Andare Avanti

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  1. "KING"
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    Haru era bardato da guerra: il suo giubbotto protettivo da Anbu copriva interamente il suo busto lasciando scoperte le braccia e dandogli una notevole mobilità, gli avambracci erano protetti dalle sue protezioni solide, alle gambe i suoi parastinchi laminati gli fornivano una difesa aggiuntiva utile in molte situazioni.
    In schiena portava la sua fidata giara di sabbia, assicurata da un cinturone robusto, e sul volto spiccava una maschera finemente decorata, che rappersentava una faccia iraconda.
    Nei vari borsellini che teneva alla cintola aveva svariati Kunai, Carte bombe e simili, equipaggiamento base di ogni ninja.
    Correva rapido e dal passo leggero, lasciando lievissime impronte anche nel terreno fangoso.
    La caccia era partita già da molte ore, la notte si era fatta profonda ed il terreno più pericoloso.
    Iwa è nota per le sue grandi montagne rocciose, ma in quella regione ci sono anche grandi boschi, foreste e pinete, contenenti creature portentose da tempo dimenticate come i mastodontici orsi, cinghiali grossi come abitazioni, e tigri nere dagli artigli velenosi.
    Ma per lui non era un problema, continuava la sua corsa silenziosa sul sentiero principale seguendo le tracce lasciate dai suoi obiettivi.
    Gli alti pini che circondavano su entrambi i lati il sentiero erano un ottimo posto per tendere imboscate ed agguati, o anche per nascondersi, ma Haru aveva i suoi trucchi.
    Uno spostamento rapido alla sua destra lo fece rallentare.
    Agitò appena la mano destra ed uno scintillio dorato avvolse la zona, poi riprese la sua corsa furiosa.
    Il sentiero stava cominciando a cambiare direzione da Est, sempre più a Sud, per evitare il pezzo più folto della foresta di pini e sbucare il più rapidamente possibile sugli altipiani.
    Doveva affrettarsi e bloccare le prede mentre erano ancora all’interno della foresta.
    Fece tre passi più lunghi ma lenti, e nel terzo infuse tutte le sue energie dandosi un enorme slancio con cui si portò a trenta metri d’altezza, per poi piroettare su un ramo.
    Il ramo si spezzò per la potenza con cui si spinse in avanti verso un albero venti metri più in la, e proseguì la sua corsa fra gli alberi con quel nuovo metodo, che gli consentiva un vantaggio tecnico per lui non indifferente.
    Rami, pigne ed altri ostacoli volanti non erano niente per lui, solo gli aghi di pino gli davano fastidio quando si insinuavano nelle fessure della sua maschera, ma era un problema irrisorio.
    Ad un tratto, spostò il suo corpo di lato ed afferrò la corteccia di un grosso pino coi palmi delle sue mani che aderirono perfettamente alla superficie grazie al chakra, una sferzata di addominali, e ci fu un cambio di direzione a novanta gradi impressionante, verso destra.
    Riprese la sua corsa forsennata fra gli alberi tagliando un gran pezzo di sentiero.
    Stava per ricorrere ad altri metodi quando qualcosa come una scossa gli attraversò il cranio.
    Si bloccò voltando di scatto la testa a sinistra, e sotto la maschera sorrise.

    *Ci siamo!*

    Scartò a sinistra gettandosi contro un albero, atterrò sulla sua corteccia a mo di ragno e si diede una spinta che frantumò parte di corteccia.
    La sua espressione s’incupì di colpo e bloccò la sua avanzata.

    <daisan no Me!>

    Un occhio si materializzò davanti a lui, un occhio fluttuante molto simile agli originali di Haru, che sparì all’istante per portarsi fino ad uno degli ultimi pini prima del sentiero.
    L’occhio vide un gruppetto di persone, sette in tutto molto vicine ad un carro.
    Sul carro c’erano diversi bauli tutti con dei sigilli applicati sopra.

    <così va male, hanno trovato degli ostaggi>

    Infatti i suoi obiettivi erano 5 in origine, c’erano due persone di troppo che non fu difficile individuare: un vecchietto calvo che si appoggiava ad un bastone, ed una ragazza, poco più che una bambina, dai bellissimi capelli biondo cenere.



    Ed i cinque suoi obiettivi attorno a loro con aria molto minacciosa, quattro uomini ed una donna davvero bellissima dai capelli azzurri.
    Il più grosso dei cinque avanzò verso l’anziano, afferrò il suo bastone e spinse a terra il poveretto.
    Lo vide ridere prima di cominciare a prenderlo a bastonate, mentre la donna avanzava verso la ragazzina.

