Vento sui Colli

Per Sp.Jonin, Jonin o Anbu - Max 3/4 Partecipanti

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    Uno dei consiglieri guardò il neo-kage Rogue con sguardo preoccupato, mentre l'eccentrico capo del villaggio se ne stava lì a grattarsi il mento e pensare sul da farsi. Prese rapidamente un paio di fogli e cominciò a scrivere, mentre lanciò un rapido sguardo verso l'assistente che sostituiva uno degli altri membri della Tetrarchia. Cominciò a parlare rapidamente, tanto che il giovane dai capelli biondi fu costretto a concentrarsi sulle sue labbra per cogliere ogni singola parola.

    Allora. Ne ha già fatti suicidare due, di carcerieri, e noi qui ad Oto non abbiamo un carcere che brilli per la sua sicurezza, potrebbe fuggire da un momento all'altro. Diffondi un messaggio scritto, questo, in tutti i villaggi, ci servono un bel paio di ninja cazzuti che lo trasportino fino al carcere di massima sicurezza a Kusa, intesi? Dà un limite di due giorni e ponici sopra, quando lo invierai, il simbolo di massima urgenza. Tieni.

    E consegnò al ragazzo la lettera completa, ripiegandola un paio di volte e facendoci colare un po' di ceralacca. Infine impresse il sigillo. Il biondino schizzò nella sala di invio dei messaggi, ricopiando rapidamente su più fogli lo stesso contenuto della lettera e poi infilando il messaggio nei contenitori delle zampette di parecchi falchi, che si sarebbero diretti verso tutti i paesi ninja circostanti. Era una questione di massima sicurezza, in quei tempi.

    CITAZIONE
    Gentili Kage,
    qui ad Otogakure no Sato abbiamo bisogno di un piccolo manipolo di Shinobi davvero esperti per trasportare un diabolico criminale nel carcere di massima sicurezza di Kusa. E' estremamente pericoloso, e purtroppo al momento ci mancano le forse militari. Potrebbe fuggire da un momento all'altro, e diciamo che non è proprio il massimo in questo periodo della storia del mondo ninja. E' un ex-stratega catturato per un caso fortuito mentre lavorava per sabotare i villaggi. Maggiori dettagli vi saranno dati una volta arrivati qui.
    Attendo risposte,

    Yondaime Takage, Rogue


    Ruolate che ricevete in qualche modo il messaggio e che arrivate ad Oto, vedete voi cosa fare :si2:
     
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    A volte, il modo migliore per passare il tempo era affrontare una missione difficile e piena di imprevisti. Ultimamente, le missioni che affrontavo erano sempre quello. Vai al punto A, sconfiggi il tizio B, prendi il denaro. Basta. Cominciavo ad annoiarmi.
    Per fortuna il destino aveva deciso di aiutarmi, mandando un segno. Un segno che si materializzò nella forma di un messaggio da parte del Takage, inviato a tutti i villaggi e a cui io fui chiamato a rispondere. A quanto pareva non c'era nessuno di più qualificato al momento. Beh, meglio per me.

    CITAZIONE
    Gentili Kage,
    qui ad Otogakure no Sato abbiamo bisogno di un piccolo manipolo di Shinobi davvero esperti per trasportare un diabolico criminale nel carcere di massima sicurezza di Kusa. E' estremamente pericoloso, e purtroppo al momento ci mancano le forse militari. Potrebbe fuggire da un momento all'altro, e diciamo che non è proprio il massimo in questo periodo della storia del mondo ninja. E' un ex-stratega catturato per un caso fortuito mentre lavorava per sabotare i villaggi. Maggiori dettagli vi saranno dati una volta arrivati qui.
    Attendo risposte,

    Yondaime Takage, Rogue


    Rogue è il Takage?

    Era passato parecchio da quando avevo parlato l'ultima volta con Rogue. Da quando gli avevo insegnato tutto quello che sapevo sull'arte dei Fuuinjutsu, in quella radura nella foresta. Quanto era passato? Un anno? Due? Non ricordavo con precisione. Era stato prima della battaglia di Ame e della sconfitta dei Bijuu. Mi sarebbe piaciuto scoprire che Rogue era riuscito a sconfiggere uno dei Bijuu grazie alle tecniche che gli avevo insegnato, ma non ero riuscito a raccogliere le informazioni adeguate. Però avevo sentito dire che il nuovo Takage era la Forza Portante del Cinque Code, quindi quantomeno aveva messo a frutto i miei insegnamenti. E pensare che all'epoca ero ancora un Chunin.

    Comunque, questa missione pareva diversa dalle altre. Quantomeno, abbastanza da scatenare la mia curiosità. Una missione di scorta. Avevo il vago presentimento che si sarebbe trasformata in qualche modo in un combattimento letale - succedeva in tutte le missioni alle quali predevo parte-, ma almeno l'inizio era promettente. Decisi che valeva la pena andare. In più era una missione di livello A, che avrebbe rimpinguato le mie finanze. I soldi mi servivano. Era un'altra buona ragione.

    Quindi mi misi in viaggio. Attraversai Konoha e la sua foresta, arrivai ai confini con Oto e lo attraversai senza problemi. Ero uno Sp.Jonin di Konoha e al momento tra Oto e Konoha c'era la pace. Perchè non avrebbero dovuto farmi passare?

    Arrivai velocissimamente a Oto e per prima cosa mi diressi al palazzo del Takage, per presentarmi e avere maggiori informazioni sulla missione. Mostrando il biglietto mandato da Rogue ai vari Kage, cercai di farmi condurre nell'ufficio. Prima di tutto, le presentazioni. Che, nel caso mi avessero portato da Rogue, erano superflue.

    Mi chiamo Sarakube Kazamura, sono qui per la missione di scorta.

    Non ero particolarmente entusiasta, ma solo i genin si facevano entusiasmare dalle missioni... almeno finchè non diventavano qualcosa di abituale e monotono.

    Mi servirebbero più informazioni sul prigioniero. Per avere un quadro più preciso. Nel messaggio è accennato che è un ex-stratega...

    Questa parte non mi era molto chiara. Era un ex-generale di Ame? O un qualche genere di genio tattico Mukenin? Non aveva ben chiara quali fossero le risorse e gli obiettivi del prigioniero. Comunque doveva essere abbastanza abile, se pensavano che potesse fuggire dalle prigioni di Oto. Un avversario preoccupante, soprattutto perchè uno stratega, anche se prigioniero, poteva essere meno isolato e impotente di quello che sembrava.
    Per fortuna il mio compito era solo scortarlo. Se tutto filava liscio, non avrei avuto particolari problemi
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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    Erano passati parecchi anni, eoni interi, dall'ultima volta che avevo visto Rogue. Le notizie che mi erano giunte dopo il titanico scontro coi Bijuu, non lasciavano alcun dubbio, la tetrarchia instauratasi ad Oto, vedeva come uno dei suoi esponenti di spicco, Rogue stesso. Una bella scalata, nulla da dire, e volevo discutere con Rogue di affari che privavano del sonno. Era una delle prime volte che venivo ad Oto, anche se questa frase è leggermente fraintendibile, avevo fatto qualche capatina ma a diversi anni di distanza, questo perché Oto non offriva nulla che potesse interessarmi se non qualche arma fabbricata in loco, ma niente di così eclatante. Camminavo districandomi tra i campi di riso, il lato sconosciuto del Paese delle... Risaie... stranamente era la prima volta che ne vedevo così tante in successione, forse era anche ora di viaggiare un po' di più attraverso il mondo ninja. La mia camminata stava durando da troppe ore, non mi era ben chiara la mia posizione e non volevo chiedere indicazioni a qualcuno, avevo un... "ottimo" senso dell'orientamento. Sospiravo da quasi mezz'ora, stanco di non trovare anima viva se non qualche contadino indaffarato col campo, la situazione stava cominciando col divenire particolarmente stressante e noiosa.
    Potei tirare l'ennesimo sospiro, ma stavolta di sollievo, nel momento in cui avvistai alcune guglie bluastre al di là della vegetazione, incamminandomi verso quelle abitazioni, constatai di aver girato in cerchio per tutto il tempo. Mi ritrovai in pochi minuti, al centro di una piazzola sulla quale si affacciavano parecchie casupole, una di queste attirò particolarmente la mia attenzione poiché di dimensioni maggiori rispetto alle altre, e si sa che spesso è quello che contraddistingue il palazzo dei Kage dalle abitazioni normali, smanie di grandezza dicevano alcuni, forse per compensare qualcosa dicevano altri, nella mia modesta opinione serviva solo a rappresentare il potere che deteneva l'uomo, o in questo caso la tetrarchia, all'interno di un villaggio. Girai circospetto dinanzi all'entrata, qualche ninja girava per le sale della struttura, come a solito, anche avessi sbagliato ad entrare, avrei potuto chiedere indicazioni in barba al mio orgoglio.


    Mi chiamo Sarakube Kazamura, sono qui per la missione di scorta.

    Il mio finissimo udito aveva captato quelle parole da qualche parte là dentro, girai lo sguardo inoltrandomi nelle buie camere dell'edificio e catturai con lo sguardo quello che a prima vista mi sembrava un Sarakube piuttosto invecchiato. Sarakube Kazamura. Non me lo sarei mai scordato. Fu mio compagno di missione il giorno in cui conquistai la marionetta che abitavo, fu partecipe della morte di Nihilius insieme a me e Minato. Altri tempi. La sua figura era cambiata ma potevo riconoscere il timbro vocale e i suoi tratti facciali con facilità estrema.
    Fui preso dalla curiosità vedendolo tra quelle sale, parlava di una certa missione e mi stuzzicò non poco.


