III - Domande, Schegge e Percorsi

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    La domanda del suo compagno sembra colpirlo nel profondo, e nonostante quella sua risposta assai sicura e spavalda, nel profondo del suo petto conosce bene il motivo per il quale ha deciso di abbandonare quel tipo di carriera, e quel motivo ha un nome: Eleonor. Lui lo sa, tutti lo sanno, eppure chiunque evita di tirare in mezzo il discorso, vuoi per educazione o qualsiasi altra cosa.
    Continua a mangiare silente la sua pizza, congedandosi dai suoi compagni un’oretta dopo e finalmente gettandosi a letto, con le grosse coperte imbottite che l’avvolgono e la finestra leggermente aperta, dalla quale entra un’aria gelida che fortunatamente non lo raggiunge, avvolto com’è in quegli strati di lana e felpa. E nonostante la stanchezza, gli occhi stentano a chiudersi.
    La sua testa è invasa da centinaia di domande ed immagini sconnesse, ed i suoi occhi sono fissi sulla falce di luna che galleggia tranquilla in quel cielo terso e nero. Il verso di un gufo raggiunge le sue orecchie, e proprio per evitare che qualche animaletto venga a fargli visita di notte, si alza, raggiungendo rapidamente le ante delle finestre e chiudendone una, prima che il suo occhio colga qualcosa. Una civetta bianca plana giù dalla grondaia, poggiandosi in strada e prendendo sembianze umane.
    Un alone bianco, lattiginoso e luminescente avvolge la sua sagoma, ma mano a mano che s’inoltra nel villaggio quella scompare, inghiottita dalle ombre e dal silenzio. Il nostro giovane sta ad osservarla per qualche istante prima di poggiare una mano sul davanzale e salirci, scivolando giù dalla tettoia e lanciando uno sguardo sul terreno a circa quattro metri sotto di lui. Dovrebbe ancora ricordare come si fa.
    Cerca di richiamare il suo chakra, concentrandolo nelle piante dei piedi, e spicca un salto, atterrando in maniera silenziosa in strada, e venendo immediatamente investito dal gelo della notte invernale del villaggio dell’Erba. Ha addosso unicamente delle scarpe di gomma ed il suo grosso pigiama di felpa, ma ciò non impedisce al giovane di camminare con passo svelto, cercando di ripercorrere la strada di quella strana figura.
    Percorre qualche viuzza alla cieca, inoltrandosi sempre di più verso la periferia del villaggio, dove gli alberi sono più fitti e dove ci sono i campi d’allenamento ed i numerosi fiumi e ponticelli della zona. Un posto tranquillo, dopo la guerra, anche perché il paese dell’Erba ne ha risentito davvero poco, se non fosse che ha subito un duro colpo con la caduta di Konoha: ma oltre quello, nulla.
    Il suono del fiume raggiunge le sue orecchie, e la luce della luna illumina parcamente quel luogo, riflettendosi nelle impetuose acque del corso d’acqua e sugli innesti metallici del ponte di legno. Continua a camminare verso il passaggio, poggiandoci lentamente il piede e facendo scricchiolare le travi sotto di lui, suono che viene inghiottito dallo scrosciare del torrente in piena.
    Ed ecco lì. Quella figura è di nuovo animalesca, ed a guardarla meglio, adesso, riesce a riconoscerne i tratti di una civetta, anche se quello strano bagliore biancastro che l’avvolge rende difficile il suo riconoscimento. I suoi occhi si specchiano in quelli della creatura, iridi d’un azzurro così interso che sembra affondarci. Occhi profondi, occhi conosciuti.

    Ell… Ellie?

