Armonia nell'opposto

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  1. Anselmo
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    Essere promosso al rango di capitano aveva i suoi modesti vantaggi. Per lo più si trattava di svolgere un compito simile a quello degli Anbu, anche se limitato all'interno del Paese del Fuoco e concentrato soprattutto lungo i suoi confini. E ciò significava dover avere a che fare con fuorilegge di cui il più delle volte non si conosce altro che il nome o, peggio, il soprannome. Un'altra fetta importante di quel mio incarico consisteva nel dover avere spesso a che fare con enormi moli di scartoffie, perché liberarsi di un ricercato non voleva solo dire doverne trasportare il cadavere all'obitorio, ma anche archiviare qualsiasi informazione a riguardo presente tra gli scaffali degli Anbu. Un lavoro ignobile, per niente adatto ad un animale da combattimento come me. Ma se c'era una cosa che mi consolava in tutto ciò, quella era il poter avere accesso ad un quantitativo pressoché illimitato di informazioni, e ciò mi facilitò enormemente il compito che mi ero prefissato durante quell'ultimo periodo: scoprirne di più sulle mie origini.
    Non che fosse un obiettivo prioritario della mia vita o una necessita da soddisfare ad ogni costo. Si trattava più che altro di uno sfizio, curiosità personale. Qualcosa che dovevo fare giusto per togliermi quella fastidiosa domanda che a volte, ma molto di rado, mi passava per la mente. Una domanda che riguardava colui che mi aveva generato e la donna che mi aveva traghettato dal mondo delle molteplici esistenze all'attuale vita che stavo sperimentando. Chi erano i miei genitori...? Ecco, sostanzialmente, ciò che volevo scoprire. Non mi importava più di tanto per il semplice motivo che mai, nel corso della mia intera esistenza, avevo avuto un minimo contatto con tali individui. Non avevano influenzato la mia crescita, non mi avevano plasmato. In poche parole, con loro non avevo avuto a che fare più di quanto avessi avuto a che fare con qualsiasi straccione ignorato tra le vie di Konoha. Quindi perché cercare loro tracce, se per me non significavano nulla? Non avevo mai trovato risposta, ma un ipotesi l'avevo formulata perchè in effetti qualcosa, anche se non intenzionalmente, me l'avevano lasciata. Il Mokuton, la mia Arte del Legno, il Ninshuu che mi aveva salvato dalla rovina. Non era un dono, ne un loro insegnamento, ma una semplice casualità. Però era pur sempre stato mio padre a trasmettermelo, o mia madre, chissà.
    Era sempre stata la mia personale capacità, ciò che mi distingueva da qualsiasi altro essere dell'Universo. Ma anche il più ignorante contadino della Foglia sapeva che l'uomo a sfoggiare l'Arte del Legno come stendardo della sua supremazia era stato il primo Hokage di Konoha, e portava il mio cognome. Non ero quindi esattamente "unico". Senju era un cognome che in molti avevano tra gli abitanti del Villaggio, ma nessuno dimostrava di saper utilizzare il mio sacro Ninshuu. Quindi indagare tra di loro era inutile. Parlare con gli attuali esponenti del Clan Senju non mi avrebbe soddisfatto affatto; non mi interessava la storia del Clan, ma la logica del Mokuton. Se volevo avere informazioni concrete sulle mie origini e sul perchè fossi così particolare, c'era una sola cosa da fare, ovvero scovare chi aveva le mie stesse capacità.
    Fu per quel motivo che in quel preciso istante stavo scorrendo con lo sguardo un documento che avevo trovato tra gli archivi del comando di Konoha, zona a cui solo in pochi potevano accedere, ed io ero uno di quelli. Su di esso vi era una raccolta di informazioni su Kiroachi Momuro, un individuo che a quanto pareva non si era risparmiato nel mostrare le doti del primo Hokage nel bel mezzo di un torneo, al termine del quale era stato riconosciuto idoneo a diventare Chunnin.

    Grazie per avermi indicato questo fascicolo, signore.

    Dovere, capitano!


    Rispose l'anziano addetto sparendo tra il buio e la polvere.

    Kiroachi Momuro... non porta il mio cognome, ma è evidente che qualcosa in comune con me ce lo deve avere. Qui però non vi è nulla sui suoi antenati. Vediamo un po' dove abita, mmmhh...

    Non ci pensai più di qualche frazione di secondo prima di giungere alla ovvia conclusione che dovevo incontrarlo. Cosa avrei ricavato da quel ragazzo ancora non lo sapevo, ma doveva sicuramente saperne qualcosa riguardo l'Arte del Legno. Io ero cresciuto come un gatto randagio che impara da solo a sopravvivere, lui invece era stato educato dal suo stesso Clan. Presto la dote dell'arrangiarsi si sarebbe scontrata con la saggezza dell'indottrinamento.
    Fu così che mi fiondai di tetto in tetto, sotto la luce di una luna insonne, diretto a casa della famiglia Momuro. Arrivato lì, non mi feci il minimo scrupolo nel piombare difronte a quella che reputai essere la finestra della camera del ragazzo.
    Un silenzio totale regnava nel quartiere. Rimasi qualche attimo in ascolto, per essere sicuro di poter agire indisturbato, e diedi via al "prelevamento" del mio simile.

    Mizu Kawarimi...

    Mi liquefeci sul piccolo parapetto e mi mossi in forma liquida verso la finestra, bagnandola e gocciolando lentamente attraverso le sue fessure fino al pavimento della stanza, nel più totale silenzio. Qui ripresi la mia forma umana, emergendo dal pavimento come l'uomo nero che compare nei sogni di un ragazzino. Un singolo passo verso il suo letto, feci scivolare la mano nel borsello porta-armi dove impugnai un Kunai e...

    Hiraishin no Jutsu!

    Un singolo sussurro mentre il mio Kunai calava accanto al capo del ragazzo conficcandosi nel cuscino e l'altra ma mano si poggiava sul suo braccio. Non trascorse nemmeno un battito di ciglio che il trasferimento istantaneo era avvenuto. Ci ritrovammo entrambi in un luogo che aveva popolato i miei sogni più oscuri, ma che per Kiroachi doveva essere totalmente sconosciuto... come anch'io, d'altronde. Ci trovavamo infatti sulla cima di un alto monte che dominava incontrastato sui rilievi spogli che lo circondavano. Ma il suddetto monte era stato privato del suo picco. Al posto di una punta, infatti, la cima della montagna era costituita da un enorme cratere che lo faceva sembra un vulcano inattivo.
    Spiccai tre balzi indietro per allontanarmi. Il ragazzo era stato svegliato di soprassalto dalla Dislocazione Istantanea e poteva reagire in qualsiasi modo, meglio essere prudenti. Quando una buona manciata di metri ci divisero, lasciai che si calmasse ed assunsi la mia tipica posizione: mani unite assieme alla base della schiena, leggermente chino in avanti ed un sorriso stampato in volto. Un sorriso che, alla luce di quella luna obliqua e per via delle mie cicatrici, nonché dei miei occhi felini, doveva apparire agghiacciante.

    Salve Kiroachi, giovane... fortunato.... esperto... amico. Se ti stai chiedendo dove siamo, beh, ti trovi a circa un migliaio e passa di chilometri da casa tua, nel bel mezzo del Paese della Terra, heh eh eh... divertente. Qui è dove ho contribuito alla cattura del numero quattro di Kishikumo e questo è il suo covo, o per lo meno ciò che ne rimane.
    Bene! Quanto a me, invece, mi chiamo Nonubu e sono un tuo compaesano.



    Invece di fare il solito incontro casuale del cazzo in mezzo alla foresta, ho voluto stimolare un po' la narrazione con un minimo di fantasia dal mio stanco cervello.
    Ah, non sentirti in obbligo di fare un post lungo come il mio. Hai decisamente meno su cui ruolare quindi stai sciallo e scrivi il necessario :soso:
    Giochiamocela bene, iniziamo a combattere solo quando la narrazione ci porterà spontaneamente a farlo :soso:
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Mi svegliai di soprassalto quando qualcuno o qualcosa mi toccò il braccio. Non potevo stabilire se stavo sognando oppure no, l'unica cosa che mi ricordavo era che prima di addormentarmi avevo affrontato una stancante giornata al villaggio, aiutando per le ricostruzioni.
    Guardandomi intorno sembrava che mi trovassi su una montagna dentro una specie di cratere. Non v'era nulla che io conoscessi, neanche l'uomo che mi stava di fronte a qualche metro di distanza. Probabilmente era lui l'artefice di tutto anche se non mi riuscivo a spiegare ancora come mi trovassi in quel posto dato che ricordavo bene di essermi addormentato nel mio letto. Infatti ero ancora col pigiama, una maglietta a maniche corte nera e un paio di pantaloncini per la notte. Cominciai a credere che mi trovassi realmente dentro un sogno e osservando il cielo buio mi resi conto che era ancora notte. Ma tornando all'individuo che avevo vicino, sembrava un ninja di Konoha, lo giustificava il coprifronte che portava alla testa mentre io al momento ne ero privo. I suoi occhi azzurrini erano opposti ai suoi scuri capelli corvini, le diverse cicatrici in volto e il venticello fresco che si alzò mi fecero rabbrividire. I suoi occhi però erano strani, mi guardava come un predatore, come se volesse uccidermi da un momento all'altro.
    Vuole prendere il mio DNA?
    Fu la prima cosa che pensai, ero stato messo in guardia su ciò e certe volte ne avevo il terrore.
    Io restai immobile, in silenzio. Volevo evitare di fare qualsiasi passo falso in quella circostanza che disconoscevo, invece cominciavo a pensare e a riflettere in un eventuale fuga.

