Vento sui Colli

Per Sp.Jonin, Jonin o Anbu - Max 3/4 Partecipanti

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    Una situazione a dir poco disastrosa per il nostri due beniamini, ed a quanto pare necessariamente divertente per il fuorilegge, che se ne stava lì, seduto a gambe incrociate, bello intento a studiare e sorridere di tutta quella situazione, come se effettivamente ci fosse qualcosa di divertente in tre uomini che si scannano a vicenda ed uno che è praticamente in catalessi più totale. Ahimè, ognuno aveva la sua comicità.
    Ma partiamo dal povero Sarakube, lì, inerme e con la bava alla bocca alla vista di tutti: all'interno della sua testa, però, stava succedendo un putiferio. A quanto pare riuscì nell'esecuzione delle sue tecniche investendo completamente la creatura e sigillandola in quella barriera, ma c'era qualcosa di strano in tutto quello, una strana sensazione si faceva spazio nel ragazzo: quella ERA la sua ragazza, era lei, quella vera, ne doveva essere più che sicuro.
    Tutto parve come riavvolgersi immediatamente, ed il ragazzo fu proiettato nuovamente nella situazione iniziale: la sua ragazza lì, sul divano, che lo guardava con un mesto sorrisetto e gli sussurrava dolci parole. E poi di nuovo il suo volto prese a deformarsi, allungarsi, così come tutto il resto del corpo: la pura manifestazione della paura si parò nuovamente davanti a Sarakube, ma aveva il volto del suo amore, in una contraddizione così grande da fare impazzire chiunque.
    Ora riusciva a capire le parole che quel mostro rantolava in maniera confusa: erano parole d'amore e sofferenza, erano una richiesta di riscatto, di salvataggio. Poi le mani infuocate partirono nuovamente a cercare di brandire quel corpo. Qualcuno lì dentro voleva essere salvato, ed il giovane avrebbe dovuto dimostrare quanto forte fosse, quanto il suo animo valesse e quanto potesse spingersi oltre. Sì, ma come ninja o come uomo innamorato?


    All'esterno della mente del ragazzo di Konoha, invece, la situazione si faceva molto più complicata di quanto si possa pensare, ahimé. Nonostante l'impegno profuso da Kuroda, quelle due lance impregnate di aura elettrica lo colpirono con potenza, dilaniarono il Cenit con un rumore metallico e graffiante, con una violenza così inaudita che era impossibile che provenisse da due semplici individui così gracili e scontatamente troppo sotto il suo livello.
    In realtà quei due colpirono uno il braccio destro della marionetta, che si staccò di netto e venne frantumato in corrispondenza della spalla, mentre il secondo soldato colpì il basso ventre della marionetta, forando in maniera non indifferente quel corpo, ma fortunatamente non dividendolo in due e permettendogli di stare ancora in piedi. Ma non fu questo quello che Kuroda vide, anzi, fu qualcosa di molto peggio.
    Nonostante quelli sopracitati fossero gli accadimenti reali, tutto agli "occhi" della marionetta umana fu totalmente diverso: lui si vide trapassare da parte a parte il suo cuore, l'unica parte vitale, si vide esplodere, si vide ogni singolo frammento di vida scorrergli davanti e venire distrutto in un incendio senza fine e senza paura. Perchè sì, i suoi ricordi potevano bruciare, a quanto pare, non erano fatti di Cenit.
    E fu proprio in quel momento che si vide sprofondare in un limbo colorato di un nero offuscato, come pieno di una strana nebbia luminescente e confusa. Ma non era solo, poteva constatarlo: aveva quattro occhi, due punti di vista. Aveva una faccia di carne ed una di cenit, aveva un cuore vero ed uno sintetico. Aveva un cervello e non ce l'aveva più. Sì, c'erano due Kuroda in quel limbo: un Kuroda in carne ed ossa ed una marionetta con le sembianze di Nihilius che si guardavano a vicenda. Lui sapeva di essere umano e marionetta, lui vedeva entrambi: lui aveva qualcosa da risolvere. Erano seduti su due sedie scure, mentre poco più in là, alla loro destra, una leggera figura femminile si profilava all'orizzonte.

    Ciao Kuroda, c'è qualcosa che non va? Con me puoi parlarne, lo sai.

    Kunni, era lei. E quei due Kuroda erano lui, in tutto e per tutto. C'era qualcosa di inconcluso in quella storia, e le immagini di quel fantomatico giorno in cui fu costretto a diventare ciò che era adesso sembravano essere proiettate davanti a lui come se fossero sullo schermo di un cinema. Qualcuno aveva dei conti da regolare con se stesso, a quanto pare.


    Per un secondo, entrambi, avrebbero percepito come delle scosse nella visuale e nell'acustica del loro stesso "mondo interiore". Prima di tutto avrebbero potuto riconoscere la risata divertita di quell'uomo matto con cui viaggiavano, e per un istante poterono vedere i due soldati cadere in terra, e Sarakube avrebbe potuto vedere Kuroda lì, fermo, così come quest'ultimo avrebbe potuto vedere l'altro in piedi, vagamente cosciente. Per mezzo istante avrebbero anche potuto ricevere l'immagine di quell'uomo divertito, che a notare il loro parziale risveglio mugugnò qualcosa, ritornando immediatamente serio e facendo ritornare la situazione come qualla di qualche istante prima: ognuno dei due era nuovamente intrappolato nel proprio limbo personale.

    Allora! Prima di tutto: Shape, pensa fuori dagli schemi, perchè altrimenti questa missione rischi di non passarla. Pensa alla forza del tuo pg, sì, ma capisci bene quale forza devi utilizzare in questa situazione.
    Lord, tu penso abbia capito benissimo cosa devi fare, che poi è comunque la stessa cosa di Shape, anche se poco poco più complessa. Ah, tu non hai le code attivate.
    Vi ho fornito uno spunto futuro se riuscirete ad uscire dal vostro "limbo", a tempo debito voglio vedere come lo utilizzerete. Ovviamente la "visione della realtà" è una cosa che dura un paio di secondi al massimo prima che ritorniate nei "limbi". A voi, drogati di LSD :si2:

    PS. La Marionetta Nihilius subisce 800 Danni, perde il braccio ed ha la zona addominale bassa perforata da parte a parte e quasi tutta distrutta.
    Sarakube subisce 200 Danni a causa del loop psicologico.


    Edited by Kashi - 6/7/2015, 13:55
     
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  2. Shapechanger
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    La situazione non stava migliorando. Il sigillo teneva, ma mentre lo tenevo attivo e cercavo di capire il funzionamento della tecnica del nemico e il modo per contrastarla, improvvisamente l’incubo in cui ero precipitato si resettò, come se nulla fosse successo. Mi ritrovai di nuovo davanti a Raikimi che mi parlava dolcemente, e questa volta ebbi la nettissima sensazione che fosse lei. Era completamente irrazionale ovviamente, ma sentivo il mio corpo farsi più leggero come succedeva solo quando stavo con lei.

    Poi l’incubo si ripetè da capo, con la differenza che questa volta lo stomaco mi si contrasse, perché il mostro che aveva preso il posto di Raikimi adesso parlava anche con la sua voce, e io capivo quello che diceva. Parole di disperazione e di dolore, parole che supplicavano il mio aiuto. Rimasi immobile, paralizzato dalla lotta che stava avvenendo tra il mio cervello e il mio cuore. Uno mi diceva che tutto quello non poteva essere reale, ma l’altro sentiva il suono della voce di Raikimi e sentiva che tutto stava accadendo davvero. Non mi mossi nemmeno quando gli artigli del mostro presero fuoco e avanzò, pronto ad attaccarmi. Ero bloccato dalla confusione tra quello che sentivo e quello che sapevo.

