Sesto Senso

allenamento per la percezione del chakra

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    Anno del cavallo, giorno 50
    Da tempo avevo cominciato ad accorgermi che qualcosa cambiava dentro di me. Una specie di istinto, qualcosa che mi portavo dietro da anni, una sorta di abilità innata che mi ero sempre accorto di avere senza mai riuscire a capire di cosa si trattasse. Già da piccolo, nei primi anni al monastero, ricordo di come talvolta riuscissi a vincere al gioco del nascondino senza alcuna difficoltà, talmente facilmente da indurre gli altri a pensare che barassi. Trovavo i bambini nascosti senza bisogno di cercarli, scovando i nascondigli più improbabili al primo tentativo, quasi come per magia, quasi come spiassi durante il conteggio, accusa che mi veniva puntualmente rivolta in questi rari casi. Avevo quasi rimosso certi ricordi, pensando si trattasse di fortuna, anche se ripensandoci certe cose mi sono accadute ben più d'una volta negli anni, sebbene comunque di rado. Non vi avevo mai dato peso, al massimo, nei casi più eclatanti, ero arrivato a pensare ad una specie di intuito, ma nulla di particolarmente speciale. Almeno fino a quel giorno.

    Già perché quella mattina, sotto la porta di casa, ho trovato una lettera, imbustata e timbrata col simbolo del palazzo centrale di Iwa. Dopo averla sfilata da dove era stata appositamente incastrata, l'avevo aperta, scoprendone il contenuto, scritto con il solito corsivo che caratterizza questo genere di messaggi.

    CITAZIONE
    Xavier, è giunta l'ora per te di sottoporti ad un addestramento speciale per capire quale possa essere il tuo futuro utilizzo. Ormai sei un ninja relativamente esperto, e dobbiamo capire quali siano le tue reali capacità. Come ben sai ogni shinobi ha il suo ruolo all'interno del villaggio e durante le guerre, ed è arrivato il momento di scoprire qual'è il tuo. Recati perciò alle rovine del primo villaggio della roccia, nella zona nord ovest del paese. L'appuntamento è per mezzogiorno.

    Era mattino, si, ma come al solito mi ero svegliato piuttosto in ritardo rispetto alle abitudini degli abitanti del luogo. Avevo perciò giusto il tempo di ficcare nello stomaco quanto più cibo potevo prima di partire. Ho così passato i seguenti dieci minuti ad ingozzarmi, ingerendo qualsiasi cosa riuscissi a trovare, il tutto completamente in apnea per non perdere nemmeno un secondo prezioso. Finita la carneficina, ho tirato un grosso respiro, gonfiando a pieno i miei polmoni, per poi rilasciare un rutto talmente grosso che se fossi stato all'esterno avrei di certo provocato una valanga. A quel punto sono partito. Come da programma, sono arrivato nei pressi delle rovine nel tempo prestabilito. Ero già stato casualmente da quelle parti, mi ricordavo vagamente il tragitto, per questo non ho avuto problemi a trovare la destinazione. Avevo sentito parlare del villaggio, avevo persino letto qualcosa a riguardo. Si trattava di una fortezza inespugnabile, una roccaforte costruita sulla cima di un'altura, un posto che mai nessuno era riuscito nemmeno a scalfire.



    Negli anni le condizioni climatiche, ma soprattutto il continuo aumentare della popolazione, aveva spinto gli inizialmente pochi abitanti a trasferirsi su una zona meno impervia, un posto dove potersi sviluppare insieme al resto dei villaggi, in un periodo di fiorente sviluppo. Di quel posto rimaneva perciò ben poco, nei secoli le intemperie avevano ridotto quel capolavoro architettonico ad un cumulo di macerie, sebbene il ricordo di quel luogo rimarrà per sempre integro nella storia del villaggio. Ero ormai giunto ai piedi dell'unica via d'accesso, un corridoio di roccia e neve che portava all'antico ingresso. Non mi restava che salire e scoprire quel che il destino aveva in serbo per me.
     
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  2. Anselmo
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    Che merda... quando ho firmato per far parte della divisione Anbu Sensoriali non mi aveano detto che metà del mio tempo l'avrei passato ad infrangere i sogni di ogni stupido Chunnin che volesse tentare la via del Ninja Sensore. Dannati idioti, pensano che scegliendo questa carriera possano evitare di combattere sui campi di battaglia... ed io che speravo di poter trascorrere il tempo libero tra una missione e l'altra su una spiaggia, magari con una bella tettona sdraiata vicino, mmh...

    Un sorrisetto appassionato comparve sotto la folta chioma di Yagura, abbastanza lunga da nascondere gli occhi ma non tanto da coprire i lineamenti accattivanti del suo volto. Gongolò avanzando a lunghe falcate per il viale del Villaggio, la camicia mezza sbottonata nonostante il gelo pungente e le mani ficcate in tasca.

