Cap. 1 - Delitti irrisolti

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  1. † Lavi
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    Ero sdraiato sul divano, in soggiorno, con lo sguardo perennemente puntato verso l' antico ritratto di famiglia. Quel quadro era rigido, incapace di suscitare emozioni. Come può un' oggetto del genere sostituire l' affetto dei propri cari? Eppure chi me l' ha regalato era convinto che questo avrebbe potuto alleviare il mio dolore, confortandomi per la morte dei miei. Stronzate! Nulla può sostituire l' affetto di coloro che ti hanno cresciuto. Quando persero la vita, i miei genitori vennero privati di ogni bene e, non potendoli riscattare, vennero messi all' asta. Questo quadro è solo il segno di qualcuno rimasto troppo pervaso dal senso di colpa, per potersi tenere un oggetto dal simile valore affettivo.
    Maledizione!
    Afferrai un kunai e, con forza, lo scagliai poco a destra del quadro. Per fortuna la mia mira non era calata. Stufo soffermarmi ulteriormente sul passato, uscito di casa, mi accorsi che la luce era cambiata. Le prime luci dell' alba, parlavano chiaro. mi ero svegliato così presto da non accorgermi che era già ora di andare a lavoro. Dopo la guerra, il paese stava andando completamente in rovina e il leader attuale non aveva fatto altro che portarci in un ulteriore crisi economica. Il commercio, che insieme alla pesca era una delle attività principali all' interno del nostro paese, aveva subito un rapido calo, impedendo quindi la ripresa economica del paese. Dovevamo quindi darci tutti da fare, soprattutto in tempi in cui la rivoluzione bussava alle porte. Senza esitare oltre, indossai soprabito regalatomi da mia madre e sfrecciai verso il luogo di lavoro. Da qualche tempo, lavoravo in un piccolo magazzino nel centro, dove riuscivo a guadagnare una modica per arrotondare in qualche modo i finanziamenti lasciatimi dai miei. Raggiunta la meta, salutai il datore di lavoro, forse troppo indaffarato per ricambiare, e mi recai verso il retro del magazzino. Il mio compito era quello di smaltire le merci provenienti dal porto che, di continuo, scaricavano principalmente nel nostro magazzino. Quando però arrivai sul retro, trovai una spiacevole notizia. Due shinobi dalla giubba da chunin e lo stemma della polizia di Taki stava interrogata il mio collega Shin che, appena mi vide, subito mi indicò agli agenti. Senza sapere cosa volessero, rimasi fermo sul posto, ad attendere una loro azione. Avvicinatisi, l' uomo apparentemente più anziano dei due, iniziò a farmi delle domande.
    Salve... lei deve essere Karuma Sarugaki... stiamo indagando su un omicidio... la vittima è una ragazza di circa sedici anni... è stata trovata in una strada periferica di Taki, trafitta da una katana...
    Mi spiace molto... ma non so davvero come potrei aiutarvi...
    Vede... il punto e che la donna è stata avvistata insieme ad un ragazzo, prima di essere trafitta... ma la cosa peggiore e che, a poca distanza dalla vittima, è stata ritrovata la katana insanguinata...
    Capisco... beh il villaggio è pieno di shinobi folli e molti giovani genin vanno in giro con una katana...
    Esatto... peccato che questa ci risulti essere in suo possesso...
    Impossibile... ho custodito gioiosamente la mia katana... sono certo che è ancora nella mia armeria!
    In quel momento, lo shinobi più giovane aprì l' enorme borsone che si portava dietro e, da questo, tirò fuori una lunga spada avvolta in un involucro. Tolto l' involucro, la riconobbi subito.
    Non posso crederci... come hanno potuto sottrarmela?
    Ci spiace ma dovrà venire con noi...
    Pronunciò il chunin con tono calmo e controllato. In un istante uno di questi mi indicò l' uscita del magazzino, per poi iniziare ad accompagnarmi verso le prigioni di Taki. La situazione sembrava inverosimile. Decisi di non ribellarmi, per non peggiorare la situazione, ma il caso stava chiaramente sfuggendo di mano. Passando per il magazzino, tutti puntarono i loro gelidi sguardi verso di me. Il capo mi fissa, puntato i suoi stanchi occhi acquosi contro i miei. Mi conoscevano tutti in quel posto, ma nonostante questo, sembravano tutti fortemente delusi.
    Maledetti... persino loro credono sia un assassino...
    Come poteva un dodicenne compiere un simile delitto e, per giunta, con la sua stessa katana? Qualcuno voleva incastrarmi, ma, per qualche motivo, avevo l' impressione che dimostrarlo non sarebbe stato facile.
    Parte 1/3


