Survival Game in aula

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    Era passato un bel po' di tempo da quando Sakuya, Momo e Yuka avevano smesso di prendere lezioni all'Accademia ninja, dopotutto si erano diplomate a dodici anni ed ora ne avevano sedici, che motivo c'era per tornare a scuola? Le lezioni, eccolo il motivo. No, non per loro ma per gli studenti. Insomma, erano chunin, il loro dovere consisteva anche nel fare da insegnanti ai marmocchi, no? Evidentemente neanche loro lo sapevano perché non accolsero a braccia aperte il nuovo incarico, le avessero almeno pagate ci sarebbero andate più volentieri. Ma no! Non solo dovevano svegliarsi di mattino presto per stare in classe alle otto precise e uscire verso il primo pomeriggio, ma dovevano anche fare tutto questo gratis. Che amarezza, davvero. La crisi aveva colpito anche loro. Ma cosa distingue tre insegnanti da tre giovincelle che credono di saper insegnare? Non lo so, non mi viene la parola in questo momento. Ma alla fine di questa breve storia forse la troverò, chissà, o magari qualcuno un po' sveglio ci arriverà. In ogni caso, bando alle ciance e caliamoci in quel pomeriggio extra scolastico pronto per essere stravolto dalle tre "menti brillanti". Iniziamo con Yuka (tanto per sceglierne una random) che seduta su un divano fin troppo comodo di una stanza fin troppo confortevole guarda dubbiosa le sue due amiche, rispettivamente gettate sul divano davanti a lei che leggono riviste, così come se nulla fosse.

    So che l'ho già detto ma... siete sicure che possiamo stare qui?

    Eddai, Yukarin, relax! Ti ho detto che ho chiesto il permesso ad un superiore. Che c'è? Non mi credi?

    Non proprio.

    E ne aveva di motivi, la poverina. Sakuya tendeva ad adagiarsi sugli allori, dava tutto per scontato e truffava la gente come respirasse, le veniva proprio naturale. Chi le diceva che davvero aveva ottenuto il permesso per usare l'aula? Perché, diciamocelo, gli insegnanti dovrebbero stare in classe o in sala professori a quell'ora, tutti intenti nel fare cosa da insegnanti. Tipo correggere i compiti, preparare le verifiche e... Cioè... Che altro fanno gli insegnanti di solito? Solo questo?! Mio dio! Che vita noiosa! Ehm, sì, avrebbero dovuto correggere la sfilza di fogli volanti compilati dagli alunni (ora appositamente gettati sotto il tavolo basso e tondo tra i due divani per creare l'atmosfera adatta), e invece stavano oziando come sempre. Se le avessero scoperte non sarebbe stato affatto bello. Sakuya, comunque, si sistemò i lunghi capelli neri non curandosi dell'amica, poi si fermò improvvisamente e ancor più improvvisamente si alzò.

    Devo fare la cacca.

    NON VOLEVO SAPERLO!

    E uscì dall'aula, chiudendosi la porta alle spalle. La tensione era alle stelle dentro Yuka per questo cercò appoggio dalla sua fidata amica Momo. Era così cretina di far paura ma in compenso picchiava come un uomo, pure peggio. In quel momento stava sfogliando una rivista economica di quelle che solo gli adulti leggono, sembrava capire ogni cosa quindi Yuka pensò che probabilmente l'amica non sapesse leggere, il che era probabile. Era sempre stata la peggiore a scuola, persino più di lei e Sakuya. La ragazza dai capelli argentei, lanciando prima un'occhiata alla porta, si sporse verso l'altro divano.

    Ehi, Momo, andiamocene prima che sia troppo tardi! Ho un brutto presentimento...

    Nha, andrà tutto bene. E poi mi scasso a morte là fuori. Guarda questo posto! Ci si potrebbe fare una festa!

    ... Io continuo a non fidarmi... Sai com'è Sakuya...

    Ed aveva ragione perché la porta si aprì improvvisamente ma non era Sakuya. Era una graziosa bambina che avrà avuto si o no dieci anni, dai lunghi capelli di un colore quasi lillà, come gli occhi. Era parecchio strana a dire la verità. Indossava un vestito lungo e sembrava una baby suora. No, quella era una baby suora(sì, è strano parecchio). Momo e Yuka la fissarono in silenzio sentendo svanire il terrore perché quella era solo una bambina, potevano chiuderla dentro un armadio se avesse dato fastidio. E invece la bambina puntò il dito contro di loro e parlò come un adulto che rimprovera un bambino.

    Che credete di fare? Fuori dalla mia stanza!

