[Story Mode] Il Circo

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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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    Con i suoi tetti di metallo ed i suoi steli d'acciaio, questo villaggio da quasi l'impressione di un'immensa mascella di ferro, ma l'inganno vale solo per chi viene da fuori. Chiunque vivesse ad Ame sapeva che la città in rovina rigurgitava polvere e marciume, le fogne otturate non davano certo un minimo aiuto, per questo quando pioveva, non si trattava soltanto di acqua. Ai cuori solitari ed alle catechiste piace credere che la pioggia siano le lacrime di Dio, ma nessuno Dio si dava pena per una città che ha causato la distruzione dei villaggi attigui. Questa pioggia, se è da lui che viene, non sono di certo le sue lacrime. Ame non aveva tetti e le persone ormai non si distinguevano più tra alta società e barboni, che scherzo del destino, come l'olio e l'acqua immiscibili eppure amalgamati in un'unica soluzione, ma il risultato tra l'olio e l'acqua non era certo il fango che rappresentava la società di Ame. Qualcuno, parlava di Speranza. Speranza? Non esisteva più legge, si rubava di tanto in tanto ma la paura di essere uccisi, anche da altri ladri, era più forte di qualsiasi altra legge. Qualcuno sosteneva che esistessero i servizi segreti di Ame, che fossero ancora in piedi, se le loro gambe li mantenevano alzati, ciò che pioveva su Ame non era solo opera di una fantomatica divinità. Morale, la morale era solo una parola, non esisteva un significato, era semplicemente qualcosa usata dai predicatori, mangime per i boccaloni, i primi che morivano di stenti, per sopravvivere ci voleva qualcosa di più che la fiducia nel prossimo o una casa, chi aveva una casa non era più in vita, e chi l'abitava aveva semplicemente attuato uno "Scambio di Proprietà". Ninja di paesi stranieri sputavano sul terreno bagnato, tra fango e saliva non c'era più differenza, l'odio che provavano era più forte del dovere, il dovere ricostruire la casa del nemico, del paese che aveva strappato tante vite. Che ironia! Ogni giorno era un massacro a favore delle persone che secondo i Kage "aiutavano" Ame, Ame. Ame non era più nulla.
    Eppure, anche la pioggia doveva piegarsi all'unica attrazione risparmiata da quell'odio indiscriminato, il Circo. Che fosse l'amore per il grottesco ad unire le persone? No, era semplicemente lo sfuggire per qualche minuto da quella vita, il poter riposare le proprie membra su quelle sedie di plastica, dopotutto era gratis, esibizione gratuita, parole magiche per i timpani dei poveracci. Il solito tendone rosso e i soliti clown, tutto così surreale per poter essere descritto come "solito", e tutto troppo normale per essere speciale, un caso a parte, decisamente. Quindi, Signori e Signore, alta e bassa lega di Ame, accomodatevi al Circo, non un nome, non una descrizione, semplicemente il Circo, non vi importava altro, ne sono sicuro.

    Essendo Revan l'unico Chunin di Ame, trovavo superfluo specificarlo nel titolo.
    Anyway, Revan, prima di postare in questa missione assicurati di aver finito gli altri eventi, attendo.
    De citazione :please:


    Edited by LordScorpio - 19/12/2014, 18:44
     
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    Dorian Ashford


    Avete mai visto una città che muore..? Io si.





    Avete mai visto una città che muore? Io si.
    Una città che muore la riconosci subito, una città che muore è tale non perchè i suoi palazzi crollano, perchè le sue mura sono infrante, perchè la sua economia è a pezzi o perchè la politica interna è in crisi, no, queste sono cose secondarie, sono cose che possono essere aggiustate, riportate in auge...lo sapete quand'è che una città comincia il suo lento declino verso il baratro della fine? Quando lo spirito dei suoi cittadini muore.
    Una città non è fatta di mura, non è fatta di bei palazzi o ricchi giardini verdeggianti dove le mamme portano i propri pargoli a passeggio, non è fatta di cemento, ma di animi.
    Una città muore quando i cittadini smettono di credere nella città stessa, e allora viene lasciata a morire, da sola, senza nessuno che se ne prende cura, una città muore quando i suoi cittadini si abbandonano allo sconforto, ecco, questo è ciò che sta succedendo in questo momento qui, ad Ame, ridente città tecnologica e fiore all'occhiello delle rotte commerciali di tutto il mondo ninja, adesso cumulo di macerie, detriti e disperazione.
    E' una giornata come tante altre, sono chiuso in casa, e guardo dalla finestra una città che , giorno dopo giorno, cerca la forza di rialzarsi, finendo sempre per capire che la situazione in cui versiamo è più drammatica di ciò che sembra, un palazzo si può ricostruire, ma la voglia di andare avanti no, almeno non in questa città.
    Ci ha portato via tutto, parlo della guerra, siamo stati menomati pesantemente, ricostruire non servirà a nulla, la ferita è troppo profonda, un palazzo ricostruito non sanerà la ferita nel cuore di ogni singolo uomo, donna o bambino che abita questa città, i più sfortunati hanno perso un parente, i più fortunati solo qualche amico, e i morti non si contano più, colti sono ancora sotto le macerie e li resteranno per molto tempo ancora, la pioggia non da tregua nemmeno in questo momento, il cielo piange per noi.
    Da dietro la mia finestra, nella piccolezza del mio microcosmo abitativo, guardo una città che muore, che non ce la fa più, spezzata dalla fame, le malattie e la depressione cronica di non riuscire ad arrivare alla fine del mese, arrivare all'alba successiva è già un dono del cielo per molti di noi, soprattutto i lavoratori, i civili, coloro che non fanno parte dei ranghi militari, non addestrati a simili situazioni...non che noi lo fossimo più di loro, noi eravamo solamente più freddi, più meccanici, meno tendenti al dolore, ma eravamo comunque umani.
    Decisi di uscire di casa per far e una passeggiata, oggi non avevo molto da fare, dovevo solo firmare qualche scartoffia e sbrigare un paio di stronzate burocratiche al quartier generale, ma sono cose che avrei potuto tranquillamente fare in tarda serata, mi era presa una strana voglia di passeggiare per Ame, spinto dalla noia della routine mattutina, la quale prevedeva un allenamento in palestra e dello Yoga, oggi volevo variare, la missione a Kumo aveva messo a dura prova la mia tenacia e volevo rilassarmi un po, e cosa c'è di meglio per rilassarsi di una passeggiata sotto la pioggia?


