Accompagnatore Improvvisato...!!

Pq Hokaru Uzumaki - Yuka Satetsu

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    Oramai ero più che deciso a ritornare in pista, non vi era più nulla che potesse farmi cambiare idea, ma… prima di poter riprendere servizio dovevo andare da Yuka.
    Era una tappa obbligata che non potevo saltare per nulla al mondo. Non sapevo ancora bene cosa dovessi fare o cosa dovessi dirgli, era una situazione complicata, ma non me ne potevo chiamar fuori.

    Era un mio dovere.
    Ero ancora con Yugiri in braccio, quando decisi il da farsi. Non sapevo perché, ma mi faceva rimanere calmo la sua presenza. Probabilmente perché oramai era il mio unico contatto umano che avevo.
    Comunque, la spostai leggermente, andandola a posizionare seduta sopra al divano.

    Una cosa che mi fece molto piacere e che dopo averle rivelato che avevo intenzione di ritornare ad essere un ninja, non aveva fatto una piega, continuava a sorridermi come se non fosse successo nulla.
    Quella ragazzina era speciale… probabilmente quasi nessuna avrebbe potuto accettare una cosa del genere così a freddo. Mentre lei si. Era forte.

    -Bene Yugiri, io mi vado a preparare. Partirò oggi stesso verso il paese del Vento, direzione Suna! Tu comincia a prepararti per stare da Aki!-


    La ragazza mi fece un cenno convinto con il capo, s’impettì e si mise le mani ai fianchi. Mi prendeva in giro… bene.

    -Si si, prendi in giro!! Un giorno lo capirai anche tu cosa vuol dire!!-


    Le ragazza mi guardò come se fosse scemo e cominciò a ridere.
    AAAAhhh… era inutile. La lasciai in salotto, mentre io cominciai ad incamminarmi verso le scale per poter arrivare alla mia stanza.
    Mentre camminavo guardai le foto di mia madre e mio padre. Delle strane immagini cominciarono a ritornarmi alla memoria, immagini di situazioni della quale non sapevo neppure l’esistenza… probabilmente, facevano parte del processo che Orososhi mi aveva detto. Il blocco mentale stava per liberarsi.

    Erano più o meno queste le parole, anche se non sapevo cosa volessero significare.
    Feci spallucce, non era il momento di pensare queste cose. L’unica cosa che dovevo fare era andare a cambiarmi per la partenza.
    Non dovevo fare nient’altro.
    Cominciai a salire le scale lentamente, passo dopo passo, centimetro dopo centimetro, fino a quando non arrivai alla fine di esse.

    Camminai per tutto il corridoio senza fermarmi neppure una volta, ed una volta arrivato davanti alla mia porta, calai la maniglia velocemente, andando a rivelare la mia stanza.
    Sinceramente, quella stanza aveva vissuto giorni migliori. Era tutta sotto sopra, ma questo mi pare una cosa ovvia… non ero il tipo da mettere in ordine… anzi, più disordinata era, meglio mi andava.

    Io ero ordinato nel mio ordine. Ma comunque,
    Aprì l’armadio ed afferrai i miei soliti vestiti. Non ero molto attento alle mode del tempo, quindi, quello che mi capitava prima sotto tiro mi mettevo.
    Scelsi persino di non portarmi nulla del mio armamentario ninja. D’altronde, che cosa me ne sarei dovuto fare?? Era solamente un peso inutile che mi avrebbe rallentato, mentre io avevo intenzione di arrivare a Suna in massimo un giorno e mezzo.

    Non avevo voglia di perdere del tempo prezioso. Prima avrei sistemato questa faccenda, prima mi sarei messo l’anima in pace.
    Afferrai solamente il mio coprifronte, quindi, mi lo misi al braccio destro. Non avevo voglia di farmi sudare la fronte, quindi, era il posto ideale.
    Mi guardai per un secondo allo specchio. Ero pronto.

    -Yugiriii!!!-

    Gridai mentre scendevo le scale in fretta e furia.
    Non sapevo perché, ma ero molto… gasato all’idea di rincontrare Yuka. Comunque, la ragazzina si presentò a me già pronta per la partenza, quindi, non rimandai nemmeno di un secondo la mia fuoriuscita di casa.
    Mi trovavo già per strada con la ragazzina sulle spalle che ballottolava mentre cantava una canzoncina a me sconosciuta.

    -Ma che stai canticchiando??-

    La ragazzina mi diede un pugno in testa… forse non voleva essere interrotta.

    -Va bene, ma stai calma!!-

    Dissi con il broncio. Mi aveva fatto male!!
    Ma non potevo farci nulla, quindi, continuai a camminare mentre la ragazzina ballava sopra le mie spalle, quando ad un tratto mi fermai con la faccia stampata sopra la porta d’ingresso di Aki.

    -Ma che fai!!-
    -Non… me ne sono… accorto…-


    Dissi nel mentre spiccicavo il naso dalla porta in legno massello. Per me era come se quella porta si fosse teletrasportata in quel punto!!
    Non l’avevo proprio vista. Il bello è che non ci andai a finire nemmeno piano. Che idiota.

    -Chi è questo scemo che mi sbatte contro la porta!-

    Sentì mia sorella che imprecava dal corridoio all’interno dell’appartamento, anche se… non mi aspettavo che mi sentisse arrivare.
    La porta si aprì, ed Aki rimase immobile sull’uscio. Non pensavo che sarebbe stata così sorpresa di vedermi.. boh, meglio così.

    -SOPRESAAAA!!-

    Gridai col naso tutto rosso, mentre alla ragazza cominciarono a venirgli degli strani tic al labbro. Forse non era tanto sorpresa, quanto..

    -BRUTTO IDIOTA!! DOVE DIAMINE ERI FINITO???-

    Arrabbiata. I miei timpani volevano scappare. Ero sicuro che almeno tutta Konoha fosse riuscita a sentire l’urlo della ragazza.

    -Oh, sono anche io felice di vederti..-


    Dissi sorridendole mentre facevo scendere Yugiri dalle spalle e gliela mettevo in braccio.

    -So che sono arrivato così all’improvviso, ma dovresti prenderti cura di Yugiri per una settimana massimo. Devo andare a Suna. Non posso rimandare più. Ti prometto che quando torno potremo parlare e potrai insultarmi quanto vuoi… devo andare.-

    Dissi alla ragazza mentre bruciavo via dai piedi, scomparendo come polvere al vento.
    Che uscita ad effetto eh??
    Comunque, da casa di Aki ci misi all’incirca dieci minuti ad arrivare all’’entrata del villaggio, luogo dalla quale cominciava il mio viaggio.

    [UN PAIO DI GIORNI DOPO…]

    Erano oramai dei giorni che mi destreggiavo tra foreste e deserti, ma oramai, il mio cammino stava per interrompersi. Ero finalmente giunto a Suna. D’ora in poi sarebbe stato tutto in discesa, o almeno ci speravo in questo.
    Continuai a camminare, quando ad un tratto i miei occhi videro apparire dalla sabbia rovente le mura della città.
    Ero arrivato. Accelerai il passo, fino a quando i miei piedi non toccarono il suolo della cittadina.

    -Sono arrivato Yuka…-

    Dissi tra me e me mentre continuavo il mio viaggio tra la folla cittadina che crepitava per le strade.
    Per quanto ci potesse essere caldo, la gente vi era abituata e conduceva la propria vita in modo normale, comperando o vendendo della merce in mezzo alle strade oppure nei negozi.

    Alla fin fine, Suna era un paese vivace se lo si sapeva prendere col giusto occhio.
    Ma come in qualsiasi cittadina, per quanto tranquilla posse essere, vi era qualche elemento… non proprio normale.
    Andai a scontrarmi per sbaglio contro una signora del luogo… brutta figura.

    -Mi dispiace signore, aspetti che le do una mano-

    Allungai il braccio verso di essa, cercando di aiutarla, quando ad un tratto, la signora cominciò a sbraitare per la strada.

