Nove e Dieci?

Yama e Fury

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    Io vengo dalla luna che il cielo vi attraversa e trovo innopportuna la paura per una cultura diversa

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    La guerra, la quinta nella storia dei ninja, si era ufficialmente conclusa. Le truppe superstiti di ogni Paese tornarono al loro villaggio d'appartenenza con una marcia lenta e tranquilla.
    L'umore era insolito. Molti erano coloro che mostravano la felicità di tornare a casa ed erano contenti della conclusione di quel terribile periodo della storia, altri erano invece quelli amareggiati e consapevoli del fatto che non c'era niente da festeggiare.
    Tra questi ultimi spiccava Viraru Hoozuki, Generale di Kiri che tornava stanco da una battaglia che lo aveva messo alle strette e che gli aveva fatto rischiare la vita.
    Al suo fianco era presente il suo vice: Signalis. Aveva assunto delle nuove sembianze a seguito di qualche strana tecnica e l'Hoozuki si domandava continuamente chi fosse davvero il compagno di mille avventure.
    La guerra era finita, ma c'erano tante cose ancora da fare. Bisognava riparare ai danni causati dal conflitto il più velocemente possibile e organizzare un incontro tra tutti i vertici dei 9 Villaggi per stabilire i rapporti diplomatici dopo gli ultimi eventi e decidere cosa fare dei Bijuu e degli eventuali Jinchuuriki.
    Viraru sapeva benissimo che tutto questo avrebbe richiesto tempo, ma il suo pensiero era rivolto a sua figlia. Era partito con la promessa di ritornare sano e salvo e con tutto il suo cuore desiderava stringere la sua bambina che sicuramente lo attendeva alla porta di casa.
    Arrivarono alle porte di Kirigakure no Sato e le guardie ai cancelli li fecero passare immediatamente, all'interno Viraru trovò un'accoglienza da re. Tutti gli abitanti erano in festa per il ritorno dei loro soldati. Mogli, mariti, figli e figlie che attendevano di vedere tra coloro che marciavano i loro cari e poterli stringere.
    Infatti molte famiglie si riunirono e altre furono distrutte dal dolore della notizia infausta.
    Viraru stesse si prese la briga di annunciare la caduta dei suoi uomini alle loro famiglie.
    Non avrebbe mai dimenticato i loro volti che venivano rigati dalle lacrime, le loro urla di rabbia e di dolore, conosceva bene quella sensazione e rivederla manifestata nei suoi concittadini non era esattamente quello a cui auspicava.
    Il consiglio degli Anziani non diede nemmeno il tempo di ristorarsi e lui e Signalis furono chiamati a Palazzo per fare rapporto entro un'ora.
    I due si scambiarono uno sguardo d'intesa e poi il biondo parlò per primo.

    - Sarà meglio che ti prepari un discorso per convincerli sul tuo vero aspetto... Io ne approfitterò per andare da mia figlia, mi è parso strano che non fosse tra i presenti. Ci vediamo dopo. -

    Si voltò dando le spalle a lui e agli altri e si diresse velocemente nel lato opposto, verso casa sua.
    Tuttavia non appena prese velocità si rese conto che c'era una questione da risolvere. Tornò indietro e si avvicinò a coloro i quali custodivano un'urna preziosa, la stessa in cui era stato confinato il Demone a Tre Code.
    Dopo un'attenta considerazione si era deciso di affidarlo momentaneamente a Kiri per il passato del Demone legato a quel villaggio.

    - Voi! -

    Quelli si voltarono immediatamente e si misero sull'attenti pur non spostandosi di un millimetro dall'oggetto che custodivano.

    - Si Generale! -

    - Portate l'urna a Palazzo e affidatelo alla squadra speciale ANBU. Poi ditegli che devono attendere ordini e che fino ad allora devono custodirla a costo della loro stessa vita se è necessario. Ovviamente ditegli chiaramente cosa contiene e non fate trapelare l'informazione ad altri reparti per il momento. Chiaro? -

    - Chiarissimo! Agli ordini! -

    Solo quando il dialogo terminò il ninja Hoozuki poté finalmente andare verso la sua meta ambita.

    Giunto a destinazione notò subito che c'era qualcosa di strano. Non percepiva alcuna fonte di chakra, nessuno quindi era in casa.
    Decise di recarsi in città senza farsi prendere dal panico. Attraversò nuovamente la via centrale e si recò a casa di suo padre e sua sorella, ma anche lì non vi era anima viva.
    Si voltò dando le spalle alla piccola abitazione di famiglia dove lui era cresciuto. Poi qualcuno si avvicinò a lui con estrema lentezza, il suo viso era contrito e triste e questo non faceva altro che aumentare le ansie del giovane Generale.

    - Bentornato Generale... Io sono un collega di tua sorella, beh lei è con tua figlia a... -

    ...

    Giunse a passo lento al cimitero del Villaggio. Lo stesso luogo dove era iniziato il suo viaggio per Ame e lo stesso dove riposavano tante persone a lui care.
    Sfortunatamente un'altra anima se ne andava via.
    Vestite di nero a pochi passi si trovavano Hoshi e Yumi.
    Le guardò con aria seria e si avvicinò a loro. La piccola notò subito la presenza del padre e nonostante il momento infelice non attese un secondo prima di gettarsi tra le sue braccia in lacrime.
    Come sempre, il ninja le accarezzò la testa e poi la lasciò andare e insieme mano per la mano si avvicinarono al motivo per cui non aveva trovato nessuno ad attenderlo.

    - Se n'è andato nel sonno. Così... Con un'espressione serena. -

    Hyanetsu Hoozuki moriva così, lasciando sua figlia, suo figlio e una nipotina.
    Il padre di Viraru fu colto da un attacco di cuore nel sonno.
    Il Generale non mostrò alcun segno di tristezza, guardava quella lapide con estrema indifferenza, forse dentro lui si stava manifestando qualcosa ma non era triste quanto avrebbe dovuto esserlo. D'altronde cosa si pretendeva?
    Hyanetsu era stato assente nella vita di Viraru. Era stato solo capace di escluderlo da ogni cosa solo per la sua voglia di diventare un ninja e non un membro della Squadra dei Criptografi.
    Viraru non fece altro, continuò a fissare l'ultimo ricordo di quello che era stato suo padre e poi disse:

    - Grazie soltanto di avermi messo al mondo. -

    La sorella lo guardò indignata per un attimo, ma poi capì che non si poteva chiedere di più. Così Viraru diede un bacio alla lapide di sua madre, la prima donna che ha amato e poi andò via con la sua famiglia raccontando gli avvenimenti che avevano fatto terminare la Quinta Grande Guerra.
    Gli stessi racconti furono di nuovo resi noti davanti al consiglio esattamente un'ora dopo. Viraru e Signalis erano seduti accanto ed entrambi raccontarono del piano di Dai Albarn e del confinamento dei Bijuu. Parlarono di Sakkaku e del destino di Ame. Poi vennero rivelati gli avvenimenti di Konoha che, contemporaneamente all'attacco dei Bijuu, subiva una distruzione totale da parte di Tristania Uchiha. Ella con poteri immensi non solo si portò via il Villaggio, ma anche la vita del Nono Hokage, Nube. La donna perì poi per mano del famigerato Zero il Mukenin. Molti altri rapporti indicavano l'intervento di una misteriosa popolazione estranea al continente ninja e del numero 3 e 4 di Kishikumo. Questi ultimi eventi scioccarono non poco il Generale che aveva oramai capito che era tutto finito nella tragedia, si ricordò di Nube e del loro dialogo a Konoha e si rammaricò della sua perdita, rimase inoltre perplesso circa il ruolo di questo Zero... I
    nfine stilarono un rapporto dei danni e delle vittime di entrambe le fazioni.

