Candelabracadabra è tornato!

Max 3 genin

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    E' successo il peggio, Candelabracadabra è tornato!
    Richiedo urgentemete l'aiuto di un gruppo di ninja per indagare sugli incidenti che, da alcune notti a questa parte, si stanno verificando nel nostro piccolo villaggio. Si sentono rumori strani, le cose volano e alcuni bambini dicono di aver udito una voce sospetta nei pressi del cimitero. Il nostro vecchio saggio pensa che sia dovuto ad uno scherzo, ma noi non la pensiamo allo stesso modo.. sicuramente è colpa di Candelabracadabra! VI prego aiutateci, non riusciamo più a dormire tranquilli, abbiamo paura per la nostra incolumità!
    Chiunque vorrà aiutarci è pregato di recarsi a nord del Villaggio delle Chiavi, sul sentiero troverete un uomo che vi condurrà direttamente da noi.

    Ci sarà da divertirsi :please:
     
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  2. §Midori§
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    Perseveranza ed allenamento.
    Erano quelle le parole che il padre le continuava a ripetere: secondo il vecchio quella era la chiave per eccellere nel mondo ninja, chi si lasciava vincere dall'accidia e chi perdeva la speranza era destinato a fallire; così Midori continuava a perfezionarsi sicura che anche il suo momento sarebbe arrivato, prima o poi avrebbe dimostrato a tutti quanto era migliorata.
    Perfezionarsi però non impediva alla ragazzina di permettersi qualche momento di riposo: adorava camminare per le vie della città, il calore della sua Regione era un toccasana per il suo umore, non riusciva proprio a capire come tutto il mondo non apprezzasse il secco e ventilato clima desertico. Era impegnata in una consueta passeggiata mattutina quando passando davanti all'Accademia notò una richiesta per una missione: a quanto c'era scritto un certo Candelaqualcosa stava disturbando la quiete del Villaggio delle Chiavi, si parlava di strani incidenti e il tutto faceva presagire a qualcosa di mistico e oscuro.
    Ci devo andare.
    Midori non credeva assolutamente all'occulto ed era sicura si trattasse di uno scherzo di cattivo gusto da parte di qualche bontempone, bastavo scovarlo e il gioco era fatto, la missione non sembrava poi così difficile e la ragazzina era sicura di essere in grado di poterla svolgere senza alcun problema.
    Dopo tutto sono figlia della perseveranza e dell'allenamento.
    Tornata a casa preparò l'occorrente per il viaggio e partì alla volta della metà; aveva studiato alla perfezione la strada più veloce e sicura per giungere a destinazione, non avrebbe avuto problemi di alcun tipo doveva solo trovare, una volta giunta a nord del Villaggio delle Chiavi, un uomo del quale non conosceva nè aspetto nè identità, sarebbe stato un gioco da ragazzi.
    Come aveva previsto il viaggio fu senza troppe difficoltà e non ebbe alcuna difficoltà a trovare il villaggio, la parte difficile arrivava in quel momento: come avrebbe riconosciuto l'uomo?
    Si avviò verso nord con passo lento e circospetto cercando qualsiasi tipo di indizio, ma nulla la aiutava nell'impresa; un lampo bianco attirò l'attenzione di Midori spaventandola, dai cespugli lì accanto un qualcosa di non ben definito era corso via facendo rumore e le tornarono alla mente le parole dell'annuncio: possibile che in quella zona ci fosse davvero una presenza strada.
    La ragazzina scrollò la testa cercando di allontanare la paura, si stava facendo suggestionare e questo non andava bene, probabilmente quello che era fuggito era semplicemente un coniglio che aveva avuto paura della sua presenza.
    Riparti Midori.
    La ragazzina riprese il suo viaggio e dopo poco vide sul ciglio della strada un signore assieme ad un ragazzo che aveva tutta l'aria di essere un ninja, si avvicinò e subito si rivolse ai due sconosciuti.
    Ehm salve. E' questo il luogo di incontro per la missione del Candela....?
    Terminò il nome dello spirito mangiandosi le lettere, non riusciva proprio a ricordarsi come si chiamasse.

     
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    Posterò quando altri due genin si saranno iscritti, vorrei dare la priorità a chi non ha missioni per gli esami. Cagne, mi dispiace non averti risposto prima ma vorrei che lasciassi il posto a chi non ha missioni (la missione è per genin :si2:)
     
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    La vita del ninja mi aveva preso a pieno e ormai le missioni di grado D mi iniziavano a stancare. Avevo intrapreso viaggi e fatto incontri interessanti, situazioni pericolose affrontate con successo e altre risoltesi da sole dal nulla. Era davvero un mondo meraviglioso quello, ricco di punti salienti che si risolvevano in banalità o tragedia, terzium non datur. Ero tornato da poco a casa e il villaggio era come sempre calmo e silenzioso. Sembrava che la ruota del tempo non scorresse mai tra le case nascoste nel bosco e che quella che dovrebbe essere la causalità del mondo, ci scivolava addosso lasciandoci indenni nella nostra routine quotidiana. Sembrava più una trappola illusoria creata ad arte, piuttosto che il pacifico e sereno Paese delle Cascate. L'unico cambiamento che percepivo era la trasformazione del mio corpo che ad ogni missione sembrava crescere e maturare. Da piccolo topo di biblioteca stavo diventando topo di campagna, sempre rintanato in qualche luogo chiuso al sicuro ma con un po' più di muscoli a sorreggere il mio gracile corpicino. Non potevo nascondere che mi faceva piacere vedere le linee sottili dei muscoli sotto pelle che andavano rimarcandosi sempre più e che crescevano contraendosi. Ora passavo molto più tempo davanti lo specchio la mattina e cercavo di annotare tutto. Era una strana sensazione, in parte piacevole e in parte... strana.
    Dopo il solito check-up mattutino, uscii fuori da casa mia a godermi il sole che scaldava il selciato rendendolo rovente. Il clima caldo umido era insopportabile, ti si appiccicava tutto addosso e ti prosciugava ogni briciolo di energie e di voglia di fare, ma c'era un posto che valeva sempre la pena andare a visitare in quelle giornate così afose. Mi incamminai per strada costeggiando i palazzi per restare più all'ombra possibile e non cadere stecchito per terra a causa di un colpo di sole, le vecchiette fuori dalle verande si sventolavano il viso (inutilmente a mio modestissimo parere) chi con un ventaglio, chi con un giornale tentando di levare la calura dalle loro flaccide carni che vibravano tutte all'unisono con ogni singolo movimento. Era alquanto buffa come scena, più si muovevano per trovare sollievo, più la loro pelle si esibiva in qualche danza caraibica che gli provocava ancora più caldo. Gli adulti stavano scaltramente rintanati nei negozi a beccarsi l'aria condizionata a gratis, mentre giravano a vuoto tra gli scaffali e la merce con un'espressione da beota dipinta sui loro volti che mi suggeriva che fossero alla ricerca della somma verità sul perché delle loro vite. I bambini sembravano gli unici ad essere immuni a quelle temperature e continuavano restii a giocare sotto il sole che batteva impietoso sulle loro piccole teste con le madonne delle madri che lanciavano cappelli da ogni dove affinché si coprissero il capo ed evitassero di scottarsi. In poco tempo mi ritrovai a fare lo slalom tra i copricapo dalle forme stravaganti e i colori più sgargianti e i bambini che si azzuffavano e saltavano per acciuffarli al volo. Superai la ressa e restai a guardare la scena alle mie spalle ringraziando ancora con indicibile violenza nell'animo quel maledetto marmocchio che mi era saltato addosso per afferrare il suo stupido indumento. Era finito proprio a piè pari sulle mie povere dita dei piedi e mi aveva costretto in uno strilletto, più di sorpresa che di dolore, che lo fece scoppiare in una fragorosa risata, bellamente seguita da quella dei suoi amichetti, e accompagnata dalle scuse dei genitori alle finestre che presero a sgridarli e a fare gesti con le mani come se potessero lanciargli schiaffi via wi-fi. Continuai la mia marcia imperterrito, tentando di dimenticare il piccolo incidente di percorso, fino ad arrivare al mio angolo di paradiso in terra.
    La biblioteca si ergeva indifferente accanto all'accademia ninja, la gente le passava davanti ed era come se per loro ci fosse un buco piuttosto che un palazzo. Per me era come avere davanti l'accesso alla dimensione demoniaca della conoscenza, dove ad attendermi c'era il grande Dantalion, demone signore di tutta la conoscenza umana e dei più reconditi pensieri della mente dell'uomo, alias Mako-chan.