    *Ok basta così*

    Haru richiamò a se il chakra e si lasciò cadere dal ramo, ma la gravità non riuscì a fare il suo corso e, anzichè schiantarsi al suolo, prese a planare ad una velocità assurda sfiorando rami e grossi tronchi.
    In poche frazioni di secondo raggiunse la zona sovrappopolata, ad occhio nudo sarebbe apparso come un fulmine a ciel sereno.
    Gli occhi dorati fissi sui cinque banditi, poi andarono a sincerarsi delle condizioni del vecchio, ansimante e un po’ sanguinante a terra, e poi della ragazza, bianca in volto e sul punto di svenire, che lo stava ora fissando con un misto di terrore, stupore e speranza.
    Poi puntò il bestione che aveva aggredito il vecchio, estrasse tre kunai e li sparò magneticamente contro il suo bersaglio.
    L’energumeno si spostò con una rapidità che non dovrebbe appartenere ad un uomo così grosso e massiccio.
    Tutti si voltarono verso Haru, e l’uomo coi capelli rossi e col mantello, prese ad avanzare verso di lui con fierezza ed arroganza vomitati da ogni poro.

    <benvenuto ninja della Roccia, ti stavamo aspettando quando abbiamo incontrato questi due simpaticoni
    . . .
    Carina la bimbetta eh?
    >

    <aiutate il vecchio ad alzarsi, lasciate che si allontanino, e vi darò un’ultima possibilità di scappare e non farvi vedere mai più>

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    <hahahahahaha stai scherzando vero?
    Facciamo così, girati e torna da dove sei venuto e forse lasceremo stare il vecchietto, ma non ho fatto tutto quel casino per rubare quelle robe dalla vostra guarnigione per lasciar perdere al primo Anbu.
    Solo io ho eliminato quattro dei vostri Jonin
    >

    Non gli rispose, si limitò a guardare il carro: all’interno dei bauli sigillati c’erano un’infinità di Carte-Bomba, abbastanza da far saltare in aria Suna, tanto per non dire sempre Konoha.
    Poi voltò la testa in modo da guardare direttamente la ragazzina

    <non avere paura, presto ti sveglierai e loro non ci saranno più!>

     
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  2. "KING"
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    <Non avere paura, presto ti sveglierai e loro non ci saranno più!>

    Pronunciò quelle parole con fermezza, ma con un sottofondo di dolcezza, come se si trattasse del suo fratellino, Hiten, come se si trattasse della piccola Giglio de La Via.
    Poi indicò col braccio destro un grosso pino con ai suoi piedi un masso bello spesso.

    <Vedi quell’albero?
    . . .
    >

    E con la mano sinistra fece un piccolo movimento, ed una morsa dorata inghiottì la bambina e la trascinò nel sottosuolo, in profondità dove non avrebbero potuto raggiungerla.
    Aveva anche scavato una serie di buchi e gallerie per farle arrivare dell’aria.
    Lo stesso fece col vecchio, ma fu più delicato e gli lasciò più spazio nella gabbia dorata per potersi riposare un attimo dalle percosse subite.

    <. . .
    Ora non più
    >

    L’espressione del terrorista che aveva parlato si tramutò da fierezza a disprezzo in un istante.
    Cominciò a digrignare i denti e a serrare i pugni, il suo campo magnetico si stava agitando ed intensificando, così come quello degli altri quattro subito dopo.

    <Beh, li hai salvati, complimenti, Bruno, fallo a pezzi, Pino il carro>

    L’uomo chiamato Pino, quello vestito in modo strano coi capelli viola, schioccò le dita ed il carro venne avvolto in una bolla di energia pura che prese a levitare davanti a lui.
    Tutti tranne il bestione si voltarono e presero ad allontanarsi dando già per morto Haru.
    Il gigante, Bruno, avanzò ghignante verso Haru battendo i pugni e scrocchiando le ossa.
    Scattò in avanti caricando un poderoso gancio destro con il chiaro intento di spaccare la testa ad Haru, ma l’Anbu era più veloce, grazie alla Tecnica del volo.
    Il contrattacco del ninja fu violento, con una scarica di rapidi pugni e calci al volto di Bruno che parve vacillare.