    - ...e con questo è tutto, membri del Consiglio. -

    - Non è tutto, Viraru. -


    Colui che parlò era Unno, uno degli anziani che da qualche anno gestiva Kiri nel Consiglio.

    - Che significa? -

    - Fate entrare il Daimyo dell'Acqua! -


    Un uomo vestito in maniera pomposa, grasso e altezzoso entrò lentamente nella sala per poi sedersi accanto a Unno e scambiando dei leggeri cenni di saluto a molti dei presenti. In tutta la sua carriera ninja, Viraru lo aveva visto solo una volta quando accompagnava Samui per una missione. Ma perché il Signore feudale era a Kiri? -

    - Bene e ora iniziamo. La guerra è terminata, questo consiglio non ha più ragione di esistere, necessitiamo di un nuovo governo basandoci sull'operato dei nostri predecessori. E' venuto il momento di nominare il Nono Mizukage e io, Unno Roguno, propongo Viraru Hoozuki! -


    Continua...
     
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    E’ finita, su tutti i fronti. Non mi dilungherò molto sul fattore guerra, seppur cui sia davvero tanto da dire a questo punto della storia. Come battaglia è stata molto strana, dalle alleanze scartate alle lotte contro tizi i cui poteri resteranno impressi nella mente di molti. Certo è che nessuno è venuto a conoscenza della provenienza di quel potere, ci sarebbero sicuramente un sacco di questioni da risolvere anche in un momento simile ma ora non c’è fretta. Guardando le onde infrangersi sui lati del veliero posso rivedere finalmente la faccia che avevo mascherato per tanto tempo, molti si sono chiesti chi io realmente sia. Dopo essere tornato indietro nel tempo era normale che riprendessi le mie sembianze normali, e in un certo senso avevo progettato di farlo alla fine della guerra fin dall’inizio dell’era di Signalis. Non mi interessano rapporti o cose varie, ora come ora la mia soddisfazione è quella di aver raggiunto l’apice dei miei sforzi e di essere ancora vivo. Ci tengo alla mia pellaccia ma non trovo piacere nel non farmi male, ho provato di tutto e di più in questi anni e con oggi mi ritengo soddisfatto. Ame sembra un territorio davvero interessante anche dopo la devastazione senza senso in cui, per colpa del potere, gente incapace di difendersi ha perso la vita. Sembro melodrammatico? Oh, ma è la verità. I kage sono la cosa più divertente e sgradevole che io abbia mai conosciuto, non nego la loro importante figura all’interno di un villaggio, ma sono state totalmente inutili. Chi non ha saputo governare un paese, chi è crepato per la propria causa mettendo la famiglia al primo posto, e chi.. bah, lasciamo perdere.
    Il mio corpo pieno di fasciature riesce a sentire il fresco del vento freddo, la Nebbia è sempre più vicina e ho tutta l’intenzione di ascoltare ciò che i vecchi avranno da ridire, come succede ogni volta. Sono curioso di sentire parole come “vogliamo sapere tutto, spiegateci nei minimi dettagli” oppure “abbiamo perso tanti uomini ma abbiamo vinto la guerra”, tutte balle che non interessano a nessuno. L’odore del fumo della pipa è forte e lascia una scia nell’aria, una linea immaginaria che pare dividere in due il mondo se vista da lontano. Mare e cielo non sono stati mai così tanto separati, e seppur tutto si possa dire concluso c’è una strana tensione nell’aria, impercettibile ma presente. Miro all’orizzonte con entrambi gli occhi, la vista coperta per tempo immane è ancora offuscata ma non avendo problemi di cecità è una cosa che si risolverà presto. Il veliero entra nella foschia, segno che ormai è quasi ora di scendere a terra e mettere fine alla questione una volta per tutte. Sono curioso di vedere cosa avranno da dire i vecchi, gli uomini di Briggs, i ragazzi all’ospedale e “loro”, quest’ultimi sono il mio problema principale ora. Non sono comparsi più dopo quella missione contro Juan, ma ho la netta sensazione che non verranno tardi, sono sempre precisi come un orologio.
    Sistemo la maglia a dovere e una volta in piedi agguanto la giacca, infilandola al meglio. Lascio scivolare la chioma corvina lungo la schiena, legando la falce alla cintura prima di scendere sulla terra ferma e accostarmi al fianco del Generale, stranito dal mio look. La reazione felice di alcuni cittadini mista alla rabbia e al dolore di altri è mal amalgamata, non è per niente difficile comprendere il motivo di quelle reazioni. Se la guerra è finita le conseguenze hanno già cominciato a palesarsi, nitide come la dura realtà e il periodo oscuro che sta per abbattersi sul mondo.
    Mentre percorro la strada mescolato tra le truppe che vanno sempre più diradandosi per andar incontro ai loro familiari, una lettera ci viene consegnata con tanto di sigillo in ceralacca dall’assistente del padre della defunta Mizukage, ed è facile intuire di cosa si tratti anche senza aprirla.

    - Sarà meglio che ti prepari un discorso per convincerli sul tuo vero aspetto... Io ne approfitterò per andare da mia figlia, mi è parso strano che non fosse tra i presenti. Ci vediamo dopo. –

    Ne ho uno in effetti, non è niente di particolare ma è semplice e di estremo effetto ed è in assoluto la cosa più forte che potrebbero aspettarsi in un momento simile. Mi guardo attorno, quasi la gente stenta a riconoscermi ed è del tutto spiazzata dall’immagine dei miei capelli e degli occhi bicromi che osservano senza esitazione, infiltrandosi nell’ombra come spie. Poi continuo a camminare verso il palazzo, lasciandomi alle spalle la discussione sul vaso in cui, a quanto pare è contenuto un bijuu, il tre code. Non l’ho visto di persona ma a quanto ne so, in passato ha avuto un ruolo importante nella storia di Kiri ed è proprio in virtù di ciò che si è deciso di custodirlo nuovamente. Non che mi piaccia molto questa cosa, ma quell’arma è un buono motivo per ulteriori stragi, un premio succulento per chi riuscirà a prenderlo. Avere un mostro del genere in un agglomerato urbano è come badare costantemente ad una bomba il cui timer potrebbe azzerarsi da un momento all’altro.




    Tutti mi osservano, tutti cercano di trovare una spiegazione plausibile. Avendo captato l’impronta del mio chakra hanno riconosciuto la mia identità ma è plausibile che non riescano a comprendere il motivo della mia “trasformazione”. Seduto sullo scranno dalla parte opposta della stanza sento tutti gli sguardi fissi su di me seppur ci sia anche il Generale in stanza. Chissà cos’hanno in mente, magari staranno pensando che io sia una spia, oppure che abbia preso l’aspetto di Sakkaku in seguito alla sua uccisione. Quest’ultima è una teoria davvero stramba ma non impossibile da scartare se paragoniamo la mia immagine originale a quella dell’Amekage. Fino a questo momento però nessuno di loro ha osato prendere l’iniziativa sull’argomento basando il loro interrogatorio solo sulla battaglia. Ritengo strano il fatto che nessuno di loro abbia usato quella assurda sfera di cristallo posta dinanzi alle loro postazioni per osservare il corso degli eventi e prendere altre decisioni. Oh ma certo è chiaro, magari non si fidano ancora dei loro “generali”.. ridicolo.