    L'affermazione confuse le due ragazze che subito si lanciarono un'occhiata allarmata. Le stava prendendo in giro o era così scema da fare sul serio? Come faceva una bambina ad avere una stanza tutta sua? E non una stana qualsiasi ma QUELLA stanza! Con tanto di divani, tavoli, armadi, librerie e la vista panoramica sul villaggio. Stava scherzando, sicuro.

    Non sei troppo piccola per una stanza così grande?

    EH? I-io non sono p-piccola! Sono un'adulta! Ho dieci anni e mezzo!!

    Aaah, allora scusa!

    ... Scusa ma non dovresti essere a casa? Le lezioni sono finite da un po'...

    Ma quale casa? Che lezioni? Io sono un'insegnante!

    Questa merita il premio. Le ragazze si scambiarono un'occhiata divertita e la ragazzina avvampò, agitando le braccia. Ma perché le pazze furiosa capitavano sempre a loro? O meglio, a Yuka? Che forse era la meno strana là in mezzo.

    Non fate quelle facce! Sono una Jonin quindi insegno qui! E ora fuori dai piediii!

    E sbam! qualcosa era arrivato dietro di lei, aveva sbattuto contro un corpo umano. Yuka e Momo non si mossero, atterrite, ma la ragazzina era decisa a farla vedere a chiunque, quindi si voltò con l'aria più cattiva che le riuscì. Si trovò faccia a faccia con un corpo da uomo e una testa da cavallo. Era una di quelle maschere a forma di animale. La persona aveva indossato un completo bianco a righe nere, un incrocio tra una zebra e un carcerato. Era terrificante. Il cavallo le si avvicinò alla faccia e la piccola ebbe l'unica reazione possibile per una della sua età.

    WAAAAAAH! UN MOSTRO!!!

    Il cavallo le corse appresso per tutta la stanza mentre la bambina piangeva disperata, facendo un giro tondo tra i divani. Yuka e Momo si guardarono: Sakuya era davvero perfida a volte.

    Ti mangioooo!

    No! Ti prego! Mangio solo verdure: faccio schifo!

    Sakuya, che diavolo fai? La spaventi, dai. Levati quell'orrendo completo!

    La ragazza si fermò e sollevò la maschera con una smorfia, tirandola via senza pensarci troppo. La bambina fissò lei e la maschera, la maschera e lei, poi capì. Scattò in piedi rossa in volto, punta nell'orgoglio, prendendosela con la ragazza.

    Sei scorretta! Esci di qui! Imbrogliona!

    No. Mi hai detto che potevo restare ed io ci resto.

    Era LEI l'insegnante?

    Quindi hai DAVVERO chiesto il permesso a qualcuno?

    Su, andatevene! Devo fare il mio riposino!

    Ti h detto di no! Ormai l'hai detto che potevo stare qui. Non vorrai mentire a te stessa, vero?

    La ragazzina digrignò i denti ma sembrò pensare alle parole di Sakuya. Però non si arrese e disse chiaro e tondo che non intendeva lasciare l'aula a quelle tre nullità. E aveva raccontato dell'imbroglio di Sakuya. La ragazza si era presentata da lei dicendole che le serviva l'aula e che doveva dargliela, ma la ragazzina aveva detto di no, così Sakuya le aveva mollato una sberla. Poi aveva detto <<il Signore ci insegna a porgere l'altra guancia>> e le aveva mollato una sberla dall'altra parte. Lei era svenuta e intanto Sakuya si era approfittata dell'aula. Insomma, una vera arpia. Difronte a quella storia l'unica colpita sembrava Yuka.

    Sakuya! Hai colpito una bambina!

    Il regolamento scolastico prevede che è possibile infliggere punizioni corporali ai soggetti più giovani per insegnare loro la disciplina.

    Che?! Davvero?!

    Certo che no. La piccola suora sbraitava e sbraitava e, alla fine, Sakuya tirò fuori l'asso nella manica. Si lasciò cadere sul divano distogliendo lo sguardo e facendo un gran sospiro. Scosse i lunghi capelli e si giocò il tutto per tutto. Tanto quella bambina era credulona quanto orgogliosa.

    ... Bha, tanto vale andarsene. Ho sbaglio io. Avrei dovuto chiedere l'aula ad un ADULTO. Un bambina non può prendersi una responsabilità così grande come affidare l'aula a qualcuno. Adesso lasciamo che la bambina si riposi come fanno i bambini. Andiamo da un insegnante ADULTO e vediamo cosa può fare.

