La ragazzina che non sa far nulla.

Per Manny (Perceptio) <3

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    Midori non sapeva che fare. Era primo pomeriggio ed aveva appena finito di mangiare al Dojo del Clan. Si era riempita di riso al curry con un intero pesce, un salmone per essere precisi. Però per lei quello era un normale pranzetto. Conosceva un sacco di dettagli nuovi sul salmone, visto che aveva praticamente imparato a memoria la sezione di enciclopedia dedicata ai pesci. Quel libro le piaceva non solo per la rilegatura ed il peso quasi infinito, ma anche per le nozioni che c'erano. Esse erano semplici, ben spiegate e soprattutto utilissime... Alcune. Ad esempio, sapere la fotosintesi clorofilliana per la ragazza non era assolutamente utile per qualsiasi ragione al mondo. Preferiva capire qualcosa sul vento, ma era difficilissimo, e su quel libro c'era una sezione dedicata all'elemento della natura per bambini e poi una molto più complessa. La ragazzina non aveva la benché minima idea di cosa significassero molti termini scientifici, per questo non riusciva a capire un bel cavolo di nulla. Midori era l'apoteosi della deficienza e della stupidità dell'umanità. Non sapeva fare un bel niente al di fuori dei lavori manuali che non richiedevano particolari abilità ed era priva di una reale intelligenza. Per lei bastava dare pugni, calci, fare flessioni, addominali e niente altro. Fare lavori domestici, buttare la spazzatura e poche altre cose riusciva a fare, però erano molto utili perché erano lavoretti faticosi e che nessuno aveva mai voglia di svolgere. Per il resto, la piccola era a malapena in grado di leggere e far conti con cifre molto basse, ad esempio cinque più tre. Il resto era alto mare. A lei non serviva l'intelligenza, così come alle altre ragazze là dentro, bensì le servivano capacità nel tiro con l'arco e fisiche. Shiranui le stava insegnando a difendersi da sola, senza necessariamente scoccare frecce. Era molto utile a ragazzine come loro, soprattutto perché all'interno del Clan Kaneda si è sempre diffidato della popolazione di Oto e degli uomini. Son tutte donne! Midori capiva cosa doveva fare per evitare di essere colpita da qualsiasi cosa le arrivava in faccia: schivare. Non aveva mai imparato a farlo. Ed era anche sufficientemente stupida da non arrivarci da sola.
    Le due ragazze erano rimaste sole, nella sala da pranzo. Si guardavano, mentre lo sguardo della più piccola era sempre lo stesso, cioè freddo, insensibile e stranamente contento. Erano solo gli occhi che rimandavano qualcosa. La maggiore la osservava e continuava a non capire come faceva a rimanere così impassibile di fronte ad ogni cosa. Non capiva nemmeno come potesse essere così stupida da averle preso un'enciclopedia solo per imparare almeno a leggere e cosa fossero gli elementi alla base della vita e della natura. Eppure lei era incredibilmente brava. Una specie di genio. Sapeva far perfettamente di conto, leggere, scrivere, esprimersi, nutrire idee anche contorte, creare tesi ed antitesi ed instaurare un bel discorso che non si basasse necessariamente su quante flessioni faceva o qual'era la sua percentuale al tiro. Per Shiranui era difficile, anche perché non sapeva che cosa pensare, che futuro dare a sua sorella quando sarebbe stata troppo grande per pensare di rimanere a buttare gli anni della sua vita in quel posto. Per questo era perplessa e la sorella se ne era accorta. La guardava con una certa diffidenza, come per dire che cosa stai pensando?