    "Ciao Koda, come va oggi? Ti sei venuto a beccare l'aria condizionata gratis anche tu?"

    Quell'essere mostruoso aveva imparato a conoscermi e ora, sotto mentite spoglie di donna mortale, mi chiudeva all'angolo con un'umile domanda costringendomi a rivelare la parte più intima di me stesso.

    "Mako, ma ti pare! Sono venuto qui per... beh per... per prendere una missione in carico"

    "Ah ma davvero? Che bravo ragazzo, e io che pensavo che ti fossi unito alla marmaglia di gente che qui entra solo quando si ricordano di avere un cervello"

    Mi sorrideva sarcastica mentre con la mano faceva cenno alla sala di lettura stracolma di persone intente a sfogliare libri con disinteresse, acuni che dormivano facendo finta di leggere e qualcun'altro ancora che stava beatamente chiacchierando con le amiche profanando la sacralità di quel luogo devoto alla conoscenza e al silenzio.

    "Cooomunque, tieni l'elenco. L'ho appena aggiornato. Avvisami quando hai fatto, ma non metterci troppo, altrimenti inizio a pensare male anche di te"

    E con uno sguardo ammiccante e una faccia da schiaffi si dileguò tra le varie sezioni a riordinare i vari libri che variavano luogo magicamente ogni volta che qualche lettore avariato si stancava di loro.

    "Ma tu guarda questa qui se mi deve far sentire in difetto, a me che sono l'unica persona che viene SEMPRE qui! Ecco cosa capita a lasciare troppa confidenza alle persone"

    Presi a sfogliare velocemente il libro degli incarichi e a confrontarli con quelli appesi in bacheca, non volevo farle fare un doppio lavoro poi a staccare anche il foglio da lì, perché io sono infinitamente buono e ci penso a lei!
    Vidi che c'era una missione che ancora non era stata appesa.

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    E' successo il peggio, Candelabracadabra è tornato!
    Richiedo urgentemete l'aiuto di un gruppo di ninja per indagare sugli incidenti che, da alcune notti a questa parte, si stanno verificando nel nostro piccolo villaggio. Si sentono rumori strani, le cose volano e alcuni bambini dicono di aver udito una voce sospetta nei pressi del cimitero. Il nostro vecchio saggio pensa che sia dovuto ad uno scherzo, ma noi non la pensiamo allo stesso modo.. sicuramente è colpa di Candelabracadabra! VI prego aiutateci, non riusciamo più a dormire tranquilli, abbiamo paura per la nostra incolumità!
    Chiunque vorrà aiutarci è pregato di recarsi a nord del Villaggio delle Chiavi, sul sentiero troverete un uomo che vi condurrà direttamente da noi.

    "Oh che strana missione, sarà sicuramente una... C?!?"

    Rilessi attentamente la missiva e mi domandai con quale principio l'ufficio amministrativo desse la priorità alle richieste che gli arrivavano. Poco male, avrei potuto aggiungere una missione di grado C al mio curriculum, non vedevo l'ora in fin dei conti di cimentarmi con qualcosa di più complicato. Presi il foglio e diedi un colpo al bancone per richiamare l'attenzione della ragazza. Lei uscì con uno sguardo infuocato da uno dei corridoi sporgendo la testa e le feci vedere il foglio.

    "Prendo questo, ti evito la fatica di staccare l'incarico dalla bacheca almeno"

    "Grazie Koda, se non ci fossi tu. No come questi idioti che si divertono a mischiarmi tutti i titoli e a spostarli di sezione, io odio la gente!"

    Tutta la biblioteca si era girata e vedere la scenetta che avevamo creato. Adoravo quella ragazza, era proprio come sono io, però io lo sono internamente, mentre lei non si faceva problemi a esteriorizzare tutto il suo disprezzo per chi screditasse il suo lavoro.
    Il viaggio iniziò con non poche difficoltà a causa dell'impossibilità di trovare una cartina geografica che fosse completa anche dei paesi minori e soprattutto della mancanza di descrizione fisica del tipo che mi avrebbe dovuto scortare nel luogo della missione. Il primo problema fu risolto dalla prepotenza della bibliotecaria che, senza troppi convenevoli, strappò da sotto il naso di due ragazzi una delle cartine geografiche di cui disponeva il posto e me la porse con il massimo della gentilezza e tenerezza possibile, invitandomi a fare con calma. Il secondo invece fu solo questione di fortuna e curiosità.
    La cartina aveva posto il Paese delle Chiavi a sud, non molto distante da quello della cascata, il che lo rendeva facilmente raggiungibile in giornata e soprattutto la parte Nord del villaggio. Durante il mio viaggio pensai in cosa sarei potuto incappare questa volta e riflettei sulla singolarità del nome del Paese a cui mi accingevo ad andare. Non avevo mai sentito parlare di quel posto e la sua segretezza mi eccitava tutte le fibre nervose che avevo. Il sol pensiero che un tale posto potesse contenere tutte quelle chiavi, voleva dire che ci dovevano essere anche altrettante serrature e altrettanti misteri e chissà cos'altro. Magari avrei potuto trovare qualche opera letteraria rarissima e sconosciuta al mondo, avrei potuto leggere saggi e resoconti di ricerche su cose mai viste prima, avrei potuto incappare in qualunque cosa che mi rendesse felicissimo di stare lì. Tutto sommato non era stata una cattiva idea quella di accettare una missione per passare il tempo. Mentre procedevo spedito per la via e pensavo a queste cose, improvvisamente mi imbattei in un uomo alto, avvolto in un mantello scuro, che indossava uno strano cappello a cilindro e che si guardava intorno circospetto. Forse avevo trovato l'uomo che cercavo, così estrassi il foglio della missione e mi avvicinai cauto.

    "Scusi signore, è lei la guida per il villaggio? Sono qui per... Candelabracadabra"

    Koda Akame

    Resistenza: 150/150
    Stamina: 150/150

    Oggetti:
    Kunai X 1
    Shuriken X 8
    Filo d'acciaio X 30 m
    Veleno rettile X 1
    Kit di pronto soccorso X 1
     
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    E finalmente il turno al ristorante finisce, e con tranquillità il nostro giovane si sfila il grembiule, appendendolo al gancio nella cucina e salutando Maurice con un gesto della mano ed uno stanco movimento della testa. L'altro ricambia il sorriso e lo lascia andare tranquillamente, accollandosi il compito di sistemare la cucina. Il giovane vien fuori lentamente, richiudendosi la porta dietro e prendendo la via verso l'uscita.
    Fortunatamente incontra il Capo Cuoco proprio all'esterno, e gli si avvicina in silenzio e con il suo solito sorrisetto in volto, chiedendo una licenza più o meno lunga una settimana. L'altro annuisce tranquillamente, asserendo comunque che al suo ritorno dovrà aiutare un altro cuoco ad integrarsi nel ristorante, essendo lui l'ultimo ad aver provato una sensazione del genere e potendolo aiutare senza problemi.
    Accettato il patto ecco che comincia nuovamente a camminare, ma non verso casa, perchè adesso comincia a deambulare verso il centro del villaggio, diretto proprio agli uffici della Kusakage, dove solitamente c'è sempre qualcosa da fare, insomma. In giro c'è abbastanza gente, ed il nostro giovane guarda tutti quanti con curiosità, come al solito, sorridendo un po' a chiunque e salutando i suoi conoscenti per semplice educazione.
    Arrivato davanti alle porte degli uffici ecco che indugia un attimo, anche perchè fare qualcosa del genere non è che lo entusiasmi più di tanto, almeno all'inizio, quando non c'è ancora un gran coinvolgimento emotivo. Comunque sia, giusto per non farsi scoraggiare ancor prima di avere iniziato, ecco che si dirige rapidamente nella stanza dei messaggi - dove lavora sua madre - ed entra senza bussare od annunciarsi in nessun modo.
    Fortunatamente nulla di strano da segnalare: sua madre ed alcuni dei colleghi sono intenti a legare messaggi alle zampe di alcuni pennuti, altri ne riscrivono alcuni per ricopiarli. Non appena lo vede, comunque, il suo sorriso le si illumina e si avvicina a lui tenendo ancora in mano il foglietto che avrebbe dovuto mettere nel gancio di uno di quegli animali.

