Survival Game alle terme

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    Ci troviamo in un afoso giorno d'estate. No, forse è autunno, ma in ogni caso fa caldo e siccome a Suna fa caldo per tutto l'anno, non è importante la stagione. Certo che deve essere una vera rottura quel caldo costante senza mai una pioggerella! In compenso, le persone mangiano un sacco di gelati, perché quando fa caldo il gelato è d'obbligo. Questo è strano perché mangiare gelati ogni giorno dovrebbe procurare una bella pancetta tonda, invece né Yuka né la sua strana comitiva hanno un solo filo di grasso. Ma forse perché loro non sono ragazze qualunque. Quindi questo vuol dire che, a parte gli Shinobi, il resto di Suna è popolato da ciccioni? No, neanche questo è vero. Uff... sta diventando difficile la questione... Ok, diciamo che essere Ninja aiuta, ma questo non vuol dire che chi non lo è sia un ciccione mangia-gelati, né che un ninja mangia-gelati debba essere magro, magari ha un problema alla tiroide ed è grasso anche lui. Ad ogni modo, parliamo della gita alle terme che è meglio. Cioè non è una vera e propria gita, o almeno doveva esserlo. Tutto cominciò nel più normale dei modi, con tre ragazzine annoiate che mangiavano un gelato a casa di una di loro. In realtà stavano litigando per l'ultima cucchiaiata di gelato rimasto, ma per loro era un inizio normale!

    Grrr! Mollalo, Momo! E' mio!

    Urlò la ragazza dai lunghi capelli neri, tentando di scrollarsi di dosso quella più alta e bionda che le mordeva il braccio con cattiveria mentre allungava le mani per afferrare la scatola gelida con dentro la primizia.

    Col cavolo! L'ho visto prima io!

    Questa è casa mia! Sono io che decido e decido all'istante che me lo prendo!

    Crepa, Yuka!

    Sta zitta, Sakuya!

    Ah, l'amicizia. Yuka, che era la più piccola fisicamente, si lanciò sopra le altre due riuscendo ad afferrare la scatola di gelato. Subito la rivolta delle due amiche esplose nell'aria e le furono tutte addosso tentando di soffocarla. Il caldo faceva davvero brutti scherzi. Si apostrofavano l'un l'altra con encomi quali "Vacca insolente" e ancora "Sterco di ragno", così tanti che si poteva fare la lista. Anche questo era il bello dell'amicizia: insultarsi fino alla morte sapendo che ci si voleva bene lo stesso. No?

    Il gelato sarà solo mio!

    Così dicendo Yuka sgattaiolò tra le gambe di Momo, rintanandosi in un angolo pronta per sbafarsi il dolce da sola. Le altre due saltarono nella sua direzione con un ultimo disperato tentativo di fermarla. Ma il trio si immobilizzò quando la scatola si aprì e... non c'era nulla.

    Non c'è?!

    Finito!

    Andato!

    Vuoto come il cervello di Ino. Tante botte per nulla. La scatola fu lanciata dalla finestra con una tale forza che sparì all'orizzonte di quella meravigliosa e caldissima giornata. Ed ora il silenzio regnava sovrano, accompagnato dal caldo. Tristi come non mai, le ragazze si trascinarono sul pavimento con l'unico intento di gettarsi sul letto comodo e gommoso di Yuka. Nonostante la grande veranda che dava sul cortile fosse spalancata, non un filo d'aria tirava in quella scatola chiamata stanza, e questo non era molto gioviale per le ragazze. Momo, che in quanto a pigrizia stabiliva record giornalieri, si lasciò cadere sul letto con uno sforzo immondo, quasi piangendo per essere riuscita ad arrivarci. I capelli lunghi dovevano farle un caldo immondo perché tentava di toglierseli dal viso ogni secondo della sua vita. Stessa cosa per Sakuya che li aveva addirittura poco più lunghi dei suoi, neri come il carbone. A Yuka, invece, arrivavano a metà collo quindi non soffriva il caldo come le altre, e questo non piaceva alle ragazze in questione.

    Basta! Ho deciso: mi taglio i capelli!

    Eh? Ma perché? E' un peccato, i tuoi capelli sono così belli, Yacchan!

    Bha, e vuoi tagliarteli fa pure. Tanto non hai il coraggio di farlo.

    Ed ecco che la rivalità tra Sakuya e Momo torna a farsi sentire! C'è da dire che le due si conoscono dalla nascita e, seppur dicano di essere migliori amiche e lo dimostrino in rari casi, passano la maggior parte del tempo a gareggiare tra loro. In particolare, la rivalità per la questione "capelli" affonda le sue radici all'alba dei tempi. Infatti le due, più o meno a dieci anni, si contesero lo stesso ragazzino (che alla fine si fidanzò con la prima turno che passava lì per caso), al quale piacevano i capelli molto lunghi. Ma sia Momo che Sakuya li portavano molto corti così fecero a gara a chi sarebbero cresciuti per prima. Ignoravano il fatto che i capelli non crescere in una notte, quindi, oltre che a perdere tempo inutile, eseguirono un test molto efficiente per dedurre chi delle due li avesse più lunghi, ma se lo dimenticavano continuamente quindi la sfida divenne "tagliati prima i capelli altrimenti sei scema". Ma nessuna delle due rinunciò mai quindi ecco il risultato, capelli che sfioravano i cinquanta centimetri di lunghezza e tanti saluti. Sakuya scattò in piedi, puntando i suoi occhi scuri in quelli smeraldini di Momo.

    Scommetti che invece me li taglio?

    Ahaha! Ma non farmi ridere! Ecco visto? Mi hai fatto ridere.

    Allora scommettiamo. Hai paura Momo-kyun?

    N-non chiamarmi così!! E comunque... accetto la sfida! Se vinco io... dovrai rasarti i capelli a zero!