    -AAAAHHHHH IO LO SO CHE VUOI SOLAMENTE RUBARMI I RISPARMI!! SEI SOLAMENTE UN BRUTO!! IO LI CONOSCO QUESTI TRUCCHETTI INFIMI!!-

    Sgranai gli occhi sorpreso mentre tutta la faccia mi diventava rossa. Aveva frainteso tutto quella signora.

    -No signora, le posso assicurare che non è co..-
    -STA ZITTOOO!!-


    Quella signora è più che atletica. Non ci mise manco due secondi a rialzarsi da terra per inseguirmi con la sua borsetta carica di roba, intenta a farmela pagare pesantemente.

    -ASPETTI SIGNORAAAAA!!! MA CHE STA SUCCEDENDOOOOOOO!!-

    Gridai ad un tono che probabilmente tutta Suna sentì, mentre la signora continuava a tirarmi colpi di borsetta.
    Borsetta che ad un certo punto si agganciò alla mia maglietta, andandomela a sfilare di dosso come se fosse acqua.

    -DOVE SCAPPI BRUTTO LADRO!!!-

    Inutile dire che continuai a correre come un forsennato… quella pazza mi avrebbe ucciso se mi avesse preso. Ma, forse avevo una chance di cavarmela… bastava che m’intrufolassi nell’abitazione di qualcuno.

    -TI PREGO, UNA FINESTRA APERTA!!!-

    Gridai nella mia testa. Non ne trovai manco una per un bel po’ di strada, quando ad un tratto, ne intravisi una, come se fosse stata una visione.
    -ECCOLA!!-

    Mi avvicinai il più possibile all’abitazione, ed arrivato ad una distanza accettabile, spiccai il volo, andando a finire dentro la stanza di qualcuno.
    Non feci neppure caso di chi ci fosse la dentro… almeno fino a quando non sentì alcuni rumori di gente che si cambiava.

    Feci per girarmi, misi un piede avanti e come al solito scivolai, andando a finire sopra qualcosa… o qualcuno.
    Una folta chioma di capelli argentei con al di sotto due perle azzurre e le labbra chiare mi si presentò davanti… porca miseria…

    -Oh… c..ciao Yuka..!


    Ero diventato più rosso di un pomodoro maturo… ma non tanto per l’entrata, tanto quanto per il fatto che il mio viso era ad una distanza minima dal suo, e probabilmente anche perché… eravamo entrambi mezzi nudi??
    In mezzo alle gambe sentì l’altro me diventare sempre più duro, cosa che non andava un granchè bene, quindi, mi lanciai all’indietro con le braccia, andando a sbattere con la schiena contro al muro. Che situazione di schifo!!

    -Eh eheh… eheheh… come va??-

    Risi come un deficiente, mentre cercavo con la mano l’inizio della finestra per poter scappare… non potevo rimanere ancora la dentro!!!

    -AIUTATEMIIIIII!!!!!!-



    Bon, ho finito :please: Adesso tocca a te Kerbe :asd: (lasciamo stare com'è scritto perchè non so scrivere più :please: )
     
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    - mmm... Ragazze... Siete sicure che così vada bene? -

    Me lo sentivo nel profondo: quelle due stavano per combinarne un'altra delle loro. Eppure a guardarle sembravano così innocenti nei loro sorrisi da brave ragazze e l'aspetto fanciullesco e posato. In effetti avevano l'aria di due brave e carine ragazze, peccato che la magia dell'illusione scemava non appena aprivano bocca.

    - Quanto scassi! -

    - Smettila di parlare, voglio vederti sculettare, dolcezza! -

    Per l'appunto. Sakuya e Momo erano l'esatto opposto di ciò che sembravano agli occhi della gente normale. In quel preciso istante le guardai tentando di valutare la situazione. Eravamo sole a casa mia, nessuno ci avrebbe disturbate o interrotte e, visto che stavo crescendo, era anche il momento di fare certe cose... Anche se per me era la prima volta. Mi morsi le labbra, indecisa sul da farsi. Tanto per non venire richiamata di nuovo dalle due, diedi loro un po' di soddisfazione, iniziando a slacciarmi i bottoni della camicetta. Mi vennero i brividi pensando che l'avrei fatto sul serio. Ma andava bene in quel modo? Non ne ero del tutto sicura, non me la sentivo a dirla tutta. Ma le due ragazze davanti a me erano le mie migliori amiche, non volevo deluderle. Arrossendo, lasciai cadere la camicetta sul pavimento della mia stanza, evitando di alzare lo sguardo.

    - mmm penso che dovresti toglierti anche il reggiseno... -

    - Già, meglio fare le cose per bene! -

    Affermarono le due, scambiandosi un'occhiata. Non ebbi il coraggio di guardarle. Davvero dovevo denudarmi fino a quel punto? Cavolo, e pensare che, essendo tutte ragazze, non avrei dovuto imbarazzarmi neanche un po'. Tremando, poco convinta, cominciai ad armeggiare con i ferretti del reggipetto ma senza andare fino in fondo. No, non potevo farlo. Ne andava la mia dignità.

    - Fanculo! Quel vestito non me lo metto neanche morta! -

    - Ancora con questa storia? Cos'ha che non va? -

    - Te l'abbiamo portato apposta! Non vuoi fare bella figura alla festa di Ino? Cretina! -

    - Andiamo, Momo, non c'è bisogno di esagerare... -

    - COL CAVOLO! Io volevo vederla svestita! -

    - EH? -

    - Cosa?! -

    - Cioè... intendevo svestita del pigiama e con indosso il vestito! Che avete pensato? Pervertite! -

    Proprio quello di cui parlavo. Se c'erano di mezzo quelle due anche le situazioni più comuni si trasformavano in scene come quella. Era tutto cominciato due giorni fa a causa dell'invito di Ino, una nostra amica che somigliava più a una nemica, alla sua festa di compleanno che si sarebbe tenuta quella stessa sera. Non ero pratica di compleanni o roba del genere, l'ultimo compleanno a cui ero stata fu quello di Momo. La festa finì con Sakuya e Momo brille come non mai ed io che tentavo di salvarle da Rock, una Jonin che, nonostante i vent'anni, era più infantile di noi, e stava tentando di fare qualcosa che, per la mia salute, ho rimosso dalla testa. Comunque sia, quel mattino le mie inseparabili amiche si erano presentate da me cariche di vestiti di tutti i tipi, insistendo per farmeli provare. Il problema è che non avevo mai indossato uno di quei vestiti tutti sbrilluccicanti da festa, non ero abituata a truccarmi o sistemarmi come una vera donna. Ma a Sakuya e Momo non importava affatto. Avevano messo a soqquadro la mia stanza, tanto che sembrava una discarica ambulante. Vestiti, calze, biancheria, era tutto in mezzo. Non si poteva camminare sul pavimento senza incappare in un qualche impedimento. Mia mamma mia avrebbe uccisa a quella vista, ma fortunatamente era domenica, e lei e papà ne approfittavano per andarsene in giro tutto il giorno, e per fortuna si erano portati dietro anche Famine. Con un sospiro, mi chinai a riprendere la camicia, rimettendomela con una smorfia seccata.

    - Dico sul serio, Yuka, è una festa! Avremo tutte il vestito, che bisogno c'è di vergognarsi? -

    - E che ne so? Non mi va e basta... Mi imbarazzano certe cose... -

    Sakuya sbuffò, lasciandosi cadere a terra mentre Momo incrociava le braccia, accigliata. Non mi piaceva certo vederle in quel modo, ma dovevano capirmi: per me era la prima volta, non ero mai andata a nessuna festa. A causa della mia timidezza detestavo mettermi in mostra, e indossare un vestito sfarzoso non mi avrebbe affatto aiutata.