    Improvvisamente, il mondo si distorse e si piegò come un programma televisivo durante delle interferenze. Un attimo prima il mostro era lì e stava cercando di staccarmi la testa dal collo, un secondo dopo ero vicino alla carrozza e vedevo Kuroda bloccato in mezzo alla strada. Riuscii a scorgere il prigioniero rabbuiarsi e concentrarsi, e di colpo mi ritrovai con il mostro Raikimi che mi stava attaccando.

    I miei riflessi da combattimento reagirono per me. Più lentamente del solito, perché ero in uno stato confusionale, ma dalle maniche uscirono grossi serpenti bianchi che saettarono verso il mostro Raikimi cercando di immobilizzarlo. Mi scossi dal mio stato di shock per rendermi conto che involontariamente avevo attivato la tecnica dell’Incantesimo dell’Autorità del Serpente, una variante del Groviglio della Serpe che non aveva intenti offensivi. Come se inconsciamente avessi deciso che non volevo ferire quell’essere.

    Approfittando del secondo di pausa che mi era stato concesso, cercai di elaborare quello che avevo appena visto. A quanto pareva, ero finito in una sorta di tecnica a loop. Non avevo mai sentito parlare di una cosa del genere, ma ne intuii il funzionamento. Sembrava un qualche tipo di genjutsu, ma non provai nemmeno a uscirne con i metodi tradizionali, perché se fosse stato così semplice di sicuro qualcuno ci sarebbe arrivato prima di me. Era una mossa subdola, sicuramente.

    La tecnica mi stava facendo vivere un’esperienza traumatica sfruttando quello che aveva trovato nella mia testa, forse nel mio subconscio, in questo caso Raikimi. La scena si sarebbe ripetuta all’infinito finchè non avessi trovato un modo per uscirne, e probabilmente il modo era insito nella tecnica stessa. Come in un gioco try and repeat, dovevo ripetere la scena finchè non avessi compiuto una particolare azione, sequenza di azioni, qualcosa che fermasse il loop. O almeno, sperai che fosse quello il modo per uscire da lì, perché altrimenti non mi veniva in mente un modo per sfuggire a quell’esperienza. E tremavo al pensiero di rimanere bloccato per sempre all’interno di quell’incubo. Ma tutte le tecniche avevano un modo per essere contrastate, quindi c’era sicuramente un punto debole nell’attacco del prigioniero. Dovevo solo trovare quale fosse.

    Guardai il mostro e di nuovo mi si strinse lo stomaco. Quella non era la vera Raikimi, però poteva essere considerata la sua manifestazione all’interno della mia mente, il suo avatar, orrendamente distorto dalla tecnica nemica. Una fredda rabbia mi invase il cervello a quel pensiero, al pensiero che quel bastardo stesse manipolano la mia Raikimi per i suoi oscuri propositi, schiarendomi le idee, ma il fuoco gelido venne subito soffocato dalla preoccupazione. Se il mostro era lei, in qualche modo, non potevo ferirla. Non potevo sapere se questo avrebbe avuto conseguenze terribili una volta uscito, se “uccidere” quella rappresentazione di lei nella mia mente avrebbe in qualche modo intaccato i miei sentimenti. Era una possibilità che non mi sentivo di esplorare. Inoltre, prima non aveva funzionato. Forse ucciderla era la soluzione per uscire, ma io non volevo farlo. Sarebbe stato come uccidere una parte di me, reale o meno che fosse. Non sarei riuscito a vivere con la consapevolezza che avevo ucciso Raikimi, anche solo nella mia testa.

    Perciò ignorai gli artigli infuocati, il volto deforme, ignorai tutto questo, e mi avvicinai tendendo le mani, cariche di chakra medico.

    Tranquilla, sistemerò tutto. Fammi vedere cosa c’è che non va.

    Era una cosa stupida da fare, me ne rendevo conto. Difficilmente il chakra medico avrebbe avuto qualche effetto su un mostro nella mia testa. E quel pensiero, pensato quasi distrattamente, mi accese una lampadina nel cervello. Io non stavo realmente manipolando chakra medico, come non stavo realmente affrontando Raikimi trasformata in un mostro. Era tutto nel mio cervello. E allora perché le mie arti mediche non poteva distruggere la deformazione e farla tornare normale? Perché dovevo farmi bloccare nei limiti della realtà? Era la mia mente, e anche se quel bastardo la stava manipolando, era ancora mia. Non ero limitato a quello che potevo fare nella vita vera. Qui le mie arti mediche potevano avere poteri che nella realtà non avevano.

    Perciò afferrai ai lati la testa del mostro, per evitare che cercasse di mangiarmi le dita, e vi infusi il mio chakra medico, cercando di curarla e di capire cosa la stesse trasformando. Quello era solo il primo passo. Se non fossi riuscito a fare curarla, sarei passato alla fase successiva. Un passo molto più drastico, ma per lei potevo farlo.

    Resistenza: 780 - 200 = 580
    Stamina: 851

    Azioni: Incantesimo del'Autorità del Serpente per bloccare il mostro senza ferirlo
    Palmo Mistico x2 per curare Raikimi dalla trasformazione

    Nota: so che probabilmente è un po' abbastanza meh, ma come ho detto non ho internet per la maggior parte del tempo quindi mi sono dovuto sbrigare a scriverlo. Spero di fare meglio con il prossimo :si2:
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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    *CRUSH*



    La lancia passò, semplicemente. Non una sola lancia, ma ben due, tuttavia non potevo neanche constatare il danno fatto, non potevo neanche pensare, non potevo muovervi, era finita. La lancia mi trapassò il cuore da parte a parte, il cenit fu spezzato così facilmente da una singola punta di ferro. L'ultimo secondo, un singolo bagliore della ferocia con cui venivo trucidato, le facce dei due guardiani si spezzarono, e caddero come corpo morto cade, come me stesso.
    Quanto tempo era passato? Anni. Non avevo più goduto del riposo datomi dal sonno, e non ne godetti nemmeno in quel momento, tutto al più mi scivolò tra gli occhi un fiume, flusso di memorie che passarono ad una velocità inimmaginabile, e sparirono in un battito d'occhio. La mia mente fu bruciata come una diapositiva, ogni singolo ricordo della mia vita era stato impresso come marchiato col fuoco, era quello il modo in cui doveva finire tutto? Quel singolo battito di ciglia che non sarebbe neanche stato imitato dal mio Abitacolo? Quell'attimo sfuggevole come la sabbia tra le mani era già andato, e dovevo seguirlo.
    L'oblio mi stava coccolando fra le sue braccia, un nero nitido mi circondava eliminando ogni frontiera. L'infinita oscurità non presentava alcun limite, e potevo ben dire che non fossi in un ambiente chiuso grazie ad una leggera nebbiolina che rifletteva una luce inesistente, una lattiginosa emanazione corpuscolare. La mia vista si perse nel vuoto per una manciata di secondi, è veramente difficile guardarsi intorno quando non riesci nemmeno a definire una direzione. L'aldilà non sembrava poi così male, non vi era neanche un minimo spiraglio di luce ed effettivamente sembrava poco movimentato, però il sabato sera... forse. Detti dei colpetti con le mani, sembrava potessi sentire ciò che avevo sotto il mio corpo, evidentemente avevo guadagnato il mio corpo perduto da anni, e dovevo ammettere che non sembrava poi così male, almeno dopo la morte potevo considerarmi "umano". Era da tempo immemore che non riuscivo ad apprezzare la morbidezza di una superficie, la sua ruvidezza, la sua "pelle", era come se fosse tutto un lontano ricordo, ma cosa ci facevo lì? Che fosse il mio purgatorio o stessi aspettando qualche giudice per spedirmi all'inferno? Finire nell'aldilà così presto andava contro i miei piani, però il continente ninja era abbastanza al sicuro, non vi erano molti Mukenin della stazza di Zero, e per un bel po' ci sarebbe stata la pace, inoltre Yuka poteva sostituirmi benissimo, tutto sommato potevo considerare, la mia, una piacevole morte.
    Volsi lo sguardo a sinistra, v'era un'altra persona su una sedia del tutto simile alla mia, davanti a me. Ve ne erano due, due persone, me e me? Rimasi a bocca aperta nell'osservare ciò che erano i miei corpi, entrambi spalancammo la bocca, alzai la mano ed entrambi alzammo la mano. Qualsiasi movimento facessi, sembrava essere condiviso da tutti e due, ma sentivo miei entrambi i corpi, come un'unica coscienza condivisa. Tra tutto ciò che poteva capitarmi nell'aldilà, immaginare un confronto diretto con il me stesso dei tempi andati era... scomodo, ecco. Tuttavia non poteva definirsi un vero e proprio "Confronto", entrambi i miei Kuroda si muovevano come se avessi un solo corpo, persino i suoni sembravano essere riprodotti, qual'era il punto di quell'incontro?


