[Missione di II Trama] Sul Patibolo delll'illegalità

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    Incontro al Patibolo



    14.00 P.M.
    L'inverno è praticamente giunto al termine, ma la temperatura a Konoha pare non voler mollare il colpo. Il nevischio diffuso specialmente nelle piazze non si fa scrupolo nel bagnare le vesti dei passanti o nell'arrossare le guance dei bambini in allegria. In effetti, se non per il clima, quello sarebbe potuto essere un giorno qualunque per il ridente villaggio della Foglia, eppure è in corso un evento parecchio raro, uno spettacolo decisamente troppo brutale per coincidere con la consuetudine: oggi muore un ragazzo sotto gli occhi di donne, vecchi e bambini, giustiziato per gli innumerevoli crimini commessi contro l'umanità.
    I cancelli delle carceri vengono aperti, e con essi le porte del paradiso: i raggi ultravioletti, per quanto fiochi, sembrano investire il malvivente con la medesima ferocia di un coltello piantato nel petto. E ciò avviene non appena mette piede fuori dalle tenebre che per 30 giorni e 30 notti sono state la sua prigione, il suo rifugio, la sua casa.
    Trascina il piede lercio e disossato sul granito della via principale, tenuto ferreamente al guinzaglio dagli anbu, che non si curano minimamente di fornirgli uno straccio per le vergogne. Con i genitali al freddo e al gelo, viene ora strattonato, ora forzato a mostrarsi all'opinione pubblica per quello che è o è stato un tempo: una bestia da circo eccessivamente ostile per non essere soppressa. Ma come si sa, presto o tardi la morte arriva, e nessunissima ipotesi gli avrebbe riservato una sorte diversa.
    Pertanto, così come succede nei piccoli paesi dinnanzi a un evento differente dalla quotidianità, la gente della Foglia si accalca attorno al tragitto del mukenin per assistere con una taciuta curiosità alle modalità di esecuzione. Tuttavia, la scena va oltre l'immaginabile, suscitando disgusto e rigetto agli occhi non abituati a certe visioni. Molti assistono con la coda dell'occhio alle condizioni del prigioniero, altri se ne infischiano, altri ancora cercano di dar voce all'umanità che risiede negli anbu, incoraggiandoli a trattare il condannato a morte con un essere umano. E infine c'è chi urla a squarciagola il nome "Zero", nella spenta speranza di salvare chi li ha salvati dalla catastrofe.
    All'improvviso una scena smorza il respiro generale: il piede di Zero inciampa su una pietra aguzza, che gli scarna alluce e illice, oltre a farlo impattare a viso scoperto sul granito. Vorrebbe liberare una smorfia di dolore, un grido disperato, ma quando tenta di sfogarsi capisce che la bocca ha perduto persino la capacità di far quello. Strattonato da dietro, gli viene ordinato di rialzarsi e in quell'istante gli si avvicina un poveraccio nullatenente, con due panni contati addosso: il primo gli fa da copricapo a protezione della testa, il secondo da indumento intimo. Niente di cui stupirsi: per qualcuno star bene, qualcun altro deve necessariamente star male.
    Con una malinconica empatia gli porge il turbante, nella speranza che i militari gli concedano di ripristinare un filo di dignità in mezzo alle gambe, ma scambiando il gesto con un passaggio di arma camuffata, raccolgono Zero prima che possa accettare la carità. La forma della gogna restrittiva fa il resto, allontanandolo sempre più da chi, pur non avendo nulla, ha cercato di dar tutto.
    La mente di Zero è riconosciuta come una delle più tenaci in circolazione, ma è evidente: è quella l'unica forza rimastagli a permettergli di reggersi alla vita.
    Passo dopo passo, il traditore da spettacolo in tutto il villaggio, giungendo infine nella piazza più vasta, esattamente di fronte al palazzo reale, dove non esiste più un Kage ad attenderlo, bensì il consiglio degli anziani temporaneamente reggenti.
    Lo scrutano con una sufficienza difficile da descrivere, che non lascia spazio alla benchè minima empatia. Il loro sguardo è cattivo e spietato, la mano di dio che castiga adamo ed eva rei di aver infranto il suo volere. La pietà è un'oasi nel deserto: un miraggio...


    - Abbiamo esaudito la tua richiesta, mandandoti nelle carceri Nonubu Senju, eppure tu non hai rispettato l'accordo.
    Dovevi solo darci qualche informazione importante, e invece...hai preferito l'oblio assoluto...
    Sarà il Punitore a far giustizia, privata e non solo. -


    - Che modo carino di dire...*coff coff*..."versar sangue".. *coff* -

    - Hai avuto tutto il tempo di parlare. Adesso basta. Il patibolo è pronto. -

    Asserisce l'anziana a capo della combriccola ostentando il patibolo alle sue spalle: quattro gradini e un soppalco per lo show. E' chiara la funzione di un'esecuzione pubblica: un deterrente di controllo, una misura preventiva per mostrare cosa accade quando si infrange una legge artificiale, spacciata per qualcosa di assoluto, trascendente, tutto l'opposto di ciò che è. Il più alto traguardo dell'uomo, dopo la religione, per asservire i "più" ai "meno".
    Il punitore lì di lato pregusta la vendetta personale come solo un boia può fare, affilando lame, arricciando fruste e indossando il copricapo d'esecuzione. Gli anbu incaricati gli passano perciò il testimone, intimandogli di fare attenzione alla gogna di legno, unico mezzo per sopprimere il chakra del prigioniero. Per un istante i loro sguardi si incontrano, ma la forza emanata dall'uno sovrasta inevitabilmente quella dell'altro, del condannato a morte.
    Viene calciato su per i gradini dai calci crudeli, ciascuno diretto di punta ai lombi della carne da macello, fino a costringerlo con testa e mani sul legno, al cospetto della gente che ha tradito.
    E invero son tutti là, appostati similmente a una scolaresca agli esami di stato. Lui fissa loro, loro fissano lui. Difficilmente uno scenario tanto raccapricciante non sortisce effetto sui civili.
    Il momento del commiato infine giunge: la vecchia risale con eleganza il patibolo e sfila la fascetta dalla pergamena di circostanza. Quindi prende fiato...


    Shape e Akito, mi spiace per aver introdotto in modo personale, ma si sa: l'inizio delle missioni è questo.
    Vi ho dato largo spazio per far ciò che volete. Date sfogo alla fantasia.
     
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    Che bella giornata.

    Curiosi i pensieri che affiorano nella mente delle persone in situazioni di stress, vero? Sarakube stava assistendo all'esecuzione di Zero il Mukenin, o Sefiro Mitarashi a seconda di come lo si voleva vedere, e in quel momento il pensiero andava al clima invernale che affliggeva Konoha, un freddo così fuori luogo in un periodo tanto vicino alla primavera. I suoi pensieri avrebbero potuto virare su qualsiasi cosa riguardante l'evento in corso, ma la sua mente aveva deciso di staccarsene momentaneamente, rifugiandosi nel cielo terso, l'aria fredda e gli ultimi residui nevischio che coprivano le strade e i vicoli del villaggio semi distrutto.

    Ma ovviamente, questo distacco non poteva durare. Sarakube riportò la sua piena attenzione su quanto stava succedendo non appena le porte si aprirono e il prigioniero venne portato alla luce. Sembrava quasi soffrire fisicamente quando la luce del sole toccò la sua pelle e i suoi occhi. Sarakube provò disgusto, non per il prigioniero in se, ma per lo stato in cui era ridotto, causato indubbiamente dalla lunga permanenza nelle segrete di Konoha.

    Dovremmo essere migliori di così.

    Proprio mentre lo diceva, il corpo di quello che un tempo era Zero lo tradì, incespicando su un sasso lungo la strada. Nell'indifferenza delle guardie, due barboni si fecero avanti e offrirono al prigioniero qualche straccio per coprirsi nell'aria gelida. Sarakube fu rincuorato che qualcuno mostrasse ancora un minimo di compassione verso una persona, per quanto spregevole fosse. In effetti, la folla era abbastanza divisa su come trattarlo. Alcuni sembravano odiarlo. Probabilmente, erano le vittime dei suoi crimini, persone che avevano perso qualcuno a causa sua. Non poteva certo biasimarli. Altri sembravano mostrargli un minimo di gratitudine, per aver salvato il villaggio. Altri stavano in silenzio.

    Sarakube faceva parte dell'ultima categoria. Non sapeva bene come comportarsi con Zero. Non aveva assistito ai suoi crimini, non aveva perso nulla a causa sua, ma sapeva quello che aveva fatto e non poteva semplicemente ignorarlo. Ma d'altra parte, aveva salvato il villaggio. Per quello, doveva essergli grato. Quindi, quando l'esecuzione era stata annunciata, aveva semplicemente accettato la cosa. Non era così idealista da prendere le parti del consiglio o del mukenin. Almeno, non su quella questione.

    E in effetti non era lì per vedere la morte del traditore. A lui che Zero morisse o fosse tenuto imprigionato a vita nelle segrete importava ben poco. Quello che lo preoccupava era l'evento in se. Quando aveva saputo che Nonubu aveva catturato Zero, era rimasto impressionato. Avrebbe fatto lui stesso i complimenti al suo compagno... se non avesse scoperto che, in realtà, Zero si era arreso di propria spontanea volontà. A quel punto, si era fatto fare un resoconto dettagliato della faccenda.

    Diecimila campanelli di allarme gli erano suonati in testa tutti contemporaneamente quando il quadro si era formato nella sua testa. Sarakube non pretendeva di capire la mentalità di una persona che prima tradisce il villaggio e poi lo salva, e tra le due cose compie crimini efferati, però gli sembrava assurdo che Zero, il Mukenin, che aveva sconfitto la Volpe a Nove Code, si fosse arreso contro Nonubu e Kuroda, Jinchuuriki non del tutto esperti nell'utilizzo dei Bijuu all'interno del loro corpo. Magari si sbagliava, magari si erano rivelati ben più pericolosi di quello che apparivano, ma il combattimento tra i tre era finito praticamente all'inizio, prima che il Mukenin sfoderasse tutte le sue carte. Sarakube lo trovava estremamente sospetto. Certo, lui era paranoico, glielo avevano detto molte volte, ma era un tratto naturale della sua personalità che salta fuori, quando scopri che gli uomini che hanno massacrato la tua famiglia appartengono allo stesso villaggio in cui vivi. Ad ogni modo, Sarakube era convinto che Zero si fosse fatto catturare per una ragione specifica. Poteva essere che semplicemente si fosse arreso... ma qualcosa gli diceva che non era così.

    - Abbiamo esaudito la tua richiesta, mandandoti nelle carceri Nonubu Senju, eppure tu non hai rispettato l'accordo.
    Dovevi solo darci qualche informazione importante, e invece...hai preferito l'oblio assoluto...
    Sarà il Punitore a far giustizia, privata e non solo. -


    - Che modo carino di dire...*coff coff*..."versar sangue".. *coff* -

    - Hai avuto tutto il tempo di parlare. Adesso basta. Il patibolo è pronto. -


    No, non si è arreso. Vedeva il fuoco ancora scorrere in quell'uomo, un fuoco composto dalla pura forza di volontà, perchè non aveva altre forze a cui appellarsi. Per quel motivo era lì. Sarakube sapeva che Zero era venuto a Konoha per un motivo, e non solo voleva scoprire quale fosse, ma voleva anche impedire che qualsiasi cosa fosse, desse problemi. C'erano Anbu, c'erano Jonin, c'era di tutto in quella piazza... ma lui era venuto comunque. Perchè aveva paura che stesse per succedere qualcosa.

    Se solo mi avessero ascoltato...

    Aveva perso il conto di quante volte era andato dal Consiglio degli anziani per dirgli che secondo lui c'era qualcosa sotto, che avrebbero fatto meglio a portare Zero in una struttura esterna, e magari se proprio non volevano fare le due cose precedenti, almeno ammazzarlo nelle segrete, dove nessuno poteva arrivare, e annunciarne il decesso successivamente. Ma no, niente di tutto questo. Il Consiglio voleva vantarsi del successo ottenuto da Nonubu, mostrare a tutti che Konoha era ancora forte. Non gli era passato nemmeno per l'anticamera del cervello che torturare e condannare a morte un uomo che si era arreso senza praticamente combattere non era una dimostrazione di forza, ma di paura. Temevano Zero e volevano piegarlo, mostrare a tutti che non avevano paura, con un falso coraggio che diventava incoscienza.

    Sarakube si passò la mano sulla fronte, che nonostante il freddo si era coperta di sudore. Stai calmo. Magari non succederà nulla.

    Però lo stomaco non si rilassò. Rimase contratto come un uomo colpito da una scarica elettrica, immobile e vibrante al tempo stesso. Inconsciamente, i piedi di Sarakube lo portarono vicino al patibolo. Sapeva che nessun pericolo poteva venire dall'uomo rinchiuso in quella gogna di Mokuton che lui stesso, una volta, aveva sperimentato, però era come attratto da quel luogo. Il momento sta giungendo. La consigliera sale la scalinata, apre una pergamena. Sta per leggerla ad alta voce. La tensione nel corpo di Sarakube si impenna furiosa. Tutti i muscoli si tendono fino allo spasmo, il suo corpo inizia a tremare. Sarebbe stato il momento perfetto per un colpo di scena esplosivo.

    Fa che non succeda nulla... fa che non succeda nulla...

    Non sa nemmeno chi sta pregando, Sarakube. Ma prega comunque. Sperando che qualcuno risponda.

    Scheda

    Se non appaiono 35 punti in Forza è perchè non hanno ancora aggiornato la scheda, però ci sono :asd:
    Non sapevo bene cosa scrivere perchè non è ancora successo nulla, quindi boh, spero che per il momento questo sia sufficiente.
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Avevo ancora in mente la scena della cattura di Zero, Zero il mukenin. Si, perché anche io ero lì quel giorno nonostante non mossi un muscolo per aiutare. Non riuscivo a rendermene ancora conto, era come se il mio corpo si fosse paralizzato. Non avevo mai visto un Jinchuriki e vedere Nonubu in quello stato mi fece rabbrividire. Il modo in cui quel demone potesse cambiarlo, sia esternamente che internamente. Era spaventoso. Aveva perso il controllo scambiando amici per nemici, e nel frattempo il vero avversario si godeva lo spettacolo. Quest'ultimo anche sopra ogni mia aspettativa, non avrei potuto fare nulla né per calmare Nonubu né per fronteggiare Zero ma io non ero fatto così. Ci avrei provato lo stesso, in un modo o nell'altro, avrei perso la vita pur di cambiare le sorti di quella battaglia ma non fu così, non riuscì neppure a muovermi. Perché?!
    Non pensavo ad altro da quel giorno o meglio, quella notte.
    Ma giurai sulla tomba di mia madre che quella sgradevole situazione non sarebbe più apparsa. Avrei vinto ogni paura pur di servire al meglio Konoha e garantire la pace nel villaggio. Mi sarei battuto in ogni situazione e contesto per il bene della mia patria e dei miei compagni.
    Fortunatamente e improvvisamente poi il Capitano riuscì a riprendere il controllo e una volta arrivati i rinforzi, Zero il Mukenin si arrese. Evidentemente non si sarebbe potuto difendere dalla moltitudine di ninja che erano arrivati sul campo di battaglia. Persino un potere grande come il suo non poteva far nulla contro tutte quelle forze, forse.
    Eppure lui aveva salvato il villaggio qualche mese prima, sventando l'attacco della volpe a nove code. Ma questo per qualcuno non sembrava poi così tanto importante, i consiglieri lo volevano morto tanto da porre un'esecuzione in pieno pubblico. Che aveva fatto di così grave? Nei fascicoli non v'era scritto nulla di importante o che desse una motivazione tanto pesante da mozzargli la testa.
    Certe cose non le capivo ma in ogni modo non m'interessava, se Konoha aveva deciso così, così doveva andare. Non stavo mica a criticare le scelte di gente più anziana e più esperta di me. L'unica cosa che avevo intenzione di fare era di parlare con Nonubu, forse lui sapeva darmi qualche utile spiegazione.

