la mano sinistra in fronte finalmente avevo capito: c'era. Indubbiamente quel ragazzo doveva avere qualche rotella fuori posto perchè una persona sana di mente non sarebbe mai stata in grado di mettere in atto una cosa del genere.
    Lasciando quindi il "privilegio" di fare casino a Bon e quei cammelli ritardati che, andati nel panico, si limitavano a correre a destra ed a manca alzando un fastidioso polverone mi librai in celo a circa 5-6 metri di altezza posizionandomi sopra agli affamati lupi.
    Nel mentre, quindi, uno spiritato Bontemaru si apprestava ad intrattenere uno dei tre lupi io tirai fuori buona parte del filo metallico in mio possesso e direzionandolo tutto nei confronti degli altri due lupi tentai di intrappolarli entrambi dalla punta della coda al muso, avvolgendoli come dei salami grazie alla Ayatsuito no Jutsu.
    Fatto questo mi premurai di tenere ben saldo il filo all'interno della mano destra stretta a pugno, mano che adoperai per altro nel tentativo di prendere testa uno dei due lupi con un poderoso pugno in picchiata. Il combattimento corpo a corpo non era di certo il mio forte, ma sfruttando la consistenza della protesi e lo sprint generato dalla nuvoletta sotto i miei piedi il colpo con il quale speravo di stordire l'animale di certo non era poi così privo di potenza; anzi.
    Una volta giunto al livello del suolo, quindi in concomitanza dei due lupi, mi assicurai di essere ben visibile da entrambi (o solo uno nel caso quello appena colpito fosse già KO) al fine di spaventarli e tentare di renderli inoffensivi con un basilare Genjutsu. Il Narakumi no Jutsu poteva anche essere un'illusione piuttosto debole, soprattutto se usata da un illusionista non molto esperta come la sottoscritta, ma ero abbastanza sicura che usata nei confronti di animali selvatici del tutto ignari di cosa la loro mente avrebbe fatto avrebbe dovuto creare un ottimo impatto psicologico e renderli inoffensivi. Prima mi adoperai a provare di colpire il lupo che non avevo colpito, successivamente, nel caso quest'ultimo fosse ancora cosciente, avrei provato a riproporre l'illusione anche su di lui.
    Infine nel nel caso mi fossi resa conto che le illusioni avessero spaventato i lupi al punto da renderli docili come agnellini mi sarei adoperata nel liberarli in modo che, se ancora in grado, potessero andarsene.
    Non era mia intenzione infierire su animali selvatici in cerca di cibo. Il mio obiettivo per ora era semplicemente abbattere il Dolaclacs ed in caso ritrovare gli animali smarriti.


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    - Yang -


    Stato Fisico: illesa
    Stato Psicologico: concentrata

    Resistenza Yang: 100/100
    Stamina Yang: 300-5-5-5-5= 280/300
    -
    Resistenza Protesi: 200-1= 199/200
    Stamina Protesi: 200/200

    Azioni:
    - Sospensione del Deserto [-5 Stm]
    - Tecnica della Stretta d'Acciaio (50 metri) come da post [-5 Stm]
    - Pugno destro in picchiata come da post [-1 Rst]
    - Illusione Demoniaca: Tecnica della Visione Infernale su un lupo come da post [-5 Stm]
    - Illusione Demoniaca: Tecnica della Visione Infernale su un lupo come da post [-5 Stm]
    Bonus/Malus/Alterazioni:
    -

    NOTE: Kerbe considera che l'attacco in picchiata oltre alla Forza/2 ed il CC/2 va aggiunto anche il danno aggiuntivo della protesi, cioè 10 punti. Le illusioni sugli animali come questi si possono usare :si2: però ovviamente nel caso quello che colpisco sul muso va già KO non la uso su di lui. Ah, ho usato 50 metri di filo, ma sarebbero 25 per lupo e con legarli come salami intendo anche bloccargli la bocca.
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    I tre lupi sembravano sul punto di mangiarsi tutte le pecorelle in un sul boccone. Dovevano essere davvero affamati perché dalle loro fauci giallognole colava saliva a più non posso. I loro corpi tremavano, pregustando già lo spuntino. Il gregge, invece, tremava per la paura. Ma si sa che gli eroi arrivano sempre nel momento del bisogno. E questo è il caso di Bontemaru, Yang e i cinque cammelli. Si resero immediatamente conto della situazione e Bon, che con gli animali sembrava avere un rapporto speciale, ne sparò un'altra delle sue.