    Qua la mano! Ma se vinco io... Dovrai fare una qualsiasi cosa che ti chiederò. Senza discussioni. Ci stai?

    Come se potessi perdere contro una rude come te!

    Oh, la vacca da latte si è arrabbiata?

    Donne: che creature incantevoli. Si strinsero la mano lanciandosi uno sguardo di fuoco mentre la povera Yuka si rotolava sul pavimento con lo sguardo perso. Eh, cosa ne era stata della loro vita da sedicenni? Delle vere ragazze di oggi non sarebbero certo rimaste a casa a litigare per un gelato o a fare scommesse stupide! Dove erano le situazioni amorose? I divertimenti, le uscite in compagnia? Cos'era quella transumanza da un letto all'altro? In fondo a Yuka piaceva anche, era una pigrona al pari delle altre, ma questa volta sentiva che si stava davvero annoiando. Smise di rotolare e prese a guardare con poco interesse le due ragazze che tentavano di strozzarsi a vicenda. A quanto pare la stretta di mano non era bastata. Improvvisamente dei passetti pesanti risuonarono per il corridoio e la porta scorrevole fu aperta. Sulla soglia apparve una bambina molto bassa e gracile, forse neanche tanto ma era comunque una bambina, avrà avuto tre anni al massimo.

    Nee-chan! Portami a spasso! Mi annoio a stare a casa fa troppo caldoooo!

    Yomi, dai, non lanciarti addosso a me che fa caldo!

    La ragazzina dai capelli lunghi e color sabbia si alzò con il broncio. Gli occhi grandi e blu come quelli della sorella la fissarono speranzosi. La piccola agitò le braccia tentando di colpire la sorella, scuotendola con le braccia magre.

    Eddai! Tipregotipregotipregotipregotiprego!!

    Sì il tempo scorre velocemente quando si tratta dei familiari. Un giorno improvvisamente ti giri e Bam! Ecco che ragazzini paffutelli diventano stangoni di un metro e ottanta con tanto di barba e sguardo da teppista! Stessa cosa per le sorelle minori che nascono e il giorno dopo già parlano. E quanto parlano. Il "tiprego" di Yomi stava per mandare in tilt i circuiti di Momo, già danneggiati dalla stupidità. Yuka riuscì a calmare la monella ma a che prezzo! Adesso doveva trascinarsi dietro anche le amiche e vagare come disperate per il villaggio.

    Eeeeeeh? Te lo scordi! Io non mi muovo da qui!

    Su, Momo, ti fa bene un po' di moto!

    Questa volta ha ragione lei, ammise Sakuya guadagnandosi la stima di Yuka. fa troppo caldo per uscire! ... e la perse immediatamente.

    Ah... ho tre sorelline, altro che amiche... Immagino che resteremo a casa, a questo punto...

    Eh? Ma io voglio il gelato!

    Gelato?

    Perché non l'hai detto subito, Yukarin?

    Ma io...

    Alzate i sederi: si va a prendere il gelato!

    Yeeee! Vai, Yacchan!

    Non sapeva ancora cosa fosse successo esattamente ma Yuka diede la mano alla sorellina e tutte e quattro si lasciarono casa Satetsu alle spalle. Che poi Satetsu fa ridere come nome. Coff, comunque... L'afa era insopportabile e stare sotto il sole non si era rivelata una buona mossa. Bastarono pochi passi per far stremare le povere protagoniste che si videro costrette ad usare contromisure per sfuggire al caldo terribile. Restarono dieci minuti buoni sotto il sole a pensare ma a nessuna venne in mente niente così continuarono a camminare senza più fermarsi. Arrivate al villaggio la situazione non migliorava un granché. Era pieno zeppo di persone per le strade e il caldo era comunque terribile. Come se non bastasse, il vero dramma fu vedere le gelaterie piene di gente: code chilometriche che attendevano di rinfrescarsi con quel cibo divino fatto di mmm qualsiasi cosa di cui fosse fatto il gelato. Non avevano la minima speranza, alcune gelaterie erano a corto di altro gelato e intere file deluse si spostavano in altri negozi, impedendo a quelle povere ragazze di rifocillarsi come si deve. Disperate come non mai, si abbandonarono su una panchina, chiedendo a Dio perché voleva punirle in quel modo. Fu allora che un po' di fortuna si presentò, più esattamente si presentò in forma umana. Una ragazza ventenne, alta e dai capelli lunghi e castani e dagli occhi di una particolarissima sfumatura violacea, si fermò davanti a loro con un gran sorriso. Era Rock, Anbu della Sabbia, una loro conoscenza. Per farla ancora più breve, era una cretina proprio come loro, solo un po' più cresciuta. Ah, Momo e Sakuya avevano avuto prova che si trattava di una maniaca ma preferivano non parlarne.

    Ehi! Chi si rivede! Come vi va la vita, sorelline?

    Yo, Rock.

    Tutto regolare. A te come butta?

    Ma sentitevi! Mica siamo nel ghetto!

    Eheh. Yukarin ha ragione. Comunque, mmm, sto alla grande! Anche se fa un caldo del diavolo e.... Oh! Ma chi è questo angioletto?

    Esclamò riferendosi a Yomi che, da timida qual'era, si nascose tra le braccia della sorella. Sapeva essere forte ma fondamentalmente era come la sorella. Rock ridacchiò, prendendosi gioco della sua timidezza.

    Su, mica ti mangio! Oh... Che bel vestitino che indossi! E' molto particolare!

    Yomi ancora non rispose ma tentò di nascondere l'orlo del vestito. Era particolare davvero, un po' come lei, del resto. Era un abito nero e bianco tutti pizzi e merletti, sembrava uscito da un film sui vampiri. Anche il cerchietto che portava era più una cuffia tutta merlettata. Yomi era un po' fantasiosa o per dirla tutta credeva di essere una specie di principessa delle tenebre. Se non avesse fatto così caldo avrebbe persino indossato la sua lente a contatto rossa per rendere meglio l'idea di "principessa vampiro".