    Salve Kiroachi, giovane... fortunato.... esperto... amico. Se ti stai chiedendo dove siamo, beh, ti trovi a circa un migliaio e passa di chilometri da casa tua, nel bel mezzo del Paese della Terra, heh eh eh... divertente. Qui è dove ho contribuito alla cattura del numero quattro di Kishikumo e questo è il suo covo, o per lo meno ciò che ne rimane.
    Bene! Quanto a me, invece, mi chiamo Nonubu e sono un tuo compaesano.


    *-Si, non sei l'unico che riesce ad utilizzare il Mokuton... vi è un ragazzo più potente di te. Il suo nome è Nonubu Senju, ninja d Konoha che oramai è Capitano dell'armata ricognitiva.-*

    No-nubu...? Il capitano dell'armata ricognitiva?

    Sgranai gli occhi stupito da ciò che mi aveva rivelato quel ragazzo. Hokaru mi aveva parlato di lui, possedeva la stessa mia abilità genetica e probabilmente avevamo un qualche legame di sangue ma ciò non lo giustificava affatto.

    Che è successo? Perché siamo quì e come ci siamo arrivati? E poi, perché sarei fortunato?! Ho appena perso mia madre ti SEMBRO UNO FORTUNATO??!!!

    Mi venne spontaneo urlargli le ultime parole. Non era mio solito alzare le voce e neanche parlare in quel modo. Ultimamente però ero sempre agitato e nervoso, la perdita di mia madre mi aveva fatto andare su di giri ed essere svegliato nel bel mezzo della notte non era una cosa che proprio amavo.

    Boh, vediamo che ne esce fuori :sisi: Pero ora il mio pg è fuori di testa :si2:
     
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  3. Anselmo
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    No-nubu...? Il capitano dell'armata ricognitiva?

    Uhm... a quanto pare ha già sentito parlare di me.

    Non potei negarlo, ne fui sorpreso. In vita mia, mai mi era capitato che la mia fama potesse essere tale da precedermi. Era la prima volta che qualcuno mi riconosceva nonostante non mi avesse mai visto prima. "Capitano dell'Armata Ricognitiva" suonò maledettamente bene alle mie orecchie, ne fui tanto compiaciuto che non potei trattenere una risata sommessa, carica di soddisfazione. D'altronde ero solo uno dei tanti capitani di Konoha, eppure mi ero fatto un nome. Fatto non poi tanto inaspettato a pensarci bene; ero stato scelto per la cattura di Rebecca, uno dei membri superstiti di Kishikumo, e l'avevo compiuta nonostante i pronostici non fossero a minimamente mio favore. Inoltre avevo combattuto in prima linea durante l'assalto ad Ame, mettendo in ginocchio con le mie sole forze il demone delle due code. Vicenda che aveva visto la morte di due miei conoscenti, entrambi carbonizzati tra quelle fiamme infernali.
    Ma l'estasi che derivò da quelle parole durò ben poco, perchè a quanto pareva, Kiroachi non aveva preso troppo bene la situazione:

    Che è successo? Perché siamo quì e come ci siamo arrivati? E poi, perché sarei fortunato?! Ho appena perso mia madre ti SEMBRO UNO FORTUNATO??!!!

    Smisi di sorridere difronte al suo abbaiare rabbioso. Non che quella dichiarazione di lutto mi avesse scosso o toccato in qualche modo. Non ero capace di comprendere l'amore materno, dal momento che non ne avevo mai ricevuto. No, non era la morte di sua madre a farmi passare la voglia di ridere, quanto più quella reazione emotiva esagerata. Ipotizzai che doveva essere estremamente legato alla sua figura materna, se era bastato che si sentisse dire "fortunato" per rievocare con tale violenza il suo ricordo.
    Io però non avevo mai sperimentato il legame che può venirsi a formare tra un individuo e colei che l'ha generato. Per questo motivo ne avevo una visione distorta, superficiale. Ritenevo infatti tale legame un'immensa debolezza. Funzionale a nulla, inutile, pericoloso, che può indurre alla rovina. Una cosa, insomma, di cui ci si dovrebbe sbarazzare il prima possibile per poter vivere in piena libertà. E per confermare questa mia idea mi bastò abbassare ancora una volta lo sguardo su quel ragazzino e sul suo animo affranto. Se non avesse mai avuto una madre, in questo momento non sarebbe minimamente sconvolto, non si dispererebbe per nulla ed anzi sarebbe libero di provare qualsiasi emozione egli voglia, e di perseguire i suoi scopi. Ecco tutto ciò che riuscii a pensare. Non sapevo, però, che un legame affettivo non poteva essere giudicato in modo talmente superficiale.

    Piangere non serve a nulla. "L'eccesso di dolore per via della morte è follia... perchè è una ferita ai viventi, ferita che i morti non conoscono".

    Recitai in tono solenne. Ero disgustato da quella patetica scena. Avevo difronte uno Shinobi, o un mammone che gioca a fare il soldatino? Della morte di sua madre mi interessava gran poco...

    ...quel che mi interessa è il fatto che tua madre sia esistita, e che ti abbia generato. Dimentica per ora il tuo lutto e dedicami un po' del tuo tempo. Non che tu abbia scelta, ma se lo fai di tua spontanea volontà mi faciliterai le cose.
    So che sai utilizzare quello che volgarmente viene definito "Mokuton".


    E nel dirlo allungai il braccio difronte a me e volsi il palmo della mano al cielo stellato. Un piccolo germoglio vi crebbe come se la mia stessa carne fosse il suo terriccio di coltura. Crebbe verso l'alto, spuntò una foglia, poi due, poi una piccola chioma ed infine ebbi difronte un piccolo albero in miniatura, delle dimensioni di un Kunai, la cui chioma danzava al vento.
    Feci sparire l'albero nello stesso modo in cui era comparso e riportai la mano dietro la schiena, nella mia posizione abituale, continuando:

    Ne sono capace anch'io e se ti ho voluto incontrare, è solo per scoprirne il motivo. Prima ti ho definito "fortunato" perchè da quello che so, sei cresciuto nel Clan Senju. Devi per forza sapere qualcosa che io non so.

    Avevo delle domande in serbo per Kiroachi, domande sulla sua famiglia. Ma era ancora presto per esporle. Mi sarei limitato a:

    Innanzitutto ti chiedo di mostrarmi a che livello è la tua abilità nel... nel Mokuton, come lo chiamate voi. Voglio capire se le tue potenzialità sono tali quali le mie, o se sei solo la bozza di un autentico utilizzatore del mio Ninshuu.

    Edited by Anselmo - 30/7/2014, 12:06
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Il ragazzo sembrò sorpreso quando gli chiesi conferma se era effettivamente il Capitano di cui Hokaru mi aveva già parlato. Non se l'aspettava e sinceramente neanch'io, la sua espressione sorridente mi confermò il suo grado e non sapevo se sentirmi al sicuro oppure no. Che avrei dovuto fare? Non mi restava che aspettare lo svolgimento dei successivi eventi per decidere qualcosa. Anche se poco dopo persi il controllo per qualche attimo urlando contro lo sconosciuto. Si, lo sconosciuto perché sapere il nome di una persona non significava conoscerla e non pensai minimamente a come avrebbe potuto reagire di fronte alle mie urla.
    Nonubu smise semplicemente di ridere, evidentemente aveva capito che non era il momento di scherzare.

    Piangere non serve a nulla. "L'eccesso di dolore per via della morte è follia... perchè è una ferita ai viventi, ferita che i morti non conoscono".

    Contemporaneamente alle urla mi era scolata una piccolissima lacrima e lui se n'era accorto, forse avevo esagerato. Non dovevo prendermela e sfogarmi col primo che passava, specialmente per delle sciocchezze. Probabilmente non sapeva chi fosse mia madre e non sapeva neanche che era morta se io non gliel'avessi rivelato.

    Scusami.. Non è mio solito comportarmi così..

    Mi sembrava ovvio e giusto porgere le mie scuse per il comportamento di qualche secondo prima, abbassai lo sguardo e restai in silenzio. Avevo perso le staffe e non doveva più succedere. Forse era meglio che cominciavo a distrarmi per un po', era già da qualche settimana che ero triste e non avevo voglia neanche di allenarmi. L'immagine di mia madre che sorrideva l'avevo stampata nella mente, era difficile non pensarci ma dovevo farmi forza. Nonubu non aveva tutti i torti.

    ..quel che mi interessa è il fatto che tua madre sia esistita, e che ti abbia generato. Dimentica per ora il tuo lutto e dedicami un po' del tuo tempo. Non che tu abbia scelta, ma se lo fai di tua spontanea volontà mi faciliterai le cose.
    So che sai utilizzare quello che volgarmente viene definito "Mokuton".


    Mi asciugai la lacrima col palmo della mano e poi risposi mentre lui aveva rivolto il palmo della mano verso l'alto.
    È sicuramente più forte di me, se me lo metto contro perderei e non mi resta che accontentarlo. Vediamo che vuole..

    A quanto pare allora anche io sto iniziando a diventare famoso.. Mokuton? Si, è vero.

    Dal suo palmo si generò un piccolo arbusto che crescendo si trasformò in pochi secondi in un piccolo alberello dalla folta chioma. Mi stava dimostrando che anche lui sapeva usarlo e decisi di rispondere anche coi fatti. Mi abbassai all'indietro come per sedermi su un'inesistente sedia e subito dal terreno sotto di me sbucarono dei lunghi rami che congiungendosi formarono un piccolo tronco spezzato in cui mi sedetti. Anche lui osservò il mio fare con la stessa curiosità in cui io guardai il suo, solo che a differenza mia lui fece sparire la creazione, io la mantenni per restare comodo.