    Ci aveva preso. La piccola divenne ancora più rossa. Momo continuava a leggere e seguiva con poco interesse la situazione, anche se quella ragazzina la divertiva. Yuka era interdetta: non sapeva se lasciare in pace quella povera ragazzina o appoggiare l'amica.

    Io non sono piccola! Sono più alta in grado di voi nullità! Posso prestarti io l'aula!

    No. Preferisco un adulto, grazie.

    Ho detto di no! Prendi la mia aula!

    Non so... se me lo chiedi così...

    La ragazzina si inginocchiò neanche fosse al tempio, chiedendole di usare l'aula. Fregata. Era fatta: l'aula era loro, con l'aggiunta di quella buffa ragazzina. Sakuya si sdraiò sul divano sonnecchiando mentre Yuka, incredula, tentava di calmarsi e osservava la suoretta che tirava fuori da un cassetto un pacchetto di patatine e iniziava a sgranocchiarle contenta. Momo faceva finta di leggere.

    Quindi, tutto ok... Ma, scusa, come ti chiami, tu?

    Io? Maria!

    Originalità. Una suora di nome Maria. Uuh. Dunque eccole là, tutte a non fare niente, dalla prima all'ultima. Era una situazione abbastanza tranquilla, no? Eppure stava per diventare parecchio movimentata. Si può dire che un ulteriore fattore scatenante fu quando la porta si aprì di nuovo e a fare la sua apparizione fu Yomi, la stranissima sorellina di Yuka. Siccome non era normale per lei entrare e basta, se ne uscì con le sue solite frasi d'entrata che pensava appositamente la notte per il giorno dopo.

    Eccomi tra voi, sciocche mortali! Sto cercando la mia metà. Il mio nome è Kaiser de Emperana Beelzebub IV! Regina della notte e capostipite della famiglia reale dei vampiri di Transiberiana!

    Forse intendevi Transilvania, Yomi..

    Oh! Yomi-chan! Come sei carina oggi!

    Ma l'attacco di Momo fu bloccato da Maria. La ragazzina si era alzata in piedi posizionandosi proprio davanti la ragazzina, a qualche metro di distanza. La fissava a metà tra l'impaurita e l'arrabbiata. Stessa cosa per Yomi che prese a ridacchiare non appena vide la sua strana uniforme religiosa.

    Cosa ci fa una schiava di Dio qui dentro?

    Quello che ne conseguì fu terribilmente... terribile.

    continua
     
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    La suora tremò per l'emozione mentre un silenzio agghiacciante era calato nell'aula. Momo, Sakuya e Yuka osservavano la scena come spettatrici di un teatrino comico che tanto comico non era. Se fossero state loro ci avrebbero scherzato ma si trattava di due bambine: per loro si trattava della pura realtà. Maria cercò qualcosa dentro la sua veste e tirò fuori il crocifisso d'argento che teneva appeso al collo. A quella visione, Yomi fece per arretrare ma si trattenne con un altro sorriso che somigliava di più ad un ghigno. Questa volta si era ricordata la lente a contatto rossa che portava all'occhio destro, diverso dall'altro, blu. Il contrasto di quegli occhi metteva paura nell'altra bambina che alzò il crocifisso ancora di più, prendendo coraggio. Sakuya avrebbe voluto riprendere la scena, si vedeva da un chilometro.

    C... cosa fai tu, qui, mostro! Questa è la casa del Signore: va' via di qua! Conosco la tua razza e siete mostri della notte! Sciogliti davanti al crocifisso del tuo Dio!

    Tsk! Ma con chi credi di parlare? Non hai sentito cosa ho detto? Sono Kaiser de Emperana Beelzebub IV, capostipite della famiglia reale! Ho vissuto centinaia di anni e ho imparato a non soccombere davanti ad oggetti senza valore come quello! Il mio sguardo e la mia pelle sono più forti di quelli degli altri vampiri, sono capace di resistere anche al sole! Smettila di contaminare la mia metà con le tue frivolezze da pastorella!

    No! Questa è la sua casa ed io non lo abbandonerò! Ritorna nelle tenebre, dannata! Che tu possa bruciare negli inferi, cacchetta! Alito di muffa!

    Sta zitta, tavola da surf! Ti affosso!

    Finalmente erano tornate bambine, la cosa iniziava a stufare. Andarono avanti per dieci minuti buoni ad insultarsi a debita distanza, senza mai avvicinarsi. Momo sonnecchiava tranquilla ma con un occhi semi aperto, il che era inquietante. Sakuya osservava la scena sempre più annoiata e Yuka, che non ne poteva più, si alzò, decisa a dare un taglio a quella storia.