    - Allora... che si fa? -

    Iniziò Momo con voce triste. Ecco, ora iniziavano a venirmi i sensi di colpa. Sakuya alzò lo sguardo, fissando il cielo azzurro dalla veranda aperta. Scosse la testa e fece spallucce. Era chiaro che loro non avrebbero rinunciato per nulla al mondo alla festa e ai loro bei vestiti da sera, ma io? Ino era mia amica, nonostante fosse un'insopportabile attaccabrighe, quindi dovevo chiedermi: ne valeva la pena, per lei? Attesi un secondo, gettando occhiate alle due ragazze, mogie mogie. Sconfitta, sbuffai e mi tolsi la camicetta. A quel gesto, le due sembrarono ridestarsi.

    - E va bene, lo metto! Però! Fuori dalla mia stanza, mi cambio da sola e appena ho finito vi chiamo, chiaro? -

    Le due scapparono fuori dalla mia stanza ridacchiando contente, e non potei fare a meno di sorridere pensando che, infondo, avrei anche potuto divertirmi. Ora dovevo solo capire come indossare quel maledetto abito. Prima di tutto mi spoglia ma non completamente, bastala la biancheria intima.

    "Dove diavolo sta?"

    Pensai mentre cercavo l'abito. In mezzo a quel casino sarebbe stato arduo trovarlo, troppi vestiti sparpagliati da tutte le parti, ci si poteva perdere. Mi chinai sotto il letto ma non c'era, e a dire la verità non ricordavo neanche di che colore fosse, visto che non era mio.

    - Oh, mannaggia! -

    Esclamai mentre mi rialzavo, guardandomi intorno con aria confusa. Ma dove diamine era andato a finire? Fu in quel momento che sentii un tonfo provenire alle mie spalle. Mi voltai in tempo per vedere qualcuno cadermi sopra e trascinarmi a terra.

    - Ah! -

    Esclamai per la sorpresa. Possibile che dovessero succedere tutte oggi? Allarmata, stavo quasi per far secco l'intruso, quando i nostri occhi si incontrarono e mi resi conto che si trattava di...

    - H... Hokaru? -

    Il motivo per il quale Hokaru fosse a Suna, nella mia stanza e sopra di me mezzo nudo era un mistero. La tempistica era stata a dir poco impressionante, così tanto che mi sembrava quasi uno scherzo del destino. Eravamo così vicini che il mio cuore iniziò a battere come se fossi in caduta libera da un burrone. Un brivido mi percorse la schiena mentre la mia pelle fredda si trovava a contatto con la sua calda. Sorvolai sul perché non avesse la maglietta, preferivo non sapere.

    - Oh… c..ciao Yuka..! -

    Balbettò lui, quasi più rosso di me. Per un attimo nessuno dei due si mosse, neanche dopo esserci riconosciuti. Se quella situazione si fosse presentata appena un anno prima, entrambi saremmo già scattati in piedi, separandoci per l'imbarazzo. Ma non in quel momento. Nonostante l'imbarazzo e la sorpresa, mi sentii strana nel constatare che non mi disturbava affatto stare in quel modo vicino a lui. Avevo capito durante il nostro ultimo incontro che i sentimenti che provavo per il ragazzo sfociavano in amore, ma non ero stata capace di rivelarglielo allora. I nostri volti erano molto vicini, riuscivo a vedere il suo labbro inferiore tremare leggermente e, improvvisamente immaginai cosa sarebbe successo se mi fossi avvicinata solo un altro po'. Divenni ancor più rossa di prima. Forse Hokaru doveva aver pensato alla stessa cosa, perché anche lui divenne rosso e sembrò essersi accorto di qualcosa. Intanto, sentivo una strana pressione sulla coscia destra, quasi un fastidio. Ma come gli veniva in mente a quel ragazzo di portarsi armi in tasca?

    - Ehm... Scusa, potresti mica spostarti? Credo che il tuo kunai mi stia trapassando la gamba... -

    Gli sussurrai imbarazzata. Proprio in quel momento il rumore di passi ci raggiunse e la porta della mia camera fu aperta. Le due teste delle mie amiche fecero capolino nella stanza, osservando la scena. Ci avrei scommesso l'anima che sicuramente avrebbero frainteso.

    - ... -

    - Azz... -

    Per l'appunto. Rossa come non mai, distolsi lo sguardo dai loro risolini, cercando di alzarmi mentre borbottavo qualcosa per scusare quella situazione così imbarazzante. Di tutta risposta, il ragazzo si spinse all'indietro, sbattendo la schiena al muro. Mi misi a sedere afferrando qualcosa al volo tanto per coprirmi, anche se era fatta, ormai. Sakuya si poggiò al muro, tentando di non ridere mentre Momo mi guardava come fossi una specie di bambina appena cresciuta, un po' con la stessa aria accondiscendente di mia mamma. Hokaru, però, sembrava quello più imbarazzato e confuso di tutti. Al muro, mezzo nudo, i suoi occhi balenavano da me alle altre due ragazze. Cavolo, accidenti a quelle due!

    - Eh eheh… eheheh… come va?? -

    Riuscì a dire mentre cercava di spostarsi verso la veranda, cercando con le mani l'uscita, senza darci le spalle. Doveva essere davvero sconvolto perché all'improvviso sembrò perdere qualche rotella.

    - AIUTATEMIIIIII!!!!!! -

    Sembrava un cucciolo spaventato che cercava in ogni modo di darsela a gambe. Non potei fare a meno di arrossire pensando a quanto fosse carino in quel momento. Raramente Hokaru mostrava quel lato di se, di solito era lui a sostenermi ed aiutarmi, a starmi dietro in ogni occasione, quindi vederlo così spaesato e sapere di poterlo aiutare mi faceva stare bene, come se in qualche modo potessi ricambiare le sue cortesie. Mi infilai il maglione che avevo preso in un attimo, avvicinandomi a lui e fermandolo, stringendogli piano il braccio, come per tirarlo a me. Non avevo idea del cosa gli fosse successo ma non potevo lasciarlo andare via così.

    - A-aspetta! Non andartene dai, è stato solo un incidente! -

    Dissi tutta rossa mentre Sakuya e Momo si bisbigliavano qualcosa all'orecchio. Con a coda dell'occhio, notai una maglia particolarmente larga che subito passai al ragazzo, in modo che si coprisse. C'era disegnato sopra un gattino, ma non era proprio un problema, era solo una maglietta in fondo. Aspettai qualche secondo e il ragazzo sembrò calmarsi, anche se restava ancora un po' rosso in volto. Mi calai la felpa ancor più giù, nonostante non arrivasse che poco sotto la biancheria. Imbarazzata, mi voltai per rivolgere un'occhiataccia alle due.

    - Ecco... cosa ci fai qui? -

    - Per di più senza maglietta. -

    - Sakuya! -

    Strabuzzò gli occhi e alzò le mani con una smorfia da scema. Momo ridacchiava sotto i baffi. Arrossi di nuovo. Mi sarebbe andata bene ogni cosa, Hokaru che volava dentro camera mia mezzo nudo atterrandomi sopra, il casino generale e il fatto di stare in mutande, ma la presenza delle mie migliori amiche era decisamente troppo pericolosa. Non avevo mai parlato loro di Hokaru, e non avevo mai parlato a lui di loro. Mio dio, che guaio! Mi avrebbero sicuramente messa in imbarazzo raccontando qualche storiella divertente su di me! Oppure gli avrebbero fatto domande strane. Peggio, CI avrebbero fatto domande strane. No. No. No. Non doveva accadere. Ascoltai a metà il racconto un po' imbarazzo del ragazzo, troppo presa da quei terribili pensieri. Fortunatamente non se ne era accorto. Appena ebbe finito, mi resi conto di essere rimasta troppo in silenzio. Sfortunatamente, non appena aprii bocca a risuonare fu un'altra voce.

    - Cacchio, sono pericolose le nonnette. -

    - Di brutto! Ti ricordi quella che ha picchiato Yuka con la borsetta piena di sabbia? -

    - Troppo greve! Ti ricordi che si è messa a piangere? -

    Per l'appunto. Il peggio che temevo stava accadendo sotto i miei occhi, proprio in quel momento. Sakuya e Momo avevano questa innata passione per sbandierare le mie figuracce ai quattro venti, dimenticandosi di sottolineare informazioni importanti. Come in questo caso, perché l'incidente della vecchia era accaduto quando avevo undici anni. Intanto, le due non la smettevano mica. E tutto davanti a Hokaru! Accidenti!