    Edited by † Lavi - 4/10/2014, 21:47
     
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    E' ormai tardo pomeriggio. Un filo di luce attraversava la minuscola finestra della stanza. Ero stato interrogato per ore, su qualcosa che non avrebbero mai saputo. Per ora provai a spiegargli la mia innocenza, ma le uniche parole che sarebbero stati disposti ad udire era la mia ammissione di colpa. In realtà ciò era praticamente impossibile. E' certamente vero che volevo ardentemente uscire da quel posto, ma non al prezzo di piegare la mia dignità. Ero rinchiuso in puzzolente cella, convinti che in quelle condizioni, prima o poi, avrei confessato. Sciocchi. Non mi sono mai arreso dinanzi a nulla, non ho certo intenzione di incominciare ora. Dopo diverso tempo trascorso dal mio ultimo interrogatorio, in una stanza forse anche peggiore di quella in cui ero segregato, iniziai a spazientirmi, aspettando almeno qualche risposta. Stufo di attendere, afferrai il bicchiere che mi era stato concesso per attingere a quella sputo che chiamavano acqua e inizia ad urtarlo contro le sbarre della cella.
    Guardiaaaaaa!!!!
    Tentai di farmi sentire, mentre un chunin, munito sempre di giubba con stemma della polizia di Taki, si accostò alla gabbia, pronto a dare un' occhiato. I suoi pesanti passi, percepibili dal fondo del corridoio, venivano annunciati da un fastidioso tintinnio di chiavi. Era sicuramente lui il tipo incaricato di farmi da guardia, come se ora fossi diventato un pericoloso criminale a cui non dare neanche spazio per respirare.
    Che cosa vuoi?
    Disse il tipo con voce stanca e annoiata.
    Vorrei dell' acqua... possibilmente potabile, non quella di fogna che ci servite di solito.
    Avrei pazienza al tuo posto... altrimenti salterai anche la cena...
    Ascoltami bene... io non dovrei neanche esserci in questo posto!
    Certo che sei arrogante, per essere solo un moccioso... comunque non preoccuparti... i ragazzini non restano a lungo in prigione... starai qui solo finché non sceglieranno cosa fare di te...
    Pronunciò infine l' uomo, per poi voltare le spalle alla cella e andarsene.
    Se pensano che me ne starò con le mani in mano fino a quando non trovano un altro posto in cui rinchiudermi, si sbagliano di grosso... troverò il modo di fuggire...
    Con la schiena aderente alla gelida parete, mi sedetti a terra, continuando a pensare un modo per andarmene da lì. Che dire. Chiunque avesse congeniato quel piano, aveva creato un sistema impeccabile per incastrarmi, aiutato anche dal malgoverno che, dalla fine della guerra, regnò sul paese.
    Questo paese dovrebbe essere rifondato dalle basi... mettere in cella un genin senza neanche ascoltare entrambe le parti...
    In quel momento, il chunin di prima passò con una ciotola di riso e un tozzo di pane, tutto all' interno di un unto vassoio. Rubandomi poi il bicchiere attraverso le sbarre, lo riempì probabilmente con acqua piovana e lo poggiò di nuovo nella posizione da cui l' aveva raccolto.
    Forza... mangia! Nessuno vuole che un prigioniero muoia... anche se con la crisi di oggi ci farebbe comodo...
    Disse l' uomo ridacchiando, anche se probabilmente era più serio di quanto volesse lasciare intendere. Addentando voracemente qualche boccone di pane, notai qualcosa che subito mi risaltò all' occhio. Sul fondo del vassoio era presente un minuscolo biglietto, ripiegato più volte, contenente un chiaro messaggio:
    CITAZIONE
    Karuma Sarugaki, siamo a conoscenza dell' incresciosa situazione in cui è stato trascinato. Crediamo nella vostra innocenza e, di conseguenza, le comunichiamo la nostra più sincera solidarietà. Se seguirà alla lettera le nostre parole, potrà presto assaporare la luce dell' alba. Nella vostra cella è presente un uscita segreta. Per superarla, dovrà obbligatoriamente forzare la serratura. Le abbiamo fornito una lama con cui potrà in qualche modo adempiere a tale scopo. Sappiamo che non è molto, ma confidiamo nelle vostre doti da shinobi.
    Per il momento è meglio salvaguardare la nostra identità. Ci riveleremo al momento propizio.