    Coraggio, ora basta! Yomi, smettila di offendere. E tu, Maria, torna a mangiare le patatine.

    Uff, ma onee-chan! Ha iniziato lei!

    Veramente...

    E' tua sorella? Ma allora anche tu sei una vampira!

    No. Lei è stata adottata. Anzi, mi spieghi cosa ci fai qui, Yomi?

    Mi annoiavo e volevo vedere dov'eri.

    Una risposta plausibile che Yuka accettò di buon grado. Alzò le spalle e tornò sul divano che si era fatto improvvisamente più stretto. Adesso erano in cinque in quella stanza che apparteneva ad una bambina suora che odiava i vampiri e mangiava patatine mentre aveva paura dei cavalli. Quel pomeriggio era altalenante tra la noia e la sorpresa, quindi nessuno si stupì quando, dopo essersi annoiate a morte per circa venti minuti, la porta si aprì di scattò. Sicuramente un insegnante non era, sembrava fossero spariti. Neanche un giro di ricognizione. Invece, si trovarono davanti una ragazza alta dai capelli rossi e un papero giallo.

    Quaaaaack!

    Ciaoo, sceme!

    Ah! La ragazza cattiva!

    Ciao, Ino..

    Tornatene a casa, Ino.

    Lasciaci Kamo, però.

    Wow! Un papero!!

    L'ornitorinco si liberò dalle braccia della ragazza e si fece subito accarezzare ed ammirare da Maria, che si era alzata apposta per questo. Kamo era un ornitorinco giallo che avevo rubato ad una vecchietta alle terme ed era sorprendentemente umano, quasi come loro. Però era nudo, giallo, e invece di parlare faceva solo "Quack". Però con enfasi, eh! Ino si gettò sul divano con una smorfia: era abituata all'ostilità delle ragazze, neanche ci faceva più caso. Scosse i corti capelli e le fissò con aria di chi la sa lunga. Yuka si sentiva in imbarazzo: ultimamente non capitava mai nulla di buono se c'era di mezzo Ino. Cioè non era mai capitato qualcosa di buono, con lei, ma quell'ultimo periodo sembrava fatto apposta. Yuka temeva per la sua incolumità e quella delle altre, quindi si scansò di pochissimo, evitando di stare a contatto con la ragazza. Spostandosi uno spillo le bucò una natica e represse un urlo solo perché Ino (ma tu guarda) la interruppe.

    Ma che diavolo fate? Vi siete viste, per caso? Sembrate un branco di vecchie che sprecano la loro vita a dormire! Siete così vecchie che dormite già nelle bare! State qui ad oziare peggio delle vacche, ma insomma! Siete cretine o cosa? Certo che siete cretine! Siete così cretine che vi sedete sulla televisione per guardare il divano! Che diavolo fate? Cosa aspettate a riprendervi dal coma?
    Vi va di fare qualcosa insieme?


    Ino aveva modi tutti suoi per chiedere cose semplici. Quello era un esempio. Perché chiedere di fare qualcosa insieme è troppo mainstream, c'è bisogno di sfoggiare le frasi da ghetto, prima. Ma quello le ragazze erano abituate, nessuno ascoltava mai sul serio Ino, quindi sentirono solo "viva di fare qualcosa insieme", tralasciando il punto interrogativo. Momo sbadigliò per tutta risposta e Sakuya fece finta di non aver sentito nulla. Yuka avrebbe dovuto tener fede alla promessa che non si era affatto mai fatta, cioè di stare lontana dalla ragazza. Invece l'idea di fare qualcosa le piaceva, anche se rabbrividiva al pensiero del "qualcosa". Non si poteva mai sapere. Però, per gentilezza, chiese alla ragazza seduta vicino cosa volesse fare esattamente. Ino le fece l'occhiolino e si alzò, dicendo che tra poco l'avrebbero capito. Intanto uscì dall'aula e scoppiò l'applauso generale con tanto di ola. Ritornò cinque minuti piena di vestiti strani e armi giocattolo. Le gettò sul pavimento, sommergendo il povero Kamo che più a più del ginocchio non arrivava.

    Quaaaaack!

    Ecco cosa fare! Game Simulator!

    Fallo a casa tua.

    Ma no, aspettate! E' una cosa figa, invece! Praticamente ognuno di noi si veste come un personaggio e creiamo la nostra storia! Possiamo fare delle battaglie qui dentro, tanto c'è spazio! E' un modo per mettere in moto sia il cervello che il corpo!