    - Cosa c'è sorellona? -

    - Oh, nulla, penso al futuro... -

    - Owh, che noia sorellona! -

    Midori la guardò ancora più perplessa, nel suo sguardo vuoto. Non sapeva perché Shiranui pensava al futuro, tanto che gliene importava anche a lei. Sarebbero rimaste là per un bel po'. Non era rilevante il futuro, ma proprio per niente, agli occhi della giovane. La quale decise di andarsene, così, perché aveva voglia sia di una passeggiata sia non aveva voglia di ascoltare sua sorella. Non le piaceva quando cominciava a parlare di cose noiose come la vita eccetera. Lei pensava giorno per giorno e se ne disinteressava completamente di ciò che sarebbe accaduto di lì a pochi giorni, mesi, anche anni. Per la giovane tra le due contava soltanto allenarsi, diventare estremamente forte, resistente e brava con l'arco. Altro? Assolutamente no. Per lei contava quello. Sarebbe diventata la perfetta Ninja, becera, ignorante, stupida, insensibile e fredda. Perfetta! Potevi dirle che dovevi uccidere un cattivo, o qualsiasi cosa fosse, quando in realtà era il completo opposto. Che problema poteva darti una bambina stupida come lei? Era l'assassina perfetta. E Shiranui se ne era resa conto. Ed anche il resto del Clan! Però era meglio per lei non farglielo sapere ancora. Probabilmente sarebbe diventato quello il suo futuro: assassina per Oto.
    Midori aveva abbandonato la sede del Clan. Era nel bosco alle sue spalle, ben al di fuori dai possedimenti affidati al Dojo Kaneda da parte dell'amministrazione di Oto. Questo perché aveva bisogno di una passeggiata e di un albero su cui appoggiarsi. Quando sua sorella cominciava a parlare di futuro, questo e quello lei si annoiava a morte. Non era la prima volta che le succedeva. Però... Però era dannatamente frustrante e noioso. Lei voleva soltanto vivere là, con lei, per un tempo indeterminato. Si trovava così bene che non le dispiaceva proprio per nulla. Era una stupida, più simile ad una infante che altro, per questo non faceva altro che rimanere sulle sue posizioni. Aveva raggiunto un bell'albero, nel mezzo del bosco, abbastanza alto. Si tolse il Kimono bianco con gli inserti rossi ed appoggiò il suo bell'arco Yumi poco lontano dal suo corpo. Indossava il corpetto nero che le copriva il petto, schiacciandolo e dando l'impressione che fosse una specie di super-ragazzina priva di seno... Saltò sopra l'albero. Il fresco che faceva in mezzo alla boscaglia si avvertiva eccome. Il venticello le colpiva la pelle come l'acqua colpisce i massi. Le dava tenerezza. Cominciò ad allenarsi, usando un ramo come attrezzo per il sollevamento del suo corpo. Era così spesso e resistente da reggerla... Per questo cominciò a fare esercizi su di esso. Perché ne aveva voglia. Che ragazza strana...

    Midori Kaneda
    Tranquilla, non ci faremo tanto male, farò di tutto per essere così confuso da colpirmi da solo <3.
     
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  2. ~Dan
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    Arbitro io, a meno che qualche altro staffer libero voglia farlo. Attacco a Nico
     
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  3. Perceptio
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    Quella mattina mi svegliai molto presto, senza un valido motivo, e dato che non riuscivo a riprendere sonno decisi di uscire a fare una passeggiata. Era quasi l'alba, e il villaggio era silenzioso, completamente deserto... Vidi solo qualche guardia assonnata che qui e lì sbadigliava in attesa del cambio di turno. Ame era desolata, e questa visione mi risultò malinconica e triste. Decisi di avventurarmi dall'altra parte della città, dove i palazzi erano più radi, e si vedeva il cielo. Era l'alba, e il cielo si colorava lentamente di viola, celeste e giallo. Quel momento mi sembrò infinito, e mi persi nei miei ricordi, nelle mie paure, la mia paura più grande che mi attanagliava la gola: ero sola, sola, e in quel momento mi sembrò che al mondo non ci fosse più nessuno, se non io. Mi vennero i brividi.

    L'alba finì, ma portavo ancora con me quella pesantezza che mi stringeva forte il petto, e mentre camminavo mi vennero in mente i volti dei miei genitori, della mia famiglia, e poche e lente lacrime fredde mi rigarono il volto. Proprio in quei momenti mi resi conto di trovarmi nei pressi della bottega di Ame, dove vidi sulla soglia quel signore, il proprietario, che mi sorrideva e mi invitava ad entrare.
    Mi offrì una tazza di ottimo té, e mi chiese gentilmente se avessi potuto far qualcosa per lui.

    Ho bisogno che una lettera arrivi al villaggio di Oto, è una questione molto importante per me, e di te mi fido. Potresti consegnarla tu per me? Io non posso muovermi da qui, dalla mia bottega.
    Di che si tratta?
    Una mia cara amica, beh... In quell'istante, potei veder calare un velo di reale sofferenza nei suoi occhi. Una mia amica ha un forte bisogno del mio aiuto, ed io ho bisogno del tuo. Consegnala per me, ti prego.
    Mi sorrise di un sorriso così sincero che non avrei mai potuto dirgli di no, neanche se l'avessi voluto con tutto il cuore.

