Cacciatori di Mostri I

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    Scenario di oggi: Suna, ore dodici e trenta di pomeriggio o mattino, non ha importanza, ci troviamo a casa Satetsu, una casa come tante altre, situata ai margini del villaggio. Fa un caldo bestia e si suda da morire, per questo la ragazza dai capelli bianchi e gli occhi color mare si trova stesa a terra e si agita come un pesce preso all'amo e tirato fuori dall'acqua. L'afa, per Yuka Satetsu, è insopportabile. Sbuffa e fissa con aria insofferente il soffitto, maledicendo la secchezza primaverile che la costringe a starsene lì buttata, senza voglia di fare nulla. Le toglie la voglia di camminare, leggere, mangiare, allenarsi, qualsiasi cosa. L'unica voglia che le mette è quella di andare al mare e farsi una bella nuotata nell'acqua gelida, ma, ovviamente, non può. La poverina non è in ferie, ahah! Una Kunoichi, specialmente se si tratta di lei, deve sempre essere operativa e pronta a rendersi utile per la comunità, in ogni caso! Quella non è mica un'eccezione!

    Aaaaaaah... che caldo assurdo! Neanche fosse estate, dico io!

    Eccola la solita battuta ad effetto, o quasi, della ragazza, capace di uscirsene con le frasi peggiori nei momenti peggiori, ma questo lo sanno tutti. Fortuna che questa volta la battuta in questione ci sta, non è strana per niente, forse è il caldo che le toglie anche l'inventiva. Ad ogni modo, ora che ci penso la ragazza potrebbe anche farsi un bel bagno gelato ma le manca la forza di alzarsi, alla poverina. Stessa cosa non vale per Yomi, la piccola e stramba sorellina di Yuka che, proprio in quel momento, pensa bene di fare la sua apparizione nella stanza della sorella maggiore, vestita di tutto punto con il suo cosplay da lolita o roba del genere, roba che è meglio non sapere. Con un occhio rosso e l'altro blu, la nanetta agita i lunghi capelli color sabbia, pronta per partire all'attacco.

    ... bhé? Sei ancora qui? Oggi è il giorno! Sono già pronta, come puoi vedere, forza: partiamo!

    Yuka, che conosce la ragazzina come le sue tasche, sente subito puzza di trappola, visto che non ha la minima idea di cosa stia parlano. Eppure, ignorarla non è nel suo stile perché lei è una cosa brava sorella maggiore! Ma non le va neanche di stare al gioco, non con quel caldo assurdo.

    Yomi, per favore, non è proprio il momento, adesso. Non vedi che sto morendo sul pavimento?

    Lo vedo, onee! Per questo devi alzarti! L'appuntamento è tra poco e non voglio che te lo perda! Faremo tardi per la partenza se non ti sbrighi!

    Ma che dici mai? Perdermi cosa? Oh, cielo, Yomi per favore, fa caldo! Lasciami in pace per un po', dai...

    Eh? Lasciarti in pace?! Ma non sono mica io che ti ho convocata! Sei tu che devi partire in missione e io vengo con te! Voglio andare a Kusa! Ti pregoooooo! Fammi venire con te!!