    -Sarakube! Da quanto tempo! Che ci fai qua?-

    ...

    -Hm?-

    Una missione. Una missione interessante, ma volevo anche parlare con Rogue, era da tanto che non mi cimentavo in qualcosa del genere visto che le mie ultime missioni erano state leggermente... mortali. Tuttavia non potei far a meno di rimanere quasi focalizzato sulla ricompensa, i ryo mi facevano sempre comodo.

    -E dimmi... ti interesserebbe una mano?-
    Do per scontato che tu mi parli della missione, se non lo fai... mi presenterò nello studio di Rogue vestito da mariachi :si2:
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    Edited by LordScorpio - 7/4/2015, 18:35
     
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    I due, ovviamente, furono immediatamente condotti nell'ufficio del nuovo Kage, anche se dovettero aspettare una decina di minuti prima di poter entrare, e dall'esterno potevano ben sentire delle urla lanciate con una voce così poderosa e mascolina che non ci si sarebbe mai aspettato appartenesse all'eccentrico ed assai rosso di capelli Rogue.

    CHE CAZZO MI SIGNIFICA CHE QUELLO CHE L'HA CHIUSO IN GABBIA DUE GIORNI FA E' STATO RINCHIUSO NEL MANICOMIO?! QUANDO HO PARLATO DI MUSERUOLA INTENDEVO PROPRIO QUELLO: NON ERA UNA CAZZO DI FOTTUTA METAFORA DELLA MINCHIA!

    Colorito il linguaggio del nuovo Kage, questo senza dubbio, tanto che quello che pareva essere un messaggero, o consigliere, venne fuori con la faccia di color peperone maturo, lanciando ai due shinobi uno sguardo di pietà, come per dirgli che lì dentro ci fosse una belva forse più pericolosa di quella che avrebbero dovuto trasportare fino a Kusa. Comunque sia, i due avevano avuto modo di parlare fra di loro, oltre ad udire le urla di Rogue.

    Venite avanti, chi abbiamo qui? OH.

    Ed una volta che i due giovani furono dentro la stanza lo Yondaime Takage si alzò, chiudendo personalmente la porta e scrutandoli entrambi. La sua attenzione si concentrò soprattutto su Kuroda - e non per la questione del Bondage, sia chiaro - ma perchè Rogue, o meglio il Gobi - poteva chiaramente sentire la presenza dell'Ottocode all'interno di quell'involucro di Cenit, proprio come l'altro avrebbe potuto percepire il Cinque Code.

    Oh, i miei due stronzoni preferiti. Vi illustrerò la cosa rapidamente, e non perchè mi stiate sul cazzo, semplicemente perchè voglio che quel dannato psicopatico bastardo esca dal mio villaggio adesso. Allora, babbioncini, questo stronzo è uno dei più geniali criminali e strateghi della parte oscura del mondo, ai vertici di un'associazione chiamata GiroVoid Saber, e sì, Sarakube, sò benissimo che tu ne sai qualcosa, perchè uno dei miei messaggeri si trovava nell'azienda di carote il giorno dell'accaduto.
    Dovete sapere che quel figlio di puttana ha una parlantina che potrebbe confondere anche un dannato dottore ed è così fottutamente psicopatico che è riuscito a far suicidare DUE carcerieri, il terzo, manco a dirlo, è in manicomio. Le regole ci vietano di mettergli una cazzo di museruola come fosse un cane, ma non dovete dargli ascolto. A quanto pare può scrutare nella mente della gente come fosse un fottuto tasso della minchia che fruga nell'immondizia: se voi riuscite a formulare un pensiero, se voi riuscite a ricordare il vostro passato, beh, state sicuri che può pure lui. Fosse per me lo trasporterei io stesso a Kusa, ma in quanto Kage ed - ahimé - Forza Portante, non posso allontanarmi dal villaggio, quindi non posso che augurarvi buona fortuna mentre io devo cercarmi qualcuno con cui scopare fino allo sfinimento prima da mangiarmi il tavolo con i miei stessi denti. Ed ora, con permesso.


    E come se fosse la cosa più normale del mondo uscì dall'ufficio, venendo rimpiazzato immediatamente da uno dei segretari che, silente, si prese la briga di accompagnare i due alle porte della prigione, lasciandoli li fuori come due salami, e dandogli come unica indicazione quella di arrivare al secondo piano sotterraneo e poi proseguire dritto, fino all'ultima stanza in cui lo psicopatico si trovava legato da catene e congegni annulla flusso e forzato in dei lacci per farlo stare fermo, come fosse una mummia con la sola testa scoperta. Lì fuori li avrebbe attesi la sua gabbia con una sorta di carro e due mastodontici destrieri per trasportarlo.
    La prigione era scura ed alquanto umida, con le mura per la maggior parte crepate e le celle disposte una accanto all'altra e chiuse da delle fallaci sbarre scure di metallo. Per lo più lì c'erano ladruncoli da strapazzo od assassini cretini, senza vere e proprie abilità. C'era poca luce ed anche qualche topolino, e così fino al secondo piano, dove le stanze erano chiuse da porte blindate, e solamente una, quella in fondo al corridoio, era aperta, e nella quale si intravvedeva la figura scura del loro sedicente prigioniero.

    Allora, non descrivete lui, se volete però aggiungete dettagli sulla prigione, parlate fra di voi o quello che volete, poi potete cominciare anche a portarlo fuori, enjoy, presenterò il personaggio al prossimo turno :si2:
     
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    Stavo giusto per entrare nel palazzo del Takage quando una voce familiare spuntò dal nulla, distraendomi.

    -Sarakube! Da quanto tempo! Che ci fai qua?-

    Kuroda?

    Si, era sicuramente la voce di Kuroda. Me lo ricordavo, il marionettista che era venuto con me e Minato nell'isola di Kumo, ad affrontare quel guardiano impazzito. Il suo aiuto era stato fondamentale, quella volta, nonostante la perdita di un compagno.

    Kuroda, è un sacco che non ti vedevo. Come...

    Mi bloccai perchè l'uomo che avevo davanti non mi pareva Kuroda. Pareva che avesse fatto qualcosa alla faccia, sembrava una persona completamente diversa, nonostante la voce fosse sempre quella. Ma mi ripresi subito.

    ...Stai? Ti vedo in forma... hai cambiato look?

    Per qualche motivo mi sembrava di riconoscere la faccia di Kuroda, avevo solo la stranissima sensazione che non fosse quella giusta. Ad ogni modo, cercai di continuare la conversazione nel modo più naturale possibile.

    Sono qui per una missione. Pare che ci sia un prigioniero che fa impazzire i carcerieri... vogliono portarlo da un'altra parte e serve una scorta.

    -Hm? E dimmi... ti interesserebbe una mano?-

    Una mano fa sempre comodo. Non so bene che razza di persona possa essere questo prigioniero, quindi stare in due è sicuramente meglio che stare da soli.

    In fondo, che male poteva esserci se mi accompagnava? Non credevo veramente che quel prigioniero potesse essere pericoloso di per se, però poteva essere un problema se si veniva attaccati durante il trasporto. La forza dei numeri faceva sempre comodo.

    Dopo che Kuroda si è unito alla missione, finalmente ci portano dal Takage. Che è occupato a urlare mentre noi aspettiamo fuori dalla porta. Sembra proprio Rogue, anche se non mi sembrava di averlo mai sentito così incazzato da che lo conoscevo. Il che, considerando che lo conoscevo poco, non è sorprendente.

    CHE CAZZO MI SIGNIFICA CHE QUELLO CHE L'HA CHIUSO IN GABBIA DUE GIORNI FA E' STATO RINCHIUSO NEL MANICOMIO?! QUANDO HO PARLATO DI MUSERUOLA INTENDEVO PROPRIO QUELLO: NON ERA UNA CAZZO DI FOTTUTA METAFORA DELLA MINCHIA!

    Sembra che sia veramente arrabbiato. Possibile che sia così difficile far star zitto quel tizio?

    Poco dopo, un tizio che non avrei saputo identificare uscì dalla stanza, completamente rosso in viso, lanciandoci un'occhiata piena di pietà, come se non ci augurasse di entrare nella stanza. Lui di sicuro pareva non avere la minima intenzione di ritornarci. Alla fine, comunque, ci fecere entrare.

    Venite avanti, chi abbiamo qui? OH.

    Rogue non pareva cambiato molto da quando lo avevo incontrato. Era ancora alto, rosso e stravagante. Si alzò in piedi e chiuse la porta, poi ci fissò. Fissò soprattutto Kuroda, come se stesse cercando di vedere qualcosa oltre il suo corpo. Di certo ero felice che non guardasse me in quella maniera.

    Oh, i miei due stronzoni preferiti.

    Anche io sono contento di vederti, Rogue.

    Vi illustrerò la cosa rapidamente, e non perchè mi stiate sul cazzo, semplicemente perchè voglio che quel dannato psicopatico bastardo esca dal mio villaggio adesso. Allora, babbioncini, questo stronzo è uno dei più geniali criminali e strateghi della parte oscura del mondo, ai vertici di un'associazione chiamata GiroVoid Saber, e sì, Sarakube, sò benissimo che tu ne sai qualcosa, perchè uno dei miei messaggeri si trovava nell'azienda di carote il giorno dell'accaduto.