    Domanda verso la creatura, e questa semplicemente saltella con le zampette verso di lui, in bilico sul cornicione del ponte. Ed il giovane non riesce a staccare gli occhi da quella figura, notando – dopo qualche secondo – una strana luminescenza dorata sul petto dell’essere: un bocciolo di rosa, un pendente, una collana. Proprio come la sua.
    Si porta le mani al collo e porta il dito sotto la catenella, scorrendo con lo stesso fin sotto la felpa, e tirando fuori da essa il ciondolo dai riflessi rossi che contiene un bocciolo di rosa cristallizzato. Non succede nulla di particolare, nulla di magico, se non per il fatto che dopo tanto tempo due cuori s’incontrano, due riflessi reciproci in facce diverse di prismi di cristallo colorato.
    S’avvicina di qualche passo, ma allo stesso modo la creatura si allontana, saltellando verso il bordo del cornicione con un leggerissimo rumorino causato dalle unghie che impattano sul legno. Non si da per vinto, e lento riprende a camminare verso l’animale, ora più veloce. D’improvviso l’altro fissa gli occhi nei suoi e… spicca il volo, rapido, riempiendo quella notte del rumore delle sue ali ed inoltrandosi nella foresta di Kusa.
    I suoi occhi son fissi su quel lattiginoso bagliore che rapidamente si allontana verso gli alberi, scomparendo con rumorosi fruscii fra di essi. E’ come paralizzato, indeciso. Non sa se seguirlo o tornare a casa, pensando che sia stato tutto un brutto sogno, un qualcosa da dimenticare. Nel dubbio? Nel dubbio comincia a correre verso gli alberi, nel freddo della notte, accompagnato dal rumore del sangue che pulsa nelle orecchie.

    ELLIE!

    Continua :si2:
     
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    Ormai perde la cognizione del tempo, corre in una stessa direzione da quasi un quarto d’ora, ed il sudore comincia ad imperlare la sua fronte, che riflette debolmente la luce soffusa della luna. Ha perso di vista quella strana creatura, eppure continua imperterrito a dirigersi nella stessa direzione, sempre più a fondo nella foresta, con il freddo che incalza ed inumidisce il suo pigiama di felpa.
    Si ferma un secondo, perso, confuso, e lo sguardo vaga in ogni singola direzione per cercare un indizio, ma a quanto pare la natura è sempre la stessa, intonsa, tutta uguale. Grossi alberi di ogni tipo crescono in quei luoghi: querce, faggi, olmi e betulle, tutti ormai mezzi spogli a causa dell’arrivo dell’inverno, mentre i pini e gli abeti che cominciano a spuntare hanno ancora tutti i loro aghi, verdi come sempre, a colorare quel panorama scuro.
    Ha il fiato spezzato, ormai, ed è costretto a fermarsi con il vapore che esce dalla sua bocca ed il sudore che si condensa sulla fronte. Si prende qualche secondo e si lascia scivolare sul terreno, incrociando le gambe e poggiando i gomiti sulle ginocchia. Respira con affanno, e nel frattempo lascia che i suoi occhi vaghino da un lato all’altro della foresta, ma oltre alla luce fioca della luna, non c’è nient’altro in quel posto.
    Ha perso di vista quella creatura, batte i pugni sul terreno e lancia una manciata di terra contro un albero, facendola spargere un po’ dappertutto. Quando ha cominciato a correre era sicuro che fosse andata in quella direzione, ma adesso è completamente perso, sa solamente come tornare a casa: ma il punto è che non vuole tornarci, almeno fino a quando non avrà scoperto qualcosa su quel ciondolo e la correlazione con la strana creatura.
    Sente un leggero peso sulla testa, ed i suoi ispidi capelli si abbassano, finendogli sulla fronte. Sente un leggero pizzicore, tanto che allunga una mano e percepisce qualcosa di ruvido e duro, che scompare nuovamente per palesarsi sulla roccia alla sua destra. E’ quello strano uccello notturno, di nuovo, che adesso ha ripreso ad osservarlo.
    Questa volta non dice nulla, il ragazzo, e semplicemente si avvicina alla creatura muovendosi sulle ginocchia e sporcandosi i pantaloni di polvere e terra. Allunga un braccio verso la civetta luminosa e questa porge la sua ala come fosse una mano umana, sfiorando la sua mano e facendo sentire al giovane il calore del suo piumaggio, insieme ad una strana elettricità.

    Dove hai preso quel ciondolo?

    Domanda, sicuramente con poche speranze che un animale gli risponda, e quello abbassa il capo, facendo scivolare il pendente per terra. Poi lo aggancia ad un artiglio e lo lancia verso Ban, facendolo atterrare proprio fra le sue gambe, tanto che il poverino si piega un attimo e lascia uscire dalla sua bocca un suono strozzato.