    A quel punto, confusa, Yuka si mise a sedere, fissando la sorellina negli occhi bicromatici che sembrava star dicendo la verità, per quanto poco ne avesse capito. Una vaga sensazione di panico cominciò ad attanagliarle lo stomaco e non era solo la fame. Prima calmò Yomi, poi si fece spiegare per filo e per segno la faccenda ed ecco che ne venne fuori: qualche giorno prima, mentre Yuka non era in casa, Yomi aveva raccolto la posta e sbirciato quella della sorella, trovando un incarico ufficiale che la convocava per una spedizione ufficiale a Kusa. La ragazzina si era subito messa in testa di partire con lei e, ora, glielo stava chiedendo. Peccato che l'appuntamento fosse tra circa dieci minuti da lì a quella parte, e che Yomi si era dimenticata di avvertire la sorella che, naturalmente, adesso cascava dalle nuvole. Ma spostiamoci fuori dalla casa, lasciando all'immaginazione le urla e le imprecazioni che Yuka scatenò contro la sorella, per non parlare dei numerosi oggetti che le lanciò contro sperando di colpirla, il tutto mentre, affamata e accaldata come non mai, ficcava tutto ciò che trovava nello zaino. Tre minuti dopo era già fuori, seguita dalla piccola delinquen, ehm, sorellina. Quindi la corsa a perdifiato fino al luogo dell'appuntamento, cioè davanti all'accademia, che durò più o meno un quarto d'ora, segnando il ritardo della ragazza, anche se di poco. Ad aspettarla, stranamente, c'erano tutte facce conosciute. Sakuya, con tanti difetti a parte l'aspetto; Momo, perfetta a parte il carattere; Kamo, un ornitorinco giallo che sembrava più un papero; e Ino. Yuka sembrò stupita ma tuttavia sollevata non solo per non essersi persa la partenza, ma sopratutto per essere in compagnia delle sue amiche. Da parte loro, le altre non erano stupite di vedere Yuka in palese ritardo ma lo erano nel vedere che c'era la sorellina con lei. Quale persona portava la propria sorellina in una pericolosa avventura fuori dal proprio paese? Yuka, certamente.

    Yo. Sei lenta eh.

    Yomi-chan! Ma ci sei anche tu!

    L-lasciami stare, pervertita!

    Ciao, ragazze... Oh, c'è anche Kamo.

    Quack!

    Tutto molto bello, insomma. Ma che ne dite di smetterla di non fare una mazza e iniziare ad andare? Miriel si sta già spazientendo.

    Solo allora l'ingenua Yuka si accorse di un'ulteriore figura vicino alle altre, molto diversa, quasi fuori posto. Non era una shinobi né una ragazza come le altre, cioè era una donna ma sembrava molto più grande di loro. Era vestita con pantaloni stretti e una camicia bianca, una borraccia attorno al collo e un pratico zainetto dietro la schiena. Indossava occhiali sottili e capelli non troppo lunghi o corti, di un normalissimo castano, liscissimi. A prima vista sembrava che qualcuno le avesse calpestato lo zaino, aveva uno sguardo serio e decisamente troppo duro. Ma chi era quella donna? E perché era lì con loro. A giudicare dalla faccia da idiota di Yuka, non fu troppo difficile per le altre capire che non ci aveva capito nulla. Lo spiegarono in fretta che Miriel, perché era questo il nome della giovane, era una ricercatrice di Suna che aveva richiesto un permesso speciale alla Kazekage per farsi accompagnare a Kusa col fine di indagare su una creatura innocua che, stando ai registri, viveva solo lì. E chi era stato sorteggiato per accompagnarla fino a lì? Naturalmente il team Kitsune, con l'aggiunta di Ino e Yomi che si erano imbucate assieme a Kamo, così, per passare il tempo. Sarebbe stato un viaggio abbastanza veloce ma c'era Ame di mezzo, ed era stato consigliato loro di tenersi alla larga dal paese, ancora instabile nonostante la guerra fosse finita. Così, avrebbero tagliato per Iwa, arrivando in due giorni circa. Tutte si erano portate delle reazioni contate, tranne Yuka naturalmente. Non fu un problema così grave perché Sayuka rivelò al resto del gruppo che non le andava per niente di perdere troppi giorni in mezzo al nulla.

    Quindi tenetevi pronte: arriviamo in mezza giornata!

    Tu sei fuori!

    Siamo tutte fuori... Non vedi che sole?

    ... Sei proprio bionda, Momo...

    E infatti non capì cosa Ino le avesse appena detto. Ad ogni modo, sembrava tutto pronto per la partenza ed erano già in ritardo sulla tabella di marcia. Quindi, senza ulteriori indugi, diedero ufficialmente inizio alla missione "Caccia al mostro!". Si erano ripromesse (per dirla tutta Sakuya le aveva costrette) di arrivare verso la sera di quello stesso giorno, per cui procedettero a passo spedito. Yomi sulle fini spalle di Yuka, che non era fisicamente forte, osservava eccitata il villaggio della sabbia che lentamente diveniva sempre più piccolo, un puntino all'orizzonte. Si erano lasciate alle spalle la loro casa ed ora vagavano per il deserto, puntando a Nord-Est, verso Iwa. Il sole era cocente e non soffiava neanche un filo di vento, per cui le ragazze si ritrovarono stanche morte non appena trenta minuti dopo, già desiderose di tornare a casa. Trascinandosi tra la sabbia, Yuka lanciò un'occhiata preoccupata a Miriel, che sembrava in preda ad una qualche sorta di allucinazione.