    Ne sono capace anch'io e se ti ho voluto incontrare, è solo per scoprirne il motivo. Prima ti ho definito "fortunato" perchè da quello che so, sei cresciuto nel Clan Senju. Devi per forza sapere qualcosa che io non so.

    Da come parlava sembrava che non sapesse nulla del clan.

    Beh, dipende da cosa vuoi sapere. Ho soltanto quattordici anni e non so molto, mentre mia madre stava per parlarmi delle mie origini, proprio nel mezzo del discorso siamo stati attaccati dal Kyubi e da quella maledetta donna che si chiamava Tristania.

    Abbassai per qualche secondo lo sguardo ma nel frattempo tenevo sotto controllo la sua posizione analizzando la sua fonte di Chakra, non mi sentivo al sicuro in quel posto e non volevo abbassare la guardia per nessun motivo. Avevo già impresso nel naso il suo strano odore.

    Innanzitutto ti chiedo di mostrarmi a che livello è la tua abilità nel... nel Mokuton, come lo chiamate voi. Voglio capire se le tue potenzialità sono tali quali le mie, o se sei solo la bozza di un autentico utilizzatore del mio Ninshuu.

    Che cosa dovrei fare? Ti riferisci ad una specie di incontro?

    Io avrei attaccato direttamente se tu per esempio mi avessi scritto la risposta per Mp :sisi:
     
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  5. Anselmo
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    Kiroachi...

    Quel ragazzino era tutto ciò che di più diverso da me poteva esistere. Non riconoscevo una singola caratteristica in comunque con quella persona. Nemmeno una. Non v'erano somiglianze di alcun tipo tra di noi, grandi o piccole che fossero. Cominciai a dubitare fortemente che i miei intenti, quelli che mi avevano spinto ad incontrarlo, potessero essere soddisfatti. Più ascoltavo le sue parole, e più mi convincevo che un individuo come lui non sarei riuscito a sopportarlo a lungo. Stava piangendo, o meglio, frignando difronte ad uno sconosciuto che in qualsiasi momento avrebbe potuto estrarre un Kunai per fargli il filo alla gola, ridendosela mentre moriva dissanguato ai suoi piedi. E lui, in una potenziale situazione simile, tirava fuori la sua cara mammina defunta che gli dava tanto tanto dispiacere. L'unica immagine che mi venne in mente osservando quella patetica scena era quella di un bimbo che si perde al mercato e non riesce più a trovare i suoi genitori; anziché agire con logica e farsi aiutare da qualche adulto o addirittura da uno Shinobi di passaggio, si china a terra, stringendo il capo tra le ginocchia, e piange. Piange pensando che sia la soluzione migliore al problema. Questa, in sostanza, era l'unica immagine che riuscivo a pormi difronte nell'osservare quel Kiroachi che dava di matto.
    Cominciai a disprezzarlo fin dal primo istante. Ed il mio disprezzo crebbe quando si scusò.

    Mai scusarsi, ragazzino. E' un segno di debolezza...

    Lo pensai, ma non lo dissi. Non ero lì per dare lezioni di vita. Egli non significava nulla per me. Ottenute le informazioni che cercavo, l'avrei riportato indietro e sarei sparito.

    A quanto pare allora anche io sto iniziando a diventare famoso.. Mokuton? Si, è vero.

    Ora comincia addirittura a montarsi la testa...


    Si, non c'era dubbio: immaturo, ecco quale era l'aggettivo corretto per definire la sua persona. Si potrebbe affermare che, vista la sua giovane età, si trattava di un fatto normale. Ma un'affermazione del genere io l'avrei data solo se mi avessero costretto con la tortura. Non ero una maestrina d'asilo, non avevo nessun motivo per giustificare una simile inezia. Come si suol dire: io, alla sua età, non ero così. Quel ragazzino era viziato fino al midollo. Normale per uno dei tanti scarafaggi che abitano i Villaggi, ma inaccettabile per uno Shinobi, un vero e proprio soldato!

    La morte di sua madre è forse la migliore cosa che gli sia capitata nell'intero arco della sua vita. Prima se ne renderà conto, e prima potrà sperare di salvarsi dall'oblio della vita comune. Un cancro alla propria libertà ed indipendenza, ecco cosa sono i familiari!

    Ancora una volta tenni il pensiero per me. Già, non avevamo nulla in comune. E la sola idea che quell'individuo fosse in possesso del mio stesso potere, mi faceva rabbrividire di vergogna. Un moto d'odio profondo cominciò ad insediarmisi su per la spina dorsale, e presi a considerare l'idea di ucciderlo, lì, in quel momento. Cancellare dalla faccia della Terra un simile...
    Ma poi tornai alla ragione. Sarebbe stato stupido, avrebbe minato i miei progetti. E soprattutto, non potevo ammazzare chi mi capitava solo perché non era di mio gusto. Kiroachi era semplicemente una persona normale e se io odiavo la normalità era unicamente un mio problema.

    Beh, dipende da cosa vuoi sapere. Ho soltanto quattordici anni e non so molto, mentre mia madre stava per parlarmi delle mie origini, proprio nel mezzo del discorso siamo stati attaccati dal Kyuubi e da quella maledetta donna che si chiamava Tristania.

    Quindi è così che è accaduto... Hmpf! L'unica cosa che posso dire è: tipico. La Guerra, sempre uguale. Miete vittime in numeri tanto grandi che i singoli defunti perdono la loro importanza. La donna significa tanto per questo ragazzino, quando invece sulla carta è solo un numero. Curioso, davvero curioso... Banale, quasi. Come il tipico essere umano medio, Koriachi soffrirà ancora per un po' e poi comincerà a vedere il suo lutto da un punto di vista logico. Cercherà un colpevole, e chissà dove lo troverà. In Konoha, in Tristania, in Zero, nell'Hokage, nel Kyuubi, in sua madre, in se stesso. Impossibile saperlo prima del tempo, ma sarei curioso di scoprirlo, osservandolo...


    No, per il momento avevo tutt'altro da fare. Non mi sarei interessato alla sua vita privata, ma solo al suo genoma. Ero lì per scoprire che nesso ci fosse tra noi due, tra i nostri poteri, e per capire come potevo sfruttare la cosa a mio favore.

    Innanzitutto ti chiedo di mostrarmi a che livello è la tua abilità nel... nel Mokuton, come lo chiamate voi. Voglio capire se le tue potenzialità sono tali quali le mie, o se sei solo la bozza di un autentico utilizzatore del mio Ninshuu.

    Che cosa dovrei fare? Ti riferisci ad una specie di incontro?

    Chiamalo come ti pare e piace. Se hai le mie stesse capacità, i tuoi Jutsu possono risultare devastanti. Per questo ti ho portato qui. Scaricami addosso qualsiasi arma in tuo possesso!


    Non far caso a quanto sia stronzo il mio Pg, ha avuto una vita complicata :si2:
    Ora che mi attacchi, gioca un po' con le mosse. Dato che la trasformiamo in una PQ, non importa che i tuoi attacchi siano efficaci, è più importante che siano fighi, non so se mi spiego Anche il corpo a corpo, se ti aggrada. Spacca tutto Akito :soso:
     
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    Che cosa dovrei fare? Ti riferisci ad una specie di incontro?

    Chiamalo come ti pare e piace. Se hai le mie stesse capacità, i tuoi Jutsu possono risultare devastanti. Per questo ti ho portato qui. Scaricami addosso qualsiasi arma in tuo possesso!

    Poteva essermi davvero utile in quelle circostanze. Avrei avuto modo di sfogarmi allenandomi, combattendo contro quel tizio con tutte le mie forze. In questo modo avrei potuto scaricare tutta la rabbia su di lui e forse mi sarei sentito meglio. Dovevo stare attento però, reagire impulsivamente contro individui del genere poteva essere fatale, non era uno qualunque. Le sue abilità erano avanzate rispetto alle mie, così come la sua forza e la sua esperienza. Dovevo mettere in gioco tutto me stesso per sperare almeno di colpirlo. Probabilmente conosceva già tutti i miei Jutsu, il fatto che possedesse la mia stessa abilità innata non mi avvantaggiava per niente. Dovevo provarle tutte e soprattutto provare a coglierlo di sorpresa, anche se sarebbe stata una cosa impossibile.
    Io riesco a percepire il suo Chakra, inoltre posso rintracciarlo con l'olfatto.. Sicuramente anche lui saprà rintracciarmi in qualche modo.
    Pensai in un istante a quali abilità percettive poteva possedere, poi presi parola:

    E va bene, suppongo sia inutile trattenermi con te.

    Mi alzai dal tronco creato poco prima e il mio sguardo si fece più serio, da quel momento in poi mi sarei dovuto concentrare sul combattimento ed ero sicuro che allenandomi contro Nonubu avrei appreso qualcosa. Non avevo con me i miei borselli porta oggetti e le mie armi indi dovevo farne a meno. Era il momento di cominciare.