    Uhu! Che ci fai qua tu? E' raro vederti da queste parti, contando che la tua voglia di essere uno shinobi è... pari a zero?

    Ogni tanto dovrò pure fare qualcosa! Gnah.

    E allora tieni, toh. Leggi!

    E gli porge con una buffa malagrazia quel foglietto immacolato, mentre l'altro lo afferra con i pollici e comincia rapidamente a leggere il messaggio, sorridendo appena e guardando l'altra con interesse. Se lo ripiega un paio di volte prima di metterlo in tasca e comincia a guardare nuovamente la madre, con un'ombra di dubbio.

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    E' successo il peggio, Candelabracadabra è tornato!
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    Chiunque vorrà aiutarci è pregato di recarsi a nord del Villaggio delle Chiavi, sul sentiero troverete un uomo che vi condurrà direttamente da noi.

    Non si sa nient'altro?

    Purtroppo no! Mi raccomando, fatti accompagnare da qualcuno che sappia dove sia il Paese delle Chiavi, cioè tutti, tranne te. Quindi basta che tu chieda ad uno degli special jonin che son giù ad allenarsi. Su su, non perdere tempo.

    Detto fatto, la saluta con un bacio sulla guancia e si fionda giù dalle scale, dirigendosi immediatamente ai campi di allenamento, dove ragazzi più o meno preparati stanno provando qualche arte particolare o semplicemente allenandosi. Ma non ha nemmeno bisogno di cercare tanto, in fin dei conti: c'è un ragazzotto che conosce, alto, robusto e simpatico. Gli si avvicina rapidamente e lo saluta, e l'altro smette immediatamente la sua lettura di chissà quale pergamena.
    E dopo una piacevole conversazione, comunque, ecco che il giovane accetta senza problemi di accompagnarlo fino al paese delle chiavi, componendo degli strani sigilli e poggiando la mano a terra, permettendo ad alcuni strani sigilli neri di comparire sul terreno ed esplodere in una sorta di nuvoletta biancastra e leggera. Non appena questa si dissipa, ecco che un grosso cormorano nero e dalla faccia simpatica fa la sua apparizione. E' molto grande, probabilmente alto almeno tre metri e con le ali large almeno cinque, un grosso becco ed un colorito scuro. Gli occhietti rossi e simpatici.

    Andiamo?

    Aye sir!

    E rapidamente sale su quell'animale, poggiandosi dietro il suo compagno e godendosi vagamente quella scampagnata nel cielo un po' annuvolato. Ovviamente non è ancora abituato a certe situazioni ed è vagamente scettico su quei viaggi ad alta velocità, però fra un'occhiata e l'altra riesce a scorgere lo scenario mozzafiato che gli si presenta sotto i piedi. Solo che è costretto a chiudere gli occhi poco dopo, soggiogato da quel senso di vertigine e mal di qualsiasi cosa che lo coglie quando viaggia.
    L'annuncio della fine del viaggio ed il poter poggiare nuovamente i piedi a terra lo rincuora improvvisamente: non ha idea di quanto sia durato il viaggio, ma il fatto che il colore del cielo sia cambiato è indicatore della lunghezza dello stesso, che proprio una passeggiata dietro l'angolo non è stata. Comunque sia, come detto nella lettera l'uomo è proprio lì ad aspettarli, e con lui ci sono altri due giovani.

    Salve! Sono qui per la questione di Candelalabrasabra!

    Sì, come no.
     
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    Tre ragazzi, tre villaggi diversi. Accomunati da un unico scopo, i tre avevano raccolto la sfida di Candelabracadabra e con il loro zainetto in spalla, si erano incamminati alla volta del villaggio delle Chiavi, luogo delle multiple apparizioni dello spettro. Ognuno aveva una faccia strana, tra i tre vi era un’unica ragazzina che poteva rendere le cose più interessanti o non cambiarle affatto. Un altro tizio, quello che evidentemente non aveva capito una ciospa della situazione, non era stato neanche capace di pronunciare bene il nome della minaccia all’uomo che li stava aspettando. Quest’ultimo era un curioso caso di homo sapiens ciccione, senza coprifronte e la zappa nella mano destra. Indossava una tuta da lavoro e le sue mani, sporche di terra, erano quelle di un mero contadino.

    "Scusi signore, è lei la guida per il villaggio? Sono qui per... Candelabracadabra"
    Ehm salve. E' questo il luogo di incontro per la missione del Candela....?
    Salve! Sono qui per la questione di Candelalabrasabra!

    E’ questa, capre! Mi chiamo Sgarbi, Vittorino Sgarbi. Vi porto subito dal villaggio, che devo tornare a zappà a vigna.

    Proferì il cinquantenne con espressione imbronciata, girando i tacchi come se niente fosse. Da quel punto al villaggio non ci impiegarono molto, la distanza era di circa 6km, tragitto in cui oltre ai fischiettii, Sgarbi raccontò ai tre giovani alcune storielle su Candelabracadabra. Semplici sciocchezze e chiacchiere strappate ai pochi che l’avevano visto. Per lui i campi erano l’unica cosa importante, ovviamente dopo la famiglia e quindi non aveva nessun interesse per fantasmi o storielle.

    Ho sentito che quando quel coso appare, la zona circostante si raggela o si scalda improvvisamente. Mah, chissà cos’è.

    Disse pensieroso, finalmente giunto a destinazione. Il villaggio era più che altro una comunità di contadini, uomini di chiesa, artigiani e fabbri. Bambini giocavano scorrazzando tra casette di pietra dai tetti di paglia, rincorrendosi talmente tale da stancarsi o farsi male. Alcuni di loro invece erano intenti nel nascondino, cosa che poteva rivelarsi divertente tra tutte quelle sporgenze di pietra. Giunsero subito nella sala del vecchio capovillaggio, una specie di sciamano rattrappito e ben provvisto di gobba e bastone. Li fece accomodare tutti e tre, ringraziando Sgarbi del servizio offerto per poi sentirlo scomparire. Non aveva la vista ormai da tempo il povero vecchio, ma aveva sviluppato un udito abbastanza evoluto negli anni da poter sentire rumori anche silenziosissimi.

    Benvenuti giovani esploratori, io sono il capo villaggio Shaddar. Come ben avrete letto, da un po’ di tempo è apparso uno strano essere che noi sciamani chiamiamo Candelabracadabra. Purtroppo i miei occhi non possono vedere, e a quanto pare i miei compagni non lo hanno mai visto in viso. Non sappiamo se sia pericoloso o meno, ma qualcuno di incauto potrebbe farsi male o farlo innervosire. Per questo abbiamo convocato l’aiuto di ninja che siano capaci di individuarlo e cacciarlo o, nel peggiore dei casi, catturarlo. Appare attorno al villaggio in posti random, ma ci sono tre luoghi in cui si mostra maggiormente: una cava a nord, un castello a sud e una foresta ad est. Sono luoghi facilmente raggiungibili da qui. Vi chiedo di fare attenzione e di liberarci da Candelabracadabra. Tutto chiaro?

    Esclamò per ultimo il capo villaggio, battendo il bastone per terra senza aggiungere niente. Ora spettava ai tre fare la loro mossa: potevano dividersi o andare tutti assieme in perlustrazione in un unico luogo per poi sondare gli altri. La missione poteva comunque iniziare, seppur la cosa diventava sempre più misteriosa.