    Non credo di aver capito, Sakkaku è morto per mano di un singolo individuo cioè lei, signor…
    Mukuro signore, Mukuro Hajime.
    Hajime eh? ho già sentito questo nome tempo fa. Comunque sul rapporto c’è chiaramente scritto Signalis, quindi continuerò a chiamarla in tal modo.
    Come voi preferite.
    E mi sembra anche logico. Comunque, avete detto che avete eliminato da solo l’Amekage ma non mi sembra che questi fossero gli ordini. Ne deduco che avete abbandonato il vostro esercito andando contro i vostri doveri. Seppur l’eliminazione del nemico era un obbiettivo di vitale importanza, non era compito di un singolo uomo. Poi a quanto ho capito persino il qui presente Viraru non era a conoscenza di ciò, un ulteriore conferma della vostra inettitudine signor Signalis. Sbaglio forse?

    Parole schiette, l’assenza di peli sulla lingua è una soddisfazione dato che odio parlare con i mammalucchi. Respirando profondamente durante tutto il discorso dell’anziano “saggio” sento il tempo scorrere accompagnato dal forte olezzo di incenso e sigari, a metà tra il poter essere usati ancora e l’essere buttati. Ovviamente il posa cenere è pieno di schifezze e cenere, quasi come se questi tizi non fossero mai andati a riposo durante tutto l’arco della loro gioventù, solo a vederli mi vergogno di essere un fumatore.

    No affatto, non vi state sbagliando.. almeno su quest’ultimo concetto. Su quel rapporto non c’è scritto questo dettaglio perché era una cosa segreta, un patto tra me e il qui presente padre di Samui. Non volevamo che la cosa trapelasse fuori da queste mura, ed in un certo senso mantenere il segreto ha avuto effetto. Ho ritenuto opportuno non rivelare questa cosa alle truppe, assumendomi le responsabilità e il rischio. Ho messo in gioco la mia vita spontaneamente, portando alla luce le informazioni che vi ho precedentemente fornito.


    Uhmm. Agire in questo modo ha portato ad avere altre informazioni utili per risolvere gli enigmi della guerra, ma mi sarei aspettato un comportamento migliore da un Anbu e soprattutto da un membro del consiglio. Potremmo sottoporre il caso ai kage durante il summit, ma è meglio non farne una cosa di stato.


    Summit, non ero a conoscenza di questo dettaglio. Non comprendo ancora come possa avvenire una riunione tra capi visto che almeno la metà dei villaggi ne ha perso uno. Basti pensare a Konoha con il sacrificio di Nube (che avrei voluto incontrare), a Kiri, a Oto e a Taki. Persino Ame ora è senza un capo villaggio e certamente sarà difficile per il popolo della Pioggia riuscire a trovarne uno in tempo. Con tutte le sanzioni che dovrà pagare e i danni da riparare al proprio villaggio trovo difficile che riescano ad eleggere in tempo un capo valido, che possa guidare e riportare allo splendore il paese in poco tempo.

    Certo è che senza il vostro supporto non avremmo probabilmente vinto questa guerra, e non parlo solo dell’attacco ad Ame ma anche delle altre battaglie. Avete entrambi saputo gestire al meglio la cosa, devo ammettere che non avremmo potuto scegliere persone migliori per questo compito. Bene, io ho terminato.

    Mi sarei aspettato qualche altra domanda particolare, e difatti nel momento in cui il baffuto dalla mano incartapecorita poggia sul banco i documenti la tensione si placa. Il discorso si chiude qualche minuto dopo, la riunione è durata ben sette ore senza nessuna pausa, ed anche per un tipo come me è davvero faticoso star dietro a discorsi per tutto questo lasso di tempo.

    - ...e con questo è tutto, membri del Consiglio. -
    - Non è tutto, Viraru. –
    - Che significa? -
    - Fate entrare il Daimyo dell'Acqua! –

    Oh, un ospite famoso che fa la sua comparsa per portare altre novelle, di tutte le possibili figure mai mi sarei aspettato di vedere il daimyō in persona, una figura di spicco nel mondo ninja quasi quanto un Kage, o forse di più. Un uomo sulla cinquantina con una barbetta e un viso asimmetrico, mani adornate da monili rappresentanti il simbolo dell’Acqua e un grande copricapo che ne contraddistingue il ruolo. Un uomo davvero buffo visto da questa angolazione, il suo potere decisionale è immenso e come i suoi cari colleghi viene interpellato solo in questioni di vitale importanza. Quale onore! Con il suo incedere lento e zoppicante prende il posto d’onore tra i presenti, occupando lo scranno più pomposo e pacchiano che abbia mai visto sventolando il palmo ossuto in modo quasi annoiato.

    - Bene e ora iniziamo. La guerra è terminata, questo consiglio non ha più ragione di esistere, necessitiamo di un nuovo governo basandoci sull'operato dei nostri predecessori. E' venuto il momento di nominare il Nono Mizukage e io, Unno Roguno, propongo Viraru Hoozuki! –

    Ma non era scontato? Chi, meglio di un generale a capo di un’orda di paladini della legge, potrebbe aspirare al titolo più rinomato della gerarchia? Che qualcuno parli ora o taccia per sempre, una citazione che calza a pennello.


    Edited by Yama™ - 3/8/2014, 10:47
     
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    - Bene e ora iniziamo. La guerra è terminata, questo consiglio non ha più ragione di esistere, necessitiamo di un nuovo governo basandoci sull'operato dei nostri predecessori. E' venuto il momento di nominare il Nono Mizukage e io, Unno Roguno, propongo Viraru Hoozuki! –

    - Che cosa!? -

    Viraru sentì come una specie di stretta alle viscere che lo faceva contorcere, tutto ciò era provocato dalla scioccante proposta del saggio Unno.

    - Mi hai sentito... Sei il ninja più abile del nostro villaggio e anche uno dei più saggi. Il tuo ruolo di Generale delle nostre armate è stato determinante per la guerra e in più sei anche stato allievo di Samui-sama, saresti il suo perfetto successore. Chi altri è a favore? -

    Molti alzarono la mano per accettare la proposta del consigliere che rimase soddisfatto dell'approvazione guardando Viraru con un ghigno sulla faccia, era come se volesse dire: "Non puoi sottrarti a questo, avanti che è il tuo momento!"
    Il biondo Hoozuki non voleva affatto addossarsi anche quel ruolo gravoso. Aveva visto mille volte Samui sull'orlo della disperazione a causa dei compiti da svolgere e delle rogne infinite che può concedere il potere.
    Lui non aveva aspettato altro che la fine di questa guerra per annunciare il suo ritiro dalla vita da shinobi, voleva a tutti i costi mantenere la promessa che fece sulla tomba della sua sensei: pulirsi le mani insaguinate e usarle per dipingere e per dare amore a sua figlia.

    - Non posso accettare... Mi dispiace. Io ho terminato il mio compito di Generale e nel mio ruolo di membro della Squadra Speciale, per i miei servigi, posso richiedere tranquillamente il ritiro dalla carriera ed era ciò che avevo intenzione di fare. Ho visto e fatto tantissime cose in questi anni di guerra e orrori. Ho perduto affetti e ne ho trovati altri, ho ucciso, ho sbagliato, ho imparato, ho salvato e ho agito. Ma questo mi ha fatto capire che non sono in grado di guidare nessuno e sono anche stanco di... -

    Stava per dire "...di combattere", ma il suo discorso si fermò in quel modo a causa dei suoi pensieri. Non poteva smettere di lottare. C'era ancora un gruppo di persone da stanare che dovevano subire la sua ira sopita. Doveva ancora uccidere le assassine di Nya, le ex Sette spadaccine della Nebbia. Quelle traditrici erano sparite dalla circolazione, ma non avevano mai abbandonato i desideri di vendetta di Viraru. La guerra, gli impegni hanno solo rallentato il suo percorso. Lo sapeva.
    Sapeva che la voglia di vendicare sua moglie era più forte di qualsiasi altra cosa, sapeva anche che era tutto inutile, ma non poteva fare nulla, era più forte di lui. Un martello pneumatico nel cuore che lo agitava fino a stare male.
    Lui si sentiva un uomo sbagliato e maledetto da sè stesso.