    <Hehehe sei divertente come balli fighetta>

    Haru cedette alla provocazione, il suo corpo venne rivestito da uno spessissimo strato di roccia e terra e sferrò un calcio portato con tutta la sua potenza contro la tempia sinistra di Bruno.
    Il colosso riuscì a stupire Haru, Il corpo di Bruno era diventato completamente nero scintillante, il rivestimento roccioso che ricopriva i suoi stinchi, tuttavia, si era più o meno disintegrato nell’impatto.

    *Questa mi mancava!*

    <Adesso tocca a me!>

    La rapidità del colosso pareva essere tornata quella dimostrata per schivare i suoi kunai cogliendo Haru di sorpresa, ma non impreparato.
    Mentre si avvicinava sfruttò la Tecnica dell’Indurimento per ricavarne uno strato dorato da frapporre al nemico come ulteriore scudo protettivo.
    E fu necessario poichè in pochi poderosi e martellanti pugni sfondò il rivestimento roccioso cominciando a mettere seriamente in difficoltà lo shinobi.

    <Palmo Violento dell’Onda della Bestia!>

    Non fu una contromossa particolarmente efficace, ma con un’esplosione di vento partita dal suo braccio, riuscì a scrollarselo di dosso e sbalzarlo qualche metro di lontananza.
    Riprese fiato qualche istante e pensò ad un modo per sbarazzarsi di quel mostro.
    Mantenne attiva la sua armatura d’oro ed impastò un gran quantitativo di chakra in gola.
    Una forte sensazione di calore che lasciò scaturire in un torrente di fiamme dalla sua bocca.
    Il fiume investì Bruno, ma quel mostro era anche un utilizzatore del Doton, poichè si era protetto con uno scudo roccioso.
    Intanto i rimanenti quattro erano spariti nel nulla, seguirne le tracce ora sarebbe stato molto più difficile, ma non impossibile.

    *Devo sbarazzarmi di lui in fretta, ma deve dirmi dove sono diretti!
    E’ rischioso, ma userò la nuova tecnica che sto sperimentando.*

    Ma non ci sarebbe riuscito, non avrebbe avuto ne abbastanza tempo, ne abbastanza concentrazione da investire in un simile sforzo: mettere in pratica la teoria.
    Ma Haru poteva andare oltre a questi limiti.
    Una frazione di secondo ed un secondo Haru si era distaccato dal primo, cominciando a concentrarsi al massimo sul proprio chakra e sulla propria mente.
    L’altro, prese a bombardare Bruno con grosse sfere dorate che sbucavano dal terreno da ogni direzione, rendendosi imprevedibili.
    Per una manciata di secondi Haru era riuscito nel suo intento, poi il mostro nero si stufò e prese a correre incurante delle raffiche dorate che lo incalzavano.
    Iniziarono così un tira e molla in cui Haru continuava a saltare da una parte all’altra del campo di battaglia, continuando a mitragliare il colosso nero con l’oro, che d’altro canto, voleva con tutto il cuore prendere Haru e stritolarlo.
    Ogni tanto provava a dirigersi verso l’altro Haru, quello che si stava concentrando come non mai per attaccare lui, ma veniva bloccato da fuoco vento e oro, e tornava al bersaglio originale.

    *Ci siamo, il mio Campo è pronto, ora non devo far altro che espanderlo, e fare come avevo provato per bloccare ogni impulso.*

    Il chakra di Haru, che irradiava tutto il suo corpo, si era poi concentrato nel cervello dove, stimolandolo, fece partire numerosi impulsi elettrici che crearono un campo magnetico che si affrettò ad irrorare di chakra.
    Espanse quel campo magnetico fin oltre i limiti fisici del suo corpo in una grossa ed invisibile sfera che ora raggiungeva i dieci metri di raggio.

    *Fatto!*

    Per un istante i corpi dei due Haru si illuminarono per riunirsi in un unico individuo.
    Non appena l’unione fu completa, la sfera magnetica raddoppiò il suo raggio d’azione inglobando anche Bruno.
    L’energumeno si bloccò all’istante, incapace di muoversi ulteriormente.
    Haru gli si avvicinò iniziando ad accumulare chakra Katon nella mano destra, arrivato davanti al colosso, ad un suo cenno cadde in ginocchio, fu solo allora che gli poggiò la mano, ora rovente, sul volto.
    Riuscì a resistere una decina di secondi prima di urlare di dolore per la faccia che si stava squagliando.
    Sciolse la strana tecnica che lo rendeva quasi invulnerabile, stava per rialzarsi quando una sferzata d’oro gli ruppe il ginocchio destro in procinto di rialzarsi.
    Poi uno sperone dorato sbucò dal terreno andando ad infilzargli la spalla sinistra.