    I GiroVoid Saber? La cosa prometteva male. L'ultima volta mi era servito tutto il mio potere e l'aiuto di un tizio armato di spada per battere due di quei tizi. Ma forse con Kuroda avevo qualche possibilità in più.

    Dovete sapere che quel figlio di puttana ha una parlantina che potrebbe confondere anche un dannato dottore ed è così fottutamente psicopatico che è riuscito a far suicidare DUE carcerieri, il terzo, manco a dirlo, è in manicomio. Le regole ci vietano di mettergli una cazzo di museruola come fosse un cane, ma non dovete dargli ascolto. A quanto pare può scrutare nella mente della gente come fosse un fottuto tasso della minchia che fruga nell'immondizia: se voi riuscite a formulare un pensiero, se voi riuscite a ricordare il vostro passato, beh, state sicuri che può pure lui. Fosse per me lo trasporterei io stesso a Kusa, ma in quanto Kage ed - ahimé - Forza Portante, non posso allontanarmi dal villaggio, quindi non posso che augurarvi buona fortuna mentre io devo cercarmi qualcuno con cui scopare fino allo sfinimento prima da mangiarmi il tavolo con i miei stessi denti. Ed ora, con permesso.

    E come se fosse una cosa normalissima, Rogue uscì dalla stanza senza aggiungere altro, lasciandoci lì senza indicazioni.

    Ma che cazzo è appena successo? Era vero o me lo sono immaginato?

    Kuroda poteva essere sbigottito quanto me, ma era difficile dirlo con precisione, la sua faccia pareva avere limiti espressivi. Per fortuna arrivò subito un segretario che ci accompagnò fuori dalla porta e ci indicò la strada per trovare il prigioniero. Secondo livello delle prigioni, sempre dritto, in fondo al corridoio.

    Andiamo e finiamola in fretta. Questa missione sta già superando il mio livello di stranezza quotidiano. E più andrà avanti e più o la sensazione che sarà strana.

    Comincio a dirigermi verso le segrete. So già che saranno più o meno identiche a quelle di Konoha. Spazi stretti, umidità, forse ratti. Niente di strano. Quello che continua a sembrarmi strano è il modo in cui quel tizio riusciva a far suicidare i secondini solo parlandogli. Pareva qualcosa di assolutamente impossibile. Ma difficilmente poteva essere all'opera un Genjutsu. Non avrebbero mai permesso a qualcuno di così pericoloso di avere il controllo sul proprio chakra.

    Secondo te è davvero possibile far impazzire qualcuno solo parlandogli? Certo, pare che questo tizio possa leggere il pensiero, però...

    Mi sembrava strano che bastasse così poco a far impazzire una persona. Volevo un aiuto da parte di Kuroda, ma forse nemmeno lui sapeva aiutarmi.

    Scendemmo sempre di più nei sotterranei del palazzo, che erano esattamente come mi immaginavo che fossero. Non mi guardai nemmeno attorno e scesi al secondo livello, dove notai subito la porta in fondo al corridoio, aperta.

    Il tizio è così bloccato che si fidano a lasciare la porta aperta?

    Raggiunsi la porta e guardai il criminale così famigerato. non riuscivo a vederlo bene, perchè era molto buio, però potei scorgere sistemi per bloccare il flusso di chakra, legacci e simili impedimenti che lo bloccavano in modo pressocchè totale. Non poteva aver usato ne la forza ne qualsiasi arte ninja per spingere al suicidio i secondini. A quanto pareva, aveva davvero utilizzato solo le parole.
    Senza dire nulla, mi avvicinai e lo afferrai sotto l'ascella per trascinarlo fuori. Non avevo intenzione di iniziare alcun contatto con lui, di qualsiasi genere fosse. Se ci teneva a parlare, che iniziasse lui. Io non avevo nessuna intenzione di farlo.
     
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    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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    Con mia enorme sorpresa, l'indole giocherellona e simpatica di Rogue non era cambiata minimamente.

    CHE CAZZO MI SIGNIFICA CHE QUELLO CHE L'HA CHIUSO IN GABBIA DUE GIORNI FA E' STATO RINCHIUSO NEL MANICOMIO?! QUANDO HO PARLATO DI MUSERUOLA INTENDEVO PROPRIO QUELLO: NON ERA UNA CAZZO DI FOTTUTA METAFORA DELLA MINCHIA!

    Ah. La simpatia.
    C'avevano portato dinanzi alla porta di legno che ci divideva dall'ufficio di Rogue. Le grida erano paragonabili a quelle di un leone che non ottiene la cinquantesima scopata giornaliera, e ad Oto non v'erano molti leoni.


    Sembra che sia veramente arrabbiato. Possibile che sia così difficile far star zitto quel tizio?

    Alzai le spalle con aria mesta.

    -Probabilmente hanno vietato a Rogue di infilargli cose in bocca.-

    Le porte si aprirono parzialmente, lasciando uscire uno shinobi così rosso in viso, da fare invidia ai capelli del Kage locale, che fosse rabbia? Nha, i suoi occhi trasmettevano tutt'altra emozione, e mi trafissero, anzi, mi tolsero la voglia di oltrepassare il ciglio della porta, quasi fossi stato colpito da un martello di ghiaccio, e per qualche secondo fui anche tentato dal fare dietro front.

    Venite avanti, chi abbiamo qui? OH.

    Oh. Troppo tardi. Feci dei lenti passi addentrandomi nella stanza che ospitava Rogue, l'ufficio del Takage. Normale arredamento, scaffali, sedie, tavolo, sedia, persona accigliata. Proprio quell'ultimo pezzo era l'unico che mi sarebbe piaciuto in altra disposizione. Rogue stava là, arrabbiato, nervoso, scosso, forse un po' debilitato, la vita del Kage era nefasta.

    Oh, i miei due stronzoni preferiti.

    Ero passato a "Stronzone" da "Sex Toy", niente male.

    Anche io sono contento di vederti, Rogue.

    Quindi Rogue conosceva Sarakube, che cosa atipica che due ninja di rango così differente e da villaggi abbastanza dissimili si conoscano, forse avevano preso entrambi parte alla battaglia ad Ame e si erano conosciuti là, ed a giudicare dalla presenza che avvertivo, doveva essere proprio così.

    -Io un po' meno.-

    Dissi mestamente. L'Ottocode stava là a ribollirmi nel cuore, sentiva la presenza del cinque code, ma non avevo voglia di parlare con lui in quel momento,

    Vi illustrerò la cosa rapidamente, e non perchè mi stiate sul cazzo, semplicemente perchè voglio che quel dannato psicopatico bastardo esca dal mio villaggio adesso. Allora, babbioncini, questo stronzo è uno dei più geniali criminali e strateghi della parte oscura del mondo, ai vertici di un'associazione chiamata GiroVoid Saber, e sì, Sarakube, sò benissimo che tu ne sai qualcosa, perchè uno dei miei messaggeri si trovava nell'azienda di carote il giorno dell'accaduto.
    Dovete sapere che quel figlio di puttana ha una parlantina che potrebbe confondere anche un dannato dottore ed è così fottutamente psicopatico che è riuscito a far suicidare DUE carcerieri, il terzo, manco a dirlo, è in manicomio. Le regole ci vietano di mettergli una cazzo di museruola come fosse un cane, ma non dovete dargli ascolto. A quanto pare può scrutare nella mente della gente come fosse un fottuto tasso della minchia che fruga nell'immondizia: se voi riuscite a formulare un pensiero, se voi riuscite a ricordare il vostro passato, beh, state sicuri che può pure lui. Fosse per me lo trasporterei io stesso a Kusa, ma in quanto Kage ed - ahimé - Forza Portante, non posso allontanarmi dal villaggio, quindi non posso che augurarvi buona fortuna mentre io devo cercarmi qualcuno con cui scopare fino allo sfinimento prima da mangiarmi il tavolo con i miei stessi denti. Ed ora, con permesso..


    E si incamminò verso l'uscita. Per lo meno non mi aveva designato come oggetto per scopare.

    Ma che cazzo è appena successo? Era vero o me lo sono immaginato?

    Scossi la testa, pronunciando le seguenti parole con tono ironico:

    -Quello è Rogue in astinenza da Bondage, e credimi, non vorrai stare nella stanza con lui quando tornerà con corde, lacci e frustini, speriamo che ci accompagnino prima del tempo.-

    Ridacchiai sommessamente. Prima che Rogue potesse tornare, un uomo ci avvicinò e si apprestò a farci da guida, guida che ci avrebbe condotto in un battibaleno, alle prigioni di Oto.
    L'uomo si congedò alle porte del penitenziario, andandosene senza aggiungere altro, e Sarakube non vedeva l'ora di porre la parola fine a quell'incarico.


    Andiamo e finiamola in fretta. Questa missione sta già superando il mio livello di stranezza quotidiano. E più andrà avanti e più o la sensazione che sarà strana.

    Ci inoltrammo nell'edificio, lasciandoci alle spalle la luce solare.
    Continuammo a camminare attraverso gli angusti corridoi per una decina di minuti circa, mi aspettavo di perdere più tempo, non conoscendo la struttura dell'edificio.


    Secondo te è davvero possibile far impazzire qualcuno solo parlandogli? Certo, pare che questo tizio possa leggere il pensiero, però...