    - E quella volta che ha mangiato un peperoncino pensando fosse un pomodoro, e ha lacrimato per mezz'ora? -

    - E quando si è spaventata per una storia di paura e non è uscita di casa per tre giorni?

    - Ma quella eri tu, mica io! -

    Ecco, stavano esagerando. Dovevo fermarle ora o non ci sarei più riuscita. Intanto, non riuscivo a guardare in faccia Hokaru. Chissà cosa stava pensando di me!

    - Eh già, era così innocente prima... E guarda ora... La nostra Yukarin! -

    - Che invita il fidanzato in camera mentre non ci siamo! Ah, Yukarin!

    - N-non è il mio f-fidanzato!!

    - Ah, Yukarin... -

    - La nostra Yukarin... -

    - NON MI CHIAMO COSì! -

    Ci vollero cinque minuti prima che la calma si ristabilisse nella camera. O meglio, mi ci vollero cinque minuti per assestare due bei pugni in testa alle due e farle chiedere scusa. Alla fine, entrambe stavano ritte come soldatini, anche se scorgevo ancora le risa sui volti. Imbarazzata per la pessima scena, non trovai altro da fare se non presentare al povero Hokaru quelle due matte.

    - Ehm... Hokaru, queste sono le mie migliori amiche. Questa è Sakuya. -

    Dissi indicando la ragazza dai capelli neri e lunghi, lisci come la seta, di poco più alta di me e dagli occhi scurissimi. Poi indicai l'altra, alta quasi come Hokaru e dai capelli biondi.

    - E questa è Momo. -

    Lei gli strizzò l'occhio, ammiccando con quei suoi occhi color smeraldo, ed io, per tutta risposta, le rifilai una gomitata nello stomaco. Ecco, era fatta. Mi sembrava di aver raggiunto un traguardo, come se aver presentato al ragazzo le mie migliori amiche significasse qualcosa di importante. Sentivo di sperare in un'armonia generale tra di loro ma al contempo ero anche gelosa, insomma, le due erano parecchio carine. Ma le conoscevo, e conoscevo Hokaru, quindi scacciai subito via quel pensiero, trovando per la prima volta in quel giorno un po' di tranquillità. Chissà se avrebbero fatto amicizia.

    "Spero che Hokaru piaccia a Sakuya e Momo, insomma, se a loro va bene come mio fidan..."

    Scossi la testa allontanando quel pensiero. Ma quanto stavo correndo, accidenti? Hokaru non si era ancora dichiarato, o forse avrei dovuto farlo io? Comunque stessero le cose, era ancora presto per pensare ad un fidanzamento. Mi veniva da ridacchiare a quella parola così sconosciuta per me. Non avevo neanche mai parlato con un ragazzo prima di lui, non come un amico, insomma.

    - Ah! Mi è venuta in mente quella cosa! -

    Esclamò improvvisamente Sakuya, battendosi una mano sulla fronte, lasciandosi il segno ben in evidenza. Ma era scema o cosa? Una cosa del genere me la sarei aspettata da Momo, non certo da lei.

    - Ah! Parli di quella cosa? -

    - Quale cosa? -

    - Te l'abbiamo detto? Alla festa di Ino bisogna andare in coppia. -

    - COSA?! -

    - Pensavamo lo sapessi... Ops, ci verrei con te ma ho già chi mi accompagna... -

    - Ah... e... Sakuya? -

    - Anche io ho trovato qualcuno... -

    - Davvero? E... chi? -

    Le due si indicarono a vicenda.

    - MA MI PRENDETE IN GIRO?!?! -

    Si abbracciarono e mi guardarono trionfanti. Che cretine. Ecco, ora, oltre al vestito, avevo un motivo in più per non andare alla festa di Ino. Sbuffando, mi grattai la testa, un po' sconsolata. Ma non ne valeva neanche la pena, sarei rimasta a casa quella sera, come ogni sera.

    - Allora... penso che me ne starò qui, ma voi divertitevi anche senza di me, mi raccomando. -


    Edited by Kerberotte - 30/12/2014, 23:11
     
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    Dopo anni cercando di sistemare il pc alla fine ci son riuscito :please: e così ritorno a pieno regime :asd:


    - Ah! -

    Una singola esclamazione che mi parve quasi risuonare lontana, precedette il mio atterraggio su un qualcosa di morbido.
    Non sapevo contro chi o contro cosa fossi andato a finire, e sinceramente, non volevo neppure saperlo in quel momento preciso. Ero in fuga. La fuga più terribile ch avessi mai dovuto compiere.
    Una vecchietta inferocita mi aveva preso di mira giù in città, e la sua borsetta piena era l'arma di distruzione di massa che tutti i Mukenin vorrebbero.
    Si, potreste prendermi per un idiota, ma non era così... ok, forse solo un po', ma quella nonnetta sapeva il fatto suo.
    Rialzai lo sguardo per tutta la stanza, cercando di capire se quel posto fosse abbastanza sicuro, quando ad un tratto, i miei occhi vennero carpiti da due pozze azzurro mare che m'inglobarono al loro interno con un solo squardo.

    - H... Hokaru? -

    Mi trovavo a Suna per poter mettere un punto fermo su quel che provavo nei confronti di una determinata persona, persona che guardacaso... adesso mi ritrovavo sotto, schiacciata dal mio corpo mezzo nudo.
    La sua pelle color latte s'intonava con la mia bronzea, e notando questo dettaglio, i miei occhi furono colti da una delle visioni più spettacolari che avessero mai avuto modo di vedere.
    Il corpo semi nudo della ragazza a contatto col mio, sprigionava freschezza e pulizia, mentre il mio era solo accaldato ed umidiccio.

    - Oh… c..ciao Yuka..! -

    La mia lingua balbettò quelle semplici parole, che furono così faticose da pronunicare. Mi sentivo come se avessi un nodo alla gola, come se l'aria cominciasse a mancarmi... la persona da me amata, era di nuovo tra le mie braccia.
    Ed anche se quella posizione non mi dispiaceva affatto, non ebbi il coraggio di rimanerci.
    Divenni quasi istantaneamente paonazzo, soprattutto per quello che accadde poco più giù del mio ventre.
    Il mio arnese era diventato... legno, e la pressione ea troppa per poter essere contenuta dai pantaloni e dalle mutande, quindi, andò a sfociare in un gioco forza contro la gamba di Yuka.
    La ragazza, probabilmente accortasi di un qualcosa che premeva contro di lei, cominciò ad avvicinarsi, imbarazzata, al mio orecchio.

    - Ehm... Scusa, potresti mica spostarti? Credo che il tuo kunai mi stia trapassando la gamba... -

    E proprio in quel momento, un rumore di passi fece capolino al di fuori della porta della stanza, facendo seguire ad esso, l'anetrata in scena di due ragazze all'interno della stanza.

    - ... -

    - Azz... -


    Rimasi neppure qualche secondo a guardare la loro entrata in scena, che per di più era nel momento meno opportuno del mondo, che mi diedi una spinta all'indietro, cercando di rialzarmi, ma l'unica cosa che riuscì a fare fu dare una schienata al muro. Yuka si mise a sedere ed afferrò qualcosa per coprirsi, mentre le due ragazze appena entrate cercavano di... non saprei.
    L'unica cosa che riuscivo a vedere di loro era che una si era appoggiata al muro, mentre l'altra guardava Yuka in un modo strano.
    Nessuno all'interno della stanza pareva essere confuso, o quanto meno imbarazzato... tutti tranne me.
    Non sapevo cosa fare, ero messo con le spalle al muro, più nudo che vestito, e non riuscivo a far che guardare ripetutamente Yuka e le due ragazze.
    Dovevo uscirne in qualche modo.