    Ciao Kuroda, c'è qualcosa che non va? Con me puoi parlarne, lo sai.

    Una voce che mi fece raggelare il sangue. Una figura apparve a lato, una donna prosperosa dalle generose forme ed i mossi capelli rossi che scendevano ai lati del viso. Si muoveva sinuosa, mettendo in risalto il suo corpo, e conoscevo bene quelle forme. Kunni.

    -Ovviamente.-

    Saltai dalla sedia sferrandole un pungo contro il petto, proprio come quell'esatto giorno. Non volevo vedere la faccia di Kunni tutt'al più sapere che potesse ancora esistere in qualche modo. Una volta sferrato l'attacco, mi sedetti nuovamente assieme alla mia "copia" vivente, preparandomi ad una spettacolare proiezione di me, Minato e Rebecca. Nell'immenso ed etereo nero, si poteva godere di un bellissimo filmato ritraente me e Minato nell'intento di salvarmi, era veramente accurato! Rebecca in background piantata al soffitto col mio sigillo, le mie viscere che continuavano a gettare sangue ed un Minato intento a suonare il flauto Kagurabue. Una scena che toccava un pathos altissimo, tremendamente straziante.

    -Questa è la mia parte preferita.-

    Dissi indicando il mio corpo che veniva totalmente liberato da qualsiasi essenza vitale, la fine di una magistrale composizione musicale che veniva accentuata dal fuoco del momento. Dovevo fare l'attore. Da quel momento in poi si ripeteva, lasciandomi nello sconforto rappresentato da quel tubo di cenit.

    -Non so quale sia lo scopo di questa pagliacciata, ma mi piacerebbe andarmene.-

    Dissi, ma le parole si persero nel vuoto più totale. Ticchettai le dita sui poggiabraccia destri delle poltrone. Sbuffai chiudendo gli occhi, non c'era proprio via di fuga.

    -Io...-

    Delle scosse mi offuscarono la vista, bolle di luce si fecero strada attraverso il buio squarciando quell'illusione. Dinanzi a me vi erano i corpi dei due soldati e Sarakube insieme al tizio che se la rideva di gusto, per un solo secondo che però bastò per rendere evidente una cosa abbastanza importante. Il mukenin si accorse quasi improvvisamente che ero tornato alla realtà e smise di ridere, divenendo serio come se fosse ad un funerale, e tornai seduto su quella poltrona, con una bambola ed un uomo, senza però sapere chi fossi dei due.

    -Ho capito, cerca di sopportarmi Kuroda, sarò lungo. Ho passato anni dietro le parole di Kunni, dietro la convinzione che dovessi abituarmi ad essere un... ceppo di cenit. Ho passato anni nel cercare di annullare la mia personalità arrivando addirittura a finire sepolto nel deserto ma... tutto lì, il Kuroda Marionetta è morto sotto qualche tonnellata di sabbia, io sono ancora me stesso, senza carne e senza ossa, lo so perfettamente, sono sicuro di ciò... ho le mie fissazioni, mi piace asportare gli organi e dissezionare gli altri ma... questa è solo una mia passione che riesco a tenere a bada, sto bene così, l'unica differenza è che... quel giorno è morto il mio corpo. Ma Kuroda.. io sono Kuroda, senza un cervello, senza un cuore, senza un pancreas, senza dei reni, ma con la mia anima. Non l'Arma di Suna, ma uno scudo che io stesso ho formato a paradigma di determinazione e potere, sono addirittura divenuto uno dei ninja più forti della sabbia, ho sconfitto Zero e tutto ciò lo devo anche all'aver brutalmente smembrato Nihilius. Non rimpiango nulla di quello che ho fatto e... forse...-

    Puntai il dito contro le immagini che ritraevano il momento cruciale.

    -È arrivato il momento di vuotare il sacco con qualcuno.-
     
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    Dall'esterno quella situazione era la cosa più statica del mondo, e l'unico ad avere la coscienza sveglia era proprio quello psicopatico silenzioso e con gli occhialetti da saccente. Passeggiava in giro con un sorrisetto beffardo, sghignazzando nel passare accanto ai corpi più o meno vivi di quelle persone come se si nutrisse del loro dolore e potesse percepire ogni singola fibra di quel tormento. Come se? Oppure poteva per davvero sentirlo?
    E nel silenzio più totale quello poggiò una mano sul petto di Kuroda e da essa partirono dei simboli neri che si diramarono per pochi centimetri, scomparendo dopo un leggero bagliore. La stessa cosa fu fatta sul corpo di Sarakube, anche se questa volta si limitò unicamente a toccarlo, come se non avesse nient'altro da fare e si stesse particolarmente annoiato. Cosa stesse facendo? L'avrebbero presto scoperto, in caso.
    Ma adesso passiamo a ciò che stava succedendo nella mente dei due giovani. Sarakube per primo.
    Riuscì a bloccare la proiezione della sua fidanzata come aveva pensato e cominciò ad applicare quel chakra medico sul corpo della ragazza con un fare estremamente delicato e sostanzialmente differente rispetto a come aveva agito prima. Mano a mano che il chakra di Sarakube veniva trasferito sul corpo della ragazza questa pareva ritornare normale, sempre più normale, fino a quando non ritornò ad essere la solita e semplice ragazza, che ora stava lì, inerme, fra le sue mani.
    Eppure non sembrava essere finito, non ancora. Raikimi prese ad illuminarsi come se fosse una sorta di lampadina e lentamente cominciò a creparsi come fosse fatta di creta, rompendosi lentamente e liberando una luce assai forte ed accecante. Il tutto culminò in un'esplosione bianchissima e che avrebbe provocato una fitta potentissima proprio all'altezza del cervelletto del giovane, che si sarebbe nuovamente ritrovato catapultato nel "mondo reale".
    Per quanto riguarda Kuroda, invece, il nostro giovane avrebbe sentito le lacrime correre lungo le sue guance morte, anche se non stava succedendo davvero, ma era una semplice conseguenza di quell'illusione generata dai poteri del tizio che si erano ritrovati contro. Mentre parlava, comunque, gli sembrò per un attimo di essere tornato in carne ed ossa, ed adesso poteva sentire dolore, un dolore lancinante al petto. Un dolore che si concluse con la stessa esplosione di luce accecante che lo catapultò nuovamente nella realtà.

    Hm...? Come diavolo è possibile? Quasi nessuno ci è riuscito in tutta la mia vita. Chi siete... voi?
    Hm... Non sono così stupido da sottovalutarvi. Vediamo che sapete fare.


    I due giovani erano svegli e vigili, seppur il giovane Sarakube avesse un'emicrania immensa e Kuroda sentiva una malinconia crescente attanagliargli l'anima. Ma adesso erano entrambi davanti a quello strano ed inquietante tizio, con i due soldati svenuti dietro di loro. Entrambi avrebbero potuto chiaramente percepire la sua potenza, era chiaro che fosse uno shinobi fuori dal normale.
    Comunque sia, la marionetta non avrebbe potuto richiamare il potere del proprio Cercoterio ed in caso avrebbe notato quel sigillo luminoso sul proprio petto. Che diamine di tecnica era? Non potevano saperlo, ma dovevano porre fine a quella storia il prima possibile, perchè sarebbe potuta costar loro cara la pelle. Vera o di Cenit.
    Shape riceve altri 200 Danni psicologici.
    Kuroda sentirà comunque dolore dopo il discioglimento dell'illusione, ma non può ricevere danni per ovvie ragioni.