    ...si... una come quella...

    Il sorrisetto, se possibile, divenne ancora più largo mentre deviava traiettoria per dirigersi verso una ragazza impegnata nel allineare i gioielli fatti a mano sulla sia modesta bancarella da mercante di strada. Alquanto bassa, ma dalle curve tanto abbondanti che il vestitino a malapena riusciva a trattenerle. Ecco che il piede di Yagura urtava "accidentalmente" un bidone, ecco che l'Anbu fingeva di perdere l'equilibrio ed ecco che casualmente l'unico appiglio che poté trovare per non rovinare a terra fu uno dei seni prominenti della giovane ed ovviamente anche una delle sue chiappe.

    EHI MA... BRUTTO PERVERTITO!

    Miagolò la bella, voltandosi immediatamente e stringendosi tutta nelle esili braccia.

    Perdono, perdono, non volevo, non si arrabbi, è che io...

    Yagura, che intanto si era gettato a terra, aveva assunto un espressione costernata. La sua mano scivolò sul volto e qui si spostò verso l'alto in modo da scostare la chioma. Venne rivelato uno stretto bendaggio che gli avvolgeva gli occhi, tipico di chi, cieco permanentemente, preferisce nascondere in questo modo la propria mancanza anziché aggirarsi con degli scomodi ed inutili occhiali. La povera vittima di quel giochetto crudele, accortasi di avere a che fare con un uomo cieco, si sciolse immediatamente in una serie di convenevoli atti a ritirare l'offesa poco prima lanciata.

    ...ecco, l-la aiuto ad alzarsi, mi d-dispiace tanto, è colpa mia... ecco, si tenga qui.

    Figuriamoci se l'Anbu non ne approfittò nuovamente per soddisfare la sia libido afferando la ragazza in ogni dove per rimettersi in piedi.

    Le serve qualcosa, vuole che la accompagni da qualche parte?

    No, grazie cara, non serve, me la cavo...!

    E si voltò proseguendo per la sua strada, abbastanza soddisfatto che il suo crudele giochetto avesse funzionato per l'ennesima volta. Come tutto ciò fosse possibile però non era esattamente chiaro, dal momento che, come chiunque lo conoscesse poteva affermare, Yagura era realmente privo della vista... dalla nascita.
    ...
    Qualche ora dopo, pressappoco a mezzogiorno, la vista dalla cima dell'arcata di quel'edificio in pietra semi-diroccato era pazzesca persino per uno dai gusti tanto immorali come l'Anbu Sensoriale. Era lì che se la "godeva" da un bel po' di tempo, monitorando contemporaneamente gli spostamenti di un individuo sconosciuto che si avvicinava alla sua posizione, anche se in realtà già immaginava di chi si trattasse. Arrivò poi il momento in cui l'allievo si avvicinò all'edificio ed avanzò guardandosi attorno. Camminò verso le rovine senza minimamente accorgersi del fatto che qualcuno lo stava osservando dall'alto. D'altronde non ne aveva modo. Quando poi passò sotto l'arcata su cui l'osservatore se ne stava appollaiato, egli decise che era troppo e...

    Dannazione, cominciamo bene! Questa volta me ne hanno mandato uno più orbo di me...

    ...si lasciò cadere brontolando tra sé e sé, atterrando come un falco in picchiata davanti al muso sorpreso di Xavier. Sfoggiando il suo sorriso più forzato, esordì:

    Piacere, io sono Yagura, quello che per primo ti introdurrà all'arte dei sensi speciali, mentre tu sei la recluta, non è vero? Massì che è vero, eh eh...
    Bene schiappa, cominciamo col capire chi diavolo ho difronte. Quindi dimmi pure tutto quello che sai su cosa significhi essere un Ninja Sensoriale, quali capacità secondo te sono richieste. Dimmi insomma quali informazioni hai sul nostro lavoro... ti sarai documentato almeno un po', no? E poi voglio che tu mi dica per quale motivo hai scelto questa via, o del perchè credi di essere stato scelto. Non so, magari ti consideri portato per qualche particolare motivo o evento passato, o per sensazioni ricorrenti. Il nostro è un campo molto singolare, ogni Sensore ha una sua storia diversa ma bene o male tutti quelli che hanno fatto strada avevano qualcosa in comune già prima di divenire Shinobi. No, non ti dirò cosa, tocca a te parlare. Avanti, chiacchieriamo un po'.