    Presto, dobbiamo arrivare li e fare un gran casino, dobbiamo spaventarli… dobbiamo URLAREE… AAAAAARGH GAWAAAAABUNGAWAAAAAAA AAARGH VIAAA VIA BUAUUUUAWAAAAGAWAAA

    Incredibile ma sbavava anche lui. I cammelli, dandogli retta, si unirono ed ecco che i lupi si fermavano per osservare quel quadretto comico e confuso. Persino le pecore furono quasi più spaventate da loro che dai lupi. Ma il ragazzone ci aveva preso, in effetti, i tre lupacci si erano fermati eccome, anche se non spaventati. Sembrarono infastiditi e quando uno ringhiò perché quel pazzo aveva fatto sfuggire loro lo spuntino di bocca, Bon gli si lanciò contro. Una mazzata sulla testa bastò per far guaire il lupo e farlo scappare via con la coda tra le gambe. Sembrava deciso a fargliela vedere ai tre predatori, o almeno ai due rimasti.

    Avanti cammelli da guerra(?), piantate i vostri zoccoli chiodati nel cervello di questi lupi da strapazzo, stasera ce li mangiamo, bhuauhauahuah, HO FAMEEEEE!!

    Purtroppo i cammelli non erano affatto da guerra, direi più confusi sulla faccenda. Non fecero altro che agitarsi e, nella confusione, il ragazzo intrappolò con il filo d'acciaio uno dei lupi, tenendolo ben stretto. Adesso toccava a Yang finire il lavoro. Il campo da gioco la favoriva, infatti si alzò su una nuvola di sabbia creata sul momento, l'ideale per attaccare e al contempo, sfuggire agli avversari. Con la stretta d'acciaio bloccò l'altro lupo e, sfruttando la velocità della nuvola, scese in picchiata rifilandogli un destro micidiale. Il lupo barcollò un attimo e cadde a terra, privo di sensi. Ripreso il filo, Yang sfruttò l'appoggio del compagno di squadra per concludere mettendo k.o. il lupo che Bontemaru aveva intrappolato. Un semplice Genjutsu che ad un Ninja non avrebbe fatto granché, invece fu letale per il povero lupo. Egli si vedeva su di una collina sotto un cielo nero e tuonante. Uno scossone partiva dalle fondamenta della terra e faceva tremare ogni cosa. Lui tentò di fuggire ma nulla poté destarlo dall'orribile visione di un esercito di maialini rosei che lo caricava. I loro occhi erano gli occhi del demonio. Cadde a terra con un ululato, ma questo nella realtà. I tre lupi erano stati sconfitti e i cammelli e le pecore festeggiarono, lasciandosi andare. Forse troppo, lasciarono ricordini dappertutto. Per il momento la pace fu ristabilita e le pecore, per ringraziare i due ragazzi, belarono a lungo. In realtà dissero che il Dolaclacs si trovava molto più avanti, tra la valle rocciosa, verso sud. Bontemaru capì e spiegò tutto a Yang, così i due si incamminarono con pecore e cammelli a seguito. Sembrava quasi uno zoo. Il sole sopra di loro non era più così cocente perché era già passato il momento in cui aveva raggiunto lo zenit. Impercettibilmente continuava a calare, anche se il tramonto era molto lontano. Il cielo era limpido ma non tirava un filo d'aria. I nostri eroi camminarono e camminarono mentre l'arido deserto con qualche parete rocciosa qua e là divenne pian piano solo deserto. Per quasi tre chilometri non ci fu altro che piatta sabbia. Poi i primi massi rocciosi e scuri venero fuori, spuntando dal terreno come il mercoledì. Più si spingevano a sud, più il deserto diveniva una landa desertica, sì, ma rocciosa al contempo. Non si trattava di vere e proprie montagne ma alte colline fatte di roccia, come un canyon. Fu proprio guidati dal fiuto delle pecore e dei cammelli che Yang e Bon si addentrarono in una discesa, una trincea di sabbia e roccia. Si ritrovarono quindi in uno spazio arido dove le pareti erano alte cinque o sei metri e il terreno largo una dozzina. Lì, nel mezzo, qualcosa era chino a terra, trangugiando una carcassa di qualche animale. Accorgendosi della presenza del gruppo, sputò le ossa e si eresse sulle zampe posteriori.
    Il Dolaclacs. Alto poco più di tre metri e largo quanto un armadio. Il suo corpo era agile seppur pesante e capace di sferrare artigliate poderose. Il suo morso, però, era il suo vanto. La doppia fila di denti aguzzi avrebbe potuto tranciare un cammello in due. Il suo corpo era ricoperto da scaglie molto spesse e c'era da temere anche per la coda, che se si agitava poteva colpire qualcuno e fare molto male. L'animale, il predatore del deserto, non era molto intelligente ma, in compenso, era terrificante. Scrutò con i piccoli e acquosi occhi scuri tutti quegli estranei, concentrandosi, naturalmente, sul suo cibo preferito, i cinque cammelli. Ruggì all'improvviso e non fu molto piacevole. Aveva una voce rauca ma stridula al contempo, una mattonata nei timpani, insomma. Con circospezione, mosse qualche passo verso il gruppo. Erano a una decina di metri di distanza. La coda era alzata, immobile, come se ascoltasse anche lei. Le fauci erano chiuse e l'espressione del mostro divenne seria. Stava meditando se attaccare o no, come un qualsiasi animale che dovesse cacciare la preda. Stava solamente aspettando il momento buono. Le pecore caddero tutte immobili, facendo finta di essere già belle che morte. Erano fifone di natura. I cammelli si lamentavano piano, tentando di arretrare lentamente ma ad ogni loro passo il Dolaclacs di avvicinava sempre di più. Solo Yang e Bontemaru potevano salvare gli animali ma attaccare all'improvviso non era prudente in quella situazione. Dopotutto c'era un coso di tre metri davanti a loro. All'improvviso, però, venne il tempo di agire. Il Dolaclacs ruggì di nuovo e questa volta partì in quarta. Le gambe erano pesanti ma veloci, sostenevano perfettamente il suo corpo pesante. Si avvicinò ai cammelli, ignorando difatti i due umani. Si voltò di scatto e usò lo slancio per sferrare una codata agli animali, solo che, per via di cose, avrebbe colpito anche le due Sentinelle! Si preannunciava uno scontro elettrizzante!