    Beh... pare che non abbia molta scelta...
    Scavando nella ciotola di riso, lo shinobi trovò un primo grimaldello con cui forzare la serratura. Fino ad ora, l' anonimo sostenitore aveva mantenuto la parole, ora non restava che controllare l' esistenza di questa presunta porta. Cercando per diverso tempo, quasi fino a predere le speranze, lo shinobi trovò una minuscola botola situata sotto al suo letto. Calandosi al di sotto di esso, forzò il fragile lucchetto con il grimaldello che, una volta rotto, diede al genin l' accesso alla botola.
    Di norma non mi sarei mai fidato di un messaggio da parte di uno sconosciuto... ma, fino ad ora, pare avesse ragione...
    Strisciando verso la botola, attraversai il passaggio, andando a precipitare in un insignificante pozza d' acqua. Dall' odore capii subito di essere finito nelle fogne di Taki. Viaggiai all' interno di esse per qualche metro, fino non incappai in un nuovo indizio. Nel mezzo del passaggio trovai un grosso borsone, pieno delle armi che mi erano state perquisite, con annesso un nuovo messaggio.
    Parte 2/3
     
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    La luce era scarsa. Non c' era molta visibilità e, di conseguenza, non era facile capire se quei messaggi fosse dello stesso tipo di quello ricevuto in precedenza. Tuttavia, staccai il biglietto dalla roccia e, mettendolo contro uno spiraglio di luce, passante in una crepa del mura, riuscii a riconoscere distintamente ogni carattere.
    CITAZIONE
    Ottimo lavoro. Se sei arrivato fin qui, vuol dire che sei la persona che cercavamo. Le tue armi sono perfettamente funizonanti. Più avanti troverai un passaggio che ti condurrà lungo l' uscita. Ti aspetteremo alla fine del varco.
    - I Lealisti

    Voltando poi il foglio, il giovane trovò disegnato uno strano stemma, appartenente con buone probabilità allo stesso ordine.