    Preparati! Mokuton!:

    Jukai Koutan!
    Continuai la frase nella mia mente rilasciando il Chakra e allargando le braccia. In pochi secondi in tutto il campo di battaglia sarebbero dovuti spuntare una moltitudine di alberi di varia dimensione che di sopresa avrebbero cercato di danneggiare Nonubu durante la crescita Ricoprendo tutta la zona circostante avrebbero fatto di quel luogo spoglio e desolato una vera e propria fitta foresta dalle dimensioni ridotte. La crescita rigogliosa era il mio Jutsu più imponente, usato soltanto una volta in tutta la mia vita. Avevo voglia di fargli vedere di che pasta ero realmente fatto e dimostrargli che non ero uno qualunque. Non ero una bozza di un autentico utilizzatore del Mokuton!
    Ovviamente il mio attacco non sarebbe terminato lì, io mi trovavo ancora in mezzo al campo con le braccia distese e non perdevo nemmeno per un secondo di vista il mio avversario. Nel bene o nel male continuai la mia offensiva indicandolo e stringendo il pugno in sua direzione, al contempo i rami di un albero vicino a lui avrebbero tentato di intrappolarlo e bloccarlo. Subito dopo sfruttai il Doton per far spuntare sotto di lui quattro lance di dura e spessa terra che da quattro posizioni differenti l'avrebbero trafitto. Il colpo di bambù di rocce e terra era uno dei miei attacchi preferiti, oltre a tener fermi i nemici li danneggiava non poco. Poi cominciai a correre saltellando a destra e a sinistra come una scimmia, i miei movimenti erano lenti e proprio per questo ad un tratto mi dislocai alle sue spalle tramite la sostituzione legnosa, lasciando al mio posto un manichino di legno. Essendogli vicino potei finalmente sferrargli un gancio al volto, dovevo constatare anche la sua preparazione nel Taijutsu.

    Metto comunque le azioni sotto spoiler e il Chakra per promemoria:
    - Crescita rigogliosa
    - Manipolazione del legno tramite crescita rigogliosa
    - Colpo di bambù di rocce e terra
    - Sostituzione legnosa
    - Pugno al volto

    Resistenza: 500-1= 499
    Chakra: 700-80-20-45-18= 537
     
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  7. "KING"
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    Prendetevi pure il massimo del vostro grado -3 per akito e -2 per Anselmo, mi piace come hai risposto alla storia della madre morta
     
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  8. Anselmo
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    E va bene, suppongo sia inutile trattenermi con te.

    Cominci a tirare fuori un po' di grinta, finalmente!


    E da quel momento in poi, tutto sarebbe stato puro mistero. Se mai c'era stato un punto fermo nel mio destino, quello era il combattimento. Cardine della mia intera vita, danzare tra le manifestazioni di potere e vitalità era tutto ciò per cui ero nato. Emanare potenza, dargli una forma, plasmarla a mio piacimenti, affilarla per renderla un'arma... e scagliarla con furia contro il nemico. Mettere a ferro e fuoco i campi di battaglia, devastare le armate, frantumare crani, sventrare le carni, incenerire gli ostacoli, generare esplosioni fatali. Non v'era immagine più bella e familiare nei miei pensieri. Le chiacchiere... futili preliminari. Darci dentro, questo era tutto ciò che volevo e potevo desiderare. Si, il ragazzo doveva dar fondo a tutte le sue forze se voleva farmi divertire un po'. Per qualche attimo dimenticai lo scopo che quella situazione aveva avuto fin dal principio. Solo pochi istanti in cui ogni cellula del mio corpo orientava verso un preciso bersaglio: creare, per distruggere!

    Preparati! Mokuton!:

    Si... SI!! FAMMI DANZARE, RAGAZZINO!


    Gridai sputacchiando tutta la mia grinta, per esprimere la pienezza del mio animo. Dichiarazione di guerra... che qualcuno mi dichiari guerra, a quel punto vedrete chi sono! A coprire il mio ruggito ci fu qualcosa di ben più imponente: il chakra che creava la vita, il Ninshuu del mio avversario che cominciava a dire la sua.

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    Vai così, piccolo diavolo! Attacca... ATTACCA!

    Allargò le braccia, ed il suolo prese a tremare, spaccarsi, andare in frantumi. Immensi arbusti esplosero dal suolo, andando a stracciare il cielo stellato per poi ripiombare verso il basso, verso di me. Un'onda anomala di alberi stritolatori che non avrebbe esitato difronte a nulla, nemmeno al demonio in persona. Oramai mi erano addosso, mi circondavano e stavano per fare di me poltiglia sanguinolenta, quando...

    DOTON NINJUTSU, DAICHIDŌKAKU!

    Battei con foga i palmi al suolo e venni proiettato in alto con velocità talmente vertiginosa da costringermi ad inginocchiarmi sul piccolo pilastro di terra che avevo generato per sfuggire alla crescita della foresta di Kiroachi. Una foresta che sarebbe rimasta indelebile per lungo tempo in quel luogo dove gli Shinobi della Foglia erano morti a migliaia. Ora il campo di battaglia appariva rimpicciolito ai miei occhi, vista la settantina di metri che mi elevavano da esso. Ma abbassare la guardia era da novellini, ed infatti il mio avversario aveva ancora qualcosa da dirmi: dal metro quadrato su cui stavo, con un ginocchio abbassato, spuntarono una serie di rostri acuminati, un Jutsu addirittura più avanzato di quello in mio possesso. Vi feci fronte giungendo le mani in un sonoro "Clap!" per formare il sigillo del Serpente, che mi avrebbe permesso di manipolare il legno puro a dovere. Generai infatti un modesto numero di tentacoli che guizzarono attorno a me afferrandomi braccia, gambe e busto e catapultandomi con violenza verso il basso, dritto contro Kiroachi. Telai come un meteorite diretto verso un pianeta. Attraversai come un siluro le fronde degli alberi appena comparsi evotando i rami con varie piroette. Vedevo la figura del ragazzo ingigantirsi sempre più sia per la folle velocità con cui lo stavo raggiungendo, sia per il fatto che lui stesso pareva intenzionato a fronteggiarmi avvicinandosi. Caricai il pugno destro fin dietro la spalla ed ero pronto a mollarglielo in volto con a spinta della picchiata...

    ORA TE LO SBATTO IN FAC... ohug!

    ...quando mi accorsi che ciò che avevo colpito era solo uno stupido manichino di legno vagamente somigliante al mio avversario. Mi voltai il più rapidamente possibile e me lo ritrovai difronte, ad un palmo dal naso. Le sue nocche erano già scattate in mia direzione, troppo tardi per evitare il colpo. Mi centrò in pieno volto, ben posizionato sulla guancia ma... nemmeno un graffio. Raddrizzai il capo, leggermente ruotato a seguito del colpo, e sorrisi in faccia a Kiroachi:

    Bravo, mi hai colto di sorpresa, ma ho sempre una riserva quando le cose si mettono male e, in questo caso, si tratta di puro e semplice Doton per indurirmi la cute. Coi pugni non hai speranze.

    E senza attendere un attimo, lo ingaggiai dalla corta distanza. Compii una rapida piroetta su me stesso posizionando la gamba in modo da dirigere un potente calcio rotante al ventre dell'avversario, spiccando poi un balzo all'indietro. Ancora a mezz'aria, ficcai entrambe le mani nei borselli che tenevo in vita, e ne estrassi otto shuriken d'acciaio, quattro per mano, che scagliai in due singole mandate. Ancora il suolo non aveva incontrato i miei piedi quando unii le mani per ben sette volte, formando un'immediata sequenza di sigilli: Cavallo, Serpente, Pecora, Scimmia, Cinghiale, ancora Cavallo e Tigre!

    Katon Ninjutsu, Goukakyuu no Jutsu!

    Gonfiai il petto in maniera allarmante, rendendo le mie vie respiratorie dei condotti per l'inferno, e soffiai una grossa palla di fuoco che avrebbe incenerito un'ampia porzione di suolo attorno al ragazzo, abbrustolendolo per benino.

    Allora, heeem, vediamo...
    • grande movimento de cuore della terra per evitare la crescita rigogliosa
    • manipolazione del legno per evitare le lance
    • indurimento del volto per annullare il pugno

    • calcio rotante al busto
    • lancio di 8 shuriken, 4 alla volta
    • palla di fuoco suprema

    Le azioni le ho descritte per bene nel post, questa lista qui sopra è pressoché inutile. Stando alla potenza dei Pg, gli attacchi dovresti riuscire ad evitarli tutti. Anche la palla di fuoco che potrei eseguire senza sigilli perchè sono Jinchuu del nibi, ma i sigilli li ho fatti lo stesso. Però non tirartela troppo, fai entrare qualche colpo, divertiamoci un po' :asd: Anch'io mi son fatto colpire dal pugno.

    P.S. ti sto dando molto su cui ruolare, molte frasi e situazioni su cui puoi giocare e divertirti. Sfruttale ;)
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Preparati! Mokuton!:

    Si... SI!! FAMMI DANZARE, RAGAZZINO!

    Incredibile come Nonubu cambiò subito espressione e modo di fare. Sembrò quasi indemoniato, era così eccitato dall'idea di fare a botte che per lui era quasi come una droga in cui non poteva farne a meno. Anche a me piaceva allenarmi e confrontarmi con qualcuno ma ero molto diverso da lui, io mi preoccupavo ogni istante di poter fare del male al mio avversario, anche se contro di lui non ce n'era bisogno.

    Vai così, piccolo diavolo! Attacca... ATTACCA!

    Ma che..

    Seppur avevo già cominciato a usare la crescita rigogliosa rabbrividì di colpo nel vederlo in quello stato. Gli occhi gli stavano quasi uscendo di fuori e le vene del suo collo e del suo volto si gonfiarono per l'eccessivo sforzo delle corde vocali, mi fece quasi paura.
    Ad ogni modo continuai a usare la tecnica, la velocità con la quale crescevano i miei alberi era impressionante ma la tempestività con cui agì lui fu ancora più elevata.

    DOTON NINJUTSU, DAICHIDOKAKU!

    Come un ascensore la zolla di terra ove si trovava il suo esile corpo cominciò a salire su per il cielo, dieci, venti, trenta, quaranta metri e ancora saliva. Non avevo mai visto una tecnica del genere, era un Doton perché oltre al fatto che l'aveva dichiarato solo Jutsu di quella affinità erano in grado di manipolare il terreno. Settanta metri d'altezza erano troppi, il mio controllo del Mokuton seppur ottimo non arrivava a distanze del genere, ma avevo altre risorse infatti avevo già fuso in precedenza parte del mio Chakra col terreno sottostante e ciò mi permise di far sbucare sotto i suoi piedi delle lance acuminate pronte a colpirlo e a indebolirgli gli arti inferiori. Proprio mentre stavo per far crescere le lance lo vidi arrivare giù da quell'altura in picchiata verso di me, col destro ben carico.