    Varcai la soglia di casa senza prendere l'ombrello, mi piaceva la sensazione delle gocce d'acqua che colpiscono il mio viso, mi fanno sentire vivo, un lusso che molti qui ad Ame non potevano più permettersi.
    Dovete sapere che ad Ame esistono due diversi tipi di pioggia, quella fine fine che ti pizzica come un ago quando ti colpisce, e quella grossa grossa che ti schiaccia, caratterizzata da grosse gocce pesanti, io preferivo decisamente la seconda, ma oggi vi era una strana via di mezzo, una pioggia fine ma dolce, che cade lenta, come voler dire "devo piovere, ma cercherò di alleviare le vostre pene con qualcosa di leggero", come se il cielo comprendesse la nostra situazione, a me piaceva pensarla così, come s e la pioggia fosse un entità a se, che vede e provvede.
    Passeggiavo per la via maestra della città, nel distretto economico, e nel grigiore della città di metallo, qualche luce ancora viveva, qualche negozio finalmente riapriva, ma sui visi dei negozianti non vi era altro che disperazione, la città non ingranava, stavamo sprofondando nella disperazione e nell'autodistruzione, molti erano i furti all'ordine del giorno, spendevamo di più per acciuffare i ladri interni rispetto a quanto guadagnavamo dalle missioni all'esterno di Ame, neppure l'economia ripartiva, ogni luce si stava affievolendo sempre più, era la fine?
    Per ogni 3 cittadini volenterosi di ricominciare, ve ne erano 6 che si davano alla droga o alla prostituzione, chi per dimenticare, chi per cercare un modo di alleviare il dolore che lo affligge, e come dargli torto..
    Al rumore della pioggia cominciava a mischiarsi un secondo rumore, e non era quello dei pianti dei bambini, quello era ormai un abitudine alla quale nessuno faceva più caso, no, parlo di un altro suono, più melodico, come quello di un carillion, qualcosa che instilla un senso di pacata allegria, un suono diverso dai freddi suoni della città, un suono che si potrebbe definire caldo.




    Fui immediatamente attratto da quel suono, decisi infatti di capire da dove esso provenisse, dovetti camminare un po per scoprire la sua fonte, giungendo fino ad una piccola piazza secondaria di Ame, principalmente famosa perchè sotto di essa passava il canale principale delle fognature della città, luogo ideale per riersare liquami tossici secondo molti, non se ne accorgerebbe nessuno, la gente lo fa di continuo da quando i bagni non esistono più in molte case, è diventata una grande latrina e la pioggia lava via sempre tutto ciò che non entra con precisione nel piccolo pozzetto che porta alla fognatura, che schifo, o forse no, non potevo giudicare dato che il bagno io lo avevo ancora.
    Alzai lo sguardo, e notai un grosso tendone rosso con qualche luce attaccata e un po di persone intorno ad esso, non era molto grande, poteva contenere poche persone, ne avevo sentito parlare effettivamente, ma non immaginavo che il suono provenisse da dentro il tendone, come effettivamente era.
    Un circo...chi lo avrebbe mai detto, unica tonalità rossa in una città grigia, una luce in una città spenta, era gratuito, nulla di speciale, un misero spettacolo, ma utile affinchè le persone che ne prendevano parte dimenticassero per qualche minuto la propria vita distrutta, ed accennassero un lieve sorriso verso coloro che li dilettavano, cercando come potevano di alleviare le pene di cittadini che ormai la parola felicità non sanno nemmeno più cosa sia.

    ..Perchè no..


    Decisi dunque di entrare in quel circo, un po desideroso di scoprire cosa ci fosse dietro quel tendone rosso, un po sospinto dalla malinconia che quel posto suscitava in me, unico bagliore quando ogni altra luce si spegne.




     
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    Le tende si aprono. Gli spettatori si pongono al loro posto all'interno del tendone, ognuno nelle panche di legno circolari che delimitano l'area occupata dalla struttura. Si svincolano nella massa di carne, bestie euforiche che si scagliano l'una contro l'altra solo per avere un misero seggio di legno. La rabbia è un sentimento condiviso da molti ad Ame, prendere a pugni qualcheduno è una soluzione accettabile per scaricare lo stress. E con qualche zuffa qua e là, finalmente prendono posto, giusto in tempo perché le luci si spengano e lo spettacolo possa incominciare.

    -Saluti!-



    Appare al centro, nel fango coperto da paglia e sabbia, un uomo di statura alta e di corporatura esile, il vestito gli da un aspetto tonico che non gli appartiene, i pantaloni verdi sono adornati da campanellini dorati e strisce bianche così come la pettorina verde posta sopra una giacca bianca, una lunga barba bionda fa capolino sul petto nascondendo il farfallino. La faccia rivela una certa esperienza, gli occhi sono scavati nel cranio e le rughe che adornano la fronte dell'uomo sono appena nascoste dai lunghi capelli castani che raggiungono le spalle.

    -Sarete gli spettatori di uno spettacolo unico! Sarete partecipi del Circo Nono Chakra!-



    Sparisce com'è apparso, il fumo si dirada lasciando il posto a tre tipici clown, altezze e corporature diverse, così i vestiti, così le maschere. Si sparpagliano nel pubblico raccogliendo le mani della gente, li invitano a seguirli nei retroscena. Una voce tuona tra le impalcature, la stessa che prima introduceva caldamente gli spettatori.

    -Tranquillizzatevi! È tutta scena! Seguite i clown!-



    Sospettosi, svogliati o sorpresi, una dozzina di spettatori si inoltra nella porta alle spalle dell'arena, e tra questi viene il nostro "eroe", Dorian Ashshshford. E la spettacolo continua.
    ...


    -Ragazzi, uno alla volta, ci servono i nomi per fare lo spettacolo di magia! Solo i nomi!-

    Ed in fila, si prepararono per il censimento.

    -Questo non è il suo vero nome, signore.-

    -E lei come fa a saperlo?!-

    L'uomo che precede Dorian sta discutendo animatamente con il clown che afferma stia mentendo, ed effettivamente è proprio così, basta qualche secondo perché l'uomo riveli il suo vero nome, abbastanza bizzarro.

    -Segreti del mestiere.-

    Dice vedendolo allontanarsi, dopo si riferisce a Dorian con lo sguardo spettrale della maschera.

    -Nome?-

    ...
    Cala il sipario, una luce pervade la sala, delle alte sbarre chiudono la camera dove erano stanziati gli spettatori ignari, ma nessuno di loro può saperlo, sono dormienti, in stato catatonico o in coma, piegati dalla luce di qualche uomo, in viaggio sulla carrozza ove aspettavano di prendere parte allo spettacolo. Ma lo spettacolo avrebbe richiesto la loro presenza ben più tardi.

    Puoi anche dire di svegliarti in una foresta, sempre sul carro, ovviamente la vegetazione è completamente diversa, se devo darti un lasso di tempo indicativo, hai dormito per due giorni.
     
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    Dorian Ashford

    Varcai la porta di quel tendone che attirava gente da ogni parte della città, chi attirato dagli sgargianti colori del tendone, chi dalla musica che proveniva da dentro di esso.
    La gente comincia a dare la caccia ad uno sgabello su cui sedersi ed assistere comoda allo spettacolo proprio come un cacciatore rincorre il suo fagiano, anche se di fagiani ad Ame non se ne vedevano molti.
    Persone di ogni risma e classe sociale si accalcavano lì una sopra le altre per riuscire a raggiungere i posti in fondo al tendone, i più brutti, ma anche quelli sui quali le persone si sarebbero gettati per ultimi, dunque una facile preda di un individuo con un minimo di intelligenza.
    Io fortunatamente trovai rapidamente un posto a sedere in 6 fila, quasi in fondo al tendone, non si vedeva molto bene, ma dovevo accontentarmi, alla fine non si pagava il biglietto per entrare, era tutto gratuito, ed era il minimo vista la situazione.
    Le luci finalmente si spensero, tutto divenne buio. lo spettacolo aveva inizio.