    Anf... Sabbia... Odio... questa sabbia...

    "Andiamo bene..."

    Kamo si era aggrappato con forza a Momo che era l'unica apparentemente ancora in forze, considerata la sua notevole resistenza fisica. Infatti, camminava a schiena dritta, tranquillamente, quasi godendosi l'atmosfera rilassante. Ogni tanto scuoteva i lunghi capelli biondi e mostrava un sorriso d'incoraggiamento a Yomi e Yuka. Ino e Sakuya, invece, si comportavano come al solito. Purtroppo.

    Levati dalle palle, Malpelo.

    Levati tu, idiota! Ho la mappa quindi sono io che devo aprire la fila!

    Tsk! Mettitela in quel posto, il mio senso dell'orientamento basta e avanza. E poi sei un'infiltrata, spia!

    Ma fottiti. Ti mollo una sberla che ti ramando al villaggio!

    Tipica scenata tra quelle due che non potevano proprio fare a meno di litigare per ogni singola cosa. Il senso di rivalità e il desiderio di essere migliore dell'altra oscurava la loro ragione ogni volta che erano costrette a situazioni di vicinanza come quella. Non ci si poteva fare nulla, quelle due erano impossibili da gestire. Erano ad un palmo di naso l'una dall'altra, fissandosi in cagnesco e, tuttavia, proseguendo il cammino in quella stupida posizione, dando una pessima impressione a Miriel, tra l'altro, che se solo fosse stata in grado di capire ciò che stava succedendo attorno a lei si sarebbe sicuramente vergognata di quel comportamento. Fortunatamente così non fu, anche se quando bevve una bella sorsata d'acqua ed addentò un enorme panino farcito, sembrò ridestarsi, ma non appena ripresa la marcia calò in quello stato allucinogeno. La compagnia si fermò poche volte per riprendere fiato e mangiare qualcosa ma si resero conto che era già il tramonto e non ce l'avrebbero mai fatta ad arrivare in tempo a Kusa. Sakuya tentò di spremersi le meningi e, alla fine, qualcosa le venne in mente. Invece di proseguire a piedi, lei, Ino e Yuka avrebbero utilizzato la sospensione del deserto, così da risparmiare metà del tempo. Yuka si era leggermente rotta le scatole di quel vagabondare sotto il sole, ma ammise che preferiva starsene sdraiata a non fare nulla purché camminare. Così si divisero e le tre nuvole spiccarono il volo mentre la volta celeste diveniva sempre più scura. Fu il calare delle tenebre quando si lasciarono Iwa alle spalle e intravidero il villaggio dell'erba in lontananza.

    Grazie al cielo! Siamo arrivate!

    Quaaaack!
     
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    La foresta di Kusa era davvero splendida di primo mattino. L'aria era fresca e tirava leggermente sui volti profondamente addormentati delle sei ragazze e dell'ornitorinco giallo che dormivano nel bel mezzo del verde, appollaiate sugli alberi o riparate accanto ai cespugli. Il giorno prima erano arrivate decisamente troppo tardi al limitare della foresta, persino gli shinobi ai quali avevano mostrato il permesso per avventurarsi nella foresta avevano consigliato loro di lasciar perdere e alloggiare da qualche parte in attesa del giorno seguente. Ma Sakuya era tirchia come poche, forse solo Ino la batteva, quindi avevano trascinato a forza il resto del gruppo nella foresta, rifiutandosi di andare avanti neanche duecento metri dopo. Avevano acceso un falò e avevano consumato altre cibarie prima di mettersi a dormire. Tutte loro erano munite di sacco a pelo, tranne Yuka e Yomi, ovviamente, che rimasero paralizzate per non dire disperate quando scoprirono ciò. Alla fine, elemosinando qua e scongiurando di là, alla povera Yomi era stato concesso, sebbene contro il suo volere, di dividere il sacco a pelo con Momo. Yuka si sarebbe arrangiata per conto suo, dormendo sugli alberi o per terra. In effetti era stata l'unica a non chiudere occhi, facendo avanti e indietro tra cespugli e rami, sperando di trovare la posizione adatta per dormire, cosa che non accadde. Ma tanto non poteva dormire in ogni caso, quindi andava bene così.