    ORA TE LO SBATTO IN FAC... ohug!

    PROVACI SE CI RIESCI!!!

    Gli ringhiai contro come un cane con la rabbia, ma non perché gli volessi realmente male. Mi aveva fatto prendere d'euforia anche a me e stavo già cominciando a sentirmi meglio, mi venne voglia di distruggere, di fare a pugni, di sfogarmi. Sentì l'adrenalina scorrermi in tutto il corpo insieme a un brivido lungo tutta la schiena mentre vedevo Nonubu col pugno teso verso la mia faccia, feci ben in tempo a sostituirmi qualche istante prima dell'impatto in modo che il Capitano colpisse il manichino di legno al posto mio. Era il momento giusto per attaccare e coglierlo di sorpresa, di fatti gli mollai un gancio al volto mentre stava per girarsi, ma me ne pentì subito dopo quanto invece di far del male a lui mi danneggiai le mie stesse nocche. Sbattei in qualcosa di duro e poco dopo me ne resi conto, era Doton.

    Bravo, mi hai colto di sorpresa, ma ho sempre una riserva quando le cose si mettono male e, in questo caso, si tratta di puro e semplice Doton per indurirmi la cute. Coi pugni non hai speranze.

    Bastar-

    Non ebbi neanche il tempo di finire la frase che lo Special Jonin mi sferrò un calcio rotante sul fianco. Non ero abile nel taijutsu, lo praticavo poco e niente e lì per lì reagì d'istinto, alzando il mio ginocchio per cercare di respingere il suo colpo.
    Ruzzolai di qualche metro per terra infangandomi come quando i bambini giocano col fango, mi doleva leggermente l'anca ma non era qualcosa di grave. Sollevai brevemente il capo e mi accorsi che Nonubu era a mezz'aria con le mani fruganti nei borselli porta armi.

    Cazzo! MOKUTON!: MOKUJOUHEKI!!!

    Sbattei violentemente il palmo della mano per terra quando mi vidi arrivare contro una manciata di Shuriken, dal terreno attorno a me si sarebbero innalzare diversi tronchi che congiungendosi avrebbero eretto dinnanzi a me una modesta cupola di legno. Sentì per bene il metallo rotante conficcare nella parete lignea, erano stati due lanci con un distacco di un secondo. Mi ritrovavo ancora a terra e mi passai una mano sulla fronte per asciugarmi il continuo sudore che mi colava fino agli occhi, infastidendomi leggermente. Non avevo avuto il tempo di mettermi in piedi e lo stavo appena facendo quando..


    Katon Ninjutsu, Goukakyuu no Jutsu!

    !!!!!!!

    Gelai di colpo a quelle parole. Il mio corpo si rabbrividì bloccandosi per un istante e mi venne la pelle d'oca, ero stupito e spaventato dalla foga di quel ragazzo. Non mi dava tregua neanche per un istante, aveva già formulato un attacco e stava per spedirmi contro un Katon per farmi arrosto. Dovevo reagire!

    SUITONNN!!!!

    Saltai in aria per togliermi l'impedimento visivo che mi creava la cupola per terra e mi vidi arrivare contro una gigantesca palla di fuoco che già a diversi metri di distanza emanava un calore formidabile.

    GOSHOKUZAME!!!!!!

    Dalle mie mani partirono cinque grossi e veloci squali acquatici che con forza e aggressività si scontrarono con l'enorme sfera infuocata lanciata da Nonubu, creando una specie di mini esplosione. Io venni sbalzato via, finendo per ruzzolare una seconda volta per terra mentre tutta la zona venne investita da un fitto fumo nero, frutto dell'impatto avvenuto poco prima. Non avevo mai affrontato un allenamento del genere, era qualcosa decisamente al di sopra delle mie stesse capacità ma stava cominciando a piacermi, non avevo mai perso uno scontro fino a quel momento e nella mia testa continuavo ad illudermi di poter vincere.

    Anf.. Anf...

    Ci fu qualche secondo di pausa e in quel frangente di tempo presi ad ansimare per l'eccessiva stanchezza, mentre il vento faceva evaporare e scomparire il fastidioso fumo. Facevo forza con la mano sulla gamba destra e mi reggevo toccando col ginocchio sinistro il suolo, quasi accovacciato. Quando alzai il mio sguardo lo vidi, era lì, ad una ventina di metri di distanza in piedi e inerme, lo sguardo fiero e provocatorio simile a quello delle tigri quando fissano la propria preda, era pronto a combattere il secondo round!

    Non mi arrendo Nonubu! MOKUTON!

    Distesi velocemente il braccio sinistro in avanti facendo partire da esso numerosi rami di legno appuntiti con l'intento di colpirlo in pieno petto. La tecnica della grande boscaglia era uno dei miei migliori attacchi, nonché uno dei miei preferiti. Potenza unita a velocità potevano creare un mix devastante, dovevo solo riuscire a centrarlo.
    Se limitassi il suo spazio avrei più chance di colpirlo!
    Proprio mentre il mio attacco viaggiava a grande velocità per raggiungere il suo bersaglio composi con la mano libera tre sigilli e dosando la giusta quantità di Chakra feci crescere velocemente dal suolo attorno l'avversario dei grossi pilastri di legno con l'intento di chiuderlo in una stretta e limitata prigione. Nel frattempo tutta la mia pelle si sarebbe indurita grazie alle particelle di Chakra Doton in modo da formare in tutto il mio corpo una specie d'armatura di terra atta a difendermi da eventuali attacchi a sorpresa dato che per quei cinque o sei secondi mi era impossibile muovermi.
    Avrei aspettato l'esito della grande boscaglia per poi cercare di intrappolare il Capitano con uno dei miei Jutsu più insidiosi, l'incatenamento liscio. Mi sarei avvicinato a lui e al momento giusto avrei fatto partire da uno dei miei bracci dei lunghi e resistenti fasci legnosi che come tanti tentacoli avrebbero cercato di afferrare e immobilizzare il suo corpo.

    Ora!!!

    Tutto il mio intento in quel round era quello di bloccarlo, infatti provai a usare dei diversivi per usare al momento più opportuno la tecnica seguente: Delle travi di legno sbucarono sotto di lui per andare a creargli intorno dei ceppi in stile medievale. La tecnica dei ceppi crudeli sopprimeva il Chakra delle vittime e a quel punto se fossi riuscito nel mio intento potevo dichiararmi vincitore.

    Difesa:
    - Parata con Ginocchia
    - Paratia Lignea
    - Cinque squali famelici

    Attacco

    - Grande boscaglia
    - Prigione dei quattro pilastri
    - Incatenamento Liscio
    - Ceppi crudeli
     
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  10. Anselmo
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    ...ZISSSSSSSSSHHHHH...



    L'enorme globo incandescente che roteava divorando ed incenerendo all'istante qualsiasi albero incontrasse sul cammino, generò pochi istanti dopo un assordante boato seguito da un sibilo minaccioso. Conoscevo bene quel suono ed intuii quindi pressoché all'istante ciò che era accaduto: la mia Goukakyuu era stata contrastata con un Jutsu acquatico di medesima potenza. Si spense infatti difronte a me, inghiottita da una serie di grossi siluri d'acqua. Un attimo dopo la mia intera vista venne totalmente oscurata da un improvviso muro di vapore oscuro che mi investì come un plotone di cavalleria che parte alla carica. Dovetti abbassare il capo, facendomi da scudo con le braccia incrociate in avanti ed arretrando di qualche passo per non cedere alla forte onda d'urto che mi raggiunse. Un contrattacco, quello di Kiroachi, degno di uno Shinobi di tutto rispetto.
    non smisi di credere che il suo carattere fosse debole, da disprezzare. Totalmente l'opposto del mio. Ma non potevo negare che sul campo di battaglia si faceva valere. Un preciso pensiero mi attraversò in quell'istante la mente: se ci fosse stato lui al mio fianco nell'affrontare il demone ora imprigionato nel mio corpo, anziché gli ora defunti Shikabane e Jin Hyuga, sarebbe stato tutto più semplice. Difficile dire per quale motivo lo pensai. In effetti c'erano molti Shinobi che sarebbero stati capaci di aiutarmi ma che erano impegnati su altri fronti. Eppure l'immagine di Kiroachi al mio fianco, come fosse un compagno di mille battaglie, mi suonava spontanea ed armoniosa.

    No, no, che patetiche fantasticherie Nonubu. E' un moccioso, solo un moccioso. Sei qui per scoprire più su te stesso, non certo su di lui.

    Mi dissi per convincermi a lasciar perdere simili pensieri ed a dedicarmi piuttosto alla realtà, al presente, all'imminente attacco! Già perché l'attimo di tregua imposto da quella coltre di vapore che rendeva scomodo il combattimento si concluse nel momento stesso in cui il vento, che da sempre soffiava su quelle terre desolate della Roccia, la trascinò via con se. Ciò che trovai difronte a me fu il mio avversario, perfettamente intero, ma la fatica era deducibile dal montare frenetico del suo petto e dal sudore che gli rigava il volto impolverato. Sorrisi, non beffardo, ma compiaciuto. Perchè quelli erano i chiari segni di chi sta utilizzando il proprio corpo come un'arma atta all'annientamento del prossimo, e mi crogiolavo nell'idea di essere io la causa di tutto ciò. Chiedeva ad ogni singola cellula del suo corpo di accompagnarlo nella sua crociata verso la vittoria, come anch'io avevo fatto più e più volte in passato. Cominciavo a vedere qualcosa in lui, che trascendeva la sua attuale persona...