    Dubbio legittimo, non avevo riflettuto per un attimo sulla missione, non sarebbe stato necessario, pensavo di poter fronteggiare qualsiasi nemico, ma quanto ero sicuro delle mie convinzioni?

    -No, non è possibile. Non parlandogli, dubito che stia tutto nel parlare, forse è in grado di manipolare la mente o... la memoria.-

    La prigione non era nulla di particolarmente diverso dal solito, ed il secondo piano, era semplicemente adibito all'isolamento a giudicare dalle porte blindate con quel tipico vetro che però, a causa del buio, non lasciava intravedere l'interno di alcun luogo, e forse non avremmo neanche riconosciuto il nostro obbiettivo, se la porta della sua camera non fosse l'unica aperta. Il buio sicuramente non favoriva al riconoscimento dell'uomo, ma almeno potevamo concludere in fretta la nostra visita.

    -Non ci hanno lasciato chiavi o altro, quindi penso proprio che sia tu il tizio di cui si parla tanto. E visto che mi hanno detto che ti piace parlare, ti chiedo scusa ma sarò costretto ad evitare che tu possa proferire parola.-

    Sarakube lo afferrò da un fianco, mentre io collegavo due fili di chakra alla bocca per evitare che potesse aprirla, l'unica idea che mi era venuta in quel corto lasso di tempo. E dunque, terminata la nostra visita alle prigioni, ci avviammo verso l'uscita.
     
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    I due ragazzi portarono fuori il fuorilegge senza problemi, adagiandolo sul carro, nella cella. Alcuni shinobi di Oto lo presero immediatamente in custodia, legandogli ai polsi dei bracciali particolari e chiudendo con forza la gabbia, allontanandosi di qualche metro, ed uno di loro lanciò un rapido sguardo verso i due, prima di parlare, indugiando su qualcosa che nemmeno sapeva cosa fosse, probabilmente.

    Non potete ammazzarlo, purtroppo. A meno che non vi attacchi direttamente: purtroppo il Damiyo sta tenendo sott'occhio il paese da quando Rogue è succeduto ad Aneiretsu. Mi raccomando.. SOLO IN CASO SI LIBERI E TENTI DI FUGGIRE.

    Scandì ogni singola parola prima di andare via, sempre con il solito sguardo preoccupato. Comunque sia, i due giovani avrebbero potuto tranquillamente cominciare la loro traversata verso l'uscita del villaggio senza problemi: cavalli erano lì ed anche la carrozza. Tutto era pronto, dovevano solamente decidere chi dei due avesse guidato e chi avesse dovuto controllare il tizio, tutto qua.
    La strada che si sarebbero ritrovati davanti sarebbe stata una sorta di lungo viale curvo ed intricato che si aggrappava fra le risaie tutte intorno, nelle quali un odore di umido regnava sovrano più del riso stesso. Tante, troppe zanzare volavano tutte intorno, mentre alcuni contadini erano intenti a lavorare la terra. I nostri giovani avrebbero trovato tutto estremamente tranquillo, regolare. Almeno all'esterno.

    *Ciao marionetta. Com'è essere un pezzo di truciolato?*

    Qualcosa che avrebbe sentito unicamente il nostro Kuroda, e difatti l'altro giovane sarebbe rimasto bello tranquillo. Una voce profonda, quella ch'era nata della mente del giovane, o meglio, in quell'agglomerato che era il suo cuore. Eppure, il nostro Kuroda avrebbe sentito una strana pesantezza d'animo, come un'angoscia crescente che ti corrode lentamente e non riesci nemmeno ad accorgertene. Ecco, quella era la sensazione.

    *E dimmi, ti piace?*

    Ancora. Era la sua immaginazione o cosa? Comunque sia, Kuroda si sarebbe sentito come isolato dal mondo esteriore, come rinchiuso in una sorta di gabbia piena di immagini della sua vita, in particolare quella della sua trasformazione in marionetta.
    Allora, avete due compiti differenti (a parte descrivere l'inizio del viaggio, quello dev'essere identico :sisi:
    1. Shapechanger: descrivi il viaggio, inventati il paesaggio che cambia nel mentre del viaggio verso i confini dell'Erba, per ora basta.
    2. Lord, tu è come se ti chiudessi in una sorta di dimensione interiore, come ho descritto, e voglio che tu reagisca a quello :sisi:
     
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  8. Shapechanger
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    Kuroda bloccò in qualche maniera la bocca del tizio, probabilmente con un filo di chakra. In fondo, era un marionettista. Dopo, insieme, lo trascinammo all'esterno, dove un gruppo di shinobi di Oto lo prese, lo ammanettò ancora, giusto perchè prima non era legato a sufficienza, e lo sbatterono dentro una gabbia. Uno di loro ci guardò e, esitando, ci disse.

    Non potete ammazzarlo, purtroppo. A meno che non vi attacchi direttamente: purtroppo il Damiyo sta tenendo sott'occhio il paese da quando Rogue è succeduto ad Aneiretsu. Mi raccomando... SOLO IN CASO SI LIBERI E TENTI DI FUGGIRE.

    Io annuii. La carrozza era pronta, i cavalli sembravano pronti a partire. Dovevamo solo organizzarci.

    Penso che sia meglio se io tengo d'occhio il prigioniero. Se tenta di farmi qualche scherzo, almeno puoi intervenire.

    Era sicuramente la soluzione migliore. Non sapevo cosa avrebbe provato a fare il prigioniero, ma se era davvero in grado di provare a manipolare le persone nonostante i vincoli, allora era meglio se lo faceva con me. Quantomeno, se succedeva, Kuroda avrebbe potuto mettermi al tappeto.
    Se invece in qualche modo poteva farlo anche su Kuroda... rabbrividii al pensiero. Potevo solo sperare che non lo facesse e se lo faceva, che Kuroda potesse resistere. Altrimenti, era la fine. Non sarei riuscito a fermare nessuno dei due, in quel caso.

    Comunque, era decisamente troppo presto per preoccuparsi di quello. Avevo comunque in mano un paio di assi in caso la situazione fosse precipitata.

    Ora che ci penso, posso mandare un clone a tenerlo d'occhio. Se uso poco chakra, non può usare jutsu, quindi anche volendo farlo ipazzire servirebbe a poco. Così noi possiamo starcene lontani.

    Poi mi blocco, pensando a un'altra cosa.

    D'altra parte, se provasse a fuggire, un clone senza chakra non potrebbe fermarlo. Mmm...

    Comunque, incrocio le dita e evoco una copia. Appoggiandoci la mano sopra, riesco a recuperare gran parte del chakra che contiene. Non è il caso di indebolirmi troppo.

    Andiamo.

    Io mi sarei infilato dentro, con il prigioniero, mentre la copia sarebbe rimasta con Kuroda. C'era qualcosa che temevo di più di un'imboscata dei GiroVoid Saber o di essere controllato da quel pazzo, e cioè che Kuroda desse di matto. Sapevo che era la Forza Portante dell'Otto Code, se si fosse scatenato sarebbe stato un enorme problema. Avrebbe potuto uccidere me e il prigioniero... anche se a dirla tutta mi preoccupavo gran poco del prigioniero, ero molto più preoccupato di dover fronteggiare un piccolo Otto Code impazzito. Una volta avevo affrontato il Tasso, e quell'incontro mi era bastato. Non avevo intenzione di mettermi contro qualcosa otto volte più pericoloso.

    Il viaggio iniziò. Lento, placido. Quasi piacevole, se non fosse che stavamo attraversando una zona non proprio carina. O meglio, il paesaggio era abbastanza piacevole. La strada era praticamente un sentiero che si snodava tra le risaie e, come tale, era contorto, pieno di curve. Dalla carrozza potevo vedere facilmente le risaie scorrerci davanti, con contadini che lavoravano la terra infilati quasi fino al ginocchio nell'acqua. Il problema era l'umidità persistente e i nuguli di zanzare che ronzavano in giro. Lo chiamavano il Paese delle Risaie, una volta, però era fin troppo simile a una palude. E infatti, mentre ci allontanavamo in direzione del paese dell'Erba, le risaie fecero posto ad acquitrini incassati tra alberi e zolle di terra. Almeno l'acqua sembrava abbastanza limpida da quelle parti, quindi l'odore di umidità e piante acquatiche rimase praticamente identico, senza diventare malsano.

    Non successe niente. Il prigioniero non si muoveva e io non avvertii nulla di strano. Man mano che ci allontanavamo dal cuore del Paese, diretti verso il Paese dell'Erba e, da lì, alla nostra destinazione finale, il paesaggio divenne sempre meno acquatico e più secco. Presto ci saremmo lasciati alle spalle le paludi per arrivare alle sconfinate praterie di Kusa.

    Mi stavo quasi per convincere che non sarebbe successo nulla quando il mio clone parlò.

    Tutto a posto Kuroda? Sei silenzioso.

    Per un attimo temetti il peggio, ma il clone non sembrava preoccupato in maniera eccessiva. Magari Kuroda stava solo pensando a qualche nuova marionetta da costruire, o era traumatizzato da qualche ricordo di Rogue e il bondage e non voleva parlare. Forse non era niente.

    Scheda
    Resistenza: 800
    Stamina: 950 - 18 - 466 + 465 = 931

    Azioni: Tecnica della Moltiplicazione Superiore del Corpo
    Transfert sulla copia (+465 punti stamina)

    Copia
    Resistenza: 400
    Stamina: 466 - 465 = 1
     
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    Chiedo perdono per l'immenso ritardo.