    ... Odio il sole.

    Aveva detto il giorno dopo, mostrando le occhiaie nere come la notte e una faccia da far paura alle altre, tutte belle riposate e pronte per affrontare la bestia che aspettava solo di essere cacciata. Miriel dormiva soda, immobile come una mummia nel suo sacco a pelo, con tanto di mascherina per gli occhi e tappi per le orecchie, sembrava averne abbastanza di quel mondo così caotico. Le altre erano più o meno sveglie, solo Ino e Sakuya erano ancora in dormiveglia, scrutando la foresta con sguardi accigliati e un broncio sul volto. Momo era raggiante, Yomi sembrava non aver chiuso occhi. Non appena ebbe un po' di spazio per muoversi, sgusciò fuori dal sacco a pelo come un gatto scappa da una vasca d'acqua. Momo sembrò non percepire il suo evidente disagio, ma quella ragazza non era troppo sveglia, un po' come le altre, solo peggio.

    Buongiorno, Yomi-chan! Hai dormito bene?

    Non ho dormito. E di certo non condividerò più un sacco a pelo con te.

    A Momo brillarono gli occhi perché diceva sempre che Yomi era davvero carina se si arrabbiava. Erano più o meno le dieci del mattino e il cielo era limpido sopra di loro. Davvero un'ottima giornata per andare a caccia. Nell'ora seguente, Miriel si svegliò con un attacco di panico perché non capiva cosa ci facesse in quel posto sconosciuto e perché era circondata da ragazzine; fu allora che capirono che non era molto sveglia neanche lei, e che si dimenticava cose molto importanti. Per esempio che erano in missione, per cui Sakuya e Yuka dovettero metterci una dozzina di minuti per spiegarle tutta la storia, alla quale Miriel neanche credette. Alla seconda volta Ino tirò fuori un kunai e la memoria sembrò ritornarle all'improvviso. Mangiarono e si riposarono ancora un po', ripiegando i loro effetti e preparandosi psicologicamente per rimettersi in marcia.

    La creatura che stiamo cercando predilige posti umidi e con grandi prati dove poter correre. Esce quasi esclusivamente di mattina quindi, se troviamo qualcosa come una prateria, forse riusciamo a trovarla.

    Aveva detto Miriel (la memoria le era finalmente tornata), pulendosi i sottili occhiali. E' chiaro che solo lei sembrava capirci qualcosa di quella creatura, perché le altre non avevano idea neanche di che colore fosse. Forse era arrivato il momento di farsi due conti e iniziare a prepararsi sul serio per la caccia ma così non fu, perché improvvisamente Yomi si rese conto che qualcosa non andava.

    Ma dov'è Kamo?

    Una rivelazione che sconvolse tutti i presenti. Le loro espressioni stupite si trasformarono in volti disperati, increduli. Il papero che papero non era, era improvvisamente sparito. Ed ecco che la creatura da caccia scalava al secondo posto nella classifica di cose da fare, Kamo era più importante e dovevano assolutamente ritrovarlo.

    Dobbiamo assolutamente ritrovarlo!

    Ehm, quello che dicevo, in pratica.

    Oh, miseriaccia! Dove diavolo si è andato a cacciare?

    Avanti, ragazze, magari si è allontanato un attimo, starà bene...

    No. Kamo non si allontana mai. A questo punto non volevo dirvelo ma... sono sicuro che sia stato rapito.