    Ma è tardissimo dannazione!

    Saltai letteralmente giù dal letto, come se qualcosa mi avesse punto i glutei. Schizzai in bagno a lavarmi e a vestirmi, mi capitava troppo spesso di perdermi nei pensieri una volta sveglio sotto le coperte. Erano le quattordici passate e la ghigliottina era fissata per quell'ora anche se solitamente gli orari non si rispettavano mai fiscalmente.
    Mio padre stranamente non era in casa e questo mi preoccupava, io come un fulmine mi avviai in piazza ove la questione si sarebbe svolta.
    Le strade erano deserte, tutti si trovavano praticamente in un ipotetico punto, la piazza principale. E ci credevo, non era cosa di tutti i giorni anzi, non era cosa e basta. Non era mai successa un'esecuzione in pieno pubblico a Konoha.
    Corsi a tutto gas per le innumerevoli vie, stando attento a non scivolare con la neve per terra che non ne voleva sapere di sciogliersi. Non vedevo l'ora che il sole tornasse ad illuminare tutto il paese e soprattutto, che quel giorno finisse presto.
    Arrivai sul posto col fiatone, v'era un'infinità di gente e un mormorio assurdo. Nella parte più lontana, ovvero al centro della piazza si trovava il patibolo con il condannato in ginocchio su una gogna di legno. La stessa gogna che anch'io ero capace di creare. Sembrava la condanna di Cristo, la stessa scena di quando Ponzio Pilato fece scegliere al popolo Barabba anziché il Signore. Solo che in questo caso non v'era nessuna scelta, nessuna possibilità di salvezza.
    Mi feci strada tra la gente, scostando varie persone nella speranza di imbattermi in Nonubu. Infine arrivai in prima fila e potei finalmente accorgermi delle condizioni di quel che sembravano i resti di Zero. Un corpo magro e lercio, con le ossa che stavano per uscire di fuori. Due stracci gli coprivano l'intimo, sempre se intimo si poteva ancora definire. I lunghi e sporchi capelli neri gli nascondevano il volto, non avevo visto mai nessuno in quello stato provavo compassione per lui.
    I miei occhi però continuavano a cercare il suo bersaglio, non lo trovavo neppure tra le guardie. Ma dov'era finito?!

    Ehm Ehm..

    Qualcuno di schiarì la voce.. era la vecchia consigliera, stava per parlare..

    Kiroachi momuro
    Io sono col villaggio in ogni caso :si2:
     
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    - Sefiro Mitarashi, pubblicamente riconosciuto con il nome di "Zero", sei accusato da questo governo e dagli altri dei nove Paesi Ninja di: ladrocinio, assassinio plurimo, alto tradimento e latitanza, ai sensi delle annesse norme di legge. Questo potere si è riservato il diritto di giudicare col massimo della pena le tue colpe, emanando il verdetto che segue: condanna a morte. -



    - Bla bla bla... -

    - Tuttavia la nostra benevolenza ci impone di ascoltare gli imputati per un ultimo discorso ed un'eventuale richiesta. Se sarà possibile la esaudiremo.
    Personalmente Zero, ti consiglio di morire a testa alta. Pertanto non sbeffeggiare quest'ultima concessione. Prego.


    A distanza si staccò un pezzo di neve da un albero, per posarsi sul granito della strada.
    Il concilio degli anziani aveva pronunciato efficacemente una formula di pertinenza, la solita che veniva emanata al cospetto dei condannati al patibolo, per quanto di radissimo vi fossero casi simili.
    Zero guardò il pubblico con occhio giudicatore, e scrutò ciascuna persona come quello che era, non come ciò che rappresentava per Konoha, un numero con le gambe. Vedeva sguardi tutti diversi, emozioni tutte diverse, che spaziavano dal più compromettente dei rancori, alla pietà più religiosa. Manipolazione.
    Si era dato una missione oscura, i cui fini sarebbero emersi molti anni dopo, sempre se tutto fosse andato secondo i piani. E guardando l'alto orologio al centro della piazza, mancava poco. Molto poco.
    Avrebbe volentieri atteso nel silenzio un qualche impulso dall'esterno, ma la pressione esercitatagli contro dall'ascia affilata del punitore gli impose di ingegnarsi...


    - E' questa la tua risposta, Sefiro Mitarashi? Il silenzio alla compassione?
    In tal caso si proceda all'esecuzione. -



    - Una cosa ce l'ho da dire, se vostra grazia volesse ancora adempiere alla sua parola. -

    - Dunque i modi li conosci ancora dopotutto. Ti ho già dato il via libera. Ma bada bene a non giocare scherzi o a prendere tempo... -



    Scandì con chiarezza mettendo tre lunghi puntini e un sorriso trattenuto sulla frase, alla stregua di un criminale intento a spiegare il suo piano...

    - Zero, forse non lo sai, ma questo giorno per il mondo non esiste. Nessuno all'infuori dei nostri concittadini sa dell'esecuzione. Ed è facilmente intuibile il motivo. Siamo persino andati incontro alla legge occultando la sentenza, giacchè ormai tu non sei più un semplice traditore di Konoha, bensì del mondo intero.
    Saresti dovuto essere giudicato da un consiglio dei nove poteri, tuttavia sarebbe potuto accadere qualcosa di irreparabile con una fuga di informazione. Lo sappiamo tutti quanto sei "gradito" ai mukenin, ciò che sconociamo però è il numero di seguaci che sarebbero disposti a seguirti e a sacrificarsi pur di tentare di salvarti.
    Come se non bastasse, inoltre, abbiamo spostato il 90% delle guardie alle porte e ai confini del Fuoco per intercettare qualunque possibile movimento architettato a riguardo. Se qualcuno dovesse varcare il confine del Fuoco noi lo sapremmo in tempo reale. E dato che nessuna notizia è ancora pervenuta e tu sei a pochi istanti dalla morte, dubito che qualcosa andrà storto. -



    Un discorso inattaccabile, ineccepibile, frutto di una macchinazione ingegnosa e al contempo subdola. Pur di vedere morto Zero si erano prese misure cautelare dall'efficienza unica. Mai nella storia un'esecuzione era stata tanto ponderata, eppure un animale mostra gli artigli solo quando è in trappola. La domanda a quel punto sorgeva spontanea: chi era la preda? E chi il predatore? -

    - Clap Clap. -

    Onomatopeizzò con la bocca.

    - Ti prendi ancora gioco di noi nonostante le circostanze? -

    - Il contrario, vostra grazia. Non potendo applaudire, simulo la cosa con la bocca.
    Devo dire che siete davvero paranoici.*coff coff*
    Tutte queste premure per un carcerato che avete torturato per la durata di un mese, facendogli sperare almeno per la vita, benchè in cella, e ora tutto questo?
    Non vorrei sembrare presuntuoso, ma è "paura" quello che leggo tra le righe della sentenza? -


    - FA SILENZIO, IDIOTA! -

    Lo offese il punitore con il manico dell'ascia, prendendolo alla tempia.

    - Fallo continuare. Siamo tutti curiosi di capire dove vuole arrivare. -

    - ...coff*...con tutto il rispetto: credete davvero di abbindolare la vostra gente con le fiere parole? A cosa serviva quel discorso? A rassicurare i presenti che l'esecuzione avverrà senza intoppi? Perchè a me questo sembrava *coff coff*, non un discorso volto alla mia persona. Del resto avreste potuto non dir nulla nè a me nè al popolo. Invece vi siete sentiti in dovere di farvi il cazzo grosso. *Coff Coff* -

    - Che disgustosa persona! -

    - Per cosa? Per il turpiloquio? O per aver fatto capire alla gente che mi temete, ancor più di odiarmi? *coff coff* -

    Lo scambio di battuto smosse qualcosa tra i presenti, commenti scomodi rispetto al consiglio, talvolta maldicenze emesse gratuitamente.
    In pochi minuti i soldatini dacchè erano belli in piedi inbellettati, divennero una calca di pensieri contrastanti, dibattenti. Gli bastarono poche frasi per trasformare dei pupazzi in delle persone, tutte pensanti.
    L'anziana? Anche lei notò eccome la potenza esercitata sul volgo, e si compiacque per quanto col coltello impugnato dalla parte della lama...


    - Devo dire che ci sai davvero fare, Zero. Ad un passo dalla morte sei riuscito comunque a dire la tua. Giocare a carte scoperte è il minimo che possiamo fare ora: è evidente la nostra paura. Ma non farti illusioni: non è te che temiamo. -

    - Quali illusioni?! *Coff coff* So benissimo cosa temete voi, i vostri predecessori e chi come voi governa sugli altri.... -

    - Illuminaci. -

    - Voi temete il buio, l'assenza del controllo di ogni cosa. *coff*
    E' facile combattere una guerra dove si sa di essere in maggioranza numerico, ed è altrettanto facile affrontare un popolo che sai comunque di dominare, a prescindere da quanto siano sbagliati e corrotti i tuoi ordinamenti. Perchè è questo che siete. Voi tutti che pensate di manipolare questo mondo, ignorando che chi governate sono sì una moltitudine, ma anche un'individualità di teste ed ambizioni personali.
    Ed è per questo che avete paura. Voi non temete me, ma la mia esistenza. Perchè il fatto che esista un singolo come me nel mondo, significa che potrebbero esistere tanti come me. E state pur sicuri che ho già provveduto ad un mio lascito nel mondo. *Coff* -


    Gli anziani retrocedettero tutti, nessuno escluso, davanti allo sgomento nel pubblico che pareva voler sul forcone il governo. Così, dal nulla...

    - PUNITORE, ESEGUI! -

    - ...con sommo piacere! -

    - ...no, il piacere è tutto mio... -

    Il punitore fendette l'aria e la testa di Zero, facendola ruzzolare in mezzo alla folla. Ma se la gogna Senju gli inibiva il chakra, com'è che lo Sharingan risplendeva sui suoi iridi?


    Edited by Zérø - 19/3/2015, 00:05
     
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  5. Shapechanger
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    Teso fino allo spasmo Sarakube attese che succedesse qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma nulla accadde. L'anziana consigliere si limitò a esporre la sentenza.

    - Sefiro Mitarashi, pubblicamente riconosciuto con il nome di "Zero", sei accusato da questo governo e dagli altri dei nove Paesi Ninja di: ladrocinio, assassinio plurimo, alto tradimento e latitanza, ai sensi delle annesse norme di legge. Questo potere si è riservato il diritto di giudicare col massimo della pena le tue colpe, emanando il verdetto che segue: condanna a morte. -

    Niente, non accadde nulla. La tensione accumulata abbandona lentamente il corpo di Sarakube, che trema ancora, ma dalla fatica che il solo stress di quel momento è riuscito a procurargli. Forse non succederà davvero nulla. Forse le sue erano solo paranoie.

    - Tuttavia la nostra benevolenza ci impone di ascoltare gli imputati per un ultimo discorso ed un'eventuale richiesta. Se sarà possibile la esaudiremo.
    Personalmente Zero, ti consiglio di morire a testa alta. Pertanto non sbeffeggiare quest'ultima concessione. Prego.


    Beh, io non crederei tanto alla benevolenza degli anziani, tutto sommato.

    Sarakube continuava a non essere tranquillo. Era ancora vigile, consapevole che fino a che la testa di Zero non fosse rotolata per terra, c'era ancora il rischio che qualcosa andasse storto. Però la tensione precedente l'aveva provato e non riusciva a essere concentrato come prima. Doveva spendere un minuto per riprendere le forze. Per il momento si limitò a fissare Zero, che stava scrutando la folla, forse in cerca di qualcuno, forse in cerca di qualcosa. Lo sguardo del mukenin sembrava voler penetrare l'anima di tutte le persone presenti. Talmente era assorto nella sua contemplazione che ci volle il tocco del Punitore per farlo rinsavire.

    - E' questa la tua risposta, Sefiro Mitarashi? Il silenzio alla compassione?
    In tal caso si proceda all'esecuzione. -


    Una cosa ce l'ho da dire, se vostra grazia volesse ancora adempiere alla sua parola.

    - Dunque i modi li conosci ancora dopotutto. Ti ho già dato il via libera. Ma bada bene a non giocare scherzi o a prendere tempo...
    Zero, forse non lo sai, ma questo giorno per il mondo non esiste. Nessuno all'infuori dei nostri concittadini sa dell'esecuzione. Ed è facilmente intuibile il motivo. Siamo persino andati incontro alla legge occultando la sentenza, giacchè ormai tu non sei più un semplice traditore di Konoha, bensì del mondo intero.
    Saresti dovuto essere giudicato da un consiglio dei nove poteri, tuttavia sarebbe potuto accadere qualcosa di irreparabile con una fuga di informazione. Lo sappiamo tutti quanto sei "gradito" ai mukenin, ciò che sconociamo però è il numero di seguaci che sarebbero disposti a seguirti e a sacrificarsi pur di tentare di salvarti.
    Come se non bastasse, inoltre, abbiamo spostato il 90% delle guardie alle porte e ai confini del Fuoco per intercettare qualunque possibile movimento architettato a riguardo. Se qualcuno dovesse varcare il confine del Fuoco noi lo sapremmo in tempo reale. E dato che nessuna notizia è ancora pervenuta e tu sei a pochi istanti dalla morte, dubito che qualcosa andrà storto. -


    Oh, bene. Allora non sono del tutto privi di cervello.

    Quella sarebbe stata decisamente una buona idea, sempre se non si prendeva in considerazione l'idea che Zero potesse essersi fatto catturare di proposito. A quel punto, il fatto che ci fosse o no una fuga di informazioni era pressoché irrilevante. Se Zero si era fatto catturare di proposito, aveva sicuramente un piano di qualche genere. Quale potesse essere non ne aveva idea, però era lì per essere sicuro che non ci fossero scherzi.
    La reazione di Zero al discorso è disarmante.

    - Clap Clap. -

    Ebbene si, onomatopeizzò un applauso. Sarakube cominciò a chiedersi se, per caso, il mese di tortura non lo avesse fatto andare fuori di testa.

    - Ti prendi ancora gioco di noi nonostante le circostanze? -

    - Il contrario, vostra grazia. Non potendo applaudire, simulo la cosa con la bocca.
    Devo dire che siete davvero paranoici.*coff coff*


    Mai abbastanza. Fu il pensiero di Sarakube.

    Tutte queste premure per un carcerato che avete torturato per la durata di un mese, facendogli sperare almeno per la vita, benchè in cella, e ora tutto questo?
    Non vorrei sembrare presuntuoso, ma è "paura" quello che leggo tra le righe della sentenza? -


    Preoccupante che il pensiero di Zero fosse praticamente identico al suo, ma Sarakube non ci fece troppo caso. Per come la vedeva lui, i pensieri del Consiglio erano abbastanza trasparenti. Non ci voleva un genio a capire quanto il solo nominare Zero gli facesse stringere le chiappe.
    Il boia però non gradì l’affermazione dell’ovvio di Zero.