    Devi scusarla, è un po' timida..

    Figurati. Ti somiglia molto di volto, sai Yukarin?

    Dici? Una signorina qui vicino dice sempre che non è vero...

    Oh, e come si chiama questa signorina?

    Il tono con cui lo disse provocò un brivido freddo lungo la schiena di Sakuya e Momo. La Rock che conoscevano stava tornando... Intanto, Yomi si risvegliò, o meglio, la vera lei sembrò destarsi improvvisamente. Uscì alla luce del sole con un'espressione così seria e matura da farla sembrare molto più grande.

    Osserva, mortale, il mio nome è Kaiser de Emperana Beelzebub IV!

    Si chiama Yomi.

    Onee!

    Si lamentò Yomi, mollandole un calcio negli stinchi così forte da farla piegare in due per il dolore. Ed ecco che la pestifera sorella minore era tornata normale. Rock le sorrise, scompigliandole i capelli. Yomi fece una pernacchia ma arrossì, girandosi dall'altra parte. Era proprio timida!

    Così... che stai facendo, Rock?

    Io? Nulla di che. In realtà sto andando a divertirmi. O meglio, scappo da questo caldo infernale...

    Ah! E dove vai tu c'è il gelato?

    A palate! Fidatevi: quel posto è ricolmo solo di gelato!

    E... tu puoi portarci lì, Rock?

    Sicuro! Ho i biglietti gratis!

    Gli sguardi delle due si posarono supplichevoli su Yuka, confusa. Dapprima la fissarono come a dire "ti prego abbiamo bisogno di gelato altrimenti rischiamo di morire", ma poi misero su lo sguardo "portaci o ti uccidiamo il cane". Yuka non aveva un cane e questo la intimoriva perché le due ragazze avrebbero potuto cambiare bersaglio, e la cosa che più si avvicinava ad un animale era sua sorella. Anche se Momo non l'avrebbe mai fatto. Sembrava coltivare una specie di amore segreto per quella bambina, anche se il caldo la placava. Il caldo era il nemico numero uno di Momo, fermava tutte le sue stramberie.

    Uff. E allora andiamo! Ma solo se mi promettete che non sborso una lira!

    Braccino.

    Sì! Urrà! Allora si va allo... alle... al... Rock, dov'è che andiamo?

    Ve lo dico io. Su, alzatevi! Prossima fermata: le terme!

    Questa si è da vedere.

    continua
     
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    Le vicende delle nostre protagoniste proseguono e anche il numero è aumentato, seppur solo di uno. Quello che nessuna di loro poteva immaginare era che il numero sarebbe aumentato ancora. Se ne accorsero quando, camminando per un borgo in periferia, adocchiarono una ragazza sul ciglio della strada, distesa e con lo sguardo di una che è proprio andata. Se fosse stata qualsiasi altra ragazza sarebbero intervenute, ma tanto quella era Ino.

    Che diavolo ci fa là per terra?

    Starà cercando di attirare l'attenzione come al solito. Mpf!

    ... Sorellona, chi è quella?

    Ino. Una tipa che conosciamo.

    Ah, ok... La lasciate lì?

    Sakuya e Momo sono già andate...

    E se ne stavano andando davvero, osservando un tipo affacciato al terrazzo di casa sua. Aveva il petto nudo e Sakuya stava cercando di abbordarlo con metodi poco femminili. Momo osservava una pietra. Chissà. In ogni caso fu Rock a svegliare Ino, scuotendola con così tanta forza da farle sanguinare il naso. I capelli corti e arancioni svolazzarono di qua e di là e, finalmente, gli occhi verdi ripresero conoscenza.

    Ma che ca..?! MARIANNA! VAI A PRENDERE I MIEI GUANTI, SVELTA! MARIANNA! MARIANNA!

    Rock le mollò una sberla talmente forte da farla svenire di nuovo. Aveva molta forza nonostante le apparenze, un po' come Momo che adesso usava la pietra da lei osservata per centrare il ragazzo mezzo nudo in mezzo agli occhi. Quello ricadde direttamente dentro casa e Sakuya applaudì divertita. Ino si risvegliò nuovamente, questa volta senza immaginarsi la sua tata (perché era così ricca da potersela permettere).

    Rock? Yuka... Sakuya e Momo... e questa strana bambina...

    Kaiser de Emperana Beelzebub IV, la principessa della notte, per te, mortale!

    Co-cosa? La principessa della notte... Ma è pieno giorno. Non dovresti, tipo... morire?

    Yomi la guardò senza battere ciglio per un paio di secondi. Successivamente tirò la gonna a sua sorella che si chinò mentre lei le sussurrava all'orecchio.

    Dovevamo lasciarla marcire e andarcene!

    Guarda che ti ho sentita!

    Bando alle ciance! Ino. Cosa cavolo ci fai là per terra?

    La ragazza si grattò la testa con aria sofferente, tentando di riordinare le idee. Purtroppo disse che non ricordava nulla di quella mattina, solo di aver visto dalla sua stanza qualcosa di basso, grosso e giallo che camminava per la strada e di averlo voluto seguire, così, per curiosità. Poi si ricordava di una botta molto forte in testa e di essere svenuta. Il racconto incuriosì non poco le ragazze che subito ipotizzarono che a darle la botta fosse stato il misterioso coso giallo. Ma cosa esattamente?

    Un cosa che cammina. E' gialla, bassa e robusta. Capace di far perdere la memoria alle persone...

    mmm

    mmm

    mmm

    La banana?

    Sakuya estrasse uno schiaccia-mosche e ci picchiò Momo sonoramente, tanto che per un po' se ne restò buona in un angolo, a giocare con un altro sasso. Ad ogni modo, si lasciarono alle spalle la questione del coso misterioso perché in realtà non fregava niente a nessuno di quella storia. Ino si alzò barcollante e Sakuya ne approfittò per cominciare ad andarsene. Ma Ino era una ficcanaso patentata e il suo sport preferito era rovinare la festa a Sakuya. Si detestavano da sempre, erano in competizione su qualsiasi cosa e non c'era modo di scoprire il perché.