    -Saluti!-



    Un uomo di alta statura ma dallo scarso profilo muscolare si manifestò al centro del tendone, coperto da sabbia e paglia e riverso nel fango, sembrava un clown, era vestito con colori molto sgargianti, dai pantaloni alla pettorina fino ad i guanti, con campanellini appiccicati alla meglio sulle cuciture dei pantaloni, in prossimità delle strisce.
    Due occhi incavati nella faccia scrutavano attenti ogni singolo membro del pubblico, mentre la barba bionda e lunga, per nulla curata e pettinata, dava le sembianze di uno di quei vecchi gentiluomini borghesi, avrebbe potuto ingannare chiunque, fatta eccezione per i vestiti puzzolenti e sporchi, eppure l'acqua per cambiarli non mancava mai.

    -Sarete gli spettatori di uno spettacolo unico! Sarete partecipi del Circo Nono Chakra!-



    E sparì in una nuvoletta di fumo grigio e denso, probabilmente era scappato sotto terra o aveva corso per un pezzetto, fino ad arrivare dietro al sipario, non ero molto interessato a sapere come avesse fatto a scomparire, sarà stato un trucchetto da poco, in realtà non sapevo cosa aspettarmi dallo spettacolo..anzi...non sapevo nemmeno perchè ero entrato dopo tutto.
    Al posto del finto-gentiluomo si presentarono 3 clown di diversa statura, forma fisica e vestiario, i quali si aprirono a ventaglio e si diressero verso le tre sezioni delle gradinate, prendendo a campione alcuni spettatori e chiedendogli di seguirli, ma non mancarono di certo le proteste.

    -Tranquillizzatevi! È tutta scena! Seguite i clown!-


    Uno di essi, un clown con un vestito rosso acceso ed un grosso naso color smeraldo si presentò a me, invitandomi a seguirlo.
    Inizialmente non ero molto entusiasta, non mi piaceva partecipare attivamente a questo genere di iniziative, ero qui per vedere, non per essere coinvolto nello spettacolo, ma ormai sembrava che io fossi in ballo, e prima che potessi prendere una decisione ero già in piedi, che strana sensazione provai.
    Il clown ci fece riunire tutti insieme in una lunga fila indiana, come un gruppo di traditori prossimo alla gogna, quella era la sensazione principale che portavo, tra gli sguardi delle persone de pubblico, di chi ci prendeva in giro e di chi avrebbe voluto essere scelto.
    I clown ci condussero nella porta dietro il tendone, il Backstage per intenderci, anche se un po raffazzonato e privo di camerini.

    -Ragazzi, uno alla volta, ci servono i nomi per fare lo spettacolo di magia! Solo i nomi!-


    Rimanemmo tutti in fila per il censimento, uno dei clown aveva un foglio di carta sul quale annotava i nomi con una penna rossa, finchè non si arrivò al tizio messo davanti a me.

    -Questo non è il suo vero nome, signore.-



    -E lei come fa a saperlo?!-


    -Segreti del mestiere.-


    Rimasi perplesso, come sapeva il suo nome? Era molto difficile che si fossero incontrati prima di quel momento...e se non avessero scelto persone a caso, ma perosne ben precise?
    Stava venendo fuori il mio lato complottistico e paranoico, stavo probabilmente esagerando.

    - Nome? -



    Dorian..

    Non appena dissi mio nome, ebbi una strana sensazione, una sensazione quasi di rilassamento, i miei occhi diventarono pesanti, così come le mie braccia e le mie gambe, ma non caddi a terra, rimasi in piedi, chiusi gli occhi e poi...il buio.
    Non mi resi conto di nulla, la mia mente viaggiava in sogni ai quali non riuscivo a dare spiegazione, immagini grottesche affiancate da paesaggi di Suna e Ame, luoghi che avevo già visitato in passato ma che non riesumavano in me nessun ricordo particolare, ne felice ne triste, la mia mente viaggiava in lungo ed in largo, finchè, tutto d'un tratto, i miei occhi si spalancarono in un impeto di velocità, facendomi drizzare sul culo.
    Mi trovavo in un luogo totalmente diverso dalla stanza nella quale ci avevano fatto mettere in coda, ero per terra in posizione seduta all'interno di quella che pareva essere una carrozza di legno ben trattato, una carrozza apparentemente di lusso e rifinita nei minimi dettagli, con decorazioni gotiche ed un intenso profumo di pino silvestre.
    Mi alzai in piedi, la mia testa non era in grado di elaborare un ragionamento, tanto era il mal di testa che avevo.

    Dove diavolo sono..?

    Pensai tra me e me, guardandomi attorno.
    La carrozza era ferma, nessuno la stava trainando, la prima cosa che feci fu ovviamente quella di scendere, e la prima cosa che colpì il mio sguardo fu la natura che mi circondava, totalmente diversa da quella presente nella piovosa steppa di Ame, non eravamo nemmeno più nel paese della pioggia probabilmente, e questo mi inquietava non poco.
    Quei clown erano i responsabili, non c'era nessun altra spiegazione, dovevano averci drogati, o forse siamo sotto l'effetto di una tecnica particolare, prorpio come accadde in quella foresta, quando fummo chiamati per cercare dei cacciatori scomparsi, di cui uno sotto un effetto onirico molto particolare.
    La carrozza era ferma nel mezzo di un sentiero sterrato, la natura era tutto ciò che avevo intorno, nessun punto di riferimento, non un indizio, nulla, solo la certezza di essermi cacciato in una brutta situazione.