    Hiiik… Mazza che stronza…

    Mentre la creatura tuba tranquillamente, come a concedersi una sana risata per quella scena assai buffa. Dopo che il dolore inguinale del povero giovane diminuisce, comunque, fa per riprendere l’oggetto, osservandolo con attenzione prima di infilarlo al collo ed avvicinarsi ancora un po’ alla creatura, che adesso lo guarda con degli occhioni rossi e neri che brillano nella notte.
    Per un momento perde la presa sulla realtà, e si lascia trasportare dalle immagini che si susseguono nella sua testa e davanti ai suoi occhi, come se la creatura e la foresta fossero completamente scomparse, ed al posto loro adesso c’è il piccolo boschetto in cui giocava da piccolo, e la voce giovanile della sua vecchia compagna raggiunge le sue orecchie: o è anche quella frutto della sua immaginazione?


    Era un giorno soleggiato, ed Ellie se ne stava davanti a lui ad osservarlo con il suo solito sorrisetto gentile in faccia, nel frattempo il giovane era sdraiato sull'erba a godersi il sole estivo, immerso nei suoi pensieri. Un leggerissimo vento soffiava da est, un vento caldo e secco che muoveva i capelli di entrambi come a volerli invitare per una dolce danza di mezza estate.

    pqRuzbe



    Ehi? Ehi pigrone perchè dormi? Sai che se non ti alleni non diventerai mai un ninja?

    Uhm… Ma Ellie, io non voglio essere un ninja, voglio diventare un cuoco e far felici le persone.

    Nessuno ti impedirà di essere un cuoco, ma se puoi rendere le persone felici due volte e non solo una… beh, non è più bello?

    Ma i ninja si ammazzano fra di loro, fanno del male, si fanno corrompere dal potere e compiono azioni scellerate, non esistono solo ninja buoni, anzi, io non penso esistano affatto! Tutti gli shinobi commettono almeno un’azione deprecabile nella propria vita!

    E non puoi essere il primo che cambia le cose? Non puoi essere il primo ninja che non commette azioni malvagie? Insieme, saremo due ninja perfetti insieme, ok? Prenditi quanto tempo vuoi, ma promettimi che un giorno diverrai il ninja più buono di tutti, ok?

    Ci posso pensare?

    La sua risposta fu un semplice sorriso, poi tutto fu invaso da uno sfondo bianco ed una luce accecante.

    Ed ora ha gli occhi pieni di lacrime, il volto rigato e l’espressione di chi ha appena rivissuto il momento più bello della sua vita e l’ha perso per sempre. Guarda quella strana creatura che lentamente prende forma, fino a ritornare umana e prendere le sembianze che gli spettano. Un aspetto che il giovane conosce bene, una sagoma che non vorrebbe lasciar andare mai più. Ma sa che è impossibile, non è stupido.

    BOTOn9F


    Sì, la sua faccia è davvero questa, anche perché la giovane, nel gettarcisi addosso, gli ha di nuovo pestato i gioielli con le ginocchia, ma questo è un vaghissimo dettaglio.

    Continua...
     
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    Lo stringe per così tanto tempo che il giovane non riesce nemmeno a calcolarlo, ma una strana felicità si è impossessata del suo corpo. Ricambia quella stretta, sente la consistenza del suo corpo, ricorda il suo odore. Sorride, non piange, anche se è lì lì per farlo. Quando si staccano, nonostante il dolore all'inguine, il giovane sta dritto davanti a lei e la guarda con sguardo tenero, con ancora le mani intorno alle spalle.
    Le restituisce rapidamente il ciondolo, anche se lei sposta il suo braccio con un rapido movimento della mano e si esibisce in un tenero sorriso. Continua a star lì senza dire una parola, a guardarlo, e lo stesso fa lui, stanco per la corsa e con il fiato spezzato dal freddo e dalla fatica. Tuttavia quel silenzio non dura molto, perchè è proprio la ragazzina a prendere la parola, mentre l'aura lattescente continua ad avvolgerla.

    Voglio che lo tenga tu.

    La sua voce è dolce, sottile, come è sempre stata.