    E dove andate di bello?

    Chiese ad un certo punto la ragazza dai capelli arancioni, avvicinandosi a Rock e mettendole una mano sotto braccio. Rock amava la compagnia e la ragazze le era simpatica, quindi bisognava puntare lei per riuscire ad entrare nella comitiva. Se ci era riuscita una bambinetta in cosplay figuriamoci lei!

    Andiamo alle terme!

    Ma davvero? Non ci vado da un sacco di tempo?

    Ma allora perché non vieni con noi! Giusto, ragazze?

    La desolazione. Yuka restò in silenzio ma sorrise educatamente, il che equivaleva ad un "fate come cavolo vi pare". Momo alzò le spalle perché per lei non faceva alcuna differenza. Yomi digrignò i denti ma non si sentiva troppo sicura per dire la sua: quella mortale dai capelli rossi aveva svelato il suo segreto, poteva rivelarsi una terribile nemesi così come una grande alleata. Studiarla da vicino sarebbe stata la mossa migliore. Sakuya sembrò fare un grande sforzo di volontà ma acconsentì senza urlare o lanciare insulti. Così le(quante sono? Una, due, tre, quattro, cinque) sei ragazze proseguirono per la strada senza trovare ulteriori intoppi. Camminarono per tutto il giorno finché, ad ora di pranzo, arrivarono in un posto molto tranquillo dove non c'era un'anima.
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    Il luogo era carino, circondato da alberi in fiore e da quel po' di verde che a Suna mancava. L'aria era calda ma almeno lì esisteva un po' di corrente, il che fece subito una buona impressione alle ragazze. Sembrava che Rock ne avesse combinata una buona di tanto in tanto. "Gokurakuji" diceva l'insegna, un nome tranquillo, insomma. Rock tirò fuori il coupon gratis e invitò le ragazze a seguirla mentre varcava la soglia della zona termale. L'atrio era in vecchio stile giapponese, perfetto per rilassarsi. Una vecchietta così bassa che Yomi avrebbe potuto saltare e superarla le accolse con un sorriso tirato.

    Oooooh, buongiorno, ragazze. Che posso fare per voi?

    Ciao, nonnina! Vogliamo immergerci nel tepore termale!

    Oooooh, capisco. E quale sala volete? Ce ne sono due: una di media grandezza, mentre l'altra è mooolto più grande e attrezzata!

    Rock chiese un secondo per consultarsi con la truppa. Si riunirono in cerchio e cominciarono a complottare a bassa voce. Yuka non voleva sborsare soldi extra e questo si era capito. Momo voleva avere più spazio per nuotare. A Sakuya non gliene fregava nulla, le bastava riposare. Yomi non sapeva cosa volesse dire "tepore termale" quindi il suo voto fu nullo. Ino non sapeva neanche cosa stavano scegliendo. Rock avrebbe preferito più spazio ma voleva essere sicura di una cosa.

    Ehm, ecco... C'è una differenza di costo tra le due sale?

    Ooooooh, in realtà sì. Ma per voi posso fare un piccolo sconto e farvela pagare come quella normale!

    Allora la prendiamo!

    Io prendo il post più bello!

    Eh? A-anche io voglio il posto più bello!

    Momo, Sakuya e Yomi partirono all'inseguimento della sala termale mentre Yuka e Rock le seguivano lentamente, facendosi prima dire dalla vecchietta dove si trovasse la sala.

    *


    Woa! Questo posto è giganterrimo!!

    Esclamò Momo quando aprì la porta che conduceva alla sorgente termale. Come darle torto? Si trattava di una vasca fumante dalle proporzioni esagerate. Ma dove diamine avevano trovato quello spazio? Da fuori questo posto sembrava una bettola... Ah, stavo dicendo... Il vapore che si era creato nella stanza non permetteva alle ragazze di vedere bene però le teneva al caldo. Cosa strana visto che stavano scappando dall'afa del villaggio ma forse il caldo della sauna è diverso... Rock si era già immersa, raccogliendo i capelli in un turbante bianco e iniziando a sonnecchiare reggendosi al bordo della vasca. Sakuya si stava ancora preparando fuori dalla vasca, lavandosi il corpo come vuole la buona educazione. Yuka entrò proprio in quel momento, trovandosi davanti Momo completamente senza vestiti.

    Momo, potresti anche coprirti finché non sei dentro...

    Pff. Dillo che sei solo invidiosa di queste!

    Rise indicandosi i seni prosperosi. Yuka le ricambiò un'occhiata inviperita (era sensibile sull'argomento perché conosceva le sue purtroppo scarse misure), mollandole una spinta così forte da farla cadere in acqua con un tonfo. Rock continuò a dormire, si era pure messa due pezzi di cetriolo sugli occhi e spalmata una maschera di bellezza color verde vomito. Sembrava in trance. Ino ridacchiò mentre entrava anche lei, spiegando a Yomi cosa fare per farsi il bagno. La bambina era schiva ma quella ragazza dai capelli rossi la incuriosiva quindi la ascoltò con attenzione squadrandola male ad intervalli regolari tanto per ricordarle il suo status di principessa vampiro. Sakuya si avvolse un panno tra i capelli e si calò nell'acqua caldissima, respirando appieno quell'aria delicata che sapeva di caldo e oli orientali.

    Hai fatto un maremoto, Momo. Tu e quelle tette da mucca.

    Cooosa? Vuoi morire, per caso?

    Vi prego, non qui! Stiamo tranquille almeno per un po'!