    Bien, siamo al momento fatidico. Scusate per i ritardi ma proprio perché 'sto periodo va così è meglio anticipare il tutto, tanto è una D. Siamo quindi allo scontro con il Dolaclacs! Quello che dovete fare, oltre che sconfiggerlo, è anche impedirgli di mangiarsi i cammelli, ricordate che sono 5 in tutto. La resistenza del Dolaclacs è pari a 200, la sua riuscita è 120. In questo turno dovete difendervi dall'attacco che ho descritto nel post. Cagn, so che è una riuscita ancora fuori dalla tua portata ma Yang già arriva a 100 quindi non potevo farlo più debole. Però se combattete assieme non sarà un problema. E tranquilli che nessuno morirà, è una D :asd: Ho smesso di staccare arti alla gente :si2:
    PS: Kote riprenditi la stamina del secondo genjutsu, l'altro lupo l'hai già messo k.o. con la picchiata
     
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    Alla fine con un gran bel po di fortuna la sconsiderata impresa riesce in pieno ai due protagonisti della nostra incredibile storia, il branco di lupi è sconfitto e si da alla fuga con la coda tra le gambe, guardandosi di tanto in tanto indietro per controllare di non essere raggiunti da un Bontemaru completamente fuori controllo, in trance, una situazione che lo porta ad inseguire i nemici ormai battuti anche dopo la vittoria, sventolando il suo bastone e continuando ad avanzare pur evidentemente senza speranza di raggiungerli come una vecchietta che ha appena subito uno scippo da dei giovani delinquenti, bestemmiandogli contro di tutto.

    Tornate qui, maledette bestiacce schifose malnutrite mangiaamicianimaliiiii!!

    Alla fine anche quel coglione si accorge di non potercela fare e fa retromarcia, tornando al suo gruppo, ormai è sempre più folto di bestie. Gli animali sono ancora piuttosto scossi, per fortuna scaricano tutti quanti insieme la tensione defecando allegramente sul percorso, una cagata di gruppo a cui partecipa più che volentieri anche Bongo, defilandosi e calandosi le braghe nascondendo i gioielli al gentil sesso presente, posizionandosi praticamente di profilo a una quindicina di metri dal gruppetto. Purtroppo l'ingente quantità d'acqua ingerita come se non ci fosse un domani, liquido non proprio della migliore qualità che il deserto ha da offrire, gli ha provocato qualche problemino di diarrea, che unito alla pessima cena a base di erbe vecchie di ieri, rende il suo sterco il più puzzolente della combriccola. Persino i cammelli, risaputamente puzzoni, sono schifati dall'orribile tanfo che si disperde nell'aria e fa scappare letteralmente tutti i presenti. Dopo queste ultime righe da premio Pulitzer per fortuna dei lettori la questione passa agli archivi, nonostante Bongo continui a cercare di giustificare i suoi odori.