    - FA SILENZIO, IDIOTA! - urlò, colpendolo in testa con il manico dell’ascia.

    Stai zitto, imbecille. Ha solo detto la verità.

    Ma la verità poteva essere sgradita. Sarakube ne sapeva qualcosa, di verità che non si potevano rivelare. Nessuno gli avrebbe creduto se avesse detto che la sua famiglia era stata ucciso da degli Anbu di Konoha, anzi, probabilmente gli avrebbero dato del bugiardo. Quindi era stato in silenzio, e aveva cercato di scoprire la verità per conto suo. Senza esito, almeno per il momento.
    Comunque, la consigliera pareva non essere impressionata dalle parole del Mukenin.

    - Fallo continuare. Siamo tutti curiosi di capire dove vuole arrivare. -

    - ...coff*...con tutto il rispetto: credete davvero di abbindolare la vostra gente con le fiere parole? A cosa serviva quel discorso? A rassicurare i presenti che l'esecuzione avverrà senza intoppi? Perchè a me questo sembrava *coff coff*, non un discorso volto alla mia persona. Del resto avreste potuto non dir nulla nè a me nè al popolo. Invece vi siete sentiti in dovere di farvi il cazzo grosso. *Coff Coff* -

    Le somiglianze tra le loro linee di pensiero stava diventando sempre più lampante. Sarakube ignorò pure quello. Era solo una verità che chiunque che avesse un minimo di cervello avrebbe colto. Niente di grave.

    - Che disgustosa persona! -

    - Per cosa? Per il turpiloquio? O per aver fatto capire alla gente che mi temete, ancor più di odiarmi? *coff coff* -

    Le persone cominciarono a agitarsi. A discutere. Evidentemente la verità non era chiara a tutti. Lui non si fece coinvolgere. Non era per quel motivo che era lì. A lui non importava nulla ne del Consiglio, ne di Zero. Gli importata di Konoha, perché era la sua casa, e niente di più. Quei discorsi pomposi e pseudo-filosofici se li potevano infilare dove non batteva il sole, per quello che lo riguardava. Si sorprese perfino che la consigliera gli desse corda.

    Per l’amor del cielo, ammazzalo e falla finita! Non vedi che ti sta suonando come un pianoforte?

    Niente, la consigliera doveva avere la scatola cranica dura come il cemento armato, perché non parve afferrare la situazione. Anzi, guardò la folla con compiacimento!

    - Devo dire che ci sai davvero fare, Zero. Ad un passo dalla morte sei riuscito comunque a dire la tua. Giocare a carte scoperte è il minimo che possiamo fare ora: è evidente la nostra paura. Ma non farti illusioni: non è te che temiamo. -

    - Quali illusioni?! *Coff coff* So benissimo cosa temete voi, i vostri predecessori e chi come voi governa sugli altri.... -

    Oh, ti prego, non cominciare con quel tipo di discorso…

    - Illuminaci. -

    Imbecille.

    - Voi temete il buio, l'assenza del controllo di ogni cosa. *coff*
    E' facile combattere una guerra dove si sa di essere in maggioranza numerico, ed è altrettanto facile affrontare un popolo che sai comunque di dominare, a prescindere da quanto siano sbagliati e corrotti i tuoi ordinamenti. Perchè è questo che siete. Voi tutti che pensate di manipolare questo mondo, ignorando che chi governate sono sì una moltitudine, ma anche un'individualità di teste ed ambizioni personali.
    Ed è per questo che avete paura. Voi non temete me, ma la mia esistenza. Perchè il fatto che esista un singolo come me nel mondo, significa che potrebbero esistere tanti come me. E state pur sicuri che ho già provveduto ad un mio lascito nel mondo. *Coff* -


    Ecco qua, sgamato. Zero era un anarchico, o qualcosa di molto simile che si professava libero pensatore. Non solo, era uno di quelli pericolosi, in quanto nelle sue idee c’è abbastanza verità da scuotere le folle, ma anche abbastanza distorsione da portarle dove le voleva lui. C’era del vero nelle parole di Zero? Senza dubbio. I governi di tutto il mondo devono porre una qualche forma di controllo, altrimenti a che servono? Il governo non è forse un tacito patto tra governanti e governati, in cui i secondi cedono parte della loro libertà personale in modo che i primi possano garantire loro una vita migliore? Ovviamente, questo genere di patto raramente funzionava alla perfezione, ma l’alternativa era il caos o il dominio totale del più forte, che può permettersi di fare il bello e il cattivo tempo.
    Sarakube non aveva mai creduto che Konoha fosse perfetta, ma Zero stava dipingendo i consiglieri come una sorta di setta massonica che mirava a fare il lavaggio del cervello a tutto il mondo in modo da mantenere il potere a scapito della popolazione. Burattinai che volevano eliminarlo non per i numerosi crimini compiuti, tra cui la distruzione del palazzo del Raikage e una notevole scia di morti, ma per le sue idee, come se fossero qualcosa di nuovo e mai visto sulla faccia del pianeta. Ok, forse un pochino anche per quello, o per il fatto che era un Uchiha, che avevano la tendenza a essere molto potenti e molto fuori di testa.

    Il governo di Konoha non era mai stato nulla di tutto questo. A volte avevano preso delle decisioni poco condivisibili, ma era sempre stato per il bene del villaggio. Non poteva sapere se anche in altri paesi era stato così, ma il discorso di Zero, semplicemente, era un'esagerazione, un artificio teorico che non aveva riscontro nella realtà di Konoha. Sarakube non gli diede peso.

    Il problema principale di tutta la faccenda, però, era che il popolo era talmente idiota da farsi abbindolare da discorsi simili. Ecco cosa succede quando non si ha una guida salda, soprattutto in casi di crisi. Le persone erano pronte a sfogare la rabbia, la disperazione e la frustrazione su qualsiasi bersaglio gli venisse indicato.

    I consiglieri andarono nel panico. Pessima mossa. Poteva portare solo a conseguenze peggiori.

    - PUNITORE, ESEGUI! -

    - ...con sommo piacere! -

    <i>- ...no, il piacere è tutto mio... -


    E di nuovo la tensione si impadronì di Sarakube, che recepì solo in quel momento il significato della frase di Zero. “Ho già provveduto ad un mio lascito nel mondo”. Un lascito? Che genere di lascito?
    L’ascia del Punitore calò sulla testa di Zero, e in quel momento, nei suoi occhi, apparve lo Sharingan.
    Per un secondo, Sarakube non credette a quello che stava vedendo. Non era possibile. Le manette di Mokuton erano in grado di bloccare il chakra di chiunque. Lui stesso le aveva provate e non era possibile liberarsi dalla loro morsa, non senza avere la forza necessaria a frantumarle. Ma Zero non poteva averle frantumate.
    In rapida sequenza, una serie di frasi si concatenarono insieme formando un quadro ben preciso. Zero aveva un lascito. Aveva chiesto che qualcuno venisse a trovarlo nelle segrete. Qualcuno che poteva controllare il Mokuton.
    Nonubu? Era quella la soluzione? Il piano di Zero? Si era fatto catturare perché aveva un infiltrato?

    Sarakube scacciò quel pensiero. Magari aveva solo trovato il modo di ingannare le manette. Il problema adesso era che Zero poteva usare il suo chakra. Era un disastro. Non serviva un attacco esterno per liberare il Mukenin, ci avrebbe pensato da solo. Sarakube si voltò verso la folla.

    SCAPPATE!

    Sarakube non sapeva cosa aveva intenzione di fare Zero al villaggio, ma qualsiasi cosa fosse, c’erano il rischio di uno scontro che coinvolgesse la popolazione. I consiglieri potevano anche lasciarci le penne, per quello che lo riguardava. Non erano loro a fare Konoha, era la sua gente. La gente che lo aveva accolto quando aveva perso tutto. Adesso era la sua occasione per ripagarli.
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    - Sefiro Mitarashi, pubblicamente riconosciuto con il nome di "Zero", sei accusato da questo governo e dagli altri dei nove Paesi Ninja di: ladrocinio, assassinio plurimo, alto tradimento e latitanza, ai sensi delle annesse norme di legge. Questo potere si è riservato il diritto di giudicare col massimo della pena le tue colpe, emanando il verdetto che segue: condanna a morte. -

    Tutte queste cose?!
    Per un attimo smisi di cercare il Capitano e concentrai lo sguardo verso il condannato. Mi sembrava impossibile che un tipo ridotto in quello stato fosse capace di tutti quei crimini. Ma si sa, l'apparenza più delle volte inganna e ne avevo avuto la prova concreta sulla mia pelle.
    Mi chiedevo cosa avesse portato quell'uomo, o meglio, quel ragazzo a tradire il suo villaggio, la sua patria, la sua casa. Io non sarei mai riuscito a lasciare Konoha e a tradire la mia gente, i miei superiori, i miei parenti e coloro che mi avevano educato e insegnato l'arte Ninja. O almeno era ciò che pensavo, mi trovavo bene al villaggio della foglia e dopo la morte di mia madre, in cui giurai di difenderla con le unghia e coi denti, non avrei abbandonato per nulla al mondo quell'ideale. Sarei diventato HoKage e avrei fatto il possibile per mantenere il villaggio e il paese solido e forte. Questo era il mio credo ninja.

    - Tuttavia la nostra benevolenza ci impone di ascoltare gli imputati per un ultimo discorso ed un'eventuale richiesta. Se sarà possibile la esaudiremo.
    Personalmente Zero, ti consiglio di morire a testa alta. Pertanto non sbeffeggiare quest'ultima concessione. Prego.


    Il prigioniero che fino a qualche secondo prima stava con la testa china a fissare il terreno, alzò il capo e prese a scrutare tutti i presenti con fare inquietante. Come se fosse pronto ad agire, a trucidare tutti gli abitanti in un massacro senza precedenti. Ma non c'era nulla di cui preoccuparsi, la gogna di legno che solo noi Senju eravamo in grado di creare, era indistruttibile. Inibiva il Chakra e l'unico modo per liberarsi era romperla con la mera forza bruta. Cosa che era praticamente impossibile per Zero, dato che il mese trascorso nelle carceri l'aveva praticamente reso scheletrico.

    Strinsi la sciarpa che portavo al collo e osservai con fare incuriosito il ''dibattito'', dimenticandomi di cercare Nonubu che d'altro canto sembrava non esserci.

    - E' questa la tua risposta, Sefiro Mitarashi? Il silenzio alla compassione?
    In tal caso si proceda all'esecuzione. -


    - Una cosa ce l'ho da dire, se vostra grazia volesse ancora adempiere alla sua parola. -

    - Dunque i modi li conosci ancora dopotutto. Ti ho già dato il via libera. Ma bada bene a non giocare scherzi o a prendere tempo... -

    Zero sembrava.. compiaciuto. Perfino pochi minuti prima della sua morte riusciva a ridere? Che persona strana..

    - Zero, forse non lo sai, ma questo giorno per il mondo non esiste. Nessuno all'infuori dei nostri concittadini sa dell'esecuzione. Ed è facilmente intuibile il motivo. Siamo persino andati incontro alla legge occultando la sentenza, giacchè ormai tu non sei più un semplice traditore di Konoha, bensì del mondo intero.
    Saresti dovuto essere giudicato da un consiglio dei nove poteri, tuttavia sarebbe potuto accadere qualcosa di irreparabile con una fuga di informazione. Lo sappiamo tutti quanto sei "gradito" ai mukenin, ciò che sconociamo però è il numero di seguaci che sarebbero disposti a seguirti e a sacrificarsi pur di tentare di salvarti.
    Come se non bastasse, inoltre, abbiamo spostato il 90% delle guardie alle porte e ai confini del Fuoco per intercettare qualunque possibile movimento architettato a riguardo. Se qualcuno dovesse varcare il confine del Fuoco noi lo sapremmo in tempo reale. E dato che nessuna notizia è ancora pervenuta e tu sei a pochi istanti dalla morte, dubito che qualcosa andrà storto. -


    Ecco perché manca Nonubu! Sarà a difendere le porte!!
    Mi si accese la lampadina e i miei pensieri ritornarono al mio consanguineo, doveva per forza trovarsi lì, dubitavo che in una situazione del genere lo avessero mandato in missione. Andare o non andare?
    Ripensandoci però ormai ero in piazza, ci sarei potuto andare dopo dato che la questione del momento mi aveva ormai ''coinvolto'' per via della mia curiosità. Anche perché non era una cosa che accadeva tutti i giorni, Konoha stava giustiziando il nemico numero uno della foglia, non volevo perdermelo.
    Tornando al discorso della vecchia, non immaginavo che fosse una cosa così segreta, lo volevano morto a tutti i costi!

    - Clap Clap. -

    Non facevo altro che ripetermi quanto fosse strano quel tizio.

    - Ti prendi ancora gioco di noi nonostante le circostanze? -

    - Il contrario, vostra grazia. Non potendo applaudire, simulo la cosa con la bocca.
    Devo dire che siete davvero paranoici.*coff coff*
    Tutte queste premure per un carcerato che avete torturato per la durata di un mese, facendogli sperare almeno per la vita, benchè in cella, e ora tutto questo?
    Non vorrei sembrare presuntuoso, ma è "paura" quello che leggo tra le righe della sentenza? -


    - FA SILENZIO, IDIOTA! -

    La situazione si stava scaldando e nonostante ciò, il mukenin manteneva un atteggiamento calmo e pacato, come se avesse la situazione sotto controllo.

    - Fallo continuare. Siamo tutti curiosi di capire dove vuole arrivare. -

    - ...coff*...con tutto il rispetto: credete davvero di abbindolare la vostra gente con le fiere parole? A cosa serviva quel discorso? A rassicurare i presenti che l'esecuzione avverrà senza intoppi? Perchè a me questo sembrava *coff coff*, non un discorso volto alla mia persona. Del resto avreste potuto non dir nulla nè a me nè al popolo. Invece vi siete sentiti in dovere di farvi il cazzo grosso. *Coff Coff* -

    - Che disgustosa persona! -

    - Per cosa? Per il turpiloquio? O per aver fatto capire alla gente che mi temete, ancor più di odiarmi? *coff coff* -

    Il pubblico irruppe il silenzio con un profondo e continuo mormorio, lo stesso ed identico mormorio che scoppiava in una classe quando l'insegnante usciva dall'aula e gli alunni si sfogavano con il proprio compagno di banco. Che stava succedendo? Tutto quel baccano non mi faceva ascoltare il discorso, dannazione!

    State zitti!