    Shape, ti ho fatto ricevere comunque dei Danni perchè nel tuo post c'è un'incongruenza pesante di fondo, al turno prima hai cercato di ammazzare la bestia senza provare un'altra via, ed in questa c'è una frase che stona troppo, ovvero "Non avrei sopportato l'idea che avevo ucciso Raikimi, anche solo nella mia testa." E puoi notare anche tu che qualcosa stona. Comunque è solo una nota negativa, perchè per il resto il post e la cosa che ti sei inventato mi sono piaciute moltissimo rispetto agli altri eh! Davvero ^^
    Per Lord... va tutto bene, davvero, è stato un post carico di pathos!
    Per questo entrambi liberi! Liberi di parlarci/provare ad imprigionarlo/attaccarlo/ammazzarlo, boh boh!


    Edited by Kashi - 16/7/2015, 12:42
     
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  5. Shapechanger
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    Le cose andarono meglio di quanto avessi immaginato. Stretta tra i miei serpenti, il mostro che era Raikimi, o qualcosa del genere, si trovò con la faccia incantrata tra i palmi delle mie mani e ondate di chakra medico che lo invadevano. Il viso del mostro tremolò e tutto il suo corpo cominciò a contrarsi, diventando sempre più piccolo e gracile. Le mani tornarono alle loro dimensioni originali, le braccia le seguirono subito dopo. Divenne sempre più basso e il suo volto sempre più umano, finchè mi ritrovai tra le mani Raikimi, la mia belissima Raikimi. Mi abbassai verso di lei e poggiai la fronte sulla sua.

    Visto? Ce l’ho fatta.

    Ma non avevo ancora concluso. Raikimi iniziò a brillare dall’interno, sempre più intensamente, e la sua pelle a sgretolarsi lasciando fuoriuscire fasci di luce. Continuai ad alimentare il chakra medico, cercando di guarirla, ma non potevo farlo. Improvvisamente Raikimi andò in pezzi come una bambola di porcellana, diffondendo una luce intensissima, accecante. Contemporaneamente sentii una fitta terribile dietro la nuca e mi ritrovai esattamente dove dovevo essere, vicino a Kuroda e al prigioniero, con le due guardie che giacevano al suolo, forse svenute, forse morte. Non era in vena di controllare, con il prigioniero libero e un’emicrania tale che mi sembrava di avere un chiodo nel cervello. Mi afferrai la testa e la inondai di chakra medico, sentendomi immediatamente meglio, anche se ancora mi doleva.
    Il prigioniero sembrava assai sopreso di vederci in piedi e operativi.

    Hm...? Come diavolo è possibile? Quasi nessuno ci è riuscito in tutta la mia vita. Chi siete... voi?
    Hm... Non sono così stupido da sottovalutarvi. Vediamo che sapete fare.


    Già, nemmeno io ero così stupido dal sottovalutarlo. Ma il mal di testa mi stava fracassando il cranio, non ero in condizioni propriamente adatte a un combattimento all’ultimo sangue. Però Kuroda era in piedi, sembrava sveglio, anche se forse un po’ triste. Era caduto nella tecnica del nemico? Cosa avevo visto? Beh, non era il momento per chiederglielo. Cominciai il procedimento di rigenerazione cellulare che mi avrebbe permesso di far lentamente sparire il mal di testa e ricorsi alle riserve segrete di chakra che avevo sigillato sulla fronte per sostenere la rigenerazione nel lungo periodo.

    Ora dovevamo solo occuparci del prigioniero. Avevo un nodo di rabbia che mi bloccava lo stomaco, quindi mi sembrava adatto eliminarlo, anche se non si sarebbe rivelato facile. Era troppo pericoloso per essere rinchiuso. Era palese dalla facilità con la quale si era liberato dei vincoli.

    Ehi Kuroda, dici che questo conta come tentativo di fuga? Non sono molto in vena di risparmiarlo.

    Parlavo spavaldamente, però non riuscivo a concentrarmi come dovevo. Il mal di testa mi stava uccidendo. Avevo bisogno di aiuto. Kuroda poteva avere l’Otto Code, ma io non avevo niente. Per fortuna, potevo procurarmi l’aiuto che mi serviva.
    Corvi emersero dal mio corpo, svolazzandomi intorno per un attimo mentre si raggrumavano in una perfetta copia di me stesso. L a copia estrasse un flauto e iniziò a suonare. Lo imitai, prendendo la mia ocarina.

    Io ti supporto. Fallo a pezzi.

    E mentre la copia suonava, io suonavo a mia volta, solo che mentre la melodia della copia serviva principalmente a potenziare il sistema circolatorio mio e di Kuroda, io suonai una serie di genjutsu sonori che avrebbero probabilmente portato il nemico a non riuscire a reagire in tempo agli assalti del mio amico marionettista. Almeno, quello era il piano. Sperai che questo e l’aiuto della copia fossero sufficienti a Kuroda per sopraffare il nemico.

    Resistenza: 580 - 200 + 100 = 480
    Stamina: 851 - 50 - 60 + 100 - 35 - 268 - 18 - 18 = 502

    Azioni: Palmo Mistico
    Attivazione Prevenzione del Male in Anticipo
    Attivazione Sigllo Segreto: Rilascio (4 turni)
    Tecnica della Moltiplicazione dei Corvi
    Nona Sinfonia x2

    Clone di Corvi

    Resistenza: 160
    Stamina: 268 - 50 = 218

    Azioni
    Stimolazione Sonora dei Tanketsu

    Non sono particolarmente ispirato a questo giro
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
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    Poggiai la testa sulla mano, stretta a pugno chiuso, il gomito puntato sul bracciolo per sostenere il peso del capo. Le immagini continuavano a ripetersi ed ero stato catturato da quel filmato quasi mesmerico. Non riuscivo a distogliere lo sguardo, ma semplicemente perché non ci pensavo, ero stato attratto da quella sequela di immagini e stavo lentamente perdendo la concezione dello spazio e del tempo, chiuso in un angolino di mente ove riflettevo su quanti giorni erano passati, su quanta vita avevo preteso di sprecare.

    Plic.

    Sgranai gli occhi, mediante il tatto riacquisto, sentivo la pelle umida, qualcosa mi stava scivolando sul viso. Passai una mano sotto la guancia con la mia doppia visuale e potei notare qualcosa di sbalorditivo, delle lacrime. Lunghe righe mi solcavano il volto, andando a differenziare ulteriormente i due corpi. Mi passai un avambraccio sugli occhi, era da una vita che non piangevo e da ben più tempo che non sentivo quelle fitte allo stomaco, anche se il dolore maggiore veniva dal cuore, che si stesse spezzando? No, qualcosa di ben peggiore. Sentivo il corpo esplodere, come se un fuoco mi ardesse dall'interno e fu un singolo istante di effimera lucentezza. Lo specchio si ruppe, la mia vista vide l'aria infrangersi al cospetto di un centinaio di raggi luminosi, verghe che colpivano duramente tutto il mio campo visivo e spazzavano via il vuoto.

    Hm...? Come diavolo è possibile? Quasi nessuno ci è riuscito in tutta la mia vita. Chi siete... voi?
    Hm... Non sono così stupido da sottovalutarvi. Vediamo che sapete fare.


