La Serpe nel Buio

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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Questa PQ si svolge prima del patto coi serpenti

    Io.. non hai mai fatto una cosa del genere. Al massimo sei stato fuori per uno, massimo due giorni. Una settimana è assai.. non credo che tua madre sarebbe d'accordo..

    I suoi occhi si calavano verso il basso riempendosi di tristezza ogni qualvolta si parlava di mia madre. Mio padre Roshi come me aveva sofferto tanto per quell'evento disastroso, era stata dura per me che la conoscevo solo da tredici anni, non osavo immaginare cosa provava il marito che la conosceva da una vita, amandola e adorandola ogni giorno sempre di più fin dal primo momento che la conobbe.

    Papà! La mamma non c'è più.. Non è il caso di mettersi nei suoi panni per ogni decisione che devi prendere.. Ormai sono uno Shinobi e devo assumermi le mie responsabilità.

    ....

    Scusami, ma io ho bisogno di questo viaggio.. Devo aumentare le mie conoscenze in ogni campo, un escursione in mezzo alla natura non può che farmi bene. Stai tranquillo, so difendermi!

    Accompagnai la frase con un sorriso a trentadue denti per sdrammatizzare un poco la cosa, poi andai ad abbracciare il babbo.

    Non preoccuparti papà, non mi succederà niente e tornerò presto.

    Potevo capire la sua preoccupazione, specialmente per un figlio così piccolo come me. Avevo solamente quindici anni ma era come se me ne sentissi venti, sia per il grado e sia per le abilità. Mio padre si spaventava di perdere anche me e questo lo comprendevo, ma io ero convinto della mia decisione e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea. Un giorno prima avevo avvisato i miei superiori della mia breve assenza, ma in ogni caso mi avrebbero potuto contattare con un uccello viaggiatore e in quel caso sarei ritornato per adempiere ai miei doveri.
    Lui si sentiva già tremendamente solo senza mia madre, perdere anche me significava un totale crollo psicologico del suo ego e ciò lo avrebbe portavo ad una sicura crisi di depressione con un probabile suicidio. Ovviamente non volevo una cosa del genere per mio padre, avevo già perso mia madre e giurai di proteggere lui con tutto me stesso, compresi gli abitanti di Konoha. Per questo avevo bisogno di partire per accrescere le mie abilità, non potevo sperare di difendere una nazione restando sempre allo stesso livello.

    E va bene..

    Tornerò per il prossimo Week-end, grazie!

    Avevo intenzione di partire subito, così andai nella mia camera per prepararmi.
    Anche se a malincuore, avrei voluto che una donna si prendesse cura di mio padre, una nuova compagna magari gli avrebbe fatto bene. Anche perché più andava avanti il tempo più lui invecchiava, ormai era sulla cinquantina e io non avrei avuto il tempo per badargli più in là. Il mio lavoro non me lo permetteva.

    Uscii di casa in mattinata, inoltrandomi come prima cosa nella foresta del paese del fuoco. In realtà non avevo una meta ben precisa, non avevo neppure un obbiettivo da ricercare. Pensavo che passando del tempo fuori dalla vita comune avrei appreso qualcosa, vivere per una settimana in mezzo alla natura come un senzatetto o un eremita mi avrebbe fatto comprendere nuove cose.
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Dentro di me, nel profondo, sapevo il motivo vero di quel viaggio. Anche se non volevo ammetterlo, non volevo crederci, non potevo più nascondermi da me stesso. Avevo bisogno di stare solo, isolato dal mondo intero. Dovevo riflettere su diverse cose e non mi bastava un semplice pomeriggio fuori casa. Non avevo mai provato quella sensazione, quella profonda sensazione di solitudine e malinconia. Avevo sempre superato tutti i problemi con i miei genitori, con i miei amici, con i miei compagni. Non ero mai stato solo, a me piaceva la compagnia e nutrivo un profondo rispetto per tutte le persone che mi stavano vicino. Ma stranamente in quel periodo era come se esistessi soltanto io, io da un lato e il mondo dall'altro. Ci divideva uno spesso muro, una barriera invalicabile. Mi ritenevo colpevole della morte di mia madre, dei danni al villaggio, di tutto. Ero uno Shinobi del villaggio della foglia, ma che avevo fatto per proteggerlo da quell'attacco? Se solo ne fossi stato in grado, avrei potuto erigere una barriera lignea in modo da ricoprire tutto il villaggio per difenderlo e soprattutto, per salvare mia madre. Ma non ne ero stato capace.
    Non mi andava di parlare con nessuno, di stare con nessuno, dovevo stare solo, e basta. Staccare un po' la spina mi avrebbe sicuramente fatto bene.