    - ...di essere coinvolto in eventi pericolosi che potrebbero lasciare mia figlia completamente sola, orfana. Detto questo, potrei suggerire qualcun altro che possa ricopriire il ruolo di Mizukage. -

    Viraru era certo di qualcos'altro, qualcuno lo avrebbe probabilmente sostituito meglio di lui. Era stato migliore di lui, in molte decisioni a suo parere, ma non sarebbe stato per niente semplice poter convincere i consiglieri di un cambio di rotta.

    - Io propongo Mukuro Hajime! -

    Si iniziò a sentire un chiacchericcio fastidioso oltre ogni limite, tutti i presenti riuniti attorno a quel tavolo avevano cominciato a parlare tra i loro sottovoce, il brusìo che si venne a creare era paragonabile a una classe di marmocchi dell'accademia che non riesce a chiudere il becco durante una lezione.
    Viraru doveva sciogliere le briglie del suo discorso per avvalorare la sua proposta.

    - Per favore, ascoltatemi! Mukuro o Signalis, è stato un abile compagno di missione, solamente insieme a lui sono riuscito a sconfiggere l'ex-Raikage Juan, solo grazie ai suoi nervi saldi non sono impazzito totalmente durante la battaglia nel Paese delle Onde e soprattutto contro Kris, mentre la rabbia mi accecava ed era completamente preso dai miei sentimenti personali. Già altre volte è capitato che il mio carattere potesse mettere a repentaglio me e qualcun altro, per non parlare della mia poca pazienza nei confronti dell'ostilità che mi riserva la gente. Io sono sempre stato il burbero Viraru, il giovane padre che odiava il fato, il villaggio e sè stesso a causa della precoce scomparsa della moglie. Uno come me non è adatto a guidare il nostro popolo e a risollevarla in tempi di crisi.
    Mukuro è forte, abile e riesce a mantenere il controllo della situazione. Non scordiamoci che è stato lui a sconfiggere l'Amekage, l'uomo più pericoloso del suo tempo, ed è stato anche il primo a intuire che la situazione era gestita da un burattinaio dietro le quinte, ovvero Tristania Uchiha.
    Cosa più importante, ha avuto la fiducia totale da parte di Samui-sama durante il recupero della povera Kyoko, grazie a lui è potuto ritornare a casa sua... -


    ...per poi morire e smettere di soffrire, ma questa parte Viraru non riuscì a dirla, gli venne in mente il fatto che la famiglia di Samui aveva sofferto abbastanza, gli anziani genitori avevano perso le loro meravigliose figlie e se il Generale ci rifletteva solo un altro po' avrebbe pensato a Hoshi e alla sua somiglianza con Kyoko. Non voleva perdere il filo del discorso e cercò di riprendersi...

    - Insomma, signori riflettete, è la scelta più saggia. Unno-sama, lo so che lei pensa che sono cambiato in questi anni, è vero, non sono più quello che ha deciso di chiudersi in un angolo, mi sono svegliato e sono andato avanti, ma la verità è che l'ho fatto per amore di mia figlia e mia moglie che amava questo villaggio in un modo che nessuno di noi potrebbe mai fare. Per me non sono caratteristiche sufficienti per essere Kage. Sono troppo sentimentale per esserlo. -

    - Ti sbagli, non sai quanto la gente abbia bisogno di persone che hanno i tuoi stessi valori. In ogni caso non possiamo costringerti. Mukuro Hajime, come ha detto Viraru, sembri essere il candidato perfetto dopo di lui, credo che questo consiglio non abbia da ridire... Giusto? -

    Nel dire l'ultima parola si rivolse al resto dei presenti che non ebbero che cosa pronunciare, forse in realtà non avevano niente da dire perchè in fondo non erano interessati. Unno-sama era l'unico ad avere a cuore la guida di quel posto. Poi il Daimyo parlò finalmente.

    - Mmh... Sinceramente sono deluso dal rifiuto del signor Viraru Hoozuki e non sono proprio predisposto a dare la carica massima di questo luogo a un personaggio che è stato più un fantasma che altro. Non sappiamo nemmeno se tiene a questo villaggio. Tuttavia, molti shinobi sono morti in questa guerra, avete perso molte forze e i migliori uomini sono qui davanti a noi. Preso atto di questo, con riluttanza accetto la proposta di Viraru, ma il signor Mukuro o Signalis o come ti pare... *coff coff* Sarà sempre supervisionato da Unno-sama nel suo operato... Quindi per me va bene che lo si nomini Nono Mizukage! -

    I Jonin e gli altri consiglieri fecere dei cenni di assenso e allora arrivò la fine solenne di quella discussione, mentre Viraru si rilassava sulla sedia, soddisfatto dell'effetto diretto delle sue parole. Anche se aveva un timore martellante in testa: l'eventuale rifiuto di Mukuro, l'uomo che credeva di conoscere poteva rivelare molte sorprese, ma pensandoci bene non era il tipo che voleva scalare la gerarchia.
    Poi prese parola Unno-sama.

    - Bene. Mukuro Hajime, ANBU di Kirigakure, accetti tu la nomina a Kyudaime Mizukage? -
     
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    Tosse, persiste dallo scontro ormai. Poggio la mano dinanzi alla bocca, cercando di rendere meno udibile il rumore. Guardo costantemente quel damyo che pare molto distaccato, apparendo quasi come un totale estraneo. È come se da quella faccia trasparisse una sorta di indifferenza totale verso un argomento tanto delicato ma infondo non è difficile capirne il motivo. Insomma, lui è lì solo per autenticare la nomina ed eseguire le solite robacce previste dalla burocrazia. L’hoozuki non pare molto convinto della situazione e pare quasi non aver compreso i fatti. Uno come lui dovrebbe essere più sveglio ma pare comportarsi da perfetto estraneo, un po’ come il damyo con il suo bel copricapo pesante quanto una roccia.