    L'aria si era fatta improvvisamente tetra mentre un'ansia crescente di impadroniva di quasi tutte le ragazze, perché Yuka era sicura che non gli fosse accaduto nulla di male, Miriel, invece, non aveva capito quale fosse il problema. Per non si sa quale miracolo, Ino e Sakuya si allearono, decidendo di unire le forze per ritrovare la loro simpatica mascotte. Si allearono dopo trenta minuti di discussione, in realtà, non appena Momo fece notare loro che unendosi avrebbero risparmiato tempo prezioso. E così, la povera Miriel che aveva persino pagato per essere accompagnata in quel posto, doveva arrangiarsi e aspettare che quelle odiose marmocchie ritrovassero la loro anatra. Con gli zaini in spalle e le pance piene, si misero subito in marcia, scrutando tutta la foresta intorno a loro e chiamando a gran voce l'ornitorinco, che puntualmente non rispondeva. Saltarono da ramo in ramo, strisciarono sotto i cespugli e lunghe le sponde dei fiumiciattoli, cercando in alto e in basso, di qua e di là, ma non c'era traccia del piccolo Kamo. Ben presto la stanchezza iniziò a farsi sentire ma Sakuya e Ino, da brave leader, riuscivano sempre a convincere il resto del gruppo a continuare la ricerca. La foresta non era certo vasta o selvaggia come quella di Konoha, ma era a loro un posto sconosciuto dove non sapevano neanche orientarsi, quindi fecero una fatica del diavolo. I suoni della foresta vivevano intorno a loro, rivelando come scoiattoli, uccellini e ranocchie proseguissero tranquilli il corso di quella tutto sommato bella giornata. Se non fossero state delle kunoichi e Kamo non si fosse mai perso, si sarebbero sicuramente fermate per fare un bel picnic.

    Uff... Quando sarebbe bello fare un bel picnic...

    La storia inizia a farsi fastidiosa. Comunque, proseguirono per un bel pezzo di strada, sempre avanzato tra le fronde degli alberi, sperando di trovare Kamo, quando notarono come la schiera di alberi davanti a loro si facesse sempre meno fitta. Era vero, infatti riuscirono ad intravedere, centinaia di metri da loro, uno spiazzo verde senza alcun albero, una bella porzione di prato. Sarebbe stato l'idea per risposarsi, senza contare che l'ornitorinco avrebbe anche potuto trovarsi in quel posto, visto che non amava particolarmente le foreste e tutti quei grandi alberi. Accelerarono il passo e, finalmente, si ritrovarono in quel cortile naturale. Era un vero e proprio appezzamento di terra perché; tutt'attorno, la foresta ricominciava più fitta che mai. Ma non c'era ombra di nessun papero giallo quindi le ragazze si scoraggiarono. Immusonite, lasciarono cadere gli zaini sull'erba ancora fresca di rugiada e si sdraiarono al suolo, perse nei loro pensieri. Come avrebbero fatto a ritrovare Kamo in quella foresta? Cosa gli era successo? Si era allontanato o, come aveva detto Ino, era stato rapito? Questi erano i loro interrogativi e, anche se nessuna di loro lo immaginava, avrebbero trovato risposta circa dieci secondi dopo. A dare l'allarme fu di nuovo la piccola Yomi, alzatasi all'improvviso e puntando il dito verso l'altra parte della foresta, dove qualcosa di piccolo e giallo scappava via impaurito.

    Ma... E' Kamo!

    Si alzarono tutte, osservando la scena contente. Era proprio l'ornitorinco! Scappava con le lacrime agli occhi da qualcosa che non c'era, infatti nessuno lo stava inseguendo, o forse si affrettava a raggiungerle ed era solo contento di vederle. Si lanciò tra le braccia di Momo e tutte lo accarezzarono contente, dandogli tutto il loro affetto, ma lui si agitava e sembrava tentare di dire qualcosa a quella massa di sceme.

    Ma che vuole? Che ha da quaqquare?

    Smettila di inventarti i verbi, Momo!

    Quack! Quack! Quaaack!

    Sembra impaurito...

    Sciocchezze! E' solo contento di vederci, vero Kamochin?

    Sssh! Yomi ha ragione, c'è qualcosa che non quadra...