    Mi trovavo già nel fulcro dell'intera foresta di Konoha, camminavo nel fitto degli alberi, spostando con le mani i vari rami e cespugli che ostruivano il passaggio. Il cinguettio degli uccelli risuonava in tutto il bosco, insieme ai vari versi che la natura ospitava. Ma non avevo voglia neppure di ascoltare gli animali, scacciavo qualsiasi forma vivente che mi si parasse davanti.
    I miei occhi scrutavano attentamente il paesaggio ad ogni passo, sembravo alla ricerca di qualcosa, qualcosa che io disconoscevo. Potere? Gioia? Amici? Soldi? Era difficile interpretare il mio stato d'animo persino per me stesso, mi sentivo così, vuoto, privo di voglia di vivere.
    L'unica cosa che decisi, fu quella di non imboccare la via per il paese del vento, camminare nel cocente deserto avrebbe solamente fatto smuovere i miei nervi. Così imboccai la via opposta, evitando di passare da altri villaggi o comunque luoghi abitati.
    Sopravvissi per due giorni senza una vera casa, quando calava la notte mi bastava erigere quattro mura di legno con un tetto del medesimo elemento per dormire senza il disturbo degli animali aggressivi. Per quanto feroci potevano essere, non sarebbero riusciti a sfondare una delle mie pareti, la robustezza del mio Mokuton era diventata abbastanza dura e spessa da resistere ad orsi, tigri e giaguari.
    Riguardo al cibo, continuavo a mangiare i vari frutti che trovavo durante il viaggio, soprattutto mele e bacche.

    Avevo già oltrepassato il confine paese del fuoco da un pezzo, attraversai anche una zona arida e priva di qualsiasi vegetazione, una specie di landa desolata. Non avevo idea di dove mi trovavo, o cosa potevo trovare in un luogo del genere, ma il tratto non fu immenso. Superata quella landa, cominciai ad intravedere degli alberi spogli e un minimo di vegetazione morta, una leggera nebbia era padrona del luogo, sembrava un cimitero. Un luogo perfetto per far riposare delle anime decedute, fortunatamente durò poco poiché dopo mi imbattei in una zona montagnola, piena di fossi e caverne. Arrivai infine davanti la soglia di un'immensa grotta, in profondità sembrava illuminata con varie torce sparse sulle pareti.

    Ci abita qualcuno?

    Mi domandai sussurrando.
    Spinto dalla curiosità entrai e una corrente gelida mi attraversò il corpo, facendomi venire i brividi lungo tutta la schiena.
    Avanzai lentamente, alzando la guardia e cercando di fiutare il più possibile l'aria in tutto il perimetro, cercando di anticipare eventuali creature minacciose da cui difendermi.

    Chi osa profanare la mia caverna?

    Le parole rimbombarono per tutta la caverna e io mi fermai di colpo, quella voce cupa e tetra mi fece rabbrividire.

    I-io N-non volevo.

    Scattai via verso l'uscita, allontanandomi da quel luogo senza voltarmi neppure un secondo. Mi ero spaventato a morte, quel posto mi metteva un'angoscia inimmaginabile. Chi era quello? Perché stava lì dentro?
    Non ero riuscito a vederlo e forse era stato meglio così, molti scheletri riempivano il suolo di quella grotta e la cosa non era affatto positiva.

    Ma che sto facendo?! Sono un ninja diamine!!

    Tornai sui miei passi, 'profanando' nuovamente la caverna. Camminavo sull'attenti, cercando con gli occhi e con il naso qualsiasi forma vivente in quel luogo, ma niente, il mio naso non captava nulla e neanche gli occhi riuscivano a trovare l'obiettivo.

    Nessuno è mai tornato.

    Calpestai involontariamente il cranio di un teschio mentre mi addentravo sempre di più in quella tana.

    Nessuno ha mai avuto il piacere di andarsene, a quanto vedo..

    Cominciavo già a sudare, non era un buon segno.

    Kiroachi Senju, perché sei venuto quì?

    !!!!!!!
    Sobbalzai di colpo. Come faceva a sapere il mio nome?!