    - Mi hai sentito... Sei il ninja più abile del nostro villaggio e anche uno dei più saggi. Il tuo ruolo di Generale delle nostre armate è stato determinante per la guerra e in più sei anche stato allievo di Samui-sama, saresti il suo perfetto successore. Chi altri è a favore? –

    Nulla mi vieterebbe di alzare la mano ma al tempo stesso la mia opinione al momento attuale ha una valenza scarsa, forse del 5%. Inoltre come persona esterna al consiglio non avrebbe comunque senso esprimersi. Tutto ciò è solo un pensiero perché è proprio ciò che deve essere, e tale rimane mentre il mio braccio guantato si solleva per esprimere il mio assenso alla nomina.
    Poi do un’occhiata anche al biondo mentre l’odore di incenso e tabacco cresce di intensità, un olezzo spaventoso dà origine ad una pseudo cortina trasparente ma poco sopportabile. E’ proprio per questo motivo che cerco nella maggior parte del consiglio l’approvazione per uscire fuori dalla stanza, ammettendo la poca tollerabilità nei confronti di quell’odore che è troppo per la mia salute ancora poco stabile. Il rumore della sedia che striscia sul mattonato, i passi nella stanza lugubre e il cigolio della porta sono tutti fattori che rendono bene l’idea della pressione e del silenzio che caratterizzano la situazione.
    Un brivido mi attraversa la schiena mentre mi accingo a richiudere la porta osservato dalla maggioranza dei presenti, le stesse persone che hanno acconsentito a farmi uscire. La mia speranza è quella di vedere tutta questa rogna estinguersi in tempi brevi tra un sorso di succo d’arancia e una chiacchierata con le guardie, non mi resta altro che sperare di tornare all’interno della stanza e vedere il biondo vestito di tutto punto per l’incoronazione. Con una moneta tra le mani inizio a giocherellare conteggiando il numero di apparizione di croce e testa fino ad arrivare al decimo lancio. Sale spinta dalla forza del pollice e scende per via della gravità in una rotazione continua e perfetta in cui le due facce si alternano in un numero imprecisato di volte, impossibile da calcolare per un occhio normale. Non bado al risultato ma poggio la mano sul pezzo di ferro e la celo nel taschino, rientrando nella stanza col solito sorriso sulle labbra che mi contraddistingue e che anche volendo non riuscirei a eliminare.

    - Non posso accettare... Mi dispiace. Io ho terminato il mio compito di Generale e nel mio ruolo di membro della Squadra Speciale, per i miei servigi, posso richiedere tranquillamente il ritiro dalla carriera ed era ciò che avevo intenzione di fare. Ho visto e fatto tantissime cose in questi anni di guerra e orrori. Ho perduto affetti e ne ho trovati altri, ho ucciso, ho sbagliato, ho imparato, ho salvato e ho agito. Ma questo mi ha fatto capire che non sono in grado di guidare nessuno e sono anche stanco di... –

    Maledizione a me, non dovevo rientrare proprio ora!

    - ...di essere coinvolto in eventi pericolosi che potrebbero lasciare mia figlia completamente sola, orfana. Detto questo, potrei suggerire qualcun altro che possa ricopriire il ruolo di Mizukage. -

    Torno al mio posto prendendo il bicchiere tra le mani e in un rapido movimento mando giù metà contenuto, cercando di non far trasparire le mie incertezze riguardo il rifiuto del biondo. Sembra avere le idee chiare su chi nominare al suo posto e sarei davvero curioso di conoscerlo anch’io, ma non dev’essere molto noto tra le fila dell’esercito.
    Odo le sue parole, restando basito. Totalmente basito. La mano non si muove e l’oggetto in vetro resta sospeso a mezz’aria mentre ondeggia al suo interno il liquido arancione.

    - Io propongo Mukuro Hajime! –
    - Per favore, ascoltatemi! Mukuro o Signalis, è stato un abile compagno di missione, solamente insieme a lui sono riuscito a sconfiggere l'ex-Raikage Juan, solo grazie ai suoi nervi saldi non sono impazzito totalmente durante la battaglia nel Paese delle Onde e soprattutto contro Kris, mentre la rabbia mi accecava ed era completamente preso dai miei sentimenti personali. Già altre volte è capitato che il mio carattere potesse mettere a repentaglio me e qualcun altro, per non parlare della mia poca pazienza nei confronti dell'ostilità che mi riserva la gente. Io sono sempre stato il burbero Viraru, il giovane padre che odiava il fato, il villaggio e sè stesso a causa della precoce scomparsa della moglie. Uno come me non è adatto a guidare il nostro popolo e a risollevarla in tempi di crisi.
    Mukuro è forte, abile e riesce a mantenere il controllo della situazione. Non scordiamoci che è stato lui a sconfiggere l'Amekage, l'uomo più pericoloso del suo tempo, ed è stato anche il primo a intuire che la situazione era gestita da un burattinaio dietro le quinte, ovvero Tristania Uchiha.
    Cosa più importante, ha avuto la fiducia totale da parte di Samui-sama durante il recupero della povera Kyoko, grazie a lui è potuto ritornare a casa sua... –


    Che sia impazzito è sicuro, ma con tutto il vociare di sottofondo non è possibile capirlo. Questa è l’idea più stupida che potesse venirgli in mente ed è certo che dovrò inventarmi qualcosa. I vantaggi di kage sono tanti ma sono sempre stato riluttante su tutto ciò che avesse a che fare con loro, con questo mondo marcio fino al midollo. Stento a credere che abbia avuto una pensata tanto atroce, non sono io la persona patriottica tra i due e di certo non sono io quello a cui Kiri piace, non ne a cuore nulla se non la pura e semplice cortina che da secoli avvolge il territorio. E allora mi chiedo: perché questa scelta? È presto detto.

    - Insomma, signori riflettete, è la scelta più saggia. Unno-sama, lo so che lei pensa che sono cambiato in questi anni, è vero, non sono più quello che ha deciso di chiudersi in un angolo, mi sono svegliato e sono andato avanti, ma la verità è che l'ho fatto per amore di mia figlia e mia moglie che amava questo villaggio in un modo che nessuno di noi potrebbe mai fare. Per me non sono caratteristiche sufficienti per essere Kage. Sono troppo sentimentale per esserlo. -

    Troppo sentimentale o no, continuo a credere che lui sia più degno di me per un semplice motivo: ci tiene a questo tugurio. In tutti gli anni il mio odio per questo mondo non si è mai placato, e le mie priorità non sono mai scomparse, tuttavia a quanto pare è necessario prendere una decisione in fretta e che possa agevolarmi. Pensandoci molto attentamente l’idea di diventare kage non è poi così male e mi permetterebbe, soprattutto, di indagare molto meglio sul passato avendo in mano le chiavi degli archivi. Tutto ciò che rientra nel suolo di un villaggio è normalmente raccolto nei documenti e, se c’è qualcosa di molto importante, questi sono inaccessibili ai normali shinobi di basso rango. Non che un anbu sia un rango mediocre ma a quanto pare l’unico che può realmente appurare ogni cosa è la massima carica, colui che guida un po’ tutti i civili rappresentando il paese in qualsiasi cosa. Incarichi, visite, responsabilità: ogni cosa è eseguita dal capo in primis, per poi passare a persone secondarie.

    - Mmh... Sinceramente sono deluso dal rifiuto del signor Viraru Hoozuki e non sono proprio predisposto a dare la carica massima di questo luogo a un personaggio che è stato più un fantasma che altro. Non sappiamo nemmeno se tiene a questo villaggio. Tuttavia, molti shinobi sono morti in questa guerra, avete perso molte forze e i migliori uomini sono qui davanti a noi. Preso atto di questo, con riluttanza accetto la proposta di Viraru, ma il signor Mukuro o Signalis o come ti pare... *coff coff* Sarà sempre supervisionato da Unno-sama nel suo operato... Quindi per me va bene che lo si nomini Nono Mizukage! –

    Non direi sia molto cauto, in verità tutti lo sarebbero al suo posto se dovessero prendere una decisione simile. E’ normale che fidi più del Generale che di me, già il fatto di aver mostrato loro un volto diverso da quello della persona che ha lottato per il paese è una chiara prova del mio “doppio gioco”. Le falangi schioccano una ad una, le dita fan pressione per generale un rumore lievissimo. *Crack* una, due, tre volte, sul parquet l’impatto dei calzari e poi le palpebre che si chiudono e si riaprono in modo quasi calcolato. Candele usurate dal tempo come legna al fuoco, la luce delle fiamme crea giochi di ombre incredibili in una stanza semi buia. Sembra una riunione top secret con le guardie che tengono costantemente sott’occhio tutte le entrate della stanza, sono passate ormai ore da quando tutto è iniziato ma ormai la discussione sembra essere agli sgoccioli. Ed infatti..