    Già, chiacchieriamo un po' :asd:
     
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    La città vecchia era ridotta parecchio male, il tempo per lei si era fatto sentire più che per altri, riducendo quella che un tempo rappresentava una delle fortezze più inviolabili mai ideate ad un cumulo di rocce informi smussate dal vento. Sebbene quasi tutti gli edifici fossero stati completamente spazzati via dalle implacabili intemperie di quei luoghi, le strutture più importanti preservavano ancora la loro forma. Il loro scheletro aveva resistito per anni, lasciando la possibilità all'immaginazione di ricostruire ciò che era stato distrutto. Quelle mura di roccia, forti e testarde proprio come gli uomini che le avevano costruite, non sembravano volersi arrendere al loro destino, il gelido vento che aveva polverizzato ogni cosa nel giro di qualche secolo non sembrava poterle scalfire, sebbene anch'esse siano destinate a sparire, prima o poi, proprio come ogni cosa su questo mondo. Apprezzabile comunque lo sforzo. L'atmosfera era strana, mistica, quasi magica, ogni sasso rimasto in piedi poteva trasmettermi qualcosa, come avesse un'anima. Ero stregato, avanzavo guardandomi intorno ed assorbendo ogni briciola di storia da quel luogo, come se le stesse mura disastrate potessero parlarmi attraverso l'aria che vi soffiava attraverso. È stato davvero qualcosa di assurdo, una sensazione incredibile, interrotta però bruscamente da un fulmine piovuto dal cielo, schiantatosi proprio davanti ai miei piedi. L'oggetto non identificato piombato al suolo è stato talmente veloce che a fatica sono riuscito a vederlo. Credevo fosse crollato qualche rudere, o qualcosa del genere, tanto che mi sono persino spaventato sul momento.

    Fiuu, che culo, un pelo più avanti e mi prendeva in pieno

    Solo quando la polvere nevosa, alzatasi in massa dopo il suo atterraggio, si è diradata ho potuto capire si trattasse di una persona. Era un ragazzo, qualche anno più vecchio di me, eppure solo dalla sua presenza potevo capire che abisso ci fosse tra noi. Mi stava davanti, gli occhi coperti dai capelli neri che gli scendevano fino a metà faccia, la camicia bianca sbottonata fino a metà busto, un abito informale che però non poteva assolutamente ingannarmi riguardo la sua natura. Era uno shinobi, su questo non c'era dubbio, così come sul fatto che non patisse il freddo. Per rompere il ghiaccio ho preso parola, presentandomi.

    Piacere, mi chiamo Xavier

    Egli, sebbene mi guardasse, non sembrava ascoltarmi, piuttosto sembrava pensare ad altro. Stava immobile, come se io non esistessi, come se niente attorno a lui esistesse, totalmente estraneo alla realtà che lo circondava. Poi è ritornato in se, svegliandosi di colpo, rivelandosi per il chiacchierone che in realtà era.

    Piacere, io sono Yagura, quello che per primo ti introdurrà all'arte dei sensi speciali, mentre tu sei la recluta, non è vero? Massì che è vero, eh eh...
    Bene schiappa, cominciamo col capire chi diavolo ho difronte. Quindi dimmi pure tutto quello che sai su cosa significhi essere un Ninja Sensoriale, quali capacità secondo te sono richieste. Dimmi insomma quali informazioni hai sul nostro lavoro... ti sarai documentato almeno un po', no? E poi voglio che tu mi dica per quale motivo hai scelto questa via, o del perchè credi di essere stato scelto.


    Non so che informazioni fossero in possesso di quel ninja ma di certo erano sbagliate. Sinceramente non ero a conoscenza del motivo per cui ero li, ho dovuto riflettere a lungo sulle parole che mi erano state dette, giungendo solo dopo qualche secondo di ragionamento alla soluzione dell'enigma.

    Ninja... sensoriale... ehm, veramente ne so poco e niente... so che possono percepire il chakra altrui, e... e... basta. Mi spiace ma dev'esserci un malinteso, io non ho idea del perché sia qui, mi spiace. Aspetta però...

    In quel momento mi è venuto in mente un ricordo, una vecchia ed apparentemente inutile storia, avvenuta un giorno non troppo lontano, a casa mia. Ero in cucina, intento a prepararmi qualcosa da mangiare per cena, l'orario in cui tipicamente ricevevo le visite di Jackdow, il mio sensei ormai scomparso nel nulla. Egli era solito giungere a quell'ora proprio perchè apprezzava molto la mia cucina, forse anche troppo, visto che ogni volta mi rubava il cibo da sotto i baffi. Approfittava di una mia minima distrazione, bastava che mi girassi per qualche secondo per tagliare o pulire qualcosa, e puff, il cibo era sparito. Sempre così, sempre tranne una volta. Già perché un giorno, quel giorno, ero riuscito a beccarlo con le mani nel sacco, girandomi di scatto mentre ero intento a tagliare una cipolla, come se avessi percepito qualcosa alle mie spalle. Ricordo che Jackdow era rimasto parecchio sorpreso dalla cosa, farneticando qualcosa riguardo il fatto che avrebbe informato chi di dovere del mio “potere”. Pensavo scherzasse, non si capisce mai quando quello scemo fa sul serio o per finta, ma a quanto pare dovevo aver frainteso le sue parole, tanto che non lo ero nemmeno stato a sentire più di tanto. Così mi sono fatto trovare impreparato, facendo una mera figura col mio sensei di giornata, che comunque non sembrava essersela presa più di tanto. Non sembrava un tipo severo, piuttosto mi ricordava il buon vecchio Jackdow, col suo modo di fare le cose controvoglia.