     
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    Uscì il sole. Il carro bloccato dal fango avrebbe potuto riprende a camminare presto. Le sbarre presentavano un'evidente logoramento, ruggine e tacche varie costellavano la superficie metallica. All'interno della carrozza, solo una persona fu in grado di svegliarsi, Dorian, tutti gli altri sembravano godersi il sonno che gli era stato gentilmente donato.
    Come accennato prima, il carro si era fermato nel fango e nella verde boscaglia di Kusa, tuttavia a meno di essere di quelle parti, era impossibile saper dire in che parte del Mondo Ninja ci si trovasse. Accarezzati da un leggero venticello primaverile, le foglie dispersero la rugiada nell'area, poche gocce sparute che potevano essere apprezzate solo dal tatto, era mattina presto, molto presto, forse le tre o le quattro di mattina, ma neanche un raggio solare penetrava la fitta coltre di nubi.
    Dorian si sarebbe risvegliato con un lancinante dolore alla testa, simile ad un emicrania, postuma della sbornia, mista a qualche tipo di dolore alla nuca, forse aveva sbattuto più volte la testa sulla dura superficie in legno del veicolo. Un ammasso di corpi avrebbe fatto da contorno al suo giaciglio e probabilmente anche la puzza di urina appartenente a chi se l'era fatta sotto durante l'"ipnosi" o qualsiasi cosa fosse quella lucetta. Dorian era stato l'unico fortunato, l'unico che grazie alla sua costituzione e tempra, si era risvegliato qualche ora prima di divenire una vittima sacrificale extra vergine.
    L'entrata della grotta era sorvegliata da una guardia poggiata al muro, una leggera nuvoletta di fumo poteva essere notata, probabilmente stava fumando una sigaretta o qualcosa del genere, ma oltre al gigantesco costume a pois verde, non era possibile intravedere cosa si celava dietro la parrucca blu del pagliaccio! Inoltre, al lato opposto, era abbastanza evidente una campanella collegata a due fili, uno che finiva sulla mano del clown, e l'altro che si perdeva nelle tetre profondità della grotta.
    Il cunicolo dava ad uno spazio aperto con una vegetazione a dir poco fittissima, dall'alto era probabilmente coperta dalla moltitudine di foglie poste su una rete di ferro atta, per l'appunto, a nascondere quella gola rocciosa. Parecchie fiaccole luminose potevano essere scorte in lontanaza, fiaccole che si muovevano in qualche direzione, i componenti del circo! Tutti uniti in un gruppo compatto, dove si stavano dirigendo?
     
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    Dorian Ashford

    Il risveglio sul carro non fu dei migliori, la testa mi faceva molto male, portai entrambe le mani alle tempie e cercai di massaggiarle, un vecchio trucco insegnatomi per resistere alle torture mentali tramite tecnica o violenza sonora, ma questa volta pareva non funzionare, sembrava che mi fosse passato sulla testa un grosso treno merci a più vagoni, ma in 5 minuti mi ripresi quasi totalmente.
    Il panorama attorno a me non era dei migliori, tutte le persone che erano in fila assieme a me al circo erano proprio li accanto a me, con la differenza che erano ancora nel mondo dei sogni, probabilmente sotto l'effetto di ciò che mi aveva stordito e tramortito, era stato con tutta probabilità la mia capacità nel resistere ad i ninjutsu e genjutsu mentali a donarmi resistenza e a farmi svegliare, loro non avevano avuto la stessa fortuna.

    Hey, svegliati.

    ...

    Hey amico, ci sei?
    Dissi, scuotendo prima uno, poi un altro dei corpi che giacevano li, ma non ricevetti indietro nessuna risposta.
    Dopo essere sceso ed ammirato la flora intorno a me, improvvisamente uscì il sole, il fango che avevo sotto i piedi si stava lentamente seccando e l'arcobaleno era lontanamente visibile, alberi alti e fitti si stagliavano attorno a me mentre un piacevole odore di riguarda si insinuava dentro le mie narici, era un bel posto, ma gli apprezzamenti al panorama dovevano essere rimandati, dovevo ancora capire perchè mi trovassi li e chi mi ci aveva fatto finire.
    Esplorai un po la zona circostante, attento a qualsiasi particolare potesse farmi capire qualcosa su dove fossi, ma era una comune foresta, e l'unica cosa di cui ero certo era che non mi trovavo più nel Paese della Pioggia, ma dov'ero?

    Uh..?

    Da dietro un albero avvistai quella che era decisamente l'entrata di una grotta, una classica entrata rotonda, come quella dei fumetti, con una guardia che la "controllava", se così si può dire.
    Una figura vestita con un vestito intero a pois verdi ed una parrucca blu a riccioli, un clown, proprio come quelli del circo di Ame.

    Un clown, perchè la cosa non mi sorprende..

    A prima vista non si sarebbe notato, ma in mano aveva un piccolo e quasi invisibile filo collegato a qualcosa che si trovava nelle profondità della grotta, con tutta probabilità un allarme.
    Avevo due possibilità di approcciarlo, una era di ucciderlo, ma se inavvertitamente quel filo avesse attivato un meccanismo dentor la grotta potevo aspettarmi solo il peggio, quindi era meglio evitare di ucciderlo e di usare un metodo più silenzioso.
    Attivai la tecnica del Mimetismi e cominciai a procedere con grande rapidità verso l'entrata della grotta, la mia capacità di non produrre orme mentre camminavo mi avrebbe permesso di passare inosservato, così infatti fu, il clown non si accorse di nulla ed io potei procedere tranquillo.
    Dopo qualche decina di metri mi accorsi che le mie preoccupazioni erano effettivamente fondate, il filo che il clown aveva in mano era collegato a due campanelle, un rudimentale allarme arrangiato alla bell'è meglio, menomale che non avevo dato sfogo alla mia vena da killer o avrei dovuto spruzzare succo di pomodoro e coriandoli fuori dalla teste di molti più clown.
    Arrivai finalmente all'altro capo della grotta, la luce colpì nuovamente i miei occhi e la prima cosa che notai fu una grossa gola di roccia profnda e coperta da una fitta rete di ferro, la quale sorreggeva una moltitudine di foglie, era un metodo di occultamente molto interessante.
    Ciò che riuscii a vedere all'interno della gola fu una moltitudine di persone, i clown del circo, che marciavano con le fiaccole accese ed alzate verso il cielo, tutti uniti in un gruppo compatto, andavano da qualche parte.
    D'un tratto, alcune gocce stavano ricominciando a cadere dal cielo, annunciavano pioggia.

     
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    La lugubre compagnia si diresse nel cuore della vegetazione, nella parte più buia della foresta, ove persino la luce delle fiaccole tremava o non riusciva a trapassare qualche metro, bensì esse servivano solo per evitare di perdersi e finire in chissà che luogo. Si guardavano guardinghi, ma ciò era causato dall'istinto più che altro, dato che nemmeno un falco avrebbe potuto vedere ad un palmo dal becco. Il terreno cominciò a divenire sempre più freddo ed ad indurirsi, fino a rivelare un sentiero di roccia appena accennato, qualche mattonella sparsa qua e là e delle pietre aguzze limitrofe che forse erano i rimasugli di qualche colonna o struttura, ed i bifolchi lo stavano seguendo attentamente, stavano seguendo la strada che imboccava dentro un gigantesco portone in roccia.

    Shafer_Mayan+Altar+Chamber



    Passarono la soglia della porta celermente, e Dorian li imitò, facendo attenzione a non farsi scoprire nel mentre che si univa a quella buia comitiva piena di colori. Mancava il soffitto, letteralmente, non perché vi fossero buchi o fosse crollato, semplicemente non v'era alcun soffitto, quelle mura servivano solo a difendere qualche tempio di azteca memoria. Sulle pareti erano raffigurate varie scene di massacri e storiche guerre, tutti altorilievi che venivano riflessi dalla luce della torcia che era aumentata d'intensità e veniva continuamente alimentata da un omaccione vestito di rosso, il Mangiafuoco. Dorian doveva fare molta più attenzione per non farsi scoprire e mandare tutto all'aria.
    In una manciata di minuti, si ritrovarono al cospetto di un altare, al ridosso dell'anello di roccia che chiudeva la gola.


    death_altar



    L'altare era adornato da varie ossa e scheletri in ambigue posizioni, le cui braccia si chiudevano attorno ad un rilievo su cui stava vigile una testa. Colori rossi dipingevano la grigia roccia e gli oggetti sull'altare. Il Presentatore del circo alzò le mani e si chinò verso la colonna al suo centro, nel silenzio più totale, pronunciando le seguenti parole:

    -Sempre lodato sia Jashin! Sempre lodato sia Jashin.-

    Dietro di lui, i suoi colleghi, ripeterono in coro facendogli eco, finché non si elevò un sinistro e cacofonico suono che emulava la voce dell'uomo. Continuarono così per circa cinque minuti, senza mai fermarsi, finché una voce non ruppe la monotona cantilena.