    - Bene. Mukuro Hajime, ANBU di Kirigakure, accetti tu la nomina a Kyudaime Mizukage? –

    Non potendo fare a meno di sospirare amaramente, sventolo la mano in un cenno di assenso senza dir alcuna cosa, quel gesto vale più di qualsiasi altra parola. Non potendo fare a meno di guardarmi attorno, guardo meglio il tutto da questa mia nuova prospettiva cercando di capire se davvero questo “grande passo” sia la cosa migliore per me. Ho però in mente un’idea per potermene liberare quanto prima, e l’intenzione di applicarla c’è. Diventare kage sotto la supervisione di qualcuno è come non esserlo affatto, a che pro ottenere un simile potere senza poterlo esercitare liberamente? Mi godo gli istanti di silenzio seguenti, poggiando il mento sul pugno chiuso per poter meditare ed elaborare il discorso con cui darò vita e distruggerò le speranze del povero Generale che aimè dovrà farsene una ragione. A breve i preparativi saranno pronti e io non vedo l’ora di guardare le facce di tutta la gente, anche se un qualcosa continua a turbarmi. Ma cosa?




    Domani termino, aspettatevi il post col botto


    Edited by Yama™ - 18/12/2014, 22:02
     
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    E anche quella storia si poteva dire conclusa. Viraru si sentiva sollevato e anche in un certo senso libero da un fardello.
    Diventare Kage per lui avrebbe potuto significare ancora lavoro e ancora sangue. La sua consapevolezza dell'essere ninja in quel mondo sbagliato era incrementata in quegli anni di guerra e di dolore.
    Mukuro non poté fare a meno di accettare quell'incarico anche se, prevedibilmente, con rassegnazione.
    Il Generale era sicuro che il suo compagno lo avrebbe potuto odiare per quello, ma avrebbe corso il rischio, a lui bastava che Kiri fosse in buone mani per il desiderio sereno di Nya.
    Il suono possente di un gong fece destare tutti i presenti, quello era l'inizio della cerimonia di nomina.
    Il Daimyo ordinò di portare la veste ufficiale da Mizukage con cucito sopra in Kanji: "Kyudaime", cioè Nono.
    Mukuro Hajime sarebbe diventato il Nono Mizukage, uno dei più giovani sopo Samui e Yagura, Yondaime.
    Viraru si affiancò a lui mentre due Jonin gli porsero la veste "sacra".

    - Sono sicuro che mi odierai per questo, però spero che capirai... Voglio uscirne da questo mondo, il mio lavoro l'ho compiuto e non sono pronto per assumermi altre responsabilità e questo è ciò che credo. -

    Non si aspettava necessariamente una risposta dal suo interlocutore, però voleva sapere cosa pensava, anche per capire perché anche lui non si era opposto a quella decisione.
    Di certo non doveva essere di suo gradimento, per di più considerando che non avrebbe avuto pieni poteri decisionali, almeno per i primi tempi, ma era una cosa che secondo Viraru si poteva sopportare.
    Sembrava che tutto potesse finalmente iniziare.

    - Bene... Ora la nomina potrà essere ufficiale. Mukuro Hajime, questo consiglio e il Signore Feudale del Paese dell'Acqua ti nominano ufficialmente Nono Mizukage, possa tu guidare il popolo della Nebbia saggiamente e per il meglio! -

    Ci furono degli applausi e delle teste chinate in segno di consenso nei confronti del nuovo Capo Villaggio, anche Viraru si unì a quella formalità con un sorriso, tuttavia proprio in quel momento, sia lui che altri ninja sensoriali avvertirono delle smisurate fonti di chakra che apparvero improvvisamente alle finestre della sala.
    L'ansia e la paura iniziarono a impadronirsi dei presenti e qualcuno urlò:

    - INTRUSI!!! -

    Si sentì un fragore e i vetri s'infransero facendo accedere nel luogo i nuovi ospiti vestiti di nero che strisciavano delle catene sul pavimento rendendo il tutto molto più macabro in comunione con le loro facce totalmente fasciate.
    Sembravano usciti da una storia dell'orrore...


    Vindice_defeat_Team_Skull

    Qualcuno senza pensarci, qualcuno di molto stupido, provò ad attaccarli per catturarli o tenerli in stato di fermo, ma i risultati furono disastrosi e con mosse rapide e imprevedibili, quei ninja furono messi K.O e nessuno era riuscito a capire o seguire come era stato possibile.
    Viraru era in agitazione e cercava di pensare a chi potessero essere, a come avevano superato le difese e se erano affiliati ultimi del loro nemico. Ma quale nemico? Tristania o Sakkaku? O qualcun altro?
    Poi l'unico di loro senza cappello in testa sentenziò.

    - Perdonate l'intrusione. Non siamo interessati ai vostri affari, vogliamo solo riprenderci un fuggitivo. -

    A quelle parole i presenti iniziarono a borbottare e chiacchierare tra loro, l'interrogativo principale era sapere di chi stessero parlando, ma soprattutto di cosa.
    Viraru li guardava con stupore mentre l'uomo indicò lentamente qualcuno e quel qualcuno era Mukuro!

    - Cosa volete da lui!? Chi diavolo vi credete di essere!? Uomini! Circondateli immediatamente! Se si azzardano a toccare il Nono, avete il permesso di ucciderli! -

    Viraru prese un'iniziativa che animò i Jonin e i combattenti presenti che non se lo fecero ripetere due volte anche se rimasero comunque in uno stato di allerta tale che si sentiva l'odore forte della loro ansia.

    - Non potete interferire. Ma se ci tenete ci sono posti anche per voi da dove veniamo. -

    I ninja imbracciarono le loro armi, gli intrusi erano circondati e di fronte a loro c'erano Viraru sul sentiero di guerra e Mukuro... Come sarebbe andata a finire?
     
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    E’ tardi ormai, tardi un po’ per tutto. Perso nella vista della clessidra, non guardo nulla se non quei granelli finissimi cadere uno dopo l’altro, incessantemente e delicatamente. Un filo d’oro, leggero come una piuma cade dall’alto verso il basso, scivola danzando con dolcezza con il silenzio. Non vi è nessuno al momento nella stanza, nessuno che può disturbare questa momentanea quiete. Il mio braccio fa da appoggio alla testa mentre le gambe restano piegate. La poltrona sui cui tutti i kage hanno posato le loro chiappe è ora oggetto senza senso, per me non rappresenta nient’altro che uno scranno (per di più scomodo) su cui riposarsi momentaneamente. Non so cosa mi sia saltato in testa qualche ora fa, essere costretti ad accettare una cosa simile è impensabile e imperdonabile. Questo non è il mio posto, non posso permettermi di perdere tempo prezioso. Anche se mi è stata data questa opportunità, ho fatto male i calcoli e mi sono spinto troppo in avanti. Ho accettato la carica, ho fatto un azzardo. Tornando indietro con la mente, l’ultimo ricordo che ho prima che tutti andassero via era la faccia delle sarte mentre prendevano le misure per la toga da cerimonia, facendolo in vista del consiglio, del damyo e del Generale. Alza di qui, stia dritto con la testa, non fumi che le fa male e non è adatto ad un Kage. Dovrei indossare la toga che prima di me era appartenuta a Samui e prima ancora ad altri uomini e altre donne che bene o male avevano creato la reputazione di cui ora il villaggio può “vantarsi”. Aprendo le finestre, tutto l’odore acre dei sigari e dell’incenso era scomparso, e l’unica cosa che ora riempie la stanza è lo scarso fumo prodotto dalla pipa, mentre la brezza umida e pungente si insinua dalla finestra spalancata.