    I Lealisti? Non ho mai sentito parlare di questi tipi... comunque, ora che ho le mie armi, potrei anche andarmene... ma probebilmente se tornassi fuori verrei catturato dopo poco tempo... anche se preferirei non farlo, pare dovrò fidarmi di questi tipi...
    Raccogliendio il resto del mio equipaggiamento, legai la katana lungo la vita e, individuando lo stretto passaggio, strusciai attraverso di esso. Mentre scivolavo nel condotto, un tanfo terribile mi folgorò le narici, mentre un gruppo di ratti sgusciava rapido alle mie spalle. Costretto a togliermi la magila, per poter scivolare agevolmente nel condotto, rabbrividii al condatto del gruppo di ratti con la pelle.
    Schifo...
    Dissi ad alta voce, mentre puntavo lo sguardo verso uno spiraglio di luce sul fondo. Ad attendermi, il nulla. Uscii dalle fogne e, trovandomi in una sorta di stagno, molto vicino alla costa, mi sedetti su un masso ed attesi. Quando ormai ero sicuro che non sarebbe arrivato nessuno, un ago, forse lanciato da una cerbottana, mi si conficcò nel collo, lasciandomi rapidamente svenire. Persi per qualche ore i sensi, fino a quando non venni svegliato da una voce femminile.
    SIIII! Sei sveglio... che bello! Hades, corri a vedere!
    Aprendo leggermente gli occhi, riconobbi la sagoma di una donna dai capelli lunghi, sormontata da un' ombra.
    Ottimo... Salve Karuma! Il mio nome è Hades e quella che vedi al mio fianco è Hikari. Siamo spiacenti per il modo "poco ortodosso" con cui è stato condotto qui, ma dovevamo assicurarci che, nel caso di un rifiuto, non ricordi il modo per raggiungerci...
    Un rifiuto?Di cosa state parlando?
    Senza rispondere, l' uomo liberò la mia visuale e, oltre all' enorme salotto in cui ero finito, mi lasciò inquadrare la figura di un giovane shinobi, legato ad una sedia. Sembrava stanco e malridotto. Non aveva per niente una bella cera. Al fianco, una katana insanguinata era poggiata ai suoi piedi, del tutto identica alla mia spada. A quel punto, l' uomo raccolse la katana insanguinata, brandendola dinanzi ai miei occhi.
    Vedi... questa katana è la prova della tua innocenza... l' uomo che hai di fronte è stato ingaggiato da qualcuno per assumere il tuo aspetto e utilizzando una copia della tua vera katana, quella ver l' hai attualmente legata in vita, eliminare un innocente a tuo carico...
    Maledizione... chi può aver fatto una cosa del genere?
    Devi sapere che esiste una parte, fra gli abitanti di Taki, che è rimasta fedele al vecchio tiranno di Taki... questi conservatori, nonostante non abbiano effettivi poteri sul villaggio, hanno acquisito una grande influenza sul nuovo Takikage, eliminando chiunque si opponga al governo attuale...
    Capisco... ma cosa centro io con tutto questo?
    Vedi... forse dovresti sapere che tuo padre era un membro dei Lealisti, un ordine creato per mantenere Taki libera dalla tirannia e dagli ideali ancora seguiti dai fedelissimi del vecchio Takikage...
    Impossibile... mio padre non mi ha mai parlato di una cosa del genere... se avesse fatto parte di qualche ordine, ce ne saremmo sicuramente accorti...
    Questo perché l' ordine è tenuto nascosto... da quando i conservatori hanno preso il potere, dobbiamo nascondere ogni nostra traccia, per evitare di lasciare indizi che possano portare a noi... detto questo, ti proporrò una scelta... puoi unirti a noi e fare in modo che Taki acquisisca una governo nobile ed equo a cui affidarsi oppure andartene per la tua strada ed eliminare ogni ricordo di questo incontro... in ogni caso, faremo in modo che il vero colpevole del delitto si costituisca, in modo che tu possa tornartene alla tua vecchia vita...
    Rapido abbassai lentamente lo sguardo, iniziando così a meditare sulla proposta.
    I Lealisti... mio padre... se solo avessi saputo prima la verità, avrei evitato che tutto questo accadesse... ora non so più di chi potermi fidare...
    Voglio solo ricordarti Karuma che, probabilmente, è opera dei conservatori se i tuoi genitori sono morti... allora... te la senti di seguirci?
    Ha ragione... secondo le parole di questo tipo, i miei genitori era nemici dei conservatori... questi Lealisti pare non usino metodi "convenzionali" e il loro modo di fare mi lascia parecchi sospetti... ma in fondo sono l' unico mezzo che ho per avvicinarmi alla verità sui miei genitori...
    In quel momento, puntai le azzurre iridi verso Hades e ,con aria sguardo folle e arrogante allo stesso tempo, iniziai a rispondere.
    Tsk... puoi giurarci... nessuno tocca un membro della mia famiglia, senza restare impunito.... i conservatori la pagheranno cara!

    Fine Capitolo I
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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