    Gridai. Ma era come se non avessi mai parlato, a fermarli furono le parole successive del condannato:

    - Quali illusioni?! *Coff coff* So benissimo cosa temete voi, i vostri predecessori e chi come voi governa sugli altri.... -

    - Illuminaci. -

    - Voi temete il buio, l'assenza del controllo di ogni cosa. *coff*
    E' facile combattere una guerra dove si sa di essere in maggioranza numerico, ed è altrettanto facile affrontare un popolo che sai comunque di dominare, a prescindere da quanto siano sbagliati e corrotti i tuoi ordinamenti. Perchè è questo che siete. Voi tutti che pensate di manipolare questo mondo, ignorando che chi governate sono sì una moltitudine, ma anche un'individualità di teste ed ambizioni personali.
    Ed è per questo che avete paura. Voi non temete me, ma la mia esistenza. Perchè il fatto che esista un singolo come me nel mondo, significa che potrebbero esistere tanti come me. E state pur sicuri che ho già provveduto ad un mio lascito nel mondo. *Coff* -


    Per un attimo ci fu il silenzio assoluto. Quelle parole avevano scombussolato tutti presenti. Che cosa significa? Che i consiglieri e tutto il governo erano una massa di corrotti avidi di potere e del controllo? Non mi era mai interessato alla sfera politica del villaggio, non sapevo parlare a riguardo. D'altronde avevo soltanto quindici anni, era ancora presto per poter abbracciare profondamente certe cose ma alcune potevo capirle.
    Per quanto corrotti e avidi potessero essere, a me non era mai sembrato nel corso della mia carriera. Il villaggio era sempre andato bene togliendo la strage della volpe a nove code di qualche mese prima. Ma di cosa parlava precisamente Zero? Perché gli anziani avrebbero dovuto temerlo? A cosa miravano?
    Non riuscivo a collegare i pezzi, mentre la gente dietro di me sembrava essere impazzita.

    - PUNITORE, ESEGUI! -

    - ...con sommo piacere! -

    - ...no, il piacere è tutto mio... -

    Fissai la scena, pronto a vedere la testa del mukenin rotolare per terra. Poco prima che l'ascia decapitasse l'uomo, quest'ultimo alzò la testa e sbarrò gli occhi.

    Lo Sharingan?!

    SCAPPATE!

    Un ninja non molto distante da me urlò al pubblico e si creò il caos più totale. La gente correva a destra e a manca, accavallandosi persino uno sopra l'altro, il panico era ufficialmente scoppiato tra la folla.

    Cavolo, e ora?!
     
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    Un ammasso di neve sciolta venne giù da un pino non molto distante dalla piazza, spiaccicandosi sul granito. Similmente fece la testa di Zero, che capicollò in un'eterna moviola giù per le scale del patibolo finendo in mezzo alla folla. E non importava se sulle iridi tinteggiava ancora un acceso rosso carmino, perchè di fatto non c'era più alcun corpo che potessero proteggere.
    Le fauci del punitore stentarono ad allargarsi in un enorme sorriso compiaciuto, perchè fino all'ultimo persino lui aveva creduto potesse salvarsi la vita. Ma così non fu. La morte di un mukenin, la fine di un'oscura minaccia.
    Il consiglio di anziani quindi circumnavigò il popolo con lo sguardo, tenendosi a debita distanza da insorgimenti nell'eventualità le vaticinanze del mukenin avessero fatto una qualunque breccia nell'opinione pubblica; ma se nei suoi ultimi istanti di vita Zero era riuscito a creare uno spacco tra gli spettatori, la sua morte raggelò ogni sospiro fino al punto del "cessate il fuoco".
    Nessuno ebbe più da ridire, almeno fino al ritrovamento dell'aria per tornare a respirare...


    - E' stata una partita... -

    La più anziana ebbe da tirar fuori una pipa e accenderla all'estremità, per infine aspirare...

    - ...accesa. -

    Poc'altro da aggiungere. Numerose colate di ghiaccio vennero giù dai tetti, come se avessero atteso la fine dell'esecuzione, depositandosi tutt'intorno alla scena.
    Espirò all'opinione pubblica:


    - CHE QUEST' ESECUZIONE SERVA DA MONITO A CHIUNQUE VOGLIA MACCHIARSI LE MANI DI "INGIUSTIZIA". KONOHA NON TOLLERA CHE UNO O PIU' INDIVIDUI POSSANO NUOCERE AL BENESTARE DEL NOSTRO POPOLO.
    GIUSTIZIA E' STATA FATTA. TORNATE ALLE VOSTRE CASE E AMATE LE VOSTRE FAMIGLIE, GIACCHE' NESSUN'ALTRA FIGURA OSTILE LE MINACCIA. NE' MAI LE MINACCERA' PIU'. -


    Fine dei giochi con Cesare protendente il pollice verso il basso.
    Com'era stato detto giustizia era stata fatta, e Zero non era divenuto altro che un'ombra del passato, che sino all'ultimo minuto di vita aveva provato ad arrampicarsi sugli specchi per restare a galla. Ma non c'era riuscito.
    Certo, qualcuno nel voltarsi mantenne chino il capo e l'espressione rude, ma un malcontento piuttosto contenuto se paragonato al danno che potenzialmente sarebbe potuto accadere con una rivolta.
    Il punitore estrasse con veemenza l'alabarda dal legno su cui si era piantata assieme al capo del mukenin, perciò con un fazzolettone ne ripulì il filo dal sangue e versò una lacrima a vendetta compiuta. C'era stato del personale in quell'esecuzione, ma nessuno l'avrebbe mai saputo all'infuori dei mandanti.
    Tutto tranquillo insomma, come se niente fosse mai accaduto; eppure nell'andarsene via la folla, arrivata ad un punto, venne presa al lazzo da un richiamo, un avvertimento lanciato a squarciagola da uno shinobi relativamente anonimo:


    - SCAPPATE!!

    E nel voltarsi generale qualcosa tra la matassa omogenea di Konohani, si distinse: dozzine di tombini sparsi per la città zampillarono a decine di metri dal loro alloggio, accompagnati da gridi bellici e rozzi. Vennero fuori letteralmente come funghi dal sottosuolo, armati fino ai denti tra metallo e ideali malriposti. Era un bastimento di mukenin, che in modo anomalo era riuscito a bypassare le difese al confine col villaggio, un'impresa a dir poco impossibile per degli estranei al Fuoco.
    Serpeggiarono tra le strade, convogliandosi nella piazza del patibolo e dandosi alla pazza gioia. Nel centro del villaggio, privo delle difese quasi tutte concentrate ai confini, poterono davvero fare il bello e il cattivo tempo, dal momento che i civili ben poco potevano fare.
    Tagliavano teste, bruciavano case, distruggevano beni pubblici, con una brutalità di chi si è tenuto dentro ogni cosa per decine di anni. Nelle razzie e nella distruzione, non cercavano uno spasso momentaneo, stereotipo della loro natura, bensì una vendetta nei confronti di chi li aveva scacciati, braccati, isolati dal mondo. Non si trattava di crudeltà nuda e cruda, ma di un riscatto nei confronti del mondo. Volevano la loro fetta di pace, di tranquillità, insomma una realtà visibile unicamente da una prospettiva differente...


    - Ma questo...è...IMPOSSIBILE!
    Come hanno fatto a superare le difese interne?! -


    - ONOREVOLE ANZIANI, VENITE, VI PORTO IN SALVO A PALAZZO! -

    Fremette il punitore, che si svestì dei panni da boia e raccogliendo il potere del villaggio in due mani con lo scopo di trarlo in salvo.

    - ZERO E' GIA' MORTO, BASTARDI, NON C'E' PIU' CARNE PER VOI! -

    Lanciò invano il proposito uno dei tanti grigio-barbuti, ma in quel momento una picca gli si piantò nella spina dorsale lanciata da chissà dove.
    A primo sguardo era palese cosa fosse accaduto: era colpa di Zero, che era riuscito - seppur non in tempo - a chiamare a sè i suoi seguaci, i topi di fogna della vecchia Ame, che adesso stavano cercando il loro leader.


    - Maledetto Zero, c'è riuscito ancora!
    Ma ti è andata male, idiota di un Uchiha, non hai fatto in tempo! -


    In poco meno di mezz'ora 1/4 di villaggio era stato messo con le spalle al muro, tra strutture fatte saltare e sangue sparso senza cognizione di causa. Del resto i chunin, uniche forze rimaste, non riusciva a contrastare nè la forza nè la moltitudine di quella tempesta. Cadevano tristemente uno dopo l'altro, affossando le ginocchia tra il ghiaccio e il nevischio. Abbandonavano le famiglie che piangevano per loro, le stesse dalle quali si erano recati innanzitutto allo scoppiare dell'attacco. E poi morivano anche quelle, ora perforate ora calpestate sotto i piedi dell'"ingiustizia".
    Ciò che però ignoravano era il valore di quel termine, dacchè un'ingiustizia spesso e volentieri è il risultato di un'altra ingiustizia subita. E i mukenin, in quell'amaro dì, volevano lasciare quel messaggio e non solo:


    - PRENDEREMO LA CITTA'!
    ADESSO E' IL NOSTRO MOMENTO DI VIVERE IN PACE!
    BASTA CON L'ESSERE COSTANTEMENTE IN FUGA DA QUESTI SHINOBI CHE SI FANNO FORZA DEL LORO NUMERO PER STERMINARCI UNO AD UNO.
    OGGI E' IL GIORNO DEL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA! -


    A parlare era Jack Burter, l'ex Cacciatore, che perdendo ogni legame con la vecchia "famiglia" aveva deciso di appoggiare questo nuovo progetto: la rivendicazione di una nuova patria, dove la fuga, e la taglia sulla sua testa si sarebbe persa in una vita differente.
    [...] Proprio sul patibolo di Zero, un criminale mai visto prima, rivestito di armatura da testa a piede, innalzò la testa mozzata del "punitore", poi prese sotto braccio la più anziana del consiglio - sottratta al suo salvatore, e andò per appoggiarle sulla carotide il filo di una spada...


    - MISERABILI CITTADINI NATI E CRESCIUTI NELLA PACE.
    OGGI CONOSCETE IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO E PROVATE NELLA VOSTRA ANIMA IL RANCORE CHE PER ANNI NOI CI SIAMO PORTATI DIETRO.
    COSA VORRESTE FARNE DI NOI? CASTIGARCI? TORTURARCI? UCCIDERCI?
    BENE, SAPPIATE E' TUTTO QUELLO CHE COVIAMO NEI NOSTRI CORPI. OGGI NOI ABBIAMO MOLTO IN COMUNE.
    LA DIFFERENZA? NESSUNA.
    UN TEMPO ERAVATE VOI I MOLTI E NOI I POCHI, MA GUARDATEVI ADESSO. NELLA VOSTRA MISERABILITA' IO VEDO LA NOSTRA DI UN TEMPO.
    DITEMI: VI SENTITE FORTUNATI? -


    Passò il discorso attraverso il filtro vocale di una maschera di ferro. Chi era costui?
    Ebbene, si trattava del padrino indiscusso di ogni attacco mukenin, il mandante per definizione. Mai visto, mai sentito. Esisteva e non esisteva al tempo stesso. La sua taglia? Ammontava a 0, perchè di suo pugno non aveva mai torto un capello ad una mosca, in senso ufficiale si intende.
    E invece in quel dì era lì, in primissima linea per espugnare Konoha, una patria ed un ideale.
    Quel giorno moriva il Fuoco, ma anche l'idea che i mukenin agivano per stereotipo, come se non avessero obbiettivi personali.
    Tuttavia nel momento in cui la lama sulla gola si mosse, qualcosa accadde...




    Scusate il ritardo, ma come sapete sono abbastanza in culo col lavoro. Ribadisco qui che potete fare anche altre missioni intanto, seppur parlandone in senso anteriore a quest'evento.
    Parlate, raccontate, salvate gente da mukenin, potete anche uccidere qualcuno narrativamente. Fermate la mano di questo fantomatico malvivente, ma ovviamente poi ci dovete combattere, quindi non siate autoconclusivi in questo :asd:
     
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    Quando l'ascia calò, le iridi di Zero si tinsero di rosso cremisi, il colore dello Sharingan. Sarakube vide e capì che qualcosa non stava andando come dovuto. Ma non potè reagire in tempo. L'ascia calò e la testa rotolò sul patibolo. Qualsiasi cosa volesse fare Zero, non aveva fatto in tempo.
    L'urlo che Sarakube stava per emettere gli rimase bloccato in gola come un pezzo di carne particolarmente grosso e masticato malamente. Si bloccò dolorosamente all'altezza del Pomo d'Adamo e lì rimase, ammutolendolo.

    - E' stata una partita... accesa. - disse l'anziana, tirando fuori una pipa e accendendola con calma compassata. Prese due profondi respiri di quella roba e poi urlò alla folla.

    - CHE QUEST' ESECUZIONE SERVA DA MONITO A CHIUNQUE VOGLIA MACCHIARSI LE MANI DI "INGIUSTIZIA". KONOHA NON TOLLERA CHE UNO O PIU' INDIVIDUI POSSANO NUOCERE AL BENESTARE DEL NOSTRO POPOLO.
    GIUSTIZIA E' STATA FATTA. TORNATE ALLE VOSTRE CASE E AMATE LE VOSTRE FAMIGLIE, GIACCHE' NESSUN'ALTRA FIGURA OSTILE LE MINACCIA. NE' MAI LE MINACCERA' PIU'. -


    Tutto qui?

    Che diavolo era stato quell'improvviso lampo negli occhi di Zero? Se lo era immaginato? E anche se fosse stato vero, a cosa era servito, di preciso? Voleva forse usare un jutsu di qualche tipo ma non aveva fatto in tempo? Sarakube era in uno stato confusionale. Non riusciva a schiarirsi il cervello.

    Zero è morto.

    Già, ci aveva messo un paio di secondi a capirlo. Non era successo nulla di strano su quel patibolo, a parte quel lampo cremisi. L'esecuzione era filata liscia, i suoi sospetti su Nonubu erano infondati. Zero era morto. Quell'attimo doveva essere stato un'allucinazione. Il boia stava addirittura pulendo l'ascia con un fazzoletto, la testa era rimasta inerme sul terreno. La folla se ne stava andando, alcuni contrariati, ma nessuno pareva intenzionato a reagire in maniera violenta.

    Era finita. Non era successo nulla.
    Ma poi sentì qualcosa. Non avrebbe saputo dire che cosa, come una vibrazione nel terreno. Vide uno dei tombini agitarsi, come spinto da mani sotterranee, e l'urlo che gli era rimasto conficcato in gola esplose.

    SCAPPATE!!

    Diversi tombini saltarono per aria, seguiti da urla forti e bellicose, piene di rabbia e desiderio di vendetta. Uomini armati di tutto punto emersero dalle fogne della città individui armati fino ai denti e decisamente non propensi alla discussione pacifica. Mukenin. In qualche modo, Zero era riuscito a far entrare i Mukenin all'interno di Konoha, ancora per metà devastata dalla guerra e senza forze militari adeguate.
    I consiglieri parevano non aver afferrato la situazione.

    - Ma questo...è...IMPOSSIBILE!
    Come hanno fatto a superare le difese interne?! -


    Il boia ringhiò qualcosa, togliendosi gli abiti da esecuzione per rivelare una normalissima tenuta ninja.

    - ONOREVOLE ANZIANI, VENITE, VI PORTO IN SALVO A PALAZZO! -

    Beh, quella era una buona mossa, però Sarakube era molto più preoccupato per gli abitanti. I Mukenin non si sarebbero fatti scrupoli ad ucciderli... oppure si? Magari se tutto il discorso di Zero era fondato, poteva anche aver dato istruzione di non uccidere i civili, limitandosi ai ninja. Non che la situazione migliorasse, per lui e per Raikimi. Però sarebbe stato un pensiero in meno.
    Purtroppo non andò così. Un vecchio uomo urlò contro i Mukenin, furioso.