    Non so, magari ti consideri portato per qualche particolare motivo o evento passato, o per sensazioni ricorrenti. Il nostro è un campo molto singolare, ogni Sensore ha una sua storia diversa ma bene o male tutti quelli che hanno fatto strada avevano qualcosa in comune già prima di divenire Shinobi. No, non ti dirò cosa, tocca a te parlare. Avanti, chiacchieriamo un po'.

    In quel momento mi sono tornate alla mente tutte le volte in cui mi erano accadute quelle strane cose di ho parlato prima, tutti gli eventi in cui ero stato aiutato da una sorta di fortuna, o potere, che dir si voglia. Ho cominciato perciò a capire che quegli eventi erano collegati tra loro, si, ma non dalla buona sorte che gli avevo attribuito, bensì dall'abilità che stavo per imparare.

    Si, in effetti nella mia vita più d'una volta sono riuscito a percepire la presenza di qualcun altro, senza volerlo, come per caso. Devo ammettere che è successo di rado, ma se mi sforzo riesco a ricordare parecchie occasioni. Le prime volta da piccolino, giocando a nascondino, me ne ricordo almeno un paio. I miei amici mi accusavano di barare perché riuscivo a trovarli senza nemmeno cercare. Poi per anni niente, forse perché non ho più avuto occasioni adatte. Poi è successo un'altra volta il giorno in cui sono fug... venuto via dal monastero, ricordo di aver evitato per un pelo una guardia accorgendomi della sua presenza. Poi un'altra volta durante un combattimento, un anno e mezzo fa forse, ma è stata una cosa improvvisa, durata un attimo, proprio come le altre. Ho sempre pensato si trattasse di culo, e non di capacità. L'ultima volta infine è stata non troppo tempo fa, ho percepito la presenza del mio sensei, l'unica volta in cui sono riuscito a beccarlo mentre mi rubava il cibo dalla padella. Dev'essere stato lui ad organizzare questa cosa, ad informarvi della faccenda, perchè io come detto non ne sapevo niente. Conoscendolo inoltre non mi sorprenderei del suo comportamento. In ogni caso questo è tutto quel che mi ricordo, mi spiace...

    Edited by cagnellone - 29/12/2014, 19:24
     
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  4. Anselmo
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    ...In ogni caso questo è tutto quel che mi ricordo, mi spiace...

    Ne so quanto te pivello. M'han detto di incontrarti qua a mezzogiorno e così ho fatto. L'unica cosa che so per certo è che fra una settimana esatta è giorno di paga e sono sicuro che la busta sarà parecchio corposa, con tutte le reclute come te che ho rimbalzato, eh eh... Già, e quel bel gruzzolo me lo giocherò come solo le mia dita magiche sanno fare, se capisci cosa intendo...


    Rispose tutto allegro l'Anbu, le labbra schiuse in una risata gloriosa. Ma poi tornò serio, come lo era stato per tutto il tempo in cui Xavier aveva parlato. Si sfregò ripetutamente e con fare meditabondo la mandibola irruvidita dalla barba del terzo giorno, rimuginando sulle parole del ragazzo. Non erano in molti a poter vantare simili esperienze durante la propria infanzia. Yagura non poteva che domandarsi se difronte a lui si trovasse un individuo portato fin dalla nascita ad eccellere nelle arti sensoriali. D'altronde era proprio questa la caratteristica a cui accennava prima, quella che accomuna tutti gli Shinobi Sensoriali di successo.

    Riesci a percepire le presenze dici... mmmh...

    Di norma l'Anbu era solito spendere lunghi minuti in sconfinate lezioni sull'arte sensoriale, giusto per indottrinare le matricole in modo che sapessero cosa poi avrebbero messo in pratica. Solo dopo quei noiosi preliminari cominciava seriamente ad addestrarli. E se questi non rispondevano alle lezioni ripetutamente impartite, lasciava perdere e riferiva ai piani alti l'inabilità dell'allievo. E questo, volente o nolente, era costretto a scegliersi un'altra carriera, o di abbandonare la vita del soldato.
    In questo caso, però, aveva intenzione di procedere in tutt'altro modo. Di certo era un rischio perchè si trattava di saltare la "teoria" e passare subito alla pratica. Ma aveva difronte un potenziale talento. Dal momento che i migliori Ninja Sensoriali erano quelli che si basavano sul proprio istinto e non sugli studi, voleva provare a sviluppare questa parte di Xavier: le sue sensazioni, le percezioni naturali, non quelle forzate. Se si fosse messo a spiegargli le basi, probabilmente l'istinto dl Chunnin, anzichè emergere,sarebbe stato soppresso. Troppo pensare e poco agire, un pessimo errore.
    Quindi...