    Avete carta bianca, potete dividervi o andare in una di queste tre zone assime. Dalle vostre azioni deciderò come agire. Narrate un po' tutto fino alla decisione. :si2:
     
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    Insieme a me si erano avvicinati altri due giovani di altrettanti villaggi e, quasi in contemporanea, chiedemmo tutti la stessa cosa. Quello che mi era parso un uomo avvolto dal mistero, altri non era che un umile lavoratore che, esasperato dalla situazione, si era offerto come guida per coloro che avrebbero forse portato nuovamente sollievo nelle loro case. Avvicinatici a lui con molti dubbi sulla sua identità e su cosa ci avrebbe atteso, si presentò con irriverenza e frettolosamente.

    "E’ questa, capre! Mi chiamo Sgarbi, Vittorino Sgarbi. Vi porto subito dal villaggio, che devo tornare a zappà a vigna"

    Sgranai gli occhi per lo stupore. Ebbi un'orrenda sensazione di déjà vu a sentire quelle parole e presi a guardarmi intorno per vedere se ci fosse qualche strano animale, che si potesse rivelare essere un umano sotto mentite spoglie, che gracchiasse "SECS!" in continuazione. Fortunatamente non avvistai nulla di anomalo e potemmo proseguire il nostro viaggio dietro il contadino ansioso di tornare al suo lavoro. Il Villaggio delle Chiavi non era molto distante da dove ci eravamo incontrati, fu una passeggiata di un'oretta nel cuore del bosco, accompagnata dal canto degli uccelli tra le fronde degli alberi e le storielle che ci raccontava con molta cura Sgarbi. Non sapeva molto di questo Candelabracadabra e non sembrava interessarsene più di tanto. Lui era un uomo pragmatico, che pensava al bene della sua terra e della sua famiglia, non aveva tempo per mettersi a pensare a cose come i fantasmi.

    "Peccato, mio buon uomo. Se solo tu sapessi il mondo fantastico che si cela dietro alla semplice parola fantasma, sicuramente cambieresti opinione anche tu"

    Ero un fervido fan del paranormale e apparizioni del genere erano il mio forte. Difficilmente si ha a che fare con qualcosa di autentico, molte volte si tratta di bufale architettate da qualcuno per un secondo fine, però se non si coglieva l'occasione quando ci veniva presentata, non avremmo mai potuto dire se fosse stata reale oppure no.

    "Ho sentito che quando quel coso appare, la zona circostante si raggela o si scalda improvvisamente. Mah, chissà cos'è"

    Questa poteva essere un'informazione interessante, tipicamente lo sbalzo termico viene ricondotto a tutti i tipi di manifestazioni spiritiche a causa dell'energia che assorbono per manifestarsi e passare dalla dimensione intangibile a quella sensoriale, però era un trucco facilmente falsificabile. La questione si stava intricando e la cosa mi piaceva sempre di più.
    Nel raccontarci tutto ciò che sapeva, arrivammo a destinazione e davanti a noi si aprì quello che era il mitico villaggio del paese delle Serrature. Sembrava un insediamento rurale, prevalentemente popolato da contadini e allevatori, con case rustiche e strade sterrate che lo attraversavano collegandolo. Non era esattamente come me lo ero immaginato, anzi rimasi un po' deluso dal constatare che non c'era neanche una struttura che potesse ricordare un archivio o una biblioteca, figuriamoci quindi di riuscire a trovare dei libri. Bambini che giocavano per le strade, donne che stendevano il bucato e uomini che fabbricavano chiavi e serrature era tutto ciò che aveva da offrire alla vista dei turisti quel posto. Non male per rilassarsi una settimana o due, ma per niente stimolante dal punto di vista intellettuale. Il contadino ci portò fino a una capanna e ci fece entrare dentro. L'ambiente era spoglio e buio, al centro dell'unica stanza che costituiva l'abitazione c'era un vecchio seduto su una pila di cuscini con un bastone nodoso accanto. Sembrava stesse dormendo, ma appena entrammo si rianimò e ci accolse con cortesia.

    "Benvenuti giovani esploratori, io sono il capo villaggio Shaddar. Come ben avrete letto, da un po’ di tempo è apparso uno strano essere che noi sciamani chiamiamo Candelabracadabra. Purtroppo i miei occhi non possono vedere, e a quanto pare i miei compagni non lo hanno mai visto in viso. Non sappiamo se sia pericoloso o meno, ma qualcuno di incauto potrebbe farsi male o farlo innervosire. Per questo abbiamo convocato l’aiuto di ninja che siano capaci di individuarlo e cacciarlo o, nel peggiore dei casi, catturarlo. Appare attorno al villaggio in posti random, ma ci sono tre luoghi in cui si mostra maggiormente: una cava a nord, un castello a sud e una foresta ad est. Sono luoghi facilmente raggiungibili da qui. Vi chiedo di fare attenzione e di liberarci da Candelabracadabra. Tutto chiaro?"

    Il vecchio capo villaggio ci lasciò il tempo di riflettere con calma, mentre Sgarbi si era già allontanato lasciandoci da soli a decidere su come agire. Non sembrava una scelta scontata e sicuramente sarebbe stato meglio agire insieme, piuttosto che in solitaria. Per quanto non sembrasse rischiosa la vicenda, si trattava pur sempre di una missione di livello C. Doveva esserci qualcosa di più sotto e avevo voglia di capire che cosa. Feci un passo in avanti e mi rivolsi ai miei compagni e all'anziano.

    "Non so esattamente di cosa stiamo parlando, ma credo che sarebbe meglio se ci muovessimo come una squadra e non come singoli avventurieri. Nel caso in cui dovremmo combattere è preferibile avere qualcuno che ti possa coprire le spalle e su cui puoi fare affidamento, ne convenite con me, no? Perciò io proporrei di andare a visitare tutti e tre i luoghi e vedere se siamo fortunati da imbatterci in questo fantomatico fantasma. Per iniziare proporrei il castello a sud, poi attraverseremo la foresta est e infine esploreremo la cava a nord, poiché arriviamo da quella direzione e non abbiamo incontrano nulla sul nostro tragitto. Vi va bene come itinerario? Volete agire diversamente?"

    Attesi la risposta dei presenti e l'inizio della missione.

    Koda Akame

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    A quanto pare non è l'unico ragazzino giunto lì per aiutare quelle persone, tanto che il porcospino si volta verso gli altri due presenti sorridendo ampiamente e scambiando solo un piacevole e genuino saluto con la mano prima di tornare a concentrarsi su quello strano e burbero uomo che sta lì proprio per condurli al villaggio, una persona strana, senza ombra di dubbio, ma probabilmente il tutto è dovuto alle sue origini.

    Io sono Ban, piacere!

    Dice verso l'altro, ma si rivolge anche ai suoi due compagni di missione, dato che comunque fare amicizia non è mai una brutta cosa, soprattutto quando si è "costretti" a collaborare con qualcuno per un fine comune. Ed è così che comincia il viaggio dei nostri eroi - eroi? - verso il villaggio di questo fantomatico Sgarbi, un viaggio tutto sommato tranquillo, se non fosse che l'altro comincia a raccontare cose a caso.
    Il ragazzo si limita ad ascoltarlo con disattenzione, concentrandosi più che altro sul paesaggio che si presenta intorno a loro, ed osservandolo con una ritrovata serenità prima di un eventuale tempesta. Alla fine il loro viaggio non è nemmeno così lungo, tanto che al massimo dopo una mezzoretta dovrebbero essere arrivati. Una normale villaggio, forse poco più arretrato rispetto alle grosse metropoli ninja, ma nulla di così arcaico e lontano.
    Comunque sia, arrivati proprio all'interno del perimetro, l'uomo che li ha accompagnati si concede un commento che attira l'attenzione del giovane, tanto che il nostro ragazzo dai capelli chiari si volta verso di lui e lo guarda perplesso, rivolgendo lo stesso sguardo ai suoi compagni prima di esporre le sue idee.

    Ho sentito che quando quel coso appare, la zona circostante si raggela o si scalda improvvisamente. Mah, chissà cos’è.

    Oddio... Quindi c'è un cambio di temperatura, e non siete mai riusciti a capire da dove venga o chi sia sto scemo... E mi sa che dovremo impegnarci, ragazzi.