    Non mi arrendo Nonubu! MOKUTON!

    Parole sante...


    Ma non feci in tempo ad esprimermi a voce perché la sua formula non era affatto un bluff: mano, braccio e spalla del mio avversario fecero da rampa di lancio per quelle che mi parvero lingue affilate senza limiti di lunghezza, chiaramente di legno. Nemmeno io conoscevo tale Jutsu, ignoranza causata dal fatto che tutte le mie tecniche legate al Ninshuu che prediligevo, nascevano dal mio personale istinto creativo e non dallo studio. Quindi, per quanto fossimo entrambi utilizzatori della sacra arte, le nostre armi potevano tranquillamente essere l'una l'opposto dell'altra. Difatti non ebbi una risposta pronta, ma mi bastò qualche attimo per formulare la migliore reazione.

    Suiton, Suikoudan no Jutsu...

    Sussurrai, ed in men che non si dica il mio stesso corpo secernette una modesta quantità d'acqua che dapprima mi circondò in un globo informe ma poi, quando gli spuntoni ed i pilastri stavano per giocarmi un brutto scherzo, prese la forma di uno squalo micidiale e mi trascinò con sé lateralmente. Di fatto utilizzai la Tecnica dello Squalo Proiettile per eseguire una semplice schivata laterale immergendomi al suo interno. ma era l'unico modo perchè gli attacchi di Kiroachi non mi parevano tanto deboli da poterli sottovalutare.
    Ce la feci per un pelo. Lo squalo mi fece viaggiare a grande velocità saettando tra gli alberi e lasciandomi in un attimo alle spalle il tentativo di bloccarmi e quello di sforacchiarmi del ragazzo. Ma non appena voltai la testa in sua direzione:

    Merda...

    Altri tentacoli, ora più rapidi ed esili, guizzarono in mia direzione. Accelerai il proiettile acquatico di cui ero il folle pilota ed evitai anche quelli. Quasi fui sorpreso dall'ultimo attacco, che però conoscevo bene e la mia immensa velocità mi permise di passarci attraverso prima che mi si chiudesse addosso.

    Si, Kiroachi sa decisamente come si combatte.

    Mormorai mentre l'acqua mi si staccava dal corpo e rallentavo la mia corsa con ampie falcate sul suolo spoglio e polveroso del cratere reso foresta. Mi fermai qualche attimo, con la mano poggiata ad un tronco. Anch'io stavo leggermente ansimando, me ne accorsi solo in quel momento. Lanciai occhiate in varie direzioni e non trovai il ragazzo; l'avevo perso nello sfuggire ai suoi attacchi. Ma mi bastò un breve istante di concentrazione per individuare la sua fonte di chakra, non più di venti metri difronte a me. Percepivo chiaramente l'adrenalina scorrermi come lava incandescente in braccia, gambe, cuore, polmoni, cervello. Ne ero empio, estasiato. Ma l'intelletto non perse mai d'importanza, infatti, ad alta voce, esordii:

    Sai, devo confessarti una cosa: tu mi servi, mi sarai estremamente utile. Sei un vero utilizzatore della nostra Kekkei Genkai, un potere immenso. Fino ad oggi ho sempre pensato che questo potere fosse mio, l'unica cosa che mi avrebbe distinto per sempre da chiunque altro. Un potere grazie al quale mi sarei potuto elevare sopra gli altri. Poi però ho scoperto che non c'è modo di dominarlo nella sua completezza continuando a fare come ho sempre fatto io: farsi guidare dall'istinto, arrivare a possedere nuove forme di potenza solo passando ad un soffio dalla morte, rischiare tutto per il potere. Inutilmente sciocco. Avevo bisogno di una guida, un via da seguire, una luce che illuminasse le tracce per giungere a destinazione. Ma non avevo nessuno a farlo.
    Ora però ho te, ti ho trovato! Combattendoti ho capito che detieni le mie stesse potenzialità. Come ho scoperto con l'esperienza, questo Ninshuu è imprevedibile, non c'è modo di sapere cosa ti doni nel tempo. Potresti superarmi, in qualsiasi momento. Ma non durerebbe, perchè sarò lì a sottrarti il tuo dono per farlo mio, hehhe he he he...
    Mi sarai estremamente utile, Kiroachi. Con te ho una possibilità in più di superarmi, di superare... QUESTO:

    MOKUTON NINSHUU, KAJUKAI KŌRIN!!!


    Il mio avversario aveva sconvolto una porzione di pianeta grazie alla sua Crescita Rigogliosa? Io avrei sconvolto un'area doppiamente più estesa. Lui aveva sollevato monoliti, aperto spaccature nel suolo e fatto tremare la montagna? Io avrei disintegrato tutto ciò con violenza doppiamente brutale. Kiroachi aveva creato una foresta? Io l'avrei spazzata via dando vita a madre natura in persona! Liberai un'immensa quantità di chakra nel suolo ed in un attimo radici grandi come interi edifici spuntarono dalla montagna su cui ci trovavamo, avanzando con l'impeto di una frana rocciosa. Gli alberi vennero sradicati, sostituiti da piante rampicanti titaniche. Crebbero germogli, sbocciarono, divennero variopinti fiori ed emanarono il loro dolce gas soporifero. In men che non si dica avevo dato il via ad un evento indimenticabile: L'Avvento di un vero e proprio Mondo di Alberi in Fiore!

    W9AyCDC


    Mi spiace ma questo non lo puoi schivare :asd: Non preoccuparti, ho una cosa in mente :soso:
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Ero stupito dall'incredibile tenacia di Nonubu. L'avevo bersagliato con migliaia di attacchi cogliendolo certe volte anche di sorpresa ma non bastava, riusciva ad eludere tutte le mie mosse e i miei tranelli, coglierlo alla sprovvista non era sufficiente. Per evitare gran parte delle mie offese usò una tecnica che conoscevo bene, lo squalo proiettile. Sfruttò la velocità dello squalo Suiton diventandone l'anima vivente e comandandolo di persona.
    Avendo gli stessi elementi è normale che anche le nostre tecniche sono simili..
    Avevamo gli stessi mezzi, le stesse abilità. Con la differenza che Nonubu era molto più allenato e aveva molta più esperienza di me, era un esempio di me nel futuro. Sarei diventato forte quanto lui e volendo l'avrei potuto superare con l'impegno e la forza di volontà.
    Ma allora come ha fatto...
    Lì per lì non ci feci molto caso ma dopo ci riflettei qualche secondo quando ripensai al Jutsu che mi aveva lanciato contro. Come faceva Nonubu ad utilizzare il fuoco? I suoi elementi sarebbero dovuti essere acqua, terra e legno, proprio come i miei, ma che c'entrava il Katon? Rimasi perplesso su quel mistero, la mia curiosità mi spingeva a far luce sull'enigma.
    Ero comunque più che convinto che Nonubu stesse solo scherzando, non stava combattendo seriamente, non si stava impegnando quando invece io stavo mettendo tutto me stesso per riuscire almeno a colpirlo. La cosa che maggiormente mi preoccupava inoltre era il fatto che non l'avevo visto combattere usando Jutsu Mokuton, il che era alquanto strano.

    La foresta da me creata attraverso al crescita rigogliosa aveva riempito tutto il cratere rendendo impossibile individuare l'avversario tramite l'ausilio della vista. Prima del mio Jutsu bastava solo guardarsi intorno per inquadrare perfettamente il nemico, ma adesso per via degli alberi dalle folte chiome che limitavano di molto il raggio visivo era impossibile riuscire a trovarlo. Grazie al mio odorato fine però ero comunque in grado di tenere sotto controllo la sua posizione e in estremi casi avrei anche potuto usare la percezione del Chakra. Ero molto stanco ma non del tutto sfinito, mi stavo proprio avvicinando verso la sua posizione con cautela quando Nonubu prese a parlare:

    Sai, devo confessarti una cosa: tu mi servi, mi sarai estremamente utile. Sei un vero utilizzatore della nostra Kekkei Genkai, un potere immenso. Fino ad oggi ho sempre pensato che questo potere fosse mio, l'unica cosa che mi avrebbe distinto per sempre da chiunque altro. Un potere grazie al quale mi sarei potuto elevare sopra gli altri. Poi però ho scoperto che non c'è modo di dominarlo nella sua completezza continuando a fare come ho sempre fatto io: farsi guidare dall'istinto, arrivare a possedere nuove forme di potenza solo passando ad un soffio dalla morte, rischiare tutto per il potere. Inutilmente sciocco. Avevo bisogno di una guida, un via da seguire, una luce che illuminasse le tracce per giungere a destinazione. Ma non avevo nessuno a farlo.
    Ora però ho te, ti ho trovato! Combattendoti ho capito che detieni le mie stesse potenzialità. Come ho scoperto con l'esperienza, questo Ninshuu è imprevedibile, non c'è modo di sapere cosa ti doni nel tempo. Potresti superarmi, in qualsiasi momento. Ma non durerebbe, perchè sarò lì a sottrarti il tuo dono per farlo mio, hehhe he he he...
    Mi sarai estremamente utile, Kiroachi. Con te ho una possibilità in più di superarmi, di superare... QUESTO:

    MOKUTON NINSHUU, KAJUKAI KŌRIN!!!