    Oh. Eccolo. Dove sono i miei attrezzi...
    Frontier_Gen_HC_Yian_Kut_Ku_Render_001_Edited
    "Eccolo cosa?" fu l'esclamazione generale del gruppo, seguita da un gracchiare assordante che le fece sobbalzare. Dal fitto della foresta era appena uscita una creatura che sembrava un incrocio tra un drago e un pellicano. Aveva grandi ali e una lunga coda, un corpo grande e smilzo, ricoperto da scaglie aranciate, e un becco appuntito e assai grande, proprio come quello di un rapace. La creatura si fermò nel bel mezzo del prato, guardandoli e inclinando a scatti la testa a destra e a sinistra, battendo poco le ali e tenendo il becco chiuso. Stava osservando quegli strani esseri quando il papero giallo a cui aveva dato la caccia da quella mattina non comparve davanti ai suoi occhietti piccoli. Emise un verso simile a quello di un gabbiano e si lanciò verso le ragazze, tentando di beccarle come una gallina becca il granturco. Le testoline si dispersero in preda alle urla, lanciandosi Kamo per non farlo prendere dalla creatura, ma la sottospecie di pellicano impazzito allungava il collo tentando di afferrarle col becco appuntito, gracchiando e agitando le ali e la coda come un ossesso. Aveva due protuberanze ai lati della testa che vibravano e sembravano captare tutti i suoni, o meglio, le urla, delle ragazze spaventate. Ad ogni urlo la bestia gracchiava e sembrava infuriarsi di più. Sakuya lanciò Kamo a Yuka che per poco non fu preso al volo della bestia che, sbagliando mira, lisciò pericolosamente la testa di Momo che si gettò di lato, blu dalla paura.

    COSA DIAVOLO VUOLE QUESTO COSO?

    E' uno Yian Kut Ku, una viverna di queste terre! Smettetela di urlare, odia i rumori forti!

    ONEE-CHAN! HO PAURA! VOGLIO ANDARE A CASA!!

    MOMO! PRENDI KAMO AL VOLO!

    QUAAAAAAACK!

    Zitte! Se non state calme vi ucciderà più in fretta!

    UCCIDERCI PIU' IN FRETTA? ORA SI CHE POSSO STARE CALMA!

    MALEDETTO UCCELLACCIO! VATTENE DAL MIO PIANETA!

    Dico sul serio! Così lo spaventate!

    Momo teneva stretto Kamo al petto e fu lì che avvenne la tragedia. Lo Yian Kut Ku si mise al suo inseguimento e la ragazza fece subito per lanciare il papero a Sakuya, pronta per riceverlo, ma la bionda ragazza inciampò sullo zaino di Miriel, buttato lì per terra, e il tirò non andò a segno. Il papero volò a mezz'aria e il tempo sembrò fermarsi. Tutte le ragazze non poterono fare altro che assistere alla terribile scena dell'uccellaccio che spiccava un balzo a rallentatore, aprendo il suo grande becco in direzione dell'ornitorinco.

    Quaaaaaaaaaaack!

    E sparì nel becco dello Yian Kut Ku che inghiottì il povero Kamo in un sol boccone. Lo videro scivolare attraverso la gola arrivando fino al ventre della creatura che si fermò all'istante, leccandosi il becco come se niente fosse.

    BUUUURP!
     
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    Kamo...

    Q-quel coso...

    S-si è...

    In un sol boccone...

    Si è mangiato Kamo!!

    Minchia.

    La viverna non prestò attenzione alle loro parole che neanche capiva ma, come era sua abitudine dopo aver conseguito un buon pasto, agitò le ali e gracchiò contento, voltando le spalle al gruppetto per andare nella foresta a trovare un bel riparo per sonnecchiare in pace. Le ragazze erano sgomente, non riuscivano a credere ai loro occhi: il loro prezioso compagno era stato mangiato in un sol boccone da quell'essere. Come era stato possibile? Momo si sentiva addirittura più responsabile delle altre e tremava dalla testa ai piedi mentre il suo stomaco si annodava, facendole risalire tutta la colazione. I loro piccoli cuori battevano forte mentre i loro corpi si erano come pietrificati, lasciando addirittura che quell'uccellaccio della malora si allontanasse indisturbato. Miriel, da parte sua, era confusa ma ancora più di questo era agitata perché il suo prezioso animale se ne stava andando come se nulla fosse e questo non andava bene.

    Eh? Che cosa state aspettando? Non lasciatelo fuggire!