    Si, ho deciso! Pendi questi. Faremo un giochetto divertente...

    Disse frugando nel borsello che teneva in vita, nascosto dai lembi sbragati della camicia, ed estraendone una certa quantità di shuriken che depose tra le mani del ragazzo. Fatto ciò, Yagura cominciò ad indietreggiare lentamente, passo dopo passo, senza alcuna fretta. Nel farlo, dalle sue labbra spirò un sussurro appena udibile:

    Mujin Meisai...

    Prima i piedi, poi le gambe, il busto e tutto il resto del corpo scomparvero dissolvendosi inspiegabilmente in granelli di sabbia che vennero trascinati via dal vento. L'Anbu era sparito nel nulla, di lui non c'era traccia. Eppure era ancora difronte al Chunnin. Mascherato dall'invisibilità fittizia, Yagura indietreggiò ancora per qualche passo, poi compì un balzo che lo portò sulla cima di un muro semi diroccato, a non meno di venti metri dal suo allievo. Qui le sue mani su unirono formando il sigillo del bue ed una seconda formula venne sussurrata:

    Kage Bunshin no Jutsu...

    Ora sei Anbu se ne stavano appollaiati sui loro trespoli rocciosi ad una decina di metri dal suolo, formando un ampio cerchio attorno a Xavier che però si sentiva totalmente solo: il suo maestro e le copie superiori, tutte sotto l'effetto del medesimo Jutsu che le rendeva invisibili, non avevano emesso il minimo rumore.

    Utsusemi no Jutsu!
    Le regole sono semplici: a turno, io ed i miei amici ti lanceremo un bel regalino. Tu dovrai cercare di anticiparci colpendoci con uno Shuriken prima di essere colpito a tua volta. Impossibile individuarci in base al punto in cui verrai colpito: ci sposteremo di continuo, e stai certo che non emetteremo alcun rumore. Rinuncia ad usare i tuoi cinque senso. Ascolta quel che ti dice il corpo, cerca di "sentire" ciò che ti circonda tramite il chakra che ti scorre nelle vene. Solo in questo modo potrai batterci. E mi raccomando, non perdere la mia concentrazione, perchè io non mi fermerò per nessun motivo al mondo, eheh eh...


    Le parole parvero arrivare da ogni direzione contemporaneamente, come fossero pronunciate da migliaia di bocche. L'eco che il luogo produceva non aiutava di certo. Ma il merito di tutto era dell'ennesima tecnica.

    Che il gioco abbia inizio!

    Uno Shuriken partì fulmineo da una direzione imprecisata, sferrato da una copia che prontamente cambio posizione. La stella d'acciaio arrivò dritta a destinazione, piantandosi nelle carni di Xavier. Questo di certo non lo aiutava a richiamare la concentrazione. Il sangue cominciò a colare e, nel momento in cui la prima goccia cadde al suolo, un secondo Shuriken sfrecciò ed andò a segno. Il ragazzo tratteneva a stento le grida di dolore.
    La danza continuò interminabile, le armi volavano senza alcuna pietà e se la povera vittima non avesse imparato presto a reagire, nulla l'avrebbe tratto in salvo da quella scomoda situazione.

    Giusto per informazione, le tecniche che ho usato sono queste, in ordine di comparsa:
    - Manto Polveroso del Non-Uomo (Mujin Meisai)
    - Tecnica Superiore della Moltiplicazione del Corpo (Kage Bunshin no Jutsu)
    - Tecnica dello Scudo dell'Eco (Utsusemi no Jutsu)

    Come vedi sono stato autoconclusivo sui primi due Shuriken, che ti colpiscono. Poi tocca a te essere autoconclusivo, ma voglio che tu non faccia troppo il figo. Fatti colpire ancora, e ad ogni colpo aumenta i tuoi sforzi finchè alla fine non riesci a percepire quel "minuscolo qualcosa" che ti permette di individuare la copia prima che questa colpisca, e di lanciare il tuo shuriken verso di essa. Ovviamente non hanno il chakra soppresso, altrimenti non potresti individuarle sviluppando la percezione del chakra.
    Una dopo l'altra le colpisci tutte e finisci il post dicendo che sei diventato capace di percepire nitidamente le fonti di chakra e quindi il gioco più avere fine.
    Però giocatela bene, fai durare tanto sto giochetto. Fai soffrire oltre ogni limite il tuo PG. Non sarebbe verosimile che tu improvvisamente riesca a percepire le fonti come nulla fosse. Se quel che scrivi non mi soddisfa, non ci metto molto ad inventarmi un gioco ancora più macabro :asd:
    A te la palla.
     