    Sarakube! Di fronte a me! Ero ancora... "vivo"? Sollevai il braccio destro, ma c'era qualcosa che non andava, tipo la mancanza di Caronte. A qualche metro da terra, in direzioni opposte, era possibile trovare il mio braccio sinistro ricoperto di polvere, doveva aver fatto qualcosa, anche perché la spalla sinistra mostrava delle fratture non poco gravi, ciò mi fece cadere l'occhio sul ventre che rivelava uno squarcio immenso, inoltre sul petto brillava una luce proveniente da alcuni simboli che non mi erano assolutamente familiari, probabilmente una tecnica del tizio che ne aveva approfittato mentre eravamo nel bel mezzo dell'illusione. Quel tizio mi aveva reso un rottame e già mi mancava il mio corpo in carne ed ossa, che amarezza.

    -Ehi Kuroda, dici che questo conta come tentativo di fuga? Non sono molto in vena di risparmiarlo.-

    *Smettila di startene imbambolato.*

    Scossi la testa, stavo quasi per dimenticarmi di tutto ciò che mi circondava. Ricollegai l'arto mancante con dei fili di chakra, adagiando semplicemente Caronte alla spalla per farlo incastrare solo superficialmente, una volta tornato a Suna l'avrei riparata, anche se non avrei potuto fare lo stesso con il mio Cuore. Scossi la testa una seconda volta, mi stavo perdendo tra i pensieri.

    -Scusami Sarakube, mi sono bloccato qualche attimo, penso proprio che questo valga come:"Richiesta di morte in triplice copia.".-

    Sentivo la potenza del tizio, la sua presenza era effettivamente opprimente, ma nulla che non avessi già avvertito e schiacciato prima. Liberai il chakra dal Cuore e tentai di formare le solite tre code ma purtroppo qualcosa andò storto. Nessuna fiammella di chakra mi avvolse il cuore, come se fosse sigillato, ma il fatto che potessi muovere Nihilius mi bastava per capire che c'era qualcos'altro dietro, forse il sigillo.

    *Sembra proprio che dovremo dirci addio, che peccato Kuroda.*

    *Ero quasi tentato di chiamarti per nome, ma ironizzi troppo. Ti ricordo che utilizzare te è solo una comodità, la mia potenza risiede in ben altro, ho vissuto abbastanza tempo senza di te. Guarda e impara.*

    Feci scivolare la mano sotto il rotolo sulla mia schiena, avere quattro braccia risultava scomodo in parecchie situazioni, specie quando dovevo estrarre quel gigantesco ammasso di carta. Posizionai la pergamena a terra e la feci rotolare sull'ombelico, creando una coltre di fumo parecchio spessa che però non lo era abbastanza da coprire i miei scintillanti pettorali di Cenit. Il fumo avrebbe rivelato Mateus con la sua corazza scarlatta sotto la mia mano, la stessa mano con cui stavo attuando la Tecnica dell'Alleggerimento per renderla ancora più velocemente. Feci dipartire alcuni fili di chakra dalle dita per andarli a collegare sulla marionetta, con le altre due mani andai ad attaccare dei fili sul corpo dell'uomo per trattenerlo in posizione. Sarakube dal canto suo, letteralmente, evocò una copia ed entrambi si misero a suonare alcune melodie, una di quelle due la conoscevo bene, o almeno, conoscevo la Tecnica, infatti stava utilizzando la Stimolazione Sonora dei Tanketsu.

    -Io ti supporto. Fallo a pezzi.-

    *Non bastavano i concerti metal, vero?*

    Addirittura l'accompagnamento musicale. Feci alzare la lancia a Mateus, puntandola dritta contro il prigioniero, se l'avessi colpito anche solo una volta, sarebbe morto sul colpo probabilmente. Mi slanciai in avanti gesticolando con le dita, Mateus avrebbe dovuto attaccare il Mukenin direttamente sul capo con quattro affondi, la lancia avrebbe saettato lungo la faccia dell'uomo, dei fasci blu meravigliosi, contenenti la potenza suprema della bora.
    Resistenza: 400/1200
    Stamina: 616-15-100-2-2=497/600
    Azioni:
    Tecnica del Richiamo: Mateus
    Tecnica dell'Alleggerimento: Mateus
    Tecnica del Marionettismo: Mateus
    Tecnica del Marionettismo: Tizio
    Attacco con Lancia Glaciale contro la testa del Tizio.


    Edited by LordScorpio - 19/7/2015, 23:39
     
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    A quanto pare i due giovani diedero adito a tutta la loro potenza per sconfiggere il loro avversario, forse fin troppa, dato che lo seccarono in nulla. La testa dell'altro si squarciò con un boato inquietante, esplodendo in centinaia di schegge congelate e gocce di sangue e cervella. Quella macabra esplosione durò qualche secondo, poi tutto prese a scuotersi e contorcersi come in una scadente televisione che fa le bizze.
    Il mondo intorno ai due giovani cominciò nuovamente a sbiadirsi e colare come se fosse stato fatto di ghiaccio esposto al sole. Piano piano i colori persero d'intensità, le forme si afflosciarono ed una densa luce prese il posto di tutto quanto, almeno fino a quando i giovani non poterono nuovamente sentire la terra sotto i piedi e... Kuroda il sellone della carrozza sotto il suo sedere di Cenit. Sarakube il terreno sotto i piedi, semplicemente.
    Tutto era proprio come l'avevano lasciato all'inizio dell'incontro con le guardie, anche se una di loro adesso si trovava guardinga sempre dinanzi ai ragazzi, mentre una si trovava all'esterno della gabbia, ma con una lancia conficcata nella clavicola del prigioniero sorridente, poco sopra il cuore. Lui ovviamente era ancora vivo, ma quella ferita era abbastanza grave, contando che un centimetro sbagliato e gli avrebbe distrutto il sistema cardiovascolare.

    Ragazzi, cosa diavolo vi è preso? Vi ho visti entrambi con la bava alla bocca - per dire, tu non avevi bava, cocchiere, ma eri fermo comunque - e lui che rideva come un pazzo e parlava da solo, mentre voi ogni tanto facevate qualche balletto strano. Ho pensato che fosse colpa sua e l'ho colpito e... Mi spiegate cosa succede? Era davvero colpa sua...?

    Il prigioniero tossì un po' di sangue, rimanendo lì fermo e con un sorrisone ebete davanti agli occhi, guardava ad intermittenza i due, mentre alzava leggermente le mani per assicurarsi che si fosse arreso, mentre la guardia gli rimetteva le manette senza che lui facesse, stranamente, opposizione. Il suo chakra era nuovamente bloccato, adesso, eppure il sorriso sul suo volto si trasformò in una smorfia di sofferenza.

    Sì.. Era colpa mia. Effettivamente non è successo nulla di quello che avete visto ma... io mi sono divertito. Ma a quanto pare nessuno si diverte con me e io non potrò mai avere amici... *sigh* Perchè nessuno si diverte mai con me?! Perchè?! Dovevano chiudermi anche nella cella di isolamento così che io non potessi avere amici! Portatemi nella prigione a Kusa.. Ormai non ho nulla da perdere.Tutti cattivi.. tutti cattivi... Io sarò sempre così... così...


    (OST:). . .SOLO FINO ALLA FINE


    E dopo questo sfogo prese a singhiozzare, sì, uno stratega di un'associazione malvagia poteva singhiozzare, e si voltò su un fianco, appoggiandosi in posizione fetale e respirando con forza. Beh, a quanto pare quella che avevano vissuto i due giovani era tutta una strana illusione creata dall'uomo, che - a dirla tutta - aveva uno strano concetto di divertimento, ma che non aveva in fin dei conti danneggiato in alcuna maniera i nostri giovani, se non lasciandogli uno sprazzo di malinconia ed un leggero mal di testa per il piccolo Sarakube.

    Hm... Allora eravate voi coloro che dovevano trasportare il prigioniero di Otogakure! Ci era arrivata una notizia, ma non pensavamo foste voi, ci eravamo immaginati l'arrivo di un qualcosa di blindato o robe simili! Ohn... Sinceramente vorrei ridere, ma a quanto pare questo tizio ha seri problemi... Portatelo a Kusa, e magari spiegate come si è fatto quella ferita. Solitamente non transigono sulle torture ai prigionieri, a meno che non ci sia un motivo. E... scusate l'inconveniente.