    Quelle parole sembrarono risvegliare tutte le cinque ragazze. I loro sguardi si fecero duri come la roccia mentre la loro rabbia cominciava pian piano a montare; ben presto sarebbe scoppiata come i botti di fine anno. Miriel, intanto, lanciava occhiate disperate allo Yian Kut Ku che si allontanava saltellando e muovendo il collo avanti e indietro, proprio come un volatile. Gli corse appresso ma non osò avvicinarsi, per cui chiese nuovamente l'aiuto delle ragazze, verso le quali, adesso, provava una specie di odio profondo. Insomma, si erano completamente dimenticate della sua missione, e lei le aveva per giunta pagate!

    Accidenti a voi! Sbrigatevi e acciuffatelo! STA SCAPPANDO, MALEDIZIONE!

    Quattro lampi la passarono vicino alla velocità delle luce, lasciandola senza parole e confusa. Davanti ai suoi occhi, le ragazze non c'erano più. Si voltò sbalordita, scoprendo che erano tutte davanti a lei, immobili, fissando la creatura che se andava via. Yomi, sulle spalle di Yuka, sembrava star raccogliendo in se tutti i poteri da finto vampiro mentre la sorella stringeva i pugni. Momo si scrocchiava le nocche e Ino e Sakuya fissavano schifate l'essere, con le mani in tasca e gli sguardi torvi. Sembravano un gruppo di mafiose.

    Dove pensa di andare quel bastardo?

    Merita una lezione seduta stante.

    Nessuno si mangia Kamo e la passa liscia.

    Kukuku... I miei poteri da capostipite del clan dei vampiri mi dicono che Kamo è ancora lì dentro.

    Tiriamolo fuori alla svelta, allora.

    Tsk. Quel volgare pollo non sa contro chi si è messo.

    Nessuno tocca la famiglia.

    Sì, sembravano un gruppo di mafiose. Miriel aveva erroneamente pensato che si fossero ricordate dei loro doveri, invece si passò una mano sulla faccia, scoraggiata e in imbarazzo per quella patetica scenetta da teatro contemporaneo. Le cinque si scambiarono occhiate d'intesa. Miriel, incredula, si rese conto che non erano delle mezze stupide in realtà: erano idiote complete.

    Scateniamo l'inferno! All'attracco!

    E Momo non sapeva le parole. Lo Yian Kut Ku si girò di scatto, confuso, e vide le cinque ragazze correre verso di lui. Subito aprì le ali agitandole con forza per cacciare indietro la minaccia, ma si ritrovò a combattere. Con il becco tentava di beccare le piccole prede che però scappavano da una parte all'altra come tante formichine. Ino E Sakuya gli passavano così spesso sotto il becco che Miriel, coprendosi gli occhi, si chiese come diamine facessero ad uscirne illese ogni volta. Momo stava in disparte, aspettando qualcosa che la donna sembrava non capire, notò solo che tentava continuamente di posizionarsi dietro all'animale. Yuka e Yomi, invece, aspettarono il momento esatto in cui la viverna dovette chinarsi per tentare di beccare Ino. Subito la ragazza dai capelli argentei spiccò un balzo e finì sul dorso del mostro. Subito la viverna gracchiò forte e iniziò ad agitarsi come un cavallo al rodeo. Yuka si aggrappò con forza al suo collo, tentando di non venire spazzata via. Il piano che avevano predisposto telepaticamente aveva finalmente preso vita.

    Ora!

    Gridò Yuka e Sakuya e Ino si lanciarono uno sguardo d'intesa. Quest'ultima tirò fuori dal taschino sulla sua coscia un filo d'acciaio che lanciò a Sakuya, tre o quattro metri accanto a lei, posizionate entrambe davanti al mostro. Yomi alzò la mano e, mentre ancora l'animale si agitava, mollò un pugno di notevole potenza sul muso dello Yian Kut Ku. Gracchiando per il dolore, la viverna abbassò il collo e chiuse il becco: fu allora che Sakuya e Ino, tenendo teso il filo d'acciaio, scattarono. Posarono il filo sul becco dell'animale e passarono sotto e sopra di esso, scambiandosi le posizioni finché non riuscirono a creare una museruola di notevole utilità. La creatura si agitava ma non riusciva più ad aprire il becco. In particolare, questo favorì la posizione che aspettava Momo, ancora dietro di essa. Lo Yian Kuy Ku abbassò il collo, alzando il didietro come per sottrarsi a quella stretta. Momo unì allora le mani a formare il sigillo della tigre.