    - ZERO E' GIA' MORTO, BASTARDI, NON C'E' PIU' CARNE PER VOI! -

    Una picca, volando da chissà dove, gli si piantò nella schiena. Intorno a lui, i chunin cadevano, seguiti poco dopo dalle loro famiglie, calpestati dai mukenin.

    E' questa la tua idea di buon governo, Zero? Il più forte uccide il più debole e fa quello che gli pare?

    Quelli erano i fatti oltre le parole. Anche se avesse creduto al discorso di Zero, quello gli avrebbe fatto cambiare idea. Non c'erano giustificazioni per quello che stava succedendo.

    - Maledetto Zero, c'è riuscito ancora!
    Ma ti è andata male, idiota di un Uchiha, non hai fatto in tempo! -


    Sarakube avrebbe voluto dire a quell'idiota che era una ben magra soddisfazione sapere questo quando Konoha era sotto attacco, ma ci rinunciò. Aveva altre cose da fare. Assicurarsi che i civili sopravvivessero era una di queste. Assicurarsi che Raikimi fuggisse era prioritario. Le mandò un messaggio tramite un sistema da lui ideato e basato sui suoi amici. Avrebbero mandato il messaggio per conto suo. Un messaggio semplice. Scappare, possibilmente a Oto, dove poteva chiedere a Rogue di proteggerla. Una volta sistemata la faccenda, si dedicò a proteggere i civili. Raikimi era dall'altra parte della città. Avrebbe fatto in tempo a fuggire senza problemi.

    Intanto nella piazza si era scatenato il caos. Sarakube sentì le grida dei mukenin sovrastare la confusione.

    - PRENDEREMO LA CITTA'!
    ADESSO E' IL NOSTRO MOMENTO DI VIVERE IN PACE!
    BASTA CON L'ESSERE COSTANTEMENTE IN FUGA DA QUESTI SHINOBI CHE SI FANNO FORZA DEL LORO NUMERO PER STERMINARCI UNO AD UNO.
    OGGI E' IL GIORNO DEL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA! -


    Bastardi.

    Forse, in un'altra situazione, Sarakube avrebbe anche potuto capire i loro sentimenti, ma stavano ammazzando civili. Le loro parole, le ingiustizie che avevano -o presumevano di aver- subito, non giustificavano, ai suoi occhi, l'omicidio di persone innocenti. Senza dire una parola, spazzò via un gruppo di mukenin con un jutsu Fuuton ad ampio raggio, determinato a tenerli lontani dalla folla per quanto possibile. Gli uomini volarono lontano, alcuni feriti, difficilmente tutti morti. Non con un singolo jutsu. Probabilmente alcuni si sarebbero schiantati contro uno spigolo e se era fortunato si sarebbero rotti qualcosa, ma in fondo non gli interessava ucciderli. Farlo avrebbe richiesto più tempo e fatica di quanto potesse permettersi. Poteva essere l'unico Sp.Jonin rimasto a Konoha. Non ne era sicuro, ma sperava sinceramente di no. Non poteva tenerli a bada tutti da solo. Quindi risparmiò le forze e si limitò a scagliare lontano con le sue tecniche chiunque si avvicinasse e sembrasse avere intenzioni ostili, lanciandolo lontano dalla folla alle sue spalle.
    Non che questo avrebbe fatto una qualsiasi differenza. Erano troppi. Anche le persone che scappavano, protette dai suoi jutsu, prima o poi potevano incontrare un mukenin, spuntato all'improvviso da una strada laterale. Non c'era angolo di Konoha che potesse dirsi al sicuro.

    Intanto, sulla piazza, un criminale che non aveva mai visto ne mai sentito accennare prima, coperto da un'armatura completa, strappò dalla presa del Punitore l'anziana del consiglio, puntandole una spada alla gola.

    - MISERABILI CITTADINI NATI E CRESCIUTI NELLA PACE.
    OGGI CONOSCETE IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO E PROVATE NELLA VOSTRA ANIMA IL RANCORE CHE PER ANNI NOI CI SIAMO PORTATI DIETRO.
    COSA VORRESTE FARNE DI NOI? CASTIGARCI? TORTURARCI? UCCIDERCI?
    BENE, SAPPIATE E' TUTTO QUELLO CHE COVIAMO NEI NOSTRI CORPI. OGGI NOI ABBIAMO MOLTO IN COMUNE.
    LA DIFFERENZA? NESSUNA.
    UN TEMPO ERAVATE VOI I MOLTI E NOI I POCHI, MA GUARDATEVI ADESSO. NELLA VOSTRA MISERABILITA' IO VEDO LA NOSTRA DI UN TEMPO.
    DITEMI: VI SENTITE FORTUNATI? -


    Di sicuro, Sarakube non si sentiva fortunato. Si sentiva un topo in trappola, però adesso doveva agire. Non poteva permettere a quel balordo di fare quello che voleva. Gli sarebbe anche piaciuto fargli notare che se proprio vuoi prendertela con qualcuno per il terrore e la rabbia che avevano dentro, avrebbero dovuto prendersela con gli shinobi e lasciare in pace gli abitanti del villaggio, ma non credeva che la vedesse al suo stesso modo. Quando l'odio e la sete di vendetta oscuravano la ragione si finiva sempre così.

    Sen'ei Jashu, Tecnica dell'Ombra della Serpe!

    Tre serpenti maculati fuoriuscirono dal suo braccio, dirigendosi verso l'uomo per immobilizzarlo, afferrandogli per primo il braccio che teneva la spada e successivamente il resto del corpo. Poco lontano, un Chunin che non gli sembrava di aver mai visto prima fece qualcosa di molto simile, lanciando dal suo braccio una specie di troncò che si scagliò contro il mukenin, con l'evidente intento di bloccarlo alla stessa maniera. Sarakube non credeva che fosse sufficiente a fermarlo, però non aveva tecniche migliori per impedirgli di sgozzare la consigliera.

    Peccato, Naruto Uzumaki. Il tuo messaggio, alla fine, è stato dimenticato.

    Adesso, l'unica cosa che poteva fare era combattere. Non avrebbe voluto farlo lì, nel suo villaggio, ma la situazione era fuori controllo. E doveva guadagnare tempo per Raikimi. Quindi si preparò a quello che poteva essere l'ultimo combattimento della sua vita.

    Scheda
    Resistenza: 800
    Stamina: 900 - 10 = 890.

    Azioni: Tecnica dell'Ombra della Serpe per bloccare l'uomo e ferirlo, se possibile.


    Edited by Shapechanger - 5/4/2015, 09:06
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Caos. Era l'unica parola che poteva descrivere la situazione nella piazza del villaggio, la gente sembrava impazzita di colpo. Forse era stato lo Sharingan sulle iridi del Mukenin, o forse era stato qualcos'altro. Ma la testa del condannato venne mozzata di colpo, rotolando giù dal patibolo mentre rilasciava sangue per tutto il tragitto. Giunse proprio vicino i miei piedi, colma di liquido rosso e con gli occhi accessi di un rosso fiammante, era inquietante. Uno spettacolo rivoltante, pieno d'odio e tristezza. Perché si doveva arrivare a tanto? Era questo il nostro destino? Ucciderci a vicenda come degli animali? Si poteva evitare tutto questo, Zero aveva protetto il villaggio qualche mese addietro e quello poteva significarsi qualcosa. Ovvero che in realtà, nel suo cuore, lo volontà del fuoco non si era spenta del tutto. Potevano provare a farlo ragionare, convincerlo che tutto ciò che aveva fatto era sbagliato. Meglio tardi che mai si dice, ma a quanto parve gli anziani non ne volevano sapere. Dovevano odiarlo così tanto da non dargli nemmeno una possibilità. Allora erano vere le sue parole prima di morire? Avevano paura di lui?
    L'anziana sopra il patibolo disse qualcosa mentre accendeva una pipa, non la ascoltai completamente poiché immerso nei miei pensieri. Solo dopo mi fece tornare alla realtà, urlando fino a farsi gonfiare tutte le vene del viso e del collo.

    - CHE QUEST' ESECUZIONE SERVA DA MONITO A CHIUNQUE VOGLIA MACCHIARSI LE MANI DI "INGIUSTIZIA". KONOHA NON TOLLERA CHE UNO O PIU' INDIVIDUI POSSANO NUOCERE AL BENESTARE DEL NOSTRO POPOLO.
    GIUSTIZIA E' STATA FATTA. TORNATE ALLE VOSTRE CASE E AMATE LE VOSTRE FAMIGLIE, GIACCHE' NESSUN'ALTRA FIGURA OSTILE LE MINACCIA. NE' MAI LE MINACCERA' PIU'. -


    Il popolo si zittì di colpo, fermandosi come se anche il tempo si fosse stoppato. Espressioni tristi, amareggiate, intimorite. Tutti sentimenti negativi, quell'esecuzione aveva smosso i cuori dei cittadini, facendogli ricordare chi è che comandava. Comandavano loro? Un gruppetto di anziani incapaci di usare qualsiasi arte Ninja? Bah, non era affar mio. L'importante era che Konoha era protetta e incolume. Anche se ogni volta che ci pensavo, nella mia mente echeggiavano sempre le stesse domande: Chi era Konoha? Era il villaggio? Il popolo? Gli shinobi?
    Avevo le domande ma non le risposte. E proprio mentre cercavo di scacciare quei pensieri continui, qualcosa si mosse dal terreno. I tombini del sistema fognario saltarono in aria liberando l'accesso a diverse persone che tutt'altro sembravano che civili. Sbucarono fuori con asce, spade e pugnali. Tutte con moltitudini cicatrici sparse nel corpo, coprifronti tagliati e occhi colmi di rabbia. Erano Mukenin!

    - Ma questo...è...IMPOSSIBILE!
    Come hanno fatto a superare le difese interne?! -


    - ONOREVOLE ANZIANI, VENITE, VI PORTO IN SALVO A PALAZZO! -

    Il boia che pochi secondi prima aveva pulito la lama dell'ascia con un fazzolettone, si tolse il mantello con tanto di cappuccio e afferrò i due consiglieri guardandosi intorno per trovare la via più sicura da prendere.

    - ZERO E' GIA' MORTO, BASTARDI, NON C'E' PIU' CARNE PER VOI! -

    Non appena l'anziano terminò la frase, una picca gli si conficcò nella schiena, facendolo cadere per terra inerme, privo di vita.

    NO!! NON SUCCEDERA' DI NUOVO!!!

    Sfilai lo Shuriken gigante dalla mia schiena e facendolo roteare mi fiondai su uno dei molteplici nemici. Avevo giurato di proteggere il villaggio con le unghia e coi denti, e l'avrei fatto. I mukenin cominciarono a massacrare tutta la popolazione, non risparmiando né bambini né anziani. Non avevano pietà, come se i Konohiani erano una razza da estirpare, da far estinguere senza pensarci due volte.
    Come me, i pochi compagni Shinobi che erano rimasti cominciarono a combattere contro gli aggressori, ma i risultati erano più che pessimi. I Chunin non riuscivano a tener testa a quei rozzi bestioni, si contavano sulle dita di una mano coloro che riuscivano a fronteggiare i nemici. Colpivo violentemente i malviventi con la mia arma, poi la lanciai con tutta la mia forza verso un mukenin che stava per uccidere una donna, colpendolo alle spalle.
    Uno di loro mi gettò per terra e cominciò a colpirmi violentemente il viso, i suoi pugni erano duri come l'acciaio, ma non mi avrebbero fermato perché la volontà che scorreva nel mio corpo era più dura ancora. Gli conficcai un paletto di legno fuoriuscente dal palmo della mia mano dritto nello stomaco, poi lo schiacciai, fino a farglielo uscire dalla schiena. Togliermelo di dosso sembrò l'impresa più ardua del combattimento, i suoi 90 chili misero a dura prova il mio fisico.
    Cadevo e mi rialzavo, tramite le mie cupole di legno e i miei Jutsu facevo il più possibile per proteggere il massimo numero di abitanti. Purtroppo dovevo anche limitare i miei Jutsu, per evitare di distruggere ulteriormente il villaggio. Usavo solo tecniche mirate, la grande boscaglia mi fu di grande aiuto. Più il tempo passava, più la situazione peggiorava. Le abitazioni esplodevano, la gente moriva, io ero sporco di fango e sangue, continuavo a combattere con tutte le forze un avversario dopo l'altro, il mio corpo esplodeva di rabbia ed energia.

    - PRENDEREMO LA CITTA'!
    ADESSO E' IL NOSTRO MOMENTO DI VIVERE IN PACE!
    BASTA CON L'ESSERE COSTANTEMENTE IN FUGA DA QUESTI SHINOBI CHE SI FANNO FORZA DEL LORO NUMERO PER STERMINARCI UNO AD UNO.
    OGGI E' IL GIORNO DEL ROVESCIO DELLA MEDAGLIA! -


    Uno di loro si elevò sopra un tetto e urlò le loro intenzioni. Digrignai i denti, strinsi il pugno e come un cane rabbioso ringhiai verso l'uomo.

    PROVACI!! DOVRAI PASSARE SOPRA IL MIO CADAVERE!!!

    Mi lanciai sull'obbiettivo, pronto a colpirlo con un portentoso destro. Ma improvvisamente davanti ad esso mi si parò un altro uomo, più grosso e massiccio. Il mio pugno incontrò il suo petto e ciò che si danneggiò fu.. il mio pugno. Quel colosso sembrava fatto di cemento armato. Si gonfiò i muscoli e si preparò a colpirmi con una spallata, ebbi giusto il tempo di rivestirmi con uno strato ligneo che il gigante mi sbalzò via, distruggendo la mia armatura e gettandomi giù dal tetto, facendomi ruzzolare diversi metri per terra finendo infine proprio sotto il patibolo.

    - MISERABILI CITTADINI NATI E CRESCIUTI NELLA PACE.
    OGGI CONOSCETE IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO E PROVATE NELLA VOSTRA ANIMA IL RANCORE CHE PER ANNI NOI CI SIAMO PORTATI DIETRO.
    COSA VORRESTE FARNE DI NOI? CASTIGARCI? TORTURARCI? UCCIDERCI?
    BENE, SAPPIATE E' TUTTO QUELLO CHE COVIAMO NEI NOSTRI CORPI. OGGI NOI ABBIAMO MOLTO IN COMUNE.
    LA DIFFERENZA? NESSUNA.
    UN TEMPO ERAVATE VOI I MOLTI E NOI I POCHI, MA GUARDATEVI ADESSO. NELLA VOSTRA MISERABILITA' IO VEDO LA NOSTRA DI UN TEMPO.
    DITEMI: VI SENTITE FORTUNATI? -


    Mi alzai gli occhi, mettendomi prima in ginocchio e poi in piedi. Un'ennesimo mukenin teneva in ostaggio la consigliera che aveva precedentemente dato il via all'esecuzione di Zero. Costui sembrava diverso dagli altri però, era rivestito con un'armatura da testa a piedi e la sua voce metallica faceva rabbrividire il più impavido degli shinobi. La sua lama stava per sgozzare l'anziana e io reagì d'istinto.

    Mokuton!: Mokusatsu Shibari no Jutsu!

    Dei fasci legnosi schizzarono via dal mio braccio, con l'intento di avvinghiarsi nel corpo dell'uomo e bloccarlo nella sua totalità, avvolgendosi soprattutto nel braccio, per continuare poi nella mano e fermare il suo intento.