    E' da idioti.

    E' divertente!

    Appunto.

    Ino non si perse d'animo e posizionò tutta la roba (Kamo compreso) sul tavolo. Attese come il padrone che aspetta di veder giocare il gatto con la pallina, e finalmente qualche mano titubante afferrò dei vestiti. Erano molto strani ma, tra un borbottio e l'altro, alla fine ognuno scelse un vestito. Tranne Maria che si era addormentata e Yomi, che non voleva indossare nulla se non i suoi vestiti. Yuka si rese conto che o la sorellina aveva paia di vestiti uguali o aveva un serio problema d'igiene. Ino spostò tavolo e divani, prendendo un oggetto un po' strano, trovato nell'armadio, che somigliava ad un microfono ma non troppo.

    Bene, signorine! Il Survival Game è iniziato!

    continua
     
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    Le tre ragazze deglutirono e attesero che il gioco iniziasse. A parte le belle parole d'incoraggiamento di Ino non era successo un granché. Se ne stavano sparpagliate con vestiti strani addosso, senza fare niente e guardandosi imbarazzate. Sapeva un po' di bufala, come dire.

    Io mi sento stupida.

    Io non troppo!

    Ehm, Ino.... Esattamente cosa dobbiamo fare?

    Eheh! Dovete lasciare andare l'immaginazione! Andiamo su! Adesso non siete più semplici ragazze, siete entrate nel gioco! Sakuya è un arciere, Momo una guerriera e Yuka una maga: inventate! Ma se volete una mano eccovela: dovete completare la quest numero uno. Uccidere il drago gigante delle terre del nord. E' un drago dei ghiacci, fate attenzione!

    Questo non aiutò molto le ragazze. Erano ancora molto confuse. Come si poteva far apparire un drago dal nulla? Di ghiaccio per di più! Si guardavano intorno confuse e persino i loro costumi non erano proprio adatti. Yuka sembrava uno di quei pervertiti che arrivano vergini ai trent'anni. A proposito di questo. In realtà il ruolo di Yuka è quello dello Stregone, e una leggenda del villaggio dice che gli uomini che arrivano vergini ai trent'anni acquistano poteri magici. In realtà è una bufala, ma il soprannome Stregone ci sta. Chissà come hanno fatto quei poveracci a resistere. Davvero degli stregoni. Momo sembrava più un fabbro e Sakuya di arciere aveva solo l'arco, finto per di più. Di fantasia ne serviva molta, in pratica. Yuka, però, cominciò a pensarci seriamente, concentrandosi come non mai e le venne in mente una cosa che riferì subito alle amiche.

    Penso di aver capito come funziona... Sakuya, Momo, vi ricordate quando all'accademia giocavamo sulla via di casa? A noi bastava un bastone per farlo diventare una spada e Momo poteva essere tre personaggi diversi nello stesso momento! Penso che sia la stessa cosa... Dobbiamo concentrarci e immaginarlo! Facciamolo insieme: chiudiamo gli occhi e trasformiamo la realtà!

    Le due ragazze si scambiarono un'occhiata stranita ma scossero le spalle e chiusero gli occhi. Tutte e tre presero dei bei respiri profondi, lasciandosi andare alla fanciullesca immaginazione. Improvvisamente i rumori cominciarono a trasformarsi, le sensazioni mutarono e la concezione stessa di ognuna di loro cambiò. Quando riaprirono gli occhi nulla fu più come prima.

    *Le tre ragazze si scambiarono un'occhiata complice mentre la brezza della Valle dei Giganti scompigliava loro i capelli. Momo si sistemò la lunga spada sacra sul fianco, scrutando l'orizzonte a nord: un sole rosso calava su di loro.

    Dunque il nostro cammino è iniziato..

    Disse Sakuya, l'arciere del cielo notturno in grado di trafiggere anche le stelle. Un nome abbastanza carino, direi. Il lungo arco color notte e scintillante scintillava(?) nella faretra sulla sua schiena. Momo, la guerriera errante, fece un cenno col capo, invitando le altre a seguirla per raggiungere le terre del nord: il drago dei ghiacci le stava aspettando.

    Aspettate! Perché i vostri costumi e nomi sono così fighi?

    Yuka era vestita come una senzatetto e non aveva alcun tipo di potere se non quello chiamato "aspetta e spera". Inoltre si chiamava Yuka. Solo Yuka.

    Non è colpa nostra se hai una scarsa immaginazione.

    Esatto. E ora andiamo, seguitemi! Vi porterò nella terra promessa!