    -STRONZI! Dove sono i corpi dei sacrifici?!-

    Ed il cranio parlò. La testa era un cimelio dai capelli grigiastri e curati, segno che qualcuno teneva particolarmente a dar sfoggio alle proprie pratiche voodoo, le rughe che ne costellavano la fronte erano tuttavia il simbolo di un'età avanzata, ma gli occhi tradivano qualsiasi supposizione, delle iridi violacee scrutavano i visi del circo, con estrema velocità.

    -Maestro Hidan, aspettavamo i vostri ordini per sapere che cosa farne.-

    La testa sputò in faccia all'uomo, mentre il Mangiafuoco si accingeva ad accendere alcune fiaccole sui muri, compromettendo il nascondiglio di Dorian.

    -Perché non provate ad usare il cervello, coglioni?! Svegliatene qualcuno e dite di bruciare vivi gli altri, poi lasciate che combattano fino alla morte, non ci vuole molto a pensare a qualcosa di così semplice, Jashin odia avere delle teste di cazzo come adoratori.-

    Professò con una forte nota di disprezzo.

    -Perché poi dovete portarli qui ogni volta? Andate in giro ad uccidere e portare distruzione! Siete solo un branco di checche stronze e vi avrei già sbudellato io se non fossi incapacitato, però mi siete abbastanza utili al momento. Bravi bastardi, forse vi lascerò scopare coi loro corpi, ma muovete il culo!-
     
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    Il gruppo di individui armati di fiaccole non facevsa null'altro sennon procedere guardinghi ed in fila indiana verso una direzione scura e a me ovviamente sconosciuta, arrivato a questo punto non potevo fare altro che seguirli e vedere dove andassero, se mi trovavo in questa situazione non poteva che essere colpa loro, quindi dovevo capire cosa stesse succedendo e chi erano davvero quelle persone, poiché non erano decisamente semplici clown, c'era qualcosa sotto.
    Scesi con rapidità la gola, scivolando su uno scivolo di terra trovato a pochi metri dalla mia posizione, non provocai molto rumore, solo un piccolo smottamento di terra, nulla che potesse essere rilevato da quegli individui.
    Cominciai a pedinarli, tenendomi a debita distanza e senza fare rumore, i miei passi erano più leggeri di una piuma e nemmeno qualcuno con un udito fenomenale come il mio avrebbe potuto udire qualcosa, ero un assassino dopo tutto, la furtività era la base della mia strategia di ingaggio.
    I clown non facevano che guardarsi guardinghi a destra e a sinistra, agitando ogni tanto le torce in varie direzioni per fare luce nella zona circostante, totalmente oscurata dal buio, e la luce della luna non penetrava da quelle foglie poste sul "soffitto" sopra di noi, questo era il mio habitat naturale, ma non sembrava essere il loro, e questo era un grande vantaggio per me.
    L'aria si faceva sempre più densa di polvere, il vento stava alzando molta polvere che entrava facilmente negli occhi e neklle narici, una leggera brezza primaverile l'avrei definita, ma abbastanza forte da sollevare polvere di tanto in tanto.

    Che siano dei mukenin..

    Forse si, forse erano dei semplici rapitori che usavano il circo per ingannare le persone e rapirle per poi chiedere un riscatto, o solo per rapinarle ed ucciderle, ma c'era qualcosa che non mi convinceva, perchè portarci così lontano da Ame, visto che di certo non ci trovavamo più li, perchè non portarci fuori dalle mura e ucciderci li? No c'era dell'altro sotto, per forza.
    Il convoglio procedeva lento ma deciso verso un grosso portone in poietra, dopo essere entrati all'interno di un grosso cortile adornato da muri in pietra con altorilievi raffigurantri grandi battaglie del passato, omicidi e pratiche di tortura e massacri, sembrava una qualche specie di tempio, o forse solo un antico santuario, fatto sta che era privo di un soffitto, non perché fosse crollato, ma perché prorpio non era stato progettato quando costruirono questo posto, un tempio scoperchiato, molto suggestivo, considerando che lo stavo osservando nella più completa oscurità.
    Da quel momento in poi fu più difficile rimanere nascosto poichè non c'erano più rocce o alberi dietro cui nascondersi, dovetti dargli un po di vantaggio e seguirli da un po più lontano, finchè non varcarono la grossa porta di pietra parzialmente spalancata, io mi appostai dietro una delle colonne della porta, potevo osservare bene quello che succedeva dietro il portone in sicurezza, senza rischiare di essere scoperto.
    Quello che vidi non fu altro che una stanza spoglia di qualsiasi tipo di decorazione, solo un grosso altare in pietra, decorato con scheletri in posizioni non naturali e da ossa di varie parti del corpo un po a destra ed un po a sinistra, la pietra eda di colore rosso sangue, così come alcuni vasi sull'altare ed alcune ossa, ma una delle cose che spiccava più di tutte era la presenza di una testa di uomo, mozzata dal resto del corpo, probabilmente un sacrificio satanico, avevano ucciso l'uomo e lasciato la testa sull'altare, erano dei religiosi probabilmente, ma in cosa mi ero davvero infilato non era facile da comprendere, almeno fino a che non sentii quelle 6 lettere, 6 lettere che avevo sentito all'espasperazione, 6 lettere che scuotevano in me un sentimento co trastante, ammirazione e paura, 6 lettere che avrebbero cambiato totalmente la mia vita da quella notte, J A S H I N.

    -Sempre lodato sia Jashin! Sempre lodato sia Jashin-

    Cosa?! Jashin? Impossibile..

    Ebbi un sussulto dentro di me, fu difficile non farsi scoprire in quel momento, stavo per scivolare dalla mia posizione accucciata tanta fu la sorpresa nello scoprire che non era altro che un altare in onore del dio Jashin, quei clown erano dei jashinisti, cominciaia ragionare su tutto quello che era successo, la verità stava venendo a galla.
    Mi ricordai improvvisamente dei miei sogni, di Jester, del consiglio delle ombre e di tutto quello che mi era stato detto da Jester riguardo al culto e a come accedervi, se ero qui era per un motivo, la provvidenza mi aveva condotto qui…Jashin mi aveva condotto da lui attraverso i suoi fedeli.
    I fedeli continuavano a ripetere quella cantilenosa preghiera er circa 2 minuti, mentre un grosso individuo dotato di torcia accendeva delle torce poste tutt'intorno alla stanza, illuminando la zona e rischiando di farmi scoprire, poi, una voce ruppe il silenzio, una voce tonante, severa, una voce nuova.