    E YamaDesu si allontanò dalla cella, richiudendola alle sue spalle e lasciando l'uomo dalla faccia allungata a piangere come un bambino. La scena era effettivamente tragicomica, con quell'uomo che aveva dimostrato di possedere un serio problema mentale incontrollato, e soprattutto non captato dai medici del Suono, forse per mancanza di tempo o forse perchè intrappolati nelle stesse illusioni. Eppure adesso sembrava tutto normale: a differenza delle scene vissute fino ad ora, tutto quanto pareva essere DAVVERO reale, il vento aveva ripreso a soffiare e nell'aria si era diffusa una puzza di sterco di cavallo, dato che uno dei due ne aveva mollata una grossa proprio lì davanti alla carrozza: incidenti di percorso, sì.
    Vi ho trollati <3
    E come da trollata finale... Nessuno di voi in realtà ha ricevuto danni fisici Le marionette di Lord sono intere e Sarakube ha solo i danni mentali, che Lord-Pezzo-Di-Legno non può avere :si2:
    Allora, descrivete tutto, parlate con YamaDesu(?) ed il tizio, se volete e descrivete a vostra discrezione il viaggio fino alle porte di Kusa, vicino alle quali si trova il penitenziario. Ovviamente che il secondo segua la linea direttiva delle descrizioni del primo, magari non stravolgendole :si2: Spiegate all'entrata del penitenziario cosa è successo e giustificate in maniera convincente la grave ferita del tizio che sta perdendo sangue <3

    PS. Shape, ormai la missione è finita, quasi, questo è il penultimo giro di post, ma ti faccio solamente un appunto: non puoi curare danni psicologici con il palmo mistico :si2:

     
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    Eravamo proni a combattere con le unghi e con i denti contro questo tizio che ci aveva imprigionati in quelle... illusioni? Allucinazioni? Beh, non aveva importanza. Avremmo combattuto e l'avremmo abbattuto, senza pietà.

    O almeno credevamo di doverlo combattere in quella maniera. Improvvisamente però la testa del tizio esplose in mille pezzi, lanciando in giro pezzi di cranio, gocce di sangue e di materia celebrale assortita in giro. L'esplosione non fu istantanea, ma dilazionata, come se fosse un'esplosione al rallentatore. Quando finì, mi accorsi subito che il mondo attorno a noi stava svanendo, o qualcosa del genere. I colori si fecero sbiatidi e le forme si afflosciarono, come se il mondo si stesse squagliando. Tutto divenne sempre più scolorito e smoroto finchè non rimase solo un'intensa luce, e subito dopo... il terreno.

    Ero in piedi vicino alla carozza e tutto sembrava normale. Una delle guardie era ancora dove era prima, l'altra aveva infilato la lancia nella scapola del prigioniero. Lui stava abbastanza bene, visto che sorrideva e sembrava vivo, ma ci misi un secondo a capire che quel colpo avrebe potuto facilmente tagliargli un'arteria, condannandolo a morire in pochi secondi. Mi avvicinai alla guardia pi vicina per dirle di levare quell'arma dal corpo del prigioniero, che dobbiamo consegnarlo vivo -visto che non stava più tentando di scappare non potevo ucciderlo, ma venni interrotto prima ancora di poter aprire bocca.

    Ragazzi, cosa diavolo vi è preso? Vi ho visti entrambi con la bava alla bocca - per dire, tu non avevi bava, cocchiere, ma eri fermo comunque - e lui che rideva come un pazzo e parlava da solo, mentre voi ogni tanto facevate qualche balletto strano. Ho pensato che fosse colpa sua e l'ho colpito e... Mi spiegate cosa succede? Era davvero colpa sua...?

    Il prigioniero tossì sangue, e non posso dire che mi dispiacesse troppo. Continuava ad avere in faccia un sorriso e continuava a guardare a intermittenza me e Kuroda, alzando le mani per mostrare che si arrendeva. La guardia tolse la lancia e lo ammanettò senza che lui facesse resistenza. La cosa era sospetta. Dopo tutto il casino che aveva fatto, si arrendeva così? Rimasi in allerta, pronto a reagire al minimo segnale di pericolo.

    Sì.. Era colpa mia. Effettivamente non è successo nulla di quello che avete visto ma... io mi sono divertito. Ma a quanto pare nessuno si diverte con me e io non potrò mai avere amici... *sigh* Perchè nessuno si diverte mai con me?! Perchè?! Dovevano chiudermi anche nella cella di isolamento così che io non potessi avere amici! Portatemi nella prigione a Kusa.. Ormai non ho nulla da perdere.Tutti cattivi.. tutti cattivi... Io sarò sempre così... così...

    E si mise a frignare. Il potente stratega, che era riuscito a far cadere sia ma che Kuroda in un qualche tipo di illusione nonostante il chakra bloccato, si mise a singhiozzare come un bambino, ranicchiandosi con le ginocchia sul petto. Non sapevo se essere sorpreso, indifferente o confuso d quel comportamento. Aveva fatto tutto quello per divertirsi? Aveva qualche serio problema mentale, quello era sicuro! In che modo potevi sperare di farti degli amici intrappolandoli in un mondo illusorio e facendogli avere visioni terrificanti?

    Hai bisogno di qualcuno che ti spieghi come farti degli amici. Di certo facendo così non ne troverai molti.

    La guardia pareva più o meno nella mia stessa situazione confusionaria.

    Hm... Allora eravate voi coloro che dovevano trasportare il prigioniero di Otogakure! Ci era arrivata una notizia, ma non pensavamo foste voi, ci eravamo immaginati l'arrivo di un qualcosa di blindato o robe simili! Ohn... Sinceramente vorrei ridere, ma a quanto pare questo tizio ha seri problemi... Portatelo a Kusa, e magari spiegate come si è fatto quella ferita. Solitamente non transigono sulle torture ai prigionieri, a meno che non ci sia un motivo. E... scusate l'inconveniente.

    Nessun problema. Neanche io so se ridere o no. Grazie per averlo colpito, comunque.

    E la guardia si allontanò dalla gabbia, chiudendola e lasciando il prigioniero a piangere. Pareva tutto normale, anche se anche mentre ero intrappolato nell'illusione tutto pareva normale, almeno finchè non era apparsa Raikimi. Però adesso mi accorgevo di dettagli che prima non c'erano. Il vento aveva ricominciato a soffiare, uno dei cavalli aveva lasciato un bel ricordino in mezzo alla strada e l'odore non era proprio gradevole. SEMBRAVA tutto vero. Rimasi per un paio di secondi immobile, analizzando i dintorni per essere sicuro che fosse tutto a posto, poi alzai le spalle.

    Procediamo Kuroda. Voglio portare questo pazzo a Kusa il prima possibile.

    E quindi il viaggio riprese, con la calma e la noia che aveva contraddistinto la prima metà del viaggio. Le zone paludose di Oto vennero man mano soppiantate dalla lussureggiante pianura di Kusa. La carrozza continuò per ore nel suo tragitto, che divenne sempre più noioso visto che almeno il paesaggio di Oto cambiava mentre lo attraversavamo. Kusa invece era tutta uguale, un enorme mare d'erba e poco altro. Almeno finchè il Villaggio dell'Erba non apparve all'orizzonte. Dopo ore di noioso vaggio, arrivammo infine al cancello di Kusa. Lì vicino, infatti, si trovava il penitenziaro dove dovevamo portare il prigioniero. Non appena smontammo, un gruppo di guardie si avvicinò. Li aiutai a portare fuori dalla gabbia l'uomo che stava ancora piangendo e giustamente mi chiesero cosa accidenti fosse successo e perchè aveva una ferita da arma alla scapola.