    Sorpassammo l'ultimo varco che ci divideva dall'uscita, al di fuori ci aspettava un carro montante una gabbia adibita al trasporto del furfante, ovviamente. Accompagnavano il carro alcuni shinobi, potevo facilmente riconoscere il Coprifronte del Suono, forse una scorta venuta in nostro soccorso per aumentare le probabilità di riuscita della missione. Consegnammo il prigioniero nelle loro mani, ed in pochi secondi ne restrinsero i movimenti con dei bracciali atti ad ammanettare gli arti, e lo gettarono tra le sbarre, nuovamente.

    -Stavolta non la lasciate aperta?-

    Ironizzai mentre chiudevano la porta della cella in cui era finito. Uno tra i ninja di Oto si avvicinò per darci le ultime informazioni prima che la missione iniziasse definitivamente.

    Non potete ammazzarlo, purtroppo. A meno che non vi attacchi direttamente: purtroppo il Damiyo sta tenendo sott'occhio il paese da quando Rogue è succeduto ad Aneiretsu. Mi raccomando.. SOLO IN CASO SI LIBERI E TENTI DI FUGGIRE.

    Si congedò con aria impaurita, la missione stava iniziando con il peggiore di tutti gli auspici. Detti uno sguardo veloce all'uomo dentro la cabina, non capivo cosa stesse pensando, se era in grado di fare qualsiasi cosa con le sue specialissime abilità, perché lasciare che ci avvicinassimo? La soluzione più probabile era quella di un'imboscata mirata alla sua liberazione, ma come poteva saperlo? Una spia nelle prigioni? Nha, stavo pensando troppo, era difficile che avesse organizzato tutto senza la minima possibilità di parlare con anima viva, eppure qualcosa non mi convinceva.

    Penso che sia meglio se io tengo d'occhio il prigioniero. Se tenta di farmi qualche scherzo, almeno puoi intervenire.

    Annuii, tenerlo sotto d'occhio era d'uopo, ma a quanto pare Sarakube cambiò presto idea, pensando bene di aumentare il nostro numero.

    Ora che ci penso, posso mandare un clone a tenerlo d'occhio. Se uso poco chakra, non può usare jutsu, quindi anche volendo farlo ipazzire servirebbe a poco. Così noi possiamo starcene lontani.
    D'altra parte, se provasse a fuggire, un clone senza chakra non potrebbe fermarlo. Mmm...


    Scossi la testa con le braccia conserte.

    -Sarakube, trovo che la distanza sia superflua, se fosse stato quello il problema sarebbe bastato metterlo in una cella molto più grande... Fa comunque una copia, possiamo almeno supporre che il numero ci possa tornare utile.-

    Dissi sospirando. Era una di quelle missioni che presentava poche soluzioni e troppe congetture, non ci rimaneva che iniziare il nostro percorso con la triste consapevolezza che se non fossimo stati attaccati dal lupo solitario, ne avremmo affrontati un branco.
    Sarakube evocò una copia, del tutto simile alla normale tecnica della moltiplicazione, nessuna differenza visibile ma era abbastanza ovvio che si trattasse di un clone superiore visto che Sarakube ne poteva assorbire il chakra, cosa che fece ponendo una mano sul sosia.


    Andiamo.

    Sarakube si avvicinò alle sbarre e si inoltrò nella gabbia col tizio, faccia a faccia o almeno, vicini. Continuando a tenergli la bocca chiusa con i fili di chakra piazzati sulle labbra, speravo che non avrebbe creato problemi né a me, né tantomeno a Sarakube che era stato abbastanza coraggioso di infilarsi dentro la gabbia del leone. La copia si sedette con me per guidare, ero indeciso se lasciare i comandi a lei o a me, mi avrebbe dato una seccatura in più, decidere l'andatura dei cavalli e continuare per la strada, ma non avevo molta scelta visto che la copia sarebbe scomparsa con il minimo vento e non volevo rischiare di morire per l'attacco a sorpresa che avevo immaginato in precedenza.
    Afferrai le briglie dei cavalli dando uno sguardo alle retrovie, sembrava non stesse succedendo nulla nella gabbia, forse mi preoccupavo troppo, ma non avrei comunque lasciato la copia al comando, quella carrozza avrebbe avuto un fantoccio per postiglione. Stetti in silenzio per qualche secondo per analizzare l'ambiente circostante, oltre ai prigionieri non riuscivo a sentire nessun suono, la paranoia mi portava sempre ad essere fin troppo cauto ma in quell'occasione sembrava superfluo. Scrollai le spalle e detti un sonoro colpo alle briglie dei cavalli, dando inizio al nostro "lungo" viaggio.
    Il paesaggio non offriva molto da vedere, la via serpentina si snodava attraverso i campi di riso ove le persone svolgevano la loro abitudinaria giornata lavorativa. Quella monotonia stava già dandomi sui nervi, odiavo il trascorrere del tempo da eoni, ed odiavo ancora di più annoiarmi, ma d'altro canto cosa potevo farci? Era già la quarta o la quinta volta che venivo ad Oto ed il suo paesaggio mi sembrava sempre più statico, sentimento legittimo per un abitante di Suna ove si possono osservare solo sabbia e pietre.
    Pensai di prendere l'Occhio di Falco per osservare l'orizzonte ma era dentro la gabbia toracica, o il ventre? Non ricordavo e comunque non l'avrei potuto uscire dinanzi a Sarakube o avrebbe capito che cosa ero in realtà, non che mi importasse molto, ma era sempre meglio evitare una cosa del genere.


    *Ciao marionetta. Com'è essere un pezzo di truciolato?*

    Una voce mi balenò in testa, una voce decisamente non familiare.

    *E dimmi, ti piace?*

    Il "cuore" mi si fermò per un secondo, diversi pensieri mi guizzarono nella testa ma non poteva essere vero, non potevo credere a quello che stava accadendo, doveva sicuramente esserci un trucco o forse me lo stavo immaginando o forse... Forse potevo immaginare perché tutte quelle persone si erano date al suicidio. Mi voltai verso l'ingabbiato con un nodo alla gola, il filo di chakra era ancora collegato alla bocca, ero sicuro di ciò, che cosa stava accadendo?
     
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    Il viaggio continuò tranquillo, stranamente tranquillo, tanto che non avrebbero avuto alcun problema a condurre la carrozza ed i cavalli lungo quel percorso abbastanza regolare, tanto che ben presto il paesaggio sarebbe diventato molto più accogliente e verdeggiante, segno che si stavano inesorabilmente avvicinando a Kusa e che la meta era - probabilmente - vicina.
    Nonostante la voce che Kuroda stava sentendo nella sua testa, dopo quelle parole sarebbe ripiombato il silenzio più assoluto, nonostante uno strano senso di angoscia sarebbe rimasto insito nel suo cuore. E nulla, quindi, perchè lui non avrebbe notato nulla di strano ed avrebbe tranquillamente potuto conversare con il suo compagno, almeno in questo piccolo e primo frangente. E' ancora mattina, comunque, ci si aggira intorno all'ora di pranzo.
    Ed ecco che il tempo passa tranquillamente, tanto che il sole raggiunge lo Zenit e comincia anche a spostarsi verso Ovest, indicando probabilmente le quattro del pomeriggio. Temperatura normale, un pochetto di nuvolette che chiazzano il cielo, mentre un paio di villaggi sarebbero visibili all'orizzonte, tanto che lungo la strada ci sarebbero addirittura due guardie con tanto di lancia, che al vedere gli shinobi avrebbero tranquillamente abbassato le lance e li avrebbero lasciati passare.
    Ma... c'è un ma.
    Sarakube, stranamente vicino al tizio, essendo nella gabbia con lui, cominciò comunque a sentire qualcosa, come una strana rabbia che cresceva nel suo petto, tanto che il battito cardiaco divenne più veloce ed anche il suo respiro. Ed ecco che immediatamente perse il controllo del suo corpo, sentendosi come se fosse intrappolato in un involucro controllato da qualcun altro senza la possibilità di ribellarsi. Era cominciata.

    E' arrivato il momento di sgranchirsi.

    Era la voce di Sarakube ed anche le sue labbra a parlare, quindi non si sarebbe potuto sospettare di nulla e nessuno, anche perchè il nostro prigioniero sembrava essersi anche addormentato e russare dolcemente, come il bimbo innocente che non era. Lo shinobi della foglia, invece, in tutta la sua potenza venne fuori dalla gabbia in cui si era chiuso con il tizio, richiudendo la porta di sbarre e portandosi a terra, poco a lato della carrozza.
    Ed ecco che Sarakube avrebbe utilizzato tre tecniche offensive contro le due povere guardie innocenti, nel suo sguardo e sul suo volto la calma più totale dipinta, mentre probabilmente nella sua mente succedeva altro...

    Allora, il primo a postare, come è ovvio, deve essere Sarakube, che dovrà scegliere 3 tecniche offensive da utilizzare contro i tizi: decidi tu tutto quanto, direzione, punti da colpire, tecniche da usare, ma devono MIRARE AD UCCIDERE, perchè non sei tu a controllare il tuo corpo, ricordalo.
    Lord... beh, vedi tu cosa fare :si2:

    Enjoy :si2:


    Edited by Kashi - 8/6/2015, 23:26
     
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    Pareva che non fosse successo nulla. Kuroda rimase in silenzio ma non avvenne nulla di particolare. Probabilmente era solo annoiato per la missione.