    Frena un attimo. Perché devi fare tu il capo? Non potrei essere io?

    A Yuka vennero i brividi dietro la schiena. Dal modo in cui Momo strinse l'elsa di quella spada leggendaria non poteva che immaginare sciagure. Le due ragazze si fissarono negli occhi con fare insolente, comunicando telepaticamente così che a Yuka venne ancora più ansia. Poi Momo, di una spanna più alta dell'altra, le rise in faccia, cominciando ad incamminarsi.

    Gli arciere sono inutili. Non fanno alto che coprire i veri eroi. Sono io il guerriero quindi sono io il capo!

    Sakuya sorrise e la seguì in silenzio. Questo fece venire un attacco di panico a Yuka perché non era una cosa normale. Difatti, Momo si allontanò ma Sakuya rimase immobile, brandendo il suo gigantesco arco. Posizionò una freccia dalla punta acuminata e attese in silenzio. Momo finalmente si voltò. Neanche il tempo di imprecare che la freccia le si infilò in mezzo agli occhi. Un rivolo di sangue schizzò dalla ferita e la guerriera cadde, inerme.
    (Ricordiamo che tutto ciò tra i due ** è frutto dell'immaginazione delle ragazze, nessuna di loro è morta davvero)
    COSA CULO FAI?!

    Ooops... Mi è scivolata la freccia, scusa.

    La bionda digrignò i denti mentre il sorriso della mora si estendeva da orecchio a orecchio. Continuarono il viaggio ma durò circa tre minuti. Improvvisamente Momo sfoderò la spada e tagliò di netto la testa all'amica.

    KYAAAAA!!!

    Cosa ti urli? Mica sei morta tu!

    Sottospecie di idiota! Cosa ti è venuto in mente?

    A me? Nulla. Ho starnutito ed è partita la spada.

    Yuka si sedette, tanto già sapeva come sarebbe andata a finire. Per circa quaranta minuti Sakuya e Momo non fecero altro che uccidersi a vicenda nei modi più cruenti sotto gli occhi di tutti, senza ritegno. Le loro espressioni erano malvagie e vogliose della morte altrui. I loro dialoghi erano da premio oscar.

    Muori!

    Sarai tu l'unica a morire!

    Tsk. Non riesco a muovermi... Ma perché... Ah! Hai tirato una freccia paralizzante ad una tua alleata?

    No. Non ti ho mai considerata un'alleata.

    Tu...

    Sei solo... una vacca da latte.

    Maledetta strega...

    Sei una vacca grassa piena di carne. Sei carne da macello!

    ZITTA! SEI SOLO UNO SCARTO! INGINOCCHIATI E BACIAMI I PIEDI!

    MUORI! SOLO QUANDO UCCIDO QUALCUNO MI SENTO VIVA!!*

    Non era una bella scena ma vederla per ciò che era realmente era patetico. Solo ad Ino piaceva la cosa ma perché lei era particolarmente strana. Attesero che le due idiote finissero per un totale di trentasei morti a testa e altrettante resurrezioni. Poi si stufarono, finalmente, e Ino decise di mandare avanti la storia e passare direttamente allo scontro finale.

    *Il Drago dei Ghiacci era la creatura più spaventosa che il regno di Chariot avesse mai affrontato. Alto quasi venti metri e largo il doppio, il drago aveva scaglie incredibilmente dure, proprio come diamanti. Il fuoco che emetteva dalla bocca era così caldo la liquefare l'oro in qualche secondo. Ma le nostre eroine, giunte infine al suo nascondiglio, erano pronte ad ucciderlo e riportare la pace nel regno. Si era aggiunta a loro Ino, il bardo oscuro. Capace di incantare il nemico con la sua voce melodiosa. Oramai avevano raggiunte tutte il livello massimo, tranne Yuka che restava al più basso senza alcuna abilità speciale se non "aspetta e spera". Avevano sconfitto mostri di ogni tipo e il loro legame si era saldato sempre di più, tutto in vista della battaglia finale. Varcarono la soglia del Palazzo del Ghiaccio e si trovarono davanti l'orrenda creatura.

    State pronte con la strategia da combattimento! Sakuya, copri Momo, Momo, attaccalo dai punti morti e solo quando riesco ad addormentarlo e dargli dei buff. Dobbiamo sconfiggerlo ad ogni costo.

    Non preoccuparti, ho preparato il mio arco migliore e levellato la mia armatura al High Rank. Sono pronta.

    Ed io ho trovato la leggendaria spada Excalabar. Sarà un giochetto da ragazzi! Gli toglierò tanti di quegli HP che se lo ricorderà!