    Diciamo solo che il prigioniero ha tentato di farci ammattire e che per fermarlo è stato necessario usare maniera forti. Non morirà, se è quello che temete, ma gli servono cure mediche. Non mi sono fidato ad avvicinarmi a lui dopo che ha tentato di fottermi il cervello.

    Lascio stare i danni, tanto ormai la missione è quasi conclusa.

    Chiedo scusa in anticipo per il tempo che ci ho messo a postare e se il post non è proprio il massimo, ma sono di pessimo umore, è stata una settimana difficile, ma non volevo rallentare ancora la missione.
     
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    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
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    Le dita colpirono velocemente, bottoni immaginari che sparivano nell'etere, etere fitto, pregno della tensione del combattimento che probabilmente sarebbe stato deciso dalla mia e solo dalla mia offensiva. Gli occhi erano puntati sul suo cranio, nonostante le mie dita imitassero come loro solito i movimenti di un pianista, i colpetti che avrei dato alla testa dell'uomo sarebbero stati dei leggeri affondi. Volevo assolutamente evitare lo spargimento di sangue di quello che io vedevo come un sacchetto di soldi ambulante, nonostante avessi subito alcune gravi ferite sul torace. La punta della lancia sfiorò il volto dell'uomo facendolo esplodere. Un risultato che non potevo aspettarmi minimamente, quel cranio si frantumò in minimi pezzi biancastri misti a sangue, un orrido spettacolo che mi faceva pentire di non aver semplicemente utilizzato una marionetta di cattura per rendere il tutto più facile. Solo non riuscivo a capacitarmi di come avessi potuto creare quel casino, non era la prima volta che provavo la Lancia di Mateus e soprattutto non capivo perché non fosse rimasto congelato un minimo. Oh bhé! Mi sarei comunque goduto la scena della sua lingua che emanava qualche ultimo spasmo di vita e della fontanella di sangue che sarebbe comparsa dalla sua gola. Una fine degna per una testa di cazzo.
    Il terreno ai nostri piedi cominciò a tremare, persi il controllo nonché la figura di Mateus, persi qualsiasi collegamento col mondo esterno in un attimo, era come se avessi lasciato Nihilius per entrare in un nuovo corpo. Fu il nulla per qualche secondo, una graduale sparizione di tutti i colori, sbiaditi come cera calda, e come materia calda il tutto esplose in luce.
    Le immagini riapparvero in un attimo, i miei occhi si posarono sulla figura di un ninja davanti ai due cavalli della carrozza, ma com'ero finito là? E com'erano tornati al loro posto? Girai lo sguardo verso Sarakube. Cosa stava succedendo?


    Ragazzi, cosa diavolo vi è preso? Vi ho visti entrambi con la bava alla bocca - per dire, tu non avevi bava, cocchiere, ma eri fermo comunque - e lui che rideva come un pazzo e parlava da solo, mentre voi ogni tanto facevate qualche balletto strano. Ho pensato che fosse colpa sua e l'ho colpito e... Mi spiegate cosa succede? Era davvero colpa sua...?

    Scesi dalla carrozza e girai attorno alla gabbia, al suo interno v'erano il prigioniero ed una delle guardie che ce l'avevano affidato. L'uomo aveva conficcato una lancia nel petto del mukenin, il sangue sgorgava rigoglioso dalla ferita, l'unica cosa che bloccava la sua fuoriuscita era la lama stessa dell'asta. Con le mani alzate, fece cenno di volersi arrendere, volgendo la sguardo verso me e Sarakube, la guardia ne prese i polsi per ammanettarlo nuovamente, cosa che avrebbe sigillato il suo chakra. In teoria. E finalmente vidi qualcosa che mi lasciò soddisfatto, quel sorriso becero che aveva stampato in volto sin dal momento in cui l'avevamo raccolto da quella cella nei più profondi meandri della prigione, si trasformò in qualcosa di ben diverso, un'espressione triste si dipinse sul suo volto.

    Sì.. Era colpa mia. Effettivamente non è successo nulla di quello che avete visto ma... io mi sono divertito. Ma a quanto pare nessuno si diverte con me e io non potrò mai avere amici... *sigh* Perchè nessuno si diverte mai con me?! Perchè?! Dovevano chiudermi anche nella cella di isolamento così che io non potessi avere amici! Portatemi nella prigione a Kusa.. Ormai non ho nulla da perdere.Tutti cattivi.. tutti cattivi... Io sarò sempre così... così...

    Smisi di esistere. Evitai qualsiasi pensiero, cercai di reprimere tutto, la vendetta sarebbe arrivata in un secondo momento, ma c'era tempo. Dovevo andare in pilota automatico.
    Camminai verso il postiglione evitando di ascoltare qualsiasi cosa accadesse attorno a me, guidai fino alla prigione di Kusa lasciando che la mia faccia rimanesse pietrificata. Repressi qualsiasi cosa, nella mia mente apparvero solo delle fatine che svolazzavano attorno un alberello fatto di Cenit.


    Diciamo solo che il prigioniero ha tentato di farci ammattire e che per fermarlo è stato necessario usare maniera forti. Non morirà, se è quello che temete, ma gli servono cure mediche. Non mi sono fidato ad avvicinarmi a lui dopo che ha tentato di fottermi il cervello.

    Mi "risvegliai" davanti le porte della prigione di Kusa con uno stoico sorriso stampato in volto. Accennai un saluto alle guardie, piegando il capo. Sollevai la testa per respirare a pieni polmoni la pura aria del Paese dell'Erba, chissà che non ne avessero un po' per farmi dimenticare quello che era successo. No, non dovevo dimenticare, dovevo ucciderlo, squartarlo, farlo soffrire, distruggere tutto. Tempo al tempo.

    Non ti darò alcuna soddisfazione.
     
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    I ragazzi arrivarono sani e salvi alle porte della fortezza di Kusa, il prigioniero non diede loro fastidio in nessun altro modo, seppur ogni tanto si lamentava piagnucolando come un bambino e mormorando qualcosa di incomprensibile perchè mascherato da mugolii e lacrime. Se ne stava lì fermo nella sua gabbia a compiangere quello che aveva fatto e sporcarsi di lacrime e muco. Da stratega a bambino nel giro di un'ora.
    Le guardie della prigione, comunque, non appena i due arrivarono lì subito si avvicinarono alla gabbia, tirando fuori il ferito ed applicandogli degli anelli per la soppressione del chakra anche alle gambe ed alle caviglie, svolgendo il tutto in estremo silenzio mentre si concedevano l'ascolto della spiegazione dei fatti da parte di Sarakube. Il prigioniero nemmeno si barcamenava: stava lì, fermo, piagnucolava e basta. Guardava a terra.

    Diciamo solo che il prigioniero ha tentato di farci ammattire e che per fermarlo è stato necessario usare maniera forti. Non morirà, se è quello che temete, ma gli servono cure mediche. Non mi sono fidato ad avvicinarmi a lui dopo che ha tentato di fottermi il cervello.

    Ho compreso. Mi avevano avvisato dal carcere di Oto che fosse un prigioniero alquanto "particolare", e voi non mi sembrate di certo gli ultimi arrivati.
    Mi scuso comunque da parte dei due penitenziari in caso vi sia stato arrecato qualche danno, e se avete bisogno di un'infermeria utilizzate pure quella disponibile qui, dicendo che vi manda Gen. E adesso perdonatemi se poco mi trattengo, ma abbiamo da buttar giù due colpi di chiave nella stanza di questo tizio.
    Ah, aspettate qui, mando il direttore immediatamente.