    Dice rivolgendosi verso i suoi compagni e continuando a camminare dietro quell'uomo che li sta conducendo chissà dove. Attraversano zone in cui i bambini giocano e tutti sono intenti nei loro mestieri, potendo osservare quel villaggio in tutta la sua vivace vitalità e laboriosità, tanto che il giovane pare completamente rapido dai modi di fare di quella gente che sembrano essere così genuini e naturali che quasi lasciano di stucco.
    Arrivati in prossimità della tenda, comunque, ecco che tutti quanti rallentano di colpo ed il giovane si concede qualche istante per osservarla prima di entrare e notare quello che dovrebbe essere il capo villaggio: un vecchietto tutto raggrinzito e piegato su se stesso, con gli occhi chiusi ed un piccolo bastone tutto adornato fra le mani. Questo comincia immediatamente a parlare, accortosi di loro per chissà quale ragione e presentandosi rapidamente.

    Benvenuti giovani esploratori, io sono il capo villaggio Shaddar. Come ben avrete letto, da un po’ di tempo è apparso uno strano essere che noi sciamani chiamiamo Candelabracadabra. Purtroppo i miei occhi non possono vedere, e a quanto pare i miei compagni non lo hanno mai visto in viso. Non sappiamo se sia pericoloso o meno, ma qualcuno di incauto potrebbe farsi male o farlo innervosire. Per questo abbiamo convocato l’aiuto di ninja che siano capaci di individuarlo e cacciarlo o, nel peggiore dei casi, catturarlo. Appare attorno al villaggio in posti random, ma ci sono tre luoghi in cui si mostra maggiormente: una cava a nord, un castello a sud e una foresta ad est. Sono luoghi facilmente raggiungibili da qui. Vi chiedo di fare attenzione e di liberarci da Candelabracadabra. Tutto chiaro?

    E non appena questo finisce di parlare, ecco che subito si inserisce uno dei suoi compagni di missione,

    Non so esattamente di cosa stiamo parlando, ma credo che sarebbe meglio se ci muovessimo come una squadra e non come singoli avventurieri. Nel caso in cui dovremmo combattere è preferibile avere qualcuno che ti possa coprire le spalle e su cui puoi fare affidamento, ne convenite con me, no? Perciò io proporrei di andare a visitare tutti e tre i luoghi e vedere se siamo fortunati da imbatterci in questo fantomatico fantasma. Per iniziare proporrei il castello a sud, poi attraverseremo la foresta est e infine esploreremo la cava a nord, poiché arriviamo da quella direzione e non abbiamo incontrano nulla sul nostro tragitto. Vi va bene come itinerario? Volete agire diversamente?

    Per me va benissimo, ma almeno mi dite come vi chiamate? Se no mi sento scemo e non so come rivolgermi! Ehehe! Cooooomunque, sono d'accordo con te, anzi, direi anche che possiamo cominciare ad andare, che ne dite? Su su! In marcia! Si va per stanare Candebrasalabrabrabra!

    Probabilmente non prenderà mai il nome giusto, ma che ci volete fare. Comunque sia, semplicemente cerca di tirare - letteralmente - per le braccia gli altri due compagni per dirigersi proprio verso il castello a Sud.

    scusate il post frettoloso çwç
     
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    Il due ragazzi optarono per il castello, seguendo uno schema preciso. La loro strategia era quella di camminare senza rompere la formazione, sfruttando la superiorità numerica nell’eventualità di ritrovarsi faccia a faccia contro Candelabracadabra. Come detto dallo sciamano, nessuno del popolo aveva potuto notare in faccia la presenza, ma il fatto che quel mostro si chiamasse così pareva dire l’opposto. La fanciulla che aveva accettato l’incarico, forse colta da chissà quale malore o semplicemente da una paura cronica, decise di ritornarsene a casa a mani vuote dimostrando di non essere ancora pronta per un simile incarico. Peccato, ora entrambi i giovano rischiavano un filino in più di quanto “previsto”.
    Camminarono per un po’, seguendo il tragitto segnato sulla mappa. Il vecchio Shaddar era stato chiaro a riguardo: la creatura poteva celarsi in qualsiasi luogo, e il loro viaggio al castello poteva rivelarsi un’inutile perdita di tempo. Il clima mutò dopo un po’ di cammino, e una nebbia sempre più fitta andava impossessandosi della zona, spezzata in un piccolo punto dai due ragazzini. Si rivelò sempre più fitta, ma non era fredda come i due potevano pensare: che fosse prodotta da Candelabracadabra? Che fosse un indizio della sua presenza? Rischioso ipotizzare entrambe le cose, senza una buona visibilità. Il castello apparve dinanzi ai loro occhi, le mura in lenta decaduta e annerite dagli anni. Non era uno di quei posti meravigliosi raccontati nelle fiabe, anche se non era neppure spaventoso come il set di un horror. Insomma, poteva spaventare o no, la cosa importante in quel momento era decidere. Entrare o no? Il gracchiare dei corvi riecheggiava nel cielo, ma come sempre quella coltre non permetteva una visione perfetta del panorama.
    Ad un certo punto, il gigantesco portone cigolante scricchiolò, aprendosi di sua spontanea volontà. Altro “fumo” bianco proveniva dal suo interno, ormai quel posto pareva una discoteca in piena notte. Dall’alto, le due statue che avevano osservato per tutto il tempo i due passanti, si mossero anche loro. No, non era uno scherzo: cumuli di polveri e pietrisco caddero dall’alto, e quelle cose presero vita battendo le ali con violenza. Avevano poco tempo per pensare, potevano restare lì’ a combattere, infilarsi nel castello e rischiare di incontrare altre statue viventi o magari Candelabracadabra stesso, o semplicemente scappare.



    Allora, perdonate il ritardo. Scegliete voi cosa fare, avete tre opzioni. Descrivete il viaggio, attenendovi comunque alle informazioni superficiali che vi ho dato. A voi :si2:
     
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    E così cominciano allegramente a camminare i nostri tre eroi, anche se l'unica ragazza del gruppo pare farsela sotto proprio quando il vecchio finisce di parlare, tanto che scappa via, lasciando lì il nostro porcospino-boy con il suo nuovo ed unico compagno di missione. A quanto pare sono anche d'accordo con il da farsi, quindi si comincia proprio con il piede giusto: o almeno questo si spera.
    Sembra quasi che il giovane attiri ragazze senza "palle", per dirla in maniera fine, essendo questa la seconda missione nella quale viene piantato in asso da una giovane kunoichi e costretto a rivedere il suo piano d'azione, anche se fortunatamente oggi non è solo. A quanto pare le uniche degne di vero rispetto che ha incontrato fino ad ora sono sua madre, la Kusakage ed Inohana, che ha un coraggio niente male, oltre alle spropositate tette.
    Ed ecco che il loro pellegrinaggio verso la prima tappa comincia nella direzione del castello. Cammina lentamente, osservando tutto quello che c'è intorno con attenzione, non vuole mica rischiare di perdersi o evitare qualche particolare importate che potrebbe aiutarli. E già che c'è, il giovane comincia ad attaccare bottone con l'altro ragazzo, volgendosi verso di lui con un sorriso solare ed il suo solito fare affabile e spontaneo.

    Ehi, tipo, com'è che ti chiami? Te lo chiedo giusto perchè chiamarti "Tipo" mi pare tanto brutto!