    No! Non ci sentiamo fortunati! Ci sentiamo superiori a gente come voi che trucida bambini donne ed anziane indifese!!!

    Nel frattempo utilizzai la Mokuton Henge per trasformarsi semplicemente in me stesso, con l'unico intento di sfruttare la tecnica come un'armatura di legno. La battaglia per la vita stava per cominciare.

    Azioni Effettuate:

    - Tecnica dell'incatenamento liscio
    - Trasformazione Lignea (Resistenza: 127)

    Resistenza: 500
    Chakra: 700-18-10= 672
     
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    Una fiamma estinta vaga nell'oscurità come un'eremita sul colle.
    Vede tutto, brucia il niente. Ma avanza, dacchè nella sua fioca luce vorrebbe risplendere di più. Cocere qualcosa per divenire più grande, più imponente, ma non riesce.
    La fiamma è il popolo senza guida. Il tutto è la sofferenza che è costretto a subire.
    La fiamma è Konoha. Il tutto sono i mukenin.
    La fiamma sono i mukenin. Il tutto è il mondo ninja.



    Nel giro di tre ore Konoha fu già con le ginocchia per terra. Sì, perchè i ninja mandati al confine in senso preventivo non riuscivano più ad accedere alla città. Il motivo? A pochi metri dalle porte era stata erta dai mukenin una solida barriera isolante circondante la Foglia, e ciò sottolineava quanto bene fosse stata architettata l'invasione. E niente pareva penetrare il perimetro difensivo. Di conseguenza erano già partiti gli araldi per chiedere aiuto a Suna, un ausilio che sicuramente avrebbe portato a qualcosa, ma non prima di un paio di giorni. Konoha e i suoi abitanti erano rimasti da soli.
    Un gruppo di spavaldi criminali non esitò un istante a disporre attorno al palazzo reale, simbolo di prestigio e potere, un quantitativo decisamente esagerato di dinamite, legando ai cavi della tnt da utilizzare le famiglie catturate per l'evento. Quella carneficina, come annunciato dal presunto leader, serviva a mandare un messaggio, non si limitava a stroncare vite. Ma allora perchè dai visi dei condannati a morte si leggeva solamente violenza gratuita? Saranno state una decina di famiglie, tutte numerose, tutte con una lunga vita davanti, magari anche felice, ma "la lente del bambino pendeva già tra loro e il sole"....


    - AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHH!! MAMA'!! MAMA'! -

    Una ragazzina sui sedici gridò con gli occhi gonfi di dolore alla madre, dimenandosi come una pazza tra i fili dell'esplosivo. E la mamma di risposta allo stesso modo...

    - Angèle, mon cœur, ce sera un moment...! *sigh* -

    Il bruto più vicino interruppe il piagnisteo stringendo il manico del piccone e ricoprendo di sangue il muro del palazzo.
    Quella madre morì là, non prima, non dopo, insieme alla figlia. Singhiozzò per trattenere l'anima nel suo corpo, divenuto a causa di quel folle gesto poco più che carne ed ossa. Il piccone venne ripulito dall'aria, da un fendente tirato a vuoto per lo scopo. Quindi il processo di detonazione riprese i preparativi.
    In alto in alto intanto la bandiera di Konoha sulla cima del palazzo ondeggiava sullo spartito che il vento gli suggeriva, ignara del valore che da lì a poco avrebbe perduto, in una frazione di secondo.
    Questo ed altro avrebbe segnato definitivamente il nuovo inizio di Konoha, incentrato sul dominio dei mukenin. Chissà cosa ne avrebbero fatto del ridente villaggio della Foglia.
    I cavi legarono sino all'ultima persona, quindi si estendettero fino a radunarsi in un unico innesco a pressione. Le vecchie tecniche non muoiono mai.
    Un coro di pianti e piagnistei si levò alto nei cieli più immensi e azzurri, gli stessi che a quanto pare ignorarono le preghiere degli innocenti...


    - QUESTA SI' CHE E' MUSICA PER LE MIE ORECCHIE! -

    Disse compiaciuto il pelatone all'innesco..
    Solo in quel momento un padre, sentendo i guaiti del figlioletto di sei anni al suo fianco, posò la fronte sulla sua e intonò la melodia che ogni notte lo faceva addormentare...


    Dormi, figlio mio, dormi



    - Il suono dei passi del bambino smarrito si è spento, al suo posto la canzone di una preghiera

    Chissà se diventerà una fiamma, la luce di quelli che continuano ad andare avanti

    Il colore degli occhi è quello della notte, lo stesso nero del cielo trasparente,

    sono stato abbandonato dalle certezze, perché le ho cercate e fissate troppo a lungo...



    Ma l'aguzzino sembrò non cogliere la bellezza del momento, tanto da commentare in modo assolutamente fuori luogo:

    - Che inguaribile rottura di cazzo!
    Spero, che non me ne vogliate se faccio "saltare" lo spettacolo! AHAHAH, L'HAI CAPITA?! PERCHE' ADESSO LO FACCIO SALTARE IN ARIA! AHAHAH!!! -


    Rise di gusto pungolando col gomito il compare più vicino, che tuttavia disdegnò l'atteggiamento goliardico ostentato, tanto da frenare la sua mano sul dispositivo, concedendo al padre di completare la ninna nanna...

    La mappa che ci è stata assegnata è così corretta, portiamo i nostri corpi da qualche parte
    Per non smarrirci in questo mondo troppo veloce,
    fammi sentire solo quello,
    solo il tuo nome

    Fino alla fine voglio stare con te, non ho altre certezze oltre a questa,
    solo così posso respirare, ti proteggerò ad ogni costo
    Andiamo dove nasce l'arcobaleno, verso un luogo in cui non c'è nessun altro

    Ho detto al mio cuore di darmi le ali per fuggire altrove,
    il mio cuore ha asciugato le mie lacrime dicendomi di non scappare

    La pioggia della giustizia che arriva a toccare la vita, le creature che non volano sono sopra ad un pantano,
    a metà della mia strada è la libertà che ho trovato
    Non te ne andare,
    ti accompagnerò ovunque

    Se hai paura, vorrei che urlassi, vorrei che sapessi che sarò subito da te,
    ci abbracceremo con i nostri corpi tremanti, vorrei che sapessi che non sei sola
    Non c'è bisogno che tu sorrida come quel giorno,
    sii te stessa

    Voglio vivere senza promettere niente, quando ti sembrerà che sia arrivata la fine,
    "Sono qui", il nome che mi hai insegnato, li ripeterò più e più volte,
    in modo che la fine non arrivi mai

    Mi hai scelto in questo mondo troppo grande,
    fammi sentire solo quello,
    solo il tuo nome

    Voglio stare con te fino alla fine, non ho altre certezze oltre a questa,
    solo così posso respirare, ti proteggerò ad ogni costo

    Se hai paura, vorrei che urlassi, vorrei che sapessi che sarò subito da te,
    voglio stare con te fino alla fine, non ho altre certezze oltre a questa, non più
    Andiamo dove nasce l'arcobaleno, restiamo per sempre insieme, non lasciamoci mai
    Non c'è bisogno che tu sorrida come quel giorno, presto andremo verso un luogo in cui non c'è nessun altro



    Più il brano andava avanti e tanto più aumentavano le voci sottoforma di sussurri che lo componevano, finchè tutti, proprio tutti cullarono l'ultimo respiro sveglio del fanciullino. Persino le ragazzine e i ragazzini poco più grandi di lui si unirono al tenero gesto. La poesia dietro il momento suscitò commozione, tristezza, rimpianto, ma soprattutto fece trasparire l'ultimo desiderio del complesso di famiglie: far assopire il più piccino tra loro.
    E ci riuscirono.
    Con la guancia e il respiro quieto dell'infante sulla spalla, il padre, senza più alcun rimpianto, guardò negli occhi il mukenin che gli aveva concesso quegli ultimi momenti e gli chinò il capo in segno di gratitudine:


    - Grazie. -

    Per il resto? Niente. Riecheggiò per chilometri il latrato della tnt, lasciando al posto del palazzo e delle famiglie, detriti su detriti, e una semplice bandiera sfilacciata e bruciata con un foglia nel mezzo.



    Il boato raggiunse ovviamente anche la piazza principale, laddove il leader indiscusso dei mukenin teneva stretto nella mano il collo dell'ultima anziana del consiglio rimasta in vita. Alle spalle del patibolo difatti giacevano esangue il punitore e il restante governo di Konoha. Non c'era più un Hokage e adesso neanche chi ne faceva le veci.
    Fu lì che venne fuori dinnanzi ai presenti - forse troppo in preda al panico per ascoltare o forse no - la vera natura della vecchia, che tentò in tutti i modi di contrattare con l'invasore per aver salva la vita. Gli sussurrò in preda al soffocamento parole davvero inconcepibili per un leader di villaggio, patteggiamenti in termini di denaro e addirittura di potere sulla Foglia, ma per chi ha il coltello dalla parte del manico col tutto in una mano, e il quasi niente nell'altra, la scelta è più che facile...


    - T-ti prego....t-ti darò t-tutto c-ciò che v-vuoi...
    Il d-denaro di K-konoha? Un p-posto di r-riguardo nel g-governo? C-chiedi e s-sarai esaudito, ma ti p-prego, r-risparmiami! -


    - E' quindi questo ciò di cui parlava Zero? Il sacrificio di ogni cosa di fronte alla morte?
    Tsk! Infondo come poterlo criticare?! L'onore vero è cosa di pochi.
    Davvero pietoso, vecchia! -


    Raddoppiò la voce il casco di metallo, camuffandola come suo solito.
    Quindi il mukenin andò per terminare l'opera, ma un intervento inaspettato dalla folla lo tartassò senza che avesse l'occasione di replicare: un groviglio di serpi, bisce e cobra gli si avvinghiarono all'avambraccio protetto dal metallo, fino a stritolargli il polso, ma non solo. I rettili tentarono invano di scalfire l'esoscheletro dell'uomo e di portar via la donna, ottenendo tuttavia un nulla di fatto. La presa dell'uomo non parve compromettersi dall'attacco a sorpresa. E come non bastasse dei fasci legnosi diedero supporto alle bestiole, facilitandone lo scopo. Ma anche qua, niente.
    Seppur ricoperto da capo a piede di restrizioni, quella mano guantata non dava segni di cedimento, e infatti un agghiacciante rumore di ossa rotte accompagnò giù dal patibolo la caduta della carcassa della vecchia. Le aveva spezzato il collo, e con esso l'ultimo frammento del governo di Konoha.
    Infine facendo sfoggio di un'enorme forza bruta, il figuro distrusse con un impeto bestiale - alieno alla sua forma fisica apparente - quanto lo costringeva alla paralisi...


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    - Siete voi l'ennesimo baluardo di Konoha?! La "forza" che dovrebbe resisterci?!
    Un avicoltore e un boscaiolo?! Serio?! -



    Provocò in tutta franchezza, discendendo i quattro gradini del patibolo come fossero quelli di un trono regale. Nel mentre dal suo infinito arsenale che si portava dietro, uscì un bastone metallico di circa due metri di lunghezza che roteò per dar sfoggio della sua abilità...

    - Credete che poco fa non mi sia accorto di voi?
    Fiuto la vostra debolezza a decine di metri di distanza. Se non ho reagito è perchè dovevo saldare il conto con la vecchia. Tutto qua.
    Però mi ha disturbato parecchio la tua frase, boscaiolo.
    "Ci sentiamo superiori a gente come voi che trucida bambini, donne ed anziane indifese!!!"
    Pensi di essere dalla parte del giusto solo perchè non conosci il mondo al di fuori delle tue mura. Noi mukenin abbiamo tutti delle famiglie da cui tornare. Ciò che non sapete è che ninja superiori a voi, quando vengono a cacciarci nelle nostre case, all'occorrenza ci depredano e fanno il bello e il cattivo tempo con i nostri cari.
    In effetti se dobbiamo metterla in questi termini, l'unico fattore che ci differenzia l'un l'altro è la sede di locazione, e la taglia sopra la testa.
    Ma che sto a dire a voi?! E' ovvio che siete poco più di chunin! -


    Scattò, veloce, velocissimo a passi lunghi e calcolati, caricando il bastone come fosse una mazza da baseball, perciò cercò di scagliarli entrambi con quel singolo colpo verso il palazzo più vicino. Nel polverone dello schianto, avrebbe rincarato la dose con quattro kunai per mano ciascuno con una carta bomba pendente dall'anello terminale.

    - Oggi capirete perchè mi chiamano Stroke. Deathstroke! -

    Akito, la scheda, postala.
    Deathstroke è un avversario temibilissimo. Ha una forza pari a 250, implementabile. Quando colpisce con un D100 spezza le ossa della parte interessata con un 51 o superiore. L'armatura lo protegge completamente da impatti solidi, quindi dovrete collaborare.
    Fatemi vedere combinazioni efficaci, perchè da qui altrimenti non ne uscite vivi. Dico sul serio.
    Per il resto: divertitevi :please:
    Per dubbi Mp.


    Edited by Zérø - 17/4/2015, 20:56
     
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    Accadde in un attimo. Mentre lontano qualcosa esplodeva, mentre attorno Konoha bruciava e veniva di nuovo ridotta in macerie dalla furia dei mukenin... in quel momento, la consigliera, la massima autorità di Konoha, parlò.

    - T-ti prego....t-ti darò t-tutto c-ciò che v-vuoi...
    Il d-denaro di K-konoha? Un p-posto di r-riguardo nel g-governo? C-chiedi e s-sarai esaudito, ma ti p-prego, r-risparmiami! -


    Sarakube udì le parole della donna e per un attimo non credette alle sue orecchie, ma l'espressione di puro panico era di per se un'attenuante abbastanza buona. Cercava di sopravvivere, e aveva ragione. Non si sentì di fargliene una colpa, anche se si era aspettato maggior rigore da parte di una delle figure politiche più in vista di Konoha.
    L'uomo che la teneva prigioniera non fu impressionato dalle offerte che gli furono fatte.

    - E' quindi questo ciò di cui parlava Zero? Il sacrificio di ogni cosa di fronte alla morte?
    Tsk! Infondo come poterlo criticare?! L'onore vero è cosa di pochi.
    Davvero pietoso, vecchia! -


    Fece per concludere il lavoro, tagliandole la gola, ma i serpenti di Sarakube e robusti fasci di legno provenienti da un ragazzo tra la folla lo avvolsero, bloccandolo. Purtroppo, non fu abbastanza. La mano che teneva il collo della vecchia consigliera di mosse di scatto, e con uno schiocco, il collo della donna si spezzò. Solo a quel punto i serpenti riuscirono a strapparla dall'abbraccio del suo esecutore... ovviamente, troppo tardi.

    Sarakube non fu sorpreso quando l'unica cosa che provò alla vista del corpo fu fredda indifferenza. Non gli era mai piaciuta la consigliera. Non ci aveva mai parlato, come invece aveva fatto con Nube, il precedente Hokage. Non aveva alcun rapporto con lei e per quanto riguardava il suo ruolo nella politica di Konoha... beh, aveva preso decisioni che non condivideva e adesso che era morta, sarebbe stato eletto qualcun'altro. Sempre se la Foglia fosse sopravvissuta alla guerra.