    Non è mica un videogioco...

    No, ma ci somigliava. In effetti ricorda un po' Monster Hunter. Erano dentro un altro maledetto survival game ed io inizio ad averne abbastanza di questa storia. Non hanno nulla da fare queste? Il mondo sta andando a rotoli! La crisi ci invade, i criminali spadroneggiano, siamo usciti devastati da una delle guerre più pesanti di sempre e questa qua si chiudono in una stanza e fanno finta di uccidere draghi! Ma dimmi tu!

    GROOOOOOWWWWH!!!!

    L'urlo del drago le fece rabbrividire come non mai ma erano pronte. Si scambiarono un cenno e iniziarono con la formazione a triangolo. Yuka, naturalmente, stava in un angolo a guardare la scena perché era più inutile della cacca in quel momento.

    Stregoneria dell'insonnia, a me!

    Freccia paralizzante!

    Attacco del drago!

    Era tutto inutile, il drago era imbattibile. Se ne accorsero quando Momo lasciò un lato scoperto e il fuoco ardente del drago investì Ino, che si accasciò a terra con un urlo. Purtroppo, aveva solo una vita, come tutte loro. Era l'unica possibilità.

    Coff... Sakuya, Momo... Coff! Dovete lavorare in squadra... Coff! Vincerete solo insieme...

    E morì, scomparendo per sempre. In realtà non aveva fatto altro che sedersi sul divano e osservare la scena. Le speranze erano ormai perse, il drago era troppo forte e con Yuka a non fare niente la situazione si faceva pesante. Momo e Sakuya erano in grado di batterlo ma lavorare insieme non faceva affatto per loro. Ma dovevano provare. Sakuya, approfittando del momento, si avvicinò all'amica, guardandola dritta negli occhi verdi.

    Momo, questa è la nostra ultima possibilità. Ho una freccia speciale, solo una, che può accecare il nemico senza fallire. Attaccalo frontalmente e colpisci forte.

    Yuka alzò lo sguardo con le lacrime agli occhi. Quella sì era vera amicizia! Anche Momo si commosse, abbracciandola velocemente mentre impugnava la spada, raccogliendo tutte le energie. Anche lei aveva un colpo segreto che poteva mettere k.o. il mostro. Si mise di fronte a lui, correndogli incontro e spiccando un grande salto, arrivando più in alto del drago stesso. Gli avrebbe tranciato il collo di netto.

    Ghigliottina del fuoco eterno! Ora, Sakuya!!

    Sakuya stava osservando con grande interesse il muro.

    Ma che bel colore ha questo muro.

    Momo morì incenerita. Ma mentre la sua anima prendeva il volo ebbe il tempo di dirne quattro alla ragazza. E con che dolcezza.

    Deficiente, l'hai fatto apposta!

    Ma che vuoi? Ti ho detto che avevo una freccia speciale, mica che l'avrei usata.

    Ah! Quindi il tuo "attaccalo frontalmente" voleva dire "vai e muori"!

    Esatto.

    L'anima di Momo sparì, ma non la vera Momo che, non appena si riprese, si scaraventò su Sakuya, iniziando una lotta nel mondo reale e lasciando sola la povera Yuka, completamente in balia del mostro. Non aveva fatto altro che aspettare e sperare ed ora se la stava facendo sotto. Il drago si accorse di lei e prese a scuotere le grandi ali blu. Ma ecco che accadde qualcosa. Una nuova abilità fu sbloccata dalla piccola ragazza. Si chiamava "Potere Divino della Speranza". In breve, solo chi per tutto il tempo ha aspettato e sperato riceve ora il potere di sconfiggere il drago ghiacciato. Yuka era in estasi. Poteva finalmente fare la sua parte, e che parte! Avrebbe sconfitto quel mostro tutto da sola!
    Invece no, morì incenerita ancor prima di alzarsi in piedi.*

    Questo gioco fa schifo!

    Urlò mentre si toglieva gli strani vestiti da dosso e li gettava sul povero Kamo che si trovava lì vicino per puro caso.

    Quaaaack!

    E Sakuya e Momo litigavano ancora. A quel punto Yuka non ci vide più: le separò e mollò due sberle ad ognuna di loro. La calma fu ristabilita. Ino ammise che forse non era stata una grande idea e si limitò a raccogliere tutta quella roba inutile e gettarla dalla finestra, inquinando l'ambiente come se non fosse già abbastanza inquinato. Maria e Yomi dormivano ancora in posizione di battaglia e la cosa risultò molto tenera. Ma non era mica finita lì, c'era ancora del tempo a disposizione! Fu tra un'occhiataccia e l'altra che a Momo venne in mente una cosa.