    Non è colpa mia, la mamma mi ha costretto a mangiare le verdure perchè altrimenti andavano a male...

    Ma c'è roba più importante di cui parlare e rilassarsi troppo non è la cosa migliore da fare, il Dolaclacs è ancora a piede libero ed il vero problema è tutt'altro che risolto. C'è però una novità, le pecore infatti, nonostante la natura fifona e scansaproblemi, mostrano una notevole memoria, specialmente a quanto pare riguardo traumi legati a pericoli. Esse infatti ricordano abbastanza bene il luogo dove sono state aggredite dalla mostruosa creatura.

    Beeeeeh quella beeeeeestia sta nella vaaaalle più a sUHd!

    La pecorella dall'accento bergamasco sputa il rospo, le altre confermano belando alla grande e iniziando una discussione di quelle tra vecchie pettegole che continua per quasi metà del viaggio verso la nuova destinazione, raggiunta nel giro di circa un'oretta. Il luogo è totalmente diverso dalla landa desertica attraversata fino ad ora, la sabbia che copriva ogni cosa lascia spazio a rocce calcaree sempre più frequenti e grandi, finché queste non creano un vero e proprio canyon nel quale il gruppo si infila, seguendo le indicazioni delle paffute palle di pelo. Di colpo gli animali cambiano d'umore, diventano inquieti, fiutano qualcosa e sembrano restii a continuare, avanzano piano, guardinghi. Ed ecco che infatti, al di la di una grossa duna che impediva la vista, compare il bestione, intento a cibarsi del cadavere di una preda ormai ridotta a un cumulo di ossa. Nonostante i metri che li separano, esso fiuta immediatamente l'odore di tutti, voltandosi di scatto ed inquadrando la combriccola, mostrandosi quindi in tutta la sua bruttezza. È una specie di rettile gigantesco, grosso quanto un orso e con una struttura fisica massiccia e chiaramente pericolosa. Sta eretto su due zampe, assomiglia ad una specie di dinosauro, con grosse fauci che potrebbero staccare l'arto di un uomo col minimo sforzo.

    GRAAAAAAAAK!!

    L'urlo risuona nella valle e spacca i timpani ai presenti, un suono stridulo, fastidioso ed allo stesso tempo inquietante e spaventoso. Dai piccoli occhietti l'essere riconosce i cammelli, a quanto detto una prelibatezza ai suoi occhi, tanto che sembra ignorare qualsiasi altro essere presente. Avanza piano dimezzando la distanza che li separa, ed una lunga colata di bava gli scenda dalla bocca, tanta è l'acquolina al pensiero di un pasto così ricco.

    Ragazze, a terra!

    Le pecore, al comando di una di loro, si gettano a terra, simulando una morte apparente con lingue di fuori e facce da infarto, una recita più che credibile visto che sono immobili, completamente paralizzate, con le gambe per aria stese come imbalsamate. Purtroppo la cosa prende un po alla sprovvista i nostri amici ishivariani, i quali hanno pochissimo tempo di reazione per decidere cosa fare, nessuno per organizzare, almeno inizialmente, una strategia valida, anche perchè è il nemico a fare la prima mossa. Dopo una prima esitazione infatti esso si getta addosso ai cammelli, coprendo in un nonnulla lo spazio che li separa. Le povere bestie, che stavano indietreggiando confabulando piano piano nella speranza di un'improbabile fuga senza esser notati, non hanno speranze di competere con quell'essere, il quale tenta di metterli tutti insieme fuori gioco con un colpo diretto alle fragili zampe portato con l'enorme coda. Ma Bongo non lascerà mai che qualcosa di spiacevole accada ai suoi amici pelosi, preferirebbe sacrificare la sua stessa vita piuttosto che veder perire anche solo uno degli animali con cui ha condiviso il viaggio e per la cui incolumità ha garantito personalmente al povero padrone. Perciò con rapidità fulminea si getta nella traiettoria del colpo che comunque l'avrebbe colpito, anche se per ultimo e con quindi meno forza, cercando di posizionarsi al primo posto dei bersagli per farsi investire in pieno dall'attacco, anteponendo però la sua gamba meccanica al resto del corpo. Inginocchiato sulla gamba buona ed accovacciato dietro alla protesi piegata a 90 gradi Bongo quindi protegge la testa dal violentissimo colpo abbassandola a livello del ginocchio, chiudendo gli occhi e sperando di vedere ancora la luce dopo quel treno in corsa che sta per investirlo.
    CITAZIONE
    Azioni:
    - Luce intermittente del corpo (sforzo extra max) per mettersi in prima fila
    - Parata muscolare con la protesi