    Ridacchia durante il suo sproloquio verso l'altro, continuando imperterrito a camminare nella direzione indicatagli dal vecchio, e non notando inizialmente quella leggera nebbiolina che pare cominciare ad abbracciare inesorabilmente tutto il paesaggio circostante. Ma ecco che lentamente questa comincia a farsi sempre più fitta, fino a quando i giovani trovano addirittura difficoltà a guardare le cose ad un palmo dal loro naso.
    Eppure nessuna sensazione attraversa il corpo del giovane shinobi, nessuna percezione lo avvolge. A malapena sente il bagnato sulla pelle, ma non riesce a percepire quel freddo tipico della nebbia fitta. Che sia fumo? Non è da escludere, in realtà, ma non può fare supposizioni basandosi sul nulla, quindi per adesso decide di star zitto, continuando a seguire il percorso grazie al sentiero che hanno imboccato, dato che per ora ci si riesce. A fatica, ma ci si riesce anche senza il suo occhio particolare.
    Purtroppo non riesce a vedere molto del paesaggio circostante a causa di quell'impedimento visivo, tuttavia, dalla luce che filtra, pare che il tempo sia comunque rimasto invariato da quando hanno lasciato l'abitazione del capo villaggio. Per ora il giovane rimane silente, almeno fino a quando davanti a loro non compare quello che dovrebbe essere il castello di cui si parlava prima. Rimane un paio di secondi a guardarlo, incuriosito.
    Una struttura tutto sommato regolare, eppure molto vecchia ed in decadenza, tanto che i muri sono anneriti e praticamente rischiano di crollare da un momento all'altro, anche se non tutto pare essere completamente in rovina: è semplicemente vecchio, almeno a prima vista. Se poi ci si aggiunge il versaccio dei corvi a quel panorama... beh, il tutto non può che essere decisamente tetro ed inquietante, anche se il nostro giovane non ne pare poi così impressionato, a dir la verità.

    Che posto pittoresco. Dici che se piscio su quelle mura cadono? Eheh.

    Continua ad osservare davanti a sé, e prima che possa fare anche un minimo passo in avanti, ecco che quello che pare essere il grosso e pesante portone comincia a scricchiolare paurosamente, venendo spinto all'indietro da chissà quale forza, dato che nessuno di loro l'ha toccato. Ovviamente gli occhi si concentrano su quello strano fenomeno per qualche secondo prima di passare a cercare gli occhi del suo compagno.
    Un'ombra di dubbio si insinua nel suo sguardo, e cerca di comprendere ciò che anche l'altro sta pensando, ma non ha ancora capacità di lettura della mente, quindi parlare è la soluzione migliore, come chiunque potrebbe intuire. Altro fumo, o nebbia che sia, bianco va ad aggiungersi a quello già presente nell'aria, anche se questo sta visibilmente venendo fuori da quella strana struttura spettrale e misteriosa.

    Ma che caz...

    Proverebbe a dire voltandosi verso il suo compagno, anche se la sua attenzione viene irrimediabilmente attirata da altri rumori rocciosi e dal movimento sospetto di strani cumuli di roccia proprio sui pinnacoli presenti alle estremità del gigantesco portone. Due grosse statue alate ed animate cominciano a precipitare verso i giovani sbattendo le loro grosse membrane, e quasi fosse uno spettacolo meraviglioso, il nostro giovane rimane ad osservare.
    Tuttavia è costretto a tornare alla realtà, anche perchè quelle bestie non sembrano volersi fermare, ma combattere lì fuori vorrebbe dire perdere tempo inutile e rischiarci anche la vita - non che l'interno sembri più accogliente, comunque. Si volterebbe nuovamente verso il suo compagno con lo sguardo leggermente preoccupato, parla con voce normale, moderata, anche se si nota una traccia ben presente di nervosismo nelle sue parole.

    Andiamo, veloce! Dentro, dentro!

    Dice verso l'altro, e comincia a correre verso l'entrata del castello, cercando quindi di raggiungere l'interno per provare a scampare a quel gargoyle, anche se potrebbero tranquillamente seguirli... e questo è calcolato, ma tanto vale provarci, no? Comunque sia, raccoglie una grande quantità di fiato e spinge le gambe al massimo, provando quindi a macinare quella distanza a grandi falcate per raggiungere l'interno del castello.

    CANDELA BRASATA, DOVE SEI?!

    Mai che azzecchi quel nome.

    Corre all'interno :si2:
     
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    Shaddar ci aveva indicato i punti in cui c'era una probabilità più alta di poter incontrare questo fantomatico essere che stava terrorizzando la cittadina, ma la nostra compagnia venne frammentata dalla perdita di uno dei suoi membri. La bambina tanto carina che si era presentata lì al crocevia per partecipare alla missione, aveva gettato lo straccio a terra e se ne era tornata a casa sua prima ancora di iniziare. Strana reazione per una giovane kunaichi che non vedeva l'ora di cimentarsi in una missione di grado C.
    Missione di grado C, stentavo ancora a credere che una richiesta tanto assurda potesse essere passata per grado superiore alle missioni dei genin appena usciti dall'accademia. Da come era partita e dalla gente che l'aveva richiesta, sembrava che sarebbe finita in una scampagnata nei boschi alla ricerca del nulla. Infatti ci trovammo io e il mio unico compagno a seguire il sentiero che ci avrebbe portato al castello, incapaci di capire cosa osservare meglio per capire se lo spirito fosse nei dintorni oppure no. La fitta vegetazione appariva normale ai nostri occhi e gli alberi non sembravano nasconderci sorprese spiacevoli. Una leggera brezza spirava contro di noi scompigliandomi i capelli e rallegrandomi del profumo dei boschi con le sue mille sfumature. Almeno era una bella giornata per farsi una passeggiata, al massimo sarei andato per funghi, così avrei avuto qualcosa di speciale per cena. Il ragazzo accanto a me sembrava stesse cercando qualcosa tra le fronde fino a quando non si girò nella mia direzione e sfoderò un poderoso sorriso.

    "Ehi, tipo, com'è che ti chiami? Te lo chiedo giusto perché chiamarti "Tipo" mi pare tanto brutto!"

    E lui come si chiamava? Non mi ricordavo che si fosse presentato a noi, o forse lo aveva fatto ma non avevo prestato attenzione? Non me lo ricordavo e poco mi interessava, forse non lo avrei più rivisto dopo quella missione.

    "Puoi chiamarmi anche tipo se vuoi, la cosa non mi disturba. Io sono Koda Akame, mentre tu sei? Scusa, ma non ho fatto attenzione a prima e mi è sfuggita la tua esistenza da sotto gli occhi"

    Dopo aver finito quella frase e visto l'espressione un po' dispiaciuta e sorpresa del ragazzo in viso, mi affrettai ad arrovellami il cervello in cerca del suo nome. Ero un disastro con i rapporti umani, non lo facevo apposta. Pensai ancora per un paio di secondi mentre un pesante silenzio colmo di imbarazzo ci separava sempre di più.

    "Ban! Ahahahah, ci sei cascato. Ovvio che sapevo come ti chiamassi, ti sei presentato per primo nella tenda del capo villaggio, o forse era prima..."

    Era meglio tagliare corto quella conversazione, prima che si accorgesse della marea di bugie che gli avevo sviolinato addosso solo per non farlo sentire offeso. Ridacchiai anche io, palesando un sorriso tirato e nervoso, fino a quando una lieve e impercettibile nebbiolina iniziò a circondarci. Era ancora una bella giornata e il sole spiccava alto ormai, non poteva essere nebbia naturale quella. Annusai l'aria in cerca di umidità, ma l'odore che captai non era variato da quello dei boschi e non c'era segno di eccessivo vapore acqueo. Forse ci stavamo avvicinando al nostro obbiettivo e quel fumo era il suo biglietto da visita.
    Continuammo a inoltrarci nella coltre di "nebbia" che sembrava infittirsi sempre di più a ogni passo che muovevamo in quella direzione e ben presto ci ritrovammo a brancolare alla cieca in cerca di un punto di riferimento. Sembrava di stare dentro una nuvola, tutto avvolto da un bianco candore che celava la presenza di ogni oggetto più distante di un palmo dal viso. Improvvisamente si aprì di fronte a noi uno squarcio nel panorama e si presentò davanti ai nostri occhi un vecchio rudere malandato. Le pareti, annerite dal tempo, erano piene di crepe e davano l'impressione che si sarebbero potute sbriciolare in un istante al minimo tocco. Le dimensioni della struttura erano modeste e, a prima vista, sembrava più un grande fienile abbandonato che un castello vero e proprio.

    "Che posto pittoresco. Dici che se piscio su quelle mura cadono? Eheh"

    Fu sufficiente il gracchiare sinistro dei corvi lì nascosti per rispondere a quella domanda fuori luogo. Mi voltai a guardarlo, o meglio, a intravederlo tra il fumo scuotendo la testa in segno di diniego.