    Potrei aver sbagliato qualcosa.

    I tre anelli alla mano vanno in contrapposizione alla clessidra, devo ricordarmi di andare a trovare quei due e Chrome, dall’ultima volta è passato davvero tanto tempo. È logico per una persona provare nostalgia per i vecchi tempi, alla fin fine son l’unica famiglia che ho (se così la si può chiamare). I rapporti a Briggs invece sono terminati da un pezzo, l’ultimo è stato forse prima o dopo la battaglia in mare. Da quando ho acquisito questo potere e quella falce, la mia prospettiva delle cose è cambiata ancora. Non ho sfruttato il mio potere per uccidere innocenti come accade a tutti gli stolti che si fanno soggiogare dal potere, ma ho continuato a camminare preservando la vita di molti sciocchi. Cosa direbbe il vecchio me vedendomi ora, seduto qui in maniera silenziosa e senza più quell’aggressività di un tempo? Sono cambiato, il villaggio mi ha cambiato? No, forse mi sono adattato a quello stile di vita momentaneo, alla mia missione personale, a Signalis. Signalis è morto e dirlo mi rende triste, in un certo senso. Dire che lui è morto sarebbe come dire che io stesso, o che una parte di me, è stata cancellata. La sua era però doveva finire un giorno o l’altro, come anche questa guerra e la soggezione di Tristana su Sakkaku.
    La porta si apre, e la corrente generata mi costringe a sollevarmi dallo scranno per richiudere momentaneamente la finestra. Giro il capo verso i “miei” ospiti, tra vecchi e giovani siamo sulle dodici persone e non è certo divertente vedersi occupare la “propria” stanza in un lasso di pochissimi istanti.

    Gin, Tan. Grazie per il vostro lavoro, la veste è venuta davvero bene.

    Le due avevano davvero svolto un lavoro egregio nella preparazione della toga e del copricapo, non c’erano dubbi. Una stoffa pregiata, forse la più bella e costosa importata da chissà dove assieme a gioielli e altri omaggi.

    - Sono sicuro che mi odierai per questo, però spero che capirai... Voglio uscirne da questo mondo, il mio lavoro l'ho compiuto e non sono pronto per assumermi altre responsabilità e questo è ciò che credo. –

    Tutti presi nel guardare quel pezzo di stoffa e l’unico a non farlo è proprio colui che l’ha rifiutata, l’Hoozuki che pare invece essere contento di non dover prendere la carica che pare essermi stata affidata.

    Kufufu, in un certo senso ero sicuro che l’avresti fatto. Quella toga non è adatta a me, ma a quanto pare non ho altra scelta.


    Nono mizukage, nove tecniche mortali, nove anni come cavia. Potrei dire che il numero nove è il mio cavallo di battaglia o un segnale mandatomi da qualcuno di cui non sono a conoscenza, per dirmi qualcosa che non verrò mai a scoprire. E tutto ciò è sarcastico, per me è troppo divertente per poterlo nascondere. A breve sarei uscito con quella veste addosso, mostrandomi a tutti coloro che lentamente si stavano radunando sotto il palazzo. Bambini con le loro madri, vecchi con ancora la forza necessaria per tirare avanti e uomini che tutti i giorni usano le braccia al posto del chakra per lavorare. E poi ovviamente loro, la causa di tutto, la cerchia di mafiosi in cui avevo deciso di metter piede per capire come procedere nella mia missione personale.

    - Bene... Ora la nomina potrà essere ufficiale. Mukuro Hajime, questo consiglio e il Signore Feudale del Paese dell'Acqua ti nominano ufficialmente Nono Mizukage, possa tu guidare il popolo della Nebbia saggiamente e per il meglio! –

    Ne sussegue un lungo applauso generale, gli utensili poggiati sul tavolo o accanto alle mura del salone riempiono di grigiore la stanza che in verità dovrebbe essere più ricca di colori vista l’occasione. Tutto però è strano, una sorta di brivido mi percuote la schiena inspiegabilmente. La mia attenzione è già focalizzata su altro, rumori e grida sembrano spaccare in due il vociare di esultanza dei cittadini e i battiti delle mani di tutti i presenti che si erano spinti nell’inginocchiarsi acclamandomi con tanta gioia.
    Le otto presenze giunte dall’alto, dalle catene nere e le grandi manette di ferro erano ciò che prima o poi avrei dovuto rivedere. Sette persone e un piccolo uomo sulla spalla del capo sono gli ultimi ospiti, le guest star della giornata, e vestiti in modo notevole allungano le loro mani distruggendo le grosse finestre con le loro grandi mani ossute e bendate.

    - INTRUSI!!! –

    I Vindice, i carcerieri, coloro in grado di imprigionare qualsiasi cosa tra le sbarre della loro prigione. Il loro palazzo ai confini del mondo ha al suo interno i criminali più pericolosi, uomini dal forte senso della legge. I perfetti boia del tempo, marcire nella loro cella non è consigliabile a nessuno. Un gruppo di anbu parte all’attacco per eliminarli, ma vengono respinti uno dopo l’altro da tutti, perdendo di conseguenza conoscenza in pochi istanti. Forza invidiabile e fermezza nell’obbiettivo, a quanto pare la mia fuga si può dire terminata.

    - Perdonate l'intrusione. Non siamo interessati ai vostri affari, vogliamo solo riprenderci un fuggitivo.

    Quell’indice puntato contro di me fa uno strano effetto, ma non posso evitare di sorridere. Pur vedendo l’intero team di uomini col cappello difronte a me, non è difficile evitare di sorridere. Quel suo gesto però basta a far scaldare il Generale che, dal suo punto di vista preferisce usare la forza nuovamente, scuotendo altri shinobi per mandarli al suicidio. È presto detto: altra fatica sprecata e altre persone senza coscienza. Non mi resta altro da fare che parlare con loro.
    Come mio primo ordine da neo-kage vado sul sicuro, fermando Viraru dal compiere altre stupidate e con lui il consiglio, il Damyo e tutta la baraonda di tizi pronti a buttarsi a spada tratta contro i cappellai.

    Nessuno vi ha ordinato di attaccare, riponete le armi. Quanto a voi, siete stati davvero lenti a trovarmi, ci avete messo almeno vent’anni prima di venire qui.

    Abbiamo viaggiato per tutti i mondi per tutto questo tempo, ma grazie alle informazioni di una certa persona siamo riusciti a scovare la tua presenza già da molto tempo. Abbiamo lasciato correre almeno fino alla fine della guerra, come da richiesta di un’altra persona ma ora che il conflitto è terminato e quella figura è morta, possiamo portarti a “casa”. Sei stato eletto kage ma questo non ti svincola dai tuoi capi d’accusa e più di altri conosci il nostro modo di operare. Comunque come neo-ex mizukage hai il permesso di parlare e lasciare le tue cose.