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    Pensavo che il mio sensei mi avrebbe spiegato tutto quel che c'era da sapere sulla faccenda, ma a quanto pare le sue idee erano ancora meno chiare delle mie.

    Ne so quanto te pivello. M'han detto di incontrarti qua a mezzogiorno e così ho fatto. L'unica cosa che so per certo è che fra una settimana esatta è giorno di paga e sono sicuro che la busta sarà parecchio corposa, con tutte le reclute come te che ho rimbalzato, eh eh... Già, e quel bel gruzzolo me lo giocherò come solo le mia dita magiche sanno fare, se capisci cosa intendo...

    Non ho capito una sola parola di quel che ha detto, ma ho comunque annuito per evitare che quella strana discussione andasse più avanti del necessario. Era strano quel tizio, sia nei modi di fare che nel parlare, tanto che mi sentivo parecchio a disagio in sua presenza. Inoltre, visto che aveva gli occhi completamente coperti dai capelli, non sapevo dove guardare, continuavo a muovere le pupille que e la per la sua faccia senza fissarmi su un punto preciso, distogliendo spesso lo sguardo su tutt'altro per l'imbarazzo. In ogni caso, per fortuna, avevamo altro di cui parlare, un motivo preciso per cui ci trovavamo entrambi in quel luogo, ovvero il mio allenamento speciale. A quanto avevo capito si trattava di scoprire, ed eventualmente sviluppare, una capacità apparentemente innata di percepire la presenza altrui. Probabilmente si, ero in possesso di qualcosa di speciale fin dalla nascita, il problema era trasformare questa specie di dono in utilità.

    Riesci a percepire le presenze dici... mmmh...

    La sua faccia non mi convinceva per niente, si passava le mani tra la barba, pensieroso, sorridendo di tanto in tanto come compiaciuto dai suoi stessi pensieri. Non so perché ma qualcosa mi diceva che non mi aspettava niente di buono, di certo la sua immaginazione si stava sbizzarrendo sui metodi e le modalità con cui si sarebbe divertito con me nei minuti seguenti. Alla fine, dopo un interminabile minuto, ha preso la sua decisione.

    Si, ho deciso! Pendi questi. Faremo un giochetto divertente...

    Ecco, era proprio di questo che avevo paura. Mentre parlava frugava tra le sue tasche, dalle quali ha poi estratto diversi shuriken, armi che mi sono state poi poggiate nelle mie mani. La storia non mi piaceva affatto, ma ormai ero in ballo e non restava che ballare. Così ho riposto tutta la ferraglia nella mano sinistra, impugnandone con la destra, quella forte, soltanto uno. Adesso non restava che capire cosa avesse in mente quell'uomo. Volevo chiedere cosa avrei dovuto fare, ma proprio prima che potessi aprir bocca il corpo del mio sensei si è dissolto nel nulla, divenendo polvere, la quale è stata presto trasportata via dal feroce vento. Non rimaneva più niente, almeno apparentemente, ma sapevo bene che tutto ciò altri non era se non l'effetto di un qualche jutsu. Provavo a guardarmi intorno, in cerca di qualche segnale della sua presenza, ma niente, sparito. Poi una voce, prima lontana poi vicina, prima a destra e poi a sinistra, la cui sorgente era impossibile da rintracciare. Un giochetto che conoscevo bene, ma contro cui non potevo fare alcunché.

    Utsusemi no Jutsu!
    Le regole sono semplici: a turno, io ed i miei amici ti lanceremo un bel regalino. Tu dovrai cercare di anticiparci colpendoci con uno Shuriken prima di essere colpito a tua volta. Impossibile individuarci in base al punto in cui verrai colpito: ci sposteremo di continuo, e stai certo che non emetteremo alcun rumore. Rinuncia ad usare i tuoi cinque senso. Ascolta quel che ti dice il corpo, cerca di "sentire" ciò che ti circonda tramite il chakra che ti scorre nelle vene. Solo in questo modo potrai batterci. E mi raccomando, non perdere la mia concentrazione, perché io non mi fermerò per nessun motivo al mondo, eheh eh...


    I miei amici? Di che parlava? Non riuscivo a capire, eppure quello era solo il minore dei miei problemi. Non c'era tempo per ragionare, il mio sensei era già passato all'azione, dando vita ad un gioco che avrebbe divertito solo uno tra noi due. Uno shuriken infatti mi è arrivato alle spalle senza che io potessi far nulla per evitarlo, o anche semplicemente accorgermene.

    Che il gioco abbia inizio!

    Barone dei miei stivali, mi aveva fregato. Non sarebbe cambiato molto nemmeno se mi avesse avvertito dell'arrivo dell'arma, ma così facendo mi aveva colto ancora più di sorpresa. Mi sono voltato di scatto, ma nemmeno il tempo di dare un occhiata al punto colpito o alla zona da cui era provenuto l'attacco che un altro attacco era partito, andando nuovamente a segno, conficcandosi nella mia schiena in un punto dolorosissimo.