    Le supplicò Yuka e loro la smisero una buona volta, troppo concentrate a sguazzare nell'acqua. La ragazza dai capelli argentati entrò finalmente in acqua senza bisogno di alcun panno vista la lunghezza dei capelli, emettendo un verso simile ad un canto quando l'acqua le arrivò al collo. Era davvero piacevole! Osservò con gli occhi cerulei quella grande vasca che... sembrava continuare? Proprio così: ad un certo punto curvava a sinistra ma la vista era nascosta da piante messe per bellezza (la stanza ricreava una sorgente in mezzo a rocce e alberi). La ragazza fu quasi tentata di andare a vedere, forse la parte attrezzata della sorgente si trovava proprio lì, ma preferì lasciar perdere almeno per il momento.

    Ah! Ma è caldissima!

    Si lamentò Yomi ritraendo il piede dall'acqua. Ino rise e tentò di convincerla ad entrare, con scarso successo. Yuka si sporse porgendo una mano alla bambina. Con uno sbuffo la afferrò e si sedette sul bordo della vasca, scivolando dentro senza più esitazioni. La sorella la afferrò al volo, stringendola per non farla andare a fondo. Non era sicura che la sorellina sapesse nuotare. Ino le raggiunse e finalmente si creò l'armonia perfetta. Il silenzio era musica per le loro orecchie, il vapore e il caldo le abbracciavano dolcemente mentre le oro stanche membra si abbandonavano all'acqua e la loro psiche si rilassava. Era davvero tutto perfetto. Finché Ino non urlò improvvisamente, tentando di uscire dalla vasca più velocemente possibile, indicando alle sue confuse amiche qualcosa di giallo che stava svoltando l'angolo.

    E' lui! E' il coso giallo di questa mattina!

    continua
     
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    L'armonia del momento era completamente distrutta. Tutta il relaz era scemato alle parole di Ino perché, adesso, avevano avvistato il misterioso "coso giallo" che non era una banana come aveva ingenuamente pensato Momo. Fecero a gara per uscire dalla vasca, coprendosi con i primi asciugamani che trovarono in giro, e partendo all'inseguimento della strana creatura. La vasca e il pavimento svoltavano davvero a destra, finendo in chissà quale altra stanza. Le loro ciabattine risuonavano sul pavimento freddo con un rumore davvero fastidioso. Ino, in testa, sbraitava e correva con tutto il fiato che aveva in corpo.

    Non fatelo scappare! Prendete quel dannato coso!!

    Tutte e sei raggiunsero finalmente l'angolo, restando a bocca aperta davanti a quello che si trovarono davanti. La stanza non era affatto una stanza ma... un vero e proprio lago all'aperto! Ma dove li hanno trovati i soldi per finanziare questa roba?! Si vedevano le montagne in lontananza e il cielo azzurro brillava sotto i raggi del sole. Sotto i loro piedi il pavimento andava a posizionarsi verso il centro, diventando una grandissima pedana che si protendeva per centinaia di metri, fino a raggiungere il centro del lago stesso. Era parecchio larga, dieci metri circa, e non era una semplice pedana ma sembrava fatta per una corsa ad ostacoli. Inizialmente si alzava fino a raggiungere dieci metri d'altezza, diventando una parete da scalata, da lì diventava una fine fune d'acciaio sospesa sul lago. Scendendo, poi, ci si ritrovava a dover arrivare alla piattaforma finale camminando su gommoni che galleggiavano sul pelo dell'acqua. Sembrava una prova di chissà quale sport! E quel coso giallo, chissà come, si trovava già a metà percorso. Si muoveva con un'agilità incredibile.
    kamo_img01
    Ma che diavolo è?

    Esclamò Ino mentre, assieme alle altre, si fermavano ad ammirare quel coso giallo. Aveva una coda di una strana forma, piedi da pennuto e la sua forma era tozza e dalle piume giallastre. Aveva anche uno strano becco e l'espressione intelligente. Il cosetto saltò agilmente sui gommoni e arrivò sulla piattaforma finale con un balzo pirotecnico. Fece vibrare il becco marroncino ed emise un sonoro:

    Quaaaaack!

    Quel coso è un ornitorinco!

    Sì... non è una banana... le banane sono lunghe lunghe e hanno una forma... bananesca...

    La tensione si stava facendo sentire. E così il mistero era in parte risolto. Solo che adesso Ino quasi si vergognava di tutta quella storia, già vedeva il sorrisetto di Sakuya che diceva "ti sei fatta picchiare da un pennuto". Tentò di convincere le altre a tornare indietro ma il papero (quello che è) le fissava con un sorriso ammaliante, come per sfidarle a raggiungerlo. Ma che senso aveva arrivare fin la rischiando di rompersi qualcosa durante il percorso? Si chiesero le ragazze avevano anche ragione. Fecero dietrofront per tornare alla vasca. Ma ecco che gli altoparlanti vennero in soccorso dell'ornitorinco e la vocetta della vecchina alla reception suonò forte e chiara.

    Oooooh! Benvenute alle sorgenti termali Gokurakuji! Questa è la sala attrezzata, dove ci si può tenere in forma con simpatiche prove di sopravvivenza! Questo è, in altre parole, il Survival Game delle terme!

    Oh, mannaggia! Ci mancava solo questa...

    Chi non riuscirà a superare il percorso sarà escluso permanentemente dalla gara, mentre il primo classificato riceverà il dolce della casa in omaggio! Un parfait con sei gusti a scelta, e tutto gratis!
    Grazie per l'attenzione. Il nostro sponsor, Kamo, supervisionerà la gara.


    Quack!