    Parlando un po’ tutti quanti insieme, non riesco a capire chi degli otto sia il capo. Quello centrale dai capelli lunghi? Oppure il piccoletto dal pendaglio a forma di ciuccio incolore? E sia. Senza fare obiezioni inizio a depositare tutto ciò in mio possesso per terra, nello stupore generale di tutti. Il generale pare essere il più scosso tra i presenti, tanto da non capire le mie reali intenzioni. Questa volta non voglio attaccare nessuno, né usare stratagemmi per scappare. Ho trovato la mia nuova occasione per liberarmi totalmente di Signalis, la cui impronta non poteva essere cancellata seppur la sua figura si. Le loro catene sono l’unico suono metallico assieme a quello delle armi e del giubbotto, e i respiri dei presenti gli unici suoni umani.

    .:Il passato a galla:.



    Il piano Athena, so solo questo. Era un progetto segreto che ha richiesto l’intervento dei migliori medici del paese del fuoco, un qualcosa di top-secret le cui informazioni sono presenti forse solo nelle memorie di chi ha organizzato il progetto. Ebbene, bambini da un po’ tutti i paesi vennero radunati anno dopo anno per essere sottoposti a esperimenti di vario genere ed io ero uno di questi. A quei tempo non era Samui la Mizukage, forse lei non era nemmeno a conoscenza di quel progetto ma molto probabilmente i suoi genitori si, e persino i Damyo che a quanto riuscii ad ascoltare erano alcuni dei finanziatori assieme a ricconi e altra gente senza un briciolo di valore morale. Fui venduto da coloro che mi crearono e analizzato come un cane per nove lunghi anni. Non potevo muovermi, né far altro. Potevo solo ascoltare e immagazzinare qualsiasi cosa venisse a contatto con le mie orecchie, il mio corpo era alimentato con soluzioni nutrienti e reidratato regolarmente, ma subita al tempo stesso tagli e fori per estrarre o introdurre qualcosa. Dopo un po’ non provai più dolore, e per me era diventata una routine giornaliera. Altri come me subirono le stesse cose e molti morirono, le carcasse venivano.. come dire… bruciate, perché era l’unico modo per eliminare le prove. Dico bene, Unno?

    Rumore di una cerniera lampo, uno dei cappellai sistema il copricapo, un altro invece tossisce. Fin dall'inizio ho riconosciuto Unno come uno dei responsabili di quel piano, c'era qualcosa in lui quando l'ho visto che mi ha fatto subito pensare. L'avevo già visto parlare alcune volte e avevo riconosciuto immediatamente la sua voce.

    Nove anni dopo venni liberato, ma non potevo dimenticare, nessuno di noi poteva farlo. Avevamo ottenuto abbastanza energia da poterci ribellare, e dopo aver distrutto quel laboratorio molti di noi scapparono, altri invece rimasero procedendo allo sterminio dei medici. Nessun corpo umano può resistere una scarica elettrica ad alto voltaggio, del veleno iniettato con aghi infetti e gole tagliate. Dopo che ciò è accaduto scappai, non sapendo cos’altro fare. Vissi come vagabondo con altri due compagni per un po’ e mi trasferii successivamente a Kiri. In un certo senso nessuno poteva cercarmi tra le mura del villaggio, perché nessuno voleva essere scoperto. Quindi approfittai della protezione di Samui, che a quel tempo era diventata Mizukage da poco e decisi di diventare shinobi per capire bene quel piano. Sono scappato ancora tempo fa, ma dopo una serie di eventi sono stato costretto a tornare. È da lì, dal salvataggio di Samui, che è apparso Signalis. I miei piani non sono mai cambiati, ma pur avendo le mie buone ragioni non ho scelto l’opzione del tradimento né tanto meno ho peccato nell’esecuzione del mio compito.

    Nine era anche il nome con cui venivi chiamato, se non sbaglio. Trovo divertente come quel numero sia in un certo senso un tuo marchio di fabbrica.

    Esattamente. Il mio obiettivo fino ad oggi è stato quello di trovare tutte le informazioni necessarie per ricostruire quel puzzle ma kishikumo e i miei doveri hanno preso tutto il mio tempo.

    E anche Briggs. Ciao Mukuro, non ci vediamo da tempo

    Tanto di cappello per quella nuova figura, sentivo puzza di marcio in questa storia. Vestito anche lui di tutto punto, è seduto comodamente nella sedia all’angolo della stanza, con in mano un libro dalla copertina antica. Capelli castani, benda sull’occhio e guanti bianchi da aristocratico. Atteggiamenti e voce distaccata, il suo aspetto pare quello di un analista a differenza del primo incontro e delle sue vesti da pescivendolo.

    A meno che tu non sia qui per darmi una spiegazione, non capisco a cosa devo la tua presenza.. Fudo.
    Bhe, hai sentito i Vindice no? Hanno parlato di una persona che li ha aiutati a trovarti, ma sei molto intelligente come hai dimostrato quindi è inutile che continui.
    Suppongo che neanche a te interessasse la questione di Sakkaku e della guerra, hai solo usato lo stratagemma di Briggs per questo giorno. Devo complimentarmi con te, sei astuto.
    Cosa ti aspetti, infondo sono tuo padre.
    Cosa?

    Il sangue che scorre nel mio corpo è gelato, sono bastate quattro lettere per farmi sgranare gli occhi e interrompere ciò che stavo dicendo. Metto la mano sulla falce, sono indeciso più che mai. Una parte di me vorrebbe eliminarlo con questo metallo nero e vederne le carni decomporsi, mentre l’altra (quella obbiettivamente saggia) vorrebbe solo sorvolare su tutto ciò.

    Mhhh. Il tempo è scaduto, Mukuro Hajime.

    Con l’arma tra le mani compio pochi passi, in direzione di Viraru. A questo punto il mio corpo trova la giusta forza per equilibrare l’arma e le mie braccia si allungano verso il suo corpo, il suo petto.

    Prendi quest’arma, al momento la cedo a te. Custodiscila, usala e ricordati di questa giornata. Le parole che ho detto non erano false, ma se non vuoi credermi sei libero di farlo. Devo riconoscere che sei stato comunque un compagno valido, se non lo fossi stato molto probabilmente ti avrei lasciato a morire nelle mani di Kris ma poi chi avrebbe preso veramente il posto di Samui? Sii un valido Juudaime Mizukage. Forse un giorno o l’altro ci rivedremo, ma chissà in quali condizioni. E guardati le spalle ora che sai la verità, non solo Unno ma anche tutti gli altri potrebbero tradirti.


    Le catene del “boss” prendono a muoversi magicamente, attorcigliandosi al mio corpo, poi ai polsi che stretti da quella morsa non hanno neppure lo spazio per strisciare. Strattonato in modo brusco mi solleva verso il suo cappotto mentre un varco dimensionale dalla forma di una enorme spaccatura appare dietro le loro schiene. Uno dopo l’altro i vecchi consiglieri crollano in un sonno profondo e Viraru, l’ultimo a restare in piedi, non può muovere un muscolo per fermare gli eventi. Il decimo mizukage vede la sua alba iniziare in modo crudele, e la mia nomina a nono perde totalmente il suo valore. La tosse, la stanchezza, la malattia e lo stress s’accumulano all’improvviso e il sonno prende il sopravvento mentre chiuso totalmente nella morsa del cappellaio mi ritrovo a sentire delle ultime parole e delle urla di rabbia lontane, sempre più deboli.

    Forza signori, torniamo alla base.

    Cedo tutte le armi a Fury compresa la falce di Kris (restano di mia proprietà, ma in custodia a Kiri :asd:)



    Edited by Yama™ - 18/12/2014, 22:57
     
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    « Sanità mentale? Non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio!. [cit.]»
    «Mi gioco anche la mia vita sul filo del rasoio.
    Se poi la vita è quella tua, farò anche d' avvoltoio!»

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