    Sarakube fu distratto dalla sua breve riflessione quando l'uomo in armatura si liberò della presa dei suoi serpenti con uno scatto, mandando in frantumi il legno con lo stesso movimento. Questo lo lasciò esterrefatto. Lui non era il più potente shinobi di Konoha, ma liberarsi della sua tecnica con nient'altro che forza bruta... quella era una cosa che non gli era mai successa. Di solito la gente si liberava con tecniche apposite, ma frantumare così il suo jutsu era una cosa che solo grandissimi esperti di arti marziali potevano fare.

    - Siete voi l'ennesimo baluardo di Konoha?! La "forza" che dovrebbe resisterci?!
    Un avicoltore e un boscaiolo?! Serio?! -



    Sarakube annuì, spalancando le braccia come a scusarsi. Spiacente di deluderti, ma a quanto pare avete scelto un pessimo momento per attaccare. Tutti gli shinobi di alto rango sono fuori dal villaggio. Dovrai accontentarti di noi due.

    Calmo, rilassato, ironico. Non era quello che ci si aspettava da uno shinobi della Foglia mentre la sua casa veniva distrutta. C'è da dire che Sarakube era una persona pratica. La città poteva essere ricostruita. Le persone no. Ma tutte le persone che a lui stavano particolarmente a cuore stavano fuggendo via, lontano dal massacro. Loro se la sarebbero cavata. Era felice di questo.
    Il suo compagno invece pareva pernsarla diversamente, tanto da esclamare frasi feroci del tutto fuori luogo, quando siè di fronte a un mukenin omicida che ha appena distrutto una delle tue tecniche come nulla.

    No! Non ci sentiamo fortunati! Ci sentiamo superiori a gente come voi che trucida bambini donne ed anziane indifese!!!

    Sarakube ebbe un leggero moto di fastidio quando udì quella frase. Odiava le persone che si ritenevano superiori ad altre... anche se poteva capire come si sentisse. Probabilmente lui era un vero abitante di Konoha, uno che era vissuto lì per tutta la vita. Non certo uno come lui, che era arrivato lì da poco. Lui probabilmente teneva a tutte le persone del villaggio, come se fossero una grande famiglia. Per lui non era così. Lui amava poche persone tra quelle mura.

    - Credete che poco fa non mi sia accorto di voi?
    Fiuto la vostra debolezza a decine di metri di distanza. Se non ho reagito è perchè dovevo saldare il conto con la vecchia. Tutto qua.
    Però mi ha disturbato parecchio la tua frase, boscaiolo.
    "Ci sentiamo superiori a gente come voi che trucida bambini, donne ed anziane indifese!!!"
    Pensi di essere dalla parte del giusto solo perchè non conosci il mondo al di fuori delle tue mura. Noi mukenin abbiamo tutti delle famiglie da cui tornare. Ciò che non sapete è che ninja superiori a voi, quando vengono a cacciarci nelle nostre case, all'occorrenza ci depredano e fanno il bello e il cattivo tempo con i nostri cari.
    In effetti se dobbiamo metterla in questi termini, l'unico fattore che ci differenzia l'un l'altro è la sede di locazione, e la taglia sopra la testa.
    Ma che sto a dire a voi?! E' ovvio che siete poco più di chunin! -


    Fu più forte di lui. Sarakube rise. Una breve risata di pancia, che risuonò nell'aria. Era di sicuro la frase più assurda che avesse mai sentito.

    Certo, come no! Tutti i mukenin sono bravi padri di famiglia che non farebbero male a una mosca, e tutti i ninja regolari sono spietati assassini che ucciderebbero un uomo, la sua famiglia e pure il cane solo per ubbidire agli ordini. Ho incontrato tanti ninja e tanti mukenin nella mia vita, e guarda caso i mukenin che ho incrociato di solito sono feroci assassini, criminali senza scrupoli o gente di tale risma. E cerchi pure di farci la morale mentre devastate un villaggio!

    Sarakube avrebbe voluto continuare a ridacchiare ancora un po', ma il mukenin gli si avventò addosso con una rapidità sorprendente. Il ninja passò in modalità da combattimento in una frazione di secondo e fece i suoi dovuti calcoli. Sapeva che poteva bloccare il nemico, anche se non per molto. Ma abbastanza per impedirgli di raggiungerli e colpirli. Se avesse fatto in tempo, ovviamente. Per quello che ne sapeva, poteva anche essere che non fosse un'utilizzatore di ninjutsu e quindi, in linea teorica, tentare di sopraffarlo dalla distanza. Forse.
    Quello che invece aveva notato e non era sicuro di come interpretare era il fatto che l'armatura avesse retto il suo attacco senza scalfirsi. Che potesse reggere non era una sorpresa. Persino il suo giubbotto ninja avrebbe potuto assorbire gran parte del danno di quell'attacco con poco sforzo. Ma era la mancanza di segni a preoccuparlo. Aveva udito voci su armature da combattimento che erano in grado di annullare ninjutsu, ma non ne aveva mai vista una. Non poteva sapere se il nemico ne indossava una. Poteva solo essere un'armatura incredibilmente resistente. Ma prima di testarla avrebbe fatto meglio a evitare di essere colpito.

    - Oggi capirete perchè mi chiamano Stroke. Deathstroke! -

    Buffone. Haran Banshō, Muraglia Tempestosa!

    Non era la sua tecnica migliore, quella che aveva appena usato. Ma era una buona tecnica. Avrebbe respinto "Deathstroke" indietro, permettendo al giovane Senju di colpire a sua volta. Non sapeva di preciso cosa avrebbe potuto utilizzare, ma conosceva abbastanza bene Nonubu da sapere che le sue opzioni erano abbastanza numerose. Avrebbe potuto utilizzare jutsu Suiton, Doton e ovviamente Mokuton. Come le volesse utilizzare era un altro discorso. Avrebbe potuto far sprofondare il loro avversario nel terreno, travolgerlo con un'ondata o tentare di stritolarlo con tronchi spessi metri. Avrebbe dovuto fidarsi del suo giudizio. Non avevano fatto in tempo a coordinarsi.

    Però "DeathStroke" non aveva finito. Estrasse una notevole serie di Kunai con attaccate carte bomba e le lanciò contro i due ninja, quattro ciascuno. Ma Sarakube non era intenzionato a concedergli neanche un colpo. Gonfiò le guance, caricando una bomba di Fuuton e preparandosi a lanciarla.

    Atsugai, Tecnica della Repressione!

    La folata di vento eruppe dalla bocca spalancata del ninja, spazzando via i kunai e, con un po' di fortuna, anche il nemico. Nel mentre, Sarakube si avvicinò al suo compagno di sventure.

    Penso che sarebbe meglio se ci coordiniamo. Questo tizio probabilmente ci può spezzare in due come ramoscelli. Se non ci organizziamo, verremo fatti a pezzi.

    Aveva già in mente qualche idea su come sopraffarlo, ma non era sicuro che avrebbe funzionato. Comunque era chiaro che, se non univano le forze e davano il 120% ciascuno, quella battaglia sarebbe finita male. Molto male.

    Resistenza: 800
    Stamina: 890 - 10 - 18 = 862

    Azioni: Muraglia Tempestosa per scagliare indietro il nemico
    Tecnica della Repressione per lanciare via i kunai.

    Spero che mi perdonerai se non ho fatto super combinazioni, ma mi sembrava stupido andare con una combo suprema quando non ho nemmeno fatto in tempo a parlare con il mio compagno :please:
     
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    Prima che i fasci legnosi arrivassero sul corpo avversario, un altro ninja sembrava avermi preceduto con una tecnica altrettanto simile. Era alto e robusto, ad una decina di metri alla mia destra. Delle cicatrici gli ricoprivano il volto ma non era il momento di soffermarsi sull'aspetto fisico, ciò che importava era il fatto che potevo contare su un alleato. Il tizio era detentore del patto coi serpenti, e proprio come me riusciva a richiamarli in battaglia. Dalle maniche della sua maglia sfilarono una serie di serpi e bisce abbastanza grandi con l'intento di avvolgersi al corpo del malfattore. Insieme al mio incatenamento liscio, l'uomo mascherato sembrava in una morsa di ferro, pieno zeppo di impedimenti dalla testa fino ai piedi tanto da coprire persino la sua figura. Era ben visibile però l'affluenza di entrambi i Jutsu presso il braccio e quindi il polso che teneva per il collo la vecchia anziana.
    Nel frattempo le case saltavano in aria come fuochi d'artificio, i cittadini continuavano a venire massacrati e il caos regnava in tutto il villaggio, come fosse esternato dal mondo intero.
    Ma perché non arrivarono i rinforzi dalle porte?! Diamine!!!
    Tenevo ben salda la morsa sul nemico, mentre dentro di me il sangue mi ribolliva, mi avvilivo, stavo scoppiando. Non potevo sopportare tutta quella violenza, tutto quel sangue che schizzava dalle carni degli uomini e dalle fanciulle innocenti. Konoha stava cadendo, per la seconda volta, e per la seconda volta io ero lì, in mezzo alla guerra impotente dal fermare la rivolta. Erano in troppi, veramente troppi per due uomini soltanto. Ma io non mi arrendevo, finché in me scorreva del sangue e il cuore batteva, la volontà del fuoco mi avrebbe dato la forza necessaria.

    Delle gocce di sudore cominciarono a colarmi dalla fronte, ciò era dovuto all'eccessivo sforzo che stavo compiendo per trattenere la tecnica. La forza di quell'uomo doveva essere bestiale poiché facevo molta fatica a mantenere la tecnica per impedirgli di muoversi. Sentivo che a poco a poco la sua forza sovrastava la mia tecnica, diavolo, dovevo vincere io!
    Poi all'improvviso un'esplosione molto più grande e fragorosa delle altre attirò l'attenzione di tutti i presenti, proveniva da est, dal palazzo dell'HoKage. L'imponente palazzo non era più visibile in lontananza, era stato distrutto.

    Bastardi!!

    Digrignai per l'ennesima volta i denti, stringendoli quasi a spaccarli. La rabbia mi aveva assalito, le budella mi si contorcevano dai nervi.

    - T-ti prego....t-ti darò t-tutto c-ciò che v-vuoi...
    Il d-denaro di K-konoha? Un p-posto di r-riguardo nel g-governo? C-chiedi e s-sarai esaudito, ma ti p-prego, r-risparmiami! -


    - E' quindi questo ciò di cui parlava Zero? Il sacrificio di ogni cosa di fronte alla morte?
    Tsk! Infondo come poterlo criticare?! L'onore vero è cosa di pochi.
    Davvero pietoso, vecchia!


    E proprio mentre concentravo più chakra per non far spezzare la tecnica, l'uomo piegò le dita nella carne molle dell'anziana, in prossimità del collo, spezzandolo. Gli bastarono l'indice e il pollice per spezzargli l'osso, sembrava un mostro e per l'ultima consigliera rimasta non v'era più nulla da fare.
    Inghiottì la saliva, rabbrividendo dal gesto, mentre con una forza colossale il nemico distrusse tutti gli impedimenti, uccidendo i serpenti e spezzando i fasci legnosi.
    Quell'armatura di metallo è.. mostruosa. I denti dei serpenti non l'hanno neppure graffiata. È spaventoso..

    - Siete voi l'ennesimo baluardo di Konoha?! La "forza" che dovrebbe resisterci?!
    Un avicoltore e un boscaiolo?! Serio?! -


    Non risposi, mi limitai ad osservarlo mentre scendeva i gradini del patibolo e sfilava un bastone metallico dalla schiena, come fosse il padrone del mondo intero.

    Spiacente di deluderti, ma a quanto pare avete scelto un pessimo momento per attaccare. Tutti gli shinobi di alto rango sono fuori dal villaggio. Dovrai accontentarti di noi due.

    Mi avvicinai al ragazzo non distogliendo lo sguardo dall'avversario che roteava velocemente l'arma tra le mani, sembrando abbastanza temibile, quest'ultimo nel frattempo replicò una risposta.

    - Credete che poco fa non mi sia accorto di voi?
    Fiuto la vostra debolezza a decine di metri di distanza. Se non ho reagito è perchè dovevo saldare il conto con la vecchia. Tutto qua.
    Però mi ha disturbato parecchio la tua frase, boscaiolo.
    "Ci sentiamo superiori a gente come voi che trucida bambini, donne ed anziane indifese!!!"
    Pensi di essere dalla parte del giusto solo perchè non conosci il mondo al di fuori delle tue mura. Noi mukenin abbiamo tutti delle famiglie da cui tornare. Ciò che non sapete è che ninja superiori a voi, quando vengono a cacciarci nelle nostre case, all'occorrenza ci depredano e fanno il bello e il cattivo tempo con i nostri cari.
    In effetti se dobbiamo metterla in questi termini, l'unico fattore che ci differenzia l'un l'altro è la sede di locazione, e la taglia sopra la testa.
    Ma che sto a dire a voi?! E' ovvio che siete poco più di chunin! -


    Certo, come no! Tutti i mukenin sono bravi padri di famiglia che non farebbero male a una mosca, e tutti i ninja regolari sono spietati assassini che ucciderebbero un uomo, la sua famiglia e pure il cane solo per ubbidire agli ordini. Ho incontrato tanti ninja e tanti mukenin nella mia vita, e guarda caso i mukenin che ho incrociato di solito sono feroci assassini, criminali senza scrupoli o gente di tale risma. E cerchi pure di farci la morale mentre devastate un villaggio!

    Il mio compagno sembrava abbastanza divertito tanto che rispose con una leggera risatina, io invece stavo esplodendo di rabbia. Emanavo karma negativo a chilometri e chilometri di distanza.

    Non bisogna conoscere il mondo di fuori per avere dei valori umani e morali!

    Come un missile scattò verso di noi senza preavviso.
    Cazzo!!
    Le sue gambe macinavano il terreno ad una velocità strabiliante, era ovvia la sua maestria nelle arti marziali. Se ci avesse capitato sotto le mani sarebbe stata la fine. Io reagì istintivamente rilasciando una grossa quantità di chakra nel terreno, in questo modo da esso sarebbero dovute sbucare fuori un'immensità di radici possenti e abbastanza resistenti, cento volte più forti di quelle precedenti. L'ammasso immenso di tronchi e arbusti eccessivamente grandi sarebbero stati in grado di intrappolare un'intero esercito nel raggio di cinquanta metri, ma questa volta avrei concentrato tutto il Jutsu su un unico uomo, il fanatico Deathstroke!
    L'obbiettivo della tecnica era di fermare la sua avanzata, creando una sorta di ostacolo e al contempo intrappolarlo nella seconda morsa, sommergendolo di radici. Avevamo constatato che la sua forza era sorprendente, ma la micidialità delle radici sotterranee non era da prendere alla leggera.
    Nella foga del momento mi vidi anche arrivare contro diversi Kunai con una carta bomba attaccata ad un'anello in procinto di esplodere. Anche quì la mia reazione fu immediata, nonostante fossi sotto un'armatura di legno non ero totalmente sicuro di poter assorbire i danni di un'esplosione.

    Mokuton!: Jukai Heki!

    Un intreccio di legno e tronchi sarebbe dovuto crescere dinnanzi a me, formando una barriera legnosa di modeste dimensioni.

    Penso che sarebbe meglio se ci coordiniamo. Questo tizio probabilmente ci può spezzare in due come ramoscelli. Se non ci organizziamo, verremo fatti a pezzi.

    Sono d'accordo. Io provo a bloccarlo, non penso di essere in grado di danneggiarlo.