    - Eh eheh… eheheh… come va?? -

    Fu l'unica cosa che mi venne in mente oltre quella di scappare via come un furetto, ed visto la mia indecisione, decisi di portarle a termine entrambe.
    Mi rialzai in piedi, strisciando la schiena contro il muro. Non avevo la minima intenzione di dar le spalle a quelle tre, quindi, allungai il braccio alla ricerca della stessa finestra dalla quale ero entrato.
    L'unico problema fu che non riusci a trovarla da nessuna parte, e la poca abitudine a quelle situazioni, mi portò... ad impazzire??

    - AIUTATEMIIIIII!!!!!! -

    Mi decisi a dare le spalle alle ragazze, trovando -finalmente- la via d'uscita da quella camera delle torture, quando ad un tratto, una presa lieve mi avvolse il braccio, impedendomi di andar via.
    Mi voltai lentamente, sperando che non fosse una di quelle due "nuove" ragazze.
    Feci un sospiro di sollievo nel constatare che fu Yuka ad afferrarmi il braccio ed a farmi rientrare.

    - A-aspetta! Non andartene dai, è stato solo un incidente! -

    Feci un leggero cenno del capo ed accolsi la richiesta di Yuka di rimanere. Non so cosa mi spinse a darle retta, probabilmente il fatto che il suo viso aveva cambiato colore, o perchè quelle due ragazze stavano facendo di tutto per mettermi a disagio e volevo superare quella cosa, non saprei, ma rimasi.
    Yuka afferrò una maglia che mi lanciò contro. Neppure l'afferrai, vidi in che posizione era, e me la infilai al volo.
    D'altronde, non volevo rimanere in quella situazione, mentre la ragazza s'infilò una felpa che continuò a calare leggermente.

    - Ecco... cosa ci fai qui? -

    - Per di più senza maglietta. -

    - Sakuya! -


    Mi venne da ridere per le prime parole che sentì pronunciare dalla ragazza, ma non m'importò.

    -Beh... in città ho avuto uno scontro diretto con una donna anziana, che però ha subito pensato che fossi un ladro... quindi, mi ha cominciato ad inseguire per tutta Suna con la sua borsa. La maglietta me l'ha strappata via lei nel tentativo di acciuffarmi, ed io per scamparla sono saltato dentro la prima finestra aperta che mi capitava.-

    Ci fu un periodo prolungato di silenzio, dove i miei occhi non facevano altre che passare dalla faccia di una a quella di un'altra. L'unica però che sembrava persa nei suoi pensieri era Yuka.
    In quel momento, avrei voluto l'abilità di poter leggere nel pensiero, però aimè, non mi era stato concesso questo dono alla nascita.

    - Cacchio, sono pericolose le nonnette. -

    - Di brutto! Ti ricordi quella che ha picchiato Yuka con la borsetta piena di sabbia? -

    - Troppo greve! Ti ricordi che si è messa a piangere? -


    Strabuzai gli occhi al pronunciare di quelle parole, mi misi quasi a ridacchiare, per quanto mi avessero fatto entrare nel pallone, quelle due stavano quasi quasi riuscendo a farmi calmare.
    Mi faceva veramente piacere che Yuka potesse vantare delle amiche così, e per quanto riguardava l'aneddoto... bah, ognuno ha i suoi scheletri, di certo però non glieli avrei ricordati io anche se li avessi scoperti.

    - Eh già, era così innocente prima... E guarda ora... La nostra Yukarin! -

    - Che invita il fidanzato in camera mentre non ci siamo! Ah, Yukarin!


    - N-non è il mio f-fidanzato!!

    - Ah, Yukarin... -


    - La nostra Yukarin... -

    - NON MI CHIAMO COSì! -

    E quelle furono le ultime parole prima che due belle pizze si andassero a piantare contro i testoni delle ragazze, che dopo averlo ricevuto, diventare quasi come dei soldatini: obbidienti e che non sporgono obiezioni.

    - Ehm... Hokaru, queste sono le mie migliori amiche. Questa è Sakuya. -

    Ecco cosa mancavano, le presentazioni!! In mezzo a tutto quel casino ci eravamo totalmente dimenticati della cosa più importante!!
    Comunque, Yuka m'indicò la ragazza dai capelli dal color del carbone, lisci come la seta. Le altezze delle ragazze rano più o meno simili e gli occhi altrettanto scuri quanto i capelli.
    Dopodichè, indicò l'altra ragazza, alta poco meno di me con i capelli biondi.

    - E questa è Momo. -

    -Piacere, io sono Hokaru... sssse, come se non si fosse capito...-


    Dissi ridacchiando tra me e me, sorvolando sull'occhiolino che la ragazza mi aveva rivolto, anche perchè, ci pensò Yuka a rimetterla in riga. Una bella gomitata sullo stomaco e via.

    -M..ma quando riuscirò a dirglielo??... queste ragazze sembrano invadenti...-

    Mi ripetevo tra me e me, cercando ti trovare una soluzione veloce al problema, cosa che però non accennava a venir fuori. Come avrei fatto a dichiararmi senza che le ragazze fosserro in mezzo ai piedi?? Non lo sapevo ancora.

    - Ah! Mi è venuta in mente quella cosa! -


    Ed ecco la voce di Sakuya esplose nella stanza, lasciando spazio anche al frastuono della manata che si diede sulla fronte... rimasi esterreffato dal suo grado d'intelligenza.

    - Ah! Parli di quella cosa? -

    - Quale cosa? -

    -Parlate in codice o cosa??-

    - Te l'abbiamo detto? Alla festa di Ino bisogna andare in coppia. -

    - COSA?! -

    - Pensavamo lo sapessi... Ops, ci verrei con te ma ho già chi mi accompagna... -

    - Ah... e... Sakuya? -

    - Anche io ho trovato qualcuno... -

    - Davvero? E... chi? -

    Ed ecco che le due ragazze s'indicarono a vicenda.

    - MA MI PRENDETE IN GIRO?!?! -

    Le due la presero a ridere, guardando la ragazza in modo trionfante, mentre Yuka, sconsolata, si grattava la testa e sbuffava. Probabilmente, non aveva con chi andare a questa festa.

    - Allora... penso che me ne starò qui, ma voi divertitevi anche senza di me, mi raccomando. -

    Per l'appunto.
    Non potevo lasciare che la sua serata si rovinasse per una cosa banale come quella, quindi, mi staccai dal muro e proferì parola.

    -Yuka vestiti, andiamo a fare Shopping !! AHAHAH!!-

    Feci un segno di saluto alle ragazze, e mi avvicinai alla finestra. Per lo meno, la dovevo fare un'uscita decente.

    -Ti aspetto all'entrata Yuka!!-

    E mi lanciai giù, atterrando perfettamente in terra, senza neppure l'ombra di un graffio, anche se sporco d'appertutto. La sabbia era pur sempre la sabbia. Ci avrei dovuto fare il callo.
    Il sole picchiava forte, quindi, decisi di crearmi un turbante con la maglietta che mi aveva gentilmente offerto Yuka, non penso che se la sarebbe presa... in fondo, io non ero abituato a tutto quel calore!
    Comunque, non aspettai molto, giusto una decina di minuti, che la ragazza si presentò già tutta vestita, pronta per partire all'avventura dei negozi di moda di Suna.

    -Hai capito perchè stiamo andando a fare Shopping vero?? Di sicuro non per te... la tua camera era un... un vestito!!-

    Dissi rivolgendomi alla ragazza.

    -Ma comunque, non potevo lasciare che ti rovinassi la serata per via dell'accompagnatore... quindi... eccotelo qua, sarò io!!-

    Sorrisi, non sapevo perchè, ma l'occasione si era presentata proprio a fagiolo. Quella sera avrei potuto dichiarare i miei sentimenti verso la ragazza!

    -Che ne dici se entriamo in quel negozio la??-

    Non le diedi nemmeno il tempo di rispondere, che me la tirai dietro.
    Ma come al solito, le mie decisioni si rivelano quantomeno sbagliate. Non trovammo nulla d'interessante in quel negozio, così, decidemmo... o per lo meno, decisi di dover continuare a cercare. Non importava quanti negozi avremmo dovuto girare primadi trovare qualcosa, era ancora mattina presto, avevo tutto il tempo del mondo per la festa che si sarebbe svolta quella sera, quindi, avevo deciso.
    Girammo per tutta la mattinata, quando ad un tratto, trovai qualcosa... ma non fu un qualcosa di molto interessante, difatti, trovai la vecchietta malvagia che parve captarmi come un radar.