    Ahhh! Maledizione!

    Il dolore era la distrazione maggiore, tanto che il colpo successivo è arrivato senza che io nemmeno potessi riprendere la dovuta concentrazione. Dovevo resistere, era la mia unica possibilità. Sentivo il sangue colarmi dalle ferite, ma non importava, dovevo restare calmo e non pensarci. Un altro shuriken è arrivato dal nulla, infilandosi in profondità nella mia coscia. Questa volta però non ho mosso un ciglio, restando impassibile. Ho isolato la mia mente, chiudendo gli occhi ed alienandomi da qualsiasi rumore. Ecco che a quel punto ho sentito qualcosa, una vibrazione proveniente da destra, una presenza in movimento, qualcosa che presto si è trasformato nell'ennesimo colpo andato a segno. Eccone poi un altro, alle mie spalle. Mi sono voltato più rapidamente possibile, scagliando il mio shuriken verso uno che mi stava venendo incontro. La direzione era giusta, purtroppo però la mia mira, ed in generale le mia abilità manuali con le armi da lancio, non mi hanno permesso di intercettare il colpo, che però mi ha solo ferito di sbriscio. Subito ho ripreso la concentrazione, per evitare di farmi cogliere impreparato, facendo però lievitare i restanti ferri tramite la manipolazione delle lame. Improvvisamente, concentrandomi sulle ultime due presenze, sono riuscito a coglierne altre, si sono accese nella mia mente come lampadine, una dopo l'altra, finchè non ho potuto rilevare tutte le figure che mi stavano intorno. non le vedevo, ma era come se riuscissi a percepire la loro presenza, come emettessero una specie di calore che mi solleticava il cervello nelle direzioni in cui si trovavano.

    Quello era l'ultimo, sensei...

    L'attacco successivo è stato limpido come l'acqua di sorgente, ho rilevato lo spostamento della copia, mi sono voltato in tempo ed ho intercettato l'attacco con uno dei miei shuriken.

    *sding!*

    Preso in pieno, un colpo perfetto. Poi un altro, ed un altro ancora, finchè non sono riuscito a deviare ogni arma che mi veniva scagliata contro. Le copie si spostavano prima e dopo ogni attacco, dandomi modo di scoprire in anticipo la provenienza dell'attacco.

    Ahah, incredibile! Questa si che è una figata!

    Edited by cagnellone - 4/1/2015, 17:29
     
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  6. Anselmo
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    Non si poteva certo dire che Yagura fosse un tipo amichevole. Certo, aveva il tipico modo di fare di chi non ha nulla contro nessuno, un pacifista che si vuole godere la vita e le belle donne. Ma quando era ora di fare sul serio, diveniva spietato come pochi. Gli Shuriken saettavano dalle sue mani senza tregua, fischiavano nell'aria gelida ed andavano sempre a segno. Il sangue di Xavier avera oramai dipinto un denso mosaico astratto nella neve che lo circondava. L'acciaio conficcato nel suo corpo continuava ad accumularsi, ma l'Anbu non accennava a fermarsi. Anzi, per tutto il suo sorrisetto peculiare non aveva mai abbandonato le labbra invisibili. Non sapeva per quanto ancora Xavier avrebbe resistito, ma era determinato a continuare finché non l'avesse messo in ginocchio, e nemmeno a quel punto si sarebbe fermato. Lo voleva veder uscire vincente da quella sfida, o privo di sensi per il dolore e le emorragie.
    Tutto ciò però non lo faceva per sadica perversione, ma lo faceva per il ragazzo. Aveva scovato del potenziale in lui, e non voleva che andasse sprecato.

    Quelle ferite sono superficiali, fra qualche mese saranno totalmente sparite. E quanto al dolore, rimarrà solo un brutto ricordo. Ma se riesco a metterlo sulla giusta via per apprendere al meglio le arti sensoriali, mi ringrazierà per il resto della vita...

    Si disse Yagura mentre scattava lateralmente dopo aver scagliato l'ennesima arma. Sapeva quanto potesse essere temibile un Ninja Sensoriale portato. E sapeva in che disgrazia potesse cadere uno Shinobi fallito, a volte perfino per colpa del suo Sensei. Lo sapeva bene.
    Ad un certo punto però, quando si aspettava di notare i primi segni di cedimento nella recluta, notò fuggevole uno sguardo che durò solo un singolo istante. In realtà non si trattava dello sguardo a cui sono abituati gli uomini comuni, dal momento che teneva gli occhi serrati. Per un attimo infatti, Xavier aveva spostato il volto verso una delle sue copie e l'aveva seguita, per poi perderla subito dopo. Cominciava a "vedere", come solo un sensore può fare. Ed ecco che l'attacco successivo subì una risposta: il ragazzo aveva lanciato a sua volta uno Shuriken che, anche se non poteva saperlo, era passato ad un soffio dalla spalla della sua copia.