    Resistenza: 197 (200)
    Stamina: 145 (200-55= 145)


    Edited by Cagnellone - 25/8/2015, 17:17
     
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    •Chapter III
    •Legenda Narrato
    *Pensato*
    - Parlato -


    Come prevedibile fu un gioco da ragazzi mettere al tappeto quel piccolo gruppo di lupi affamati. Uno dopo l'altro vennero completamente schiacciati dalla potenza dei nostri attacchi, tuttavia una volta che se la diedero a gambe lavate per qualche strana ragione Bontemaru decise di continuare ad inseguirli per menarli ancora un pò. Sembrava davvero molto preso dalla situazione, fatto sta però che il suo entusiasmo durò abbastanza poco visto che dopo non molto ritornò indietro con un bel fiatone. Tutto quel casino di prima doveva avergli consumato parecchie energie.

    *Ma quanto è rintronato...*

    Dissi tra me e me mettendomi una mano sulla faccia ripensando amareggiata alla ridicola scenetta a cui avevo assistito prima. Annullando la nuvoletta di sabbia e rimettendo le armi al suo posto la mia attenzione si spostò sui festeggiamenti degli animali presenti. Non riuscivo a capire una mazza di quello che stava accadendo, ma dovevano essere piuttosto contenti visto che erano riusciti a scappare ad una orribile fine. Festeggiamenti a cui inaspettatamente Bon si unì con vero piacere. Difatti nel mentre pecore e cammelli si apprestavano a gironzolare qua e là lasciando qualche piccolo ricordino anche il mio compagno, avendo però la decenza di farsi un pò da parte, decise di lasciare "parte di se" in questo luogo.
    Potevo comprendere il richiamo della natura e la necessità di fare una cosa del genere, soprattutto dopo aver bevuto così tanta acqua come aveva fatto poc'anzi, ma la cosa che mi lasciò senza parole era l'orribile fetore che nel giro di breve appestò tutta la zona. Decisamente disgustata mi chiusi naso e bocca con le mani cercando di trattenermi dal vomitare. Personalmente avrei preferito andarmene il prima possibile ma purtroppo non avendo la più pallida idea di dove andare non potevo fare altro che aspettare il ritorno di quel ragazzo dalla dubbia sanità gastro intestinale. D'altronde era l'unico in grado di riuscire a capire quello che dicevano gli animali qui presenti. Poteva avere dell'assurdo, ma visto che grazie alle sue indicazioni eravamo riusciti a trovare facilmente queste pecore in fin dei conti doveva davvero essere in grado di comprendere il linguaggio animale.
    Una volta ricongiuntosi al gruppo cercai di sorvolare sul suo commento relativo all'orrendo odore che si portava appresso, per questo mi limitai ad annuire mostrando un sorriso palesemente forzato prima di montare in groppa ad uno dei cammelli dirigendomi verso Sud.
    Poco a poco il paesaggio continuava a mutare diventando una vera e propria landa di sabbia. La totale assenza di vento ed ombre per via della sola sabbia intorno a noi rendeva il viaggio dannatamente faticoso nonostante a scarpinare fossero quei brutti quadrupedi e non la sottoscritta.
    Dopo diversi chilometri ed un tempo indefinito a causa del caldo che mi aveva letteralmente fatto perdere la cognizione dello scorrere dei minuti finalmente rocce e pietre riniziarono a sbucare dal mare di granelli marroncino chiaro, preannunciando anche l'apparsa di un pericoloso ed inquietante mostro.
    La sua figura non preannunciava niente di buono e non sapendo come fosse il Dolaclacs non avevo la più pallida idea se fosse lui od un altro inconveniente sul nostro cammino. Fatto sta però che la pericolosa l'aura che emanava mi aveva fatto entrare in allerta e così, scesa dal cammello, mi misi in testa al gruppo fermandomi a circa una decina di metri dalla sua posizione.
    Notando la reazione delle pecore e il terrore dei cammelli avevo la netta impressione che fosse un mostro che loro conoscessero bene e questo, probabilmente, poteva stare a significare che si trattava del pericoloso e furioso Dolaclacs che stavamo cercando. Purtroppo però era inutile porsi interrogativi a riguarda in quanto accortosi della nostra presenza non ci mise molto a decidere di attaccarci con un furente assalto.
    Possedeva una stanza piuttosto imponente, doveva pesare decisamente più di qualche quintale, ma nonostante questo lo si poteva definire decisamente rapido. Forse per le sue lunghe zampe posteriori o per i suoi possenti muscoli, in una manciata di secondi ci era già addosso con l'intenzione di attaccarci.
    A giudicare dalla morfologia del suo corpo non doveva essere un mostro molto avvezzo all'utilizzo di quei piccoli (per modo di dire) arti superiori di conseguenza le armi di cui dovevo preoccuparmi erano senz'altro le gambe con le quali calpestava violentemente il terreno, quelle pericolose zanne aguzze e la grossa coda piena di pungenti scaglie.
    Non badando al mio compagno che nel momento dell'assalto era dietro di me decisi di puntare su una controffensiva atta ad immobilizzarlo e cercare di stroncare qualsivoglia sua offensiva facendogli perdere l'equilibrio: estraendo il Kunai in mio possesso con legato il filo d'acciaio lasciai la presa in modo che che potesse ritrovarsi a mezz'aria e quindi prenderne il pieno controllo con la Soshujin. A quel punto mi sarebbe bastato dirigerlo verso il mostro applicando un maggior controllo e velocità sia dell'arma che di tutto il filo collegato tramite la Soushuriken no Jutsu per tentare di raggiungerlo ed avvolgerlo come un salame nella zona inferiore del corpo. L'idea era cercare di bloccargli la coda e chiudendogli improvvisamente le gambe per farlo cadere a terra nel mentre era intento a spazzarci via con una pericolosa codata.
    Non avvalendomi della Stretta d'Acciaio non volevo bloccarlo in quanto con una stazza del genere era probabile che sarebbe riuscito a divincolarsi dal mio filo con un nonnulla; spezzandolo. Sfruttando invece quel piccolo intervallo di tempo tra lui che si sarebbe ritrovato a terra intento ad alzarsi dal filo ormai privo di presa ed io che afferrandolo con la mano destra lo avrei strattonato via con forza in modo da allontanarlo da lui prima che potesse mangiucchiarmelo avrei poggiato la mano sinistra a terra richiamando un alleato che mi avrebbe permesso di fronteggiarlo con molta più facilità: Gama.