    Mi diede la lettera, assieme ad un piccolo biglietto, che mi raccomandò di mostrare alla guardia ai confini del villaggio. Mi augurò buona fortuna e partii. Mi diressi velocemente al confine, dove una guardia con fare minaccioso mi intimò di spiegargli le mie ragioni per lasciare Ame. Io non dissi nulla, e posai sulla mano di quel giovane e possente uomo il mio bigliettino. Egli lo lesse tutto d'un fiato, e vidi il suo sguardo addolcirsi. Mi permise di passare.

    Attraversai il Paese del Fuoco con andamento svelto, ma non senza pause di stupore: quel luogo appariva ai miei occhi tanto meraviglioso quanto sconosciuto, e delle volte mi soffermavo ad ammirare un paesaggio, una strada, un passante. Fu un'esperienza singolare, perché il mio stato d'animo malinconico impreziosiva tutto, come la rugiada del mattino ingioiella le foglie di azalea. Giunsi nei pressi di Oto, e mostrai nuovamente il mio biglietto. La guardia mi guardò con un pizzico di sconvolgimento, e poi mi chiese se sapessi dove abitasse questa signora, a cui diede il nome di Yuno. Risposi di no. Egli mi disse che la destinataria della lettera non si trovava in casa, ma che avrei comunque potuto lasciarle la lettera nella cassetta della posta. Mi indicò la strada, e feci esattamente come mi disse. La casa era assai modesta, e alquanto dissestata, in contrapposizione con le case del quartiere. Mi convinsi di essere stata davvero utile: quella donna che non vidi mai doveva avere davvero bisogno di aiuto.

    Avendo adempiuto al mio compito, decisi di visitare il villaggio: le case, le risaie e le persone mi sembrarono felici, ed anch'io lo diventai, abbandonando quel mood triste che mi caratterizzava in precedenza. Mi spinsi fino alla palude, dove una giovane, che mi sembrò molto simile ad una antica guerriera amazzone, si allenava in solitudine. Spinta dalla mia voglia di dimostrare le mie capacità, mi avvicinai a lei.

    Hey tu! Le dissi. Invece di fare esercizi tutta sola, perché non mi fai vedere che sai fare? Allenarci insieme sarebbe certamente più fruttuoso per entrambe.
    Attesi di scorgere sul suo volto un'espressione affermativa o negativa.