    <Sta giù e dimmi chi siete, perchè ci avete derubato e dove si sono diretti i tuoi compari>

    <Non parlerò mai con te cane di Iwa>

    Uno strato dorato molto spesso avvolse interamente Bruno e prese a stritolarlo, Haru invece poggiò due dita sull’orecchio sinistro.

    <Qui Jackdaw . . . ne ho preso uno, non collabora, venite a prenderlo, la caccia è sospesa, gli altri sono fuggiti col carico.>

    Ma doveva fare un’altra cosa.
    Si scisse nuovamente in due, uno a mantenere attiva la sua ultima devastante tecnica, in grado di inibire il più temibile degli avversari, e l’avrebbe tenuto inchiodato li fino all’arrivo di un Anbu sensoriale che gli avrebbe sconvolto la mente per trarne tutte le informazioni necessarie, mentre l’altro Haru si affrettò, con un cenno della mano, a far riemergere dalle profondità del sottosuolo il vecchio e la ragazzina.
    Disperse la polvere ed andò a verificare le condizioni del vecchio: aveva una brutta ferita alla testa ed anche al braccio destro.
    Haru non era un ninja medico, ma tutti gli shinobi venivano istruiti sulle basi del primo soccorso e su come medicare, almeno provvisoriamente e di base, una ferita.
    Non aveva niente con cui disinfettarla e non voleva bruciarla, si limitò a pulirla e mettere un lembo di tessuto a tamponare.

    <Oooh la mia testa, non so come ringraziarla. Quella ragazza, deve vivere ad ogni costo!>

     
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  3. "KING"
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    <Oooh la mia testa, non so come ringraziarla. Quella ragazza, deve vivere ad ogni costo!>

    E svenne.
    La ragazzina accorse al fianco dell’anziano con le lacrime a rigarle il volto, poi guardò Haru ancora un po’ spaventata.
    Haru si tolse la maschera e le sorrise.

    <Te l’ho detto, al tuo risveglio non ci sarebbero più stati
    . . .
    Oh quello non conta
    >

    Disse indicando il colosso sconfitto ai piedi dell’altro Haru, quello con ancora la maschera e la mano irradiata col chakra Katon sulla faccia del suo prigioniero.
    Ad un suo gesto una soffice nuvola dorata sollevò il vecchietto a circa mezzo metro da terra, e presero tutti e tre ad avanzare verso il sentiero.

    <Io sono Haru, e sono un Ninja particolare.
    Ma dimmi, tu come ti chiami?
    >

    La ragazzina, che avrà avuto si e no 15 anni, si era già calmata e pareva tranquillizzarsi ogni passo di più.

    <Claire . . .>

    Haru attese qualche istante prima di parlarle ancora, non doveva essere troppo pressante o avrebbe perso subito la fiducia che gli stava dando.

    <E dove siamo diretti, Claire?>

    <Io
    . . .
    Come sta Memuchi?
    >

    <Si riprenderà, ma dobbiamo portatlo in un villaggio o in un luogo dove possano prestargli delle cure adeguate o la ferita si infetterà.>

    <Non saprei il fatto è che
    . . .
    dobbiamo andare dalla vecchia Shikane, vive più a Nord, ai piedi dei Monti Innevati, è una sacerdotessa
    . . .
    E coltiva erbe medicinali per i villaggi della zona che si forniscono tutti da lei, pagandola profumatamente.
    >

    C'era ancora molto timore dentro alla ragazza, qualcosa che aveva a che fare con la vecchia sacerdotessa di cui aveva parlato.
    Era incuriosito da questa strana vecchie che la spaventava, e voleva vederci più chiaro.
    Inoltre era molto più breve che andare a Iwa.

    <Andiamo allora, e non avere paura, io ti proteggerò!>

    Una coppia di ammassi dorati sbucarono in mezzo alle loro gambe e presero man mano forma di cavalli: una coppia di grandi cavalli dorati con ali scintillanti che si librarono sopra ai pini seguiti dalla culla del vecchio Memuchi.