    -Yuka... Yuka...-

    La ragazza non sentì il mio tono solo... apparentemente preoccupato, era troppo concentrata ad accarezzare un cagnolino che gironzolava da quelle parti.

    -YUka...-

    Appoggiai una mano sopra la spalla della ragazza, che si girò verso di me... ma oramai era tardi!!

    -TU BRUTTO LADRO CHE NON SEI ALTRO!! IO E LE MIE AMICHE TE LA FAREMO PAGARE PER CIO' CHE STAVI FACENDO A ME STAMATTINA ED ORA A QUELLA POVERA RAGAZZA INDIFESA!!-

    Ed una massa di vecchiette inferocite cominciò a far roteare la propria borsetta, o il proprio bastone, non importava... era comunque un'arma di distruzione di massa se messa nelle mani di una di loro.

    -AIUTOOOO EEEEEEAAAAHHHH!!!-

    Cominciai a scappare a gambe levate da quella miriade di vecchiette che mi venivano dietro. Difficile a dirsi, ma quelle vecchiette erano molto agili, riuscivano a starmi dietro, ed alcune anche a tagliarmi la strada.
    Fortunatamente, trovavo sempre un modo per ritornare verso Yuka.

    -TI PREGO FALLE SMETTEREEE!!-

    Ero lontano un centinaio di metri da lei, quando ad un tratto, mi sentii afferrare i pantaloni, che come di conseguenza cominciarono a sfilarsi. Non sarebbe stato un gran problema se fossero state solo quelle... io avevo la strana abitudine... di non portare le mutande se dovevo fare dei lunghi viaggi, quindi... si, rimasi col birillo di fuori.

    -COSI' T'IMPARI!! E NON VOGLIAMO VEDERTI MAI PIU'!!-

    -IO SONO UNO SHINOBI DEL VILLAGGIO DELLA FOGLIA DANNAZZIONEEE!!! VEDI IL COPRIFRONTE??-


    E glielo indicai, non curante di essere come mamma mi aveva fatto. La donna, non mi degnò neppure di uno sguardo...

    -AAhh... ma vai a quel paese...-

    L'avevo scampata bella, ma ora il problema era... che anche se avessi voluto coprirmi, le mani non mi bastavano a non far vedere il tutto, quindi, come facevo??

    -Eh... ciao Yuka... eheheh...-


    Odioso.

    Edited by Anyone™ - 12/1/2015, 21:06
     
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    L'incontro tra le mie amiche ed Hokaru non era certo andato come mi ero prefissata. Ripensandoci, sarebbe dovuto avvenire qualche mese più tardi, forse addirittura anni, quando il ragazzo ed io fossimo già stati fidanzati ufficialmente. Non mi aspettavo certo che Sakuya e Momo scoprissero di lui perché se ne stava mezzo nudo sopra di me in camera mia. Ma ormai era fatta, non potevo più farci nulla. Prima o poi quell'incontro sarebbe dovuto avvenire. Inutile dire che, già imbarazzato di suo, Hokaru rimase anche confuso dalla stranezza delle due ragazze che sembravano mentalmente due gemelle un po' tonte, con lo stesso grado di idiozia. Le loro gag senza senso e i comportamenti bizzarri, atti quasi sempre a prendermi in giro, avrebbero sicuramente messo a disagio il ragazzo, anche se, quando ci si metteva, sapeva essere tonto anche il doppio più di loro. Il vero problema era che genere di cose avrebbe scoperto Hokaru sul mio conto per bocca di quelle due, che infatti non persero tempo e iniziarono subito a fare l'elenco. Si trattennero, per fortuna, ma preferii picchiarle un po' per poi passare alle presentazioni. Fu tutto molto veloce e il silenzio imbarazzante fu spezzato da Sakuya che mi diede la triste notizia riguardo alla festa di quella sera. Sconsolata, dovetti ammettere con me stessa che presentarsi sola come un cane sarebbe stato più patetico che essere l'unica a non presentarsi.

    - Allora... penso che me ne starò qui, ma voi divertitevi anche senza di me, mi raccomando. -

    Ora che ci pensavo per bene non era male come idea. Magari sarei potuta rimanere un po' con Hokaru... Arrossii per la centesima volta, scacciando dalla testa il pensiero di tutte le cose che avremmo e non avremmo fatto. Affondai la testa sul letto, mentre Sakuya e Momo si grattavano le teste, confuse. Era ovvio che per loro il problema non sussisteva. Mi sarebbe piaciuto andare alla festa ma dovevo accettare la realtà: sarei stata meglio a casa. Ma per Hokaru le cose stavano diversamente. Lo sentii mentre si alzava dall'angolo sul quale si era appiattito, alzai lo sguardo nella sua direzione, proprio come le due ragazze, attente.

    - Yuka vestiti, andiamo a fare Shopping !! AHAHAH!! -

    Sobbalzai a quella risata, trattenendo un risolino. Che cosa voleva dire? O meglio: SHOPPING?! Senza che potessi anche solo ribattere, il ragazzo aveva fatto un cenno di saluto alle due ragazze, che per tutta risposta scattarono sull'attenti neanche fossero state in accademia, che stupide.

    - Ti aspetto all'entrata Yuka!! -

    E si lanciò fuori dalla veranda, tagliando per il giardino per raggiungere l'altra parte della casa, dove c'era l'entrata. Restai sbigottita. Ma diceva sul serio? Non potevo crederci, questo voleva forse dire che...

    - Ci aspetta una gita romantica al villaggio?! -

    - Cretina. -

    - Cretina. -

    Mi voltai nella loro direzione, accigliata. Diamine, stavano ancora sull'attenti! Mi coprii il volto con una mano, tentando di non pensare a che amiche rincitrullite avessi. Appena alzai lo sguardo non c'erano più. Le loro voci mi fecero sobbalzare: quelle là mi stavano accanto, abbracciandomi fino a togliermi il respiro.

    - Apri gli occhi, Yuka! Ti sta invitando alla festa, caspiterina! -

    - Sicuramente ti ci porterà! E' troppo biondo per essere così stupido! -

    - Non capisco cosa c'entrino i capelli ma va bene... -

    Nei cinque minuti seguenti Sakuya e Momo erano già sparite da casa mia, dirette chissà dove a fare chissà cosa. Ed io, preparata e vestita nel modo migliore per far colpo su Hokaru, mi apprestavo a lasciare la stanza. Indossavo un completino non troppo lungo, ma neanche troppo corto, del colore dei miei occhi; invece del coprifronte, mi sistemai i capelli con il mio cerchietto nero e misi delle scarpe molto carine, nere e lucide. Lanciai un'ultima occhiata allo specchio per essere sicura di essere abbastanza carina. Un respiro e percorsi il corridoio di casa, vuota, entrando in salotto e aprendo la porta. Hokaru stava fissando le dune con la maglietta messa a mo' di turbante. Era voltato e potevo osservarne i muscoli bronzei della schiena, ma subito si girò con un sorriso così bello che per un attimo fui tentata di chiudere la porta e lasciarlo lì. Avevo delle strane reazioni, ultimamente. Invece sorrisi di rimando e, chiudendo la porta a chiave che riposi nella borsetta che avevo a tracolla, ci incamminammo vicini vicini per la strada che portava al villaggio. Sembravamo davvero una coppia e la cosa mi piaceva anche se mi metteva terribilmente in imbarazzo. Fu Hokaru a rompere il silenzio che si creava così spesso tra noi.

    - Hai capito perché stiamo andando a fare Shopping vero?? Di sicuro non per te... la tua camera era un... un vestito!! -

    Ridacchiai a quell'affermazione e un po' dell'imbarazzo scomparve. Non sembrava turbato da quello che aveva visto, anzi, se ci scherzava su era un buon segno.