     
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    Aveva cominciato i suoi esercizi. Nessuno sapeva da dove lei tirava fuori quella maledetta voglia di far quelle cose tutti i giorni anche per diverse ore, nemmeno sua sorella. Forse era colpa del suo evidente deficit mentale. Era scema. Era ritardata. Si poteva dire di tutto senza che fosse sbagliato secondo lei. Si poteva insultare facilmente ed ella non avrebbe capito. Ma nessuno lo faceva perché aveva una maledetta paura di lei. Appena la vedevano si irrigidivano e la salutavano. Chiunque le girava alla larga perché incuteva terrore anche il solo sentirne il nome persino nel Dojo. Era una specie di ragazzina surreale. Non sapeva far di conto ed altro, però era una specie di aura di paura solo vederla. Ma lei in realtà cercava almeno un'amica. Ma era sempre esclusa...
    Pensava alla sua piccola vita mentre sollevava il suo intero corpo con delle trazioni che, vedendole svolte da lei, sembravano vere e proprie stronzate. In realtà lei non lo dava a vedere dal suo volto impassibile ma stava cominciando a soffrire dopo averne fatte soltanto tre. Non era immensamente forte, infatti quella specie di corpo estremamente muscoloso derivava no solo dall'allenamento, ma anche dalla sua magrezza quasi eccessiva. Per colpa degli sforzi quasi infiniti che faceva, il suo grasso era sempre vicino allo zero. Ed è anche per questo che è così magra. Semplicemente ha un corpo più definito e tonico del normale, molto di più, ma è anche stupidamente mingherlina. Sembrava un bastoncino di pelle palestrato! Il suo sguardo era completamente perso nel nulla, mentre si sollevava per la quarta volta. Pensava. Pensava che aveva veramente bisogno di un'amica diversa da sua sorella. Ne era proprio sicura. Ormai nella sua piccola vita Shiranui non le bastava più, anche perché tutte quante nel Dojo andavano d'amore e d'accordo. Tranne lei, che era costantemente esclusa. E sua sorella per di più aveva cominciato a lasciarla sola soletta quasi tutte le sere per stare con la sua fidanzata che non dormiva molto lontano. Ed era proprio per questo che alla piccola Midori serviva qualcuno, o qualcuna, con cui stare per un po' di tempo al giorno anche solo per parlarsi o per passeggiare nel villaggio intero. Ad Oto si cominciava a sentire molto sola.
    Troppo sola.
    Sesta trazione. I muscoli le facevano così male che non riuscì a trattenere una piccola smorfia di dolore. Il suo record, si fa per dire, era dieci. Voleva provare a farne di più ma aveva già fatto due serie ed il sudore cominciò a crollare dalla fronte. Faceva un caldo pazzesco, o almeno lei aveva questa impressione, anche senza Kimono. Arrivò al punto di non riuscire più a sollevarsi per la fatica ed il dolore, e contemporaneamente smise per qualche istante di pensare a come trovarsi un'amica. Doveva fare il primo passo, e questo lo aveva capito, ma poi? Cosa fare? Come andare avanti in un rapporto decente? Domande a cui non fu in grado di rispondersi perché l'affanno ed il dolore le impedivano di farlo. Cambiò quindi esercizio, disinteressandosi completamente del gran male che le facevano i muscoli delle braccia, per questo passò all'addome. Nemmeno in mezzo agli alberi faceva abbastanza fresco da non boccheggiare. Il clima era diventato torrido da un paio di giorni. Era quasi insostenibile! Figurarsi fare sollevamenti e addominali in quel clima che fatica doveva essere! Però per lei non era rilevante, anzi, forse era il miglior metodo per sfogare la sua rabbia e far girare il suo cervelletto con meno materia grigia di quello di un verme.
    Ad un certo punto però la sua tranquillità fu bloccata dall'arrivo di una bizzarra giovane. Si trattava di una ragazzina con un particolare volto dalla forma... D'uovo. Era una faccia d'uovo! Aveva la faccia d'uovo maledizione. Era stranissima! Indossava anche un certo tipo di vestiario piuttosto strano, era un abito lungo e grigio. Ma quello che la definiva era quella specie di faccia da uovo molto strana! Aveva dei piccoli occhi azzurri ed un'ampia fronte. Che cose strane succedono nella vita.
    Si rivolse a lei con fine gentile, mentre continuava nei suoi esercizi. Per qualche istante non diede molto peso a quel reclamo della giovane, anche perché continuava a pensare agli affari suoi ed al sudore che lentamente scivolava sul suo corpo dandole una specie di aura particolare. Sembrava fatta di acqua. La ragazza captò l'interesse di Midori quando parlò di allenamento. Era quella la cosa che più le piaceva fare... La piccola Kaneda la guardò fissa nelle pupille per un paio di istanti, fino a che non scese dall'albero e le si presentò davanti, con un piccolo sorriso ed il resto del suo volto impassibile, freddo. La osservava e sapeva di avere il predominio fisico tra le due ma sicuramente lei era in grado di sfoderare uno di quei trucchetti che conoscono i Ninja e la fanno spesso impazzire. Trovandosi sfidata, pensò che per una questione d'onore dovesse essere lei ad attaccare.

    - Allenarmi? Con te? Oh, certo! Sì, sarà divertente! Comincio io!... Oh, già, io sono Midori del clan Kaneda di Oto. Ciao! -

    Disse con una voce tremendamente eccitata. Era la prima volta che una persona non era davvero terrorizzata dal suo fisico. Si sentiva decisamente meglio di quanto potesse sembrare. Si gettò a capofitto verso la ragazzina, dopo un veloce inchino. Non sapeva né chi fosse né quali fossero le sue armi e soprattutto se dietro si celava qualcosa di più pericoloso, ma sentire la parola “allenamento” ed i suoi derivati per Midori significava impazzire e trovare un argomento su cui fosse pronta sempre e comunque. Al diavolo i dolori e l'acido lattico, la ragazzetta partì con una foga particolare sulla propria rivale, cercando di rifilarle un pugno all'addome e spazzarla via con un colpo alla caviglia con una particolare tecnica chiamata Raffica della Foglia. Probabilmente la sua avversaria sarebbe finita carponi di lì a poco se tutto fosse andato a buon fine, con un po' di distanze da lei. Non aveva intenzione di usare il suo arco, rischiava di romperlo, inoltre si sentiva abbastanza forte da usare solo i suoi pugni... E le serviva come allenamento, infine!