    Non ebbi il tempo di rispondere poiché dovevo dare precedenza a qualcos'altro, ovvero alla mia difesa. Mi ero lamentato del fatto che non l'avevo ancora visto in azione con delle tecniche lignee ma me ne pentì subito quando ne usò appena una. La terra prese a tremare, il suolo diventò per la seconda volta del terreno fertile pieno di vita. Delle titaniche e gigantesche radici presero a fuoriuscire dal terreno distruggendo ogni cosa gli capitasse a tiro, i miei rami erano grandi e potenti, ma nulla in confronto ai suoi. Gli alberi creati in precedenza cedettero per dare spazio a qualcosa di nuovo, eccessivamente grande e potente. Avrei potuto giurare di vedere in azione la crescita rigogliosa ma gli effetti erano decisamente più devastanti e catastrofici. Restai di stucco ma non v'era più tempo, quegli imponenti tronchi stavano per raggiungermi...

    E va bene Capitano, MOKUTON!: Mokuryū no Jutsu!!!

    Una quantità immensa di legno prese a comporsi sotto i miei piedi fino a elevarsi per trasformarsi in un colossale e bestiale drago di puro legno. L'imponente creatura continuava a salire su per il cielo con me sopra l'enorme testa da coccodrillo che aveva. Saliva e saliva ancora portandomi infine a levitare con esso su per il cielo, ad una sessantina di metri da terra. Era la prima volta che usavo la tecnica del drago di legno e dovevo ammettere che restai stupito di me stesso. Osservare la spaventosa mole di quel mostro legnoso mi faceva rabbrividire seppur ne fossi il padrone stessp, era sotto il mio completo controllo ma mi spaventavo comunque.
    Ad ogni modo soltanto da quell'eccessiva altezza fui in grado di stabilire la portata del Jutsu di Nonubu. Era qualcosa molto al di sopra della normale crescita rigogliosa, il raggio era decisamente più del doppio, l'aggressività delle radici era micidiale e inoltre, non v'erano alberi normali. Sembravano delle specie di fiori giganti che ogni tot di secondi spruzzavano uno strano e curioso polline giallastro che in brevi minuti ricoprì tutto il campo di battaglia a terra. Un potere immenso, degno di un Capitano.
    Il chakra cominciava a scarseggiare ma io ero determinato e deciso a non mollare, volevo continuare a combattere, ad attaccare e a vincere! Volevo dannatamente vincere quell'incontro e avrei sprecato fino all'ultima goccia di Chakra in corpo per portare dalla mia parte la vittoria. Prima di ripartire in quinta però volevo dire due parole a Nonubu, così cavalcando il titanico drago mi avvicinai a lui..

    Sinceramente anche io credevo di essere l'unico ad utilizzare il Mokuton, ma col tempo ho scoperto che oltre me ci sono altri due utilizzatori. Tu e un certo Shiroe Senju, un Genin del nostro villaggio che ancora è abbastanza inesperto.
    Non esiste solo il potere nella vita e non ha proprio motivo di esistere se non per uno scopo. Io voglio migliorare, voglio diventare più forte per riuscire a proteggere il villaggio e le persone a cui voglio bene. Farò di tutto per non far capitare ad altri ciò che è successo a me, io diventerò Hokage! Tu dici di volermi utilizzare per superarti, ma io...


    Caddi improvvisamente in ginocchio sulla testa della mia creazione. Gli occhi tendevano a chiudersi e mi venne una strana e matta voglia di addormentarmi, non capivo cosa mi stava succedendo quando..
    Il polline!
    In effetti avevo rimosso completamente dalla testa lo strano polline e l'effetto soporifero stava già agendo dentro di me. Dovevo sbrigarmi e istantaneamente partì all'attacco ordinando al drago di attaccare e lacerare il corpo del Capitano.
     
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  12. Anselmo
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    Pensato

    Parlato


    •Potere•


    Venuto il mio regno, si era fatta la mia volontà.
    La mia energia spirituale che prendeva vita. Usciva al di fuori di me, assumeva forma. Questa era forse l'unica cosa che distingueva noi Shinobi da ogni altro essere vivente: la capacità di esprimere il potere che ci scorreva dentro creando e distruggendo a nostro piacimento. E quella che ora mi circondava, che ci circondava, che circondava ogni cosa in un raggio di mezzo chilometro, era pura espressione della mia energia. Il mio chakra aveva un carattere, ed il mondo di alberi in fiore che avevo generato altro non era che il suo miglior monologo. Ogni singola cosa, dal germoglio più piccolo alla radice più colossale erano sotto il mio completo controllo; erano me! Avrei potuto rendere qualsiasi vegetale una pericolosa arma capace di cancellare dalla faccia della terra qualsiasi essere fosse sopravvissuto alla venuta della mia foresta. Il mio regno, il mio destino.

    E va bene Capitano, MOKUTON!: Mokuryū no Jutsu!!!

    La frase, così come il ragazzo che l'aveva pronunciata, vennero divorati un istante dopo dalla furiosa avanzata del Kajukai Kōrin. Ma riuscì a scamparla, perchè i tentacoli non poterono afferrarlo: dalla sua posizione emerse una gigantesca creatura, un drago dalle antiche fattezze che fece il suo ingresso in campo con grande stile. Trascinò nel suo lancio verso i cieli l'evocatore, che potè quindi eludere l'inferno di terra e legno che si sarebbe dovuto trovare a soppportare se non fosse sfuggito in tempo. Tutto ciò era avvenuto in men che non si dica. Ora mi trovavo nel bel mezzo del mio Jutsu e, sopra di me, flutuava un Drago di Legno con in testa Kiroachi Momuro.

    Fantastico, si... è perfetto. Promette bene, molto bene! La Tecnica del Drago di Legno; un simile potere nelle sue mani... Servirai al tuo scopo giovane Senju. Oh si che lo farai!

    Sorrisi, ridacchiai, fantasticai un futuro di grande successo. Si avvicinava il momento di compiere un passo avanti. Ma prima... prima dovevo uscirne indenne! Il drago serpeggio vero di me, mi puntò come un serpente pronto a donare il suo tocco mortale alla preda ignara. Il domatore però aveva qualcosa da dirmi:

    Sinceramente anche io credevo di essere l'unico ad utilizzare il Mokuton, ma col tempo ho scoperto che oltre me ci sono altri due utilizzatori. Tu e un certo Shiroe Senju, un Genin del nostro villaggio che ancora è abbastanza inesperto.
    Non esiste solo il potere nella vita e non ha proprio motivo di esistere se non per uno scopo. Io voglio migliorare, voglio diventare più forte per riuscire a proteggere il villaggio e le persone a cui voglio bene. Farò di tutto per non far capitare ad altri ciò che è successo a me, io diventerò Hokage! Tu dici di volermi utilizzare per superarti, ma io...


    Non risposi a tali ingenue ed innocenti affermazioni. Non era ancora giunto il momento. Attesi solo che l'avversario facesse la sua mossa, per rispondere con la mia, come nel più classico dei duelli. E così fu. Il drago puntò, ed io risposi:

    Mokuton... Mokuryū no Jutsu...

    Specchiai ciò che stava accadendo difronte a me con una scena altrettanto suggestiva e nel farlo la mia mente attenta e calcolatrice comandò ala mia mano di lasciar cadere al suolo un oggetto metallico. I due draghi collisero l'uno contro l'altro in un fragoroso schianto tra titani, riversando una pioggia di schegge dai cieli. Feci uno sforzo immenso, sfruttando il chakra, per non cedere la presa dalla testa della mia creatura. E lo stesso fece il mio avversario. L'impatto si ripeté, perchè Kiroachi non intendeva darmi tregua. A quel punto mi allontanai, scattai lontano fluttuando a pelo della foresta, con le fronde degli alberi che frustavano il ventre della creatura. Voltai il capo indietro e lo vedi lì, che replicava la mia stessa traiettoria per non perdermi di vista. Eseguii una, due, tre brusche virate e mi avvitai su me stesso in uno spettacolare concerto di stelle danzanti. Ma non v'era nulla da fare, il drago di legno avversario non si sganciava dalla mia coda.

    Abbiamo giocato abbastanza!

    Dissi, cacciando una mano nel borsello ed estraendo una carta-bomba che incollai sulla testa del mio Mokuryū. Mi voltai indietro, giusto per sincerarmi ancora una volta che Kiroachi mi stesse inseguendo sul suo mezzo aereo, e poi diedi il via all'atto finale: comandai al mio drago, ed egli si torse su se stesso per scattare nella direzione opposta a quella precedente, quindi puntando direttamente sulla creatura avversaria. All'ultimo momento, prima che impattassero per la terza volta, il mio drago virò leggermente di lato per passargli accanto e subito dopo eseguì una serie di avvitamenti per serrare nelle proprie spire Kiroachi ed il suo drago. E mentre ciò accadeva, sussurrai:

    Hiraishin no Jutsu!

    Sparii istantaneamente, dislocandomi nel punto in cui precedentemente avevo generato il mio drago e nel farlo avevo lasciato cadere al suolo un Kunai dotato di sigillo di dislocazione. Alzai lo sguardo verso l'alto, posandolo su quella scena epica da cui mi ero appena allontanato e, sussurrando dissi tra me e me:

    Quale modo migliore di coronare un simile esibizione, se non con uno spettacolo pirotecnico altrettanto sorprendente? He he hehe... Hijutsu, Gojouki Bakufuda!

    Un singolo comando, e la carta-bomba incastrata tra i due draghi che ancora se ne stavano sospesi in cielo avvinghiati l'uno all'altro, esplose. Esplose, ma un istante prima di farlo si duplicò una votla, due volte, ancora ed ancora, scatenando un immensa reazione a catena di violente esplosioni.