    "Ti sconsiglierei tale imprudenza, non si sa mai come la potrebbero prendere gli spiriti che abitano questo posto. Forse te la dovrai tenere per fartela addosso quando appariranno davanti a noi, se siamo fortunati desisteranno subito e se ne andranno. Mica male come idea, vero?"

    Lo canzonai un po', ma non sopportavo chi doveva fare il simpatico in ogni situazione, sia che fosse per sdrammatizzare, sia che lo facesse per sua natura.
    Uno strano movimento catturò i miei occhi e il rumore di strisciamento tra due superfici ruvide riempì le mie orecchie.

    "Ma che cazz..."

    Le porte del castello si erano aperte, facendo uscire ancora più nebbia dalle sue ante. Sembrava stesse invitandoci ad entrare nell'oltretomba con tutta quella pantomima, il signor Candelabracadabra stava davvero scadendo nel cattivo gusto. Ma ciò che catturò la mia preoccupazione era la fonte del rumore, che non erano state le porte, bensì le sentinelle messe a loro guardia. Gli enormi ammassi di pietra presero a muoversi un arto per volta, smuovendosi di dosso la polvere che avevano accumulato in tutto quel tempo di posa. A giudicare dalle loro forme e fattezze, assomigliavano proprio a dei gargoyle, pennuti arcigni con sottili ali membranose che vegliavano dall'alto delle cattedrali sui fedeli, pronti a rianimarsi la notte e a scendere in picchiata sulle loro prede. Erano veloci e letali, ma con tutta quella nebbia sarebbe stato difficile anche per loro individuarci. Ban si voltò verso di me e tentando di rimanere calmo mi invitò a seguirlo dentro, anche se la sua voce tradì la certa fretta che aveva.

    "Andiamo, veloce! Dentro, dentro!"

    Prese a sfrecciare a folle velocità verso l'entrata, lasciandomi dietro come uno stoccafisso. Ma quanto era veloce? Presi a rincorrerlo e ben presto mi ritrovai dentro l'atrio del castello.

    "Ma insomma! Mi vuoi aspettare almeno?"

    Ormai era fatta, eravamo dentro fino al collo. La nostra caccia al fantasma iniziava adesso.

    "CANDELA BRASATA, DOVE SEI?!"

    Mi portai il palmo della mano sulla faccia e massaggiai le tempie con i polpastrelli del pollice e dell'indice.

    "Mai una volta che lo hai azzeccato..."

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    Scapparono dento come se un attacco di diarrea fulminante li avesse colti, tutto quel fumo non spaventò mai quanto i due mostri di pietra. Non avevano un grande orientamento e quel fumo, forse usato proprio come trappola per spingere i visitatori ad entrare nel castello, disorientò i gargoyle. Questi volarono in picchiata ma il loro peso gravò sulla velocità, virarono immediatamente come un’imbarcazione durante una regata ma le loro ali non furono abbastanza potenti da portarli dai due genin. Kusa e Taki avevano invaso il castello, e le due guardie si bloccarono alla vista del portone che si chiudeva con qualche scricchiolio in più. Si guardarono negli occhi tra loro e tornarono sui pilastri da cui s’erano staccati, tornando allo stato di veglia. La porta si chiuse alle spalle dei ragazzetti, con un meccanismo stranamente all’avanguardia, complesso come i meccanismi di un orologio. Non era per niente mal ridotto come all’esterno, pareva che al suo interno ci vivesse qualcuno. Magari un vecchio in solitaria con il suo cane, una famiglia povera in carne o una ricca ma fatta di ossa. Nel mondo esistono tante sfumature di una stessa cosa e tanti variabili, alcune normali altre incredibilmente affascinanti, altre orribili o paurose: ognuna di esse poteva esser presente nel castello, bisognava soltanto indagare fino infondo.

    Ohh, salve!
    costume-per-halloween-da-sposa-cadavere

    Tra quelle mura altissime, finestre sporche e rotte, e quadri dal valore notevole una voce sottile si fece spazio tra le ragnatele. I due poterono vedere, dall’alto di una scalinata, una figura femminlie particolarmente bizzarra, incantevole e.. blu. Si, proprio così, era una donna blu. Non blu perché magari incavolata per gli intrusi, ma blu di carnagione. Scese quasi senza toccare gli scalini, danzando su se stessa e strisciando le mani scheletriche sul corrimano in cemento, apparendo e scomparendo di volta in volta. Un tavolo, delle candele, dei biscotti e una teiera apparirono alla loro destra. In quell’angolo non si trovava nulla fino a quel momento, ma il modo fulmineo in cui quell’agglomerato di cose apparve fu quasi comico.

    Siete i benvenuti, accomodatevi. Siete venuti per Candelabracadabra? Beh, mio marito non è qui. Se volete sarà di ritorno fra qualche ora. Sapete, tutte le persone che vengono qui scappano dopo avermi vista, e anche i bambini lo fanno. Hanno paura di me, e sono sempre sola in casa. Mio marito è sempre in giro per il mondo, mi sento infelice e annoiata. Suono il piano sapete?

    A quella frase, una coperta nera scivolò per terra scoprendo un piano un po’ vecchiotto ma funzionante. Altre cose, come posate e sedie si disposero ad ogni suo comando, e questo rese tutto ancora più divertente e strano. Quella donna non pareva essere per nulla ostile, ma il suo aspetto e i suoi “poteri” potevano tradire. “L’abito non fa il monaco” e viceversa: erano cose da prendere in considerazione.

    Il saggio ha mandato voi questa volta, vero? Mi pare normale. Molti umani muoiono in questi luoghi, quindi capisco bene il punto di vista di Shaddar. Ma è uno zuccone ostinato.. volete del latte?

    Potevano fidarsi? No? A loro la decisione. Candelabracadabra sarebbe tornato, sua “moglie” poteva essere pericolosa o buona. Quale sarebbe stata la loro scelta?


     
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    La corsa è abbastanza veloce e stancante, tanto che una leggerissima goccia di sudore scivola lungo la fronte e la gota sinistra del giovane, marchiandola appena e gocciolando sulla sua maglia. Non appena il pericolo sembra essere passato e l'uscio sorpassato ecco che si ferma un attimo e respira con forza, riprendendo immediatamente fiato.
    Una volta dentro, senza curarsi del pericolo imminente dei gargoyles, il giovane si concede un secondo per osservare il suo compagno di viaggio abbastanza stranito, tanto che si gratta anche il capo e lo piega un pochetto, vagamente confuso. Per ora non nota null'altro, preso com'è da quell'osservazione.

    "Mai una volta che lo hai azzeccato..."


    Uh... eh? Perchè, non si chiama Candela Carrasau?

    No, ma fa sul serio? Praticamente questo tizio fantomatico nella sua testa ha cambiato nome all'incirca dieci volte, e lui nemmeno se ne accorge, o semplicemente non lo fa apposta, è proprio scemo di natura. Comunque sia, solamente dopo aver risposto al suo nuovo amico nota il gran polverone venuto a crearsi all'esterno e le ombre dei due mostri di pietra che lentamente risalgono verso l'alto. Sbuffa leggermente.
    La porta di fronte a lui, che si è girato per osservare il suo compagno, si chiude lentamente e precisamente, mostrando il suo intricato e complicato meccanismo che lascia il giovane leggermente interdetto per la sua complessità ed elaborazione. Si concede qualche istante di svago prima che il tonfo delle due ante lo riporti alla realtà, costringendolo a rivolgersi verso il suo compagno di missione.

    E ora che fac...

    Ohh, salve!

    Istintivamente il giovane porcospino si volge verso la fonte di quella voce, osservando la figura apparsa davanti a loro con un misto di curiosità e perplessità. Prima comunque osserva un attimo la struttura del castello seguendo la forma delle scale, in cima alle quali si trova una donna dalle strane fattezze e dagli strani abiti, e giusto per rendere il tutto ancora più inquietante, i suoi movimenti non paiono essere nemmeno tanto umani.
    Una strana e magrissima ragazza dalla carnagione blu ed i vestiti stracci e bianchissimi, ma con un'eleganza di movimenti fuori dal comune, dall'umano. Comincia a scendere rapidamente lungo quelle scale comparendo ad intermittenza, anche se degli strani rumori distraggono il giovane dalla temporanea discesa di quell'essere etereo. Volta lo sguardo verso il lato dal quale provengono i rumori, rimanendoci ancora più stupito.