    Scusa il ritardo Manny


    Resistenza: 250-1-5/250
    Stamina: 50/50


    - Pugno all'addome
    - Raffica della foglia
     
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  5. Perceptio
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    CITAZIONE
    Allenarmi? Con te? Oh, certo! Sì, sarà divertente! Comincio io!... Oh, già, io sono Midori del clan Kaneda di Oto. Ciao!

    La giovane amazzone scese dall'albero sul quale si stava dedicando con molta intraprendenza ai suoi esercizi. Si parò spavalda di fronte a me. Avendola così vicina mi resi conto di quanto fosse realmente muscolosa, e per un momento mi pentii di averle chiesto di allenarsi con me: feci un passo indietro, impaurita... Ma scossi la testa. Che cosa temevo? Poteva essere anche la donna pià forte del mondo, ma io ero Chizuru Yoshimoto e non avevo niente da invidiare a nessuno. E poi, non avevo paura di qualche graffio e di un po' di stanchezza! Ero fiduciosa, e quindi riacquistai immediatamente il mio sguardo determinato.

    Midori! Mi piace molto questo nome. Io sono Chizuru Yoshimoto, vengo da Ame. Sarà molto divertente!
    Non ebbi neanche il tempo di terminare la frase, che già Midori aveva iniziato il suo attacco. Beh! Doveva essere molto impaziente di allenarsi e mi colse un po' di sorpresa... Molto di sorpesa! Vidi che stava scagliando contro di me, ad una velocità incredibile, un pugno. Man mano che si avvicinava, mi accorgevo di quanto ENORMI fossero le sue mani e la situazione mi spiazzò del tutto. La unica cosa che riuscii a fare fu spalancare la bocca in maniera direttamente proporzionale alla velocità con la quale quel pugno correva verso di me... ma per fortuna, forse per l'adrenalina, forse per una reazione meccanica, le mie mani si accordarono tra loro per comporre dei sigilli, che solo successivamente compresi invocassero la Tecnica della Visione Infernale. Non ci fu una vera logica nell'utilizzare proprio questa e non un'altra tecnica, ma forse il mio subconscio sapeva più di me. Oppure semplicemente feci quella sequenza di sigilli perché era l'ultima che avevo imparato... Mi è ignoto.
    Ma la cosa più importante fu che, almeno, non rimasi ancora ferma come un'idiota ad aspettare che mi colpisse! La cosa, comunque, non mi rassicurò neanche un po'. Ero spacciata.

    Subito dopo strizzai gli occhi con forza, così come si fa quando si vuole provare a non sentire il male che arriva. Nella mia mente, ero certa che mi sarebbe arrivato un dolorosissimo ed esponenzialmente grande pugno sul naso, che poi avrebbe sanguinato per ore e... Beh... Che schifo. Sentivo il dolore palpabile nell'aria anche se non lo avevo ancora ricevuto. Probabilmente iniziai anche a tremare. Mi passò persino tutta la vita davanti. Dov'era finita la coraggiosa ed impavida Chizuru? Svanita nel fischio d'aria del pugno della sua avversaria? Una mammoletta, altro che.


    Non ho descritto anche la raffica della foglia in quanto con la Visione Infernale provo ad evitare sia il pugno che la tecnica.

    Resistenza: 150
    Stamina: 150-5=145
    Azioni:
    - Tecnica della Visione Infernale (-5 stamina)
     
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    Responso nr. 1


    Attacco Midori:
    - Pugno all'addome: 70+7+9= 86 non contrastata
    - Raffica della foglia: 70+3+7+4= 84 non contrastata

    Difesa Chizuru:
    - Tecnica della Visione Infernale: 60+3+6+10= 79 fallisce

    Danni:
    Midori: //
    Chizuru: [15+22] --> 37


    Narrazione Turno:
    Inizia lo scontro tra due ragazzine apparentemente innocue ma ugualmente capaci di fare faville in battaglia! Da una parte Midori, amante del tiro con l'arco e guerriera senza tregua; dall'altra Chizuru, l'amante delle illusioni dall'aria enigmatica. Il primo scambio di colpi vede in vantaggio Midori, che con le sue arti marziali colpisce Chizuru, che però ha ancora le forze per contrattaccare!


    Situazione Finale:
    Chizuru ha un malus in riuscita di 5 punti a causa della Raffica della Foglia di Midori. Gli avversari sono a tre metri di distanza l'una dall'altra.
    Attacco a Chizuru.



    Commenti Arbitro:
     
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    Evento chiuso sotto richiesta dei partecipanti. Andate in pace <3
     
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