    -STRONZI! Dove sono i corpi dei sacrifici?

    Ma che diavolo..

    La testa aveva parlato, quella cazzo di testa aveva appena parlato, era impossibile, fisicamente impossibile, una testa mozzata non è in grado di parlare, allora le leggende sul Jashinismo e l'immortalità erano vere, Jester non aveva mentito, un monaco di Jashin è in grado di sopravvivere anche dopo la morte e continuare a parlare anche senza un corpo sotto il collo.
    Il mio cuore accelerò velocemente ed il sudore sulla mia fronte non tardò a comparire, ma le sorprese non erano finite, poichè quella testa non era una testa di un qualsiasi monaco, era la testa DEL monaco, il prediletto di Jashin, avevo letto di lui sul Necronomicon, il libro contenuto nella biblioteca della Shibusen e di lui i aveva parlato anche Jester durante la riunione al Consiglio delle Ombre, era davvero lui..

    -Maestro Hidan, aspettavamo i vostri ordini per sapere cosa farne.

    Hidan..!?

    Il leggendario Hidan, il monaco prediletto da JAshin il portatre di morte, la mano sinistra del dio, di tutto si leggeva su di lui su quell'antico libro, la leggenda si perde 150 anni fa, quando di lui non si ha più notizia dopo la sparizione dell'Akatsuki, era ovviamente sopravvissuto, e a giudicare dalle condizioni della testa era stato mantenuto in ottime condizioni da questi clown, suoi fedeli sudditi.
    Lui, secondo quello che mi aveva narrato Jester, era mio nonno, non so bene come questo legame di sangue si fosse tramandato nei 150 anni, ma se lo aveva detto Jester potevo fidarmi, avevo imparato che un clown assassino può rivelarsi una grande finte di notizie, aveva dimostrato di non essere intenzionato a farmi del male, perchè avrebbe dovuto mentirmi?
    La testa del monaco sputò in faccia all'uomo che si era rivolto a lui e scoppiò:

    -Perchè non provate ad usare il cervello, coglioni?! Svegliatene qualcuno e dite di bruciare vivi gli altri, poi lasciate che combattano fino alla morte, non ci vuole molto a pensare a qualcosa di così semplice, Jashin odia avere teste di cazzo come adoratori.

    Adoratori, non monaci, quindi forse non erano immortali..

    - Perché poi dovete portarli qui ogni volta? Andate in giro ad uccidere e portare distruzione! Siete solo un branco di checche stronze e vi avrei già sbudellato io se non fossi incapacitato, però mi siete abbastanza utili al momento. Bravi bastardi, forse vi lascerò scopare coi loro corpi, ma muovete il culo.

    Erano decisamente dei pessimo adoratori dalle parole di Hidan, e se volevo dimostrare ad Hidan e soprattutto a Jashoin di cosa ero capace, non potevo fare altro che dimostrargli che la mia mano era 100 volte più letale di quella di quei pagliacci senza spina dorsale, dovevo agire, ora.
    Attivai la tecnica del mimetismo closì da diventare invisivbile sia alla vista, sia all'udito, e con un rapido slancio mi lanciai sul Mangiafuco, il trizio che accendeva le torce attorno alla sala, sembrava il più cazzuto di loro, ma nulla che non potessi gestire.
    Una cvolta gettatomi su di luo, tentai di tagliargli la carotide con una delle mia lame cilate, più precisamente con quella del polso sinistro, nel destro già imbracciavo O'Ren, la lama nera.
    Come una furia mi gettai su di tre clown, menando fendenti alla testa come un assetato di sangue, il mio obbiettivo era mozzare la testa dei tre clown prima che gli altri riuscissero ad accorgersi di cosa stesse effettivamente succedendo, era una prova di forza davanti a Hidan e al dio stesso, di quei clown non mi importava nulla.

    Resistenza: 300-4= 296
    Stamina: 200-18=182
    Azioni:
    - Mimetismo
    - Recidere carotide del Mangiafuoco (+40 bonus)
    - Tagliare testa Clown °1
    - Tagliare testa Cown °2
    - Tagliare testa Clown °3



    Edited by Revan - 20/3/2015, 18:52
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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    Con la sua letale lama, Dorian abbatté quasi la metà degli ostacoli che gli si presentarono davanti, ossa, budella, carne e chi più ne ha più ne metta! Il bancone di un macellaio che prendeva posto nella sala grigia. La lama calò sulle teste dei pagliacci lasciando di sgomento i restanti cinque ed il borioso presentatore che non accennava a diminuire la sporgenza del suo petto, anzi sorrise ampiamente con i suoi denti squadrati. Prese una frusta che saldamente fece schioccare nell'aria con un preciso colpo di mano.

    -Ecco, questo è lo spettacolo che chiedevo Uzuru, più sangue!-

    Il sorriso del presentatore si fece ancora più largo, un'agghiacciante quanto sinistra espressione.

    -Vedo che ti piacciono i miei amici Clown! Ed allora prendine qualcun'altro!-

    I corpi esanimi dei pagliacci si decomposero immediatamente divenendo cenere, e come delle fenici, sorsero da un nero fumo, lo stesso fu per il Mangiafuoco che si catapultò alle spalle di Dorian con l'intento di strangolarlo.

    -Venghino signori! Lo spettacolo deve continuare!-

    Tutti i clown si gettarono contro Dorian cercando di trattenerlo, il Presentatore schioccò la frusta quattro volte sul suo viso.
     
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    La furia delle mie lame si scaglio furente e rapida come solo io sapevo fare, sulle teste degli ignari clown.
    Il primo fu il clown addetto all'accensione delle torce che circondavano tutta la stanza, a lui tagliai la carotide, recidendola da sinistra verso destra e macchiando di sangue tutto il muro al quale si era avvicinato per accendere la torcia.
    Passai poi rapidamente ad altri tre clown, ai quali mozzai di netto la testa con la mia katana, facendole saltare e ricadere a pochi centimetri, rotolando verso un angolo della stanza, non essendo il pavimento perfettamente orizzontale.
    Il sangue pervase tutta la stanza, una grossa chiazza di sangue si era ormai formata sotto il corpo del "Mangiafuoco", mentre dalla testa mozzata dei tre saltimbanchi cominciava a zampillare copiosi schizzi di sangue, sporcandomi tutto il kimono di sangue, unica sostanza alla quale permettevo di macchiare la mia candido veste.
    Adesso tutti si erano accorti di me, i clown che erano dietro di me si voltarono e mi fissarono con aria incredula, chissà se si aspettavano di rivedermi così presto, e soprattutto sveglio.
    L'auditore della congrega, un clown vestito di rosso a pois con una grossa parrucca rossa ed un sorriso a 32 denti si voltò e sorrise quanto più ampiamente poteva, afferrando la sua frusta in pelle che teneva sulla cintura e facendola schioccare in aria con un capace e deciso colpo di polso.