    7NiTmTa


    I Draghi andarono letteralmente in pezzi, sparendo in una nuvola di fumo e detriti. Un attimo dopo, un piccolo corpo sbucò da tale nuvola, precipitando verso il suolo in una scia grigia. Era Kiroachi che cadeva ma nonostante fosse evidentemente privo di conoscenza, sapevo dalla sua fonte di chakra che non era morto. Comandai quindi alla foresta di attutire la sua caduta, senza preoccuparmi ulteriormente, e mi diressi verso la sua posizione. Lo trovai adagiato al suolo, gli occhi chiusi ed il petto che si muoveva lentamente su e giù sotto una pioggia di fiocchi di cenere. Le sue vesti fumavano in più punti, aveva la pelle annerita ed il sangue gli colava da una narice. ma non v'erano ferite gravi, nulla da cui non si potesse guarire con qualche giorno di sano riposo.
    Lo tastai con un piede, assicurandomi che non si potesse svegliare da un momento all'altro, e poi dissi:

    Diventare Hokage per proteggere le persone a cui vuoi bene... Illuso, stolto, sei un ingenuo, maledetto bamboccio! Tu e tutti quegli idioti dei Villaggi vi fate ingannare dalle apparenze. L'Hokage è solo una figura di facciata, un fantoccio da adorare per sentirsi sicuri. Ma non sono i Kage a proteggere i Villaggi, non ne sono capaci!

    Afferrai il colletto del ragazzo e lo sollevai fino ad avere il suo volto privo di coscienza ad un palmo dal mio, continuando con ira:

    Zero è stato scacciato da Konoha come un cane! L'hanno etichettato come traditore, gli hanno dato la caccia per anni! Lo stesso Hokage fautore di tutto ciò ha poi chiesto il suo aiuto per salvare il Villaggio! Ed è stato Zero, quello schifoso Mukenin, a salvarlo. Non il tuo patetico Hokage! Lui è morto come uno scarafaggio schiacciato sotto la ruota di un carro.
    Voi e le vostre stupide convinzioni, i vostri Kage, i vostri Villaggi, le vostre guerre. Qualcuno porrà fine a tutto ciò e se non vi sveglierete dal vostro mondo dei sogni, verrete STERMINATI!!


    Scossi il ragazzo con veemenza, poi lo fissai. Non reagiva, non poteva reagire, era come una marionetta privata dei fili. Mi stavo infuriando inutilmente. Sospirai, chiusi gli occhi per calmarmi, e poi me lo caricai in spalla.

    Ti riporterò a casa, nel tuo bel lettuccio caldo. Hiraishin...


    Sei svenuto nell'esplosione, come avrai capito dal mio post :asd: quindi la conversazione alla fine del post non la puoi sentire. Ma hai comunque molto su cui ruolare. gli ultimi atti del combattimento, il risveglio in camera tua. Infatti non sarebbe male se ruolassi il risveglio mettendo tipo qualche considerazione sull'incontro. Ovviamente io non ci sarò, appena ti riporto indietro sparisco da casa tua. Ah, ho usato i talismani esplosivi incrociati per l'esplosione.

    Quando hai postato, scrivi sotto spoiler che richiedi exp così capiscono che questi erano gli ultimi post :si2:
     
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    La sera vado a letto con due bicchieri sul comodino. Uno pieno d'acqua e uno vuoto, nel caso abbia sete oppure no.

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    Ero stupefatto dalla potenza del Mokuton di Nonubu, quella foresta dagli alberi giganti era su tutt'altro piano dei miei Jutsu, perfino del mio Jutsu più forte e devastante. Io sarei giunto a tale forza? Col tempo avrei mai potuto raggiungere la potenza del Capitano Nonubu? Quelle domande mi frullarono per qualche secondo in testa mentre mi tenevo in ginocchio sulla testa del drago di legno, cercando di non crollare sotto il potente sonnifero che emanava il polline giallastro. Dovevo prevedere un effetto del genere, quel gas soporifero rallentava i miei riflessi, inibiva il mio olfatto e depotenziava il mio fisico per via della sonnolenza che induceva. Era una tecnica devastante, avrebbe raggiunto nemici a centinaia di metri di distanza abbattendoli come foglie. Dovevo reagire in fretta, la mia creatura non aspettava altro.

    Io.. ti surclasserò!!!

    Non l'avrei soltanto eguagliato in forza e abilità, ma l'avrei superato, oltrepassato e surclassato! Non ero uno che gettava la spugna facilmente, ero testardo e ambizioso, volevo diventare il numero uno a tutti i costi.
    Come un siluro il mio drago si fiondò sul suo bersaglio ma poco prima di impattarvi contro si ritrovò di fronte il suo stesso gemello, un secondo dragone di legno dalle stesse e precisi fattezze. La distanza ormai era minima e la mia creazione non aveva intenzione di fermarsi, così cambiò obbiettivo cercando di distruggere suo fratello e gli si catapultò contro con tutto il suo peso.
    Il boato fu epico, il colpo duro per entrambi. Sarei caduto dalla testa del mio colosso se non avessi ancorato i sandali al legno che lo costituiva. Parte del corpo della bestia andò in frantumi ma era ancora presto per dichiararsi sconfitta! Si ricompose in qualche secondo e poco dopo si lanciò all'inseguimento del nemico. Il capitano a dorso del suo legno vivente viaggiava tra le fronde degli alberi ad una velocità impressionante, riuscivo a malapena a stargli dietro, era una scheggia. Anche se le forze pian piano mi abbandonavano continuavo determinato e agguerrito nel mio fare, cercando in tutti i modi di raggiungere e distruggere l'avversario e il suo titano.
    Il suo drago scappò per diversi minuti finendo per vorticare e chiudersi in una spirale col suo corpo da serpentina ma non avevo intenzione di dargli il tempo di mettersi sulla difensiva. Infatti prima che la sua mole si posizionasse del tutto agguantai la parte finale della sua lunga coda, tenendola ben salda tra i denti della mia creatura.

    Abbiamo giocato abbastanza!

    Il mio sguardo assonnacchiato e al contempo deciso poteva affermare le sue stesse parole. Il mio Chakra era agli sgoccioli e non riuscivo a capire quale miracolo mi tenesse ancora in piedi a combattere. La mia forza di volontà non mollava, al contrario del mio corpo non faticava mai né si stancava, voleva vincere più di ogni altra cosa in quel momento.
    Con un colpo secco e conciso il nemico ci respinse costringendoci a rilanciarci al suo inseguimento. Ma Nonubu sembrò aumentare la velocità, in breve tempo allargò notevolmente le nostre distanze e prima che la mia testa pensasse che non l'avrei più raggiunto cambiò direzione, invertendo senso di marcia e preparandosi a scontrarsi per l'ennesima volta.
    Adesso mi veniva incontro e io non aspettavo altro, ci avvicinavamo sempre di più..

    NONUUUBUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!!!!!!!!

    Pronto all'impatto urlai e concentrai tutto il Chakra rimanente per l'atto finale. Ci separavano cinque, quattro, tre metri quando..

    !!! Ma che..!!!!

    Il senju scomparve dal capo del suo drago e il medesimo invece di infrangersi col mio deviò la traiettoria, passandomi accanto. Fu a quel punto che vidi un qualcosa illuminarsi sopra le sue narici.

    CAZZO!!!!

    BOOOOOOOOOOOM!!!



    Un susseguirsi di esplosioni a catena cominciò ad esplodere dalla testa del mostro devastando e distruggendo tutto ciò che v'era nel raggio di sessanta metri. Le orecchie presero a fischiarmi e il corpo mi bruciò di colpo, non ebbi neanche il tempo di lamentarmi dal dolore che persi i sensi, non potendo notare e definire il seguito dell'incontro. Mi aveva colto alla sprovvista, quel Jutsu era micidiale. La potenza era talmente elevata da disintegrare in cenere tutto ciò che v'era intorno, compresi i due draghi di legno.




    ...

    Nonubu!

    Quando aprì gli occhi mi ritrovai sul mio letto, la sveglia segnava le 16:00. Mi alzai di colpo affrettandomi verso lo specchio, tutto il corpo mi doleva e quando arrivai dinnanzi al vetro specchiante ebbi la realtà dei fatti. I vestiti erano bruciati e strappati, quasi assenti. Ero ricoperto da graffi e tagli dalla testa fino ai piedi, sporco di fango e sangue asciutto. Non v'erano dubbi, non era stato un sogno, era successo tutto per davvero.

    Dannazione!!!

    Colpì il muro con le nocche del mio pugno, danneggiandomi ulteriormente. Avevo perso l'incontro, l'avversario mi aveva sopraffatto e sconfitto ingannandomi per giunta. Non ero abituato all'aspro e amaro sapore della sconfitta, era la prima volta che succedeva.

    Sei forte, dannatamente forte Capitano Nonubu. Per questa volta mi hai fregato, ma mi allenerò duramente per non cadere una seconda volta. Sento che noi due abbiamo qualcosa in comune, una specie di legame e non mi riferisco al Mokuton..
    Ci rincontreremo.. e la prossima volta ti batterò!!


    Un altro obbiettivo era nato nella mia testa, Nonubu pian piano diventava un pensiero fisso nella mia mente. Il desiderio di affrontarlo e sconfiggerlo, così come superarlo e rincontrarlo era alle stelle. Avevo altre domande da porgli, non gli avevo chiesto le sue origini, della sua famiglia, del suo obiettivo. Aveva detto che aveva bisogno di me e probabilmente io avevo bisogno di lui per superare le mie attuali abilità. Molte domande cominciavano a spuntarmi per la testa e quella notte si rivelò decisiva per la svolta della mia vita...

    Fine! Richiediamo Exp, la PQ è terminata :sisi:
     
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  14. Sele_
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    Bella, mi è piaciuta tanto :sisi:
    Ans 70
    Akito 48
     
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13 replies since 27/7/2014, 22:19   264 views
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