    Il viaggio continuava, si avvicinava mezzogiorno. Faceva caldo, ma non troppo, e per fortuna tra poco saremmo usciti dagli acquitrini, quindi l'umidità di Oto ci sarebbe stata risparmiata. C'erano pure villaggi all'orizzonte, al posto di pantani sconfinati.

    Però ero arrabbiato. Non so nemmeno bene per quale motivo. Semplicemento, ero arrabbiato, come se quella missioni mi stesse facendo un torto. Sentivo anche il sangue andarmi alle orecchie e il battito accellerare.
    Forse in un barlume di lucidità, mi chiesi come mai avessi una reazione del genere. Non ero la persona più calma e riflessiva dell'universo, ma non ero neanche così prono alla rabbia, soprattutto se ingiustificata. Forse il prigioniero stava tentando di manipolarmi in maniera sottile? Era sicuramente un tentativo che avrei provato a fare, se fossi riuscito a fare manipolare le emozioni delle persone. Un po' di incazzatura poteva compromettere una missione. Ma se era quello il suo scopo, avrebbe fallito. Non mi sarei lasciato andare a scenate o cose del genere.

    E poi improvvisamente, persi il controllo del mio corpo. Mi era già successo in altre situazioni che le emozioni accecassero la mia percezione e finissi per fare cose senza pensare, ma quello era diverso. Il mio corpo si alzò, si stiracchio, e si diresse verso la porta, e io ero lucidamente consapevole sia di quello che stava accadendo sia che quello che stava succedendo era fuori dal mio controllo.

    E' arrivato il momento di sgranchirsi.

    La bocca era la mia e voce era la mia, ma io non avevo avuto intenzione di pronunciare quelle parole. Sentirle fu un'esperienza strana, irreale.
    Qualcuno sarebbe andato in panico, e una parte di me voleva farlo, ma sarebbe stato stupido fare una cosa del genere. Non ero stato forse io a decidere di andare dentro la gabbia per sorvegliare il prigioniero? Sapevo che poteva succedere qualcosa del genere. E Kuroda poteva sicuramente sistemare la situazione senza dovermi ammazzare. Speravo. Non c'era alcun pericolo immediato.

    Quindi, la preoccuazione principale era riuscire a capire come spezzare il controllo che questo tizio aveva su di me. Provai a parlare per avvertire il clone o Kuroda, ma ovviamente le labbra non mi risposero. Provai a muovere un braccio e a fermare i "miei" passi, ma ovviamente fu inutile. Il mio corpo uscì dalla carrozza e mi trovai davanti alle porte di uno dei villaggi, con due guardie armate che si erano spostate per lasciarci passare.

    Poveracci.

    Non il pensiero più altruistico del mondo, in effetti, ma non potevo farci nulla. Succedeva quando si trasportava un maniaco psicotico con dubbi poteri mentali. Mi dispiaceva solo che fosse il mio corpo a ucciderle, invece che il tizio. Almeno avrei avuto la soddisfazione di ammazzarlo. Invece dovevo stare a guardare mentre mi usava per ucciderli e non poter far niente perchè ehi, non potevamo ucciderlo a meno che non cercasse di liberarsi e scappare, lo stronzo. Ma forse lo avrei ucciso lo stesso e avrei fatto finta che avesse tentato di liberarsi.
    In effetti avrei detto a Kuroda di fare questo, se avessi potuto parlare. Ma non potevo farlo.

    Il mio corpo andò giù pesante con le guardie. Le mani si riempirono di chakra Fuuton che venne liberato sotto forma di una lama di chakra affilata e letale, diretta sul collo delle guardie. La Spada di Vento li avrebbe affettati senza problemi. Ma non pago della distruzione, senza neanche aspettare di vedere se fossero effettivamente morti, il corpo decise di rincarere la dose a sparò numerose sfere di vento contro i due, per trapassarli da parte a parte.

    Nel mentre succedeva tutto questo e io stavo ancora cercando un modo per contrastare il controllo del nemico sul mio corpo, sento un'altra volta la mia voce parlare. Solo che questa volta non è il mio corpo posseduto a parlare, ma il clone.

    Kuroda, temo che abbiamo un problema. O l'originale è impazzito o il prigioniero gli ha fatto qualcosa... o forse tutte e due.

    Già, peccato che al momento la copia non potesse fare molto per fermarmi. Non aveva chakra, poteva al massimo restare a guardare o sorvegliare il prigioniero mentre Kuroda mi fermava. Sperai nella seconda, almeno mi sarei reso utile alla missione.

    Coraggio Kuroda, trova il modo per fermarmi senza rompermi le ossa.

    Sperai davvero che ci riuscisse. Ci tenevo alle mie ossa.

    Resistenza: 800
    Stamina: 931 - 35 - 35 - 10 = 851

    Azioni: Spada di Vento x2 (una per guardia, mirate al collo)
    Sfere del Vuoto contro le guardie

    Copia
    Resistenza: 400
    Stamina: 1
     
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    Una miriade di pensieri mi rimbombavano nella testa, potevo giungere a diverse conclusioni solo per quella minima azione del prigioniero, perché doveva essere lui, non poteva essere stata la mia immaginazione, l'avevo sentito. La paranoia stava prendendo il controllo, tant'è che la carrozza iniziò a barcollare a causa della mia andatura influenzata dalla mia condizione psicologica, avevo paura e se avessi avuto un corpo umano, probabilmente sarei stato preda di tremori continui. Quello che mi aveva spaventato di più, non era il fatto che quel tizio potesse parlarmi direttamente in testa, ma ciò che avevo capito dalle sue parole: io non avevo mai menzionato di abitare una marionetta, ciò significava due cose, o che poteva leggermi nel pensiero o che potesse leggere nella mia memoria, e se l'opzione giusta fosse stata la second ami sarei trovato in parecchi casini, ma anche se fosse stata la prima visto che avevo già pensato a Nihilius ed a tutte le cose più macabre che avevo fatto. Eppure, nonostante fossi parecchio preoccupato e non facessi caso ad ovvietà, lui non parlò più. Me ne accorsi solo dopo un quarto d'ora, e non potei che pensare fosse stato frutto della mia fervida immaginazione. Come è facile immaginare, essendo paranoico per natura, nonostante avessi recuperato il controllo della carrozza stetti concentrato sui rumori, cercando di avvertire qualche persona nelle vicinanze, qualcuno con la stessa voce che avevo sentito ma sfortunatamente non avvertii nulla, niente fu riconducibile alla voce che aveva penetrato la mia testa, non potei quindi che arrendermi all'evidenza.
    Poggiai una mano sulla fronte, forse per abitudine visto che il sole non poteva darmi fastidio, ed osservai l'orizzonte. Riuscivo a scorgere due uomini armati di lance, le tipiche Naginata probabilmente, ma da quella distanza non potevo esserne sicuro, dopotutto ad Oto si costruiva la Doku, famosissima lancia dalle proprietà uniche. Mi domandai il perché porre degli uomini in quella zona, forse stavamo per passare il confine o chessò, non ero mai stato bravo in geografia ed avevo una concezione distorta del tempo a causa di quella voce che avevo sentito.
    Tirai le redini, ordinando ai cavalli di rallentare, le lance si alzarono al nostro passaggio, probabilmente erano stati avvertiti del nostro arrivo, meglio, non avrei perso tempo. Potevo chiaramente udire ciò che sembrava un sonoro russare, voltai lo sguardo un attimo, Sarakube aveva gli occhi aperti ed un'espressione un po' accigliata, dunque era il prigioniero ad essersi addormentato, grazie al cielo. Eppure al russare si sovrappose un secondo suono, passi, Sarakube si stava alzando per dirigersi verso la porta, tirai le redini per fermare il carro e permettergli di scendere.


    -La prossima volta avvertimi, non posso controllarti di continuo.-

    Mi ignorò bellamente, limitandosi a spalancare la porta ed a richiudersela alle spalle, che maleducato. Se non fosse stato per quel vociare alla partenza, avrei potuto considerare la missione come una semplicissima passeggiata su un carretto, sembrava tutto troppo facile, non potevo che chiedermi di continuo quando sarebbero arrivati a salvarlo i suoi compari.

    E' arrivato il momento di sgranchirsi.

    Alzai gli occhi al cielo. che avesse intenzione di farsi una corsetta invece della tipica pisciata? Appoggiai il mento sul palmo della mano sbuffando. Sarakube sembrò allontanarsi sul retro del carro, forse voleva semplicemente discorrere con le guardie, ma un rumore si impadronì avidamente della mia attenzione, anzi, due. Girai la testa per capire cosa fosse quel turbinio alle nostre spalle, Saraukube stava concentrando delle correnti ventose nelle mani, sicuramente richiamava il chakra per attuare una tecnica che non conoscevo. Dopo una manciata di attimi, le mani saettarono in direzione delle guardie, evocando due oggetti indistinti che fendettero l'aria al solo passaggio. Fu in quel momento che realizzai cosa stesse accadendo, Sarakube non stava mirando contro qualche Mukenin nascosto nell'ombra, stava attaccando quelle guardie di proposito, che fosse uscito di senno? In extremis, tentai di attaccare due fili di chakra ai loro fondoschiena, due lunghe strisce bluastre che si dispiegavano dalle mie mani per attanagliare i loro corpi e portarli verso di me, evitando quindi che quelle lame, che potevo presumere fossero una qualche tecnica di vuoto, li tranciassero. Speravo ardentemente che il mio tentativo andasse a buon fine, non volevo che della gente innocente si trovasse immischiata in quella faccenda.