    Siete i benvenuti, accomodatevi. Siete venuti per Candelabracadabra? Beh, mio marito non è qui. Se volete sarà di ritorno fra qualche ora. Sapete, tutte le persone che vengono qui scappano dopo avermi vista, e anche i bambini lo fanno. Hanno paura di me, e sono sempre sola in casa. Mio marito è sempre in giro per il mondo, mi sento infelice e annoiata. Suono il piano sapete?


    Mentre l'altra parla lui guarda quel set da thé e quel tavolo imbandito comparire dal nulla, mentre quella presenza scivola verso un piano malmesso e ci si appoggia dolcemente. Le sedie e le posate cominciano a svolazzare verso il tavolo, disponendosi in ordine e sistemandosi con perfezione, come se l'altra li stesse già aspettando la prima. Il ninja avvicina qualche passo verso il tavolo, osservandolo da più vicino per assicurarsi che sia vero.
    Poi si volta nuovamente verso la donna con un sorrisetto e lo sguardo curioso, muovendo ora qualche passo verso di lei ed il suo piano con una sicurezza che in una situazione del genere probabilmente pochi avrebbero. Eppure a lui certe situazioni piacciono, le cose particolari lo intrigano e attirano al tempo stesso, soprattutto se c'è quel velo di inquietantezza ed oscurità nell'aria come in quel castello.

    Ma è un così bel posto questo, come mai la gente si spaventa? Mi dispiace davvero che tu sia da sola qui, ma oggi ci siamo noi a farti compagnia! Anche se avremmo un'altra cosa da fare... in realtà, e per questa cosa ci servirebbe tuo marito CandelaSquarata.


    Ecco, ha comunque sbagliato di nuovo il nome. Si volta verso il suo compagno e gli fa un occhiolino, sperando che anche lui riesca a stare calmo e godersi la situazione, anche perchè non sembra esserci nulla di ostile, almeno per adesso. Quella donna gli pare così simpatica e disponibile che sembra impossibile che possa essere ostile.

    Il saggio ha mandato voi questa volta, vero? Mi pare normale. Molti umani muoiono in questi luoghi, quindi capisco bene il punto di vista di Shaddar. Ma è uno zuccone ostinato.. volete del latte?

    Muoiono? Aspetta... perchè muoiono? E soprattutto... come mai il saggio manda sempre gente? Lui ci ha detto che tuo marito va in giro a creare casini e spaventare la gente, cosa che sta davvero destabilizzando il villaggio. Non è che tu potresti aiutarci? E' una situazione un po' complicata, spero tu capisca...
    Coooomunque, se non ci metti del veleno... Hai qualcosa con un po' d'alcool? La preferisco a quest'ora! Sai il latte da' un po' di fastidi allo stomaco.


    Dice mentre disegna movimenti circolari sulla sua pancia per far capire all'altra quanto poco digerisca il latte. E va beh, a ognuno il suo.
     
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    Muoiono? Aspetta... perchè muoiono? E soprattutto... come mai il saggio manda sempre gente? Lui ci ha detto che tuo marito va in giro a creare casini e spaventare la gente, cosa che sta davvero destabilizzando il villaggio. Non è che tu potresti aiutarci? E' una situazione un po' complicata, spero tu capisca...
    Coooomunque, se non ci metti del veleno... Hai qualcosa con un po' d'alcool? La preferisco a quest'ora! Sai il latte da' un po' di fastidi allo stomaco.

    Alcool? Ahahha no, non ho quella robaccia. Non mi chiamano “donna cadavere” per gioco, ma ovviamente ho bisogno di tenere alta la mia salute e l’alcool non fa bene alle mie ossa.

    Inclinò la teiera con il “polso” ingiallito, le sue ossa scricchiolavano in un modo assurdamente divertente. Non si capiva minimamente come facesse a non frantumarsi, magari però era proprio merito del latte.
    Tre cucchiaini si sollevarono, navigando nell’aria come vascelli prima di catapultarsi nella zuccheriera. Due cucchiaiate di zucchero per ognuno dei presenti e un movimento orario per scioglierne i granelli uno dopo l’altro.

    Non so perché il saggio mandi così tanta gente, ma a quanto pare non conosce l’effettiva verità. Qui siamo in un territorio di bracconieri e selvaggi sciacalli, mio marito dovrebbe essere solo l’ultimo dei problemi di Shaddar. Ma forse è la diversità delle razze che crea problemi al vecchio saggio, forse non sopporta chi non ha problemi di schiena come lui ahahah

    Rise abbondantemente e insieme il trio restò in quella situazione per un altro po’, fin quando dei rumori e dei bagliori fiochi non iniziarono a diventare sempre più forti e vicini. Le voci di un numeroso gruppo di uomini e donne distrussero la calma del castello, destando l’attenzione della donna cadavere. Volò delicata da un lato all’altro del salone, lasciandosi alle spalle i lunghi tendaggi che da soli s’apprestarono a chiudersi.
    Più che un cadavere pareva essere un fantasma, sia per il fatto di saper fluttuare nell’aria, per quel fenomeno simile al Poltegeist, sia per la sua capacità di passare da una parete all’altra senza il minimo sforzo. All’esterno, l’orda di popolani del piccolo villaggio brandiva armi rudimentali e fiaccole aggressive come belve. La loro frustrazione era palpabile, l’odio per quella costruzione e per colui che ci abitava erano diventati insostenibili.

    CANDELABRACADABRA, VOGLIAMO CANDELABRACADABRA!



    Quelle poche parole, ripetute in continuazione da quella miriade di persone, diventarono troppe per essere tollerate.

    Marie, siamo stanchi di dover subire le rappresaglie di tuo marito! Il nostro raccolto è andato perso in una sola ora, bruciato da quel losco individuo! Tutto Marie, ma non questo, moriremo di fame se tuo marito continuerà a bruciare il nostro raccolto!

    Mio marito non brucerebbe mai i vostri campi, non ne avrebbe la motivazione! Vi state sbagliando, non è stata colpa sua!

    Sta zitta, tu lo stai solo coprendo! Dicci dov’è!

    La donna tacque, ovviamente non poteva sapere dove fosse suo marito ma mentire sarebbe stato forse peggio.
    Nei suoi attimi di silenzio uno dei popolani si scagliò verso una vetrata, sfondandola con una pietra e uno dopo l’altro cercarono di arrampicarsi. A difesa del castello Marie decise di far risvegliare le due precedenti costruzioni di pietra, ma Shaddar e i suoi parevano poco turbati. Il vecchio, proprio a seguito di quell’atto, allungò il bastone verso le due statue e con parole sconosciute, lanciò quello che a tutti gli effetti era un ninjutsu paralizzante.
    Altre due finestre furono rotte da un lato remoto della stanza e una delle tende prese fuoco, intaccando poi il tappeto: in poco tempo le fiamme presero vigore e la situazione iniziò a farsi difficile.

    Vi prego ragazzi, dovete aiutarmi. Mio marito è davvero innocente, non potrebbe far mai del male alle persone neanche indirettamente! Lui è solo triste per la scomparsa del suo padrone, non è cattivo.

    Marie non poteva sostenere tutto da sola, ma neanche i due genin avrebbero potuto aiutarla senza uscirne illesi.
    Gli uomini nel salone erano diventati ben quattro, ma fuori parevano ancora troppi. Restava un dubbio: perché Shaddar aveva deciso di guidare il popolo del villaggio ad una rivolta, quando poche ore prima aveva lasciato tutto nelle mani dei due genin? Cosa l’aveva spinto a reagire senza un minimo di tempo?
    Intanto di Candelabracadabra neanche l’ombra..


    Bene, da tre a uno :si2:
    Ci sono 4 uomini che puoi stuprare, pensa tu come batterli. Ovviamente se deciderai di sconfiggere i tizi, il castello continuerà a bruciare e al terzo morirete tutti (inteso anche il pg di Cactus, che nel mentre non farà nullla e si farà anche male :tada!:)
     
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25 replies since 4/4/2015, 08:43   530 views
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