    Fu la risposta affermativa di Kamo, l'ornitorinco. Gli altoparlanti si spensero augurando buona fortuna al gruppo che rimase in silenzio per qualche secondo. In pratica la vecchia pretendeva che attraversassero quel percorso solo per un gelato? Ovviamente le ragazze partirono all'attacco cercando di passare avanti il prima possibile. Momo e Rock erano le più veloci e non fu difficile per loro iniziare ad arrampicarsi sulla parete perpendicolare al lago, alta quasi dieci metri. Momo aveva muscoli ben sviluppati grazie al combattimento e Rock aveva dalla sua l'esperienza sul campo, quelle due sembravano inarrestabili. Il resto del gruppo era ancora al primo metro di scalata, con Ino davanti che tentava di far cadere Sakuya usando il piede. Yomi si aggrappò alla schiena di Yuka che doveva faticare quasi il doppio per riuscire a salire, tanto era pigra e abituata a non fare sforzi.

    Leva quel coso puzzolente che ti ritrovi come piede!

    No! Sarò io ad avere il gelato!

    Yuka le aveva distaccate di un po' ma non aveva possibilità di superare Rock e Momo. Una di loro avrebbe sicuramente vinto se non avessero fatto gioco di squadra. Era l'unica soluzione possibile.

    Yacchan, Ino! Smettetela di fare le idiote e ascoltatemi: non abbiamo alcuna possibilità contro Momo e Rock, loro sono ferrate nei Taijutsu e nell'esercizio mentre noi poltriamo ogni giorno. Per sconfiggerle dobbiamo allearci!

    Allearci? Io non mi alleo con Sakuya!

    Nee-chan, non voglio stare con la tipa cattiva!

    Bha, incredibile ma Yukarin ha ragione. Ino, dobbiamo allearci o non supereremo mai questa scalata. Facciamo gioco di squadra e squalifichiamo Momo e Rock. Allora potremmo concludere la sfida all'ultimo sangue!
    Ci stai?


    Sakuya le porse una mano tremante per lo sforzo. Ino la fissò dritta negli occhi e sembrò star pensando alla proposta. Cambiò espressione: ritirò il piede e strinse la mano a Sakuya, tirandola su per farla arrivare alla sua stessa altezza.

    E sia. Facciamole nere!

    Forti di questa nuova e strana alleanza, le quattro si impegnarono come non mai per recuperare la distanza tra le due capolista. Ino era veloce e abbastanza forte da tirare Sakuya su quando rischiava di cadere, ed entrambe spingevano Yuka da sotto per farla arrivare ancora più in alto. Solo tre metri le separavano dalla vetta e ormai Momo e Rock si stavano già preparando per affrontare la prova della fune d'acciaio sospesa a dieci metri dall'acqua. Momo era partita qualche secondo prima, afferrando saldamente la fune con le mani e piedi, in modo da procedere più velocemente. Nonostante fosse gracile Yomi pesava sulla schiena di Yuka e la sua unica funzione era quella di fare il tifo per la sorella.

    Vai, Yuka! Non mollare! Non mollare!

    C-ci sto provando, Yomi!

    Afferrò un perno e infilò il piede in una rientranza, riprendendo fiato. Alzò gli occhi verso la fine della parete: era quasi fatta. Si issò facendo peso sul braccio e la sua mano destra afferrò finalmente la cima in contemporanea a Sakuya e Ino. Ce l'avevano fatta!

    Fiuuu! Sbrighiamoci con 'sta roba, voglio il gelato!

    Maledizione! Momo è troppo avanti... Non possiamo neanche superare qui, dobbiamo recuperarla con l'ultimo ostacolo!

    Coraggio, sbrighiamoci! Yomi, non staccarti per nessuno motivo!

    Sì!

    E si posizionarono per la partenza: Sakuya in testa seguita da Ino e Yuka. La ragazza dai capelli neri decise di sfruttare solo le braccia, non come Momo e Rock che proseguivano spedite, tentando di guardarsi indietro di tanto in tanto. Una mano alla volta, le ultime tre proseguirono a tentoni, facendo il possibile per non guardare giù. La fune vibrava e i loro corpi pesavano. Il percorso era lungo, si trattava quasi di cento metri di fune! E le braccia erano già indolenzite per la scalata... Un vero e proprio gioco di sopravvivenza!

    Quaaaack!

    Faceva Kamo per incitare le partecipanti. Questo irritava Sakuya non poco che aveva una specie di fobia per l'altezza e vedere i suoi piedi nudi sospesi su quella distesa azzurra non era una buona cosa per lei. Iniziò ad agitarsi visibilmente. Momo rallentò allarmata dall'improvviso tremore della fune e Rock, sottosopra, prese ad osservare la scena di una Sakuya sull'orlo di una crisi di nervi.

    Quello stupido pennuto! E questa stupida fune! E questo dannato gioco! Sono stufa! STUFA!!

    Yuka la implorò allarmata di non agitarsi ma la ragazza non la sentì neanche. Si agitò così tanto che l'asciugamano si sfilò e volò giù lentamente, trasportato dal vento. La ragazza cacciò un urlo imbarazzato ma non ci pensò un secondo a coprirsi: o la nudità o la vita! Caso volle che Rock stesse osservando la scena. Ora, da quello che si era capito della strana ragazza, sembrava avere gusti, come dire, diversi. Un rivolo di sangue lo colò dal naso a quella vista e subito si portò le mani al volto per placare l'epistassi. I suoi piedi non ressero e la donna cadde giù con un sonoro "perchè?". Dieci metri più sotto si udì un CIAFF! E la testa di Rock riemerse, spostandosi lungo una di quelle corde che si usano per separare le corsie delle piscine, messa apposta per chi fosse caduto. Sakuya sembrò calmarsi e, anzi, le venne un'idea. Si fermò e cominciò a procedere a ritroso. Ino tentò di sferrarle un calcio nel sedere ma Sakuya era riuscita a rigirarsi.

    Copriti, cretina!

    Oh, ma certo! Se permetti!

    Sorrise l'altra afferrandole l'asciugamano. Ino lottò per riprenderselo ma Sakuya era più furba e veloce: le mollò un calcio nello stomaco e la ragazza cadde in acqua, senza asciugamano e tirandosi dietro un gran numero si insulti. Yuka osservò impaurita Sakuya, sperando di non venire colpita anche lei dalla sua furia. Ma l'altra si limitò a sistemarsi alla buona l'asciugamano e proseguì il cammino.