    -Prego?-

    Ma la copia! Me l'ero scordata, mi voltai immediatamente per evitare un attacco a sorpresa ma nulla dalla sua direzione e fu in quel momento che capii, qualcosa di così ovvio che non potevo neanche commisurare la mia stupidità. Sarakube non stava agendo di sua volontà, doveva essere controllato da qualcosa, o qualcuno, certo era un'ottima casualità che invece di attaccare noi si fosse promulgato ad attaccare le guardie, ma non avevo tempo pensare a possibili testimoni, il mio "compagno" si preparava ad una seconda mossa. Dalla bocca, lanciò una serie di piccole sfere, non potevo conoscere la natura della mossa ma a giudicare dall'estetica e dagli elementi che ero sicuro possedesse, non poteva che trattarsi di una tecnica di vento. Spalancai la bocca inarcando la schiena per poi piegarmi in avanti e porre due dita dinanzi alla faccia, delle lingue di fuoco saettarono dalle mie fauci andando verso il basso per congiungersi e divenire un gigantesco globo infuocato. La Palla di Fuoco Suprema avrebbe dovuto fermare l'offensiva di Sarakube, il Vento è debole al Fuoco, e lui non era sicuramente un ninja più abile di me. Facendo attenzione a non colpire nessuno, ritirai immediatamente la palla di fuoco, lasciando che si disperdesse nell'aria. Stranamente sembrava che il nostro prigioniero stesse dormendo, quindi avevo tre opzioni, o stava fingendo, o era opera di qualche altro ninja suo alleato, che non riuscivo ad identificare, oppure non controllava le persone ma era semplicemente in grado di farle impazzire, il punto era trovare un modo per calmarlo.

    Kuroda, temo che abbiamo un problema. O l'originale è impazzito o il prigioniero gli ha fatto qualcosa... o forse tutte e due.

    Scossi la testa alzando gli occhi al cielo.

    -Grazie Capitan Ovvio, vuoi provare a ragionarci tu? Posso facilmente bloccarlo ma metterlo fuori combattimento è rischioso, potremmo trovarci circondati da altri nemici non identificati, vediamo come si sviluppa la vicenda e deciderò di seguito, tu vai a controllare il prigioniero, ma fai in fretta e mi dispiace anche averti affidato il compito peggiore, ma penso di essere l'unico a poterlo bloccare.-

    Porsi la mano verso Sarakube, chiudendole a pugno ed aprendole, come per provocarlo. Non potevo allontanarmi troppo dalla carrozza, ma sicuramente lui non avrebbe mai attaccato, con attacchi ad area, in prossimità del suo controllore.

    -Forza piccolo Sarakube, fammi vedere quanto sei migliorato.-

    Stavo sfidando la mia, fin troppo amara, sorte un'altra volta. Quella volta con una gamba nella fossa.
    Kuroda Akasuna
    Resistenza: 1200/1200
    Stamina: 650-18-2-2=626/650
    Azioni:
    Tecnica del Marionettismo sulle guardie per portarle alle mie spalle
    Palla di fuoco suprema in contrasto con le Sfere di Vuoto
    Sfottò
     
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    A quanto pare Kuroda ed anche la "geniale" copia di Sarakube si accorsero in tempo di quanto stesse succedendo, provando quindi ad aggiustare quella situazione che stava diventando alquanto spinosa. Il giovane uomo-marionetta della sabbia seppe agire perfettamente, utilizzando la sua particolare arte segreta per prendere controllo dei corpi delle due guardie e portarle in salvo dall'attacco del ragazzo di Konoha, anche se questo non sembra essere abbastanza per lui.
    Infatti due sfere infuocate vennero indirizzate contro gli attacchi di vento del Kazamura, provocando una piccola esplosione che si risolve in una deflagrazione di un paio di metri, che fortunatamente non investì nessuno... se non uno dei due poveri cavalli, che si ritrovò la povera chioma in fiamme e cominciò a scalciare e nitrire con violenza, tanto che distrusse il gancio che lo teneva ancorato al carro e fece rovesciare la gabbia prima di scappare via.

    Oooh, quanta violenza, non si può nemmeno fare un pisolino!

    Si lamentò il prigioniero che - non si sapeva come - non sembrava più avere la bocca bloccata dai lacci eterei di Kuroda. La sua voce sarebbe stata comunque diversa da quella che Kuroda aveva sentito nella sua testa, più marcata e virile, sicuramente. Questo rotolò fuori dalla gabbia, rimanendo comunque con le mani ed i piedi apparentemente bloccati dagli ingegni inibisci-chakra, ed infatti rimase fermo in quel punto, ad osservare con un sorrisetto tutto quello che avveniva davanti a lui.
    Sul versante "Sarakube pazzerello", comunque, non sembrava ci fosse nulla più da segnalare, anche perchè il ragazzo adesso pareva completamente assente, fermo in piedi ad osservare il vuoto più totale: ma avvenne comunque una cosa strana. La sua copia, dopo un leggerissimo "Uh?" scomparve in una nuvoletta di fumo e con un leggero rumore sordo. Tutto il corpo dello Shinobi parve rilassarsi, rimanendo lì in piedi per chissà quale forza fisica. Il nulla più totale... Almeno all'esterno.
    Il problema vero era che il povero ragazzo fu catapultato nella sua mente, come fosse stato assorbito da se stesso, e si sarebbe ritrovato a casa sua, con la sua bellissima e solare fidanzata che gli sorrideva davanti con una tazza di qualcosa di fumante, qualcosa di un intenso colore rosso ed un profumo che il ragazzo avrebbe potuto percepire come metallico. Improvvisamente quel sorrisetto allegro si tramutò in un ghigno malefico, fino ad allargarsi su tutto il volto della giovane e deformandogli la faccia, allungando qualsiasi sua parte del corpo fino a farla diventare un essere alto due metri e mezzo con delle braccia lunghissime ed un volto ovale ed allungato. Si trovava a circa quattro metri da lui.

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    Entrambe le gigantesche mani dotate di artigli cominciarono a ricoprirsi di fuoco mentre ella pronunciava parole che Sarakube non poteva capire, anche se poteva riconoscere la voce della ragazza. Era la sua, su questo non avrebbe avuto dubbio. "Aiuto", sembrava dire, eppure quel mostro cominciò a lanciare sfuriate, provando a colpire ben quattro volte Sarakube, due volte sul viso e due sul petto.


    Sul versante "Kuroda-Povero-Non-Ci-Capisce-Nulla", oltre ad assistere a tutto questo casotto immenso, avrebbe anche dovuto subire un altro duro colpo. Poveraccio anche lui, a quanto pare questa cosa si dimostrava più complicata di quanto avrebbero potuto pensare. I due soldati, adesso ad un paio di metri dietro di lui, si sarebbero liberati entrambi con un'ondata di chakra invisibile, i loro volti aggrottati dalla rabbia.

    ATTACCHIAMOLO YAMADESU! E' LUI CHE CI HA ATTACCATO, VUOLE RAPIRE I BAMBINI!

    VA BENE LORDESU, SALVIAMO I BAMBINI!

    Ed una persona normale si sarebbe giustamente aspettata che loro si riferissero al Sarakube inerme, ed invece... Ecco, si riferivano proprio al povero Kuroda, ed infatti le loro lance vennero caricate entrambe di una strana aura azzurra e pregna di scosse elettriche visibili. Entrambi avrebbero mirato al petto di Kuroda con degli affondi, mirando proprio al suo cuore. E come se questo non bastasse, poi, dopo quello si sarebbero prodigati in un colpo combinato diretto a mirare con una falciata dall'alto verso il basso alle braccia del giovane per staccarle di netto.

    Aaaaaallora signori, come avrete capito Sarakube deve "combattere nella sua mente", molto in stile Allenamento del Bijuu, per intenderci, anche se ci sono delle regole precise:
    1) Non spenderai stamina per i tuoi jutsu, e nemmeno per le azioni fisiche.
    2) Ogni turno perderai 20 punti resistenza per lo stress mentale, eventuali danni si ripercuoteranno sulla Resistenza sottoforma di stress psicologico.
    3) Tutto si basa, adesso, sulla tua abilità scrittoria e sulle cose che decidi di fare, come decidi di agire, statistiche mean nothing.

    Tu, Lord... Beh, hai da che difenderdi, quindi fa il bravo bambino e Sherlock Holmes della situazione :tada!:

    Have fuck :si2:
     
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    Anche con il corpo sotto il controllo del prigioniero sono in grado di pensare. Il che è importante, perché mi da la possibilità di trovare una via d’uscita alla situazione.
    Per fortuna Kuroda è più veloce di quanto lo siano i miei attacchi e riesce a spostare le due guardie prima che vengano fatte a pezzi. Poi emette una fiammatta che impatta contro le sfere di vento, annullandole quasi completamente. Quasi, perché l’esplosione risultante investe i cavalli che, imbizzarriti e con le criniere in fiamme, distruggono le briglie e rovesciano la carrozza, svegliando il prigioniero.