    Le sue parole furono pronunciate con tutto il garbo e la gentilezza del mondo, e nel frattempo il suo compagno venne ad aiutarlo per trasportare il prigioniero all'interno della prigione, lasciando i due con quei cavalli e quella carrozza, reduci da un'esperienza tutt'altro che positiva ma... che in fondo sarebbe potuta essere utile per la loro psiche o... semplicemente per farli impazzire ancora un po'.
    Dopo nemmeno cinque minuti ecco che un uomo che pareva più un operaio che un direttore si presentò ai loro occhi, osservandoli quasi con pietà. Un uomo di media altezza, con dei capelli bianchi e tutti gelatinati all'indietro. Aveva una salopette arancione ed una camicia da boscaiolo sotto, sigaro in bocca rigorosamente acceso. Insomma, non si poteva dire nemmeno che avesse gusto, in realtà.

    Salve.
    Ecco a voi la vostra ricompensa, se ci sono stati intoppi non posso farci nulla, ma siete vivi ed è quello che conta.
    Ciao, e spero di non dover dire: ci si vede.


    E lanciò loro due sacchetti, sperando ovviamente che li prendessero, sparendo anche lui all'interno del penitenziario e lasciando i due liberi di agire come meglio credevano.

    bene, missione finita!
    Lord piglia 68+48 Exp :si2:
    Shape piglia 65+47 Exp :si2:
    Ovviamente pigliate anche Ryo e Taglia per una missione A.
    Sostanzialmente siete stati tutti e due molto bravi, però la differenza di Exp è dovuta al fatto che tu, Shape, hai bisogno di un po' più di spinte per tirare fuori un certo lato del tuo personaggio, che in certi momenti non può venire violentemente eclissato dal combattimento. Sei stato bravo eh, non sto nascondendo questo, solo mi raccomando a curare ogni sfacettatura di Sarakube, che alla fine è un bel Pg!
    Io mi prendo 32+47 Exp :si2:

    Fate i post finali in cui tornare a casa, e solamente dopo potrete aggiungervi l'exp, addio :cipo:
     
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  11. Shapechanger
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    Le guardie accettarono senza grossi problemi la mia spiegazione. Bloccarono nncora di più il prigioniero, anche se non sembrava particolarmente propenso a reagire, e cominciarono a trascinarlo via.

    Ho compreso. Mi avevano avvisato dal carcere di Oto che fosse un prigioniero alquanto "particolare", e voi non mi sembrate di certo gli ultimi arrivati.
    Mi scuso comunque da parte dei due penitenziari in caso vi sia stato arrecato qualche danno, e se avete bisogno di un'infermeria utilizzate pure quella disponibile qui, dicendo che vi manda Gen.


    Non servirà, stiamo entrambi abbastanza bene. Me la sono cavata solo con un po' di mal di testa.

    E adesso perdonatemi se poco mi trattengo, ma abbiamo da buttar giù due colpi di chiave nella stanza di questo tizio.
    Ah, aspettate qui, mando il direttore immediatamente.


    Grazie.

    Estremamente gentili, queste guardie carcerarie. Alla fine ero riuscito a cavarmela con un po' di preoccupazioni infondante, un mal di testa e qualche immagine poco rassicurante nel cervello, ma niente che non avessi mai affrontato in precedenza. Di sicuro, considerato quello che era successo l'ultima volta che avevo incrociato un membro dei GiroVoid Sabre, mi era andata bene.

    Cinque minuti dopo un uomo vestito con una salopette arancione e una camicia da boscaiolo emerse da penitenziario. Era il direttore? Pareva un muratore. Si avvicinò a noi, ci lanciò uno sguardo pieno di pietà da sopra il suo sigaro ovviamente accesso e ci porse un paio di buste.

    Salve.
    Ecco a voi la vostra ricompensa, se ci sono stati intoppi non posso farci nulla, ma siete vivi ed è quello che conta.
    Ciao, e spero di non dover dire: ci si vede.


    Altrettanto.

    Risposi, mentre l'uomo tornava nel penitenziario. Intascai i soldi e mi rivolsi a Kuroda.

    Bene, direi che qui ci separiamo, a meno che tu non voglia accompagnarmi fino a Konoha. Non è stata proprio un'occasione felice ma sono contento di averti visto. Stammi bene.

    E con questo saluto mi diressi al villaggio, dove speravo di potermi fare una dormita e far sparire quel fastidioso mal di testa.
     
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    Io odio i post finali.

    Alcune guardie si avvicinarono alla gabbia, passandomi ai lati. Gli uomini si dispiegarono per aprire la cella e tirare fuori l'uomo con veemenza. Una volta entrati nella "tana della tigre", gli ammanettarono mani e caviglie con quelle che sembravano ma potevo sicuramente sbagliarmi, degli strumenti atti a sopprimere il chakra. Mi trattenni. Pensare che avevamo passato tutto quel tempo contro quel tizio bastava a farmi star zitto e farmi dimenticare che il mondo attorno a me esistesse.

    Ho compreso. Mi avevano avvisato dal carcere di Oto che fosse un prigioniero alquanto "particolare", e voi non mi sembrate di certo gli ultimi arrivati.
    Mi scuso comunque da parte dei due penitenziari in caso vi sia stato arrecato qualche danno, e se avete bisogno di un'infermeria utilizzate pure quella disponibile qui, dicendo che vi manda Gen.


    Non servirà, stiamo entrambi abbastanza bene. Me la sono cavata solo con un po' di mal di testa.

    Sarakube poteva parlare solo per se stesso. Io avevo perso almeno qualche miliardo di neuroni durante il viaggio a forza di pensare ad una scusa plausibile per quell'accaduto. Non potevo credere che quella fosse la sua reale intenzione, sicuramente stava semplicemente cercando di appigliarsi a qualche cavillo legale sulla sanità mentale. Doveva essere così! Era sicuramente così. Ma allora perché il suo piagnucolare mi dava così tanto fastidio nonostante tutto?!

    E adesso perdonatemi se poco mi trattengo, ma abbiamo da buttar giù due colpi di chiave nella stanza di questo tizio.
    Ah, aspettate qui, mando il direttore immediatamente.


    Grazie.

    -Al cazzo.-

    Aggiunsi approfittando della guardia che si allontanava dentro le mura del carcere immenso di Kusa. Quella fortezza che assomiglia di più ad una città che ad una singola struttura.

    -Mi devo ritrovare a fare la balia ad un bimbo come un coglione perché non si possono maltrattare i carcerati ma... da quando?! Ricordo le urla provenire dal quartiere dei ninja dell'Intelligence, ricordo gli smembramenti e le ossa rotte sotto il peso delle ruote di ferro dell... Si fottano. Ecco. Si fottano tutti.-

    Detti un calcio al legno ai miei piedi incrociando le braccia. Furente aspettavo solo il poter vedere il direttore del carcere. Un nano dal terribile gusto estetico e senza nemmeno complimentarsi un minimo per i nostri servigi. Anzi, ci trattò come dei cani, lanciandoci dei sacchettini sonanti ai nostri piedi.

    Salve.
    Ecco a voi la vostra ricompensa, se ci sono stati intoppi non posso farci nulla, ma siete vivi ed è quello che conta.
    Ciao, e spero di non dover dire: ci si vede.


    Piegai la testa sbattendole il palmo della mano contro e tirandomela verso il basso. Sicuramente non sarei riuscito nemmeno a smuovere di un millimetro la pesante struttura in carbonio che rivestiva la pelle di Nihilius, ma niente di razionale poteva placarmi in quel momento.

    Altrettanto.

    Non concepivo come Sarakube potesse essere così pacato e tranquillo, come non esplodesse ed uccidesse tutte le guardie in un folle gesto spinto dalla cruda realtà. L'avrei supportato probabilmente.

    Bene, direi che qui ci separiamo, a meno che tu non voglia accompagnarmi fino a Konoha. Non è stata proprio un'occasione felice ma sono contento di averti visto. Stammi bene.

    -Anche io sono contento di averti visto, buon viaggio Sarakube.-

    Mi girai voltando le spalle a Sarakube, volevo tornare al Villaggio il prima possibile e quel viaggio avrebbe, forse, placato i miei bollori.
     
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