    Dobbiamo sbrigarci a raggiungere Momo. Manca solo lei adesso!

    La raggiunsero più in fretta di quanto avrebbero mai creduto (in realtà Momo perse tempo per osservare Ino che tentava di salire sulla pedana, senza successo), erano ad appena tre metri da lei e a cinque dalla fine. I muscoli delle braccia tiravano, anche quelli della piccola Yomi che ne aveva abbastanza di stare abbracciata a mo' di koala alla sorella. Momo si accorse della vicinanza delle avversarie e tentò di accelerare ma ormai le due avevano preso il ritmo e, sebben si spendessero molte più energie, usare solo due mani rendeva anche più veloci.

    E' inutile che ci provate! Il gelato sarà solo mio!

    Scordatelo, tettona! Sei finita!

    Giusto! Sei spacciata, Momorun!

    Dacci dentro, onee-chan!

    Arrivarono finalmente alle scale che percorsero così velocemente che per poco non caddero ma erano alla pari. Il leggendario trio delle babbee era arrivato alla sfida finale: la camminata sui gommoni! Ora che li osservavano da vicino non erano proprio gommoni. Fuoriuscivano dall'acqua solo in parte quindi era difficile intuire la forma reale ma sembravano lisci e il loro colore variava dal grigio all'azzurro. Ce ne erano abbastanza per tutte e la pedana era a cinquanta metri, davanti a loro. C'erano già Rock, Ino e Kamo ad aspettarle. Per fortuna Ino aveva rimediato un asciugamano. Era una sfida alla apri e questo piaceva alle tre ragazze che, prima di partire, si lanciarono un'occhiata d'intesa.

    Uno...

    ... Due...

    ... Via!

    La cretina avrebbe dovuto dire tre ma facciamo finta di nulla, tanto è irrecuperabile. Le tre ragazze si lanciarono sui gommoni che fortunatamente non erano così lisci da farle scivolare, però si muovevano ed erano... caldi. Sì, strana come cosa. Ed ecco che gli altoparlanti si attivarono di nuovo: la vocina della vecchia risuonò un'altra volta.

    Ooooh, sono rimaste solo tre, no, quattro partecipanti in gara! Bene! Questa è la sfida finale, come avrete capito consiste nel camminare sopra la pancia di questi squali ed arrivare indenni a fine percorso! Speriamo bene!

    Le tre si bloccarono di colpo, atterrite. Si guardarono i piedi con un misto di terrore e ribrezzo. Avevano sentito bene? Avevano davvero sentito bene? La risposta è sì, avevano sentito bene. A parte quelli sui quali poggiavano i piedi, gli altri si rigirarono e la loro leggendaria pinna dorsale fu ben visibile.

    Squa...

    Squali...

    Squali?

    FUGGITE, SCIOCCHE!

    Urlò Yuka che se la stava già dando a gambe. Le loro urla squarciarono il cielo mentre la faccia estasiata di Ino alla vista della sua nemesi nei guai era impagabile. Le tre ragazze tentarono di destreggiarsi tra gli squali saltando di dorso in dorso, ma questi si muovevano e quella maledetta pinna faceva impressione. Erano così vicine alla meta per giunta.

    CHI DIAVOLO E' COSì MATTO DA FARE UNA COSA DEL GENERE?!

    MA COME HANNO FATTO A METTERE DEGLI SQUALI IN UN LAGO!

    SORELLONA NON LO LO VOGLIO PIU' IL GELATO TE LO GIURO!

    OH, NO! AIUTO! SAKUYA! YUKA!

    Le due si voltarono in tempo per vedere la loro amica risucchiata dall'acqua. Momo era caduta. Erano shinobi, potevano far fuori quei pescoloni marini e salvare la loro amica. Ma c'era un gelato da vincere. Si misero una mano sul cuore e continuarono a correre mentre la povera Momo riemergeva, circondata dagli squali.

    Non vorrete mica lasciarmi qui?!

    In realtà lo volevano. E lo fecero anche. Gli squali si avventarono su di lei, divorandole l'asciugamano mentre Momo urlava a squarciagola, piangendo come una bambina. Intanto, Rock osservava la scena dubbiosa e Ino annoiata, perché si sarebbe divertita di più a veder cadere Sakuya.

    Tutto questo è legale?

    Quaaaack!

    Azz...

    Ed eccoci alla fine! Chi sarà a vincere il gelato dai sei gusti a scelta? Due metri separano le due finaliste dall'agognato premio ma chi la spunterà? L'acqua si è tinta di rossa intanto ma nessuno sembra farci caso, stanno tutti fissando la pedana, scommettendo su chi vi arriverà per prima. Yuka e Sakuya lottarono fino alla fine, fianco contro fianco, spingendosi e strattonandosi per guadagnarsi la vittoria. Da una parte la forza e dall'altra la velocità. Manca un metro all'arrivo e le due sono ancora pari. Momo riemerge ma non sembra ferita, che sia stata lei a darle agli squali? Manca meno di un metro, la tensione è palpabile. Manca appena qualche secondo e le ragazze fanno il salto finale che porterà una di loro a toccare la pedana per prima. Ma ecco che qualcosa accade. Improvvisamente Yuka si sente schiacciata da qualcosa. E' il peso della coscienza? No! E' Yomi che le cammina sulla schiena e spicca un balzo poderoso. I lunghi capelli color sabbia vibrano al vento mentre gli occhi cercano la vittoria. E la ottengono. La bambina è la vincitrice!

    Quaaaaaaaaack!

    Esclamò Kamo mentre una musichetta risuonava allegra nell'aria. Yomi saltellò sul posto con tanti inchini mentre le perdenti salivano come foche monache sulla pedana (uno spettacolo patetico).