    Ehi, Yacchan! Ti sei scordata la scommessa!

    Eh? Che dici?

    Non fare la gnorri! Avevamo scommesso che ti saresti tagliata i capelli! Oh, qualcuno ha perso, mi sa!

    Sakuya la fissò torva, osservando con disgusto la sua espressione contenta e la sua danza della vittoria. Ino le fissava senza battere ciglio e Yuka ne aveva abbastanza per oggi, quindi fece finta di dormire. Accadde che Momo continuò a rompere le scatole su questa storia finché Sakuya non tirò fuori un kunai. Inizialmente aveva pensato di uccidere l'amica ma poi aveva alzato le spalle e si era tagliata i lunghissimi capelli, prima fino alla vita, fino a metà collo. Lo shock che provocò fu sensazionale. Aveva una strada assicurata come parrucchiera perché il taglio era venuto davvero bene e i capelli avanzati erano serviti da rifugio a Kamo che ci sguazzava dentro contento. Momo non aveva parole, aveva perso la scommessa! Ma la più eccitata era Ino, e la cosa era agghiacciante perché Ino era già paurosa in modalità tranquilla.

    Sakuya! Sei.... sei... Sei un figo!

    EH?

    Yacchan... è vero... Cioè sembri un ragazzo da rivista... Mi sento strana, adesso...

    Tu sei sempre strana... Ah, comunque... Sei davvero bello, Sakuya!

    Andate a fancuore!

    Fermo! Ti prego, indossa questa!

    Nessuno seppe mai dove e come tirò fuori quella roba ma era un costume da principe o qualcosa del genere. Stranamente della sua misura. Sakuya si rifiutò categoricamente ma siccome tutte le stavano sbavando dietro, accettò. E non era niente male, convincente direi. Ci stava prendendo la mano ed aveva iniziato a parlare proprio come fanno i ragazzi, ma non quelli di Suna media, quelli altolocati, quelli brillanti e belli e coraggiosi, quelle delle favole, insomma. Forse disturbata dal vociare, Maria si svegliò. I suoi occhi addormentati vagarono per la stanza finché non si posarono sulla nuova e bellissima/o Sakuya. Urlò dalla paura e scappò dietro Yuka, atterrita. Reazioni normali: zero.

    Aiuto! E' un b-bel ragazzo! Devo scappare!

    Eh? E perché?

    Perché i bei ragazzi se le mangiano le ragazze carine come me! Me l'hanno detto le sorelle!

    Sakuya, maligna come non mai, prese la palla al balzo. Rincorse la ragazza facendo la voce profonda e mandandole sorrisi provocatori. Ino tentò di non svenire e Momo non capiva più cosa stesse accadendo, così come Yuka stentava a crede ai suoi occhi. Yomi dormiva.

    Ti mangio, piccola.

    Nooo! Vai via!! Mangiati qualcun'altra! Io sono troppo magra e mangio solo verdure! Ho un sapore di cacca!

    Ma se le scrive 'ste frasi?

    In quel momento si svegliò Yomi, anche lei infastidita dalle urla animalesche. Si trovò di fronte Sakuya e fu amore a prima vista. La cosa iniziava a farsi strana.

    Onee-chan... E' legale sposarsi alla mia età?

    No.

    Ma io sono innamorata di quel ragazzo. Sta persino mordendo la schiava di Dio.

    Sposati Kamo, lui si che morde forte!

    Esordì Momo con Kamo attaccato alla testa e un rivolo di sangue sulla faccia. Sì, mordeva proprio forte. Andarono avanti in quel modo per un po', finché una voce sconosciuta e dei passi non furono udibili nel corridoio. Si fermarono tutte con il cuore in gola. Il terrore si era impadronito di loro.

    Maria! Hai visto delle ragazze qua intorno? C'erano anche un papero e una ragazzina vestita strana e la cosa mi puzza! Giuro che se acchiappo... !

    Spalancò la porta e non trovò nessuno se non la finestra aperta. Tutto era immacolato, tutto era silenzioso. Mentre la donna tentava di capire dove diavolo fossero finite la suora e le intruse, le dirette interessate se la davano a gambe. Con Kamo in prima fila, si disperdevano per le strade del villaggio, lasciandosi alle spalle quella inutile giornata.

    finita <3
     
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    Stile particolare, non c'è che dire, piacevole e di scorrevole lettura.
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4 replies since 10/3/2015, 21:04   92 views
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