    Nel frattempo il mio naso aveva ben impresso il profumo metallico della sua armatura nelle narici, non poteva più sfuggirmi.

    Scheda
    Azioni Effettuate:

    - Radici Sotterranee (Come descritto nel post)
    - Densa Muraglia di Legno
    - Sperare in un miracolo :please:

    Resistenza: 500
    Chakra: 672-18-70= 584

    Ah zef, ti ricordo che ho l'armatura di legno :sisi:
     
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    Stroke
    Bastonata --> ??
    Combo kunai esplosivi -->??

    Sarakube
    Muraglia tempestosa --> 200+150+5+2=357
    Repressione --> 200+150+8+6=364

    Kiroachi
    Radici Sotterranee --> 140+145+8+20=313
    Muraglia di Legno --> 140+145+8+9=302

    Descrizione (farà meglio nel post)
    Stroke parte all'azione con una violenza fredda e calcolata. La sua velocità d'azione sembra superiore ad entrambi, per quanto non di moltissimo, eppure è sufficiente ad anticipare in toto le azioni dei nemici stroncando i loro intenti sul nascere. Nessuno dei due riesce ad impastare il chakra in modo utile, tanto che tra una bastonata ed una grande esplosione, subiscono pesanti danni.

    Danni
    Sarakube 120+125+80=325
    Kiroachi 120+125+80=325-128(armatura)=197

    Note
    Per le carte bomba ho suddiviso per due i danni, mentre la bastonata andò per singolo.
    Sarakube ottiene un 60 nel dado contro i 14 di Kiroachi.
    Sarakube ha la spalla destra lussata, pertanto avrà un malus nelle azioni che richiedono quel braccio di 25.
    Kiroachi, armatura distrutta.
    Ce la potete fare, il dislivello non è tantissimo.
    Attaccate.
     
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  14. Shapechanger
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    Stroke, o Deathstroke, come lo chiamavano i mukenin, si rivelò più rapido sia di Sarakube che del suo compagno. Non fecero in tempo a reagire al suo attacco, che li scagliò con violenza contro la parete di una casa. Subito dopo, una serie di kunai emersero dai calcinacci e dal polverone, e sopra vi erano attaccate carte bomba.
    L'esplosione devastò quello che rimaneva dalla struttura.

    Sarakube emerse dalla polvere, relativamente incolume. Si, il braccio era leggermente fuori posto, ma di quello non si preoccupava. Non era un ninja medico per nulla. Era sicuro che fosse solo una slogatura. Dolorosa, e gli intorpidiva leggermente i movimenti, ma niente di troppo serio. Avvolse la mano in un alone verde di chakra medico e se la rimise a posto. L'arto lussato emise un sonoro ciack! e tornò in posizione. Ovviamente gli sarebbe servito ben più di quello per ritornare completamente operativo, il braccio sarebbe rimasto dolorante e difficile da muovere per ore. Specialmente perchè, invece di tenerlo immobile, avrebbe dovuto usarlo.

    Tutto a posto lì dietro?

    Il compagno pareva messo meno peggio di lui. Probabilmente perchè attorno al corpo si vedevano ancora le tracce di un rivestimento legnoso. Quando l'avesse fatto non ne aveva idea, però aveva sicuramente attutito l'impatto. Mossa ingegnosa. Avrebbe dovuto fare lo stesso, ma non sapeva se la sua pelle corazzata potesse essere d'aiuto contro quel tipo di attacchi.

    Vedo che sei intero. Adesso vorrei sottoporti un'idea...

    Sarakube gli spiegò brevemente cosa intendeva fare. Il ragazzo annuì. Purtroppo non aveva potuto inventarsi un piano elaborato, perchè non conosceva tutti gli attacchi del ragazzo. Gli aveva solo chiesto di tentare di tenerlo fermo il più a lungo possibile, ma solo DOPO che lui avesse predisposto il campo di battaglia per assicurargli una maggiore possibilità di successo.

    Bene, siamo d'accordo. Andiamo, e speriamo che funzioni.

    Il grosso problema di tutta la faccenda era che il nemico pareva fortissimo, abbastanza da liberarsi da qualsiasi tipo di costrizione, e soprattutto la sua armatura sembrava davvero impenetrabile. I colpi migliori non avrebbero potuto scalfirlo, se non erano dati nella giusta maniera. Per fortuna, Sarakube era un ninja versatile. Anche se il suo Suiton probabilmente non poteva ferire il nemico, altri suoi attacchi si. Era questo il piano, ovviamente. Ma per essere sicuro di riuscire a colpirlo, dovevano distrarlo quanto bastava per permettergli di assestare un colpo.

    Per questo motivo, ma primissima cosa che fece fu creare un clone di corvi, che si nascose dietro un muro in modo che non fosse immediatamente rintracciabile mentre eseguiva il suo compito. Usava sempre più spesso quella tecnica, perchè gli dava la sicurezza che, anche se l'avessero attaccata, sarebbe tornata come nuova. Si assicurò di prelevare un po' del chakra del clone, per non rimanere del tutto a secco a metà del combattimento. Non sarebbe stato divertente.

    Il clone prese a suonare. Il suono era in realtà un genjutsu di medio livello che avrebbe colpito il nemico, senza probabilità di scampo. Coprire gli occhi era una valida strategia contro la maggior parte dei genjutsu, ma questo non era il caso. A meno che, ovviamente, l'armatura non lo isolasse dai genjutsu, ma in quel caso nessuna delle loro tecniche sarebbe servita a qualcosa. Era inutile preoccuparsi.

    La copia suonò a lungo, ma a un certo punto l'effetto cambiò. Invece di affliggere il nemico, avrebbe potenziato il duo. Era questo il piano, fin dall'inizio. Sarakube tentava di intontire il nemico con dei genjutsu, poi passava a potenziarli e a quel punto il suo compagno doveva bloccarlo. E lui ci mise tutto l'impegno che poteva. Evocò un serpente, sfrutto jutsu di qualsiasi tipo e elemento, con un unico scopo: cercare di tenere fermo e distrarre Stroke. In modo che lui potesse agire.

    Sarakube circumnavigò il luogo dello scontro, dirigendosi dietro a Stroke per essere sicuro di non essere coinvolto in una delle tecniche del suo compagno, pronto per il suo attacco. Attese finchè non ebbe finito di colpirlo.

    Adesso!

    Attingendo al sigillo che aveva sulla fronte per recuperare le energie perdute, Sarakube scattò verso Stroke, utilizzando tutta la sua attenzione per non essere udito ne per rimanere appiccicato al terreno dove il suo compagno aveva lanciato uno strato di liquido vischioso. Non sapeva nemmeno se avrebbe funzionato, la sua idea, ma valeva la pena tentare.

    Sigillo Costrittore!

    Un sigillo molto simile alla Tecnica dei Simboli Inibitori, un sigillo utilizzato per bloccare il chakra e poi i movimenti del nemico. L'effetto paralizzante si sarebbe rivelato solo successivamente, sempre che non se ne liberasse. Ma nel mezzo di quel caos, probabilmente non si sarebbe nemmeno accorto che l'aveva sfiorato con quel jutsu. Utilizzò il braccio buono, per quello. Era un lavoro di fino.

    Comunque, non poteva certo finirla lì. Se non avesse fatto nulla per ferire il suo nemico, questi si sarebbe potuto insospettire. Quindi non esitò a colpirlo con una tecnica.

    Fūjin no Jutsu, Tecnica della Polvere Esplosiva!

    Quel jutsu non lo utilizzava spesso. Era una tecnica pericolosa, che se colpiva i punti sbagliati poteva uccidere il colpo il nemico. Per questo non la utilizzava. Ma in quella particolare occasione, gli sembrava adatta. Esseguì un unico sigillo, con il braccio colpito che si lamentava per l'utilizzo troppo precoce. Mirò alla testa, sperando di staccargliela di netto del corpo, e rilasciò il getto di Fuuton scuro, simile a un piccolo tornado. Senza guardare l'effetto che aveva avuto, tornò dal suo alleato.

    Speriamo che abbia funzionato.

    Resistenza: 800 - 325 + 100 = 575
    Stamina: 862 - 50 - 35 - 259 + 150 + 100 - 60 - 60 = 578

    Azioni: Palmo Mistico (+ 100 Resistenza) sul braccio lussato
    Tecnica del clone di Corvi
    Transfert sul Clone di Corvi (+150 stamina)
    Attivazione Sigillo Segreto, Rilascio (+100 stamina, 4 turni)
    Concentrazione del Chakra per non rimanere invischiato nel Campo Caramelloso
    Sigillo personale di Livello A, effetto Simboli Inibitori, come da post dopo che il clone suona la Stimolazione
    Tecnica della Polvere Esplosiva (mirando alla testa)

    Clone di Corvi
    Resistenza: 191
    Stamina: 259 - 150 + 100 - 18 - 18 - 18 - 50 = 105

    Azioni: Attivazione Sigillo Segreto, Rilascio (2 turni)
    Nona Sinfonia x3
    Stimoloazione Sonora dei Tanketsu

    Dio mio il casino :please: Zef, decidi tu se il malus mi resta o meno, l'ho scritto in modo che sia sensato che resti anche se l'ho curato con il Palmo Mistico. Ah, ricorda che con il Riverbero ho +20 ala riuscita dei jutsu con sigilli.

    A te Akito, fagli il culo.


    Edited by Shapechanger - 10/5/2015, 10:50
     
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    Una sbarra d'acciaio mi colpì in pieno volto, facendomi schiantare contro una casa a diversi metri di distanza. La botta fu devastante, l'armatura si fracassò quasi interamente e il palazzo semi distrutto crollò del tutto sopra di noi. Stessa sorte al mio compagno, che si trovava dolorante accanto a me, in mezzo alle macerie e i detriti che si erano creati. L'armatura legnosa sembrò non esserci, era come se mi sentissi tutte le osse rotte. Sanguinavo dalla viso, dove avevo ricevuto il colpo in pieno senza avere neanche il tempo di creare una qualche barriera. Le mie idee erano state altre, sarebbero dovute comparire delle radici sotterranee lungo il tragitto di Deathstroke per ostacolarlo e infine la densa muraglia di legno ci avrebbe dovuto separare. Ma nulla di questo era successo, era rimasto col Chakra sospeso senza la possibilità di rilasciarlo. Era stato dannatamente veloce, troppo affinché riuscissimo a fermarlo.
    E proprio mentre stavo ''cercando'' di rialzarmi, un kunai si conficcò in una parete a pochi metri dalla mia sinistra. Nel suo anello v'era una carta bomba.

    Maledizione!

    Mi girai istantaneamente dalla parte opposta, coprendomi il volto con l'avambraccio destro. Ma l'esplosione non potevo evitarla, e la vampata mi ricoprì interamente, danneggiandomi ulteriormente e disintegrando la restante armatura. Venni anche sbalzato via insieme ad alcuni detriti, finendo dietro l'alleato.

    Tutto a posto lì dietro?

    Diciamo..

    Sussurrai. Mentre con la mano passavo il palmo mistico sulla testa, ove la ferita mi faceva sanguinare. La testa era una parte delicata, dovevo curarla immediatamente per non risentirne maggiormente nel combattimento, dovevo restare lucido. A quanto parve fu una fortuna che avessi indossato l'armatura, altrimenti chi sa in che condizioni mi sarei trovato.

    Vedo che sei intero. Adesso vorrei sottoporti un'idea...

    Dato che io non potevo danneggiarlo mi disse di distrarlo, costringerlo a concentrarlo su di me per permettere a lui di colpirlo col Fuuton. Poteva essere efficace, eravamo in due contro uno e se l'avessimo attaccato ripetutamente avremmo avuto più chance di sconfiggerlo. Annuì immediatamente, avevo già in mente che tecniche utilizzare. Ma come prima cosa, riutilizzai la trasformazione legnosa per ricoprirmi con lo strato legnoso.

    Bene, siamo d'accordo. Andiamo, e speriamo che funzioni.

    Già!

    Mi rialzai in fretta, scostando il polverone con la mano per permettermi di inquadrare il mio obiettivo. Si trovava lì, in piedi ad una ventina di metri da noi. Roteava il bastone sentendosi probabilmente figo e invincibile, ed in realta era spaventosamente forte. Non avevo affrontato mai nessuno di così terrificante. La sua velocità d'azione e la sua armatura mi inibivano, non era uno scontro che potevo vincere coi Jutsu, l'ingegno sarebbe stata la mia arma letale.
    Nel frattempo mi preparai al contrattacco, con tutto quel sangue addosso mi venne in mente una cosa:

    Kuchiyose no Jutsu!!

    Un modesto serpentone d'argento sarebbe comparso in nostro aiuto, pronto a scagliarsi verso la sua preda.

    Lui.

    Gli indicai il bersaglio ed egli scattò immediatamente, senza repliche. Cominciò ad attaccarlo con varie sequenze di attacchi mentre invece la melodia che arrivò dalle retrovia fu il mio di gong alla battaglia, e infatti, non appena una nuova forza prese a scorrermi in corpo, scattai a tutto gas verso il bersaglio, componendo il sigillo del serpente.
    Jubako Eisou!
    Delle radici sarebbero sbucate sotto i piedi dell'avversario, cercando di avvinghiarlo ed intrappolarlo interamente, lasciando solo la testa scoperta. Si trattava del nido avvolgente, una tecnica di basso rango. Ed era questo il punto, non mi aspettavo di certo di mandarla in porto, perché avrebbe schivato qualsiasi mia tecnica lanciata in modo così scontato. Tanto valeva risparmiare il Chakra.
    Ma d'altronde fargliela schivare era ciò che volevo, poiché nel suo punto d'atterraggio avrei creato un dislivello sotterraneo pazzesco, facendolo sprofondare a quindici metri sottoterra. Quindi, aspettai l'esito del nido avvolgente per attivare il movimento del cuore della terra.
    Sperando che invece almeno la seconda tecnica andasse in porto, mi concentrai poi sulla terza, quella che realmente era l'obiettivo del mio attacco. Mi sarei catapultato sul baratro del burrone e da sopra avrei sputato un composto appiccicoso verso il bersaglio, cercando di bloccare i suoi movimenti per diversi secondi. Il campo caramelloso era una tecnica particolare, non bastava la forza bruta per liberarsi, e il fatto che gli arrivasse dall'alto faceva si che non potesse fuggire.
    Ma quello era solo il caso ideale, poiché se avesse schivato anche il movimento del cuore della terra, gli avrei dovuto comunque lanciare la tecnica successiva con meno probabilità di successo. Ad ogni modo, indipendentemente dall'esito della tecnica, utilizzai nuovamente il nido avvolgente, cercando di far guadagnare al mio compagno altri secondi preziosi.
    Azioni Eseguite:

    - Palmo Mistico
    - Trasformazione Legnosa
    - Tecnica del Richiamo: Serpente D'Argento
    - Nido Avvolgente
    - Movimento del Cuore della Terra
    - Campo Caramelloso
    - Nido Avvolgente

    Resistenza: 500-197= 303
    Chakra: 584-50-10-35-10-18-10-10= 431

    Serpente D'Argento:

    - Toccata e Fuga
    - Spire Avvolgenti
    - Toccata e Fuga
    - Toccata e Fuga

    Resistenza: 600-35-18-35-35= 477

    Ps: Ma dato che non abbiamo avuto il tempo di usare le tecniche, il Chakra lo riprendiamo o no?
     
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