    Oooh, quanta violenza, non si può nemmeno fare un pisolino!

    Bastardo.

    Tornai a focalizzarmi sul problema principale, ossia che in qualche maniera il prigioniero era riuscito a prendere possesso del mio corpo, quando la mia mente fa un salto logico e mi accorgo di qualcosa.

    Ma Kuroda non gli aveva bloccato la bocca?

    Improvvisamente mi trovo a casa mia. Sono seduto al tavolo della cucina e davanti a me c’è Raikimi che mi sorride . Tiene in mano quella che sembra una ciotola di zuppa con all’interno qualcosa di fumante di colore rosso.

    Ammetto di essere confuso. Non ero da tutt’altra parte? Mi ero immaginato tutto? Mi ero addormentato un attimo e avevo sognato la missione? E perché c’è questo odore metallico nell’aria?

    Feci due più due quando Raikimi smise di sorridere, il volto teso in una smorfia maligna. Il suo corpo, si allunga in tutte le direzioni, il volto si spaccò mentre il ghigo si allargava oltre i normali limiti umani. Le braccia e le dita divennero sproporzionatamente lunghe anche per il corpo enorme che si stava formando una specie di spaventapasseri demoniaco di due metri e mezzo.

    Il mostro rantolò qualcosa che non capii, anche se la voce mi era familiare. Sembrava quella di Raikimi, e sembrava chiedere aiuto… ma non era possibile che fosse lei. Raikimi non mi avrebbe mai attaccato, non si sarebbe trasformata in un mostro deforme. Era un genjutsu? Era il potere del prigioniero?

    Il mostro attaccò, avvolgendo le mani artigliate in vampe di fuoco, e io reagii d’istinto.

    Stai indietro. Suijinchū, Tromba Marina!

    Una spessa colonna d’acqua si allargò intorno a me, vorticando per respingere la minaccia. Il mostro sarebbe stato spazzato via. O almeno, questo era quello che speravo.
    Ma non era abbastanza. Avevo bisogno di tempo per pensare e capire come fuggire da… qualsiasi posto fosse quello. Ma non potevo fermarmi a riflettere mentre quel mostro mi attaccavo. Dovevo fermarlo.

    Barriera Sigillante!

    Una mia tecnica personale, un sigillo di altissimo livello atto a imprigionare qualsiasi cosa volessi. Non esattamente semplice da eseguire o poco costosa in termini di chakra, ma era una mossa che poteva tenere bloccate più persone contemporaneamente. Le linee del sigillo si sarebbero espanse da me, componendo una circolo di scritte. Chiunque si fosse trovato all’interno sarebbe stato circondato e immobilizzato dal sigillo che, come le spire di un serpente, gli si sarebbe avvolto attorno, sopprimendolo sia a livello fisico che del sistema circolatorio. Questo mi avrebbe dato il tempo di riflettere sul problema e trovare una soluzione. C'erano tante cose che volevo capire. L'abilità del prigioniero era una mistero, ma dovevo riuscire a capirci qualcosa, altrimenti sarei morto.


    Resistenza: 800 - 20 = 780
    Stamina: 851

    Azioni: Tromba Marina per respingere il mostro-coso
    Barriera Sigillante

    La Barriera Sigillande è un fuinjutsu personale di livello S che funziona come la Barriera di Confinamento (livello A) con la differenza che il sigillo si espande lasciandomi fuori. Devo rimanere comunque fermo per mantenerlo, però non blocca il mio sistema circolatorio quindi posso comunque attaccare con i sigilli. Anche se in realtà questo serve più che altro a prendere tempo :please:
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
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    La sfera di fuoco esplose come da copione, il vento di Sarakube era stato domato e potevo tirare un respiro di sollievo nel denotare che il piccolo ninja di Konoha non era abbastanza cresciuto da tenermi testa. Le scintille si dispersero ai quattro venti, accompagnate da una fiammata poderosa che avvolse la mia vista. Le lingue di fuoco raggiunsero le criniere dei cavalli, arrampicandosi sulla testa di uno dei due, come se i puledri non fossero già abbastanza nervosi a causa dell'esplosione che si era creata. Nitriti furiosi e scalpiti, i cavalli si dimenarono e quello con la testa in fiamme che rinominerò simpaticamente "Ade", riuscì a spezzare il gancio, correndo lungo la strada imbizzarrito. La gabbia, com'era prevedibile, si ribaltò lasciando che il tizio cadesse per terra contro le sbarre della medesima.

    Oooh, quanta violenza, non si può nemmeno fare un pisolino!

    Sgranai gli occhi. Il Mukenin uscì dal carro presentandosi in tutta la sua maestosa bellezza e stupidità, le sue parole rivelavano non poche informazioni.
    Il suo timbro di voce era effettivamente diverso da quello che avevo udito per l'intera durata del viaggio, e pretendeva di star dormendo, ma ciò era impossibile e slegato da qualsiasi cosa: era riuscito a spezzare un mio filo di chakra. Per contrastare la mia Tecnica del Marionettismo ci voleva un'immensa esperienze nel campo dei Ninjutsu, e persino io vi riuscivo difficilmente, addirittura spezzarlo con tanta facilità, subito dopo essersi svegliati era impossibile.


    -Ben sveglio signorino, mi dispiace molto aver infastidito il tuo sonno, ma proprio in questo momento ho ben poca voglia di parlare e sono leggermente incuriosito dal perché il tuo chakra non sia inibito. Che ne dici di parlarne davanti ad una tazza di latte freddo mentre ti mostro il mio "Ferro Battuto"? Sarak...-

    La copia scomparve in una nuvoletta di fumo, la sua faccia rappresentava la sorpresa più pura e genuina, lo stesso Sarakube sembrava tenersi in piedi solo per inerzia, la muscolatura rilassata e la sua posizione grottesca sfidavano le leggi di gravità. Quindi mi ritrovavo da solo, contro un tizio che riusciva a spezzare con facilità la mia Tecnica emblema, e si sa, se non rompi i fili di chakra di un marionettista, sei un coglione.
    Sorrisi, lasciai che il chakra scorresse al di fuori del mio corpo rivelando ben tre code ed un bellissimo manto rossastro. Il potere dell'Ushioni scorreva sulla "mia pelle", come un fiume in piena che traboccava in un riverbero etereo. Lasciai la razionalità per altri luoghi, preferivo l'adrenalinico furor della battaglia.


    -Grazie per avermi liberato dei testimoni. Adesso chiudi gli occhi che ti rimetto subito a dormire.-

    La scomparsa della copia di Sarakube era un ottimo punto d'inizio, potevo utilizzare tutte le mie tecniche, senza che qualcuno potesse accorgersene. Sollevai il braccio sinistro puntandolo verso la sua capoccia, un colpo sarebbe bastato a metterlo al tappeto.

    ATTACCHIAMOLO YAMADESU! E' LUI CHE CI HA ATTACCATO, VUOLE RAPIRE I BAMBINI!

    Volsi lo sguardo ed era già la goccia che faceva traboccare il vaso. I tizi che avevo spostato da morte certa poco prima, frammentarono i fili che li tenevano a terra con facilità, la loro faccia crucciata e il loro tono di voce, non poteva che rivelare un astio nei confronti di Sarakube, ma come potevano aver distrutto i miei fili di chakra, come potevano sapere che li avevo usati per contrastarli?
    Importava abbastanza, ma qualche braccio in più poteva farmi comodo contro quell'idiota, mi sarebbe bastato spiegare la situazione per calmarli ed unire le forze, un metodo effettivo per vincere.


    VA BENE LORDESU, SALVIAMO I BAMBINI!

    -...-

    Rimasi impietrito, a bocca spalancata. I due tizi puntarono le lance contro di me, due nomi di merda per delle tese piene della medesima sostanza.

    -QUALI CAZZO DI BAMBINI?!-

    Indeciso sul da farmi, forse leggermente irritato, le soluzioni possibili erano solo due, o erano dei Mukenin alleati con il prigioniero o erano controllati da lui. E dal momento che Sarakube aveva tentato di ucciderli sotto ordine del tizio, potevo concludere che quella coppietta di paninari, doveva essere controllata dal Mukenin, ma perché stava tentando qualsiasi cosa per uccidermi invece che controllarmi direttamente, che qualcosa lo frenasse? Improbabile ma non impossibile, non restava che resistere per vedere cosa fare. Per contrastare la carica dei due babysitter, i fili di chakra potevano rivelarsi decisamente inutili, quello che avevo capito era che effettivamente, era in grado di potenziare il chakra dei corpi che possedeva, che ne poteva possedere di più alla volta, che non era possibile sigillare il suo chakra e che non poteva potenziare i corpi fisicamente. Le mie intuizioni sarebbero state provate dalla prossima azione che sarebbe risultata fin troppo semplice, avrei fatto un saltello e sarei atterrato in ginocchio, con un braccio esteso in loro direzione. Quel movimento era l'attuazione del Daitoppa, un muro di vento si sarebbe fatto strada attraverso i due omini per scagliarli lontano, evitando un attacco in tempi troppo brevi. Questo mi avrebbe fatto guadagnare un minimo di tempo per avere più delucidazioni su ciò che stesse accadendo, non è che nel momento in cui avevo ascoltato quella voce, fossi caduto in un Genjutsu?
    Resistenza: 1200/1200
    Stamina: 626-10=616/650
    Azioni:
    Estrazione Tre code
    Daitoppa
     
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