    Si, vai così, mantieni la concentrazione... mantienila...
    Ehi, ma che fa..?! Mmmmh... ottima idea!


    Pensò sorridendo di più, mentre osservava le restanti armi nelle mani di Xavier che prendevano a fluttuargli attorno. In quel modo avrebbe ovviato alle sue scarse abilità nel combattimento fisico e si sarebbe potuto concentrare unicamente sul percepire il Chakra. Riscontrò la cosa successivamente, quando uno dopo l'altro tutti gli Shuriken venivano intercettato a mezz'aria. Oramai era evidente che aveva sotto controllo tutte le fonti di Chakra dei presenti.

    Ahah, incredibile! Questa si che è una figata!

    Ancora una volta Yagura ci aveva visto giusto. Aveva forgiato nell'allievo quella nuova capacità col bruciore del dolore fisico, ma ciò aveva dato i suoi frutti. Smise di sferrare Shuriken e fece sparire le sue copie, che si dissolsero l'una dopo l'altra in modeste nuvolette di fumo. Quindi, di nuovo visibile, tornò da Xavier.

    Beh, te l'avevo detto no che sarebbe stato divertente...? Eh eh. Quella che hai sperimentato è chiamata "Percezione del Chakra" e, come avrai già capito, permette di individuare le fonti di Chakra altrui. Ora che hai le basi, potrai allenarti autonomamente per aumentare il numero di individui che riesci a monitorare contemporaneamente e per aumentare la distanza di percezione.

    Bene, abbiamo finito. Fai un ultimo post in cui tra le varie cose saluti il Sensei e bye bye.
    Dopo averlo fatto, potrai aggiungerti la Percezione del Chakra alla scheda. Di norma non si riceve exp, ma solo l'abilità. Però ci hai messo molto più impegno di quanto non facciano altri quindi pigliati un po' d'exp. 35, il minimo del tuo grado.
     
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    Ormai neanche uno shuriken andava più a segno, riuscivo a monitorare tutte le presenze attorno a me senza difficoltà, sapendo precisamente dove e quando le copie del mio sensei si muovessero con assoluta precisione. Egli dunque, avendo compreso il fatto che riuscissi a controllare perfettamente il mio potere, ha smesso di attaccarmi, ha dissolto le sue copie ed ha annullato il jutsu che mi impediva di vederlo. Poi mi è venuto incontro, con un'aria decisamente soddisfatta in volto.

    Beh, te l'avevo detto no che sarebbe stato divertente...? Eh eh. Quella che hai sperimentato è chiamata "Percezione del Chakra" e, come avrai già capito, permette di individuare le fonti di Chakra altrui. Ora che hai le basi, potrai allenarti autonomamente per aumentare il numero di individui che riesci a monitorare contemporaneamente e per aumentare la distanza di percezione.

    Interessante, decisamente interessante, un potere del genere è senza dubbio meglio delle specializzazioni sensoriali che hanno la maggior parte dei ninja, con una roba del genere potrei evitare qualsiasi tipo di attacco a sorpresa, qualunque imboscata, trappole e quant'altro. Ero contento di essere riuscito nell'impresa, dubito che sia qualcosa a disposizione di tutti ed ora, proprio come scritto nella lettera, posso ambire ad un ruolo all'interno delle gerarchie dei gruppi del villaggio. Ero infinitamente grato al sensei, era stato un maestro eccellente, in poco meno di mezz'ora mi aveva spiegato ed insegnato qualcosa che da solo forse nemmeno avrei mai scoperto di avere.

    Grazie mille sensei, le sono davvero grato per il suo aiuto!

    Ma non sembrava uno che lo fa per fama, ne per soldi come aveva detto precedentemente, probabilmente è solo uno molto bravo che è costretto dalla propria abilità ad essere il migliore, e in quanto tale gli spettano dei compiti a cui non può sottrarsi. In ogni caso la lezione era finita, e nonostante avrei passato volentieri altro tempo insieme a lui per farmi insegnare un milione di altre cose, il tempo è prezioso per un tizio del suo calibro, tanto che senza indugi, una volta concluso il lavoro, egli se n'è andato, non lasciando alcuna traccia della sua persona. L'ho comunque salutato, sapendo bene che in qualche modo avrebbe percepito il mio saluto.

    Arrivederci sensei, spero proprio di avere altre occasioni di rivederla!!

    Il mio messaggio è risuonato nell'eco della zona, rimbombando nelle valli formate dalle montagne per kilometri, fino alle orecchie del destinatario. A questo punto non mi restava che prendere la via di casa, con un nuovo potere a mia disposizione.
     
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