    Ma allora sei davvero la principessa vampiro!

    Ovviamente, comune mortale! Cosa ti aspettavi?

    Sei stata bravissima, Yomi-chan!

    Ahhh! Ma andiamo!!

    Questo è stato oltremodo scorretto...

    Momo approdò sulla pedana assieme a loro, tremando come una foglia, nuda come un verme. Sembrava tra il pianto e le risa.

    I-io li ho u-uccisi... L-li ho u-uccisi t-tutti!! Ah! Ah ah!

    E mentre festeggiavano la vittoriosa bambina un elicottero venne a prelevarle. Ma stiamo scherzando?! Un elicottero?! Che razza di persone gestiscono questo posto?!

    *


    La festa in onore di Yomi, la vincitrice, fu sobria ed elegante. Le altre cinque tenute a bada dalla vecchietta, costrette a vedere la ragazzina che si gustava il gelato a sei gusti tutta da sola. Momo stava per scoppiare a piangere e Sakuya stava per avere un'altra crisi di nervi. Yomi assaggiò la seconda cucchiaiata di gelato quando le tornò in mente che non era Kaiser de Emperana Beelzebub IV, o almeno non sempre. Si fece portare altri cinque cucchiaini e mise la coppa di gelato esattamente al centro del basso tavolino.

    Neanche a farlo apposta i gusti sono sei!

    Il gesto commosse le altre ragazze che si resero conto della magnanimità della loro sovrana. Ognuna di loro poté gustarsi un intero gusto gelatoso senza che nessuna glielo rubasse, davvero incredibile. Questa si che era armonia. Si erano lasciate alle spalle ogni cosa, i litigi, le scorrettezze, gli insulti, le macumbe, ogni cosa. Ah, questo è il potere del gelato!
    Si rimpinzarono come non mai e si lasciarono rotolare sul pavimento fresco finché la vecchietta non arrivò con il suo solito sorriso. Si rivolse a Rock che era visibilmente la più grande, chiedendole di saltare il conto. Era un conto davvero salto per giunta!

    Ah, ho dimenticato di dirle che ho questo. E' un coupon omaggio.

    Spiegò Rock consegnandole il coupon che le aveva regalato Yukari prima di partire per una missione. Poteva avere una giornata gratis alle terme in qualsiasi locale della città e non pagare assolutamente nulla (eccetto gli extra) per lei e per tutte le persone nel suo gruppo. Praticamente un affarone! La vecchietta sorrise e prese il coupon, osservandolo da vicino.

    Oooooh. Lasciami vedere...
    ...
    ...
    ...
    E' scaduto da un mese.


    Un silenzio tombale cadde sulla stanza, seguito dal terrore puro. La vecchietta non aveva più il sorriso di sempre, sembrava che gli occhi emettessero uno strano fuoco.

    Co... come scaduto?

    E' scritto proprio qui mia cara. Anzi, per la precisione è un mese e tre giorni. Ma non fa nulla... Immagino che abbiate con voi, dunque, fanno 25.000 ryo?

    Momo tentò di sputare il gelato. Il terrore nei loro occhi si vece vivo, pulsante. Yuka tirò fuori il portafogli: era più vuoto di un buco. Dall'espressione ricolma di terrore delle ragazze la vecchia trasse le sue deduzioni, con un sorriso.

    Ho capito.

    Improvvisamente non fu più una vecchietta. I suoi occhi bramavano vendetta e tirò fuori un mattarello così grosso da fare spavento. Lo brandì come fosse una mazza chiodata e le ragazze strisciarono verso il muro, allarmate. Stavano per morire. Momo desiderò tanto tornare dagli squali.

    Voglio i miei soldi. Qualcuno dovrà pagare!

    L'urlo generale esplose nel locale. Le ragazze si dispersero correndo via da quel demone fatto nonnetta, disperdendosi come formiche. Piangevano, urlavano, pregavano, tutto ma non quella vecchia impazzita. Rock si gettò sui mobili, Momo si infilò sotto i tappeti, Sakuya si chiuse negli armadi, Yuka e Yomi si ripararono sotto i tavoli. Era il caos più totale. Solo Ino trovò l'uscita e chiamò a raccolta il resto del branco. Quelle erano vere situazioni di vita o di morte, e in quelle situazioni si è tutti sulla stessa barca.

    Di qua! Correte!

    Corsero a perdifiato con Rock in testa che se la dava a gambe più di tutti. Yuka, che per tutto il tempo aveva cercato di darsi un contegno, esplose proprio mentre il mattarello le sfiorava l'orecchio e la nonnetta iniziava a corrergli dietro anche fuori il locale, al caldo.

    E' stata tutta colpa tua, cretina! Se sopravvivo ti faccio fuori! Faccia di pupù!

    Mi dispiace! Lo sai che i numeri non sono il mio forte!

    E' meglio che corri, parola mia!

    Dai, Onee-chan, almeno abbiamo mangiato il gelato!

    Me ne sbatto del gelato!

    Chiudete la bocca e correte! La nonnetta si è tolta i sandali!

    Momo non voleva credere ai suoi occhi e correva come se non ci fosse un domani. Accanto lei Sakuya. Che stringeva un confuso Kamo tra le braccia.

    Ti sei presa il pennuto!

    Che c'è? Abbiamo fatto amicizia! Mi sono affezionata!!

    Quaaaack?

    Di nuovo: chiudete le bocche e continuate a correre!

    Tutto bene quel che finisce bene, insomma! E qui la nostra breve storia si chiude come al solito: tanto non senso e una bella corsa per salvarsi la pelle.

    Finita!
     
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  4. Anselmo
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    User deleted


    Non è proprio il mio genere, ma questi sono miei gusti :asd: E' comunque una lettura molto piacevole (specie di mattina :*): ). 50 exp.
     
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3 replies since 7/3/2015, 22:47   86 views
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