    Continua :si2:
     
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    L'umidità era padrona del luogo. Le lucertole e i ragni camminavano nelle pareti rocciose, confuse nel buio più totale. Uno spiraglio di luce proveniente dall'entrata mi permetteva di intravedere ombre e figure sfocate, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a vedere nessuno.

    C-chi sei? Come fai a conoscermi?!

    Ero agitato e spaventato, parlavo quasi balbettando mentre diversi sibili provenivano dal fondo della caverna, come se un groviglio di serpenti fosse pronto ad aspettarmi per divorarmi.
    Improvvisamente intravidi una figura nel buio, sembrò avvicinarsi di qualche metro restando però sempre nelle tenebre, non permettendomi di definirne il volto o il corpo. Riuscivo a sgorgare solamente due specie di corna, mentre due serpenti che sembrarono staccarsi dal suo corpo avanzarono ulteriormente, rivelandosi alla luce. Sibilavano continuamente, rendendo l'atmosfera più inquietante di quanto già non lo fosse. La loro pelle era era di un verde scurissimo, quasi nero, mentre i loro occhi rettili trasmettevano un angoscia e una paura assurda. Erano ipnotici, mi ero bloccato a fissarli, provando stupore e timore allo stesso tempo. Solo la voce dell'uomo misterioso mi fece tornare alla realtà.

    Diciamo che sono reduce di Konoha. Perché sei quì?

    Mille domande presero a frullarmi nella testa. Chi era in realtà quell'uomo? Come faceva a conoscermi? Perché viveva in quel posto?
    Ma dalla bocca mi uscì solamente una risposta spontanea.

    Cerco.. la forza necessaria a proteggere il mio popolo..

    Pfff... Ti sei montato la testa. Essere il più bravo della classe, non significa essere il più forte del mondo.
    Vai girando in cerca di qualcosa che perfino tu disconosci. Cerchi forza? Altro potere? Ne hai già abbastanza per la tua età, il tuo corpo potrebbe implodere.


    Ma che.. che stai cercando di dirmi!? Chi sei in realtà?!

    Non riuscivo a venire a capo dell'enigma, quell'uomo mi dava l'aria di sapere più cose di me di quante ne sapesse mio padre.

    Non importa chi sono io, ma chi sei tu. Non è la forza che devi cercare, molte battaglie si vincono col cuore, non con i jutsu. Sei così giovane e forte eppure, ti senti così debole. Cos'è che manca? Ci hai mai pensato?

    N-no..

    Sei solo, piccolo Senju, sei solo. La vera forza dei Senju non sono i Jutsu, nè la forza. È l'amore.

    L'amore?..

    Sei sempre solo, privo di compagnia, privo di amici. Uno Shinobi non è fatto solo di potere, ci sono altri elementi da considerare. La tua scalata verso l'altopiano della gerarchia è ancora ardua e tutta in salita e certamente non puoi affrontarla da solo. Così come i miei serpenti sono parte di me, tu hai bisogno di qualcuno sempre al tuo fianco, pronto ad aiutarti nei momenti di difficoltà. Solo così potrai imparare ad amare e conoscere il vero significato dell'amicizia. E quando raggiungerai quell'obiettivo, sarai pronto per avere il vero potere.

    Il vero potere?

    Sta arrivando una tempesta Kiroachi, è meglio che tu ti sbrighi a tornare a casa, il tuo villaggio avrà bisogno di te.

    Ma che.. dannazione parla chiaramente!

    Dal fondo della caverna un boato sembrò rilasciare una moltitudine di serpi e serpenti di tutte le grandezze. Come un'onda anomala si avvicinavano ad una velocità impressionante, sibilando come in un grido da guerra. Presi a correre verso l'uscita, quei rettili sembravano tutt'altro che amichevoli anzi, avevo l'impressione che quel vecchio non avesse più l'intenzione di continuare la conversazione. E proprio mentre mi apprestavo ad uscire dalla grotta, le sue ultime parole rimbombarono in tutto il luogo:

    In una foresta ove il sole anima la vegetazione, la strada comparirà ai più degni.

    Non appena misi piede fuori dalla caverna una frana ne chiuse l'entrata, sigillandola del tutto. Mi ritrovai quindi nuovamente sul pizzo di una montagna, spaesato e completamente confuso. Le parole del vecchio eremita mi avevano scombussolato, accendendo in me una sorta di fiamma che era stata spenta da tempo. Decisi di tornare di fretta e furia a casa, preoccupato dalla tempesta che diceva stesse per arrivare.

     
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  5. Kote
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