    Perchè?

    Piccola pausa, lui continua a stringere quel medaglione fra le mani quasi fino a farsi male. Ha troppe domande da porle, ma sembra quasi essere paralizzato adesso, con lo sguardo fisso sulla sua vecchia compagna. Eppure alla fine riesce a prendere coraggio e parlare, non che il suo tono sia molto sicuro, ma già il fatto che le parole riescano a venir fuori dalla bocca è un traguardo in una situazione del genere.

    Dove sei stata tutto questo tempo? Che diamine di fine hai fatto? Così, senza dire nulla... Così, senza...

    Lei poggia il suo indice sulle labbra del ragazzo, interrompendo il suo discorso in maniera brusca, anche se l'eleganza di quel gesto lo lascia quasi attonito. E quando lui cerca di reagire, spostandosi, parlando, ecco che ella riprende a parlare con la sua vocina, mentre batte uno dei suoi piedi diafani e scalzi sulla superficie di quella terra asciutta e secca.

    Non sono qui per restare, né per dirti qualcosa, mi dispiace. Ma ti vorrei ricordare solo una cosa: noi ci siamo fatti una promessa, ricordi? Tieni fede a quel patto, ti prego, io so che in te c'è un grandissimo potere, perchè tu hai un cuore d'oro, Ban.

    Non ho nulla di speciale: sono stato l'ultimo dell'accademia ed a malapena ricordo come si eseguono quei jutsu, mi avranno anche promosso per pietà. Faccio schifo in ogni senso, a dire il vero, l'unica cosa che mi riesce bene è cucinare.

    Non è vero: perchè non provi a scavare dentro di te? Io so che hai il potere per spaccare il mondo, Ban, e io sono qui solo per svelartelo.

    Perchè non puoi rimanere?! Dimmelo!

    Lei non risponde, si limita semplicemente a dargli un colpetto a piena mano sulla fronte, anche se non gli fa male. Poi sorride e si allontana leggermente, facendo come per andarsene verso la foresta. Sul suo volto è scomparso ogni sorriso, anche se adesso il giovane può solamente vedere i suoi delicati capelli biondi.

    NON ANDARTENE DI NUOVO COSI'! TI TROVERO' COMUNQUE!

    khLavkc


    Probabilmente non si accorge nemmeno che i suoi occhi adesso sono completamente diventati bianchi e ricoperti di vene e nervature ai lati, eppure sente un fortissimo dolore alla testa, e tutto quanto diventa sfocato, stilizzato, riesce a vedere strani collegamenti in qualsiasi cosa, anche in Ellie, come se tutto fosse una gigantesca opera di cucito. Lei adesso si volta, sul suo volto un sorriso gigantesco.

    ECCO! LO SAPEVO! DIAMINE, ALLORA FAREHJA AVEVA RAGIONE!

    Ed allunga una mano verso di lui, evocando un grosso specchio d'acqua che riflette sulla sua superficie la figura del giovane e dei suoi occhi. Rimane qualche secondo attonito a guardarla, mentre ha ancora le mani che si massaggiano la testa, prima di accorgersi di quel dettaglio. Sgrana le palpebre e si avvicina a quella superficie, provando a toccare il suo riflesso, che semplicemente scompare insieme all'acqua che cade sul terreno.

    Visto?

    Ma che diamine...

    Ed ora che ho svolto il mio compito... beh... Ciao Ban, ci rivedremo, forse, in futuro.

    No El.. UOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOH!

    YFbIH2f


    Con una strana e poderosa onda di energia, la giovane spazza via il ragazzo, facendolo letteralmente volare via in direzione del villaggio con una velocità assai elevata. Il ragazzo ha il fiato spezzato da quel volo, ma è ancora peggio quando atterra in un lago d'acqua ghiacciata, ritrovandosi fradicio dalla testa ai piedi.

    Ma... cosa. COSA?!

    Le sue ultime parole, insomma, giusto per farvi capire quanto abbia capito lui della situazione.
    Fine!. Ho sbloccato il Byakugan perchè mi mancano solo 8 punti per prendere lo stadio ed il minimo di una PQ è 20, quindi... :asd:
     
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