    Ridacci quel dannato papero!

    Urlò correndo a mani unite verso il didietro del mostro. Ino e Sakuya mollarono la presa ma per il mostro era già troppo tardi. Miriel si coprì gli occhi non per lo spavento ma perché la scena rasentava il nonsenso in tutta la sua delirante forma.

    Dolore Millenario!

    Gli indici e i medi della ragazza finirono nel retto dell'animale che urlò dal dolore, strabuzzando gli occhi e aprendo il becco. L'urlo terrificante che ne venne fuori servì a far risalire l'ornitorinco dalla pancia dell'essere fin lungo l'esofago ed ecco che Kamo schizzò fuori come una scheggia, finendo in testa a Miriel che, ancora coperta, non vide neanche il proiettile giallo volare verso di lei. Caddero a terra con un tonfo, anzi il tonfo lo fece la viverna che era k.o., mentre le ragazze urlavano dalla gioia. Miriel si alzò dolorante, osservando il papero giallo ricoperto da una schifossissima bava grigiastra che piangeva dalla gioia.

    Quaaaack!

    Bleah! Levami di dosso questa bava!

    No, Miriel.

    La donna alzò lo sguardo e la figura delle cinque ragazze risplendette controluce. I loro volti erano fieri e per un attimo la ricercatrice fu catturata da quella nuova aurea che le circondava. Sembravano davvero delle eroine valorose.

    Questa è... la bava della vittoria!

    La bava della vittoria!

    Urlarono le altre in coro. Kamo fu accolto con gioia e fu coccolato e viziato come non mai dalle ragazze che sembravano essersi dimenticate di ogni cosa. Miriel, imprecando tra se e se e chiedendosi perché le matte capitassero tutte a lei, raccolse i suoi flaconi e i barattoli conservativi dallo zainetto, armandosi di bisturi e pinze e avvicinandosi alla creatura, ancora k.o. per recuperare qualche pezzo.

    Perdonami, Yian Kut Ku.

    Lo sguardo negli occhi della bestia le ricambiò un'umana rassegnazione.
    Raccolti i pezzi, la viverna si alzò improvvisamente, di nuovo piena di energie, voltandosi verso i suoi numerosi avversari che giocavano a briscola allegramente. Si fissarono per qualche secondo in silenzio, poi l'animale gracchiò agitando le ali e scomparve nella foresta a gambe levate. Ino fece briscola con l'asso di bastoni e decisero che era ora di tornarsene a Suna.

    [...]


    Grazie a tutte per... ehm... l'aiuto. Addio.

    Si trovavano davanti all'accademia del villaggio della sabbia e Miriel, sebbene stesse ringraziando, aveva la faccia di una che non vede l'ora di andarsene. Non doveva essere stata una bella esperienza per lei, anche se aveva ottenuto quello che voleva. Sakuya le rispose che erano state contente di aiutarla, non prendendo neanche in considerazione il fatto di averle dato più disturbi che altro, e quando la invitò a prendere un ramen con tutte loro non capì perché la donna scappò via urlando. Confuse, tentarono di dare una spiegazione logica a quell'evento ma alla fine conclusero che Miriel non doveva essere una cima, proprio no. Così la loro missione era finalmente conclusa e potevano nuovamente morire dal caldo nelle loro tranquille case. Ma prima, si guardarono intorno, paragonando senza volerlo quella quotidiana visuale al verde della foresta. Nonostante tutto, erano contente di essere tornate a casa, anche se avrebbe volentieri fatto il bis.

    Non è stato male, comunque!

    Già! Le missioni sono davvero divertenti!

    Non mi dispiacerebbe rifarlo...

    Avete ragione. Chissà, magari capiterà di nuovo!

    Oh, su questo potevano scommetterci perché sarebbe capitato di nuovo, in tutti i sensi. Così, guardando il villaggio animato e in pace, le ragazze immaginarono altre divertenti spedizioni con i volti pieni di speranza. In effetti erano ottimiste sulla questione.
    Dovevano solo aspettare la prossima avventura.

    Dobbiamo solo aspettare la prossima avventura!

    E inventatevi le battute per conto vostro, maledizione!

     
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