    *Kuchiyose no Jutsu!*

    E come per magia, dopo una breve sequenza di simboli luminosi apparsi sulla vistosa protesi, un rospone bardato con grossi e resistenti pezzi di armatura dalla stazza di poco inferiore a quella del mostro sarebbe apparso al mio fianco preannunciato da una piccola nuvoletta di fumo bianco.

    - Ciao Gama, mi aiuteresti a stendere quel bestione? -

    Chiesi come al solito, andando dritto al punto, al grosso rospone che come sempre si limitava a rispondermi senza proferire parola. Non lo si poteva definire di certo un chiacchierone alla stregua di Gamariki o altri, in grado di sputare fuoco, acqua od usare qualche strano ninjutsu, ma grazie alla sua varietà di abilità era il migliore su cui fare affidamento nel fronteggiare certi avversari.


    •Updates

    - Yang -


    Stato Fisico: illesa
    Stato Psicologico: concentrata e preoccupata

    Resistenza Yang: 100/100
    Stamina Yang: 285-57= 228/300
    -
    Resistenza Protesi: 199-1= 198/200
    Stamina Protesi: 200-36= 164/200

    Azioni:
    - Tecnica della Manipolazione delle Lame supportata dalla Manipolazione degli Shuriken con sforzo extra (+10) come da post [-57 Stm]
    - Evocazione Gama [-36 Stm protesi]
    - Tiro via il filo con il Kunai [-1 Rst Stm protesi]

    Bonus/Malus/Alterazioni:
    -

    - Gama -


    Stato Fisico: illeso
    Stato Psicologico: serio

    Resistenza: 450/450
    Stamina: --/--

    Azioni:


    NOTE: scusate l'immane ritardo. Kerbe in pratica la presa a distanza che voglio fare sul mostro serve solo a bloccare il suo attacco, a fine turno lo libero proprio per non andare contro il regolamento. Non so se ricordi, ma è tipo quella mossa che usasti tu con il tuo Hiro in uno dei tuoi vecchi incontri :asd:
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22 replies since 8/6/2015, 15:04   458 views
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