    -Ecco, questo è lo spettacolo che chiedevo Uzuru, più sangue!-



    Urlò la testa di Hidan con grande foga, sorridendo e spalancando gli occhi dallo stupore, non era incazzato perchè avevo trucidato 2/4 dei suoi monaci, sembrava invece che fosse divertito, come se stesse aspettando un simile colpo di scena, non pareva curarsi particolarmente dei suoi seguaci, l'unica cosa che bramava era il sangue e la morte...ed io glieli avrei consegnati a breve.

    -Vedo che ti piacciono i miei amici Clown! Ed allora prendine qualcun'altro!-

    ...li prendo tutti se non ti dispiace...

    Esclamai, facendo rientrare la lama celata del polso sinistro dentro la manica.
    Ad un tratto, i corpi dei clown si decomposero ad una rapidità impressionante, dissolvendosi poi in fumo.
    D'un tratto avvertii una presenza dietro di me, era il Mangiafuoco, magicamente risorto e pronto a farmela pagare.

    Immortali..?

    Non avevo tempo, i secondi erano preziosi in questa situazione, poichè egli non era l'unico a gettarsi contro di me, anche tutti gli altri clown si gettarono di gran foga ad armi sguainate.
    Cercai di compiere una sostituzione il più rapida possibile per sostituirmi con una pietra caduta dal muro a pochi metri di distanza da me, per poi ricomparire dietro il mangiafuoco e colpirlo con O'Ren, mirando nuovamente alla testa, cercando stavolta di mozzarla di netto.
    Una volta volta di mezzo il mangiafuocoa, toccai la nuda terra sotto i miei piedi, per attivare una delle ultime tecniche apprese, L'Assimilazione dell'Universo.
    Se tutto fosse andato secondo i miei piani, da sotto i piedi di tutti i clown si sarebbe sollevato un ammasso di sabbia grigio scura, la quale li avrebbe circondati e, annidandosi attorno a loro, bloccati permanentemente nella sua morsa letale.
    Una volta bloccati nella sabbia, la mia prossima mossa sarebbe stata quella di stritolarli nella loro stessa morsa, la sabbia si sarebbe compressa attorno a loro, stritolandoli.




    Resistenza: 278
    Stamina: 77
    Azioni:
    - Decapitazione Illusoria
    - Assimilazione: Funerale della Sabbia Cadente
    - Assimilazione: Investimento di Sabbia Rocciosa
    - Assimilazione: Investimento di Sabbia Rocciosa





    Edited by Revan - 22/3/2015, 19:29
     
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    La terra si compresse attorno agli uomini, compattandosi nell'immediato e rendendo quel poco che abitavano, più stretto di un corsetto, è facile immaginare cosa potesse fare la pressione in quel momento: Delle fontanelle di sangue presero il posto delle teste del presentatore e del mangiafuoco, dipingendo di rosso tutto il terriccio, i pagliacci invece, scomparirono come se non fossero mai esistiti, nulla di strano visto che erano delle illusioni. Una risata si unì al coro della pioggia di sangue, una lacerante e sprezzante risata degna dell'unico essere che poteva produrla: Hidan.

    -Questo è quello che voglio! Sia lodato Jashin!-

    Urlò a squarciagola, con gli occhi fuori dalle orbite.

    -Ti avevo già visto, il solito piccolo bastardo che pensa di entrare nelle mie grazie facendo una strage. Non è stata una brutta idea. Non sei il primo e neanche l'ultimo a venire a tentare la sorte con Hidan, tutti ad adorarmi per avere l'immortalità, tutte teste di cazzo, l'immortalità è conferita da Jashin! Solo gli accoliti più puri possono sperare che Jashin li benedica e conferisca loro l'abilità di portare morte e distruzione fino alla fine dei secoli e dei secoli.

    Fece una piccola pausa, la sua lingua diede degli svelti colpi sulla roccia, ingurgitando il sangue come fosse un cane assetato.

    -Come ho detto a loro e agli altri prima di loro, se vuoi avere l'immortalità, dovrei servirmi fino a che non sarò soddisfatto, perché ormai è tardi per tirarsi indietro, l'unica alternativa sarebbe scappare fino ai confini del mondo, ma l'ultima persona che mi ha abbandonato ha ricevuto un bel morso sulla gola e non l'hanno più vista, HAHAHAHAHA. Tutto per Jashin-Sama, unico grande dio! Anche tu lodalo ateo!-

    La pelle di Hidan cambiò divenendo nera e bianca, il bianco disegnava una fauce sul volto e contrastava coi grigi capelli.

    -Partecipa a questo banchetto con me.-
     
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    Dorian Ashford

    La terra si compresse in modo letale attorno ad i corpi esili e senza capacità di opporsi dei clown, creando un vuoto di pressione che fece saltare le loro teste in aria, schizzando sangue in ogni dove, macchiando la stanza di rosso e contenuto cerebrale, le ossa erano polverizzate e gli organi interni pure, avevo sterminato tutti i clown nella stanza, e Hidan pareva aver gradito il piccolo spettacolo

    -Questo è quello che voglio! Sia lodato Jashin!-


    Ho sentito molto parlare di te, Hidan, il Necronomicon...il libro contenuto nella biblioteca della Shibusen parla di te come il sommo maestro, l'ultimo dei jashinisti sopravvissuti alla 4 Grande Guerra Ninja, l'ultimo degli immortali..

    Non credevo possibile che, un giorno, mi sarei ritrovato faccia a faccia con il Gran Mestro in persona, o almeno quello che ne rimaneva.
    La sabbia cadde a terra, tornando al suo posto, mentre ciò che rimaneva dei clown si dissolse nel nulla, si trattava di una tecnica illusoria, o forse di un ninjusu atto a generare delle copie fisiche, una tecnica decisamente avanzata per uno che non aveva le mani.

    -Ti avevo già visto, il solito piccolo bastardo che pensa di entrare nelle mie grazie facendo una strage. Non è stata una brutta idea. Non sei il primo e neanche l'ultimo a venire a tentare la sorte con Hidan, tutti ad adorarmi per avere l'immortalità, tutte teste di cazzo, l'immortalità è conferita da Jashin! Solo gli accoliti più puri possono sperare che Jashin li benedica e conferisca loro l'abilità di portare morte e distruzione fino alla fine dei secoli e dei secoli.

    Sono qui perchè è Jashin a volerlo, lui mi è apparso in sogno più volte, ed ha mandato la sua mano destra, Jester, a confidarmi alcuni segreti sul mio passato, sulla mia famiglia e su di te...
    Ho atteso a lungo quento momento, il giorno in cui sarei stato degno di servire Jashin nella sua immensa malvagità, ma c'è una cosa che mi incuriosisce...come sei arrivato qui? E chi erano quei pagliacci?


    Hidan cominciò a leccare il sangue che si trovava sulla pietra, era il sangue del Mangiafuoco, il primo a morire.
    D'un tratto, qualcosa accadde alla sua faccia, mutò improvvisamente colore, diventando di un nero pece molto intenso, con solo alcune parti bianche in prossimità delle guange e dell'osso del naso, non c'era scritto nulla di simile sul Necronomicon, non sapevo cosa apettarmi.