    <Perchè viaggiate di notte?>

    <Perchè sono inseguita dal male>

    <Beh, mi sembra un motivo valido, ma quassù nessun male può raggiungerci.>

    Non parlarono per il resto del tragitto se non per correggere la direzione.
    Al sorgere del sole atterrarono su un bel prato appena oltre la pineta, vicino ad un ruscello di acqua limpida dove c’era qualche animale ad abbeverarsi.
    Al loro arrivo naturalmente scapparono impauriti, alcuni anche seccati, ed i cavalli si sfaldarono tornando alla terra.
    proseguirono a piedi per quei duecento metri che li separavano dalla grande capanna di pietra, circondata da piante e fiori di ogni tipo e colore.
    Eh sì, c’era un magnifico spettacolo visivo dipinto egregiamente dal sole mattutino che iniziava a tingere di rosso e rosa il cielo, con le nuvole che parevano gonfiarsi.
    I fiori diventavano più radiosi ed emanavano colori più brillanti.
    Varietà di blu, di viola e di giallo sulla parte più a sinistra della capanna, proprio di fronte una gran distesa di rampicanti ed altre piante dai forti odori che si mischiavano fra loro appesantendo l’aria, sulla destra svariate tonalità di arbustelli dal fogliame rosso in prevalenza ma c’erano anche macchie di rosa e di bianco.
    Davanti all’ingresso un sentiero con ghirogori ed arabeschi decorativi conduceva alla porta attraverso piante e fiori.

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    <Sembrerebbe la casa di un’erborista, sicura sia anche una sacerdotessa?
    Dall'aria, si direbbe più la casa di . . .
    >

    Annuì senza rispondere continuando a proseguire sulla stradina verso l’ingresso.
    Haru riuscì ad individuare pochissime delle piante li presenti, non solo per la sua ignoranza della materia, ma anche per la sua origine, lui non veniva dai monti ma dal deserto.
    Tuttavia un paio le aveva riconosciute come altamente velenose, le usavano alcuni sgherri di Key cospargendone la linfa su una lama, qualsiasi taglio sarebbe stato fatale.
    Bussò all’ingresso e dopo qualche secondo apparve un’anziana dagli ispidi capelli grigio-neri, la faccia rugosa e con un verrucone sul naso, ed una gobba dall’aspetto terrificante sulla schiena.

    *Una strega*

    <Claire ragazza mia, che ci fai qui, dovresti essere oltre il Confine ormai.
    E chi è questo bel giovanottone?
    >

    <Mi chiamo Jackdaw, e sono un Anbu di Iwa.
    Ho soccorso Claire e Memuchi da dei criminali, tuttavia è rimasto ferito prima che potessi intervenitre
    >

    E fece entrare in casa la lettiga dorata con sopra un dormiente Memuchi.
    Prima di parlare con Haru, perchè era evidente che volesse raccontargli qualcosa, la vecchia mandò Claire a dormire nell’altra stanza, dandole una tisana per riposare meglio.
    Poi si occupò in due minuti delle ferite riportate da Memuchi, e finalmente tornò nel salotto dove aveva lasciato Haru, con dell’altro the, ma dall’odore forte e pungente.

    <Bevilo caldo, ti ridarà vigore e ti schiarirà la mente
    . . .
    Desidero ringraziarti di cuore per l’aiuto che hai prestato loro.
    Ma la tua presenza non è più necessaria.
    Il fatto è che Claire è molto speciale, nelle sue vene scorre sangue importante, ed il suo potere è ambito da tempi antichissimi.
    Un oscuro male vuole impadronirsi di lei e fino ad ora è riuscita a stento a sfuggirvi.
    Memuchi la stava scortando fino a Sud, dove ad attenderli c’è una barca che dovrebbe condurla su di un’isola, dove potrà vivere in pace.
    >

    Stava raccontando una storia in cui nemmeno lei credeva, le sue parole erano tradite dal suo sguardo.
    Qualcosa davvero non andava con la vecchia.
    Ma non era una minaccia al momento.

    <Di che sangue parli?>

    <Ma dei Primi Nati, coloro che abitavano queste terre prima dell’arrivo degli shinobi, prima dei Samurai e prima del Chakra.
    La sua stirpe era in grado di fare cose che nessuno poteva comprendere, lei esula dalle nostre leggi.
    E su quell’isola i Grandi Saggi le insegneranno a controllarsi e
    >

    <Ne ho sentito abbastanza, sciocchezze e leggende.
    I suoi genitori?
    >

    <Uccisi dalle forze del male, demoni oscuri che strisciano per . . .>

    <Ora mi hai stancato vecchia, so che non sei una sacerdotessa e la ragazza non si fida di te, glie l’ho letto negli occhi.
    Ora ti dico ciò che accadrà.
    Claire finirà di riposare e poi verrà via con me, ad Iwa.
    Tu ti occuperai del vecchio, e quando sarà guarito gli dirai che Claire è con me, ad Iwa e che li resterà, sotto la benevola protezione dello Tsuchikage.
    Fa sapere a chi c’è dietro a questa buffonata che il Kami si è stancato di giocare, e vedrai che non si paleserà nessun male da nessuna parte.
    >