    - Era un po' in disordine in effetti, ma di solito non è mica così, eh! Eh... direi che i vestiti servono più a te che a me, aha! -

    Dissi ridendo indicando il buffo turbante che portava in testa. Hokaru era bello quanto buffo, un perfetto miscuglio che gli permetteva di fare un certo effetto su di me, e sulle altre ragazze immagino. Ora che ci pensavo, Hokaru era circondato da ragazze, ricordavo bene quando mi presentò il suo gruppo, eppure sapere che era con me in quel momento e non con loro mi faceva sentire importante.

    - Ma comunque, non potevo lasciare che ti rovinassi la serata per via dell'accompagnatore... quindi... eccotelo qua, sarò io!! -

    Lo fissai stupita, rossa in volto. Sakuya e Momo avevano ragione, Hokaru mi avrebbe accompagnata alla festa! Imbarazzatissima al pensiero di cosa sarebbe potuto accadere, semplicemente distolsi lo sguardo sorridendo.

    - Sono felice che sia tu... -

    Ammisi, e per un attimo ebbi l'impressione che Hokaru stesse per dire qualcosa di serio, ma poi sorrise e restò in silenzio, continuando a camminare al mio fianco. Più volte, le nostre mani si sfiorarono per poi ritrarsi ognuna dalla sua parte. In poco tempo arrivammo in città, così piena di vita a quell'ora del mattino. Il vociare della gente metteva allegria e le insegne luminose e colorate dei negozi attiravano i nostri sguardi. Ci guardavamo intorno, indicando ogni tanto qualche possibile scelta che però si rivelava sempre inadatta. Era difficile trovare un negozio per l'occasione, insomma, o forse era il ragazzo ad avere gusti un po' raffinati, non avrei saputo dirlo con certezza, non ero pratica di certe cose, eppure mi piaceva l'idea di starmene in giro con quel ragazzo come fossimo persone normali che non devono preoccuparsi di nulla ma solo, appunto, di trovare un vestito adatto ad una festa. Mi chiesi improvvisamente semmai avrei avuto altre occasioni come quella e, contemporaneamente, le immagini di Ame mi attraversarono la testa in una sequenza così tragicamente reale da spaventarmi. Per fortuna avere Hokaru accanto mi aiutava a stare meglio.

    - Che ne dici se entriamo in quel negozio la?? -

    Chiese improvvisamente Hokaru, prendendomi per mano e trascinandomi dentro un negozio. Non mi opposi e strinsi la sua mano, entrando nella piccola bottega poco illuminata, dove il proprietario, un uomo altissimo e altrettanto secco, ci squadrò con gli occhi scuri e sottilissimi. Il ragazzo afferrò qualche capo ed entrò nel camerino, per uscirne ogni tanto con un abito diverso. Per me sarebbe stato affascinante con ognuno di quelli ma lui doveva essere di diverso parere. Dopo circa trenta minuti fummo nuovamente per strada, pronti ad adocchiare un nuovo negozio. Non ci prendemmo più per mano ma continuammo a camminare vicini per le strade. Stavo appunto rilassandomi quando notai un cucciolo pelosissimo che scodinzolava si guardava intorno tutto contento.

    - Kyaaa! Che carino!! -

    Mi allontanai da Hokaru che si fermò a guardarmi con un lieve sorriso mentre raggiungevo il cucciolo che, subito, prese a farmi le feste. Era il cagnolino più carino che avessi mai visto!

    - Yuka... Yuka... -

    Non feci caso ad Hokaru perché ero troppo concentrata sul pelo bianchissimo di quell'esserino per rendermi conto di quello che stava accadendo.

    - Yuka...

    Sentii la mano del ragazzo sulla mia spalla ed immediatamente mi voltai, percependo una punta di panico nel suo tono. Lo guardai preoccupata e confusa ma un urlaccio mi spaventò così tanto che il cane mi morse e, senza farlo apposta, mi ritrassi dal ragazzo.

    - Mi hai fatto male! -

    Naturalmente mi stavo rivolgendo al cagnolino che era scappato via, ma le cose dovevano sembrare molto diverse se viste dall'esterno. Infatti, davanti a noi c'erano un gruppo di vecchiette dall'aria inferocita che squadravano con rabbia Hokaru che, mezzo nudo, stava chinato verso di me, impaurito e seccato allo stesso tempo. Capii subito che la vecchietta in testa era la stessa di cui aveva raccontato il povero ragazzo.

    - TU BRUTTO LADRO CHE NON SEI ALTRO!! IO E LE MIE AMICHE TE LA FAREMO PAGARE PER CIO' CHE STAVI FACENDO A ME STAMATTINA ED ORA A QUELLA POVERA RAGAZZA INDIFESA!! -

    Ma era tutto un equivoco! Purtroppo le nonnette, oltre ad essere presbiti, erano anche dure d'orecchie, quindi si scagliarono come tori scatenati contro Hokaru che se la diede a gambe levate, urlando come un pazzo. E il bello era che non c'era neanche un'anima in quella stradina, eravamo noi e quel branco di matte.

    - AIUTOOOO EEEEEEAAAAHHHH!!! -

    Per essere delle ultracentenarie, le amiche del Bingo erano straordinariamente veloci, tanto che Hokaru tornava indietro nella mia direzione e, quando loro riuscivano a tagliargli la strada, face dietro front, correndo come mai in vita sua. Con il dito insanguinato, mi alzai in piedi, confusa e spaventata. Cosa dovevo fare?!

    - TI PREGO FALLE SMETTEREEE!! -

    Urlò e così feci. Iniziai a rincorrere le vecchiette che rincorrevano Hokaru. Tentavo di urlare loro che era tutto finto, uno sbaglio, una burla, ma quelle neanche mi sentivano perché erano mezze sorde. E correvamo senza sosta, così tanto che mi fermai, decisa ad affrontare frontalmente non appena Hokaru fosse tornato indietro, trascinandosi le vecchiette come uno sciame d'api. Ma ci fu un piccolo problema. Anzi, piccolo proprio no, eh. Mentre correva nella mia direzione, forse a causa della stanchezza Hokaru rallentò, così che le vecchiette riuscirono ad afferrarlo per l'unica cosa che c'era da afferrare, i pantaloni. Questi si strapparono davanti ai miei occhi ma non era quello il vero problema. Fortunatamente mi trovavo abbastanza distante da riuscire solo a intravedere il tutto, ma comunque vidi, anche non volendo. Le mutande del ragazzo erano sparite con i pantaloni e puff! Mai mi sarei immaginata che la prima volta in cui avrei visto il ragazzo che mi piaceva completamente svestito sarebbe stato in pieno giorno, in una strada pubblica con una ventina di vecchiette e lui con un turbante in testa. Un rivolo piuttosto denso di sangue mi sgorgò dal naso e, arrossendo fino ai massimi storici, mi coprii gli occhi, cadendo a terra quasi priva di sensi. Mentre annaspavo sulla strada, tentando da una parte di non ridere e dall'altra di non urlare, sentii cosa stava accadendo dietro di me.

    - COSI' T'IMPARI!! E NON VOGLIAMO VEDERTI MAI PIU'!! -

    - IO SONO UNO SHINOBI DEL VILLAGGIO DELLA FOGLIA DANNAZZIONEEE!!! VEDI IL COPRIFRONTE?? -

    Sentii un vociare scocciato e qualche fischio, poi rumore di passi che si allontanavano e un'ultima imprecazione di Hokaru, rivolta alle vecchiette stesse che, finalmente, se ne stavano tornando da dove erano venute.

    - AAhh... ma vai a quel paese... -

    Mi alzai, asciugandomi il sangue dal naso ancora rossa in volto. Guardai il ragazzo che, tentando di coprirsi le grazie con le mani, mi sorrise imbarazzato, rosso anche lui. Il silenzio era insopportabile ed io non sapevo più cosa guardare. Aveva ancora il turbante in testa ma non ci pensò a prenderlo e legarselo in vita. Probabilmente non sarebbe neanche servito.