    -Partecipa a questo banchetto con me.-

    Si, Maestro..

    Mi inginocchiai e immersi la mano in una piccola pozza di sangue che si era venuta a formare dalla morte dell'auditore della combriccola di clown, raccolsi la mano a conca e raccolsi un po di sangue, avvicinai la bocca alla mano e potei sentire con sfrenata certezza l'odore metallico del sangue, a breve avrei assaporato quella sostanza per la prima volta in quelle quantità.
    Non ebbi nemmeno un momento di indecisione, ne di paura, sapevo di potermi fidare di quella testa parlante, un tempo omicida a sangue freddo, poichè questo era il volere di Jashin, il destino che era stato scelto per me dalla mia famiglia e dal Gran Maestro della Shibusen, che riposi in pace pover'uomo, se ero giunto fino a questo punto ci doveva essere una qualche ragione, era arrivato il momento di unirmi a Hidan nel banchetto di sangue, il battesimo di morte.


     
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    Come un obbediente segugio, Dorian mosse la sua lingua per assaporare il sangue sulla sporca e fredda pietra ricoperta di muschio, vederlo umiliato non bastava, Hidan voleva di più, voleva godere nel suo fervore religioso.

    -È ora di compiere il volere di Jashin, so che non sei solo, ci sono altre persone eh? Portale tutte qua dentro, ti insegnerò a sacrificarle secondo gli antichi rituali e ti farò divenire il mio avatar della distruzione, sarai il mio messaggero, il mio araldo, sarai il vassallo di Jashin sotto mio volere, faremo fuori tutti i figli di puttana che non rispettano il sommo dio Jashin! Porta qua tutti quegli uomini, se qualcuno si mostrerà volenteroso, forse gli daremo la possibilità di ricostruire il tempio. Quei pagliacci non erano come te, avverto il tuo animo, tu sei come me.
    Ho aspettato anni per far rivivere il culto di Jashin, io so che posso usarti, sei un piccolo stronzetto, ma ti insegnerò a punire chi non teme la rabbia di Jashin. Insieme faremo rivivere il culto di Jashin, voglio discepoli, accoliti, seguaci, voglio chiunque sia in grado di seguire le parole del sommo, voglio che tu fonda l'ordine di nuovo, è da 152 anni che medito sulla vendetta che dovrà cadere su tutto il mondo ninja, e tu... BHUUAHUAHUAHUAHUAHUAHUA!
    TU SEI QUI! Se avessi un corpo di abbraccerei, porta qua i sacrifici, e vediamo come possiamo far rivivere tutto, forse dovrai anche andare al punto in cui iniziò tutto, il Paese delle Terme, ma di questo ne parleremo dopo, ovviamente non puoi insegnare a nessuno ciò di cui ti parleremo stanotte, ma tranquillo, penso che non ne sentirai il bisogno, ed adesso sbrigati che nonostante non l'abbia più, ho persino il cazzo in tensione alla sola idea di fare una bella messa dopo tanto tempo!-


    Una bestia, forse. Un prete, probabilmente, di sicuro a Dorian non importava chi fosse realmente, era il suo idolo e lo stava per introdurre al sogno di una vita, a ciò che aveva ricercato per anni e stava per affidargli un compito importantissimo. Era una svolta per la vita dell'uomo di Ame.
    Prendi 48 exp e vai via, puoi anche aggiungerti il culto di Jashin in scheda.


    Edited by LordScorpio - 23/3/2015, 16:54
     
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    Dorian Ashford

    La mia bocca assaporò il sangue, un grosso sorso di sangue andò giù nella mia gola, impastandola con un sapore molto forte di metallo, il ferro contenuto nel sangue, inizialmente non fu facile da mandare giù, ebbi un piccolo conato di vomito, una sensazione di soffocamento quando il sangue arrivò nei polmoni, ma passò quasi subito, avevo appena ingerito il sangue sudicio e maleodorante di un clown morto da poco, una sensazione che non tutti possono dire di aver provato nella vita.

    -È ora di compiere il volere di Jashin, so che non sei solo, ci sono altre persone eh? Portale tutte qua dentro, ti insegnerò a sacrificarle secondo gli antichi rituali e ti farò divenire il mio avatar della distruzione, sarai il mio messaggero, il mio araldo, sarai il vassallo di Jashin sotto mio volere, faremo fuori tutti i figli di puttana che non rispettano il sommo dio Jashin! Porta qua tutti quegli uomini, se qualcuno si mostrerà volenteroso, forse gli daremo la possibilità di ricostruire il tempio. Quei pagliacci non erano come te, avverto il tuo animo, tu sei come me.
    Ho aspettato anni per far rivivere il culto di Jashin, io so che posso usarti, sei un piccolo stronzetto, ma ti insegnerò a punire chi non teme la rabbia di Jashin. Insieme faremo rivivere il culto di Jashin, voglio discepoli, accoliti, seguaci, voglio chiunque sia in grado di seguire le parole del sommo, voglio che tu fonda l'ordine di nuovo, è da 152 anni che medito sulla vendetta che dovrà cadere su tutto il mondo ninja, e tu... BHUUAHUAHUAHUAHUAHUAHUA!
    TU SEI QUI! Se avessi un corpo di abbraccerei, porta qua i sacrifici, e vediamo come possiamo far rivivere tutto, forse dovrai anche andare al punto in cui iniziò tutto, il Paese delle Terme, ma di questo ne parleremo dopo, ovviamente non puoi insegnare a nessuno ciò di cui ti parleremo stanotte, ma tranquillo, penso che non ne sentirai il bisogno, ed adesso sbrigati che nonostante non l'abbia più, ho persino il cazzo in tensione alla sola idea di fare una bella messa dopo tanto tempo!-


    Tornai indietro a prendere il carretto, lo trasportai fino al luogo dove la testa di Hidan riposava, in estasi per la messa nera che a breve ci sarebbe stata.
    Mi insegnò come si eseguiva un sacrificio, dove era necessario tagliare e come comporre il sigillo del dio, un triangolo inscritto in una circonferenza, disegnato rigorosamente con il sangue fresco appena "estratto" dalla carotide di quell'uomo che non voleva rivelare il suo vero nome durante la fila al circo di Ame.
    Le candele si accesero, il sangue sgorgava a fiumi ed il mio kimono da bianco era diventato quasi interamente rosso, ero riverso in fiumi di sangue che sgorgavano dalla pila di cadaveri, ero in estasi, sentivo Jashin dentro di me, sentivo la sua potenza legare la mia anima a questo corpo,sentivo un orgasmo salire dentro di me, quel sangue...quell'odore, quell'atmosfera, tutto era perfetto..

    Il Villaggio delle Calde Primavere..risorgerà...e la nostra chiesa con lui!


    Ottima conclusione lord, aggiugniti exp come credi, anche se il minimo + 13 ci sta tutto.


     
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    Prendo il minimo, punto.
     
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