    <Tu non capisci, sei un forestiero, lei è destinata a . . .>

    Ma Haru si alzò e si mise la maschera seria in volto ed entrò nella stanza dove dormiva la ragazza.
    Si inginocchio al fianco del suo materasso e chiuse gli occhi, spargendo oro in tutta la stanza in modo da tener sotto controllo ogni cosa.
    Haru stavolta si era imbattuto in un vero e proprio mistero, a partire dai cinque banditi misteriosi, che avevano rubato parte delle scorte di Carta-bomba dell’esercito di Iwa per farne chissàcosa, alla vecchia del tutto poco convincente .
    E poi le parole del vecchio, lei deve sopravvivere, sopravvivere a cosa?
    E sarà esistita veramente la leggenda dei Primi Nati, o se l’era inventata la vecchia?

    *Di quali poteri potrà mai disporre in grado di annichilire chi usa il chakra, a detta della vecchia?
    Bah, non ha importanza, le insegnerò a proteggersi da sola.*

    Qualche ora dopo Haru aprì gli occhi giusto in tempo per vedere la vecchia entrare con due tazze di the caldo fumante.
    Dubitava che sarebbe mai riuscito a fidarsi di quella vecchia, sembrava nascondere oscuri segreti, e le sue maniere gentili pareva troppo forzate.
    Claire si svegliò con gli occhi gonfi, era evidente che aveva pianto molto.
    Ringraziò con voce flebile la vecchia, che tuttavia rimase li a guardare come se si aspettasse qualcosa di più, poi parve ricordarsi della presenza di Haru, sorrise ad entrambi e se ne andò gobbeggiando.

    <Allora Claire, dimmi chi sono ti due vecchietti?>

    <Memuchi è stato incaricato dai Grandi Saggi di portarmi sulla loro isola, dove mi avrebbero insegnato a controllarmi.
    La vecchia è una sacerdotessa che ha esorcizzato un demone che mi inseguiva, e mi ha dato questo talismano per nascondermi e proteggermi.
    >

    <Questo lo terrò io
    . . .
    E tu l’hai mai visto questo demone?
    >

    La ragazza scosse la testa, poi cominciò a soffiare sulla sua tazza, per raffreddarne il contenuto, e cominciò a bere.
    Demoni e misteriosi poteri.
    Una storia avvincente, forse in altri tempi, ma Haru era stanco di morte e distruzione.
    E poi rimanevano ancora in sospeso i 4 fuggitivi con il carico di bombe-carta.
    Gran bel mistero, ed il suo fiuto presagiva trappole e complotti.

    <Beh, a me non importa dei tuoi poteri mistici ne di demoni, ne di saggi.
    Tu verrai con me ad Iwa e ti istruirò nella Arti Ninja, così potrai difenderti da sola da qualsiasi demone
    >

    Soffiò anche lui sul the bollente e lo buttò giù in un solo grande sorso.
    Bruciava la gola e lo stomaco, ma era un bruciore rinvigorente, che lo destò del tutto.
    Si alzò dalla posizione seduta mantenuta per tutto quel tempo e riprese la giara che aveva poggiato li accanto.
    Poi fece un cenno alla ragazzina di precederlo in soggiorno.

    <Se lei non raggiungerà l’Isola, il male la troverà e la prenderà, e sarà colpa tua Shinobi della Roccia!>

    <Quando ciò accadrà ci penserò, per ora lei viene con me!>

    Ultimo tentativo della vecchia di far cedere Haru a lasciare che la ragazzina venisse portata chissàdove.
    Quando aveva solo bisogno di un posto da chiamare casa.
    Uscì dalla capanna seguendo Claire, fuori un dragone dorato li attendeva immobile.
    Aiutò la ragazza a salire proprio dietro alla testa della statua d’oro, e lui si posizionò appena dietro, pronto a reggerla nel caso perdesse la presa in volo.
    Il drago si destò e cominciò ad alzarsi in tutti i suoi dieci metri di lunghezza.
    Caricò le zampe posteriori e spiccò un balzo verso il cielo.
    Mentre si allontanavano, Haru notò che la ragazzina lanciò uno sguardo colmo di risentimento diretto alla capanna.

    *Forse un giorno farò luce sulla faccenda*

    <Maestro Ninja
    . . .
    Grazie!
    >

     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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