    - Eh... ciao Yuka... eheheh... -

    Non so con quale inaudita forza di volontà ma riuscii a rialzarmi ma mi voltai dall'altra parte. Non potevo guardare il ragazzo in quella situazione, mi mancava troppo sangue e, probabilmente, un paio di anni. Ed eccomi lì. Di primo mattino in una stradina solitaria di città con il ragazzo che mi piace completamente nudo dietro di me. Bello. Cosa diamine avrei dovuto fare? Cosa?! Nulla, perché, come sempre, il karma sa quando premiare chi fa del bene. Caso volle che, proprio in quel momento, due persone spuntarono da un vialetto senza uscita, a braccetto e quatte quatte. Due persone che conoscevo benissimo. La più alta aveva i capelli lunghi e color sabbia, mossi come il mare d'inverno; l'altra una treccia rossa e lunga. Entrambe indossavano degli occhiali da sole e si guardavano intorno con circospezione. Erano vestite casual e, dal loro atteggiamento, capii che c'era qualcosa di strano. Sembravano star nascondendo la loro identità. Ma io le riconobbi immediatamente e, quando fecero per voltare le spalle, le chiamai a gran voce.

    - Rock! Yukari! -

    Come paralizzate, le due si voltarono e la ragazza dai capelli rosi fuoco sussultò. Per un attimo rimasero immobili ma poi, pian piano si voltarono con circospezione. Alla mia vista, però, Rock si rilassò immediatamente, togliendosi addirittura gli occhiali e venendo nella mia direzione con un gran sorriso.

    - Ah! La mocciosa! -

    Mi apostrofò invece Yukari, abbassandosi giusto le lenti scure per lanciarmi un'occhiataccia con quei suoi occhi color ghiaccio, quasi vitrei. Si avvicinò, restando comunque dietro Rock che, più alta di una spanna, la sovrastava quasi. Lei mi scompigliò i capelli come al solito, come fossi una bambina anche se avevamo solo cinque anni di differenza.

    - Come te la passi, Yukarin? -

    Anche lei con quel soprannome! Giurai di vedere Yukari ridacchiare sotto i baffi. Non so se avevano notato Hokaru, nudo come un verme, ma, scanso equivoci, decisi di far finta che fosse tutto naturale, magari per trattare l'argomento con più leggerezza. Quelle due potevano rimediare dei vestiti per il ragazzo, ne ero certa. Anzi, più che certa! Questa era proprio fortuna. Sorrisi a Rock mentre Yukari metteva il broncio e si ricacciava gli occhiali sul naso.

    - Tutto apposto! Ma... cosa state facendo? -

    Rock spalancò la bocca e... arrossì? Riuscivo quasi a vedere il suo cervello lavorare febbrilmente per trovare qualche scusa ma, come al solito, Yukari si mise in mezzo e rovinò tutto con la sua innata arte dello spiattellamento a costo zero.

    - N-niente! Non impicciarti, mocciosa! S-stavamo solo... Passeggiando! C-come fanno due amiche! Hai capito? AMICHE! -

    Ora non si sapeva chi fosse più rossa in volto delle due. Da parte mia, rimasi per un attimo in silenzio. Doveva essere una cosa diffusa "quella". E dall'altra parte della città, Momo, sentendosi chiamata in causa, starnutì.

    - Stiamo facendo compere a dire la verità... Sai... Ci aspetta mmm un viaggio! Eh già! -

    - Oh! Che bello! Una missione? -

    - Macché! E' una vacanza roman... -

    - ROCK! -

    La gomitata nelle costole la sentii anche io tanto risuonò nell'aria. Rock si piegò con una smorfia e, quando si rialzò, tentò di sviare il discorso come se ne valesse della sua stessa vita. Fu allora, guardandosi attorno, che finalmente il povero ragazzo in disparte fu notato. Sperai solo che non pensasse che tutte le mie amiche fossero strane o cosa. Tremavo all'idea che avrebbe conosciuto anche Ino... Lei era in assoluto la peggiore e tutte le mie amiche assieme nello stesso posto... Sarebbe stato il delirio.

    - Ah... ehm... giusto... E... Tu, Yuka? Perché c'è un... ragazzo nudo dietro di te?! -

    - E-ecco lui è Hokaru! -

    Dissi diventando rossa. Per tutto il tempo mi ero messa davanti a lui con l'intento di coprire per quanto possibile la vista del suo corpo che, per carità, avrebbe fatto invidia a qualsiasi ragazzo ma, vista la situazione, era meglio non mostrare. Rock lo salutò dalla distanza, capendo che non era il caso che si stringessero la mano, Yukari gli rifilò una smorfia e si avvinghiò al braccio di Rock, come per volerla sottrarre a quella vista.

    - In realtà siete capitate al momento giusto! Come potete notare abbiamo avuto un piccolo... problema... Non è che avete dei vestiti al volo? -

    Le due si guardarono per un momento, iniziando a controllare tutte le buste che si portavano dietro. Si erano date a spese folli, direi. In particolare, Rock stava controllando le buste della ragazza dagli occhi chiarissimi.

    - Questo è il destino! Siete fortunati: Yukari ha comprato giusto qualcosa da uomo, e penso sia della tua misura, Hokaru! -

    - Davvero? Che fortuna, allora! Ma... Yukari, non sono per te, quelli? -

    - E perché dovrebbero? Sono per mio fratello -

    - Non sapevo avessi un fratello... -

    - Non ce l'ho. Ho comprato vestiti da uomo perché il commesso ci stava fissando e non volevo farlo insospettire -

    - Ellamadonna... -

    La ragazza tirò fuori i vestiti e li porse al ragazzo mentre tutte noi gli davamo le spalle, in modo che potesse rivestirsi. Una volta che ebbe fatto, dovetti trattenere le risate. Indossava dei semplici jeans ma la felpa leggera con li cappuccio era rosa acceso. Era così buffo con quel colore così femminile! Però era anche bello, anzi, mi piaceva vestito in quel modo, a modo suo quel colore gli donava molto. Anche se si poteva notare il suo imbarazzo. Tuttavia ringraziò lo stesso le ragazze.

    - Capisco che magari il colore è un po' troppo... rosa... Però sei carino, dai! -

    - Tsk! -

    Yukari mise di nuovo il broncio e Rock le scompigliò i capelli con fare affettuoso. Lei si calmò e le rimase avvinghiata al braccio come poco prima. Gli occhi purpurei balenarono da Hokaru alla mia direzione.

    - Ottima scelta, è carino -

    Mi sussurrò e non ebbi neanche il tempo di diventare rossa che fu già l'ora dei saluti.

    - Dunque, ora noi continuiamo il nostro giro, se non vi dispiace. Ci vediamo, Yuka! E' stato un piacere, Hokaru -

    E questa volta gli strinse la mano. Yukari mi fece la linguaccia e accennò una specie di saluto verso il ragazzo biondo. Le due ragazze presero la strada opposta alla nostra. Chissà se le avremmo riviste quella stessa sera alla festa di Ino. Avevo dei dubbi perché, tempo addietro, Yukari era una ricercata e aveva persino rapito Ino. Che l'avesse invitata alla sue festa era strano. In ogni caso non dovevo mica impicciarmi di certe cose, ora l'unica cosa che volevo era continuare la passeggiata con il ragazzo dei miei sogni, anche se aveva quegli strani abiti addosso. Mentre camminavamo, il mio dito sfiorò la sua mano e il morsetto del cane bruciò improvvisamente.

    - Ahi! -

    Esclamai mentre notavo che c'era ancora un po' di sangue a scorrere lungo il dito.

    - Scusa, non sei stato tu! E' stato quel cane di prima, eppure era così carino! -

    Esclamai con una risata, fissando il ragazzo dritto negli occhi. Mi sentii invasa da uno strano calore e, per la prima volta, mi resi conto che mi bastava davvero poco per essere felice. La nostra sorta di primo appuntamento continuava!
     
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    Congelata che Any sta male <3
     
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